ECONOMIA- Pagina 231

La Green Economy e la responsabilità sociale dell’impresa

Ovvero come affrontare la transizione ecologica. Nel libro di Luca Servato

Una società nella quale un modello di sviluppo economico sostenibile dall’ambiente è una delle priorità non degli anni a venire.

Il libro di Luca Servato ‘Green Economy e Responsabilità sociale – Una strategia vincente’, edito per i tipi di Astragalo, concepito appena prima dell’emergenza sanitaria, coglie in pieno i comportamenti vincenti di quella che oggi viene chiamata transizione ecologia. L’autore, con un passato di amministratore comunale a Casale Monferrato, è laureato in Economia ed amministrazione delle imprese, con laurea magistrale in Gestione dei portafogli mobiliari e dei servizi innovativi di intermediazione finanziaria all’Università del Piemonte Orientale. Ha poi approfondito le tematiche del rapporto tra impresa ed ambiente con un Master di secondo livello in Economia E management delle risorse naturali e dell’ambiente all’Università Niccolò Cusano di Roma. La pubblicazione, nella prima parte, affronta le tematiche dell’attuale modello di produzione e delle sue carenze in termini di sostenibilità ed in relazione alla tutela dell’ambiente, si sofferma sugli stakeholder e incentra le conclusioni sull’impegno sociale dell’impresa assunto nei confronti della comunità anche attraverso il modello ‘green’. Nella seconda parte si sofferma su un caso di studio tipico della città dove vive, Casale Monferrato: la vicenda dello stabilimento Eternit, che ha caratterizzato la vita produttiva della capitale del Monferrato dal 1907 sino al 1986, anno del fallimento della multinazionale, ma che continua a fare sentire ancora oggi le conseguenze negative della sua presenza in termini sanitari e di bonifica del territorio. Particolarmente attenta è l’analisi del fallimento di mercato dell’azienda per le pesanti esternalità negative prodotte sotto vari aspetti. Servato passa così in rassegna, analiticamente, i costi sanitari, assicurativi, previdenziali, del Fondo per le vittime dell’amianto, sociali e di bonifica.  E il messaggio è chiaro: se fosse stato rispettato l’ambiente circostante in una prospettiva di responsabilità sociale tali costi sarebbero stati immensamente minori, con tutte le conseguenze del caso. Ovviamente si tratta di un’analisi economica che non tiene conto della contestualizzazione storica in cui si è sviluppato l’insediamento ma che è un monito per il presente ed il futuro. Il testo, introdotto dalla prefazione di Laura Castellucci, docente all’Università di Roma Tor Vergata, vede a chiusura la postfazione di Alessandro Bratti, direttore generale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e le note critiche di Nicola Pondrano, presidente del Fondo Inail per le vittime dell’amianto, Massimo Frasson, autore di Alpha Marketing  20/80 e Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto. Il testo è pure fornito di riferimenti normativi, bibliografia e sitografia che consentono una visione completa dell’argomento. E non è un caso che Servato abbia voluto presentarlo in prima assoluta, tramite una videoconferenza a maggio agli allievi di una scuola, la classe V Sia Sistemi informativa aziendali) dell’Istituto Tecnico Economico Calamandrei di Crescentino.

Massimo Iaretti

 

 

 

Il Governo risponde alle richieste di Torino e del Piemonte

Concordato il programma di lavoro per l’autunno

Si è svolto questa mattina in videocollegamento l’incontro tra il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la sindaca di Torino e della Città metropolitana Chiara Appendino e la vicepresidente del Senato Anna Rossomando con il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e il viceministro Gilberto Pichetto.

Erano presenti anche gli assessori alle Attività produttive di Regione e Comune Andrea Tronzano e Alberto Sacco.

Si è trattato della prosecuzione ideale dell’incontro che le Istituzioni piemontesi hanno avuto la scorsa settimana a Palazzo Chigi, durante il quale è stato consegnato al presidente del Consiglio Mario Draghi il dossier per il rilancio e lo sviluppo industriale del territorio concordato con i rappresentanti del mondo imprenditoriale e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori.

