ECONOMIA- Pagina 232

Giachino: Per rilanciare Mirafiori e Automotive dopo anni di declino essenziale coinvolgere Governo e Parlamento

Domani Cirio e Lo Russo incontreranno John Elkan e Tavares l’Ad di Stellantis per discutere il futuro di Mirafiori e di migliaia di posti di lavoro. Ma il calo degli ultimi anni e’ stato così forte e la complessità del futuro necessitano il coinvolgimento di Governo e Parlamento.
L’Avvocato Agnelli diceva che ciò che va bene per la FIAT va bene per il Paese. I vari Governi hanno seguito linee di politica del lavoro e infrastrutturali (autostrade) che hanno favorito il grande sviluppo della motorizzazione del Paese . Il settore Auto di converso ha dato negli anni al Paese una grande risposta in termini di creazione di posti di lavoro.  Da anni purtroppo non è più così. 
Nel 1989 in Italia si producevano oltre 1.900.000 auto, nel  2019 solo 510.000.
Delle nazioni europee produttrici solo l’Italia ha subito questo salasso.
Un caso unico di distruzione produttiva come lo definiscono alla Fondazione Sabattini. Il calo, che  si deve a gravi errori aziendali a partire dalla scelta su Romiti a scapito dell’Ing. GHIDELLA che aveva appena dato alla Fiat i tre migliori bilanci della sua storia, ha contribuito alla decrescita del peso di Torino e del Piemonte. Un calo economico con forti conseguenze sociali. Torino è la prima Città italiana per disoccupazione giovanile. Periferie impoverite e insicure.  Una decrescita di cui hanno responsabilità pesanti i Sindaci che davano per scontato il declino industriale  e puntavano su turismo e cultura come nuovi motori di crescita. 
Negli stessi anni in Emilia al contrario si punto’ sull’auto e oggi con la MOTOR VALLEY sono l’unica area italiana attrattiva di investimenti esteri . 
Quando Torino sarà capace di fare autocritica sulle scelte sbagliate degli anni 90 del secolo scorso sarà sempre tardi. 
Declino della FIAT e Declino di Torino si tengono insieme così come si tiene dialogo tra la grande Azienda , Sindaci e Sindacato. Dare per scontato il declino industriale è stato un errore doppiamente grave , verso l’azienda e verso la Città.
Ora però occorre tentare in ogni modo di bloccare il Declino e di ripartire. 
Per farlo però non bastano Regione e Comune occorre anche un forte intervento del Governo e del Parlamento . Il settore auto non è una questione nazionale solo per la Francia ma anche per l’Italia.
Ora che abbiamo ottenuto da Giorgetti uno stanziamento pluriennale di ben 9 miliardi di euro , dobbiamo ottenere che vengano usati per una politica industriale che si affianchi agli incentivi al rinnovamento di un parco auto e mezzi pesanti vetusto con l’acquisto di mezzi elettrici ma anche ibridi, e diesel dell’ultima generazione. 
Come hanno detto ieri anche i sindacati metalmeccanici l’elettrico non basterà   per rilanciare Mirafiori. Mi auguro che anche gli industriali sostengano la stessa tesi.
I fondi europei di cui dispone la Regione, oltre alle norme urbanistiche in capo al Comune vanno affiancati da un forte impegno del Governo che coinvolga Politecnico, Centro Ricerche FIAT e dei tanti team privati che lavorano nel campo della ideazione e della progettazione nella ricerca delle auto e dei mezzi pesanti del futuro.
Torino e il Paese in Zona Cesarini possono recuperare il tempo perduto in questi ultimi e riconquistare un ruolo nella mobilità del futuro.
La difesa del settore automotive e il rilancio di Torino sono un interesse nazionale, ecco perché chiedo ai parlamentari di chiudere in tempi rapidi il dibattito sulla 
Mozione MOLINARI sull’auto che darà la linea al Governo sull’impiego dei 9 miliardi.
Torino non può essere l’unica Città dell’auto a soccombere nella nuova geografia automobilistica europea e mondiale. 
 
Mino GIACHINO 
SILAVORO SITAV SIAUTO

La riattivazione della Asti-Chivasso, una grande opportunità

IARETTI: “IMPORTANTE COINVOLGERE ANCHE LA VALCERRINA ALESSANDRINA’’

La riattivazione della tratta ferroviaria tra Chivasso ed Asti non deve essere per il territorio soltanto fatta con una funzione turistica o per fare viaggiare i treni storici, ma deve essere un’opportunità in un’accezione più ampia per  favorire la mobilità dei cittadini delle colline del Chivassese e dell’Astigiano.

