CULTURA- Pagina 94

Torino, gli appuntamenti nei Musei della Fondazione

AGENDA  FONDAZIONE TORINO MUSEI

17 – 23 giugno 2022

 

VENERDI 17 GIUGNO

 

Venerdì 17 giugno ore 16.30

BENESSERE, BELLEZZA E LUSSO A POMPEI

Palazzo Madama – visita guidata alla mostra Invito a Pompei

La visita proposta è un interessante percorso che, descrivendo i numerosi oggetti esposti, si inoltra nel mondo della bellezza e della cura della persona, descrivendo usi e costumi della Pompei di I secolo d.C.

Le terme e le palestre erano luoghi di normale frequentazione e socialità. Gli abiti e i monili di ricco valore erano indossati con attenta raffinatezza. La mostra presenta pezzi di fine oreficeria: anelli, bracciali e collane in oro provenienti da diversi siti dell’area vesuviana. Le cronache del tempo raccontano con puntualità quanto facessero parte del corredo personale. Le donne indossavano bracciali, cavigliere e orecchini, intersecavano pietre preziose fra i capelli per valorizzare le già ricercate acconciature, perfette per delineare lo status sociale di appartenenza. Incensi, unguenti e raffinati profumi riempivano preziosi contenitori, custodendo gradevoli fragranze.

Un racconto di lusso e di abitudini da scoprire guidati, per leggere la mostra con uno sguardo diverso e particolare.

Costo: € 6 a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta

Info e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

venerdì 17 giugno ore 17

VITTORE GRUBICY DE DRAGON. UN INTELLETTUALE-ARTISTA E LA SUA EREDITÀ Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo

GAM – presentazione del catalogo della mostra (Livorno, Museo della Città, 8 aprile – 10 luglio 2022).

A cura degli Amici della Biblioteca d’arte della Fondazione Torino Musei

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Intervengono: Aurora Scotti e Sergio Rebora, Curatori della mostra; Virginia Bertone, Capo conservatore GAM Torino

Mercante, pittore e critico d’arte dalla cultura e vocazione europea, Vittore Grubicy (1851-1920) è stata una figura centrale nel dibattito figurativo dell’Italia del tardo Ottocento, impegnata tanto nella promozione commerciale degli artisti italiani che nello sviluppo teorico dell’arte nuova e del divisionismo. Il catalogo che accompagna la mostra Vittore Grubicy De Dragon. Un intellettuale-artista e la sua eredità. Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo, curata Sergio Rebora e Aurora Scotti a Livorno, si configura come una vera e propria monografia dedicata all’artista, in grado di fornire nuovi sguardi sulla sua sfaccettata attività professionale e artistica, così come sulle sue articolate vicende umane. Uno strumento che permette una riflessione a tutto campo sulla stessa funzione del catalogo di mostra, da sempre diviso tra l’esigenza di compendiare l’appuntamento espositivo ad una rilettura più profonda e scientifica degli argomenti.

Info www.gamtorino.it

 

SABATO 18 GIUGNO

 

Sabato 18 giugno ore 15:30 durata 2 ore

INCROCI =||= TRAMA E ORDITO. LE POSSIBILITA’ DELLA TESSITURA: DALL’ARAZZO AL TAPPETO

GAM – Incontro con Noemi di Nucci, artista tessile

Nell’ambito di INCROCI, Public program sulla mostra “Una collezione senza confini”

Dialogo con l’opera di William Kentridge, Moscow: the Nose Series City of Moscow, 2009

 

Noemi Di Nucci, textile artist e designer, si occupa di tessitura di arazzi su telaio verticale e orizzontale usando materiali convenzionali e non, tappeti, installazioni, mixed media e scenografie teatrali: ha realizzato le installazioni per l’Estate Romana, per il Comune di Roma e per il Comune di Firenze nell’ex manicomio San Salvi. I suoi progetti sono caratterizzati dall’unione tra tecniche tradizionali e sperimentali, studio del segno, della forma e del colore e influenze stilistiche contemporanee. Scrive e tiene workshop basati sulla percezione visiva, anche legata ad argomenti specifici, e sulla tessitura di arazzo.

L’incontro con Noemi Di Nucci, incentrato sull’opera presente in mostra Moscow: the Nose Series City of Moscow di William Kentridge è volto a comprendere il processo di traduzione che avviene nel passaggio dal disegno all’intessitura. L’artista afferma che “un arazzo presenta una sorta di pixelatura, una serie di punti nati dalla decisione presa dal tessitore per ogni singolo filo. La tecnica usata richiede infatti un lavoro dedicato, un lento viaggio di completamento delle zone ancora vuote senza fili né colore, per arrivare a un’immagine intera e completa.”

William Kentridge ha realizzato l’opera in collaborazione con Marguerite Sthepens che, assieme alle sue collaboratrici, ha prodotto gli arazzi in lana di moher tessuta a mano, nell’atelier sudafricano The Stephens Tapestry Studio di Johannesburg. Ci racconta che: “Kentridge consegna un disegno composto da forme di carta nera incollate su una superficie di carta o cartone completata da spilli, scotch e altri materiali. Ci disegna sopra e ogni singolo segno che ha fatto, noi lo reinterpretiamo così che possa essere intessuto”.

Durante l’incontro ci si concentrerà sul dinamismo del segno e sul senso del bianco e nero, di pieni e vuoti, leggendo il processo che dalla scelta cromatica porta alla tessitura vera e propria. Noemi di Nucci porterà alcuni esempi di arte tessile: un arazzo del ‘700, uno realizzato con tecnica tradizionale ma di gusto contemporaneo e un tappeto taftato, permettendo ai partecipanti di scoprire le tecniche, cimentarsi nella pratica – dal disegno all’intessitura e conoscere le nuove tecnologie che trasformano tempi e modi di lavorazione.

Costo: 15 € compresa visita al museo

Posti limitati prenotazione obbligatoria entro il 13 giugno infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO DI INCROCI

 

 

DOMENICA 19 GIUGNO

 

Domenica 19 giugno ore 15.30

IL GIARDINO BOTANICO MEDIEVALE

Palazzo Madama – visita guidata naturalistica

Ai piedi delle possenti torri di Palazzo Madama si trova il Giardino Botanico Medievale, che dal 2011 ospita la ricostruzione di un giardino del tardo Quattrocento, realizzato attraverso lo studio di fonti dell’epoca.

Nel corso del tempo il giardino è stato arricchito con l’introduzione di nuove specie di piante che oggi permettono di proporre visite guidate a cura di naturalisti sulle diverse specie: dalle piante fiorite di ellebori, acanti, digitali, campanule e sclaree alle piante officinali, dalle viti alle piante da frutto fino alle piante considerate magiche.

La visita sarà anche occasione per aprire un dialogo con i presenti sui temi della coltivazione naturale e dell’impiego di rimedi fitoterapici vegetali, oltre che raccontare aneddoti storici e botanici per rivivere la giornata di un giardiniere quattrocentesco: l’Hortolano Domini.

Costo: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: possibilità di chiedere in cassa il biglietto d’ingresso solo al giardino oppure biglietto d’ingresso al museo | gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta.

Info e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

LUNEDI 20 GIUGNO

 

Lunedì 20 giugno ore 16.45

SCRIVERE SUI MURI A POMPEI: PARETI FRAGILI E MESSAGGI IMMORTALI

Palazzo Madama – conferenza con Silvia Giorcelli – Dipartimento di Studi Storici, Università di Torino

I muri di Pompei non restituiscono soltanto splendidi affreschi e decorazioni parietali ma anche fragilissime scritte dipinte e incise: alla scrittura sui muri, vero e proprio medium di comunicazione, i pompeiani affidavano i messaggi ufficiali, ad es. in occasione di eventi pubblici o di competizioni elettorali; ma sono soprattutto le scritture occasionali, dichiarazioni d’amore ed evocazioni sessuali, battute ed invettive, a restituire una intimità che sarebbe altrimenti perduta per sempre.

