Se il buongiorno si vede dal mattino… il nuovo ad di Stellantis, Antonio Filosa, aveva annunciato il rilancio di Mirafiori. Ma la notizia delle scorse ore è di oltre 600 operai in esubero nello storico stabilimento. L’azienda ha comunicato l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo, con incentivi all’esodo. Riguarda 250 operai delle Carrozzerie, 19 del reparto Presse e a 31 della Costruzione Stampi. Sono 212 a doversene andare dagli enti centrali, 20 lavoratori al Services, 16 al Centro Ricerche Fiat. Sono invece 53 gli operai in esubero alla PCMA di San Benigno e 9 alla ex Tea a Grugliasco. Il polo produttivo torinese di Stellantis conta circa 12mila dipendenti.
La Giunta regionale del Piemonte ha approvato il nuovo accordo tra la Regione Piemonte, il Commissario straordinario per il superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, il Comune di Saluzzo, la Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si tratta di 1,7 milioni di euro dalla Regione per il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori stagionali in agricoltura.
L’accordo rientra tra gli interventi PNRR per la realizzazione della Misura M 5 C2.2 “Piani urbani integrati per il superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura”, con un focus specifico per il distretto del saluzzese, notoriamente vocato alla produzione ortofrutticola e che ospita ogni anno centinaia lavoratori stagionali, in larga parte di origine africana. Una forza lavoro, cresciuta costantemente nel tempo, che ha reso necessario un sistema di accoglienza stabile, regolato da protocolli locali in vigore sin dal 2020.
Pertanto la Regione Piemonte in questi anni ha assunto un ruolo di governance per attivare azioni di promozione del lavoro regolare in agricoltura e per garantire condizioni dignitose di soggiorno e di lavoro, grazie alla collaborazione tra istituzioni, imprese agricole e terzo settore.
“Prosegue l’impegno della Regione Piemonte per garantire dignità, sicurezza e integrazione ai lavoratori stagionali che ogni anno sostengono un comparto strategico come quello agricolo – dichiara il Presidente della Regione, Alberto Cirio –. Un modello virtuoso, riconosciuto anche dal governo, che tiene insieme istituzioni, prefetture, associazioni, rappresentanze datoriali e sindacati, e che, con questo nuovo accordo di collaborazione istituzionale, continua a dare risposte concrete al territorio, assegna risorse e consente alle comunità di affrontare in modo efficace e dignitoso il tema dell’insediamento abitativo della manodopera stagionale”.
“Con questo accordo non parliamo solo di accoglienza, l’obiettivo è creare condizioni concrete per un lavoro regolare, dignitoso e rispettoso dei diritti di tutti, contribuendo a prevenire situazioni di marginalità e sfruttamento. Strumenti come questo rafforzano l’impegno della Regione e di tutti i soggetti coinvolti per far sì che le produzioni agroalimentari piemontesi di qualità lo siano anche sotto il profilo etico, della qualità del lavoro e del rispetto per le persone”.– sottolineano gli assessori regionali al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca e Parchi, Paolo Bongioanni, alla Sicurezza e Immigrazione, Enrico Bussalino, alla Programmazione territoriale Marco Gallo.
cs
2025
“Nei prossimi anni Novara e il territorio circostante attrarranno colossali investimenti e questo è già oggi una grande opportunità, destinata a cambiare nel profondo le prospettive di questa parte di Piemonte. Come Confindustria Novara Vercelli Valsesia dovremo essere protagonisti di questa evoluzione, per la crescita delle nostre imprese, per i nostri giovani, per le nostre comunità. Sono fermamente convinto che le ricadute degli investimenti sull’area novarese possano diventare un “ponte” per lo sviluppo ecosistemico di tutto il quadrante della nostra Associazione, in una virtuosa logica di interconnessione delle differenti aree. Dobbiamo lavorare quasi in simbiosi con le amministrazioni per fare in modo che questi investimenti diventino volano per la crescita”. Lo ha detto il neopresidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Carlo Robiglio, all’Assemblea annuale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) organizzata con Confindustria Piemonte, svoltasi a Novara. Nel suo intervento ha sottolineato “il ruolo dell’impresa come portatrice di responsabilità sociale in un rapporto simbiotico e virtuoso con il territorio” e “l’attenzione a sviluppare nella comunità e sui territori una forte ‘Cultura di impresa’ intesa come crescita delle aziende a livello dimensionale, di competenze e di competitività mantenendo sempre al centro la persona, come capacità di ascolto e di confronto tra gli imprenditori, per rendere patrimonio di tutti le esperienze virtuose, e come interazione con il contesto sociale, per far conoscere sempre più l’importanza del sistema imprenditoriale”.
