DA REGIONE E MINISTERO DEL TURISMO 1,4 MILIONI PER LE RASSEGNE ENOGASTRONOMICHE E CULTURALI REGIONALI
Nella graduatoria nazionale premiati eventi di 18 Comuni e 25 associazioni
IN PROVINCIA DI TORINO CINQUE RASSEGNE SI AGGIUDICANO 216.284 EURO
Oltre 1,4 milioni di euro a 25 associazioni piemontesi e 18 Comuni sono in arrivo da Regione e Ministero del Turismo come contributo per l’organizzazione di sagre e festival. Da Bolle di Malto alla Duja d’Or, la graduatoria con i vincitori del bando 2023 premia le più importanti manifestazioni piemontesi in tutte le province. Contributi per rassegne e iniziative turistiche capaci di generare ricadute economiche anche sette volte superiori all’investimento pubblico come certificato da uno studio di Ires Piemonte per i grandi eventi, ma che riguarda anche le fiere quasi tutte accomunate dall’impronta enogastronomica.
«Si tratta di un grande risultato. Con queste risorse – hanno sottolineato il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore al Turismo, Vittoria Poggio – le associazioni proseguiranno la programmazione senza soluzione di continuità portando sui territori un dividendo sociale ma anche economico per le ricadute che favoriscono gli scambi e attivano opportunità di lavoro».
Ai Comuni sono andati 460.474 euro tra fondi regionali e fondi provenienti dal Funt, il Fondo Unico del Turismo con quote oscillanti dai poco più di 16.000 euro di Moncrivello per la Sagra del mirtillo e delle Eccellenze Moncrivellesi fino ai 50.000 assegnati ad Asti per la Duja d’Or di Asti e anche alla Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba e nero pregiato di San Sebastiano Curone che hanno ottenuto il massimo contributo ottenibile per i Comuni.
Alle associazioni sono invece stati destinati oltre 967 mila euro tra risorse Regionali e Ministeriali sempre per l’organizzazione di kermesse di promozione di prodotti enogastronomici, ma anche per aver organizzato eventi come l’Asta Mondiale del Tartufo oppure spettacoli come quello di Stupinigi dove è stato allestito un palinsesto di sei concerti teatrali tra Lirica e Musical in scena fino ad aprile 2024 organizzato dalla Fondazione Reverse.
In provincia di Torino sono stati assegnati complessivamente 216.284 euro a cinque rassegne: il Salone del vino di Torino 2023; Lirica e Musicall a corte alla Palazzina di caccia di Stupinigi; ReWine 2023, il vino al Centro; la programmazione culturale del forte di Exilles 2023 curata dall’associazione Revejo; la 27ª mostra nazionale della Toma di Lanzo dei formaggi d’Alpeggio organizzata dalla Proloco di Usseglio.
Sostegno al merito, diritto allo studio, internazionalizzazione e nuove collaborazioni hanno permesso al Collegio di consolidare il proprio ruolo centrale nel tessuto urbano e universitario torinese
Con le sue 5 sedi torinesi che ospitano attualmente 875 studenti meritevoli, di cui 130 stranieri provenienti da 35 diversi Paesi nel mondo, il Collegio Einaudi nel 2023 consolida il proprio ruolo di riferimento a sostegno della formazione universitaria del capoluogo piemontese.
L’anno appena concluso ha visto infatti il Collegio Einaudiinvestire nelle persone così come nelle strutture. Evolvere nella propria vocazione internazionale e offrire concrete opportunità formative ed economiche a ragazze e ragazzi meritevoli, garantendo loro il fondamentale diritto allo studio e quotidiane occasioni di crescita personale e di integrazione sociale.
