CULTURA- Pagina 120

TOurDAYS, ecco i progetti selezionati

Si è conclusa la selezione dei progetti presentati a TOurDAYS, progetto della Città di Torino realizzato da Fondazione per la Cultura Torino e TOdays festival, sostenuto storicamente dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione CRT, in partnership con Iren e in collaborazione con Hangar Piemonte.

TOurDAYS è un percorso lungo un anno per dare spazio a chi crea spazio, un impegno a sostegno delle attivita musicali e dello spettacolo dal vivo, che diviene ora un tour di appuntamenti diffusi in tutta la città, aspettando TOdays Festival 2021.

 

La mission di TOurDAYS è ambiziosa: intervenire sul processo di realizzazione, partendo dal progetto e plasmando su di esso il modus operandi, con azioni che favoriscano la creazione e il consolidamento di un network per facilitare lo scambio di esperienze e lo sviluppo di connessioni che conducano alla nascita di proposte inedite e originali, con l’obiettivo di sostenere la ripartenza delle attivita attraverso la coproduzione di appuntamenti culturali con protagonisti artisti, associazioni, live club, aziende e fornitori locali in un circuito virtuoso di collaborazioni tra mondo profit e no-profit.

 

Ben 44 sono state le proposte pervenute: attività, eventi, appuntamenti culturali, musicali e formativi in partenariato con altrettante numerose realta associative e appartenenti al terzo settore (fornitori di servizi, professionisti, start-up, imprese…). Tutte le proposte hanno raggiunto un livello di qualità e progettualità assai elevato coinvolgendo una rete di oltre 500 soggetti attiivi nella citta di Torino e nell’area metropolitana e dimostrando la capacità di valorizzare le sinergie, creando proficui scambi di esperienze, competenze, professionalità, e facendo dialogare tra loro forme diverse di espressione artistica.

 

La Commissione, presieduta da Gianluca Gozzi, direttore artistico di TOdays festival, coadiuvato dal giornalista e critico musicale Maurizio Blatto, e da Valeria Dinamo, responsabile del progetto Hangar di Piemonte dal Vivo, ha valutato le proposte sulla base della qualità e coerenza con i linguaggi del contemporaneo, del coinvolgimento piu ampio possibile della filiera di maestranze lavorative dello spettacolo e partenariati attivati, della partecipazione di artisti, tutor, ospiti e aziende dell’area torinese, della capacita di coinvolgimento di nuovi pubblici e di ricaduta fattiva sul territorio locale.

 

È stata così selezionata la rosa finale di 10 progetti idonei a beneficiare di un sostegno alla produzione in termini di supporto economico pari al 50% del budget di spesa previsto e di un percorso di accompagnamento costituito dalla progettazione condivisa e partecipata nel network ora costituitosi. Alla luce del risultato ottenuto, poiché il budget del bando avrebbe consentito di sostenere soltanto i primi 7 classificati, la Città di Torino e la Fondazione per la Cultura hanno ritenuto opportuno integrare lo stanziamento previsto per la call per garantire il sostegno di tutti i progetti risultati idonei.

 

TOurDAYS diventa ora un calendario originale di appuntamenti tra loro connessi, performance, laboratori, workshop, seminari, lungo un intero anno, ma rappresenta soprattutto una rete di opportunità per agevolare la filiera e favorire il consolidamento di nuove idee, di nuovi progetti, e di nuove alleanze.

