ECONOMIA- Pagina 12

Legge Bilancio, Uncem: “Da rivedere tagli ai Comuni”

“C’è molta preoccupazione tra i Sindaci per i tagli agli investimenti dei Comuni, previsti nella legge di bilancio 2025. Vengono meno le risorse per i Comuni con meno di 5mila abitanti – 80mila euro due anni fa, 58mila nel 2024 – e vengono meno anche le risorse date per i Comuni in base alla dimensione, partendo da 50mila annui per i più piccoli. Tagli di circa mezzo miliardo di euro, per investimenti, destinati ai Comuni per interventi di manutenzione di edifici, messa in sicurezza del territorio, piccole opere. Uncem, tenendosi lontana da qualsiasi volontà polemica politica, di parte o ideologica, chiede al Parlamento di intervenire individuando fondi per gli investimenti e le opere nei Comuni fino a 15mila abitanti in particolare, e con una nuova azione specifica nei Comuni con meno di mille abitanti. Una operazione che è decisiva per la tenuta istituzionale degli Enti stessi”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

La Mostra di San Giuseppe compie 76 anni e diventa nazionale

La San Giuseppe compie 76 anni e per la prima volta si fregerà del prestigioso titolo di Mostra Nazionale a dimostrazione della notevole crescita avvenuta negli ultimi anni 

L’evento si terrà al Polo Fieristico Riccardo Coppo di Casale Monferrato dal 14 al 23 marzo 2025 organizzato dalla società D&N Eventi S.R.L. con il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Casale Monferrato.

La Fiera Campionaria di Casale e del Monferrato, darà ampio spazio come di consueto, alle categorie produttive del commercio, dell’agricoltura, dell’industria e dell’artigianato, confermando la formula che negli ultimi anni ha sempre portato a presenze di pubblico da record, peraltro di aumento di anno in anno. Verrà ripetuta la ‘formula’ gradita da visitatori ed espositori: ingresso gratuito e percorso obbligato a giornali alterni. E amche quest’anno sarà visitabile il sabato mattina.

Sarà presente, come tutti gli anni, lo spazio dedicato alle “Eccellenze Enogastronomiche” da sempre momento di grande attrazione in Mostra – con la Piazzetta del Gusto, la Piazza del Vino, ospitanti le specialità gastronomiche provenienti da tutta Italia.

A questi appuntamenti si aggiungeranno tante novità con particolare attenzione alla cultura, al turismo, all’ambiente, nell’ottica della valorizzazione delle ricchezze del territorio .

Nello stesso periodo in cui si svolgerà la Fiera, non mancherà neppure il tradizionale Luna Park installato in piazza D’Armi, di fronte al Polo Fieristico Riccardo Coppo, appuntamento molto atteso ogni anno da giovani e giovanissimi

Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a 

D&N Eventi S.r.l.

Cell. 335/7404114

info@mostrasangiuseppe.it

www.mostrasangiuseppe.it

Finalmente si torna a parlare dell’importanza dell’industria dell’auto

IL COMMENTO di Mino Giachino

Caro Direttore, è proprio vero che a volte occorre arrivare sin sull’orlo del burrone per svegliarsi e reagire.

È ciò che sta capitando all’industria dell’auto , ancora oggi la filiera industriale più importante in Italia e in Europa. Proprio oggi un commerciante di via Bertola mi saluta e mi dice ho visto che il Presidente degli industriali dice le cose che dice Lei sul settore auto. Non capita solo qui , capita anche in Germania dove il cancelliere socialista si è accorto che la delibera votata dalla sinistra, dai verdi e dal PD in Europa che punta solo sull’auto elettrica e che dal primo gennaio di quest’anno mette sanzioni pesantissime sulla vendita di auto tradizionali, che ha di fatto  bloccato le vendite da alcuni mesi, può far sparire la filiera industriale più importante d’Europa . Ricordo che da anni a Torino non si puntava più sulla industria ma tutto sul turismo, sulla cultura e ora sui grandi eventi senza accorgersi che questi settori molto importanti contengono però una quota di salari poveri e a tempo parziale molto alta mentre l’industria prevede lavoro a tempo indeterminato e quindi più sicuro: ma a Torino questo non lo hanno capito nemmeno i commercianti per cui nessuno lega il fatto che la caduta della crescita economica della nostra Città ha avuto effetti pesanti proprio sul commercio .