Proprio il sostegno al merito e il diritto allo studio sono duecardini su cui si fonda da sempre la filosofia del Collegio Einaudi, che nel corso del 2023 ha erogato 161 premi agli studenti per un totale di 117 mila euro tra premi di studio, premi di laurea, premi alla carriera, premi per studenti in difficoltà economica ma anche premi per incentivare la mobilità internazionale e per ottenere le certificazioni linguistiche. A questo si aggiunge un aiuto concreto ai propricollegiali con possibilità economiche limitate (circa il 47% degli 875 studenti presenti nelle cinque sedi), che hanno potuto usufruire di una riduzione della retta pari al 60/70%.
Il Collegio Einaudi nel 2023 si è dimostrato ancora più attrattivo rispetto al passato, come dimostrano le oltre 1.000 domande di ammissione ricevute in occasione dei concorsi per ospitare nuovi studenti. Un’attrattività frutto anche delle oltre 100 iniziative formative complementari organizzatedurante l’anno, utili a sviluppare negli studenti le soft and life skills con percorsi personalizzati integrati con proposte di coaching e tutoring. Altrettanto centrale è stata l’attenzione verso le proprie strutture, con l’inaugurazione lo scorso marzo della rinnovata Sezione Mole nel cuore di Torino: un progetto di riqualificazione che ha dato vita a una sede ancora più ospitale, sostenibile e moderna, sviluppata su 5 piani per un totale di 5.500 mq e la disponibilità di 152 posti di studio. Un luogo che, insieme alle altre quattro sedi torinesi, anch’esse rinnovate recentemente, offre agli studenti non soltanto ospitalità, ma anche un ambiente stimolante e interculturale dove cogliere nuove opportunità formative e sociali.
E se i giovani studenti e le giovani studentesse sono il fulcro su cui gravita l’impegno del Collegio Einaudi, altrettanto rilevante è stata l’apertura verso il contesto cittadino e i suoi attori, che ha portato al consolidamento e alla nascita di nuove partnership e di importanti progetti. In quest’ottica rientrano le collaborazioni con le scuole di studi superiori, attraverso l’ospitalità in Collegio di 86 studenti, con il Collegio Carlo Alberto (22 studenti ospitati) e con la SAA – Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino (10 studenti ospitati). La partnership con il CUS Torino ha invece permesso di erogare ben 200 voucher ai propri studenti per le attività sportive.
Particolarmente prestigiosa è poi la collaborazione messa in atto con i principali enti pubblici e privati del territorio per la realizzazione del Polo delle Arti: il Polo di alta formazione dedicato alle arti digitali, performative, multimediali che potrebbe nascere all’interno della Cavallerizza Reale di Torino e che al suo interno prevede anche un Collegio di merito di 2.900 metri quadri, in cui vivranno gli studenti universitari meritevoli.
“Il 2023 del Collegio è stato un anno di grandi progetti e di importanti investimenti – afferma il Professore Paolo Camurati, Presidente del Collegio Einaudi – Un anno che ci ha visti tra i protagonisti della comunità universitaria torinese, punto di riferimento per la formazione degli studenti e solido partner per istituzioni cittadine, Università e Scuole Superiori. Sull’onda di questo entusiasmo siamo pronti ad affrontare in modo altrettanto propositivo il 2024, ampliandoulteriormente il nostro respiro internazionale e il nostro sguardo verso il futuro. Proseguiremo nel programma di riqualificazione delle strutture, che alla fine del prossimo anno interesserà l’ex mensa della sede di Via Galliari. Lavoreremo, come sempre, sulla formazione dei nostri studenti, iniziando a certificare le competenze acquisite in Collegio secondo un modello di riferimento europeo e assicurando un luogo di studio e di vita ospitale e all’avanguardia”.
FONDAZIONE COLLEGIO EINAUDI
La Fondazione Collegio Universitario Einaudi è una fondazione privata senza fini di lucro che gestisce Collegi di Merito, riconosciuti e accreditati dal Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca). Con le sue cinque residenze in Torino il Collegio offre spazi di vita e percorsi di formazione a oltre 850 studentesse e studenti universitari meritevoli.