Al centro del vertice di oggi innanzitutto il futuro dell’automotive, un settore che in Piemonte dà lavoro a oltre 75 mila persone. È stata accolta la richiesta di tenere all’inizio di settembre un confronto che verrà convocato dal ministro Giorgetti con Stellantis e le Istituzioni piemontesi per avere garanzie sui progetti di sviluppo dell’azienda sul territorio.

A proposito delle nuove opportunità nell’ambito della componentistica, in particolare, il ministro Giorgetti ha confermato che l’area di Torino rappresenta la candidatura italiana con le caratteristiche migliori per diventare la sede del nuovo stabilimento europeo di Intel.

Il Governo, inoltre, procederà nei tempi previsti alla nomina del Comitato di coordinamento per la costituzione della Fondazione per l’intelligenza artificiale, per la quale è stato anticipato che oggi verrà inviata la proposta del territorio.

È stato anche ribadito che la filiera dell’aerospazio potrà contare sulle risorse del PNRR, un altro ambito su cui il Piemonte ha grande tradizione, competenze e professionalità, ed è stata evidenziata la competitività del territorio per quanto riguarda l’idrogeno.

“Si è trattato di una riunione positiva, che ha fornito prime risposte utili alle richieste provenienti dal territorio per avviare un piano di lavoro concreto con il Governo – hanno commentato al termine il presidente Cirio, la sindaca Appendino e la vicepresidente Rossomando -. Subito dopo Ferragosto ci ritroveremo nuovamente con tutti i rappresentanti del mondo imprenditoriale e dei lavoratori per fissare i prossimi passi di questo lavoro che guarda con fermezza allo sviluppo di Torino e del Piemonte”.

Consumo di suolo: le proposte del Comune

Caro direttore, un articolo affronta il tema del consumo di suolo misurato su scala regionale e metropolitana in cui chiaramente è compresa anche Torino che, tra l’altro, mostra un’inversione in controtendenza se paragonata ad altre grandi città.

L’analisi del consumo di suolo e del suo recupero è molto complicata ma posso fornire un’indicazione sugli atti che abbiamo approvato in questa amministrazione, che ha dedicato grande attenzione alla riduzione del suolo impermeabilizzato.
Un dato che è importante sapere: molte operazioni immobiliari che in questo periodo si stanno sviluppando vengono eseguite in attuazione di un piano regolatore tuttora vigente ma che noi abbiamo cominciato a modificare. Sottolineo come queste operazioni prevedano un consumo di suolo prenotato da molti anni, da prima che noi ci insediassimo.

Il nuovo Piano Regolatore Generale pone massima attenzione su questo aspetto e punta al consumo di suolo zero (o a saldo invariato, o positivo) e inserisce delle premialità rispetto alle trasformazioni urbanistiche ambientalmente innovative.

La semplificazione dei problemi complessi non mi appartiene e le strade serie e concrete per invertire la tendenza sono state attuate oppure indicate con le nostre proposte politiche. Da molto tempo.

 

Antonino Iaria
Assessore Urbanistica Città di Torino

Rotta di collisione

IL PUNTASPILLI / ECONOMIA


Il capitalismo in salsa cinese sta ormai cedendo il passo ad un apparentemente sorprendente ritorno al passato.

 

La coesione sociale è da sempre cruciale per potere governare un Paese immenso e popoloso come la Cina ma lo diventa ancora di più quando la crescita economica (e la diffusione del benessere) sono messi a rischio da una demografia che inizia a segnare il passo (dal 2010 la popolazione attiva ha smesso di crescere e gli ultimi dati del censimento mostrano che anche la popolazione complessiva è ormai stabile e pronta per una graduale discesa) e da profondi squilibri.

 

Per quanto il Celeste Impero sia enormemente cresciuto negli ultimi quarant’anni rimane, in termini di reddito pro-capite, al 59mo posto (ed anche peggio, al 73mo, sulla base del potere di acquisto), ai livelli dei Paesi più poveri del terzo mondo.

 

Dietro il dato medio, poi, si nascondono enormi differenze  tra la zona costiera, dove prosperano le aziende private più importanti e profittevoli, ed il resto del Paese.