 

I 10 progetti ammessi al finanziamento sono:

  • TRAPEZI: poetiche di scrittura e composizione per giovani autori (Associazione Gruppo Pensionati Vanchiglietta)
    Un’incursione non lineare nella trap torinese, una call tra giovanissimi autori, un percorso di estrazione indolore di adolescenti che producono la propria musica in camerette blindate.
  • SENZA|TEMPO (Associazione culturale OZ)
    72 ore nel Castello Costa Canalis di Cumiana per registrare, condividere e documentare una produzione artistica internazionale nella quale è proprio il Tempo a fare da fil rouge al documentario e da contrappunto all’opera discografica.
  • MUSEO SONORO (Associazione Club Silencio)
    Il patrimonio artistico e culturale della citta – dalla GAM a Palazzo Reale, dal Castello di Rivoli al Teatro Regio – viene sonorizzato, arricchito e rinnovato da artisti del panorama piemontese, risuonando al di fuori di sé in una inedita esperienza di fruizione della performance artistica.
  • OFF THE CORNER (Paratissima Impresa Sociale)
    Live session e panel didattici in tema di publishing e mondo delle sincronizzazioni alle immagini in movimento per offrire agli artisti un nuovo mezzo per la loro sostenibilita e una nuova formula per la loro promozione.
  • FREQUENCIES (Associazione Seeyousound)
    Un percorso didattico articolato rivolto a giovani musicisti e compositori sulla musica applicata alle opere del cinema muto, sostenendo la crescita di professionalita nel settore audiovisivo e dando nuova vita a un cinema dimenticato.
  • MENTORSHIP PROGRAM (Associazione Superbudda)
    Produzione artistica e formazione di giovani talenti per la realizzazione di spettacoli multimediali da circuitare, immaginando la citta di Torino come hub di collaborazione e scambio creativo fra artisti nazionali e internazionali.
  • DISCOPODCAST (Associazione Docabout)
    Un progetto crossmediale targato reDISCOvery sulla produzione e distribuzione di live podcast (audio-documentari) di storie di musica dove le memorie musicali del pubblico sono il punto di partenza per raccontare un artista, un disco, una canzone.
  • TORINO CITTÀ INDUSTRIALE (Associazione Variante Bunker)
    Una rassegna che rende omaggio all’era industriale della nostra citta attraverso la celebrazione del Rumore: da elemento disturbante a esperienza affascinante e trascendentale tra arti visive, nuovi media, danza e architetture.
  • ZONA TRIGGER (Associazione Fluxlab)
    Innescare reazioni sonore per far (ri)suonare luoghi che non hanno mai suonato in contesti non convenzionali dove la musica migra dal club tradizionale per generare contaminazioni e campionamenti capaci di raccontare il contemporaneo.
  • MYOOZIK (Associazione di promozione sociale RadioOhm)
    Trascrizione fonetica dall’inglese di “Musica”: un radar informativo, una app mobile tecnologica capace di connettere eventi, organizzazioni, locali e realta del circuito torinese, condividendo esperienze e contenuti globali.

In questo momento di limitazioni e restrizioni ringrazio la comunità culturale torinese per aver dimostrato di saper continuare a creare e far nascere nuove idee e nuovi modi di pensare e agire, recuperando forma e sostanza, e ripartendo dall’essenza del fare insieme, combattendo la tendenza all’individualismo e mettendo ciascuno a servizio del territorio il proprio valore e la qualità delle competenze maturate nel tempo. Grazie a TOurDAYS, ora TOdays non è più solo un festival, ma una visione più grande verso la quale tendere con forza, per affrontare la sfida per il futuro procedendo insieme, con pazienza, entusiasmo e senso di comunità” dichiara Gianluca Gozzi, direttore artistico di TOdays festival.

 

TOurDAYS è un progetto per il futuro, un viaggio attraverso un panorama del quale pensavamo di avere una conoscenza non superficiale. Il bando che abbiamo lanciato con TOdays ci sta aiutando a scoprire quell’ “altro” un po’ più sotterraneo o sospeso tra dimensioni della creatività che si palesano quando vengono raggiunte da sollecitazioni potenti. Alcuni tra i soggetti selezionati sono conosciuti per quello che già fanno, ma si distinguono, nella scelta fatta dagli esperti, per quello a cui non sospettavamo potessero applicarsi. Ci affidiamo alla competenza e al credito degli esperti, nella convinzione che TOurDAYS ci traghetterà verso qualcosa di inaspettato e allo stesso tempo atteso. Un ringraziamento sentito a tutti coloro che hanno partecipato a questa competizione creativa” dichiara l’Assessora Francesca Leon.