Il Collegio Einaudi ha come missione la valorizzazione del merito e del potenziale di studenti universitari motivati, che desiderano sviluppare maggior autonomia, nuove capacità e raggiungere risultati eccellenti, offrendo loro non solo un ambiente di studio e di vita vivace, stimolante e interdisciplinare, ma soprattutto un percorso di formazione personalizzato e trasversale, integrato da attività di coaching e di tutoring.
In 14 stazioni di ricarica piemontesi sarà possibile pagare la ricarica della propria auto elettrica con carta di credito/debito direttamente alla colonnina. Si amplia così il progetto innovativo firmato Ewiva.
Importanti novità per tutti gli e-driver che viaggiano in elettrico in Piemonte. Ewiva, la joint venture di Enel X Way e Gruppo Volkswagen, nata con l’obiettivo di rendere sempre più capillare e accessibile la ricarica ad alta potenza dell’auto elettrica in Italia, annuncia l’ampliamento a 14 siti della regione della funzionalità che permette di pagare la ricarica con la propria carta di credito o debito.
Il servizio prevede la possibilità di pagare direttamente alla colonnina Ewiva in modalità contactless attraverso carte di debito, credito o prepagate dei circuiti Mastercard, Visa, Vpay e Maestro, o tramite Apple Pay e Google Pay. In questo modo Ewiva garantisce la ricarica del proprio mezzo elettrico anche a clienti occasionali, come ad esempio ai turisti, a chi ha attivato un noleggio a breve termine di un veicolo elettrico o a tutti coloro che non possiedono già un abbonamento con un fornitore di servizi di ricarica (MSP).
Inoltre, la soluzione di pagamento con carta è pensata per offrire un’alternativa a chi è orientato alla ricarica a consumo, inclusi gli e-driver abituali che, in caso di emergenza, potrebbero aver bisogno di metodi di pagamento differenti per poter usufruire della ricarica.
“Siamo molto orgogliosi di poter annunciare la fine della fase pilota e l’avvio della fase operativa del progetto che arriva in 14 stazioni di ricarica ad alta potenza del Piemonte – ha dichiarato Federico Caleno, CEO di Ewiva e Head of Enel e-Mobility Italia -. In qualità di CPO – Charging Point Operator, è per noi fondamentale rendere la ricarica di veicoli elettrici accessibile a un numero sempre più ampio di e-driver, garantendo un’esperienza veloce, intuitiva e confortevole. Attraverso questo progetto, saremo in grado di rispondere in modo adeguato anche alle esigenze di ricarica occasionale”.
Avviata a marzo 2023 nella stazione HPC – High Power Charging – di Ceprano (FR), la sperimentazione è stata ampliata negli ultimi mesi ad altri 5 siti, selezionati per tasso di utilizzo, traffico di turisti o di automobilisti in generale, e vicinanza ad eventuali punti di interesse per gli e-driver.
Il progetto è entrato ora nella sua fase più matura e verrà esteso – entro la fine del 2023 – da Nord a Sud in tutte le stazioni della rete di ricarica ultra-veloce di Ewiva in Italia che fanno parte del progetto europeo Miliar-E, in linea con la normativa AFIR (Alternative Fuels Infrastructure Regulation) della Commissione Europea.
Le stazioni di ricarica HPC Ewiva del Piemonte già dotate del nuovo servizio di pagamento con carta sono:
Centro Commerciale Mondovicino – Mondovì (CN)
Via Borgomanero, 46/c – Paruzzaro (NO)
Via Giovanni Coppo 1b – Orfengo (NO)
Via Fortunato Postiglione – Moncalieri (TO)
Centro Commerciale del Canavese – Banchette (TO)
Centro Commerciale Le Fornaci – Beinasco (TO)
Piazza della Repubblica – Susa (TO)
Hotel Rondissone, Via XX Settembre 96A – Rondissone (TO)
Centro Commerciale Carmagnola – Carmagnola (TO)
Leroy Merlin Collegno, Via Nazioni Unite 8 – Collegno (TO)
Le Isole Shopping Center – Gravellona Toce (VC)
Albergo L’Angolo, Via Torino, 3 – Carisio (VC)
Inoltre, entro l’anno, il servizio sarà attivato anche nelle seguenti stazioni HPC Ewiva:
Piazza Assone – Albiano D’Ivrea (TO)
Mercatò Extra Alba San Cassiano, Corso Europa, 150– Alba (CN)
Ewiva è la joint venture di Enel X Way – la società del Gruppo Enel interamente dedicata alla mobilità elettrica – e di Volkswagen Group, creata per accelerare la diffusione della mobilità elettrica in Italia.