Questa impostazione ha trovato concordi la pluralità dei partecipanti al convegno che si è svolto sabato mattina nella sala del consiglio comunale di Chivasso, organizzato dal circolo La Nostra Collina e dal Comis-Coordinamento mobilità integrata e sostenibile. Con il coordinamento dei lavori del moderatore Renato Dutto del circolo La Nostra Collina, si sono susseguiti i vari interventi, essendo presenti diversi amministratori ed associazioni del territorio interessato, direttamente ed indirettamente, dalla tratta. L’importanza di Chivasso come nodo ferroviario (cui afferiscono la linea di collegamento con Ivrea, quella con Casale Monferrato e la Torino-Milano, oltre a quella con Asti sospesa nel 2012) è stata ricordata dal sindaco Claudio Castello. Poi è seguito il contributo di Fulvio Bellora, responsabile del Comis. Il direttore generale della Fondazione Fs italiane, Luigi Cantamessa, da remoto, è stato particolarmente seguito ed apprezzato in virtù dell’impegno che ha portato non solo a liberare la tratta dai rovi che la infestavano e che presto potrà ospitare treni storici e turistici. Il deputato Carlo Giacometto ha ripercorso il cammino che ha portato ai risultati odierni evidenziando che ‘occorre una visio se di vuole dare una vocazione ai comuni interni. Il consigliere regionale Gianluca Gavazza ha ricordato tutto il suo impegno per la riattivazione della tratta, mentre l’altro consigliere regionale Alberto Avetta ha evidenziato che si può partire anche da punti di vista diversi ma avere obiettivi comuni. Dal canto suo il vice presidente regionale di Legambiente, Angelo Porta ha ricordato che l’Italia è sotto procedura di infrazione perché non sono diminuite le percentuali di Pm 10 nei limiti previsti e la via soluzione è quella di privilegiare il trasporto collettivo. Un’analisi della tratta è stata fatta dal tecnico dei trasporti e volontario dei treni storici, Massimo Veneroni: necessità di un servizio stabile tutti i giorni, frequenza almeno ogni 2 ore, favorire le attività commerciali. Sonia Cambursano, consigliere delegato allo sviluppo economico ed al turismo della Città Metropolitana di Torino ha sottolineato l’importanza dell’intervento ricordando che i problemi ferroviari riguardano anche il Canavese. All’incontro erano presenti anche esponenti del mondo amministrativo e del volontariato astigiano e della Valcerrina, come i sindaci di Aramengo, Giuseppe Marchese, di Robella, Andrea Gavosto, di Cavagnolo, Andrea Gavazza (in remoto per tutta la durata) di Brozolo, Giovanni Demichelis che ha annunciato come nel suo comune verrà allestita una mostra sulla linea quando ci sarà la prima corsa del treno storico/turistico (che è prevista probabilmente per il prossimo mese di giugno), mentre Francesco Ciravegna del ‘Il Trabucco’ di Montiglio Monferrato ha ricordato l’impegno della sua associazione per la promozione del territorio e la proposta di mercatini – vetrine – esposizioni nelle stazioni. Massimo Iaretti, consigliere comunale di Villamiroglio e consigliere con delega al turismo dell’Unione dei Comuni della Valcerrina ha sottolineato che ‘questa iniziativa riguarda anche i comuni dell’alessandrino, pur se non toccati territorialmente, lo sono indirettamente per la vicinanza e gli uni e gli altri potrebbero avere dei benefici di ricaduta’. Per questo presenterà a breve una mozione di sostegno nell’Unione.

Il 64% degli acquirenti in arrivo da fuori città viene dalla provincia

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato le compravendite realizzate nel 2021 attraverso le proprie agenzie attive nel comune di Torino. L’obiettivo della ricerca è quello di capire da dove arrivano gli acquirenti che comprano nel capoluogo piemontese e quali sono le loro scelte.

Nel 2021 l’85,4% delle persone che ha comprato casa a Torino ha cittadinanza italiana, mentre nel 14,6% dei casi si tratta di stranieri (comunitari ed extracomunitari). Nonostante la pandemia, negli ultimi anni la percentuale di acquisto da parte di stranieri è in crescita, nel 2019 infatti si fermava all’11,5% e nel 2020 al 12,2%. A Torino la percentuale di acquisto da parte di stranieri è più alta se confrontata con quella di altre grandi città italiane: ad esempio a Milano la quota di acquirenti stranieri si ferma al 7,9%, mentre a Roma la percentuale è ancora più bassa e si attesta al 5,0%.

Per quanto riguarda gli acquirenti italiani, chi compra a Torino nel 77,2% dei casi è già residente in città, il 14,6% arriva dalla provincia di Torino e l’8,2% proviene da altre province e da altre regioni. Si tratta di percentuali molto simili a quelle registrate un anno fa, con una lieve diminuzione della percentuale di coloro che arrivano dalla provincia di Torino, si passa infatti dal 15,4% all’attuale 14,6%.