Quando a fine 2021 il Parlamento votava l’ultima Legge di Bilancio del Governo Draghi che non prevedeva neanche un euro a favore del settore auto ho dovuto muovermi io a sottolineare la gravità di quella scelta e a proporre di rifinanziare il settore. Ringrazio il Capogruppo Riccardo Molinari che accolse la mia proposta che portò alla nascita del fondo Giorgetti per il settore auto.
Pochi mesi prima il Governo giallorosso non aveva detto nulla sulla cessione della Fiat alla Peugeot. Bastava mettere la golden power e Tavares non avrebbe combinato i guai che ha combinato taglieggiando il nostro indotto e portando la costruzione della nuova 600 e della nuova Lancia all’estero.
 C’è voluto il Ministro Urso per chiedere a Tavares che in cambio dello stanziamento di un miliardo per il 2024 Stellantis tornasse a rialzare la produzione di auto in Italia a un milione l’anno. C’è voluta la Meloni per avere un tono molto duro e chiaro con John Elkann.  Quando però il mercato ha iniziato a rallentare con forza la vendita delle auto con motore endotermico senza che crescessero le vendite dell’auto elettrica, malgrado gli incentivi, si è arrivati alle dimissioni di Tavares che aveva tre avversari il sindacato americano, il sindacato francese e il Governo italiano.
Il calo delle vendite di auto che ha riportato la produzione italiana di auto al livello del 1956, mentre la Fiat nel 1989 era la prima in Europa per quote di mercato, ha risvegliato il timore di perdere un comparto molto importante e che avrà ancora un ruolo nel futuro.
Nel settore auto un occupato ne genera tre all’esterno,  tra indotto, concessionarie, pubblicità, design industriale, servizi di terziario , commercio, ristorazione etc.etc.
Alla iniziativa del Governo che da un anno cerca alleati in Europa per modificare una delibera catastrofica, sulla quale il silenzio della Schlein , del PD e di una parte del sindacato e’ fortissimo , ora si aggiunge la disponibilità del Cancelliere  tedesco e la disponibilità di Ursula che a dispetto della Schlein ha un ottimo rapporto con Giorgia.
Qui a Torino il sindacato invece di appoggiare  il Governo per difendere il settore si   è messo in mezzo tra Tavares e Urso. Lo Russo pur di avere l’appoggio de La Stampa, addirittura si è lamentato col Governo per aver litigato con Tavares quando era chiaro a tutti che Tavares non avrebbe mai favorito Torino e dopo aver firmato un accordo con Regione e Comune di un certo tipo, vista la insistenza del Governo e’ stato costretto fine a promettere l’arrivo della 500 ibrida a Mirafiori.
Ora la cosa più urgente è difendere le aziende dell’indotto cui le case automobilistiche europee  hanno azzerato gli ordini e che si trovano le Banche alle calcagna. Occorre prevedere interventi creditizi come quelli usati durante il Covid. Le nostre aziende dell’indotto che lavorano per gran parte delle case automobilistiche sono un patrimonio industriale di grande livello e danno un contributo al PIL di Torino  e del Piemonte ancora superiore a quello del turismo e della cultura e inoltre sono uno sbocco lavorativo interessante per i neodiplomati e neolaureati che altrimenti andrebbero a cercare un futuro all’estero portandoci via così  le energie migliori.
Sarebbe bene che anche in Consiglio regionale si discutesse di questo argomento vitale per la economia piemontese e per il futuro lavorativo dei nostri giovani.

Arrivano i saldi. A Torino e provincia la spesa stimata è di 140 euro a testa e 300 a famiglia

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In conformità a quanto stabilito nella seduta della Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 14 ottobre 2024, la data di inizio delle vendite di fine stagione per il   periodo invernale decorre dal 4 gennaio 2025 come previsto dall’Accordo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome , non sono consentite le vendite promozionali nei trenta giorni antecedenti le vendite di fine stagione.

