ECONOMIA- Pagina 12

Occupazione e investimenti, imprese ottimiste. Timori sull’export

L’indagine congiunturale tra 1.300 associati del sistema confindustriale regionale conferma
la resilienza del sistema economico nonostante le forti turbolenze delle ultime settimane.
Amalberto: “E’ un risultato tutt’altro che scontato che arriva dopo una prolungata instabilità”

Dopo tre trimestri in contrazione, le attese delle imprese piemontesi tornano in campo positivo. Ciò avviene nonostante uno scenario di grande incertezza globale, aumentata dall’entrata in vigore dei dazi da parte degli Stati Uniti il 2 aprile e subito rimandata di 90 giorni. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata a marzo dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino tra un campione di circa 1.300 aziende manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale piemontese.

Dalle imprese arrivano attese positive per occupazione (saldo ottimisti/pessimisti al +7,0%), produzione (+4,4%) e ordini (+2,9%), mentre restano negativi i saldi per l’export (-3,6%) e la redditività (-5,2%). Questi ultimi sono legati all’attesa dei dazi, non ancora entrati in vigore al momento della rilevazione ma ampiamente anticipati, e quindi dati per scontati da chi ha risposto all’indagine. Ciononostante, gli investimenti vengono confermati e interessano oltre il 70% delle aziende. Addirittura, un quarto delle imprese rispondenti ha programmato l’acquisto di nuovi impianti, un dato in crescita. In questo quadro, l’indice di utilizzo di impianti e risorse resta stabile al 77% mentre si riduce il ricorso alla CIG, attivata dal 10,5% dei partecipanti all’indagine, percentuale che cresce nel manifatturiero, dove sale al 14,1%.

I dati congiunturali relativi al secondo trimestre del 2025 sorprendono in positivo, segnalando una tenuta migliore delle attese per l’economia piemontese. Un risultato tutt’altro che scontato, soprattutto dopo mesi di annunci sui dazi che espongono a notevoli rischi il nostro export. L’andamento che registriamo dalle risposte che compongono questa indagine conferma, invece, la resilienza del nostro sistema produttivo, capace di adattarsi rapidamente a scenari altamente complessi grazie alla forza delle filiere, alla qualità del ‘Made in’ e alla capacità di presidiare mercati strategici a livello globale. Si tratta di un segnale importante, che va colto per continuare a investire, innovare e rafforzare la competitività per trasformare questa ripresa in crescita strutturale” commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Tornando ai dati complessivi, sono la sintesi di andamenti settoriali differenziati. Infatti, se da un lato nel comparto manifatturiero si rileva una certa prudenza (per la produzione, saldo fra ottimisti/pessimisti al +1,7%), dall’altro il terziario prosegue la crescita avviata dalla pandemia in poi (saldo al +10,4%), anche in virtù di una bassa incidenza dell’export che preserva maggiormente il mercato dei servizi dalle tensioni internazionali. Guardando ai singoli settori, nell’industria si registrano previsioni non omogenee sull’andamento della produzione. In particolare, migliorano le attese per cartario grafico (+24,1%), edilizia e impiantisti (+15,3%), chimica (+10,4%) e tessile-abbigliamento (+5,9%). Resta negativa la metalmeccanica: il saldo fra chi prevede una riduzione dei volumi nel trimestre e chi si attende un andamento stabile o in crescita, è al -6,1%, che diventa -24,6% per le realtà dell’automotive e -2,7% per quelle della meccatronica. Nel terziario tutti i comparti esprimono attese favorevoli, pur con diversa intensità. Particolarmente positive le attese per l’ICT (+23,0%).

In termini dimensionali, si conferma la tradizionale forbice che vede le grandi imprese esprimere attese maggiormente positive rispetto alle altre: fra le realtà con meno di 50 dipendenti l’indice di fiducia sulla produzione è al +3,2%, mentre fra quelle con 50 o più addetti si attesta al +7,2%. Com’è facilmente intuibile, la positività delle attese è inversamente proporzionale alla quota di export sul fatturato: le aziende che esportano poco hanno attese sulla produzione più ottimistiche (+7,3% per le aziende che esportano una quota inferiore al 10% del fatturato e +5,1% per quelle che inviano all’estero dal 10 al 30% del fatturato) rispetto a quelle che esportano una quota maggiore di merci (-2,1% per quelle che esportano dal 30 al 60% e -0,5% per quelle che esportano oltre il 60% del prodotto). A livello generale, aumentano le aziende che temono una crescita di costi energetici, materie prime e logistica, con tempi di pagamento che restano stabili e un aumento del numero di imprese con un carnet ordini di medio-lungo periodo.