Prendendo in considerazione solo gli acquirenti in arrivo da fuori città risulta che il 64,1% di questi arriva dalla provincia di Torino, il 21,8% arriva da altre province del Piemonte, mentre nel 14,1% dei casi si tratta di persone in arrivo da altre regioni italiane. Da segnalare un aumento della percentuale di acquirenti in arrivo dalle province Piemontesi, con la provincia di Cuneo in testa a questa classifica.

Chi arriva a Torino per comprare casa proviene soprattutto da comuni del Nord Italia (più di 3 compravendite su 4), mentre arriva dal Sud Italia quasi il 22% degli acquirenti.

L’analisi poi si sofferma sul motivo dell’acquisto da parte di chi proviene da fuori città: nel 2021 il 33,6% di queste compravendite riguardano l’investimento, mentre nel 66,4% dei casi si tratta di acquisti di abitazione principale. La percentuale di acquisti per investimento risulta in calo sia rispetto al 2019 sia rispetto al 2020.

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Climate Is Not Cool sbarca a Spina 3 dal 28 marzo al 3 aprile

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Dal 28 marzo al 3 aprile la zona di Spina 3 ospiterà Climate Is Not Cool, progetto artistico della compagnia teatrale Crack24 che indaga il tema della crisi climatica: tra spettacoli di varietà, azioni urbane e un confronto diretto con la cittadinanza, per promuovere una consapevolezza attiva dell’ambiente.

Per tutta la settimana ci si potrà imbattere nel “Salotto Urbano”, uno spazio di confronto itinerante con i residenti di Spina 3 per dialogare su come il tema ambientale viene percepito nella quotidianità, sulle problematiche che comporta e sulle iniziative locali adottate per affrontare la crisi climatica. Il tutto con tanto di divano portato a spalla dagli artisti per le vie del quartiere per permettere a chiunque di “acclimatarsi” e chiacchierare in libertà.

Le iniziative comprendono inoltre “Sguardi aperti”, la trasposizione in un ambiente quotidiano della pratica di consapevolezza della Schiera di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco, una biciclettata organizzata grazie alla collaborazione con Bike Pride per tutta Spina 3, e infine le “Variazioni Climatiche” le due serate di restituzione artistica a base di stand-up, narrazioni, canzoni, e interventi di esperti che si terranno il 2 e il 3 aprile al Centro Congressi del Parco Scientifico Tecnologico per l’Ambiente Environment Park di via Livorno 60.

È possibile assistere liberamente a tutti gli eventi in programma. La prenotazione è necessaria per partecipare alla biciclettata ed è consigliata per le due serate Variazioni Climatiche, scrivendo alla mail crackventiquattro@gmail.com

 

ClimateIsNotCool #Spina 3 è prodotto dalla compagnia Crack24 con il patrocinio della Città di Torino, il sostegno di Fondazione CRT +Risorse ed Eppela, il Comitato Territoriale IrenCollabora, e la collaborazione di ARCI Torino, P.E.M., Parco Tecnologico Environment Park, Bike Pride, Novacoop, Parco Dora Shopping Centre, Santibriganti Teatro, Comitato Torino Respira, Comitato Dora Spina 3

 

Per informazioni e prenotazioni:

 

www.crack24.it

crackventiquattro@gmail.com

Instagram: @crackventiquattro

Facebook: Compagnia Crack24

 

Climate Is Not Cool #Spina 3

 

Da Lunedì 28 marzo a Venerdì 1° aprile

Salotto Urbano

In diversi punti del quartiere appariranno un divano e un cartello con su scritto “Acclimatiamoci”. Chiunque, abitante del quartiere o passante, è invitato a prendere posto nel nostro spazio di confronto itinerante. Non sarà una semplice chiacchierata ma un momento di condivisione e di dialogo sincero: qual è il vostro ambiente? Come lo vivete? Quando vi siete accorti che qualcosa stava cambiando? Le storie raccolte entreranno a far parte della drammaturgia del varietà che concluderà il festival.

 

Martedì 29 marzo

h.17.30 Aperitivo al Circolo Risorgimento

Siete tutti invitati a fare aperitivo assieme a noi. Tra un bicchiere e l’altro si parlerà di clima, di ambiente, del quartiere, in totale relax.

Circolo Risorgimento – Via Giovanni Poggio, 16

 

Sabato 2 aprile

h. 16.00 – Sguardi Aperti

Se vi troverete a passeggiare tra i negozi del Parco Dora Shopping Centre, potrete assistere ad una particolare azione urbana “perfomativa” che si svilupperà a partire dalla pratica teatrale Schiera. Si tratta di una pratica di consapevolezza che ci mette in ascolto e abbiamo la fortuna di praticarla con i suoi creatori Gabriele Vacis e Roberto Tarasco, in collaborazione con la Compagnia P.E.M.

