STORIE DI CITTA’ /
di Patrizio Tosetto
Vero, nessuno ha la bacchetta magica. La logica avrebbe voluto il non concentramento di tanti problemi sociali in un km quadrato. Ora qualcosa, caro Sindaco o Sindachessa che verrà eletto, dovrà essere fatto
L’ho fotografa da distante col pudore di chi sta invadendo l’altrui spazio. Intenerito, con la pena che s’addice a una situazione del genere.Da mesi questa signora vive accampata sotto una pensilina del 75. Barriera di Milano, via Pacini, davanti all’ex palazzina degli impiegati Ceat, ora adibita a centro recupero di tossicodipendenti del gruppo Abele. Dietro, alloggi costruiti da coop con fondi pubblici Gescal. A 50 metri alloggi dell Atc. Oltre, tra le due palazzine, altri barboni. Anagrafe e vigili hanno lì una sede. Normalità ed emarginazione conviventi.È questa è la prima, diciamo così, notizia. Seconda notizia. Mi sono sempre chiesto perché il suk è stato spostato da Porta Palazzo. Ieri sera ne ho avuto una parziale risposta. Chi organizzava tutto, anzi chi avrebbe dovuto organizzare tutto, era una cooperativa che, pur ricevendo contributi comunali non ha potuto o voluto svolgere il lavoro. La motivazione risiede nelle minacce ricevute dalla malavita dei locali. Dovevamo controllare loro chiedendo un ” contributo” a chi vendeva. Racket. Spostando il suk si spostano i delinquenti. Ora il suk dista non più di duecento metri da dove la nostra donna vive da mesi. Troppa pressione per i residenti. Vero, nessuno ha la bacchetta magica. La logica avrebbe voluto il non concentramento di tanti problemi sociali in un km quadrato. Ora qualcosa, caro Sindaco o Sindachessa che verrà eletto, dovrà essere fatto. Magari cominciando dai vigili che passano in auto vicino alla donna, ed invece di girarsi dall’altra parte facciano intervenire i servizi sociali.