“Lo scopo di questa assemblea – ha invece sottolineato il presidente di Confindustria Piemonte,Andrea Amalberto – è mettere a sistema energie e competenze per avanzare una proposta che ha cinque cardini: più medie imprese, attraverso aggregazioni e crescita interna, per rafforzare la struttura portante del nostro sistema produttivo; più connessioni tra start-up, PMI e grandi imprese; più semplificazione e tempi certi; più strumenti efficaci, come una Finpiemonte rafforzata, capace di sostenere progetti complessi e sinergie pubblico-private; più attenzione ai territori, attraverso proposte concrete da portare avanti con determinazione e continuità. Disponiamo come Piemonte di molti degli asset necessari per affrontare un futuro che si sta costruendo ora: con intelligenza, con competenza, con coraggio. La politica accompagni questa trasformazione con strumenti stabili e visione lunga, che vada oltre a quelle elettorali. Forti di queste certezze, noi ci siamo. Come Confindustria Piemonte, come sistema di imprese, come comunità di innovatori e costruttori”.
Intervistato da Giuseppe Bottero (La Stampa) al presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, sul tema dell’energia, uno dei maggiori ostacoli alla competitività delle imprese, ha detto, tra l’altro, che “serve il coraggio di tutti, senza divisioni politiche, per trovare un sistema che ci consente di avere una produzione continua”. “Non si può – ha aggiunto – parlare solo di sforare il patto di stabilità per le armi; credo che invece l’industria debba essere posta al centro e su questo serve puntare su ricerca e sviluppo. Sui dazi si deve accelerare nella negoziazione; questo capitolo ci preoccupa, ma è soprattutto l’incertezza che crea pericoli perché può colpire alcuni nostri settori che già soffrono”.
Oltre ai saluti del rettore dell’Università del Piemonte orientale, Menico Rizzi, e del sindaco di Novara,Alessandro Canelli, si è collegato da Kiev il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. I lavori sono proseguiti con una tavola rotonda cui hanno partecipato Regina Corradini D’Arienzo, amministratore delegato e direttore generale di Simest, Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore del mensile Domino, Marco Fortis, direttore e vicepresidente della Fondazione Edison (che ha presentato una ricerca sul sistema economico regionale realizzata in esclusiva per l’occasione), eFrancesca Mariotti, consigliere di amministrazione di Almaviva.
Intervistato da Andrea Rossi (La Stampa), il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha detto, tra l’altro, che «la realtà di questo Paese è che ci siamo affidati per anni a carbone e gas senza esplorare altre fonti. Oggi ci troviamo ancora una dipendenza dal gas per il 40% per la produzione di energia», il cui meccanismo del prezzo «è figlio del peggior impianto della peggior ora. Noi dobbiamo – ha aggiunto – crescere con le rinnovabili, con l’idroelettrico, con il geotermico. E poi c’è il nucleare di ultima generazione, sul quale sto spingendo per il quadro regolatorio. Nei primi anni del prossimo decennio, nel 2031-2032, si potrà avere la produzione in serie a livello industriale degli small reactor”.