 

Il presidente Xi Jinping sta lanciando chiari messaggi che la situazione non può continuare così e che i più ricchi e le loro aziende avranno d’ora in poi una vita ben più difficile di quella goduta sinora.

 

Il cambiamento non arriva all’improvviso, lo si poteva prevedere osservando l’evoluzione della piramide demografica e quella della distribuzione del reddito, ma è sempre l’ultima goccia a fare traboccare il vaso.

 

La cosa non dovrebbe sorprendere troppo anche considerato che l’obiettivo di Pechino, orgogliosamente dichiarato nell’ultimo (il quattordicesimo) piano quinquennale (2021-2025), è quello di trasformare il Paese in “una grande e moderna nazione socialista”.

 

Per raggiungere questo obiettivo occorre migliorare la condizione delle famiglie cinesi (consentendo anche di aumentarne la dimensione con la possibilità di avere sino a 3 figli) e della classe media.

 

Poca importanza sembra avere se, per ottenere quanto desiderato, si provocano pesanti danni agli investitori finanziari (“speculatori capitalisti”) ed alle aziende che operano nei settori coinvolti.

 

L’ultima vittima è stato quello dell’educazione privata ed in particolare dei corsi di sostegno che, essendo secondo il governo troppo onerosi per le famiglie, vanno erogati gratuitamente.

 

Le società del settore hanno lasciato sul terreno in pochi giorni la metà del loro valore ed il messaggio è risuonato nuovamente forte e chiaro (con discese rovinose dei prezzi) anche su tutti i titoli coinvolti negli ultimi mesi dalla stretta del governo cinese, ormai in chiara rotta di collisione con le grandi aziende quotate (gestite con logiche “occidentali”, ben lontane dal nuovo corso riassumibile come un “ritorno al passato”).

 

Al prossimo congresso del partito, che si terrà nell’ottobre del 2022, cruciale per le conferme dell’attuale leadership, sarà fondamentale presentare dei risultati concreti e la volata è già iniziata.

 

Coerentemente con quanto avviene internamente anche la politica estera è tornata a proporre un confronto duro con gli Stati Uniti e la sensazione di un fastidioso “déjà vu” degli anni della guerra fredda è forse più che una nostalgica suggestione.

 

E’ presto per trarre delle conclusioni, che sarebbero oggi affrettate, ma quel che è certo è che il dragone è tornato a sputare fuoco e bisognerà prestare molta attenzione per non correre il rischio di scottarsi.

Luca Martina

Sottoscritto il “Manifesto di Orta” per la comunità energetica di lago

L’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati: “Oggi con l’arrivo delle grandi risorse europee c’è la possibilità di finanziare queste comunità. Non c’è solo un beneficio ambientale ma anche economico e sociale”

Con la firma del “Manifesto di Orta”, nell’aula consiliare del Comune di Orta San Giulio, si è compiuto il primo passo per la definizione di un percorso condiviso per arrivare alla costituzione della prima comunità energetica di lago sul territorio italiano. Un progetto che vede coinvolti i comuni rivieraschi e dell’entroterra – “perché il lago – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – aggrega naturalmente tante realtà” – e vari enti.

Presenti  i primi cittadini di Ameno, Bolzano Novarese, Briga Novarese, Gozzano, Invorio, Madonna del Sasso, Miasino, Omegna, Orta, Pogno e San Maurizio d’Opaglio. Per gli enti, presenti Università del Piemonte Orientale, Energy Center del Politecnico di Torino, Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Arpa Piemonte, Ecomuseo del Cusio, Atl Novara, Environment Park e Fondazione Alberto Giacomini.

“Sul tema energia – ha detto Marnati – ci sono molte risorse ed è su questo capitolo che intendiamo iniziare il lavoro; partiamo da qui per poi spaziare in altri settori. Il fatto di fare squadra, e quindi lavorare insieme, rappresenta un vantaggio per la stesura di progetti che potrebbero essere presentati sul PNRR e ciò che non sarà finanziato dai fondi del piano nazionale sarà finanziato con altri fondi”.