Su scala territoriale si osservano andamenti differenziati. Le attese sulla produzione si presentano sopra la media regionale a Verbania (15,7%), Asti (11,4%), Cuneo (+6,7%), Biella, che torna positiva dopo 7 trimestri (+7,5%) e Torino (4,5%). Prudenti ma ancora positive le attese ad Alessandria e Novara (rispettivamente +3,5% e +2,5%). Negativi i saldi per Vercelli (-4,8%) e Canavese (-7,1%). Focalizzandosi su Torino, per il secondo trimestre 2025, il 22,2% delle aziende torinesi prevede un aumento della produzione, contro il 17,6% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +4,5%, migliora rispetto a quello del I trimestre (+0,3%). Nella manifattura il saldo ottimisti/pessimisti è negativo (-1,8%), a causa dell’aggravarsi della crisi del comparto automotive e dell’aumento dell’incertezza per il futuro del settore. Per gli ordinativi, il saldo è del +1,6%, in miglioramento di 3,7 punti rispetto alla scorsa rilevazione. Positive le attese sull’occupazione, che registrano un bilancio pari a +4,3%. Buona la propensione a investire in nuovi impianti: il 23% di imprese ha programmi di spesa significativi. Si assesta il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’11,1% delle imprese (il 16,9% nell’industria). Cala leggermente il tasso di utilizzo di impianti e risorse (76%), che rimane sui valori medi di lungo periodo. Come a livello regionale, nel capoluogo si registrano attese negative per le esportazioni (-4,7% il saldo ottimisti/pessimisti).

A Torino Satispay e Dott per semplificare i pagamenti nella micromobilità condivisa

Dott, operatore leader della micromobilità elettrica in sharing, annuncia una nuova partnership con Satispay, l’innovativo circuito di pagamento mobile di nuova generazione. Grazie a questa collaborazione, Dott integrerà Satispay come nuovo metodo di pagamento all’interno della propria app, ampliando così le opzioni digitali disponibili per gli utenti nella Città Metropolitana di Torino, dove la micromobilità è già parte integrante dello stile di vita urbano.

Grazie all’integrazione con Satispay, i suoi oltre 5,3 milioni di utenti potranno approfittare di vantaggi esclusivi: tutti coloro che scaricheranno l’app Dott e inseriranno il codice SATISPAY30 nella sezione promozioni riceveranno il 30% di sconto sui primi 10 noleggi (sulla tariffa al consumo, valido per 30 giorni dal riscatto). Parallelamente, gli utenti Dott che scaricheranno Satispay e si registreranno con il codice promozionale DOTT15, riceveranno un bonus di 15€ sul proprio wallet Satispay, non appena spenderanno i primi 5€ tramite l’app (entro 30 giorni dalla registrazione).

“La micromobilità è entrata nella quotidianità di moltissimi torinesi. Facilitare il processo di pagamento del nostro servizio grazie a partner affidabili e sicuri è per noi di primaria importanza- afferma Andrea Giaretta, Regional Manager di Dott – l’integrazione con Satispay rappresenta, dunque, un passo avanti nella nostra missione di rendere la mobilità sostenibile sempre più accessibile e senza barriere. Insieme, rafforziamo il nostro ruolo nel favorire la diffusione di pagamenti digitali alternativi, contribuendo alla crescita di un ecosistema di mobilità sempre più innovativo e inclusivo.”

Angela Maria Avino, Chief Business Development Officer di Satispay commenta: “Siamo molto orgogliosi di annunciare l’accordo tra Satispay e Dott che rappresenta l’unione perfetta tra innovazione nei pagamenti e mobilità sostenibile. Rendendo più fluido l’accesso alla micromobilità in sharing, non offriamo solo un servizio più veloce, ma contribuiamo a promuovere uno stile di vita urbano più smart e rispettoso dell’ambiente. Insieme, vogliamo migliorare le abitudini quotidiane delle persone, dimostrando che la tecnologia può rendere semplice anche la scelta più sostenibile”.

Mara Martellotta

In Canavese la Giornata del Made in Italy

martedì 15 aprile 2025 – Nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata Nazionale del Made in Italy, Ascom Confcommercio Torino e Provincia, in collaborazione con la sede territoriale di Chivasso, ha promosso l’iniziativa “Nocciolini ed Erbaluce, un connubio vincente”, riconosciuta e inserita nel programma ufficiale degli eventi nazionali dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

L’appuntamento, articolato in due momenti nelle sedi dell’Istituto Carlo Ubertini di Caluso e Chivasso, ha rappresentato un’occasione di confronto tra scuola, mondo produttivo e istituzioni. Obiettivo: trasmettere alle nuove generazioni il valore culturale, economico e sociale delle produzioni tipiche del territorio, come i Nocciolini di Chivasso e il vino Erbaluce di Caluso, due capisaldi dell’identità enogastronomica canavesana e due prodotti gemellati dal 2018 per esprimere l’autenticità e i valori del Canavese.

«In un mondo sempre più digitale e innovativo, sono proprio i prodotti più autentici e tradizionali a trasmettere il valore di un territorio – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa -. Vogliamo che le nuove generazioni comprendano a fondo questo principio, perché solo conoscendo le proprie radici è possibile costruire un futuro consapevole. I Nocciolini di Chivasso e l’Erbaluce di Caluso non sono soltanto eccellenze gastronomiche, ma veri e propri ambasciatori del territorio, capaci di attrarre visitatori, scatenare l’emozione, stimolare curiosità e generare un indotto importante per le economie locali. Sono prodotti che raccontano storie di saper fare, di cultura e di comunità e che diventano strumenti per costruire un modello di sviluppo sostenibile, che mette al centro le identità locali e ne fa un volano per il turismo e la promozione territoriale».