Questa tecnica è già uno spettacolo di per sé, ma portata fuori dalla sala prove, in un ambiente quotidiano, diventa un gesto veramente rivoluzionario.

Piazzale di fronte all’ingresso della Novacoop – Via Livorno, 48

 

h. 21.00 – Variazioni Climatiche – Restituzione artistica

Serata di restituzione artistica, tra stand-up, narrazioni, canzoni, corti teatrali, interventi di esperti e di cittadini, cercheremo di offrirvi la possibilità di approfondire il vostro punto di vista sull’argomento.

Centro Congressi dell’Environment Park – Via Livorno 60

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione caldamente consigliata

 

Domenica 3 aprile

h. 14.30 – Biciclettata con Bike Pride

Basta con queste auto! Grazie alla collaborazione di Bike Pride Bici-T, sarà possibile visitare il quartiere in bicicletta, ascoltando racconti e aneddoti sui luoghi che attraverserete.

Partenza da Via Livorno 60, di fronte all’ingresso del Centro Congressi dell’Environment Park.

Si arriverà giusto in tempo per parcheggiare la bicicletta e rilassarsi un attimo prima di assistere alle Variazioni Climatiche.

Per motivi di sicurezza i posti sono limitati a 30, quindi la prenotazione è obbligatoria.

 

h. 17.30 – Variazioni Climatiche – Restituzione artistica

Seconda serata di restituzione artistica, tra stand-up, narrazioni, canzoni, corti teatrali, interventi di esperti e di cittadini, cercheremo di offrirvi la possibilità di approfondire il vostro punto di vista sull’argomento.

Centro Congressi dell’Environment Park – Via Livorno 60

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione caldamente consigliata

Aeroporto di Torino, una stagione estiva da record con 25 nuovi voli internazionali

IL 27 MARZO 2022 PRENDE IL VIA IL NETWORK CON PIÙ VOLI DI SEMPRE: 81 ROTTE SERVITE,  OLTRE 4 MILIONI DI POSTI IN VENDITA

  • Nella stagione Summer 2022 (dal 27 marzo al 29 ottobre) l’Aeroporto di Torino sarà collegato con 63 destinazioni tra nazionali ed internazionali

  • Il numero di posti offerti aumenta del 43% rispetto alla stagione estiva pre-Covid (2019)

  • Prezzi sempre più bassi grazie all’elevata concorrenza su un numero crescente di destinazioni e grazie alle tante nuove rotte low-cost

  • Fino a 61 voli settimanali per la Sicilia, 48 per la Sardegna, 29 per la Puglia

Si apre domani, domenica 27 marzo 2022, la stagione estiva da record per Torino Airport.

La programmazione Summer 2022 prevede un network di 81 rotte, di cui 53 internazionali e 28 nazionali, operate da un totale di 15 compagnie aeree. Si tratta del network voli più ampio di sempre per lo scalo, da cui nell’intera Summer le destinazioni servite saranno in tutto 63, a fronte delle 50 servite pre-pandemia nell’estate 2019 (+26%).

Tante le new entry in programmazione, specialmente nel segmento internazionale: alle consolidate destinazioni leisure balneari si affiancano infatti città d’arte europee ed extra-europee sinora mai servite, adatte per soggiorni e city break.

L’offerta cresce in particolare sul segmento internazionale: sono infatti 47 le mete estere raggiungibili, a fronte delle 30 collegate nell’estate 2019 (+57%).

La programmazione prevede nel picco stagionale (agosto) fino a 408 frequenze settimanali, pari al +38% rispetto a quelle programmate nello stesso periodo del 2019. Le frequenze dei voli internazionali raggiungeranno un picco di 217, in aumento del +14% rispetto all’estate 2019; ancora più significativo sarà l’incremento delle frequenze dei voli nazionali verso il Sud Italia e le isole: verranno infatti operate fino a 182 frequenze settimanali rispetto alle 103 della Summer 2019, pari al +77%.

Nella stagione alle porte saranno oltre 4 milioni i posti in vendita, disponibili a tariffe molto vantaggiose grazie all’elevata concorrenza da parte di diversi vettori operanti sulla stessa destinazione. Il dato si attesta in crescita di oltre il 43% su quello del 2019, quando i posti disponibili erano poco più di 2,8 milioni.

Il beneficio per i passeggeri dell’elevata concorrenza è particolarmente percepibile su mete servite da più compagnie aeree come, ad esempio, Napoli, servita da 4 vettori o su Catania e Lamezia Terme, servite da 3 vettori: la compresenza di più compagnie porta non solo un effetto positivo sui prezzi, ma anche una maggiore possibilità di scelta del giorno in cui volare e degli orari più comodi per i passeggeri.