La firma al termine di una mattina nel corso della quale si sono susseguiti vari interventi, da quello esplicativo sulle comunità energetiche, un modello innovativo per la produzione, l’autoconsumo, l’accumulo e la vendita di energia proveniente da fonti rinnovabili nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e della transizione energetica, a quello delle opportunità, per il loro sviluppo, offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, passando anche dall’ intervento del sindaco di Magliano Alpi che ha portato l’esperienza diretta del proprio comune dove è stata costituita una comunità energetica.

“Oggi con l’arrivo delle grandi risorse europee – ha aggiunto – c’è la possibilità di finanziare queste comunità dove i comuni diventano capofila, creando una fonte di energia rinnovabile, dal pannello fotovoltaico all’idroelettrico, con il coinvolgimento di cittadini e imprese. Non c’è solo un beneficio ambientale ma anche economico e sociale”.

“Il Piemonte – ha concluso – è un esempio virtuoso, è stata infatti la prima Regione a fare una legge sulle comunità energetiche”.

Al termine dei lavori l’assessore ha fatto un giro sul lago a bordo di imbarcazione elettrica.

Vendita a domicilio: Piemonte/Valle d’Aosta seconda regione dell’area Nord Ovest

Con 105 milioni 852mila euro di fatturato

 

Univendita, la maggiore associazione di categoria della vendita a domicilio, ha elaborato i dati 2020 relativi alle singole regioni italiane. La Lombardia si conferma la prima regione italiana: nel 2020, infatti, le vendite regionali hanno raggiunto il 16,1% (210 milioni 398mila euro) del fatturato complessivo delle aziende di Univendita, pari a 1 miliardo e 306 milioni di euro. Seguono la Campania, che rappresenta il 9,9% del fatturato (129 milioni 375mila euro), e il Veneto, con il 9,5% del fatturato (124 milioni 148mila euro).

 

Nel complesso, l’area Nord Ovest vanta il 26,6% (347 milioni 615mila euro) del fatturato delle aziende di Univendita. In ordine, dopo la Lombardia, troviamo Piemonte/Valle d’Aosta con l’8,1% (105 milioni 852mila euro) del fatturato nazionale e la Liguria con il 2,4% (31 milioni 363mila euro).

 

“Nonostante lo scenario economico segnato da una contrazione dei consumi di entità eccezionale – ha dichiarato il Presidente di Univendita Ciro Sinatra(nella foto) -, la Vendita a domicilio si conferma un settore propulsivo e anticiclico rispetto all’andamento economico del Paese, perché è considerata  un’ottima opportunità professionale da svolgere sia a tempo pieno che part-time. L’Associazione ha chiuso il 2020 con un volume d’affari delle imprese associate pari a 1 miliardo e 306 milioni di euro con una flessione molto contenuta rispetto all’anno precedente: le premesse per un 2021 che possa confermare il trend di recupero delle vendite, che si è iniziato a registrare già nella seconda metà del 2020, ci sono tutte”.

 

Anche in una fase così complessa è aumentato il numero di venditori in forze alle aziende. Nell’anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria, infatti, i venditori sono cresciuti del 3,5% e hanno raggiunto quota 165mila. Di questi, il 48,9% (80.724), opera nelle regioni del Sud e Isole. La Campania con il 15,5% (25.587) del totale dei venditori e la Sicilia con il 13,2% (21.790) sono le due regioni in testa alla classifica nazionale, seguite dalla Lombardia (10,8%, 17.828), e dal Lazio (9,9%, 16.343).

 

Nel Nord Ovest è presente invece il 18,9% (31.200) dei venditori italiani: in ordine troviamo la Lombardia (10,8%), il Piemonte/Valle d’Aosta (6,9%, 11.390) e la Liguria (1,2%, 1.980).