La conferenza fa parte del ciclo legato alla mostra Invito a Pompei, in corso a Palazzo Madama fino al 29 agosto.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

MARTEDI 21 GIUGNO

 

Martedì 21 giugno

LA NARRATIVA DI FUKURAWA HIDEO. Tra epoca Heian, Murakami Haruki e distopie contemporanee

MAO – conferenza a cura di Gianluca Coci

Furukawa Hideo, uno dei massimi esponenti della letteratura giapponese contemporanea, dialogherà con la sua voce italiana Gianluca Coci a proposito della sua ormai ventennale carriera di scrittore. Sulle sue opere è stato scritto: «Nonostante lo stile multiforme e una certa dose di sperimentalismo, le sue storie sono avvincenti e facili da comprendere, ed è qui che si ritrova il suo straordinario talento». Autore di romanzi che mescolano realtà e finzione, lirismo e suspense, Furukawa illustrerà al pubblico i suoi lavori, che spaziano dalla riscrittura di famosi classici dell’epoca Heian fino alle distopie contemporanee, passando attraverso Murakami Haruki. In Tokyo Soundtrack, forse il più attuale dei suoi romanzi, immagina un Giappone colpito da catastrofi ambientali, infestato da nuovi virus e poco tollerante nei confronti degli stranieri…

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

 

 

MERCOLEDI  22 GIUGNO

 

JANNIS KOUNELLIS

GAM – Nuova mostra in VideotecaGAM

22 giugno – 13 novembre 2022

a cura di Elena Volpato

Prosegue il ciclo di esposizioni dedicate alla storia del video d’artista italiano tra anni Sessanta e Settanta. La mostra, sesto e ultimo appuntamento della collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia, si compone di tre diverse manifestazioni dell’immagine di Apollo che Kounellis mise in opera, tra il 1972 e il 1973, nascondendo il proprio volto dietro una maschera di gesso recante le fattezze del dio.
COMUNICATO STAMPA IN ALLEGATO

 

Mercoledì 22 giugno ore 16.45

DA VERONICA A “VERA ICON”: LA DEVOZIONE AL VOLTO DI CRISTO NEL MEDIOEVO TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Palazzo Madama – conferenza con Gian Maria Zaccone, direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone

Due tradizioni, quella orientale del Mandylion e quella occidentale della Veronica si intrecciano fortemente, con esiti diversi nella storia della spiritualità, sebbene entrambe di forte impatto nella evoluzione della ricerca e della Pietà verso la vera immagine di Cristo.

All’epoca di Innocenzo III l’immagine cosiddetta della “Veronica” – presente da tempo in Roma e oggetto di culto crescente – raggiunge il suo status di immagine-reliquia universale del volto di Cristo. L’immagine della Veronica racchiude una doppia valenza, che impronterà la sua iconografia, che la vede ora come immagine del Cristo vittorioso e ora di quello paziente, che l’avvicina all’immagine orientale del Mandylion. Ciò si riflette anche sulle leggende circa la sua origine, in una versione donata da Gesù alla mitica figura di Veronica che desiderava ardentemente avere un’immagine del suo maestro e guaritore, e in un’altra realizzata durante la passione. Sarà quest’ultima a imporsi nell’ambito occidentale. Per molto tempo gli studiosi si sono interrogati su quale delle due leggende – Veronica e Mandylion – si fosse modellata l’altra. Al di là della questione storica è fondamentale prendere atto come, da un ben preciso punto della storia della Chiesa, con sempre maggiore interesse la Cristianità anela a identificare le fattezze umane di Cristo. Il Mandylion in Oriente e la Veronica in Occidente in realtà rappresentano due fondamentali espressioni dello stesso Volto, recepite secondo le più profonde attese delle diverse spiritualità. Ne è palese testimonianza il ruolo della Veronica nella pietà medievale, e in particolare il significato enorme rivestito nel Giubileo del 1300. Le relazioni dei pellegrini, i testi letterari, da Dante a Petrarca, le cronache liturgiche segnalano in maniera inequivocabile l’emozione della presenza di quel volto a Roma, la cui storia ancora oggi risulta di difficile ricostruzione e a tratti controversa.

Gian Maria Zaccone, storico, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino. Laureato in Storia del Diritto si è specializzato nello studio dei processi per i percorsi di canonizzazione nel medioevo e nella storia della Pietà. In questo ambito ha approfondito il tema della ricerca della raffigurazione di Cristo con particolare attenzione agli esiti sindonici. È titolare di un corso universitario di Storia della Sindone e delle reliquie di Cristo nell’ambito della Pietà.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16);

e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Per assistere alla conferenza è necessario indossare mascherina FFP2

Da mercoledì 22 a venerdì 24 giugno

BLOWING ROSES. PERFORMANCE DI CHRYSANNE STATHACOS PER IL GRANDE VUOTO

MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

Chrysanne Stathacos è un’artista multidisciplinare di origine greca, americana e canadese. Il suo lavoro comprende incisione, questioni ambientali, tessile e performance, ed esplora le connessioni tra azioni rituali, mitologia greca, femminismo, spiritualità orientale, buddhismo e tecnologia, che si riflettono nella sua attuale pratica artistica.

Nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto e del progetto #MAOTempoPresente, l’artista è stata invitata a realizzare una performance al MAO Museo d’Arte Orientale: nell’arco di tre giorni, dal 22 al 24 giugnoStathacos darà vita nel salone Mazzonis a “Blowing Roses”, un’installazione della serie Rose Mandala.

 

Creerò un’opera dalla mia serie Rose Mandala, Blowing Roses. Le installazioni Rose Mandala si basano su strutture circolari storiche che hanno lo scopo di creare un’opera che cambia nel tempo. Questi lavori sono realizzati strappando dozzine di rose – petalo per petalo –  che vanno a circondare specchi colorati di grandi dimensioni. I sensi dello spettatore sono investiti da ondate di profumo di rose che abitano lo spazio dell’opera” racconta Stathacos, che prosegue “I mandala vengono lasciati seccare mentre i petali si riducono a un quarto della loro dimensione originale. Alla fine, il mandala viene smantellato in una rappresentazione finale. I Rose Mandalas vengono gettati, raccolti e dispersi nel vento o spazzati via dal respiro umano, mio e del pubblico. Queste installazioni/performance riflettono l’effimero processo di cambiamento, età, decadenza e vuoto”.

 

Nei giorni 22 e 23 giugno il pubblico è invitato ad assistere alla creazione del mandala, che l’artista realizzerà nel Salone Mazzonis. Infine il 24, in una cerimonia rituale aperta al pubblico, Chrysanne Stathacos distruggerà l’opera.

L’accesso alla performance è incluso nel biglietto d’ingresso alla mostra Il Grande Vuoto.

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

La Gelateria Pepino 1884 di piazza Carignano entra a far parte dei Locali Storici D’Italia

La Gelateria PEPINO 1884 di piazza Carignano entra a far parte dei Locali Storici D’Italia e con
l’associazione “Caffè Storici e Salotti Sabaudi di Torino” diventa una tappa fondamentale neegli
Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.