Saranno 16 milioni le famiglie italiane che si dedicheranno allo shopping nel periodo dei saldi, a partire da sabato 4 gennaio. Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio ogni persona spenderà circa 138 euro e ogni famiglia 307 euro per un giro di affari di 4,9 miliardi di euro. A Torino e provincia la spesa stimata è di oltre 390 milioni di euro.

«I saldi che stanno per partire – sottolinea Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia – rimangono un momento importante non più solo per abbigliamento ed accessori ma anche per altri comparti, come l’intimo, il tessile, l’arredo e gli accessori per la casa, fino alla tecnologia e agli elettrodomestici. Rispetto agli anni passati i saldi invernali forse saranno meno smaglianti, anche perché arrivano troppo a ridosso di altri appuntamenti come il Blackfriday che, di fatto, anticipano gli sconti in prossimità del Natale. Ma non va dimenticato che sono numerosi i negozi che adottano politiche di qualità e di serietà verso i clienti durante l’anno, lasciando ai saldi il momento magico dello sconto.

Non è semplice fare previsioni per la stagione dei saldi, ma possiamo osservare che gli acquisti natalizi sono stati poco orientati su cappotti e capi pesanti e potranno lasciare ai saldi occasioni interessanti per un’ampia fascia di clientela. Per chi è rimasto in città sabato l’occasione sarà ghiotta».

«Con il commercio anche i saldi stanno cambiando – evidenzia Roberto Orecchia, presidente del Gruppo Moda di Ascom Confcommercio Torino e provincia -. Rispetto a 10 anni fa, quando i clienti aspettavano i saldi per comprare quel capo in più che diventava accessibile con il 30 o 40% di sconto, oggi si punta all’acquisto del ‘necessario’ per la vita quotidiana. Soprattutto per la fascia media e per chi non vuole il fast fashion, il saldo significa poter acquistare capi di qualità da indossare tutti i giorni. Si venderanno sicuramente pantaloni, camicie, maglie, giubbotti, giacconi da usare ancora in stagione.

Il saldo è un’ottima occasione per chi vuole un prodotto di pregio e quello speciale servizio di consulenza che non manca mai nei nostri negozi. Saranno certamente saldi qualificati, in continuità con le proposte della stagione, e permetteranno uno shopping più consapevole e più attento da parte di una clientela, che si orienta sempre di più su capi anche importanti e di brand magari anche cari, ma con un’attenzione particolare all’utilizzo di ciò che si acquista».

Gli allevamenti animali risorsa energetica e ambientale preziosa

Con biogas, biometano e pannelli fotovoltaici sui tetti

Gli allevamenti animali del territorio metropolitano di Torino potrebbero fornire gas metano da immettere in rete, biometano per autotrazione ed energia elettrica sufficiente a soddisfare le esigenze energetiche di oltre 100mila famiglie. Un dato, quest’ultimo, che mette insieme la quota producibile da biogas e quella da pannelli fotovoltaici installati sui tetti dei fabbricati aziendali. Si tratta di ben il 4,5% del fabbisogno energetico del Torinese: tutta energia pulita che potrebbe aiutarci nell’approvvigionamento di gas metano fossile in quest’epoca di crisi internazionali.

«Proprio in questi giorni in cui anche il nostro territorio si interroga sul possibile rialzo dei prezzi del metano fossile – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Vogliamo ricordare che gli allevamenti animali hanno un potenziale energetico enorme. Per un numero sempre crescente di aziende zootecniche il metano è una fonte rinnovabile di produzione energetica che contribuisce a diminuire la dipendenza dal metano fossile importato dall’estero, una dipendenza che è un problema per il nostro sistema economico locale».

Oltre all’energia elettrica prodotta con i pannelli sui tetti delle aziende zootecniche c’è, infatti, la grande potenzialità della produzione di biometano. Il metano che si può produrre dagli allevamenti animali e può essere utilizzato per autotrazione, come nel caso del Gruppo Maganetti di Tirano (SO), che per la sua flotta di tir utilizza biometano prodotto da un allevamento Torinese, la Cooperativa Speranza di Candiolo. Lo stesso impianto cooperativo di Candiolo, brucia biogas e riscalda, in teleriscaldamento, l’ospedale dell’Istituto per la ricerca contro il cancro.