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L’immagine è si Andrea Gatti Art

Se un grande Museo apre le porte al rap

Succede a Torino negli spazi del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano


Nel Museo di storia patria più importante d’Italia risuonano le note della musica “rap”. Nulla di strano. Anche i Musei più carichi di storia possono e devono vivere le suggestioni, il fascino e le emozioni dettate dai tempi. Attraverso la cultura e l’arte in tutte le sue epoche. E in tutte le sue forme. Compresa la musica che oggi batte le note più amate dalle nuove generazioni. Parte di qui l’insolita (ma non dunque così strana) “alleanza” fra il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino e il noto rapper italiano (fra gli emergenti di maggior talento) Ghali. Al secolo Ghali Amdouni, milanese di nascita (ma origini tunisine), classe ’93, il giovane Ghali ha infatti girato proprio qui (grazie alla collaborazione fra il Museo e la “Film Commission Torino Piemonte”) le prime sequenze del videoclip di “Barcellona”, uscito nei giorni scorsi e terzo brano del suo secondo album, dalle sonorità hip hop, dal titolo “DNA”. Fascinosi set del “film” (il videoclip ha infatti un sapore decisamente cinematografico), girato sotto la regia di Giulio Rosati, sono dunque la facciata ottocentesca con le ampie balconate che affacciano su piazza Carlo Alberto, i Saloni del Museo, la meravigliosa Camera dei deputati del Parlamento Subalpino e la monumentale Aula del primo Parlamento Italiano. Lo stesso Ghali compare nelle scene girate all’interno del Museo, in “Sala Codici”, nelle vesti del narratore intento a scrivere su una pergamena una storia d’amore atipica e travolgente con al centro due giovani. E come i due protagonisti indossa delle grandi ali che sembrano contrastare con lo sfondo, ma che invece rappresentano la magia di sentirsi unici e speciali in mezzo a tutti e tutto. Proprio come angeli. Le riprese sono state realizzate lo scorso 15 settembre e sono durate un’intera giornata. Vi ha partecipato anche una squadra di stuntman per girare la scena dell’angelo che si affaccia dalla balaustra di Palazzo Carignano. Una scena che ha lasciato senza fiato le tante persone che transitavano dalla piazza. “Ci fa davvero piacere – ha dichiarato il direttore Ferruccio Martinotti– che il nostro Museo particolarmente attento al pubblico giovanile abbia accolto un artista sensibile e impegnato come Ghali . Un incontro che può solo arricchire chi si lascerà incuriosire e attrarre dal messaggio che ne deriva: non esiste la separazione tra cultura alta e cultura bassa. Esistono diverse forme di espressione che possono e devono dialogare fra loro”.
Il nuovo video di “Barcellona” è disponibile sul canale You Tube dell’artista:

https://www.youtube.com/c/TroupeChannelGhali/featured

g. m.

 

La Fondazione Collegio Carlo Alberto inaugura l’Anno Accademico

Mercoledì 21 ottobre, ore 18.00 Evento online

 

Mercoledì 21 ottobre alle ore 18.00, si tiene l’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2020-2021 della Fondazione Collegio Carlo Alberto, che quest’anno si svolgerà online su Zoom previa registrazione al link: https://2020inauguralceremony.eventbrite.it.

 

L’incontro sarà aperto dai saluti del Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna e del Presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo. A seguire Giorgio Barba Navaretti, Presidente della Fondazione, illustrerà le attività del Collegio Carlo Alberto nel nuovo anno accademico.

 

La lezione inaugurale “Attitudes, Aptitudes, and the Emergence of the Modern Economy” sarà tenuta dal Prof. Joel Mokyr, Northwestern University, storico dell’economia di fama mondiale.