La gelateria Pepino ormai è associata al volto storico di Torino; per molti turisti, anche stranieri, è
oramai impossibile scindere l’immagine della Gelateria PEPINO dalla sua storica piazza Carignano,
un connubio che è diventato una piacevole consuetudine e risveglia ricordi di momenti golosi e
piacevoli, che conserviamo dentro di noi fin dall’infanzia.
Dal 1929 la sua insegna, le vetrine, la boiserie, i velluti rossi e i tavolini all’aperto fanno, infatti,
parte dell’arredo di una delle piazze auliche più belle e ricche di storia della città, piazza Carignano.
Un salotto che racchiude un mondo di bellezza in cui la Gelateria PEPINO è inserita in modo
armonioso e ne è parte integrante.
Entrare a far parte dell’ Associazione culturale Locali Storici d’Italia , patrocinata dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali, è stato per la Gelateria PEPINO 1884 un importante motivo di orgoglio,
ma anche indubbiamente un riconoscimento di un lavoro portato avanti con passione e impegno,
un impegno fatto di attenzione e lungimiranza che hanno consentito, a questa solida realtà, di
superare crisi e cambiamenti del mercato, senza mai tentennare.
“Locali Storici d’Italia” è un’associazione culturale senza scopo di lucro, che si prefigge, attraverso
appropriate iniziative culturali, turistiche e editoriali, di valorizzare e tutelare i più antichi e
prestigiosi locali che abbiano almeno settant’anni di vita, che siano stati e siano ancor oggi,
protagonisti o artefici di pagine della storia d’Italia attraverso gli avvenimenti di cui sono stati sede
e i personaggi che li hanno frequentati, e che conservino stile, spazi e arredi delle origini . Gli odierni
soci del Sodalizio sono circa 230.
La mission dell’Associazione, condivisa dalla Gelateria PEPINO, è, quindi, quella di valorizzare e
tutelare i locali storici, ma anche supportare il turismo culturale che trova nella tradizione e nella
continuità un evidente punto di forza.
Che sia per gustare un iconico Pinguino – il primo gelato su stecco e ricoperto da una sottile sfoglia
di cacao, inventato e messo in commercio proprio qui – una sontuosa coppa gelato, un aperitivo o
un pranzo leggero e sfizioso, la sosta presso la Gelateria PEPINO non è mai scontata ed è
impossibile che non rimanga impressa, per la bellezza del locale e della piazza, ma anche per
l’elevata qualità dei prodotti e per la professionalità e la cura del personale.
Un riconoscimento meritato, quindi, per uno dei locali storici e più rappresentativi della nostra
città, uno dei pochi che vede continuità non solo nel locale e nel prodotto, ma anche nella
proprietà, Edoardo Cavagnino, presidente di Gelati PEPINO 1884 , rappresenta infatti la quinta
generazione di una famiglia che ha fatto la storia del gelato.
“Sono davvero soddisfatto per l’ingresso della Gelateria PEPINO nell’Associazione Locali Storici
d’Italia – dichiara Edoardo Cavagnino – È un’ulteriore opportunità che si inserisce nella filosofia del
condividere e fare rete, che sposo e promuovo da anni. Ho la ferma convinzione che creare
relazioni e sinergie possa essere utile per la crescita di tutti, delle attività, della città e del territorio.
È un obiettivo che stiamo portando avanti anche con l’Associazione cittadina “Caffè storici e Salotti
Sabaudi”, in cui ho assunto l’impegno personale come in veste di Presidente, nella convinzione che
la città abbia un patrimonio di locali storici unico e invidiabile, che merita un’attenzione mirata e
costante. In questo periodo è auspicabile, e quanto mai necessario, un maggior impegno di tutti gli
attori: cittadini, titolari e istituzioni .”​
Torino è la città con il maggior numero di caffè storici in Italia riuniti in una Associazione dedicata:
“Caffe Storici e Salotti Sabaudi di Torino” , nata dal desiderio di salvaguardare un patrimonio
unico, che si dirama nel centro storico cittadino e guidata dallo stesso Cavagnino che ne è
presidente.
Attualmente sono dieci caffè, locali che possono essere definiti veri e propri siti di storica
accoglienza, la cui data di fondazione si pone tra il 1763 e i primi anni del Novecento.
Rappresentano una delle eccellenze della città e la maggioranza di essi fa già parte dei Locali
Storici d’Italia, ma non solo, tutti i membri dell’associazione “Caffè Storici e Salotti Sabaudi di
Torino” sono entrati far parte dell’Associazione europea “Historic Cafes Route”, che offre ai turisti
l’opportunità di intraprendere un interessante e suggestivo itinerario tematico, di fare un salto
indietro nel tempo, di godere del lusso dei Caffè dell’età d’oro, conoscendone l’importante ruolo
che hanno avuto nel passato e che continuano a giocare nel presente, nel plasmare la storia
culturale dell’Europa. Dai primi di giugno la “ Historic Cafes Route” è entrata a far parte del
Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.
Gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa sono un invito al viaggio e alla scoperta del ricco e
variegato patrimonio culturale europeo. Il loro scopo è quello di creare una rete di persone e
luoghi legati tra loro grazie a una storia e a un patrimonio comuni.
Gli Itinerari Culturali mettono in pratica i valori del Consiglio d’Europa, costituiti da diritti umani,
diversità culturale, dialogo e scambi interculturali.
L’impegno di Gelateria PEPINO 1884 è, quindi, intenso e spazia su più fronti, tra cui la volontà di
salvaguardare e valorizzare la propria storia, che risulta innegabile, come il desiderio di fare rete e
costruire ampie connessioni e rapporti, nel nostro Paese e in Europa, capaci di diventare stimolo
per sviluppare sinergie utili ad esaltare la bellezza del patrimonio dei caffè storici e di Torino tutta.

Da New York a Torino, per la prima volta in Italia, la “Collezione Thomas Walther”

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Dal  “MoMA” a “CAMERA”

“Capolavori della fotografia moderna 1900-1940”

Fino al 26 giugno

Tecnicamente sublime. Capace di fermare al millesimo di secondo l’attimo che non poteva essere che quello. Così perfetta da fare a gara con la stessa realtà.  Fors’anche di superarla. La foto che vedete pubblicata a inizio articolo s’intitola “Class”, la firma è di John Gutmann (1905 – 1998), fotografo e pittore americano di origine tedesca, appartenente alla corrente del cosiddetto “realismo americano” della “Scuola di Ashcan”, quella rappresentata in primis, per  intenderci, da Edward Hopper fra i massimi nomi anticipanti la Pop Art.