«In queste giornate in cui scattano i blocchi contro il traffico e di apprensione per il nostro approvvigionamento energetico – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – vogliamo ribadire che la zootecnia può dare un contributo significativo al miglioramento della qualità dell’aria grazie alla produzione innovativa di energia da fonti rinnovabili e pulite. Con questa nuova frontiera si può affiancare alla tradizionale produzione di cibo per tutti anche la produzione di energia elettrica immessa in rete per tutti noi, di calore per impianti di teleriscaldamento, di metano per auto, furgoni e tir e di anidride carbonica per l’industria alimentare. Se l’agricoltura è sotto attacco ambientale è perché non si vogliono prendere in considerazione gli impieghi degli effluenti per produrre energia e metano da autotrazione. Sostenere questa funzione porterebbe benefici a tutti i cittadini».

In provincia di Torino sono presenti 3.000 aziende agricole con allevamenti bovini per un totale di 242.000 capi. Un vero patrimonio energetico. Da queste mucche sarebbe infatti possibile ricavare 66mila metri cubi di biogas che, bruciato in centrali termoelettriche annesse alle aziende agricole o in centrali consortili, potrebbe produrre 623 GWh di energia di cui 250 GWh di energia elettrica: il 2,4% del fabbisogno elettrico torinese e ben il 94% del fabbisogno agricolo. Le stesse aziende potrebbero produrre 400mila metri cubi di biometano.

Al termine del processo di produzione energetica e di biometano rimane il “digestato”, concime pronto per la fertilizzazione dei campi: risorsa altrettanto preziosa in periodo storico in cui i fertilizzanti sono una materia diventata rara con il conflitto in Ucraina.

A queste potenzialità ricavabili dalle deiezioni animali si sommano i 259 MW producibili utilizzando i tetti dei fabbricati ricoperti da pannelli fotovoltaici: un altro 2% del fabbisogno elettrico dei torinesi.

«Ma le nostre aziende zootecniche si scontrano con la mancanza di sostegni a questa svolta green, sostegni che dovrebbero derivare, oltre che dalle politiche agricole anche da quelle energetiche regionali e locali. Inoltre, va abbattuta la burocrazia e soprattutto vanno garantiti tempi brevi per gli allacciamenti alle reti energetiche e per il pagamento della vendita in rete dell’energia elettrica e del biometano».

Confartigianato Imprese Piemonte. “Manovra poco coraggiosa”

La Manovra di Bilancio 2025, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe segnare una tappa cruciale per il rilancio dell’economia italiana. Con interventi per 30 miliardi di euro, il provvedimento è stato presentato come finalizzato a favorire la ripresa economica e incentivare la spesa delle famiglie.

“Le buone intenzioni sono apprezzabili ma le misure non sono adeguatamente mirate a sostenere in modo concreto anche le micro e piccole imprese, che rappresentano la vera spina dorsale dell’economia italiana e del Piemonte”. Questo il commento del Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici.

“Una manovra commenta Felici– poco coraggiosa e troppo rigorosa che concede poco spazio allo sviluppo. La riduzione dell’IRES al 20%, destinata alle società di capitali che reinvestono utili e creano occupazione stabile, è certamente un passo nella giusta direzione, peccato però che questo tipo di agevolazione escluda molte micro e piccole imprese, che costituiscono la maggioranza del tessuto produttivo nazionale e regionale.”

“Anche il Fondo di Garanzia per le PMI, prorogato per il 2025, sulla carta punto valoriale della manovra –prosegue Felici– con un massimale di 5 milioni di euro per impresa, così come il rifinanziamento della legge Sabatini a sostegno degli investimenti, non potrà dare i risultati sperati in quanto l’introduzione di costi aggiuntivi sui prestiti bancari rischia di penalizzare le aziende più fragili, che già oggi faticano ad accedere al credito. Serve, invece, un approccio più strutturale per garantire accesso al credito senza oneri eccessivi, soprattutto per le realtà più piccole”.