 

Il Prof. Mokyr è Robert H. Strotz Professor of Arts and Sciences e professore di Economia e Storia alla Northwestern University. Si occupa soprattutto di storia dei cambiamenti tecnologici e dell’industrializzazione, con un focus sulle radici economiche e intellettuali del progresso tecnologico e della crescita economica; è autore di libri pluripremiati, dei quali il più recente è “A Culture of Growth” (2016).

 

Nella sua lezione si soffermerà sulle origini dello sviluppo economico europeo che ha seguito la Rivoluzione Industriale, analizzando soprattutto il ruolo dei cambiamenti culturali che hanno permesso alle élite europee di farsi propulsori del progresso economico e tecnologico.

 

La lezione sarà introdotta da Aldo Geuna, Carlo Alberto Fellow e professore di Economia all’Università di Torino.

Incenso, profumo sacro

Profumo viene da per fumum, tramite il fumo, la sostanza che per definizione deve disfarsi, confondersi con l’aria e , per questo, tramite ascendere al cielo, sede degli dei, lasciando a noi mortali soltanto l’ombra lieve della sua persistenza.

Se l’etimologia è latina, certamente l’interpretazione del profumo come qualcosa destinato ad un luogo naturale diverso dalla pesante materia terrestre è comune a tutte le culture: è con questo fine che, da un paio d’anni, i Musei Reali di Torino propongono piccole mostre dedicate al tema.

Le iniziative si svolgono in collaborazione con l’associazione Per fumum, fautrice della riscoperta di ciò che attiene al mondo dell’olfatto tramite iniziative culturali che vanno dalla conferenza al laboratorio, occasioni per riflettere su di un senso ambiguo, meno diretto della vista, dei cinque sensi quello culturalmente, artisticamente, persino linguisticamente e socialmente dominante; meno materiale del gusto; negletto rispetto alla musica, arte dell’udito prediletta da filosofi ed esteti, tuttavia capace più di tutti di farsi prodotto commerciale, raffinato ma assieme ingannevole, destinato a celare altri, più sgradevoli e assieme più “naturali” odori e lezzi, proustiano evocatore di ricordi e, assieme, il senso per eccellenza del predatore, umano come canino.

Quest’anno tocca all’incenso, voce latina medioevale che rievoca la necessità di bruciarlo per sentirne scaturire gli effluvi, e suona certo un po’ paradossale che, nell’anno dell’inevitabile mascherina, all’ingresso della mostra, posta al termine del percorso espositivo del Museo di Antichità, ci siano grandi boccioni colmi delle differenti varietà della resina, dalla mirra al più pregiato, il franchincenso.

Una piccola esposizione di oggetti, dalle tavolette cuneiformi che testimoniano i primi utilizzi della sostanza in Mesopotamia fino ai turiboli per l’indispensabile uso liturgico cristiano, passando per singolari incensieri romani a forma di castrum, piccoli e talvolta incredibilmente moderni unguentari, bruciatori orientali islamici, cinesi e giapponesi, testimoni di una devozione per l’incenso che attraversa tutti i continenti, legandoli tra di loro in vie dell’incensoche hanno come crocevia l’Oman.

È infatti a questa Arabia estrema, un territorio compreso tra le sponde somale ed etiopi del mar Rosso da una parte, yemenite ed omanite dall’altra, che il mondo antico, medioevale e moderno si volge per saziare il proprio continuo bisogno di incenso, accettando di solcare deserti e mari, comprando a peso d’oro le linfe solidificate delle piante del genere boswellia, la cui corteccia secerne la resina odorosa per difendersi dai parassiti e proteggere le ferite che pure occorre infliggerle per coglierne le secrezioni.

Una mostra, prima ancora che di oggetti – tutto si riassume in una stanza e in un pugno di teche – di concetti.