Novità del network

Sul fronte internazionale sono in tutto 25 le nuove rotte della Summer 2022 di Torino Airport, con un’ampia scelta per poter trascorrere city break e soggiorni di vacanza:

  • Agadir (Marocco), Billund (Danimarca), Breslavia (Polonia), Budapest (Ungheria), Copenhagen (Danimarca), Dublino (Irlanda), Edimburgo (Gran Bretagna), Cracovia (Polonia), Lanzarote (Isole Canarie, Spagna), Madrid, Malaga (Spagna), Marrakech (Marocco), Parigi Beauvais (Francia), Siviglia (Spagna), Tel Aviv (Israele) e Zara (Croazia) servite da Ryanair
  • London Gatwick (Gran Bretagna) servita da easyJet
  • Paris Orly (Francia) servita da Vueling
  • Skopje (Macedonia del Nord) servita da Wizz Air
  • Ibiza, Mahon (Isole Baleari, Spagna) e Rodi (Grecia) servite da Neos
  • Atene e Santorini (Grecia) servite da Volotea
  • Santorini (Grecia) servita da Blue Air

Tra queste, diverse sono le città mai servite prima dallo scalo piemontese con volo diretto: Agadir, Billund, Breslavia, Budapest, Lanzarote, Santorini, Skopje, Tel Aviv e Zara saranno infatti collegate per la prima volta da Torino.

Si confermano i collegamenti per i principali hub europei, come Monaco e Francoforte servite da Lufthansa, Madrid servita da Iberia, Parigi Charles de Gaulle servita da Air France, Amsterdam servita da KLM, Casablanca servita da Royal Air Maroc, da cui raggiungere comodamente tutto il mondo.

Sul fronte nazionale, sono invece 2 le new entry della stagione:

  • Trapani (Sicilia) servita da Ryanair
  • Lamezia Terme (Calabria) servita da Wizz Air

Si conferma infine il volo per l’hub italiano di Roma Fiumicino, servito da Ita Airways, che nella Summer 2022 aumenta le proprie frequenze giornaliere dalle 2 attualmente operate a 3 nei mesi di aprile e maggio, fino a 4 voli giornalieri a partire da giugno.

Iren, 80 milioni per il teleriscaldamento

Iren S.p.A. e CEB sottoscrivono un finanziamento da 80 milioni di euro a supporto degli investimenti previsti per lo sviluppo del teleriscaldamento di Torino

 

Reggio Emilia, 25 marzo 2022 – La Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) e Iren S.p.A. hanno firmato un finanziamento del tipo Public Finance Facility (PFF) per un ammontare di 80 milioni di euro che servirà a sostenere lo sviluppo della rete di teleriscaldamento nell’area metropolitana di Torino, come previsto nel Piano Industriale al 2030. Questo progetto si basa sulla cooperazione esistente tra CEB e Iren nel settore della sostenibilità ambientale: nel 2020 era già stato firmato un prestito di pari importo per migliorare le infrastrutture idriche a Genova e Parma.

 

Gli investimenti sono finalizzati a saturare ed estendere in nuove aree il teleriscaldamento con l’allacciamento di nuove utenze, a migliorare l’efficienza operativa e la flessibilità della rete di Torino, tramite la completa integrazione degli asset gestiti nell’area metropolitana e ad aumentare la resilienza dell’infrastruttura rinnovando le parti più datate. È inoltre incluso lo sviluppo di nuovi impianti di accumulo termico attraverso i quali si potrà massimizzare lo sfruttamento del calore prodotto in cogenerazione, riducendo, di conseguenza, le emissioni di CO2, migliorando la qualità dell’aria nell’area metropolitana di Torino e incrementando il risparmio di energia primaria utilizzata. Tali interventi consentono di incrementare le volumetrie teleriscaldate di circa 13 milioni di metri cubi, sviluppare 156 km di nuova rete e rinnovare circa 13 km di rete esistente.

 

L’investimento totale previsto nel periodo 2021-2025 è pari a circa 198 milioni di euro di cui il 40% coperto dal prestito erogato dalla CEB. Oltre a contribuire alla sicurezza e all’efficienza dell’approvvigionamento, il prestito CEB contribuirà alla riduzione dell’inquinamento atmosferico delle aree urbane interessate e a rispettare il suo impegno per una riduzione del 40% delle emissioni di CO2 entro il 2030.

 

“Siamo lieti di continuare una collaborazione molto proficua con IREN nel settore della sostenibilità ambientale”, ha detto il governatore di CEB Carlo Monticelli “Il nostro obiettivo comune è quello di fornire ai cittadini servizi di alta qualità che siano efficienti, affidabili e sostenibili.”