«Abbiamo voluto aderire alla Giornata del Made in Italy – evidenzia Carlo Nicosia, presidente Ascom Chivasso – poiché siamo convinti che la valorizzazione del nostro territorio debba avere come veicolo i prodotti tipici, i frutti della terra e la rete di negozi che li presenta, con competenza e cortesia. Ascom Confcommercio, col patrocinio della Città di Chivasso, ha festeggiato pochi mesi fa i 120 anni del rilascio del brevetto dei Nocciolini, posizionando una targa nel luogo del primo forno di produzione; quest’anno ricorrono i 30 anni dall’intuizione della nostra presidente Coppa che ha fatto nascere la Festa a loro dedicata e il 10 settembre 2025 verrà presentato il francobollo tematico celebrativo dei Nocciolini. Nell’incontro di oggi all’Istituto Superiore Carlo Ubertini, col Presidente di Confagricoltura Gianluigi Orsolani e con le tre aziende produttrici dei Nocciolini abbiamo anche ricordato il gemellaggio tra il Passito di Erbaluce e i Nocciolini, siglato dai due Comuni pochi anni fa. Sono grato alla dirigente scolastica Concetta Eleonora Buscemi per aver ospitato nelle sedi di Caluso e Chivasso i nostri incontri e per aver coinvolto tantissimi giovani allievi che hanno partecipato con entusiasmo e attenzione. Grazie alle Amministrazioni del Comune di Caluso e della Città di Chivasso per la loro presenza, che ha arricchito il prestigio degli appuntamenti

«Parlare di Made in Italy negli Istituti di Istruzione Superiore che formano le nuove generazioni è basilare – dichiara il presidente di Confagricoltura Torino Gian Luigi Orsolani – e rientra appieno nelle attività di formazione che Confagricoltura Torino svolge nelle scuole alberghiere e agrarie, peraltro anche con le due sedi dell’Ubertini. Nocciolini e Caluso passito sono un connubio eccezionale che, permettetemi, il campanilismo sono sì Made in Italy ma anche Made in Canavese. Orgoglio contadino e saper fare tramandato da generazioni che consegniamo agli allievi perché ne diventino degni ambasciatori».

Con una produzione media di circa 300 quintali l’anno i Nocciolini di Chivasso rappresentano un unicum nel panorama dolciario italiano. Tre soli ingredienti, zucchero, albume e nocciole, e appena un grammo di peso; è il dolce più piccolo del mondo, ma il più grande nell’aggregare cultura, storia, commercio ed enogastronomia di un territorio che ha voglia di crescere ancora. Nati nel 1850 ad opera del pasticcere Giovanni Podio, rappresentarono l’Italia all’Esposizione Universale del 1900 a Parigi e nel 1904 ottennero il brevetto col relativo marchio di fabbrica rilasciato dal Ministero del commercio del Regno d’Italia. Un ruolo di ‘ambasciatori del territorio’ che continua anche ai giorni nostri. Poche settimane fa, i nocciolini di Chivasso hanno infatti rappresentato l’Italia anche in Arabia Saudita, dove sono stati protagonisti della cena di gala a bordo dell’Amerigo Vespucci, a Jeddah. Oggi sono tre i produttori ufficiali dei Nocciolini di Chivasso: la pasticceria Bonfante, la Dolciaria Fontana e il Dolce Canavese.

L’Erbaluce di Caluso, il cui vitigno deve leggendariamente il nome ad Albaluce, la ninfa nata dall’amore impossibile tra l’Alba e il Sole, è una delle espressioni più raffinate della viticoltura piemontese. Prima Doc di vini bianchi del Piemonte, dal 1967, e Docg dal 2010, l’Erbaluce racconta una storia di rinascita che simboleggia la riscossa di tanti piccoli territori. Oggi sono 39 le cantine iscritte al  Consorzio di tutela e Valorizzazione Vini Docg Caluso, Carema e Canavese Doc e tre le produzioni principali: l’Erbaluce spumante, con una produzione annua di quasi 100 mila bottiglie, l’Erbaluce Fermo con 840 mila bottiglie e l’Erbaluce Passito con 25 mila bottiglie. In particolare, quest’ultimo è il più indicato per l’abbinamento con la pasticceria e trova il binomio perfetto proprio con i con nocciolini di Chivasso.

Il progetto “Nocciolini ed Erbaluce” si inserisce in un più ampio impegno di Ascom per promuovere una cultura del fare legata alle radici dei territori. In un contesto globale che premia autenticità, filiere corte e qualità certificata, le micro-eccellenze locali possono costituire un asset competitivo, anche in chiave turistica.

La Regione sostiene i birrifici artigianali

Da due bandi dell’assessore Bongioanni sostegno a 13 produttori e consorzi di birra artigianale. Quattro birre oggi si fregiano del logo Birra Da Filiera Piemontese

 

Sono tredici i birrifici artigianali piemontesi che potranno beneficiare del sostegno offerto da due bandi voluti dall’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni , lanciati a fine dicembre e di cui è stata pubblicata l’11 aprile la graduatoria.