Ebbene lo scatto di Guttman inquadra la campionessa olimpica di tuffi Majorie Gestring cristallizzata in una posizione assolutamente perfetta, tanto da apparire surreale: la giovane è sospesa in aria, in un cielo terso libero d’ogni intrusione fra l’obiettivo fotografico e lei, allineata al millimetro con il trampolino. Siamo nel 1935, Marjorie ha solo 12 anni e l’anno successivo  avrebbe conquistato il podio olimpico a Berlino, diventando all’epoca la più giovane medaglia d’oro al mondo. A questa seguiranno tante altre foto dell’atleta, ma nessuna mai riuscirà a raggiungere i “superbi” livelli di quella scattata da Guttman. La foto è sicuramente fra quelle  meritanti una prolungata sosta e un’attenta riflessione nel gruppone delle 230, datate inizi – prima metà del XX secolo, capolavori assoluti della storia della fotografia internazionale appartenenti alla prestigiosa “Collezione Thomas Walther”, acquisite dal “MoMA–Museum of Modern Art” di New York e, fino al 26 giugno, ospitate (per la prima volta in Italia) presso gli spazi di “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia” di Torino. 121 i nomi degli artisti –molti leggendari – rappresentati nella mostra subalpina, alla sua terza ed ultima tappa europea , dopo aver soggiornato nei mesi scorsi al “Jeu de Pome” di Parigi e al “Masi” di Lugano. Mostra che ben rappresenta quel “fermento creativo che prende avvio in Europa subito dopo la Prima Guerra Mondiale – sottolineano gli organizzatori – per arrivare poi negli Stati Uniti, che accolgono in misura sempre maggiore gli intellettuali in fuga dall’Europa delle dittature, arrivando a diventare negli anni Quaranta il principale centro di produzione artistica mondiale”. Accanto ad immagini iconiche di fotografi americani come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston e europei come Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, André Kertész e August Sander, la Collezione valorizza il ruolo centrale delle donne nella prima fotografia moderna, con opere di Berenice Abbott, Marianne Breslauer, Claude Cahun, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jocobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy, Leni Riefenstahl e molte altre. Oltre ai capolavori della fotografia del Bauhaus (László Moholy-Nagy, Iwao Yamawaki), del costruttivismo (El Lissitzky, Aleksandr Rodčenko, Gustav Klutsis), del surrealismo (Man Ray, Maurice Tabard, Raoul Ubac) troviamo anche le sperimentazioni futuriste di Anton Giulio Bragaglia e le composizioni astratte di Luigi Veronesi, due fra gli italiani presenti in mostra insieme a Wanda Wulz e alla friulana Tina Modotti, cresciuta professionalmente in Messico accanto all’americano Edward Weston, suo  grande collega e compagno. L’articolato e ricco iter espositivo ci pone dinanzi ad una Collezione, quella di Thomas Walther (nato negli anni ’50 in Germania che, dal 1977 per vent’anni acquista fotografie, ovviamente tutte in biaco e nero, scattate fra le due guerre mondiali e acquistate dal “MoMA” nel 2001 e nel 2017), in cui si trovano immagini realizzate grazie alle nuove possibilità offerte dagli sviluppi tecnici della prima metà del Novecento, accanto ad una molteplicità di sperimentazioni linguistiche realizzate attraverso diverse tecniche: collages, doppie esposizioni, immagini cameraless e fotomontaggi che raccontano una nuova libertà di “intendere e usare la fotografia”.

Un vero e proprio tesoro acquisito in base ad una selezione del tutto personale; autori noti accanto a reporter assolutamente sconosciuti, tutti però accomunati “da un messaggio forte, convincente e capace di sposarsi bene con le altre opere”, come ricorda lo stesso Walther. Tutte  stampe originali, d’epoca. Nessuna maldestra ristampa. “Nel tempo mi sono convinto – ancora Walther – che il valore di una stampa ‘vintage’ superi l’importanza di una successiva perché ha una coerenza e una congruenza che la rende in un certo senso più convincente”. E la  mostra a “CAMERA” (che a pochi giorni dall’apertura ha già registrato oltre 3mila presenze) ne è chiara riprova.

Gianni Milani

“Capolavori della fotografia moderna 1900-1940”

“CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Fino al 26 giugno

Orari: lun. e merc. 11/19, giov. 11/21, ven. – dom. 11/19

Nelle foto:

–         John Gutmann: “Class”, stampa alla gelatina ai sali d’argento, 1935, “MoMA New York”

–         Foto allestimento, “CAMERA”, Andrea Guemani

Il 19 giugno a Macugnaga gli scrittori di montagna

Domenica 19 giugno la Chiesa Vecchia di Macugnaga ospiterà, nel piccolo cimitero a fianco, la cerimonia di inaugurazione della lapide che completa l’elenco dei soci del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna scomparsi a tutto il 2021.