Ewiva unisce gli investimenti dei due Gruppi per creare la più grande rete di ricarica ultra-veloce aperta a tutti i veicoli elettrici e capillare in tutto il Paese, con 3.000 punti di ricarica fino a 350 kW in 800 siti entro il 2025. A oggi Ewiva ha realizzato 280 stazioni di ricarica con oltre 950 punti di ricarica, dislocati su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. L’attività di Ewiva si focalizza sulle principali arterie extraurbane e nelle aree urbane e suburbane per garantire una adeguata disponibilità di ricarica ultra-veloce a tutti gli utenti.
L’AI CHE INNOVA LA MEDICINA E L’AGRICOLTURA MA ANCHE SOLUZIONI PER CASE E CITTÀ INTELLIGENTI. LE 50 STARTUP ITALIANE AL CES DI LAS VEGAS Dal cestino smart che differenzia i rifiuti autonomamente all’AI generativa multilingua per l’advertising. Le realtà innovative della missione di Agenzia ICE al CES di Las Vegas |
Un’intelligenza artificiale che diagnostica il cancro con un calcolo delle probabilità, un coating per superfici che purifica l’aria e riduce lo smog, ma anche tante soluzioni in realtà aumentata e virtuale per l’apprendimento e lo studio del patrimonio culturale. Sono alcune delle innovazioni delle startup del padiglione italiano al CES di Las Vegas, il più grande e importante evento tech al mondo, in programma dal 9 al 12 gennaio 2024. Una missione guidata dall’ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, allo scopo di supportare l’ecosistema innovativo italiano nel suo percorso di affermazione sui mercati internazionali.
Tra gli stand delle startup italiane troveranno spazio tante soluzioni per rendere smart e a prova di futuro le case e le città, grazie all’automazione, alla sensoristica avanzata, a nuovi modi di concepire la mobilità, dalla logistica aerea al trasporto pubblico su strada modulare. E ancora, il Web3 e la blockchain che supportano l’agrifood tracciando le filiere, la gestione di documenti notarili, il marketing. Ultime, ma non per importanza, le innovazioni della digital health, e i supporti per l’accessibilità motoria e digitale: dalla biopsia virtuale dell’architettura ossea alle carrozzine self-driving per gli aeroporti.
Il padiglione Italia Sono 50 le startup che compongono la delegazione italiana al CES 2024, provenienti da 13 regioni. La Lombardia mantiene una solida maggioranza relativa, ma il Sud è ben rappresentato, con startup da Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Il padiglione coprirà un’area di 600 mq nel cuore dell’Eureka Park, dove sono presenti tutte le startup che espongono al CES. A livello istituzionale, la missione è supportata dalla Regione Sardegna. Partner storico dell’iniziativa italiana a Las Vegas è l’ente nazionale di ricerca Area Science Park, che anche quest’anno ha organizzato l’academy dedicata alle startup: un percorso di formazione per insegnar loro come trarre il massimo, in termini di opportunità di business e visibilità, dall’esperienza al CES.
Oltre agli stand delle startup, il padiglione è costruito intorno a un’arena che nel corso dei quattro giorni di expo sarà animata da panel tematici in cui interverranno alcuni dei principali stakeholder del mondo dell’innovazione italiana, oltre a numerosi partner commerciali statunitensi ed europei. Tutte le startup avranno inoltre la possibilità di raccontarsi alla platea di visitatori dell’Eureka Park, in sessioni dedicate.