Si scopre cosìcome si faccia presto a dire incenso quando, invece,la spezia si ramifica in varietà, di diversa origine e pregio, e si ha l’occasione di scoprire la terra dell’Oman, un tempo Hadramaut, margine dell’Arabia Felix proteso tra le rotte antiche note ad Egizi, Greci e Romani, cos come verso il cuore dell’Asia, dalla Persia all’India via via sino alla Cina, a portata di mano e remoto,ugualmente tentatore per i due capi della civiltà euroasiatica, destinati a ricongiungersi con i viaggi di Marco Polo.

Una terra tutt’oggi con una propria originalità, sede di un Islam sui generis, né sciita né sunnita, un tempo sultanato capace di trasformare i fiumi di ricchezze che i signori di ogni dove versavano ai suoi mercanti per le sue spezie in un potente impero esteso da Zanzibar al Pakistan, in gara con inglesi, olandesi e portoghesi, punteggiata di importanti testimonianze archeologiche dell’Arabia preislamica, di città perdute e religioni scomparse, mondo assieme altro e liminare alla più nota civiltà mediterranea,ma capace, con il commercio e l’economia, di influenzare il mondo della storia a noi consueta e di venirne, a sua volta,influenzata.

La mostra, aperta per ragioni sanitarie solo di venerdì, sabato e domenica con orario ristretto, resta visitabile fino al 10 gennaio; nel sito ufficiale, https://www.perfumumtorino.com/, le informazioni su ulteriori iniziative.

Il visitatore dovrà attraversare obbligatoriamente l’intero percorso dei Musei Reali: non se ne crucci, perché potrà, in questo modo,non solo riscoprire le collezioni permanenti, ma anche due esposizioni di arte fortemente contemporanea.

Nella prima, TOward2030, diciassette street artist dicono la loro su altrettanti obiettivi di sostenibilità e giustizia sociale promossi dall’ONU per il 2030; nella seconda, intitolata “Beyond Walls“,l’artista Saype propone varie declinazioni sul tema della collaborazione, nel contesto di varie grandi città sparse per il mondo, compresa Torino, nello spazio tra le Porte Palatine ed il teatro romano.

Andrea Rubiola  

Il 24 e 25 ottobre nasce nel Verbano il Parco letterario Nino Chiovini

Il Parco nazionale della Val Grande e l’Associazione Casa della Resistenza danno vita a un parco letterario dedicato a  Nino Chiovini, partigiano, storico e scrittore verbanese con una “due giorni” il 24 e 25 ottobre.

L’iniziativa è patrocinata dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Il progetto, nell’ambito della rete degli attuali 25 parchi letterari promossi e istituiti da Paesaggio Culturale Italiano in collaborazione con la Società Dante Alighieri, si prefigge di valorizzare i luoghi di ispirazione dell’autore e di altre figure importanti della storia culturale e scientifica del territorio della Val Grande e delle aree limitrofe attraverso la realizzazione di itinerari storico-paesaggistici, la valorizzazione della cultura sociale, antropologica e dei valori di libertà propri di quelle aree montane. La val Grande è l’area selvaggia più vasta d’Italia, una wilderness a due passi dalla civiltà, stretta tra l’entroterra del lago Maggiore e le alpi Lepontine.

L’iniziativa del Parco Letterario Nino Chiovini, il primo istituito sul territorio piemontese, si colloca all’interno delle finalità della Carta europea del turismo sostenibile.

Sabato 24 ottobre,alle 16,30,presso la Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce, verrà siglata la convenzione tra Paesaggio Culturale Italiano, Parco nazionale Val Grande e Associazione Casa della Resistenza. Dopo i saluti istituzionali interverranno Stanislao de Marsanich, presidente della rete dei parchi letterari (“La rete italiana dei Parchi Letterari”), Lidia Chiovini, Gianmaria Ottolini e Pieranna Margaroli (“La figura di Nino Chiovini”), Tullio Bagnati, direttore del parco nazionale Val Grande (“Il perché del parco letterario:finalità,strumenti e programmi”).