 


st con 105 milioni 852mila euro di fatturato

 

Univendita, la maggiore associazione di categoria della vendita a domicilio, ha elaborato i dati 2020 relativi alle singole regioni italiane. La Lombardia si conferma la prima regione italiana: nel 2020, infatti, le vendite regionali hanno raggiunto il 16,1% (210 milioni 398mila euro) del fatturato complessivo delle aziende di Univendita, pari a 1 miliardo e 306 milioni di euro. Seguono la Campania, che rappresenta il 9,9% del fatturato (129 milioni 375mila euro), e il Veneto, con il 9,5% del fatturato (124 milioni 148mila euro).

 

Nel complesso, l’area Nord Ovest vanta il 26,6% (347 milioni 615mila euro) del fatturato delle aziende di Univendita. In ordine, dopo la Lombardia, troviamo Piemonte/Valle d’Aosta con l’8,1% (105 milioni 852mila euro) del fatturato nazionale e la Liguria con il 2,4% (31 milioni 363mila euro).

 

“Nonostante lo scenario economico segnato da una contrazione dei consumi di entità eccezionale – ha dichiarato il Presidente di Univendita Ciro Sinatra -, la Vendita a domicilio si conferma un settore propulsivo e anticiclico rispetto all’andamento economico del Paese, perché è considerata  un’ottima opportunità professionale da svolgere sia a tempo pieno che part-time. L’Associazione ha chiuso il 2020 con un volume d’affari delle imprese associate pari a 1 miliardo e 306 milioni di euro con una flessione molto contenuta rispetto all’anno precedente: le premesse per un 2021 che possa confermare il trend di recupero delle vendite, che si è iniziato a registrare già nella seconda metà del 2020, ci sono tutte”.

 

Anche in una fase così complessa è aumentato il numero di venditori in forze alle aziende. Nell’anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria, infatti, i venditori sono cresciuti del 3,5% e hanno raggiunto quota 165mila. Di questi, il 48,9% (80.724), opera nelle regioni del Sud e Isole. La Campania con il 15,5% (25.587) del totale dei venditori e la Sicilia con il 13,2% (21.790) sono le due regioni in testa alla classifica nazionale, seguite dalla Lombardia (10,8%, 17.828), e dal Lazio (9,9%, 16.343).

 

Nel Nord Ovest è presente invece il 18,9% (31.200) dei venditori italiani: in ordine troviamo la Lombardia (10,8%), il Piemonte/Valle d’Aosta (6,9%, 11.390) e la Liguria (1,2%, 1.980).

 

 

Torino supplica Draghi perché il politicamente corretto ha ucciso la città

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L’OPINIONE / Di Ala.de.Granha

Cirio e Appendino a chiedere la carità a Sua Divinità Mario Draghi:

è la entusiasmante immagine di Torino offerta dai politici. Ma sarebbe identica se i protagonisti fossero gli imprenditori subalpini. Torino è in profonda crisi mentale e morale, prima ancora che economica. E sono patetici i tentativi di Mauro Zangola, ex responsabile dell’ufficio studi dell’Unione industriale, di scaricare le responsabilità sulle strategie che hanno portato a privilegiare turismo e cultura al posto della manifattura…

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Contributi alle discoteche e alle attività di montagna per 7,8 milioni di euro

Il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio: «Segnale importante per chi ha sofferto di più durante la pandemia»

Assegnati 500 euro una tantum anche a tassisti e ncc: 2.000 alle attività all’interno dei centri commerciali

Le attività fino ad ora non comprese dai ristori regionali riceveranno 7,8 milioni di cui 1,8 destinati alle discoteche: tassisti e ncc riceveranno un bonus di 500 euro una tantum, bar e ristoranti e strutture ricettive, negozi all’interno di centri commerciali riscuoteranno 2.000 euro (sempre una tantum) e lo stesso importo sarà assegnato ai negozi di noleggio di articoli sportivi e di abbigliamento sportivo, mentre alle guide turistiche e agli accompagnatori naturalistici saranno aggiudicati 1.000 euro.

La Giunta regionale ha approvato una delibera che allinea tutte le attività commerciali penalizzate dalle chiusure durante la pandemia. Ai gestori di discoteche o locali di intrattenimento in pianura e in montagna andranno 1,8 milioni distribuiti in base alla metratura e alla capienza con un bonus variabile da 2.500 a 9.500 euro una tantum.