Il CES 2024 L’edizione 2024 del CES racconta una fiera che continua la sua ri-crescita dopo la pandemia: per l’edizione di quest’anno sono attesi più di 3500 espositori, numero cresciuto di oltre un terzo rispetto al 2023; di questi un migliaio sono le startup che animeranno l’Eureka Park, area espositiva storicamente allestita all’interno dell’hotel Venetian che ospita i “piccoli” innovatori, molti dei quali riuniti in diverse delegazioni nazionali. A Las Vegas sono attesi anche molti più visitatori rispetto allo scorso anno, oltre 130 mila secondo le stime degli organizzatori.
Le startup 3DNextech, AI4IV, Aindo, Aitem, Alba Robot, Alert-Genius, ARIA Sensing, ArtCentrica, Athics, Blockchain Italia, BrainWaves, Certy, Coderblock, Contents, Develop-Players, Domethics (CES Innovation Awards 2024 Honoree), EZ Lab, Fifth Ingenium, Flywallet, Ganiga, Genuino, Hexagro, Innoitaly, Innova, It’s Prodigy, Kintana, Levante, Light On Your Side, M2Test, MyCulture, NExT, Partitalia, Powandgo, Protom Robotics, REair, SAM, Searcode, Skyproxima, SnapAll, Sport Business Lab Consultancy, Sunspeker, Tecnojest, The Meter, The Nemesis, The Thinking Clouds, TMP Group, Travel Verse, Truesense, Visual Note, Vitrum Design. |
Polemiche, dichiarazioni roventi, contrapposizioni…
Come al solito, in Italia quando un argomento è in discussione, difficilmente si riesce a discutere pacatamente, a confrontare le opinioni, a cercare soluzioni condivise.
E’ il caso del MES, sul quale per settimane i partiti si sono accapigliati lanciandosi accuse di ogni tipo ben difficilmente supportate dalle indispensabili basi tecniche dell’argomento di cui si discute.
Cerchiamo allora di fare chiarezza.
La sigla, innanzitutto: MES significa “Meccanismo europeo di solidarietà” ed è stato istituito nel febbraio 2012 come organizzazione intergovernativa con sede in Lussemburgo. Azionisti sono tutti i Paesi dell’area euro, che hanno voluto dare corpo ad un ente che proseguisse, migliorandolo, il lavoro svolto dal Fondo di stabilità finanziaria.
Il MES ha per finalità esclusiva quella di dare sostegno ai Paesi che si trovano in difficoltà finanziaria, nello spirito della Comunità Europea che deve trovare spazio anche nel campo finanziario per evitare che eventuali crisi si propaghino all’interno dell’intera Europa.
L’organismo dispone di oltre 700 miliardi di euro, di cui 125 sottoscritti dall’Italia che, con Germania e Francia, ha diritto di voto superiore al 15% e dispone così del diritto di veto sulle decisioni.
Qual è il compito del MES?
L’ente ha per oggetto sociale quello di mobilitare risorse finanziarie a favore di uno o più Paesi in crisi, concedendo prestiti legati ad un programma di risanamento delle finanze pubbliche.
Il sostegno può avvenire sia con prestiti alle banche legati alla concessione di finanziamenti alle imprese produttive, sia con acquisti di titoli pubblici a sostegno della liquidità dello Stato ed a contenimento del rialzo dei tassi d’interesse strettamente collegati alla crisi.
Nella storia dell’Europa unita si contano tre interventi del Fondo di stabilità (il predecessore del MES) a favore di Irlanda, Grecia e Portogallo, ed uno a favore della Spagna per ricapitalizzare le banche in un momento di grande difficoltà per il sistema locale.
Irlanda, Portogallo e Spagna sono usciti brillantemente dalle difficoltà grazie alla solidarietà europea (anche perché la loro crisi non era di rilevante entità e gravità), mentre la Grecia ha lasciato strascichi profondi nell’opinione pubblica, perché le condizioni per l’erogazione dei fondi di salvataggio sono state durissime e probabilmente eccessive: l’economia si contrasse del 25%, il reddito pro-capite calò del 30%, la disoccupazione schizzò al 30%.