Un tema centrale è quello dell’innovazione. La manovra introduce semplificazioni apprezzabili e significative per il programma Transizione 5.0, rendendolo più accessibile alle micro e piccole imprese per favorire investimenti tecnologici ed energetici. Purtroppo, i limiti posti agli incentivi per la Transizione 4.0 rappresentano un freno per la digitalizzazione delle aziende, che spesso sono già in ritardo rispetto ai competitor internazionali.

“Gli investimenti agevolabili spiega Felici– sono stati limitati a un tetto complessivo di 2,2 miliardi di euro, con un sistema di prenotazione che rischia di escludere le imprese meno strutturate. Inoltre, l’eliminazione del credito d’imposta per i software e la ristrettezza dei tempi per completare gli investimenti rendono la misura meno accessibile per le MPI, che spesso mancano delle risorse per rispettare scadenze così serrate”.

Nel settore edilizio, la riduzione delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche rappresenta un duro colpo per molte imprese artigiane. La manovra abbassa le percentuali di detrazione e limita le agevolazioni a determinati interventi, riducendo la domanda per lavori che coinvolgono molte piccole realtà del settore.

A questi problemi si aggiungono nuovi adempimenti burocratici, come l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili per dedurre determinate spese (obbligo irragionevolmente previsto anche per spese indeducibili) e l’integrazione dei registratori telematici con i sistemi di pagamento elettronico. Questi cambiamenti, non accompagnati da incentivi per l’adeguamento, rischiano di aumentare i costi amministrativi per le imprese.

Anche il lavoro e l’occupazione sono al centro del dibattito. Le misure come la deduzione maggiorata per le assunzioni a tempo indeterminato e l’esonero contributivo per le neoimprese sono un primo passo ma non sufficienti.

“Confartigianato Imprese Piemonte – sostiene Felici – da tempo chiede maggiori investimenti sull’apprendistato professionalizzante, una risorsa strategica per combattere la disoccupazione giovanile e ridurre il divario tra competenze richieste e offerte.”

“È necessario conclude Felici– andare oltre superando le rigidità imposte dall’UE. Serve un approccio più organico, coraggioso e lungimirante, che riconosca pienamente il valore delle micro e piccole imprese e del loro legame con il territorio. Queste realtà costituiscono il cuore pulsante della nostra economia e meritano politiche più strutturali.”

Ai Comuni con meno di mille abitanti 58mila euro

Tra le riduzioni di risorse della legge di bilancio, è invece stato mantenuto il contributo ai Comuni italiani con meno di mille abitanti. Sarà di 58mila euro per il 2025, in linea con quello del 2024 (59mila). I fondi, come Uncem ha sempre ribadito, è importante possano essere interpretati dai Comuni piccoli in una logica “di valle”, nel dialogo tra i Sindaci che ne beneficiano, per costruire insieme congiuntamente un percorso anche pluriennale, visto che è confermato che le risorse per i Comuni con meno di mille abitanti restino almeno fino al 2027. I Comuni avranno conferma di queste risorse nelle prossime settimane e potranno già fare una variazione ai bilanci preventivi per introitarli e spenderli immediatamente.

UNCEM PIEMONTE

Made in Italy, al via il concorso rivolto alle scuole

Il concorso per la celebrazione del Made in Italy è giunto alla seconda edizione. La Regione ha messo a disposizione 50mila euro per premiare i progetti delle scuole per la valorizzazione del Made in Italy nelle sue svariate forme.

Sono stati selezionati dieci istituti distribuiti su 6 province, che riceveranno 5.000 euro ciascuno. Le proposte progettuali spaziano dal settore sartoriale al design, dalle progettazioni artistiche alla valorizzazione del territorio sia dal punto di vista turistico che da quello della tutela e della promozione dei prodotti agroalimentari Made in Italy.