Undici di essi hanno presentato progetti per l’acquisto di macchinari e apparecchiature per la produzione e riceveranno un contributo complessivo di 158.677.52 euro, che copre il 40% dell’impegno finanziario ammissibile di 399. 693.79 euro.

Due i consorzi di produttori che hanno risposto al bando di formazione per il sostegno nella realizzazione di attività formative e nella realizzazione di eventi per far conoscere il proprio prodotto. Riceveranno dalla Regione Piemonte un contributo complessivo di 27.300 euro.

“Con le risorse stanziate siamo riusciti a finanziare tutte le domande pervenute per entrambi i bandi. Nessuno è restato fuori – spiega l’assessore Bongioanni -. La filiera brassicola è un’espressione dell’eccellenza agroalimentare “made in Piemonte” che va sostenuta e promossa scommettendo sulla sua capacità di legare tradizione, territorio e innovazione. Nel bilancio regionale 2025 sono riuscito a far aggiungere ulteriori 80 mila euro per il suo sostegno. Proprio nelle settimane in cui a ‘Agricoltura È’ e a Vinitaly abbiamo lanciato il nuovo brand “Eccellenza Piemonte-Piemonte is” sono orgoglioso che anche i produttori della nostra birra artigianale possano contribuire alla crescita dell’immagine del Piemonte come terra di assoluta qualità in ogni comparto agroalimentare. Sono già quattro le birre artigianali made in Piemonte che oggi possono fregiarsi del logo di “Birra da filiera piemontese”.

Beneficiari del contributo regionale messo a disposizione dei due bandi sono i produttori di birra artigianale situati sul territorio piemontese, iscritti al Registro delle Imprese, al Registro dei birrifici artigianali e titolari di partita Iva idonea allo svolgimento delle attività.

Il settore brassicolo piemontese conta una novantina di birrifici artigianali, di cui 13 agricoli. Ad oggi sono iscritti al registro regionale 34 birrifici, 10 agricoli e 24 artigianali.

Sono quattro le birre made in Piemonte che ora si possono fregiarsi del logo “Birra Da Filiera Piemontese”, ideato e lanciato dalla Regione Piemonte e concesso a microbirrifici e birrifici del territorio regionale iscritti al registro, che hanno presentato un progetto organico di materie prime e di lavorazione di filiera interamente svolto sul territorio regionale.

Sono la birra BogIa Nen della BBm Birra e Bevande Magiche che commercializza con il marchio Birra Carrù, la birra 3841 della Qebere di Piasco ( Birra Kauss), La Birra Chiara Biellese e la Birra alla Castagna Biellese della Valdilana.

 

Mara Martellotta

A Rivoli mini-salone del Lavoro

Si è svolto venerdì 11 aprile presso il Centro d’Incontro “Don Puglisi” di via Camandona 9/A a Rivoli, il primo dei Mini Saloni del Lavoro organizzati dal Comune di Rivoli, nell’ambito del progetto “Destinazione Lavoro – Investo nel mio futuro”.

L’iniziativa, dedicata al settore dei servizi di Pulizia e Assistenza Familiare, ha visto la partecipazione di diverse realtà del territorio – tra cui Samsic ItaliaBosco della StellaResidenza Villa ElenaDussmann e Star Service Hotel – pronte a incontrare cittadini in cerca di occupazione e a raccogliere candidature per i profili più ricercati nel settore. L’incontro ha offerto un’importante occasione di orientamento e dialogo diretto con il mondo del lavoro.

Questo appuntamento rappresenta il primo di una serie di eventi programmati per il 2025, che si affiancano e potenziano il già consolidato Salone del Lavoro, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta occupazionale attraverso format più agili e mirati a singoli comparti produttivi.

Con ‘Destinazione Lavoro’ vogliamo dare continuità e concretezza alle politiche attive del lavoro sul nostro territorio – dichiara l’Assessore al Lavoro Marco Tilelli – avvicinando le persone in cerca di occupazione alle aziende che operano localmente, offrendo occasioni di confronto reale e diretto“.

Il prossimo Mini Salone si terrà il 4 giugno 2025 e sarà dedicato al settore della ristorazione.

Gli eventi sono organizzati dal Comune di Rivoli con il supporto operativo del Consorzio Turismovest e la collaborazione del Centro per l’Impiego di Rivoli, nell’ambito del Patto Territoriale Zona Ovest di Torino.

Al MeBo Experience un confronto a tutto campo tra imprese ed istituzioni

Filiere produttive ed Made In sono sempre più il binomio indissolubile per la competitività dell’intero sistema manifatturiero italiano di cui le Piccole e Medie Imprese piemontesi sono protagoniste a livello globale. In questo quadro emerge sempre di più la necessità di aumentare il grado di coordinamento lungo le filiere, conferendo ai fornitori più strategici (e strutturati) il compito di farsi gestori di subsistemi, supportando le realtà più piccole nel raggiungere livelli di evoluzione organizzativa e finanziaria necessari alla sopravvivenza dell’intera filiera. Solo così si possono promuovere concretamente innovazione e sviluppo sostenibile, affrontare sfide complesse come quelle dettate dal cambiamento climatico, dalla rivoluzione digitale, dall’evoluzione dei mercati, dalle esigenze di sicurezza e di coesione sociale.