Una cura da cavallo che però, giudicata oggi, ha consentito di riportare il Paese nel novero delle nazioni affidabili.
L’Europa ha ora deliberato di istituire un “nuovo MES”, approvato da tutti i Paesi a livello governativo ma sotto condizione di ratifica da parte dei Parlamenti nazionali.
Le modifiche non sono radicali, si tratta di una sorta di “maquillage” e di adeguamento all’evoluzione dei mercati.
I principi base sono la non automaticità delle verifiche preliminari sulla sostenibilità del debito del Paese che chiede l’intervento, snellendo così le procedure, ed il ridotto coinvolgimento del settore privato nella ristrutturazione del debito. In sostanza non è previsto alcuna ristrutturazione obbligatoria dell’indebitamento pubblico, come avvenne per la Grecia.
Inoltre il MES sarà autorizzato anche a fornire una rete di sicurezza al Fondo di risoluzione unico nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie; e per questo è stato anche etichettato come “meccanismo salvabanche” con riferimento, da parte di alcuni parlamentari, al salvataggio di alcune banche tedesche che sarebbero in crisi di liquidità per cattiva gestione dei prestiti.
Un esame asettico della nuova struttura del MES porterebbe a concludere che le polemiche siano un esempio del famoso proverbio “tanto rumore per nulla”.
Le novità sono modeste, alcune sono nettamente migliorative (l’abolizione degli automatismi di ristrutturazione del debito pubblico, con la riduzione dei programmi “lacrime e sangue” che tanto sono costati alla Grecia).
La bocciatura avvenuta in Parlamento, con la convergenza di partiti di opposte visioni politiche appare più una forma di protesta fuori luogo e fuori tempo massimo contro l’Europa più che un vero e proprio giudizio negativo sul MES.
Fra l’altro, opporsi al MES sostenendo che non serve e che comunque l’Italia non ne ha bisogno e non vi ricorrerà mai in futuro è risibile: la mancata ratifica impedisce all’Europa intera di dotarsi di uno strumento efficace per combattere le crisi finanziarie, votare contro non significa salvare l’Italia, ma impedire ad altri Paesi di poter disporre di uno “scudo” contro situazioni di difficoltà finanziaria.
Non si vuole utilizzare lo strumento? Bene, lo si approvi in favore della comunità intera, come è nello spirito dell’Europa unita di cui l’Italia è socio fondatore.
Ricordandosi sempre che è consigliabile evitare promesse del tipo “Non lo useremo mai…”.
Dice il saggio: “Mai dire mai!”
GIANLUIGI DE MARCHI
A TASSO ZERO PER CHI RISTRUTTURA IMMOBILE O LO ABBATTE E RICOSTRUISCE PER RENDERLO GREEN E SENZA CONSUMO DI ENERGIA
Mutui e prestiti a tasso zero per chi recupera immobili, anche con abbattimento e ricostruzione, e porta in classe A la classe energetica. La proposta è stata fatta dal Presidente Uncem Marco Bussone ad ABI all’interno di un tavolo sull’efficienza energetica degli edifici. Uncem ha chiesto una soluzione che permetta di non aspettare interventi statali con spesa pubblica, bensì di favorire la rigenerazione del patrimonio con banche che, su un tema così decisivo per il futuro del Paese, intervengono con misure straordinarie, azzerando tassi di mutui e prestiti per i prossimi tre anni.
Il bando prevede il cofinanziamento pubblico per interventi diretti ad ammodernare e migliorare la parti esterne delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, illuminazione esterna…) attuando così una riqualificazione urbana coerente con i principi di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico.
Le linee di indirizzo e i criteri approvati oggi dall’esecutivo di Palazzo Civico, sono stati prima discussi e condivisi dai componenti della Cabina di Regia – organo deliberativo del Distretto del Commercio di Torino – composta da rappresentanti della Città, di Ascom Confcommercio e di Confesercenti e saranno espressamente dettagliati nel bando.