«Il contributo di 1,8 milioni alle discoteche – hanno sottolineato il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura Turismo e Commercio, Vittoria Poggio – benché non risolutivo, è un segnale che la Regione vuole dare ai gestori delle attività molto penalizzati dal perdurare delle limitazioni. Erogheremo i contributi per bar e ristoranti e per le attività ricettive montani di concorso con quelli che lo Stato assegnerà con il Decreto Sostegni. Abbiamo voluto fortemente aggiungere un’integrazione regionale perché siamo ben consci dei disagi che queste categorie hanno subito a causa della mancanza del turismo invernale».

La Regione ha anche accantonato un fondo di 2,7 milioni, che sarà erogato per sostenere le stazioni aeroportuali piemontesi compatibilmente con la normativa vigente in materia di aiuti di Stato.

«Crediamo fortemente nel potenziale attrattivo della nostra regione – concludono il presidente Cirioe l’assessore Poggio non solo in chiave turistica ma anche sotto la veste del business. I collegamenti aerei sono fondamentali ed è per questo che riteniamo di doverli sostenere nella loro mission di aumentare sempre di più il numero delle rotte».

Sono compresi nella misura regionale i seguenti codici Ateco:

Ristoranti e attività̀ di ristorazione mobile, codice ATECO: 56

Noleggio e leasing di articoli sportivi e per il tempo libero, codice ATECO: 77.21, 77.21.0, 77.21.09

Esercizi commerciali di vendita al dettaglio di abbigliamento, codice ATECO: 47.7, 47.71, 47.71.1,47.71.10

Attività̀ delle guide alpine e naturalistiche codice ATECO: 93.19.92

Attività̀ ricreative di divertimento, codice ATECO: 93.29, 93.29.1, 93.29.10

Attività̀ di trasporto terrestri passeggeri, codice ATECO: 49.32, 49.32.1, 49.32.10, 49.32.2, 49.32.20

Super bonus, il Piemonte solo al nono posto tra le regioni

 Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “il Piemonte è solo la nona regione più ricettiva con 1.498 interventi  ed un importo di 230 milioni di euro” .

 

Un’altra zavorra che sta rallentando l’edilizia sono i continui rincari dei materiali che costringono le imprese a modificare i contratti e i preventivi in corso d’opera: per la fornitura del ferro  +250%”.

 

Il decreto semplificazioni bis è legge. Manca però la proroga al 2023 del termine per l’utilizzo del Super Bonus.

 

La filiera dell’edilizia artigiana in Piemonte: 49mila imprese edili artigiane che impiegano circa 150mila addetti. “Il Decreto Semplificazioni è Legge e può semplificare l’iter del superbonus 110%, infatti sarà più facile avviare i lavori dal punto di vista burocratico: sarà sufficiente la presentazione della CILA (comunicazione di inizio lavori) anche per gli interventi ammissibili al superbonus che riguardano le parti strutturali degli edifici o i prospetti e, nel caso di opere già classificate come “attività di edilizia libera”, nella CILA è richiesta la sola descrizione dell’intervento. Si parla, ad esempio, dell’installazione di caldaie o finestre. Ancora, nel caso di varianti in corso d’opera queste sono comunicate a fine lavori e costituiscono integrazione della CILA presentata e non è richiesta, alla conclusione dei lavori, la segnalazione certificata di inizio attività. Quella che riguarda l’inizio dei lavori non è l’unica semplificazione. Secondo il testo della legge di conversione, nel caso in cui vengano riscontrate delle irregolarità «meramente formali che non arrecano pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo», non ci sarà la decadenza delle agevolazioni fiscali limitatamente alla violazione od omissione riscontrata. Nel caso, invece, in cui le violazioni riscontrate nell’ambito dei controlli da parte delle autorità competenti siano rilevanti ai fini dell’erogazione degli incentivi, la decadenza dal beneficio si applica limitatamente al singolo intervento oggetto di irregolarità od omissione”. A dirlo Enzo Tanino, Presidente Confartigianato edilizia Piemonte che sottoliena: “unica pecca della discussione in Parlamento è che nulla è stato ancora deciso sull’eventuale prolungamento del superbonus 110% fino al 2023. Toccherà attendere, quindi, la prossima legge di Bilancio”.