In questo quadro, tessile e agroalimentare piemontesi rappresentano una vera e propria avanguardia e sono state al centro dell’analisi svolta nel corso del convegno ‘Filiere, Made in e PMI: sinergie per un ecosistema strategico’ organizzato da Piccola Industria Confindustria e Piccola Industria di Confindustria Piemonte, in collaborazione con l’Unione Industriale Biellese, presso il MeBo Experience – Museo Menabrea Botalla di Biella.

In un momento di grandi sfide per il nostro tessuto industriale come quello attuale, è fondamentale puntare sul rafforzamento delle filiere produttive e sul valore del Made in Italy. Dobbiamo proteggere le nostre eccellenze, investire in innovazione e sostenibilità, e garantire alle imprese un ambiente favorevole alla crescita, con meno burocrazia e più accesso ai finanziamenti. Solo con uno sforzo collettivo potremo trasformare le difficoltà in opportunità e costruire un futuro solido per l’industria piemontese” ha detto in apertura lavori Alberto Biraghi, Presidente Piccola Industria di Confindustria Piemonte,

Paolo Barberis Canonico, Presidente dell’Unione Industriale Biellese, aggiunge: “Il made in Italy è un patrimonio soprattutto culturale, che genera conseguenze economiche: è un brand riconosciuto in tutto il mondo che rappresenta le capacità uniche del “saper fare” italiano in svariati settori. In questo senso, sarebbe forse opportuno affiancare al concetto di ‘made in Italy’ anche quello di ‘made by Italians’ perché sono le persone che fanno la differenza, a partire dagli imprenditori.  L’industria, infatti, è il cuore pulsante del Made in Italy e la forza della nostra filiera produttiva è la sinergia tra competenze, territori e passione. Una filiera che, nei diversi settori, va sostenuta, rafforzata e valorizzata per superare i limiti dimensionali della maggior parte del nostro tessuto imprenditoriale, a beneficio di un sistema più solido e competitivo”.

È stata poi la volta dei saluti introduttivi di Vincenzo Zezza, Direttore della Casa del Made in Italy Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta del Mimit, l’evento rientra infatti nelle iniziative promosse dal Ministero delle Imprese e del Made In e legate alla Giornata nazionale del Made in Italy. Successivamente ha preso la parola Alessandro Fontana, Direttore del Centro Studi Confindustria, con un intervento sull’evoluzione delle filiere, analizzandone le prospettive future. Uno dei momenti centrali dell’evento è stato il focus sulla collaborazione tra le Imprese all’interno delle Filiere, con l’approfondimento su due settori strategici per il territorio piemontese: l’Agroindustria e il Tessile. Per l’Agroalimentare sono intervenuti Giorgio Baldini ed Ercole Cigognini, entrambi della Direzione commerciale di Esselunga, Andrea Bonino, Vicepresidente di Piccola Industria Confindustria Piemonte, Marco Brugo Ceriotti, Presidente della Commissione Agroalimentare di Confindustria Piemonte, e Franco Thedy, Amministratore di Birra Menabrea.  Per il settore tessile sono intervenuti Marco Bardelle, Co-fondatore di Magnolab, Marco Bortolini, Vicepresidente per lo Sviluppo delle Filiere Industriali dell’Unione Industriale Biellese, Franco Ferraris, Responsabile Tessile del Gruppo Ermenegildo Zegna e Ettore Piacenza, Direttore Generale della divisione tessitura di Fratelli Piacenza.

Ha poi preso a parola Elena Chiorino, Vicepresidente della Regione Piemonte, che nel suo intervento ha sottolineato come “le istituzioni abbiano il dovere di essere al fianco delle imprese e delle filiere strategiche del nostro territorio, accompagnandole in un percorso di crescita e consolidamento che valorizzi il Made in Italy e le straordinarie competenze delle nostre Pmi, dei nostri imprenditori e lavoratori. Il Piemonte, con eccellenze come il tessile e l’agroalimentare, dimostra come tradizione e innovazione possano coniugarsi in un modello vincente, capace di affrontare le sfide della doppia transizione digitale ed ecologica. La politica regionale ha un obiettivo chiarissimo: supportare la capacità imprenditoriale. Tessile ed agroalimentare sono settori strategici di traino per la nostra regione, ma anche per l’Italia. Dalla formazione alla semplificazione, da finanziamenti che superino il ‘bando-centrismo’ al welfare aziendale: siamo in campo e sappiamo cosa dobbiamo fare per tradurre la volontà in azione”.

A chiudere i lavori Mirko Bragagnolo, Vicepresidente per le Filiere di Piccola Industria Confindustria, che ha messo l’accento sulla necessità che “le PMI passino da fornitrici a partner strategici delle filiere. Un obiettivo prioritario per le piccole imprese ma altrettanto strategico per i Capo-filiera: tanto più forte sarà l’anello debole, tanto più forte sarà la filiera stessa. Negli anni – ha spiegato il vicepresidente – abbiamo visto più volte intere filiere andare in crisi a causa di una sola impresa debole lungo la catena, per questo è quanto mai necessario che i capo-filiera mettano in campo iniziative a 360° per rendere le proprie filiere più resilienti, affidabili, efficienti. E devono svolgere un ruolo sempre più trainante per le PMI, condividendo benefici, sfruttando sinergie, cooperando in maniera sempre più integrata. Le sfide che ci aspettano nel futuro non sono semplici, ma se remiamo tutti dalla stessa parte ce la faremo. A partire dal Governo: la politica industriale deve tornare al centro del dibattito seriamente, con una visione strategica che abbia una programmazione almeno triennale e metta al centro pochi temi, ma essenziali: dall’energia alla demografia, dalla produttività alla semplificazione”.