L’evento prevede la benedizione alle 9,00 del mattino alla quale farà seguito una esecuzione di canti della montagna con il coro Monte Rosa e la Santa Messa nella chiesa dedicata a Santa Maria, uno dei simboli del paese ai piedi della parete Est del Rosa. Il Gruppo Italiano Scrittori di Montagna – Accademia di arte e di cultura alpina (G.I.S.M) nacque a Torino il 14 aprile 1929 per iniziativa di alcuni alpinisti e intellettuali appassionati di montagna come Agostino Ferrari e Adolfo Balliano. Una scelta compiuta in aperta polemica e in opposizione al trasferimento del Club Alpino Italiano a Roma e all’inquadramento dell’alpinismo nello “sport fascista”, aggregando al CONI il sodalizio fondato a Torino da Quintino Sella nel 1863. Ai fondatori del GISM risultava inaccettabile e riduttiva la definizione di alpinismo come semplice “sport”, omettendone i valori ideali, la creatività spirituale e artistica di un’ascensione dove non conta la competizione ma il senso dell’avventura, l’esempio virtuoso di un rapporto sostenibile tra l’uomo e l’ambiente montano. Dell’evento venne data notizia nel giugno del ’29 sulla rivista “Alpinismo” e una trentina di aderenti iniziarono a riunirsi almeno una volta all’anno per scambiare idee, proporre iniziative, progettare azioni sui temi legati alla montagna. Venne bandito un concorso per un opera di letteratura alpina con un premio in denaro di 2000 lire ( circa duemila euro di oggi). Fu creata una particolare categoria di soci onorari e tra i primi a potersi fregiare di questo titolo ci furono il torinese Guido Rey — alpinista, scrittore di montagna, fotografo artistico e nipote di Quintino Sella, ribattezzato il “poeta del Cervino” per il volume monumentale che dedicò alla terza montagna più alta d’Italia — e il francese Paul Guiton, uno dei pionieri della letteratura alpina, autore di numerosi libri sulla Savoia e le Alpi del Delfinato. Il 20 luglio 1929, in occasione della riunione al Colle del Lautaret della Giuria del Prix Littéraire des Alpes Françaises, fu proprio Paul Guiton a salutare la nascita del Gruppo con un telegramma di simpatia e fraternità inviato ad Adolfo Balliano, Segretario del GISM. Contribuirono alla prima fase costituente del GISM altri importanti scrittori dell’epoca come Giovanni Bobba (coautore con Luigi Vaccarone e Alessandro Martelli della prima guida della Alpi Occidentali), Franco Grottanelli, Attilio Viriglio (direttore del Museo della Montagna, autore di biografie e racconti di montagna), il Conte Carlo Toesca di Castellazzo (alpinista che per un quarto di secolo svolse l’incarico di presidente dell’Unione Escursionisti di Torino),Giuseppe Lampugnani (autore con i fratelli Giovanni Battista e Giuseppe Fortunato Gugliermina del volume “Vette”sulle ascensioni nei gruppi del Rosa, Cervino e Monte Bianco dal 1896 al 1921 ) e Ugo De Amicis, autore di racconti e alpinista il cui impegno letterario patì il confronto con la fama del padre Edmondo, celebre autore di Cuore. Tra i primi soci illustri che aderirono all’associazione non va dimenticato Luigi Amedeo di Savoia, il Duca degli Abruzzi. L’esponente della casa reale, notissimo esploratorein poco più di un decennio, tra il 1897 e il 1909, compì le celebri spedizioni in Alaska, al Polo Nord (a bordo della “Stella Polare”) e le ascensioni sulle vette delle Alpi e sulle più alte montagne d’Africa e Asia. L’attività del GISM, grazie agli autorevoli frequentatori delle montagne, pose in risalto gli ideali dei pionieri, da Quintino Sella in poi, inculcando nei giovani soprattutto l’amore per le vette e vallate alpine. Un impegno culturale svolto attraverso articoli sulle riviste specializzate, pubblicazione di volumi in apposite collane come “La picozza e la penna”, ideata e promossa da Adolfo Balliano, editando dal giugno del 1943 un proprio mensile intitolato semplicemente “Montagna”, utile e funzionale per dar voce ai soci dell’associazione. Lo scarno statuto originario venne modificato precisando le categorie dei soci fondatori ordinari e simpatizzanti (o aggregati) e la sigla GISM (Gloriae Itinera Super Montes) venne interpretata come associazione di persone che ai monti dedicano attività artistica e culturale (scrittori, pittori, architetti, fotografi, giornalisti) e cioè gruppo di letteratura arte e cultura alpina. L’attività del sodalizio si intensificò e la lista dei soci, a riprova dell’eco positiva che l’iniziativa stava riscuotendo nell’ambiente culturale alpino, si arricchì con le adesioni dell’Abate Henry ( come socio onorario), di Dino Buzzati (giornalista e autore di Barnabo delle montagne, Il segreto del bosco vecchio, Il deserto dei Tartari) e dell’alpinista Piero Ghiglione (scrisse Dalle Ande all’Himalaya e Le mie scalate nei cinque continenti), il saggista esperto in toponomastica Giovanni De Simoni, il poeta Giovanni Bertacchi, il giornalista e autore della Guida sciistica del Sestriere Guido Tonella. Il GISM annoverò tra i suoi aderenti anche le autorevoli firme di Camillo Giussani, Sandro Prada, Aurelio Garobbio, Gaspare Pasini, l’ingegner Giovanni Bertoglio (redattore della “Rivista mensile” del CAI dal 1953 al 1976 e presidente della Biblioteca Nazionale del Club alpino), Stefano Soardi (tra i fondatori dell’Unione Giovani Escursionisti Torinesi), lo scrittore canavesano di Montalto Dora Salvator Gotta, autore del celebre romanzo per ragazzi “Piccolo alpino” e, più tardi, lo scrittore e alpinista Cesare Maestri, il “ragno delle Dolomiti”. A Macugnaga, ai piedi della parete Est del Monte Rosa, la più alta delle Alpi, il piccolo cimitero degli alpinisti accanto alla Chiesa Vecchia ospita una grande lapide con gran parte dei nomi dei soci scomparsi del GISM. Decine e decine di nomi famosi tra scrittori e amanti della montagna come Giulio Bedeschi ( autore di “Centomila gavette di ghiaccio”),Carlo Passerin d’Entreves, il compositore torinese Leone Sinigaglia che fu vittima dell’Olocausto, Gianni Aimar (giornalista torinese, autore di varie opere sul celebre “re di pietra” e sulla gente del Monviso), alpinisti come Cesarino Fava e Riccardo Cassin, uno dei più forti scalatori del Novecento, l’etnologo e scrittore Fosco Maraini. Sotto il portichetto, in basso, riposano anche i resti di Ettore Zapparoli, scrittore e musicista che il grande scalatore Emilio Comici definì “l’unico vero alpinista solitario”. Zapparoli, anch’esso socio del GISM, scomparve durante un’ascensione sul Rosa nell’agosto del 1951. Il suo corpo non venne ritrovato fino all’estate del 2007 quando vennero alla luce un femore, alcune costole, un dito e dei brandelli di abiti che l’esame del Dna attribuì allo sfortunato rocciatore lombardo, amico di Dino Buzzati e Guido Rey. Dalla nascita del Gruppo Scrittori Italiani di Montagna sono trascorsi più di novant’anni, nelle sue file sono passati gran parte dei nomi più illustri dell’alpinismo e della cultura italiana, impegnati nel dar voce alla bellezza, ai silenzi e ai valori delle montagne. In conclusione è giusto ricordare, tra le figure più significative, Spiro Dalla Porta Xydias, scomparso nel 2017 a quasi cent’anni, per più di trenta presidente del GISM e Accademico del Club Alpino Italiano. Era nato a Losanna da genitori triestini e greci il 21 febbraio 1917, nello stesso giorno di Emilio Comici, anch’esso triestino. In qualche modo Spiro si sentiva l’erede spirituale del più grande talento alpinistico nel periodo compreso tra le due guerre. Affermava che “l’arte ha il difetto di innalzare solo lo spirito, l’alpinismo innalza tutto l’essere umano, compreso il suo corpo. La montagna ti offre il concetto dell’alto, dell’avvicinarsi al cielo. È una via e in questo senso è un dono”. Se il GISM continuerà a produrre cultura, a sostenere la conoscenza della montagna e dei valori che rappresenta, immaginandone un futuro possibile è anche grazie a tutto il lavoro e alle esperienze manifestatesi nell’arco dei decenni per far comprendere quanto le montagne hanno da offrire.

Marco Travaglini

Premio i Murazzi, Quaglieni: “Lo dedico a Mario Soldati”

Caro direttore,  ieri ho ricevuto il “ Premio i Murazzi “ per la saggistica a Torino, per il mio ultimo libro.

Ho ritenuto di devolvere la somma del Premio,non certo simbolica, al Centro Pannunzio Italia.Grazie al Presidente del Premio Sandro Gros Pietro e all’intera Giuria. In altre città ,anche all’estero,sono stato premiato in passato e di recente ( a settembre andrò a Madrid a ritirare in ritardo di due anni il Premio “ De Madariaga ), ma a Torino è il primo Premio di prestigio che mi viene conferito. Torino è la città delle feroci egemonie che non perdonano gli spiriti indipendenti. Se non fossi certo della competenza e della serietà della Giuria molto autorevole , mi sorgerebbe qualche dubbio sui miei comportamenti o sui miei scritti.  Quindi grazie per questo riconoscimento che ho apprezzato doppiamente. “ I Murazzi “ che non ho mai frequentato per la movida degli ubriachi e dei drogati, mi sono cari perché in quel luogo, esattamente cento anni fa, il mio carissimo amico e maestro Mario Soldati, sedicenne, salvo’ un coetaneo dalle acque del Po in piena, rischiando la sua vita. I giornali torinesi sono pieni di evocazioni sulla vita notturna ai Murazzi che sta per tornare, non una parola su Mario Soldati, allora allievo del “Sociale“, ricordato da una lapide per il suo gesto di alta solidarietà umana e cristiana.