“Questo prestito rafforzerà la struttura finanziaria di IREN per quanto riguarda la finanza sostenibile, che oggi rappresenta circa il 64% del debito totale di Iren”, ha spiegato l’amministratore delegato e direttore generale di Iren Gianni Vittorio Armani “Gli investimenti dedicati all’estensione della rete di teleriscaldamento massimizzeranno l’utilizzo del calore prodotto in cogenerazione, riducendo così le emissioni di CO2, aumentando il risparmio energetico e migliorando la qualità dell’aria nell’area metropolitana di Torino.”

 

 Giachino: mobilità sostenibile, lavoro e crescita sono le priorità

 Mobilità sostenibile, Lavoro e Crescita devono essere due priorità che vengono insieme, questo il primo commento di MINO GIACHINO già sottosegretario ai trasporti  che partecipa al convegno nazionale della CGIL.

 
Ogni scelta che penalizzasse la crescita e il lavoro non è positiva ne per il Paese ne soprattutto per Torino.
L’elettrico è una prospettiva importante ma non l’unica verso la crescita sostenibile. La crescita è una priorità per il nostro Paese e per Torino, in declino da venticinque anni. Dobbiamo difendere il settore automotive per difendere il lavoro e per difendere Torino. Abbiamo bisogno di una politica industriale del settore auto e conto molto , dopo la grave dimenticanza della Legge Finanziaria , sui nuovi stanziamenti decisi da Giorgetti (che hanno stupito per la loro entità molto degli autorevoli partecipanti, il che mi gratifica molto per l’essere stato il primo a ribellarmi con forza alla dimenticanza nella Legge Finanziaria ) e sui paletti della Mozione parlamentare primo firmatario MOLINARI.
Occorrono incentivi  al rinnovo del parco circolante italiano, che consta di 15 milioni di veicoli e di 400.000 TIR vecchi , inquinanti e insicuri, per ridurre inquinamento e aumentare la sicurezza della mobilità .
Incentivare mezzi elettrici ma anche gli ibridi e anche i mezzi Euro 6 più recenti e meno inquinanti. Puntare solo sull’ ‘elettrico impatterebbe negativamente su molte aziende dell’indotto e su oltre 70.000 occupati.
La politica industriale del settore che ha caratterizzato l’industria torinese e italiana del 900 deve coinvolgere i Politecnici e i Centri Ricerca attorno alle varie possibili soluzioni per rendere sostenibile la mobilità del futuro.
Difendere il settore auto è basilare per fermare il Declino economico e sociale.
Il Paese negli ultimi venticinque anni ha perso 25 punti di PIL procapite rispetto ai Paesi europei ecco perché la crescita e la sostenibilità debbono viaggiare di pari passo. Ecco perché difenderemo il settore auto come abbiamo difeso la TAV.
Avendo sbloccato gli stanziamenti per il MAREBONUS e ideato l’incentivo FERROBONUS nel 2008-2009 quando Greta andava ancora all’asilo nessuno può mettere in discussione la mia politica Green.
 
Mino GIACHINO 
SILAVORO SIAUTO

Polis Policy è dedicata al tema “Come si sostiene chi perde il lavoro”

La terza sessione

‘Ripartire dalla persona. Solo il lavoro salverà l’Italia’. 

 

Polis Policy, Accademia di Alta Formazione, giunta quest’anno alla sua quinta edizione, promuove sabato 26 marzo, a partire dalle 10.30, la sua terza sessione annuale, dedicata a un tema quanto mai attuale, il lavoro.
Titolo di questa quinta edizione è “Ripartire dalla persona: solo il lavoro salverà l’Italia”. La terza sessione è incentrata sulla tematica “Come si sostiene chi perde il lavoro”.
Nella prima parte della sessione interverrà Maurizio Sacconi, già ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Il dibattito sarà introdotto da Francesco Devicienti, Professore Ordinario di Economia Politica dell’Università degli Studi di Torino. A moderare sarà Emmanuele Massagli.
Nell’ambito della sessione pomeridiana denominata Agorà, che prenderà avvio dalle 14.30, interverranno Federica Deyme, Direttrice Agenzia Piemonte Lavoro, Giuseppe Gherzi, già direttore dell’Unione Industriale di Torino, e Arnaldo Carignano, dirigente Randstad Italia.
Di grande interesse anche la terza sezione della giornata di studi, dal titolo “Another Vision”, in cui verrà affrontato il tema del lavoro da un punto di vista innovativo. A moderare la sessione sarà il giornalista Andrea Donna che proporrà un video sul lavoro, dialogando con il dr. Moraglio.
L’Associazione che promuove l’Accademia di Alta Formazione Polis Policy è “Difendiamo il futuro”, la cui mission è quella di rispondere all’impellente esigenza di informazione culturale, economica, sociale e politica, attraverso l’organizzazione di convegni, seminari e workshop. In particolare da diversi anni promuove “Polis Policy”, un percorso che si snoda attraverso tre giornate di studio annuali di approfondimento, che affrontano i temi considerati più affascinanti e urgenti, oltre che più controversi, dell’attualità che si sta vivendo. Sono, nel corso dell’anno, tre sabati di vivo dibattito e interazione con importanti esponenti appartenenti al mondo dell’economia, della politica, della scienza, della storia e della cultura.