Nel suo intervento Robiglio ha inoltre sottolineato come “dovremo anche rafforzare il rapporto con le nuove generazioni, avvicinando sempre più giovani alle imprese e aumentando le sinergie i rapporti con il mondo della scuola e della formazione, in un territorio in cui i Neet, che non studiano e non lavorano, sono il 20%, e il calo demografico sta avendo un forte impatto sul comparto produttivo, con la crescente carenza di manodopera qualificata e il progressivo invecchiamento della popolazione attiva. Dovremo aiutare le aziende associate, soprattutto le più piccole, a governare le trasformazioni in atto e a innovare per crescere e diventare un forte agente di cambiamento, in particolare nelle filiere in cui sono coinvolte e delle quali devono essere sempre più protagoniste, aspetto che può rappresentare un vero vantaggio competitivo. Saremo parimenti impegnati a coinvolgere le grandi aziende e le multinazionali, sia per la loro ricaduta sui territori in termini di occupazione sia per il loro ruolo di capi-filiera che spesso le vede ambasciatrici di un Made in Italy al quale rivolgeremo dovuta attenzione, in particolar modo nella lotta alla contraffazione. Aiuteremo anche le imprese a gestire al meglio il passaggio generazionale, metteremo al centro la formazione, la sicurezza sul lavoro, le politiche di welfare e per le pari opportunità; ci impegneremo sui temi della sostenibilità e della green transition, asset imprescindibili, e lavoreremo per l’internazionalizzazione, facendo meglio conoscere il ruolo di Bruxelles, e per la crescita dimensionale. In una fase di crescente incertezza intensificheremo il dialogo con la pubblica amministrazione e con la politica, anche istituendo apposite deleghe territoriali in capo ai vicepresidenti”.
Confindustria Novara Vercelli Valsesia
Siglato all’Unione Industriali di Torino dopo lunghe trattative l’accordo per il nuovo contratto specifico di lavoro di Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari.
È stato sottoscritto Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri.
Si prevede un aumento per il prossimo biennio del 6,6% con l’incremento dell’intero quadriennio 2023-2026 al 18,66%.
Si otterranno aumenti medi mensili in busta paga di 140 euro per i prossimi due anni e 350 euro nel quadriennio.
Informazione promozionale
A dirlo è l’Osservatorio Jobiri nel report “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca di lavoro”, basato su un’indagine condotta tra gennaio e dicembre 2024 su un campione di 1.100 ragazzi tra i 18 e i 29 anni.
Il quadro che emerge è chiaro: il sistema attuale di orientamento e supporto al lavoro è percepito come inadeguato e ha urgente bisogno di un evoluzione.
Lo scenario del 2025 ha già, in seguito agli ultimi risultati in merito, attuato diverse modalità d’intervento per impedire la fuga “dei giovani cervelli verso l’estero”.
Se da un lato il report Jobiri evidenzia il senso di smarrimento tra i giovani e il lavoro, dall’altro emergono segnali positivi: molte aziende e realtà formative stanno attivando progetti per i giovani che vanno oltre i classici corsi per lavorare. L’obiettivo non è solo formare, ma costruire percorsi di crescita professionale e personale, anche nei settori meno “visibili”.
Non parliamo solo dei nuovi lavori legati al digitale, ma anche di ruoli più tradizionali o operativi, come quelli nei magazzini industriali, dove aziende all’avanguardia introducono strumenti e tecnologie innovative. È il caso delle macchine Mima, già utilizzate e vendute da imprese specializzate come Cieffe Carrelli.
In un ambiente di lavoro conosciuto è bene sentirsi tutelato con i giusti mezzi.
A tal proposito, MIMA offre soluzioni flessibili per la gestione delle esigenze di sollevamento e movimentazione delle merci: la sua gamma di carrelli elevatori, con batteria al piombo e litio, è pensata per un utilizzo non intensivo, garantendo prestazioni affidabili, costi contenuti e una maneggevolezza ideale anche in spazi ridotti.
Anche in ambiti più relazionali come le lingue, le traduzioni o il turismo culturale, molte realtà stanno puntando su inserimenti stabili e redditizi. Tuttavia, affinché questo cambiamento diventi strutturale, serve un impegno serio anche da parte delle istituzioni.
Perché oggi più che mai, i giovani e la crisioccupazionale sono un nodo cruciale da affrontare con strumenti nuovi, concreti e duraturi.
Per quale motivo la ricerca dell’Osservatorio Jobiri ha restituito un quadro tanto critico sulla relazione tra i giovani e il lavoro?
Le risposte risiedono in una serie di fattori strutturali e culturali che da anni penalizzano le nuove generazioni. Tra questi, un ruolo importante lo gioca la carenza di politiche efficaci: nonostante gli sforzi del Ministero Politiche Giovanili.