Le scuole vincitrici, grazie al contributo, potranno realizzare le idee progettuali attraverso manufatti, campagne pubblicitarie, opere artistiche che saranno presentati in occasione della celebrazione della Giornata nazionale del Made in Italy, che ricorre il 15 aprile.

Le scuole premiate

Nella provincia di Alessandria, premiato l’Istituto di istruzione superiore Benvenuto Cellini di Valenza, con il progetto “Prestigious Items Made in Italy”.

Per la provincia di Asti, l’Istituto professionale Alberto Castigliano con il progetto “Mode e mondi: italiani sulla Via della Seta”.

Per la provincia di Cuneo, l’Istituto tecnico commerciale Franco Andrea Bonelli, con il progetto “MaDE in CN: Marketing digitale e impresa simulata nel Cuneese.

Per la città metropolitana di Torino, sono quattro le scuole premiate: l’Istituto di istruzione superiore Olivetti di Ivrea, con il progetto “Creatività e tecnologia: dal prodotto all’arte – Il Made in Italy oltre i confini del design”; l’Istituto di istruzione superiore Romolo Zerboni di Torino, per il progetto “L’arte del ricamo italiano negli abiti di alta moda”; l’Istituto di istruzione superiore Giulio Natta di Rivoli, con il progetto “Percorso marchi, arte e industria a partire dal premio Nobel Giulio Natta; il Liceo artistico Aldo Passoni, con il progetto “Indossare le tradizioni”.

Per la provincia del Verbano-Cusio-Ossola, premiato l’Istituto di istruzione superiore Maggia di Stresa, con il progetto “Il nostro territorio: conoscere conoscersi e socializzare”.

Per la provincia di Vercelli, premiati due istituti: l’Istituto superiore Francis Lombardi con il progetto Eco-bag: borsette di lusso in tessuto riciclato”; l’Istituto professionale statale enogastronomia e ospitalità alberghiera Giulio Pastore di Varallo, per il progetto “Sacro Monte di Varallo – Innovazione al servizio della conoscenza”.

Realizzazione dei progetti

Le dieci proposte progettuali vincitrici e ammesse al contributo dovranno essere realizzate; la riproduzione fotografica o video dell’opera/elaborato dovrà essere inviata agli Uffici regionali entro il 14 marzo 2025.

“La politica ha il compito di valorizzare e difendere il Made in Italy. Ecco perché è necessario investire sui giovani e tramandare loro il valore delle eccellenze presenti nella nostra Nazione. Il Made in Italy è bellezza. Insegniamolo” ha dichiarato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore all’Istruzione e Merito della Regione Piemonte.

“Il concorso dedicato al Made in Italy è una straordinaria opportunità per le nostre scuole e i nostri ragazzi di raccontare, attraverso progetti creativi e innovativi, la ricchezza e la varietà del nostro patrimonio culturale, artistico e produttivo. Investire sui giovani significa puntare sulle idee, sulla creatività e sulla capacità di interpretare le eccellenze italiane in chiave moderna, mantenendo vive le tradizioni che ci rendono unici nel mondo. È un motivo di orgoglio vedere i nostri studenti e docenti impegnati in iniziative che spaziano dal design all’artigianato, dalla valorizzazione del territorio alla promozione dei nostri prodotti agroalimentari, unendo tecnica, passione e cultura. Attraverso questa iniziativa, non solo celebriamo il Made in Italy, ma stimoliamo anche i ragazzi a riflettere sul valore delle radici italiane come leva di sviluppo e crescita per il loro futuro. La Regione Piemonte conferma così il proprio impegno nel sostenere percorsi educativi che coniughino tradizione e innovazione, con l’obiettivo di formare le nuove generazioni come ambasciatori delle eccellenze italiane nel mondo” ha concluso Chiorino.

cs

Merlo: Via Lattea, 300 milioni di investimento nel territorio

“Quasi 300 milioni di euro di investimenti pubblici e privati entro il 2030 per il rilancio di un
territorio che resta uno dei comprensori turistici più importanti dell’intero Piemonte.
È emerso durante la conferenza stampa dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via lattea che si è
tenuta  nel Comune di Cesana Torinese. Presenti i Sindaci dei Comuni dell’Unione
Montana Daniele Mazzoleni di Cesana Torinese, Gianni Poncet di Sestriere, Massimo Marchisio di
Pragelato, Simona Radogna di Claviere, Federico Marocco di Sauze di Cesana e Mauro
Meneguzzi di Sauze d’Oulx nonchè Presidente dell’Unione Montana, la sottosegretaria regionale
Claudia Porchietto e il consigliere regionale Roberto Ravello.