Domenica 25 ottobre è prevista una escursione nei luoghi di Nino Chiovini all’Alpe Aurelio ( Vrèi nel dialetto locale), costituita da un gran numero di antichi corti maggengali a ridosso della Colma di Cossogno, sulle prealpi verbanesi. Il ritrovo è previsto per le 9.00 del mattino nella piazza del municipio di Miazzina (Vb) seguendo gli antichi sentieri percorsi per secoli da generazioni di pastori. All’Alpe Aurelio,  in occasione della ristampa de “Le ceneri della fatica”, verranno lette pagine di questo libro di Chiovini. Sono previsti il pranzo al sacco e il rientro alle 16,30. In caso di maltempo l’iniziativa sarà annullata.

Nino Chiovini (Biganzolo, 1923 – Verbania, maggio 1991) è stato un partigiano, scrittore e storico, studioso della Resistenza e della cultura contadina di montagna delle valli tra il Verbano, l’Ossola e la Val Vigezzo. Una figura importante, difficilmente inquadrabile in una sola definizione. Le sue passioni e l’impegno di narratore,storico, antropologo, appassionato di sociologia rappresentano un tutt’uno. E il collante di tutto, capace di generare un fermento emotivo, è stata la sua forte e determinata etica civile, la passione per la storia, l’abilità nello scrivere, la capacità di intuire e comprendere i fenomeni sociali. Nei suoi libri sulla civiltà rurale montana ( “Cronache di terra lepontina”, “A piedi nudi”, “Mal di Valgrande” e “Le ceneri della fatica”, uscito postumo) così come nei volumi dedicati alla lotta partigiana (“I giorni della semina”, “Classe IIIa B. Cleonice Tomassetti. Vita e morte” e i due volumi pubblicati postumi “Fuori legge??” e “Piccola storia partigiana”) il suo impegno di ricerca emerge con grande forza e  nitidezza.

Marco Travaglini

Il Pannunzio conferisce i premi “Alda Croce”

GIOVEDI’ 15 OTTOBRE alle ore 17,30, nella sala teatro del Collegio San Giuseppe (via Andrea Doria,18), avrà luogo la cerimonia di conferimento del “PREMIO ALDA CROCE”.

Il premio, dedicato a donne e uomini piemontesi che abbiano raggiunto meriti di particolare valore culturale e sociale, è stato assegnato a:
*  Dott. Anna ANTOLISEI, scrittrice.
*  Gen. D. Salvatore CUOCI, comandante della Scuola di Applicazione di Torino.
*  Dott. Maria Teresa FURCI, provveditore agli studi di Cuneo e Biella, già preside a Torino.
*  Prof. Umberto LEVRA, docente emerito di Storia del Risorgimento di Torino.
*  Avv. Riccardo ROSSOTTO, presidente della Fondazione “Fulvio Croce”.
*  Prof. Elisabetta VITZIZZAI, scrittrice(conferimento alla memoria).

Coordinerà Marina ROTA.

L’attore Bruno PENNASSO leggerà un racconto di Patrizia VALPIANI rievocativo di Alda Croce, Presidente del Centro “Pannunzio”.

Opening doors alla Holden

Torna il 13, 14 e 15 ottobre presso la scuola Holden Opening Doors, l’evento in cui gli allievi della Scuola Holden che stanno per diplomarsi presentano in anteprima i loro progetti migliori a un pubblico di professionisti del mercato editoriale,  di produzione TV e cinematografica, che lavorano nel mondo dell’informazione o in campo aziendale.