A questo si aggiunge un forte malessere esistenziale, alimentato da incertezza, precarietà e mancanza di prospettive concrete. Molti giovani vivono la necessità di lavorare non solo come un “bisogno di lavorare”, ma anche con un’ansia continua legata alla paura di non avere un futuro rassicurante.
È un tema che rientra pienamente nel più ampio tema sulla crisi economica e i giovani, dove l’instabilità economica si riflette in una generale disillusione.
Infine, anche l’ambiente lavorativo ha un peso: in un ambiente di lavoro conosciuto è bene sentirsi una parte attiva e valorizzata, ma spesso i ragazzi si trovano spaesati e poco integrati, senza reali occasioni di crescita. Un problema che richiede risposte urgenti e concrete.
Per parlare di opportunità per i giovani (senza che lascino la patria), nel settore lavorativo, bisogna notare come i dati del sondaggio Jobiri evidenzino chiaramente quanto sia profondo l’impatto emotivo della ricerca di un impiego.
Ansia (68%), confusione (65%) e solitudine (41%) sono le emozioni più diffuse tra i ragazzi che cercano lavoro, seguite da rassegnazione (36%) e rabbia (13%). Questi numeri raccontano una realtà complessa: giovani e lavoro oggi si incontrano in un clima di fragilità e insicurezza, che richiede interventi strutturali e mirati.
In questo contesto, serve investire in vere opportunità per i giovani, rafforzando percorsi di orientamento, supporto psicologico e soprattutto corsi per lavorimirati. Per affrontare la crisi, le istituzioni e il mondo produttivo devono garantire spazi di ascolto, crescita e formazione reale.
I giovani e il lavoro rappresentano oggi uno dei binomi più urgenti e complessi del panorama italiano. La difficoltà di accesso al mondo del lavoro da parte delle nuove generazioni è aggravata da una preparazione spesso insufficiente nella fase cruciale del pre-colloquio.
Sempre secondo l’Osservatorio Jobiri, infatti, il 77% dei giovani non si esercita prima di un colloquio, l’80% non raccoglie dati sull’azienda e l’88% non si informa sul recruiter.
Per rispondere a queste criticità, Jobiri propone progetti per i giovani basati su soluzioni tecnologiche e supporto mirato.
In particolare, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale consente di ottimizzare la stesura di CV, lettere di presentazione e profili LinkedIn, offrendo strumenti efficaci per valorizzare le proprie competenze e affrontare i processi di selezione con maggiore sicurezza.
Parallelamente, la digitalizzazione dei servizi di orientamento professionale consente a i giovani italiani di accedere a percorsi personalizzati di career coaching ovunque si trovino, abbattendo le barriere logistiche e rendendo il supporto più inclusivo.
Anche la preparazione ai colloqui viene potenziata attraverso simulazioni, feedback digitali e tecniche per la gestione dello stress, rendendo i candidati più consapevoli e reattivi.
In un mercato che ancora oggi presenta lavori ben pagati che non vuole fare nessuno, spesso per scarsa informazione o timori infondati, questi strumenti digitali rappresentano una leva fondamentale per aprire nuove opportunità.
Nonostante le criticità, è importante sottolineare che il Paese sta attivamente investendo in strategie innovative per affrontare le nuove sfide occupazionali.
Le istituzioni e molte realtà imprenditoriali stanno sviluppando soluzioni avanzate per accompagnare i giovani nel mondo del lavoro, garantendo loro mezzi e risorse eccellenti per contribuire con competenza e sicurezza alla crescita del sistema produttivo.
Oltre all’aggiornamento tecnologico e all’orientamento, si stanno facendo strada politiche che puntano sulla qualità del lavoro, come l’introduzione di ore di assistenza psicologica per i dipendenti.
Questa misura mira a promuovere un ambiente sano e collaborativo, riducendo lo stress e aumentando il benessere organizzativo. La qualità della vita lavorativa non è più considerata un lusso, ma una componente essenziale della produttività e della fidelizzazione.
Nel frattempo, crescono le iniziative per i giovani per renderli protagonisti attivi di questo cambiamento: dai corsi per lavorare in banca a percorsi professionalizzanti in settori tecnici e digitali, le opportunità si stanno ampliando. Eppure, l’allarme legato all’emergenza della fuga dei giovani dall’Italia resta centrale. Non è più una voce di sottofondo, ma un fenomeno reale che richiede azioni concrete.