Mara Martellotta

Iscrizioni a segreteria@difendiamoilfuturo.it
01119373401

Cambiare modello energetico

 

La guerra in Ucraina ha fatto esplodere drammaticamente i prezzi dei combustibili usati per produrre l’energia indispensabile alla produzione (sistema economico) e alla vita (sistema famigliare).

 

In poche settimane gas, petrolio e carbone hanno fatto registrare crescite impensabili, con aumenti che in certe giornate hanno toccato il 20-30%, creando situazioni insostenibili proprio in una fase in cui il costo della vita era già in movimento a causa della forte ripresa dell’attività produttiva dopo le forti flessioni legate alla pandemia.
Il fenomeno colpisce tutti i Paesi del mondo, ma il nostro è in difficoltà enormi perché è praticamente privo di fonti energetiche nazionali, e dipende, in misura praticamente totalitaria, dalle forniture provenienti da Paesi stranieri (i vari produttori di petrolio e di gas che attualmente garantiscono l’erogazione dell’energia elettrica).
Se pensiamo alla situazione del nostro Paese rispetto a 60-70 anni fa, ci rendiamo immediatamente conto che le preoccupazioni sono fondate: durante il “boom economico” una parte consistente di energia era prodotta grazie al sistema idroelettrico, cioè dalle turbine azionate dalle condotte forzate legate ad un efficiente sistema di dighe. Energia “pulita”, niente inquinamento, niente dipendenza da paesi stranieri.
Ma la tumultuosa crescita della produzione industriale ha comportato la necessità di produrre energia ricorrendo alle cosiddette “fonti fossili” (carbone e soprattutto petrolio), con tutte le ricadute negative in termini ambientali.
Una fonte alternativa che sembrava potesse essere sviluppata era quella dell’energia nucleare, per la quale l’Italia si era attrezzata costruendo alcune centrali; ma il drammatico episodio di Cernobyl ha bloccato tutto, e un referendum popolare ha sancito l’uscita del nostro Paese dalla cerchia dei produttori. Nonostante nel corso dei decenni la tecnologia abbia consentito di costruire centrali di nuova generazione ad altissima sicurezza, l’ipotesi di cambiare strada è al momento politicamente impraticabile.
Che fare?
Siamo nelle mani dei nostri “vicini di casa” (francesi, svizzeri e sloveni ci vendono a caro prezzo elettricità prodotta dalle loro centrali nucleari, collocate a pochi chilometri dalle nostre frontiere…) o di Paesi lontani (arabi, russi, algerini) non sempre affidabili, come si constata in questi tristi giorni.
Purtroppo anche fonti “pulite” sono insufficienti a colmare il gap fra produzione nazionale e esigenze produttive: l’energia eolica (centrali che sfruttano il vento) e solare (centrali che sfruttano il sole) sono spesso ostacolate con motivazioni il più delle volte risibili, ma che quasi sempre riescono a bloccare o comunque rallentare la realizzazione.
Una fonte ancora più “pulita” e poco conosciuta è quella legata all’energia marina, assolutamente naturale e non inquinante. Alludiamo al moto ondoso, un “motore inesauribile” che, grazie al movimento di mari e oceani, può generare elettricità in quantità enorme.