 

Parla con Me: Comunicazione digitale tra Slide, strategia e sostenibilità

📅 Giovedì 17 aprile 2025

🕕 Dalle 18:00 alle 19:00

 

Un nuovo appuntamento di Parla Con Me® ci aspetta giovedì 17 aprile, in diretta dalle ore 18:00, per parlare di comunicazione digitale, branding e contenuti visivi che lasciano il segno.

Un confronto energico e creativo su come si costruisce oggi un’identità di marca solida, riconoscibile e coerente attraverso tono di voce, storytelling e design.

 

🎤 Interverranno:
🔹 Simona Fiorentini – Marketing & Sales Manager presso Fiorentini Alimentari S.p.A.
🔹 Elena Bobbola – Co-Founder Slide Queen
🔹 Marie Louise Denti – Co-Founder Slide Queen

💬 I temi che verranno trattati durante la puntata sono:
1️) Slide che fanno branding: non semplici presentazioni, ma strumenti strategici per raccontare un’identità aziendale forte e riconoscibile.

 

2) Voce, stile, coerenza: come Fiorentini ha costruito un tono distintivo che parla alle persone e rende il brand immediatamente identificabile, su ogni canale.

 

3️) Maisy, una nuova voce per il brand: perché nasce una mascotte e quale ruolo può avere nella costruzione della relazione con il pubblico.

 

4️) Contenuti che lasciano il segno: quando la comunicazione non è solo creativa, ma capace di rafforzare posizionamento, valore percepito e relazione con il pubblico.

 

Una diretta da non perdere, pensata per chi lavora nel marketing e nella comunicazione ma anche per chi vuole capire come raccontare il proprio brand in modo autentico, efficace e contemporaneo.

 

📍 In diretta su:
• LinkedIn Top Voice Simona Riccio
• Facebook (Simona Riccio)
• YouTube → urly.it/3144rz

Fondazione Crt, bilancio e nuovo Cda: lo scorso anno 80 milioni per il territorio

Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione CRT, riunitosi oggi sotto la guida della Presidente Anna Maria Poggi, ha approvato il bilancio consuntivo 2024. Il documento, predisposto dal Consiglio di Amministrazione, ha ricevuto il parere favorevole sia dal Collegio Sindacale sia dalla Società di Revisione.

Il bilancio si posiziona tra i migliori dell’ultimo quindicennio, registrando una crescita significativa nei principali indicatori economici.

Durante la seduta è stata anche formalizzata la nomina dei sei nuovi membri del Consiglio di Amministrazione: Claudio Albanese, Paola Casagrande, Roberta Ceretto, Enzo Pompilio D’Alicandro, Luca Settineri e Luisa Vuillermoz.

Il consuntivo evidenzia un avanzo di esercizio pari a 244,5 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto al 2023 (+102,9%). Il patrimonio netto raggiunge quota 2,69 miliardi di euro (+7,5%), mentre la posizione finanziaria netta si attesta a 708,4 milioni. Il fondo di stabilizzazione delle erogazioni, a garanzia della continuità degli interventi sul territorio, è stato ulteriormente potenziato, arrivando a 187,3 milioni di euro (+11%).

Nel corso del 2024, la Fondazione CRT ha destinato 79,4 milioni di euro a progetti e iniziative nelle regioni Piemonte e Valle d’Aosta, confermando il proprio ruolo centrale nello sviluppo sociale e culturale del territorio.

I risultati conseguiti rafforzano la solidità della Fondazione, che per l’attività 2025 potrà contare su 134 milioni di euro da destinare a interventi mirati e concreti, orientati al futuro della comunità.

“La Fondazione CRT continua a crescere grazie a una gestione responsabile degli investimenti, sempre orientata al sostegno del territorio e delle persone – afferma la Presidente della Fondazione CRT Anna Maria Poggi –. È motivo di orgoglio approvare un bilancio che ci consente di avviare un piano di interventi strategici ancora più ampio, in un momento cruciale per il futuro delle nostre comunità. La Fondazione ha costruito una struttura solida e processi che oggi rappresentano uno standard di riferimento. Un percorso che ha visto il coinvolgimento del precedente Consiglio di amministrazione accompagnare una fase significativa della vita dell’ente. Con questa consapevolezza, e con un costante impegno verso il miglioramento e la valorizzazione delle risorse, proseguiremo nel corso dell’anno gli obiettivi avviati, sostenuti dal nuovo Consiglio di amministrazione, che rappresenta un ulteriore passo nel processo di crescita della Fondazione, espressione di un processo condiviso e con profili di alta competenza e qualità”.