Il 2025 si profila come un anno decisivo: i giovani e il lavoro oggi rappresentano un nodo cruciale per lo sviluppo del Paese. Investire su formazione, orientamento, supporto psicologico e valorizzazione dei cosiddetti lavori ben pagati che non vuole fare nessuno è l’unica via per invertire la tendenza e restituire fiducia a un’intera generazione.
Il lavoro per i giovani non può più attendere, e l’Italia ha la responsabilità – e l’occasione – di dimostrare che un cambiamento è possibile.
Eleganza, vivibilità e solidità del mercato immobiliare: la Crocetta continua a confermarsi tra le zone più prestigiose e richieste di Torino. Ma qual è oggi lo stato di salute del mercato in questo quartiere storico? Quali sono i trend, chi compra, chi vende e con quali aspettative?
Per fare il punto, ci siamo adati a una voce autorevole: Massimiliano Valdini, titolare dell’agenzia Gabetti Crocetta e profondo conoscitore del tessuto urbano torinese. Con oltre trent’anni di esperienza nel settore, Valdini ore un’analisi chiara e dettagliata della situazione, arricchita da dati concreti, osservazioni sul campo e consigli utili per chi vuole investire o vendere casa in Crocetta.
Le opinioni espresse nell’intervista riflettono la visione professionale e personale dell’intervistato e non necessariamente la posizione uciale del marchio Gabetti a livello nazionale.
Perché Crocetta è considerata una delle zone più ambite di Torino?
Massimiliano Valdini – “La Crocetta è da sempre un quartiere d’élite. A renderla così attrattiva sono diversi fattori: l’architettura elegante, i viali alberati, la presenza di una vivace zona pedonale e del rinomato mercato rionale. Inoltre, la vicinanza al centro, la sicurezza percepita, la qualità dei servizi scolastici e la prossimità al Politecnico la rendono una scelta privilegiata sia per famiglie che per investitori.”
Qual è l’attuale andamento del mercato immobiliare in zona?
Valdini – “È un mercato dinamico e reattivo. Gli immobili ben posizionati e correttamente valutati si vendono in tempi molto brevi. La domanda resta alta, soprattutto per le soluzioni di pregio.”
Chi sono oggi gli acquirenti in Crocetta?
Valdini – “La clientela è composta principalmente da famiglie, liberi professionisti e investitori. Negli ultimi tempi, abbiamo registrato un ritorno deciso di quest’ultimi, interessati all’acquisto per poi attare, soprattutto a studenti universitari, vista la vicinanza con il Politecnico.”
E sul fronte dei venditori?
Valdini – “Spesso si tratta di eredi o persone che cambiano abitazione, magari per motivi familiari o professionali. Si tratta generalmente di un pubblico maturo, molto attento al reale valore di mercato dell’immobile.”
Che prospettive intravede per i prossimi mesi?
Valdini – “Positive. La Crocetta manterrà la sua attrattività grazie alla qualità della vita che ore e alla stabilità del suo mercato. È una zona che continua a essere percepita come un investimento sicuro.”
Quali consigli darebbe a chi vuole acquistare casa nel quartiere?
Valdini – “Il consiglio principale è muoversi con tempestività. Gli immobili più interessanti non rimangono a lungo sul mercato. Per questo è fondamentale adarsi a un professionista esperto del territorio, in grado di guidare l’acquirente con competenza e rapidità nelle scelte migliori.”
I dati diffusi dall’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro confermano una dinamica positiva e solida per il Piemonte: nel primo trimestre del 2025 il saldo delle posizioni di lavoro dipendente è positivo per 2.087 unità, con una crescita congiunturale determinata in larga parte dall’aumento dei contratti a tempo indeterminato (+17.909 unità).
Un segnale importante che si inserisce nella continuità con il 2024, anno che si era chiuso con un saldo positivo di 10.804 posizioni dipendenti. Anche il 2025, dunque, si apre nel segno della stabilità occupazionale e di un sistema economico che, nonostante le incertezze internazionali, mostra resilienza e attrattività.