Secondo l’ENEA sfruttare l’energia marina consentirebbe di ottenere 80.000 terawattore, una misura gigantesca (un Twh è pari a mille miliardi di watt) pari a ben cinque volte il fabbisogno annuale di energia elettrica del mondo intero.
E da qualche tempo l’industria italiana e alcune start up hanno iniziato ad avviare non solo studi teorici, ma anche impianti sperimentali che stanno dando ottimi risultati. Citiamo ad esempio il sistema ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), che converte l’energia delle onde marine in energia elettrica, sviluppato dall’ENI insieme a Wave for Energy S.r.l., spin-off del Politecnico di Torino. Il sistema è costituito da uno scafo galleggiante sigillato con al suo interno una coppia di sistemi giroscopici collegati ad altrettanti generatori. Le onde provocano il beccheggio dell’unità, ancorata al fondale, ma libera di muoversi e oscillare. Il beccheggio viene intercettato dai due sistemi giroscopici collegati a generatori che lo trasformano in energia elettrica. Una soluzione semplice, con un cuore d’alta tecnologia. Il primo impianto pilota è già attivo a Ravenna.
Un altro esempio è l’iniziativa creata da ENEA e Politecnico di Torino, che hanno messo a punto la versione 2.0 del PEWEC, un sistema low-cost di produzione di energia dal mare. Si tratta di un sistema galleggiante semicircolare da posizionare in mare aperto, in grado di produrre energia elettrica sfruttando l’oscillazione del dispositivo per effetto delle onde. L’installazione del PEWEC può arrivare a soddisfare del tutto il fabbisogno energetico di isole medio-piccole (in Italia sono oltre 50), che basano il proprio approvvigionamento di energia su impianti a combustibili fossili.
Anche all’estero studi e prototipi operativi non mancano: a Las Cruces, in Cile, è stato installato il primo convertitore di energia del moto ondoso dell’America Latina, grazie alla tecnologia italiana sviluppata da Enel. Si tratta di un’enorme boa alta circa 14 metri (chiamata boya generadora ) posta ad oltre un chilometro dalla costa, ancorata al fondale sabbioso che, grazie al movimento continuo del mare, si muove sul pelo dell’acqua salendo e scendendo, trasformando l’energia del moto ondoso in energia elettrica.
In Europa sono stati installati 11,3 MW di energia da moto ondoso, prevalentemente nel Nord Europa. Al largo di Orkney (Scozia), sono stati installati il dispositivo “Penguin” della finlandese Wello e il dispositivo svedese CorPower. Un altro produttore finlandese, AW-Energy, si sta attrezzando per esportare il suo Waveroller in tutto il mondo, dopo aver superato con successo i test in Portogallo.
L’Italia ha la fortuna di essere una penisola circondata da ben quattro mari, con decine di migliaia di coste lungo le quali le onde si muovono senza sosta…
Vogliamo provare a pensare a questa alternativa in maniera concreta, avviando subito un progetto di produzione di energia che sfrutta questa nostra invidiabile situazione?
Magari mettendo da parte, data l’urgenza di avere soluzioni alternative in tempi rapidi, burocrazia, carte da bollo, studi di fattibilità, comitati scientifici, pareri di enti, sovraintendenze, ministeri eccetera, capaci di insabbiare qualunque bella idea.
Un saggio proverbio aziendale ricorda che “Ogni problema di facile soluzione diventa insolubile dopo un sufficiente numero di riunioni…”; vogliamo per una volta tirare dritto senza inutili bla bla bla?

Gianluigi De Marchi

Per approfondire:
https://www.eni.com/it-IT/attivita/onde-mare-energia.html

Produrre energia elettrica dalle onde del mare: al via test sul prototipo di ENEA e Politecnico di Torino

 

Il Piemonte accelera sul “porto a secco” in collegamento con Genova

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Il prossimo numero del Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore  in edicola venerdì 25 marzo con Il Sole 24 Ore in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta dedica l’apertura alle zone logistiche semplificate con un focus su quella di Genova, istituita per legge nel 2018 dopo il crollo del ponte Morandi, che non è ancora stata attivata perché manca il commissario che deve essere indicato dal Governo. Le istituzioni locali, si legge sul Rapporto, hanno formulato un Piano di sviluppo strategico della Zls che è stato inviato alla presidenza del Consiglio. Gli spedizionieri genovesi hanno proposto la creazione di una Green logisctics valley nella Valpolcevera, e guardano, come esempio, ai successi della Zona agevolata di Barcellona. Il progetto di Spediporto fa parte del piano generale. Ma senza il commissario tutto resta al palo, mentre imprese estere e fondi internazionali fanno pressing per capire se e in che modo è possibile entrare e aprire filiali in una zona logistica con agevolazioni burocratiche, fiscali e doganali presso il più grande porto italiano. La Regione Liguria, ricorda al Rapporto Nord Ovest l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti, «ha attivato i percorsi tecnici di propria competenza per avviare la Zls di Genova e la Zls porto e retroporto della Spezia». Il territorio spezzino, tramite l’Adsp, ha infatti, a sua volta, avviato un’istruttoria, per la costituzione di una Zls; e le Regioni Liguria ed Emilia-Romagna hanno rivolto un quesito al Governo circa la possibilità d’inserire nel perimetro della Zls alcuni territori emiliani che hanno relazioni portuali e logistiche con La Spezia e Ravenna.

 

La Zls di Genova, peraltro, lo dice la stessa legge costitutiva, può estendersi anche alle piattaforme logistiche di Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte che lavorano col porto.  E proprio il Piemonte sta lavorando per ampliare ulteriormente l’area che potrà godere dei benefici della Zls. Dalle prime sei località inserite nella norma del 2018, prevalentemente nell’Alessandrino, si arriva alla nuova mappa allargata del “porto a secco”, proposta al Governo dalla Regione Piemonte, che coinvolge 12 comuni, tra Alessandria, Asti e Cuneo, e due retroporti, il Sito di Orbassano e il Cim di Novara.