Risultati finanziari in forte crescita

L’attività di gestione patrimoniale svolta nel 2024 – prevalentemente interna – ha prodotto risultati estremamente positivi, nettamente superiori rispetto agli esercizi precedenti.

Il totale dei proventi ordinari ha raggiunto il valore più elevato da oltre quindici anni, toccando i 310,3 milioni di euro (+86,3% rispetto ai 166,6 milioni del 2023). Questo traguardo è stato possibile grazie al significativo incremento del flusso cedolare derivante dalle principali partecipate – in particolare UniCredit – e ai risultati ottenuti attraverso la gestione diretta del portafoglio.

I dividendi incassati hanno registrato un aumento del 58,2%, passando da 138,9 milioni a 219,7 milioni di euro. Anche i proventi da interessi sono cresciuti (+38,1%), raggiungendo i 13,5 milioni di euro (erano 9,8 milioni nel 2023), grazie al contributo del flusso cedolare garantito dal portafoglio obbligazionario.

Il risultato dell’attività di negoziazione è salito da 17,5 a 74,5 milioni di euro, grazie sia alle strategie di valorizzazione e protezione messe in atto nella gestione diretta, sia alla presa di beneficio sulla partecipazione in Banco BPM.

Un ruolo importante è stato svolto anche dal contenimento dei costi operativi e dall’attenzione rivolta all’ottimizzazione dei benefici fiscali disponibili.

“È un privilegio far parte di una struttura che opera con grande coesione e impegno, capace di trasformare una solida gestione finanziaria in un impatto tangibile sul territorio – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT, Patrizia Polliotto –. La Fondazione CRT è una realtà che non si è mai fermata, sempre in ascolto del territorio e delle sue trasformazioni, pronta a intercettare bisogni emergenti e a offrire risposte tempestive, efficaci e inclusive. Questa capacità di adattamento, unita a una visione strategica e a un’azione concreta, ci rende particolarmente orgogliosi del lavoro svolto e ci dà ulteriore slancio nel proseguire il nostro impegno”.

Sostegno concreto al territorio

Nel 2024 la Fondazione ha ribadito il proprio impegno a favore delle comunità di Piemonte e Valle d’Aosta, con 72 milioni di euro stanziati per progetti locali, ai quali si aggiungono 7 milioni di euro destinati al Fondo Unico Nazionale per il volontariato e 0,5 milioni al Fondo ACRI. Le erogazioni hanno sostenuto oltre 1.300 interventi, rispondendo con efficacia alle necessità emergenti.

Le risorse sono state indirizzate a settori strategici per la crescita e il benessere del territorio: dalla valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico, agli interventi per il welfare e l’inclusione sociale, con particolare attenzione alle fasce vulnerabili. Ampio spazio è stato dato anche a iniziative educative per contrastare la povertà educativa, progetti di ricerca e innovazione, sviluppo sostenibile, tutela ambientale, nonché al supporto di enti pubblici e del terzo settore attraverso contributi mirati e cofinanziamenti.

E’ a Pianezza la stalla dei record in Piemonte

L’azienda dei fratelli Rovei conquista il primato nella produzione di latte con robot di mungitura

 

«Papà ci ha insegnato a guardare avanti, il segreto sta nell’esperienza e nell’innovazione»

 

E’ il primo allevamento in Piemonte, e il terzo in Italia, per produzione media di latte con robot di mungitura: 145,08 quintali di latte all’anno, come media annuale della stalla, con 494 chilogrammi di proteine.

Un risultato straordinario che la Società agricola “La primula” della famiglia Rovei di Pianezza ha festeggiato ieri pomeriggio con un pranzo in cascina dedicato a chi ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo, come segno di gratitudine per la dedizione all’azienda.

La classifica, redatta annualmente dall’Associazione regionale allevatori del Piemonte, si riferisce all’annata 2023, un primato confermato nel 2024, anche se in questo caso non ancora ufficializzato, in attesa della compilazione della graduatoria nazionale.

“La primula” è un’azienda con 250 vacche frisone Holstein, 120 delle quali in lattazione, con una media di produzione di 140 quintali di latte per capo. Coltiva 200 giornate di terreno, metà a prato e metà a mais e loietto. Vi lavorano le famiglie dei fratelli Silvano e Claudio Rovei, più tre dipendenti, uno in campagna e due nel caseificio.

«Diciotto anni fa – racconta Silvano Rovei -, la produzione media della nostra stalla era di 62 quintali di latte all’anno per vacca, adesso è più che raddoppiata. Papà è stato bravo a lasciarci provare, per lui non è mai valso dire che “si è sempre fatto così, andiamo avanti così”. Era un uomo lungimirante, aperto alle innovazioni, ci ha insegnato a guardare avanti e noi abbiamo cercato di fare del nostro meglio, affrontando le difficoltà e reinvestendo continuamente nell’azienda».

Secondo i fratelli Rovei, il segreto del successo della loro azienda è figlio di un insieme di fattori: «La bacchetta magica non esiste – spiega Silvano Rovei -, non basta affidarsi al robot. Certamente la tecnologia nella stalla fornisce un aiuto importante, perché consente di monitorare i parametri vitali degli animali, ma questi dati vanno interpretati con l’esperienza. L’occhio dell’allevatore vale più dell’Intelligenza Artificiale, perché coglie lo “stato d’animo” dell’animale, con cui si stabilisce un rapporto unico e incodificabile. Garantire il benessere dell’animale è il primo traguardo».