 

“I dati –spiega Tanino– arrivano dalle statistiche aggiornate al 1° luglio dell’ENEA sulla distribuzione territoriale degli interventi superbonus. In soli due mesi (dal 21 aprile a fine giugno), in Italia si è registrato un vero boom di pratiche +122% (da 10.914 a 24.147) e dell’ammontare a detrazione +160% (da 1 miliardo 328 milioni a 3 miliardi 452 milioni) ”.

 

In questa classifica però il Piemonte, è solo la nona regione più ricettiva con 1.498 interventi  ed un importo di 230 milioni di euro.

 

“A frenare la volata del superbonus –sostiene Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte– non è solo l’eccesso di burocrazia,  ma anche le difformità edili che bloccano i lavori nei condomini. Un’altra zavorra che sta rallentando l’edilizia sono i continui rincari dei materiali, ad esempio per la fornitura del ferro parliamo di +250%, che costringono le imprese a modificare i contratti e i preventivi in corso d’opera”.

 

“Confidiamo quindi nella prossima legge di bilancio conclude Tanino– per un prolungamento del superbonus 110% fino al 2023. Tuttavia, con la recente approvazione del PNRR, da parte della Commissione Europea, sono ufficiali le nuove proroghe del Superbonus 110%. Confermata al 30 giugno 2022 la data di scadenza per coloro che vogliono usufruire del bonus come persone fisiche su unità unifamiliari. Prorogata al 30 giugno 2022 anche la possibilità di accedere al beneficio per interventi edilizi su un edificio di proprietà con massimo 4 unità immobiliari. La scadenza potrà poi essere ulteriormente allungata di 6 mesi, ovvero fino al 31 dicembre 2022, se per fine giugno 2022 i lavori avranno raggiunto almeno il 60% del progetto totale. Per i condomini è previsto un unico termine di scadenza senza possibilità di allungarlo e la data è quella del 31 dicembre 2022. Confermata anche la possibilità della cessione del credito del 110% per le spese sostenute nel 2022”.

Ricerca, welfare, cultura: i progetti di Fondazione Crt da Torino al territorio

329 idee e progetti presentati da istituzioni ed enti non profit saranno realizzati sul territorio con i 4,4 milioni di euro di contributi assegnati dalla Fondazione CRT nell’ambito della prima sessione di richieste “ordinarie”, ossia non rientranti in specifici bandi tematici.