Pier Franco Quaglieni 

Ritorno nelle nobili dimore degli antenati

L’evento di giovedì 3 ottobre 2019 aveva lo scopo di riportare gli illustri ospiti nelle splendide dimore dei loro antenati, il castello Gozzani di San Giorgio Monferrato e i palazzi San Giorgio e Treville Gozzani di Casale Monferrato.
Il marchese Titus George Friedrich Ferdinand Emmo Roger Karl von Gozani, accompagnato dalla moglie Eva Maria Friese, abitanti a Kamp-Lintfort nel Basso Reno (Dusseldorf, Germania). Titus, ingegnere elettrotecnico minerario, discende dalla linea austriaca generata da Felice Maria Pio Venanzio Ignazio (1745-1824) marchese di San Giorgio trasferitosi in Carniola (Slovenia).
Il diploma di nobiltà austriaca gli fu concesso a Vienna il 29-12-1817 dal Kaiser Franz I° che autorizzava tutti i propri discendenti di ambo i sessi a portare il titolo “von” Gozani. Venne ratificato il 28-10-1845 dall’alta segreteria di stato affari esteri di Torino dai Reali di Savoia.
L’attestato con sigilli é stato da poco ritrovato nell’archivio provinciale di Marburg, ora Maribor in Stiria. L’intraprendente antenato Giovanni Gozzano il giovane di Luzzogno, infeudato nel 1670 della contea di San Giorgio, diede origine a due linee nobiliari: i Gozzani di San Giorgio dalla prima moglie Caterina Rivetta e i Gozzani di Treville dalla seconda moglie Antonia Ghione. Hanno  collaborato alla logistica dell’evento gli amici di Omegna Augusto Grandi e Magda Peretti esperta delle genti Walser in Valstrona e dai coniugi Zanoni, proprietari della antica dimora di Luzzogno dei conti Gozzano da loro completamente ristrutturata.
La prima visita si è svolta al castello Gozzani di San Giorgio, in via Gozani, accolti dal proprietario Francesco Rolla, dal sindaco Pietro Dallera e dallo storico Dionigi Roggero. Diversi i proprietari succeduti nel maniero risalente all’anno 859, i marchesi del Monferrato per molti secoli feudo imperiale con a capo la dinastia degli Aleramici, Ferdinando II° Gonzaga di Mantova, Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers e i marchesi Gozzani che lo ricostruirono dopo la semidistruzione degli spagnoli.
Al termine della visita il gruppo si é trasferito a Casale in palazzo Treville Gozzani, ricevuti dalla presidente Serena Monina Cerutti, dove si sono potuti ammirare gli affreschi di P. F. Guala. La bellissima dimora fu edificata da Giovanni Gozzani con la moglie Lucrezia Gambera tra il 1710 e il 1740. Dal 1837 ad oggi é sede della Accademia Filarmonica, ospitata all’epoca dal marchese Erasmo Gozzani. Ultimo appuntamento in palazzo San Giorgio Gozzani, ora municipio, accompagnati da Gianni Calvi presidente di Orizzonti Casale che ha illustrato le splendide sale e gli affreschi di F. Lorenzi. Il
palazzo fu edificato da Giovanni Battista Gozzani nel 1778 con la moglie Teresa Bergera, unitamente al palazzo San Giorgio di Torino.
Sono intervenuti il sindaco di Cereseto Enzo Lavagno e il vice sindaco di Casale Emanuele Capra. Hanno partecipato alle visite l’ex sindaco di Strona e storico del lago d’Orta Lino Cerruti e il nostro interprete di italiano e  tedesco Aurelio Marchese. Dopo aver apposto le firme sui registri d’onore i marchesi sono stati salutati con un brindisi tutto monferrino. Rientrati in hotel ad Omegna, il giorno successivo sono ripartiti per la Germania.
Armano Luigi Gozzano 

A Parigi con il piccolo Principe

E’ un’emozione indescrivibile visitare a Parigi, al Musée des Arts Décoratifs, la prima grande esposizione in un museo della Francia dedicata al Piccolo principe e poter ammirare il manoscritto originale del libro, proveniente dalla Morgan Library & Museum di New York.

Nelle sale espositive a due passi dal Louvre, À la rencontre du petit prince celebra uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, probabilmente l’opera più tradotta dopo la Bibbia tanto da contare edizioni in oltre cinquecento lingue e dialetti differenti. Una mostra composta da oltre seicento pezzi (acquerelli, schizzi e disegni, anche inediti, oltre a fotografie, poesie, ritagli di giornale, estratti delle corrispondenze) che raccontano le tante sfaccettature di Antoine de Saint-Exupéry che fu scrittore e poeta, aviatore e filosofo, esploratore e giornalista sempre animato da un profondo ideale umanista. “È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttate via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio“. Una frase che condensa il messaggio contenuto nell’opera più famosa di Saint-Exupéry, pubblicata il 6 aprile 1943 da Reynal e Hitchcock in inglese, e solo tre anni dopo in Francia. Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry era nato a Lione il 29 giugno del 1900 in una famiglia di antiche radici nobiliari ( uno dei suoi antenati aveva combattuto con gli americani a Yorktown, la battaglia che decise l’esito della Guerra di Indipendenza americana). Aviatore e scrittore francese, guardava all’avventura e al pericolo con gli occhi del poeta e, come si può leggere nelle pagine de Il Piccolo Principe, anche con quelli di un bambino. Di grande impatto emotivo sono i racconti dedicati ai voli aerei, tra i quali Volo di notteL’aviatore e Terra degli uomini. Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nell’aeronautica militare francese e dopo l’armistizio nelle Forces aériennes françaises libres, schierate al fianco degli Alleati contro i nazisti. Il libro Let­tera al Gene­rale X e il senso della guerra, pubblicato nel 2014, propone una rac­colta di let­tere e brani (alcuni ine­diti in Ita­lia) di Saint-Exupéry, dove si possono leggere anche le ultime com­mo­venti parole scritte all’amico Pierre Dal­loz in una breve missiva che non fu mai spedita , datata 30 luglio 1944, il giorno antecedente il suo abbat­timento mentre era in volo sul mar Mediterraneo. Queste pagine rappresentano di fatto il testamento spirituale e artistico di uno dei più straordinari personaggi del Novecento, dove Saint-Exupéry racconta una storia diversa da quella del ragaz­zino dai capelli d’oro che apprende e soprattutto inse­gna. In questo libro l’autore si pre­senta al let­tore come aviatore e uomo in guerra  ma soprat­tutto come una persona alla quale stanno a  cuore la ricerca di un senso per l’uomo e per la vita, con domande sulle ragioni di tante cru­deltà e fol­lie che fanno parte del conflitto bellico. La sua morte in volo restò per molti anni misteriosa, finché nel 2004 venne localizzato e recuperato il relitto del suo aereo. Colpito da un caccia tedesco nel mare antistante la costa marsigliese, il Lockheed P38 Lightning a bordo del quale volava Antoine de Saint-Exupery si inabissò a una settantina di metri di profondità. Lo scrittore francese, partito in missione ricognitiva, era scomparso senza lasciar traccia all’alba del 31 luglio del 1944, poco dopo il decollo da una base in Corsica. Il 29 giugno del 2000, nel centenario della nascita, gli è stato intitolato l’aeroporto di Lione. Per raccontare in sintesi estrema l’insopprimibile spirito d’avventura che ne segnò l’intera, seppur breve vita, bastano forse queste poche parole: “Quando si arriva al futuro, il nostro compito non è di prevederlo, ma piuttosto di consentire che accada“. Merci pour tout, monsieur de Saint-Exupery.

Marco Travaglini

 

Le sperimentazioni di ieri e di oggi a Camera

Giovedì 9 giugno, alle 18.30, Camera attende i visitatori per un viaggio nelle sperimentazioni del linguaggio
fotografico tra passato e presente, in compagnia della curatrice e responsabile delle mostre, Monica Poggi
Dal fotogramma alla solarizzazione, dalle stampe in negativo alle doppie esposizioni, i fotografi, a inizio
Novecento, hanno iniziato a esplorare il mezzo fotografico, riscoprendo antiche tecniche e inventandone di
nuove. Si tratta di una grande rivoluzione che ha conquistato il mondo dell’immagine, portando alla
creazione di straordinarie fotografie, in mostra presso Camera fino al 26 giugno.
Passando per le sperimentazioni dinamiche e visionarie di Anton Giulio e Arturo Bragaglia, Herbert Bayer, El
Lissistzky, il viaggio approderà alla fine degli anni Ottanta e alle nuove sfide creative della rivoluzione
digitale.
Significativi saranno artisti quali Adam Fuss, Ellen Carey, Eileen Quinlan, Paola di Bello, Fabio Sandri e
Davide Tranchina che, senza interrogare la macchina fotografica, interrogano questo linguaggio spaziando
dalle suggestioni oniriche all’astrattismo geometrico, in un vortice che collega il passato al futuro della
fotografia.
Nel 1928 Herbert Bayer inizia a creare fotomontaggi spettacolari, incluso questo dal titolo “Humanly
Impossible”, in cui l’artista ritrae se stesso, mentre osserva il suo riflesso in uno specchio. Incredulo tiene in
mano una fetta di braccio staccatasi dal corpo.
Sebbene l’immagine sia giocosa e risultato di una commistione tra l’umorismo dadaista e gli stati onirici
surrealisti, l’orrore sul volto di Bayer richiama qualche cosa di più oscuro, i traumi fisici e psicologici della
prima guerra mondiale e la paura che un tale incubo possa ripetersi.