Continua Silvano Rovei: «Fuori dalla stalla, bisogna imparare a produrre foraggi di qualità, l’alimentazione delle vacche va dosata in base alle loro specifiche necessità, caso per caso. Poi c’è la costruzione genetica dell’allevamento, anche qui si tratta di scelte da affinare nel tempo, generazione dopo generazione, nell’ambito del management complessivo della stalla».

Insieme a collaboratori e amici, a complimentarsi per il record de “La primula” è intervenuto anche il presidente provinciale di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto: «I risultati ottenuti da questa azienda – ha detto Rossotto -, sono un orgoglio per la zootecnia torinese e piemontese. La professionalità e la passione per il lavoro, pagano sempre. L’agricoltura dimostra di saper fare al meglio la propria parte, nulla viene per caso, il ruolo del produttore deve essere riconosciuto al centro dello sviluppo agricolo».

 

 

Urbanistica più semplice con “Cresci-Piemonte”

Arrivare entro il prossimo mese di giugno ad approvare il nuovo disegno di legge sul dimezzamento dei tempi delle procedure è l’obiettivo che si è dato il tavolo per la semplificazione urbanistica.

La riunione di insediamento nel Grattacielo della Regione: è presieduto dal presidente Alberto Cirio e vi partecipano gli assessori all’Urbanistica Marco Gallo e agli Enti locali Enrico Bussalino, i presidenti della I e II Commissione del Consiglio regionale, Roberto Ravello e Mauro Fava. Presente anche il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco.

 “Si tratterà di una legge speciale che abbiamo denominato Cresci-Piemonte e per la cui approvazione chiederemo tempi rapidi a tutte le forze politiche, che intende consentire di spendere e rendicontare nei tempi stabiliti tutte le strutture la cui realizzazione viene finanziata con i fondi dell’Unione Europea – ha puntualizzato il presidente Cirio – Per questo motivo avrà validità fino al 31 dicembre 2030 e dimezzerà i tempi per il rilascio delle autorizzazioni di competenza della Regione sulle varianti generali o parziali dei piani regolatori comunali che riguardano, ad esempio, la costruzione di una scuola, di un capannone o di un ospedale. Inoltre, verremo incontro ai Comuni sotto i 5.000 abitanti finanziando con 5 milioni di euro le risorse necessarie per la predisposizione di questi strumenti. Per i piani più complessi, come quello di Torino, saranno create apposite cabine di regia. È una modifica – ha sottolineato il presidente – che non cambierà il merito ma il metodo: non si tratta di alleggerire né i controlli, né la tutela dell’ambiente, ma di sveltire le pratiche di adozione degli strumenti urbanistici, perché non possiamo e non vogliamo far perdere tempo agli imprenditori e ai sindaci, dai quali sono arrivate molte richieste in tale direzione”.

Potranno accedervi tutte le Amministrazioni che hanno necessità di adeguare i propri strumenti urbanistici per realizzare opere finanziate con i fondi del Pnrr, o con fondi strutturali europei, che devono essere spesi entro il 2029.

“Siamo da sempre la Regione d’Italia più avanti nelle certificazioni delle risorse europee, secondo il censimento del Ministero dell’Economia e Finanza – ha proseguito Cirio – Ma molte volte la burocrazia frena i percorsi di spesa e realizzazione di queste opere: ecco perché serviva una legge speciale. Si tratta di una norma trasversale che ci è stata sollecitata da categorie produttive ed enti locali su cui lavoreremo cercando ampia condivisione:”.

“Contro la burocrazia e per agevolare le nostre Amministrazioni pubbliche, soffocate da impedimenti burocrati ormai insostenibili, abbiamo messo in campo uno strumento normativo nuovo – ha aggiunto l’assessore Gallo – La semplificazione urbanistica diventerà così strumento operativo con cui favorire la crescita economica e il treno dei grandi finanziamenti dell’Europa. Parallelamente abbiamo avviato un tavolo per la revisione della legge n.56/77”.

“Da assessore agli Enti locali sono contento di questa legge speciale, di cui auspico una celere approvazione – ha rilevato Bussalino – I Comuni grandi avranno una sburocratizzazione e i più piccoli anche un contributo fondamentale per applicare le varianti”.

Soddisfatto anche il presidente Nicco: “Una norma veramente importante che consentirà di fornire risposte senza lungaggini a varianti di piano che vogliono rispondere puntualmente alle mutate esigenze dei diversi territori”.

Nei prossimi giorni si lavorerà a una proposta che sarà pronta il 28 aprile. Il 7 maggio è previsto un incontro a cui saranno invitati gli assessori regionali, in particolare Andrea Tronzano (Attività produttive) e Gianluca Vignale (Semplificazione), i presidenti e i vicepresidenti delle Commissioni regionali e le Province per la presentazione e la condivisione della proposta prima della sua approvazione in Giunta prima e in Consiglio poi.