In generale, oltre all’individuazione dell’area oggetto di intervento (quella ricompresa tra lungo Po Cadorna e lungo Po Diaz comprensiva dei locali Murazzi, entrambi i fronti di via Maria Vittoria, entrambi i fronti di via Plana, entrambi i fronti di via Principe Amedeo, entrambi i fronti di via Accademia Albertina compresa piazza Carignano, intero perimetro di piazza Castello, entrambi i fronti di via Verdi, ultimo tratto di Corso San Maurizio solo fronte numeri civici pari) e alla definizione delle platea dei potenziali beneficiari – micro, piccole e nuove imprese che svolgono attività di vendita diretta al dettaglio di beni; quelle esercenti l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande in sede fissa e ambulanti ubicati in sede fissa su via Po con vendita di libri e dischi usati – stabiliscono anche di offrire un contributo massimo a fondo perduto (fino a 5.000 euro, pari al 75% della spesa stimata, che potrà essere maggiorato sino a un massimo di 7.000 euro solo nel caso di tipologie di interventi e spese ammissibili che riguardino l’apertura di una nuova attività economica o di una nuova unità locale presso un locale che risulti sfitto alla data del 1 Gennaio 2024) e che l’investimento minimo ammissibile, oggetto di richiesta di contributo, sia almeno pari a 500 euro.
Le risorse finanziarie messe a disposizione per l’erogazione dei contributi sono pari a euro 224.805,48, di cui euro 186.278,55 di fondi regionali ed euro 38.527,30 di fondi comunali. Inoltre, la cifra totale, sarà così destinata: 32.882,33 euro per la graduatoria rivolta prioritariamente agli ambulanti in sede fissa ubicati in via Po e 191.923,52 euro per la graduatoria rivolta alle micro e piccole imprese e nuove imprese che svolgono attività di vendita diretta al dettaglio di beni e quelle esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande in sede fissa aventi unità locale ubicate all’interno del restante perimetro (esclusa via Po).
A Capodanno e nel relativo ponte le stanze d’hotel sono occupate al 96% a Torino già a partire da venerdì. Un aiutino arriva dal match del campionato di calcio Juventus-Roma, all’Allianz Stadium sabato 30 dicembre. Ma i dati diffusi dalla Confesercenti in base a un sondaggio condotto tra gli albergatori sarebbero comunque ottimi. Confesercenti ha constatato soddisfazione anche tra i ristoratori, che riscontrano una notevole crescita rispetto al 2022 delle prenotazioni per il cenone di San Silvestro. Molto bene anche i caffè, presi d’assalto già dalla vigilia di Natale.
Oltre la soglia consentita in Europa
Il Parlamento europeo ha respinto la proposta della Commissione europea sull’aumento dei limiti di Triciclazolo per il riso importato nell’Unione.
“Si tratta di un risultato importante per le nostre produzioni – spiega il presidente della Federazione nazionale di Prodotto Riso di Confagricoltura, il piemontese Giovanni Perinotti – che formalizza la posizione già espressa il 29 novembre scorso dalla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento Ue, contraria all’adozione del provvedimento che proponeva di aumentare a 0,09 mg/kg il livello massimo residuo per il Triciclazolo, limitatamente al prodotto importato”.
Attualmente in Europa il fungicida è di fatto vietato, in quanto la soglia massima è di 0,01 mg/kg. L’aumento dei valori avrebbe ulteriormente favorito l’import di riso da Paesi che non hanno gli stessi vincoli alla produzione applicati nella UE: questo significa che non sarebbe stato possibile garantire la reciprocità nella tutela della sicurezza alimentare, né la tenuta della competitività delle nostre imprese. L’India sarebbe stato il principale beneficiario dell’eventuale adozione della misura respinta dal Parlamento.
Il comparto risicolo è molto rappresentativo dell’agroalimentare italiano: siamo i primi produttori europei di riso, con circa il 50% della coltivazione presente nell’Unione.