Dalla pandemia alla guerra: torna Biennale Democrazia, “ai confini della libertà”

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È IL TITOLO DELLA VIII EDIZIONE CHE SI TERRÀ A TORINO DAL 22 AL 26 MARZO 2023 

Biennale Democrazia – progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed è sostenuto, fin dai suoi esordi, da Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT e da numerosi altri partner che negli anni ne hanno garantito la sostenibilità – torna nel periodo che fin dall’inizio l’ha vista protagonista: da mercoledì 22 a domenica 26 marzo 2023, Torino ospiterà l’ottava edizione di una tra le manifestazioni più attese del palinsesto culturale torinese, che si presenta con un titolo particolarmente significativo: Ai confini della LIBERTÀ.

Al centro dell’attenzione sarà la libertà, riferimento indispensabile di ogni discorso sulla democrazia e, allo stesso tempo, parola contesa da schieramenti e tradizioni culturali anche molto differenti, sino a diventare una bandiera, continuamente ridefinita, dei più diversi attori politici. Da ciò l’esigenza di tornare a parlarne, con lo scopo di coglierne le sfumature, di comprenderne le contraddizioni, di discuterne i limiti e nuovi possibili progressi.

La libertà è, oggi, argomento imprescindibile di ogni discorso politico, ma – ricorda Gustavo Zagrebelsky, Presidente di Biennale Democrazia – gli eventi tragici di questi anni, che ci hanno costretti tra la guerra e la pandemia, mostrano quanti significati diversi può assumere una parola così evocativa. La prossima primavera Biennale torna ad animare Torino, per discutere di libertà, delle sue molteplici declinazioni, dei suoi confini, dei suoi possibili sviluppi e dei suoi rapporti con la democrazia”.

Il Sindaco di Torino è orgoglioso di annunciare il ritorno a marzo 2023 di Biennale Democrazia, un evento atteso da un pubblico di tutte le età – composto da tanti torinesi, ma amato ben oltre i confini della nostra città – che negli anni ne ha apprezzato i contenuti e animato le discussioni, determinandone il grande successo. Il senso della manifestazione è stato reso visibile, negli anni, dalla grande partecipazione del pubblico più giovane delle scuole e delle università, fatto di cittadini in formazione continua; è guardando soprattutto a loro che la Città di Torino rinnova il suo impegno, chiamando a un unico tavolo le principali manifestazioni culturali torinesi, Festival Internazionale dell’Economia, Biennale Tecnologia, Biennale Democrazia, per  lanciare il  grande progetto di Torino Futura, il cui obiettivo è quello di moltiplicare le occasioni di dialogo e di attivismo civico dei futuri cittadini lungo il corso di tutto l’anno.

I TEMI DI BIENNALE DEMOCRAZIA 2023

La pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina hanno avuto conseguenze rilevanti sul modo stesso in cui pensiamo e viviamo la convivenza democratica. Per questo Biennale Democrazia riparte dalla libertà che costituisce, con l’uguaglianza, il fondamento stesso della democrazia. Storicamente, però, sotto il cappello della libertà si sono affollati significati diversi, talvolta persino contraddittori: «non c’è parola che abbia ricevuto un maggior numero di significati diversi, e che abbia colpito gli spiriti in tante diverse maniere, come quella di libertà», affermava già Montesquieu. Per esplorare il complesso rapporto tra libertà e democrazia, l’ottava edizione si articolerà in quattro percorsi tematici: Liberi tutti!, Conflitti di libertà, La libertà come format, Immaginare la libertà (per approfondire i quali rimandiamo alla scheda Progetto Scientifico in cartella stampa).

TORINO FUTURA

Nella sua ottava edizione, Biennale Democrazia potenzia e rinnova uno degli elementi distintivi del suo progetto culturale, ovvero l’investimento nella formazione dei futuri cittadini, perseguito fin dalla prima edizione del 2009 attraverso un rapporto di collaborazione privilegiato con le istituzioni scolastiche e con l’associazionismo giovanile.

Ed è proprio a partire dall’attenzione che storicamente la Città di Torino riserva alle giovani generazioni che, come anticipato, è stata ideata Torino Futura, progetto coordinato dagli Assessorati alle Politiche culturali e alle Politiche educative e giovanili che raccoglie in un unico percorso continuativo tutte le attività sviluppate dalle tre manifestazioni culturali di rilievo internazionale che a Torino hanno trovato una casa comune: Festival Internazionale dell’Economia, Biennale Tecnologia e Biennale Democrazia.

Forte è il desiderio della Città di valorizzare e sostenere lo sforzo nel coinvolgimento delle giovani generazioni, che in questi anni hanno pagato un costo altissimo in termini di limitazione delle occasioni di socialità, di apertura e di crescita ma che allo stesso tempo a esso hanno saputo reagire attraverso nuove forme di attivismo giovanile, rompendo schemi e riappropriandosi del ruolo che spetta loro.

DEMOCRAZIA FUTURA

Rilevante novità dell’ottava edizione di Biennale Democrazia è quindi Democrazia Futura che, nell’ambito di Torino Futura, inaugurerà le sue attività a partire da ottobre 2022, con iniziative formative gratuite rivolte alle scuole di ogni ordine e grado: percorsi formativi dedicati alle scuole secondarie di secondo grado realizzati da Biennale Democrazia in collaborazione con Cifa Onlus; percorsi per le scuole secondarie di primo grado, realizzati da Biennale Democrazia in collaborazione con Iter-Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile, Fondazione Casa Teatro Ragazzi e Giovani Onlus; percorsi pensati per le scuole primarie, in collaborazione con Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Fondazione Casa Teatro Ragazzi e Giovani Onlus; percorso rivolto alle studentesse e agli studenti dei CPIA-Centri provinciali per l’istruzione degli adulti di Torino e Provincia, a cura dei formatori di Biennale Democrazia, in collaborazione con Polo del ‘900 (per approfondire gli itinerari formativi proposti rimandiamo alla scheda Democrazia Futura in cartella stampa).

Dopo l’interruzione imposta dalla pandemia, inoltre, Democrazia Futura ripropone l’esperienza del campus residenziale che consentirà alle classi provenienti da ogni parte d’Italia di essere ospitate, a Torino nei giorni della manifestazione, con l’accompagnamento e la guida dell’équipe di educatori dell’Associazione Acmos. Per la prima volta l’esperienza residenziale di Biennale Democrazia si realizzerà in uno degli spazi più suggestivi di Torino: grazie alla nuova partnership avviata con Combo, i ragazzi del campus soggiorneranno presso l’antica caserma dei pompieri di Porta Palazzo, trasformandola in un vero e proprio «quartier generale dei giovani».

Biennale Democrazia tornerà ad abitare i luoghi di Torino che più la caratterizzano, tra cui il Teatro Carignano, il Circolo dei lettori, l’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo, le OGR – Officine Grandi Riparazioni, il Polo del ‘900, l’Aula Magna della Cavallerizza Reale dell’Università di Torino, l’Aula Magna del Politecnico di Torino.