Centinaia di investimenti che coinvolgono tutti i Comuni dell’Unione che hanno come obiettivo il
raorzamento e il consolidamento della storica vocazione produttiva e turistica di questo
comprensorio. Un territorio che, ad oggi, conta circa 4 mila residenti, 12 mila posti letto
alberghieri, 80.000 posti letto in seconde case, 700 attività commerciali e ben 5.500 posti di
lavoro nella stagione invernale.

Dai 130 milioni di euro per la costruzione del Club Med di Sansicario – i lavori inizieranno nella
prossima estate – ai 15 già stanziati per l’allargamento del Club di Pragelato; dagli oltre 27 milioni
della legge ‘65 e della Regione Piemonte ai 40 milioni programmati dalla Sestriere spa per il
sistema neve agli 80 milioni privati stanziati per la ristrutturazione e il rilancio delle storiche
borgate di Pragelato di Laval e Joussaud dove sono previsti 300 posti letto alla costruzione del
Centro Federale dello sci nordico; dal ricollocamento della seggiovia Col saurel di Claviere grazie
alla legge ‘65 al potenziamento della vocazione culturale e storica di Sauze di Cesana. Oltre ai
grandi eventi nazionali ed internazionali che vedrà, ancora una volta, Sestriere protagonista. Dalla
Coppa del mondo di sci al Giro d’Italia.

Insomma, una gamma di investimenti pubblici e privati che porta l’Unione Montana Comuni
Olimpici Via Lattea a fare un salto di qualità politico nella capacità di interlocuzione con le
istituzioni sovra comunali – dalla Città metropolitana di Torino alla Regione Piemonte al Governo –
e ad attrarre investimenti pubblici e privati nalizzati a potenziare un territorio che presenta
impianti legati agli sport invernali unici ed originali a livello nazionale ed europeo. Oltre alla
necessità, emersa durante la conferenza stampa, di allargare i conni territoriali dell’Unione
Montana Via Lattea ai Comuni dell’Alta val Chisone come Usseaux e Fenestrelle e, sul versante
dell’alta Val Susa, al Comune di Bardonecchia e di Oulx.

Un ruolo politico e di pianicazione e progettazione turistica e produttiva nalizzato a
specializzare ulteriormente il ruolo e la stessa ‘mission’ della Via Lattea nel comparto turistico,
sportivo, paesaggistico e produttivo della Regione Piemonte. Legato alla industria delle neve ma
anche particolarmente attento a rilanciare un’oerta turistica ispirata ai criteri della
destagionalizzazione Cioè arontare, e governare, la riconversione del nuovo e futuro modello di
sviluppo”.

Giorgio Merlo, Assessore alla Comunicazione Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea

Bmw, accordo tra Biauto e Autocrocetta

Il 30 dicembre 2024 si è conclusa l’operazione di cessione dal Gruppo Felce al Gruppo Biauto del ramo d’azienda di Autocrocetta, entrambi storici dealer torinesi dei brand BMW e MINI.

Tale operazione, curata per Autocrocetta e per il Gruppo Felce dallo studio legale BA LEGAL di Torino e dallo studio di commercialisti BCGA di Milano, si pone come obiettivo quello di concentrare in un unico polo distributivo la vendita di auto di lusso della casa tedesca nella provincia di Torino.

Il CEO del Gruppo Felce Roberto Ferrari, dopo aver espresso soddisfazione per il buon esito dell’operazione, ha comunicato che il Gruppo si concentrerà nello sviluppo della propria attività di dealer di un altro importante brand internazionale, quello della casa automobilistica giapponese SUZUKI, con l’obiettivo di raggiungere una posizione di leadership nel mercato di riferimento.