“Sono numeri che parlano da soli – dichiara Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte e assessore al Lavoro – e che dimostrano quanto la strada intrapresa sia quella giusta: investimenti mirati, formazione professionale di qualità, incentivi al lavoro stabile, ascolto del territorio e centralità della persona stanno facendo la differenza. Il Piemonte cresce e lo fa nella direzione della stabilità e della qualità dell’occupazione”.
Tra i dati più rilevanti spicca quello relativo all’occupazione femminile, che risulta assolutamente dominante: su 2.087 nuove posizioni, ben 1.900 riguardano donne, mentre per gli uomini il saldo è di +187.
“È un risultato straordinario – evidenzia il vicepresidente – che dimostra quanto le nostre politiche abbiano inciso in modo concreto sull’inclusione lavorativa delle donne. I numeri non lasciano spazio a interpretazioni: quando si creano le condizioni giuste – dalla formazione al welfare aziendale, dalla conciliazione vita-lavoro agli incentivi all’assunzione – il talento femminile trova spazio e contribuisce in modo determinante alla crescita del nostro sistema produttivo”.
Dal punto di vista territoriale, la crescita è trainata soprattutto dalla Città metropolitana di Torino (+1.835 unità) e dal novarese (+571 unità).
“In un periodo storico contraddistinto da forti cambiamenti e importanti sfide portiamo avanti azioni concrete, fondate su serietà, visione e risultati misurabili. È la politica dei fatti, quella che mette al centro il lavoro e la dignità della persona. Continueremo a seguirla con determinazione, perché crediamo che il lavoro non sia solo un diritto: è una forma di libertà e di riscatto sociale” conclude Chiorino.
Classe 1968, torinese, dal 2015 al 2024 è stato amministratore delegato del Gruppo SCAI. È stato inoltre per 8 anni vicepresidente di Unione Industriali di Torino e per 5 anni presidente Fondazione Piemonte Innova, già Torino Wireless.
TORINO CLICK
E’ aperto il bando «Piemonte per i giovani» con cui la Regione prevede di finanziare almeno 90 iniziative promosse dai Comuni per coinvolgere circa 1.800 ragazzi e ragazze tra i15 e i 34 anni in un percorso finalizzato all’inclusione sociale. Le domande si potranno presentare entro due finestre di scadenza: la prima fissata al 31 luglio 2025 alle 12 e la seconda al 18 settembre 2025 alle 12. Per partecipare bisognerà inviare una mail (Pec) all’indirizzo famigliaediritti@cert.regione.piemonte.it.
Gli obiettividella misura sono molteplici: accompagnare i giovani nell’inserimento lavorativo e sociale, favorire una partecipazione attiva alla vita politica, promuovere corretti stili di vita, incentivare la pratica sportiva e sensibilizzare sulle tematiche ambientali. Per realizzare le attività previste i Comuni potranno avvalersi del supporto di altri enti locali, centri di aggregazione, associazioni, istituzioni scolastiche ed enti del terzo settore.
Lo stanziamento complessivo ammonta a 4,46 milioni di euro, di cui 3,69 milioni di risorse statali, 419.000 di economie da intese precedenti e 522.000 di cofinanziamento regionale. Il contributo minimo assegnabile a ciascun Comune capofila sarà di 20.000 euro in caso di una sola azione progettuale, 50.000 euro per 2 o 3 azioni e fino a 80.000 euro per 4 o 5 azioni.
«Nel contesto sociale attuale è fondamentale far sentire i giovani parte attiva del proprio territorio, offrendo loroopportunità lavorative, sociali e sportive. Questo programma risponde a tale esigenza e rappresenta un’occasione di attivismo per i Comuni e le realtà associative – osserva l’assessore alle Politiche giovanili Marina Chiarelli –Il coinvolgimento della fascia 15-34 anni non è casuale: questo segmento di popolazione ha un ruolo cruciale per il Piemonte di domani, perché costituisce la base per costruire la forza lavoro del futuro, sostenere la crescita economica, promuovere l’innovazione e, più in generale, generare dinamiche sociali e culturali in grado di favorire il progresso dell’intero territorio».
Per i dettagli del bando https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/piemonte-giovani