In virtù dell’esperienza di successo della scorsa edizione, che ha consentito a Biennale Democrazia di raggiungere in maniera più capillare un pubblico di rilievo internazionale, irrinunciabile sarà la trasmissione in diretta streaming di un palinsesto di eventi selezionati sui canali ufficiali della manifestazione, intervallato da interviste, contenuti e approfondimenti curati appositamente da giovani giornalisti.

L’edizione 2023 troverà spazio su tutto il territorio della Città, grazie al coinvolgimento attivo e propositivo delle realtà che lo animano, che saranno sollecitate ad avanzare occasioni di incontro, attività e riflessioni sui temi di Biennale Democrazia, grazie al coordinamento nell’ambito del progetto Circoscrizioni al Centro, alla collaborazione della rete delle Biblioteche civiche torinesi e con Camera di Commercio di Torino attraverso la partnership con la piattaforma Torino Social Impact, l’ecosistema per l’imprenditorialità a impatto sociale, che permetterà di riflettere sulle pratiche di rigenerazione urbana come punto di incontro tra la partecipazione attiva e lo sviluppo economico e sociale

 

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Moncalieri. Ogni passo, una scoperta

10 giugno – 23 luglio 2022

 

Dall’after event diffuso di Eurovision alla Eno Week, dalla scuola di magia di Hogwarts al Real Collegio al Club Silencio nel Giardino delle Rose

 

 

Nove eventi, più di 50 artisti, 20 giorni, dal 10 giugno al 23 luglio: “Moncalieri. Ogni passo, una scoperta” è un viaggio tra cultura, musica e gusto nei luoghi simbolo del cuore storico della città, dal Real Collegio Carlo Alberto al Castello Reale, dal Giardino delle Rose a piazza Vittorio Emanuele II.

Ad inaugurare il palinsesto dell’intera rassegna, la prima edizione della ENO WEEK che trasforma la città nella capitale del vino: nel weekend dell’11 e 12 giugno, il Giardino delle Rose del Castello di Moncalieri ospita oltre 80 produttori vinicoli da tutta Italia, in un percorso tra grandi vini e specialità gastronomiche del territorio. Tra gli appuntamenti in programma, la cena diffusa di venerdì 10 giugno in ristoranti, enoteche, osterie e trattorie che porta al centro della tavola il rapporto tra cibo e vino e poi, dal 14 al 16 giugno, in giro per la città, racconti sul vermouth, sull’importanza del sakè nella cultura giapponese e nei manga con Jacopo Buranelli e Chicca Vancini e approfondimenti sul rapporto tra vino e viaggi.

Con FUORI CAMPOl’after event diffuso di Eurovision Village, il 17-18 giugno, Moncalieri ricrea l’atmosfera di Montmartre durante la Belle Époque con concerti, degustazioni e incontri. Ribaltando il concetto degli aftershow, Fuori Campo crea un appuntamento aperto a tutti con gli artisti dell’Eurovision Village: oltre 18 concerti e appuntamenti in 7 diverse location con più di 50 artisti coinvolti, come Bianco, Fellow, Cecilia Harp, The Spell of Ducks, Ava Hangar, Filo Q, Gianni Denitto, Luce Clandestina, Stella Marasciulo, The Sweet Life Society con il progetto Oltre le Barre, Alberto Gallo (Discomoderni), con postazioni di bartending al Giardino delle Rose e performance di barman acrobatici. Fuori Campo è diretto da Francesco Astore, già responsabile della programmazione culturale dell’Eurovision Village di Torino; il regista è Stefano Pesca e Asya Benedini è la coordinatrice dei gruppi emergenti.

Moncalieri diventa una città tutta da scoprire: le tante e differenti location di “Moncalieri. Ogni passo, una scoperta” che offrono scorci sempre diversi, testimoniano la sua lunga e ricca storia, quando Moncalieri era sede dell’Università, ricovero del Templari e antica roccaforte medievale adibita a Residenza Reale.

Un’occasione in più per conoscere la storia è sabato 25 giugno, quando è in programma, per la prima volta, la CACCIA AL TESORO a tappe nel centro storico: dieci itinerari per viaggiare nel tempo e nello spazio alla ricerca dell’anima profonda della città.

Il Real Collegio Carlo Alberto diventa Hogwarts l’8-9 luglio con A SCUOLA DI MAGIA. All’interno di quella che un tempo fu la scuola di eccellenza della nobiltà piemontese, con le camerate che ricordano le “case” della saga di Harry Potter, si incontreranno personaggi insoliti, esemplari di rapaci come la civetta bianca dell’Himalaya, allocchi o barbagianni e si scopriranno la sala delle bacchette magiche e quella degli animali fantastici.

Sabato 16 luglio con UNA NOTTE AL CASTELLO Club Silencio apre per la prima volta le porte del Castello, con percorsi di visita guidati tematici, attività di gamification, audience engagement e illuminazione architetturale del Giardino delle Rose trasformato per l’occasione in un cocktail bar.

Nel centro storico, shopping sotto le stelle il 2 luglio per la NOTTE BIANCA DEI SALDI in compagnia delle marching band, e il 23 luglio MUSICA DAL BALCONE: un’esibizione di musica classica dalla balconata del Palazzo Comunale, a cura dell’associazione culturale Saturnio.

E infine, per scoprire gli angoli più segreti della città, l’associazione Amici del Real Castello e del Parco di Moncalieri organizza visite guidate nel centro storico e al Real Collegio Carlo Alberto, chiuso dal 1998, per rivelare la storia e gli ambienti di una delle più significative istituzioni del Piemonte sabaudo, che conserva ancora le collezioni naturalistiche e degli strumenti scientifici e l’osservatorio meteorologico nel suggestivo studio di Padre Francesco Denza. Sempre visitabile, dal venerdì alla domenica, il meraviglioso Castello Reale, una delle più antiche residenze sabaude, “luogo di delizie” tra le dimore preferite di Vittorio Emanuele II.

 

“Moncalieri. Ogni passo una scoperta” è anche l’occasione per riscoprire le eccellenze gastronomiche moncalieresi: il salame di trippa, ravanello tabasso, lardo e salsiccia saranno i protagonisti di EDIGAMl’evento diffuso gastronomico in programma il 25-26 giugno, 2-3 luglio, 9-10 luglio in più di 20 locali. Il 16 giugno partono anche le CENE SABAUDE al Castello: un’esperienza di degustazione e intrattenimento dal gusto Ottocentesco per riscoprire le mode dell’epoca, rivivere i fasti della Corte e gustare un menù ispirato ai grandi pranzi risorgimentali curato dagli chef Marco Albano, Ugo Fontanone, Enzo Gola, Giorgio Picco.

 

“Con questo ricco calendario di eventi vogliamo offrire ai moncalieresi e ai turisti un’occasione in più per vivere l’estate – commenta il Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna – “La meravigliosa cornice del nostro centro storico accompagna un’offerta dedicata alle famiglie e ai giovani per tutti i weekend di giugno e luglio”.

 

“Ogni passo, una scoperta” è un progetto della Città di Moncalieri in collaborazione con 1° Reggimento Carabinieri Piemonte, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, MoncalieriGiovane, ProLoco, Balletto di Moncalieri, Circolo culturale Saturnio, Casa Zoe, Amici del Real Castello e del Parco di Moncalieri, Diecicento, Ordine Religioso dei Padri Barnabiti, Reverse.

 

Info

www.mymoncalieri.it

Facebook, Instagram: My Moncalieri