Fondazione CRT dà linfa a numerose attività e soggetti impegnati per la crescita del Piemonte e della Valle d’Aosta, in modo da scongiurarne la ‘desertificazione’ sociale, culturale, produttiva – dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –: questi contributi servono per far ‘ripartire’ e incoraggiare il senso e l’agire di comunità, sulle cui basi poggia il futuro del territorio e del Paese”.
Sostenibilità, competenza, cittadinanza attiva sono i valori al centro delle iniziative sostenute dalla Fondazione CRT, in sintonia con il PNRR e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, vere e proprie ‘bussole’ per lo sviluppo dei prossimi anni”, afferma il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci.
Welfare e Territorio
In particolare, per l’area Welfare e Territorio Fondazione CRT ha deliberato 133 contributi per complessivi 1,34 milioni di euro.
In ambito volontariato, Fondazione CRT sostiene il progetto “Cipì3D” dell’Associazione culturale Eufemia aps, per lo sviluppo di uno strumento innovativo di digital edutainment finalizzato a coinvolgere gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado in “tempi di Covid” per la riscoperta dei principi di partecipazione, socialità e cambiamento del tessuto sociale; il progetto “Pompei Lab. Un polo di aggregazione, cultura e arte intorno al tema della trasformazione digitale” della Parrocchia Madonna di Pompei di Torino per l’organizzazione di momenti di confronto, incontro, formazione, riqualificazione professionale, sui temi del digitale e della cybersecurity, destinati a giovani neet e a categorie disagiate.
In ambito sviluppo del territorio Fondazione sostiene, tra gli altri, il Turin Islamic Economic Forum – quest’anno organizzato alle OGR e fruibile virtualmente – che organizzerà occasioni di scambio e di approfondimento scientifico su settori di interesse della finanza islamica, con la partecipazione di accademici a livello internazionale; il progetto di sostenibilità e promozione del territorio “UpSlowTour” dell’Unione Montana pinerolese, che “metterà in pista” 15 anelli cicloturistici della lunghezza totale di 400 km, la creazione e l’allestimento di un percorso lungo il Pellice (“La strada dei pastori”), la realizzazione di un portale, di una webapp, di punti di ricarica per le e-bike, di ciclototem per la manutenzione delle biciclette e l’organizzazione di eventi pubblici; il progetto “LRM UNESCO”, una app per la promozione del sito UNESCO dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
Ricerca e Istruzione
Per l’area Ricerca e Istruzione sono stati approvati 118 contributi per 2,34 milioni di euro: circa 1,24 milioni di euro agli enti del territorio e 1,1 milioni di euro a sostegno degli Atenei.
In particolare, sul fronte educazione, la Fondazione CRT ha focalizzato una parte del proprio sostegno su iniziative di istituzioni scolastiche e associazioni che operano per innovare e integrare la didattica, specie in un’ottica di recupero delle lacune che si sono create a seguito della lunga emergenza sanitaria non solo nell’apprendimento, ma anche nella socialità dei ragazzi. Sul lato ricerca scientifica, la Fondazione CRT sostiene realtà come l’Istituto Zooprofilattico, gli istituti del CNR che operano in Piemonte e Valle d’Aosta, nonché il sistema della ricerca degli Atenei in entrambe le regioni: i contributi allo sviluppo di progetti di eccellenza – dall’oncologia alla tecnologia, dalla neurologia all’ambiente, dalla veterinaria alla fisica, dalle scienze internazionali alla psicologia – permettono a giovani ricercatori e scienziati di portare avanti la propria attività e, allo stesso tempo, contribuiscono all’avanzamento della conoscenza in numerosi campi del sapere. Inoltre, sempre in ambito di ricerca, prosegue il sostegno al progetto dell’Associazione ARNA “Io-ascolto” – supporto neuroscientifico e didattico all’apprendimento della letto-scrittura, un programma integrato per studenti, famiglie e docenti, del quale Fondazione CRT ha condiviso obiettivi e azioni sin dal suo avvio, sette anni fa.
Arte e Cultura
Nel campo dell’Arte e Cultura Fondazione CRT ha assegnato 78 contributi per complessivi 754 mila euro a sostegno, tra gli altri, di festival cinematografici e culturali, iniziative di audience engagement, archivi digitali e App.
Tra i progetti sostenuti, “Archivissima- il Festival degli Archivi”, unico festival dedicato alla promozione e alla valorizzazione dei patrimoni archivistici; Flashback, la fiera torinese dedicata a tutta l’arte, dall’antico al moderno fino al contemporaneo, senza limiti di tempo e di spazio; la Fondazione ARTEA, che promuove e valorizza il patrimonio storico, architettonico e artistico e le attività culturali della Provincia di Cuneo; il progetto di digitalizzazione e fruizione online del fondo archivistico “Stupinigi” dell’Archivio Storico dell’Ordine Mauriziano; Il Cervino Film Festival, il festival del cinema di montagna più alto d’Europa; Scrittori&giovani, il festival letterario internazionale di Novara e provincia che ha ospitato e permesso ai giovani di incontrare scrittori come Pennac, Grossman, Sepúlveda, Adonis, Falcones, De Carlo, Giordano, Magris; “Roadmap History – Archivi ossolani in rete per una valorizzazione diffusa”; il progetto “Leo. Una App per raccontare emozioni” della Fondazione Istituto di Belle Arti e Museo Leone per “vivere” il museo a 360 gradi; i premi letterari Acqui Ambiente e Asti d’Appello e il progetto il ciclo di appuntamenti dedicati alle donne “ContemporaneA. Parole e storie di donne” a Biella.