Ogni giornata è dedicata a un settore diverso della narrazione: martedì 13 ottobre verranno presentate le storie per il cinema e la TV; mercoledì 14 ottobre si potrà ascoltare un assaggio di racconti e romanzi; giovedì 15 ottobre sarà il giorno dedicato alle idee per brand, web e giornalismo

Tra gli ospiti della giornata dedicata ai progetti editoriali quest’anno sono attesi i rappresentanti di Einaudi, Garzanti, Marsilio, NN editore, Feltrinelli, Mondadori, Salani, Rizzoli, MalaTesta Literary Agency, Alferj e Prestia e The Italian Literary Agency. Ad ascoltare i pitch cinematografici e televisivi, invece, arriveranno case produttrici come LaEffe, Rai Pubblicità, Cattleya, Sky Tv, Lotus Production, Film Commission Torino e Aurora Tv. Nella giornata dedicata a web, brand e mondo dell’informazione saranno ospitati, tra gli altri, Barabino, il Museo Egizio di Torino, Aliverti & Associati, Eggers, Il Post, Il Messaggero, Sony, Luz, Alchemy, Domino e Leo Burnett

 

Gli appuntamenti al Centro Congressi dell’Unione industriale

UNO SPETTACOLO D’AUTUNNO

L’appuntamento successivo cadrà nuovamente di lunedì 12 ottobre, sempre alle ore 15.00, e l’ospite sarà Serena Uccello, vicecaposervizio al Sole 24 Ore, attualmente lavora per la redazione online: scrive di Cultura ed è social media editor. Con lei Filomena Greco, un’altra giornalista de Il Sole 24 Ore. Il libro che sarà al centro della chiacchierata pomeridiana sul palco di Via Vela, è “La nostra casa felice”, edito da Perrone Editore. Da sempre sensibile a temi di carattere sociale, il romanzo di Serena Uccello parla di violenza, di crimine e di un inestricabile intreccio tra mondi diversi, quello della polizia e quello della malavita.
Argentina è una poliziotta in servizio alla squadra mobile di Reggio Calabria e si occupa di intercettazioni. Ascolta parole ma soprattutto silenzi, li interpreta, coglie le connessioni, sviluppa indagini. Assegnata al gruppo ricerca latitanti entra nelle case, nelle vite. A un tratto nelle indagini di Argentina entra Nunzia. Quasi coetanee, Nunzia è infatti la figlia di Gregorio boss della Piana di Gioia Tauro. Argentina ha partecipato alle indagini che hanno portato alla cattura di Gregorio e alla fuga di Domenico, fratello di Nunzia. Così, per inseguire quest’ultimo Argentina comincia ad “ascoltare” Nunzia. Impara a conoscerla. In progressione le domande di Nunzia cominciano a essere i dubbi di Argentina. Le incertezze dell’una diventano parte dell’altra. Argentina entra in Nunzia, Nunzia entra in Argentina. Nunzia dopo l’arresto del padre e la latitanza del fratello viene risucchiata dagli affari della famiglia e si rende conto che rischia di perdere i figli. Ed è proprio la figlia Miriam con il suo comportamento “puro” a mettere in crisi la madre. Più cresce la crisi di Nunzia, più matura l’inquietudine di Argentina. Prima piccoli segnali, poi quasi certezze. Chi è realmente l’uomo che le sta affianco? Nunzia deve salvare i figli dalla contaminazione nel momento in cui Argentina sente che la contaminazione sta entrando nella sua casa, nella sua vita.
Ma quando la violenza, criminale, permea ogni aspetto del vivere, quale salvezza può esserci?

I MARTEDI’ SERA

Il secondo incontro, martedì 13 ottobre sempre alle ore 21.00, vedrà protagonista Chicco Testapseudonimo di Enrico Testa, dirigente d’azienda, dirigente pubblico e politico italiano a colloquio con Paolo Griseri – vicedirettore La Stampa -, interviene Silvio Marioni, presidente del Gruppo Gomma Plastica UI To e CEO di Tekspan, del gruppo Sogimi. Con l’occasione presenterà il suo nuovo libro dal titolo “Elogio della crescita felice. Contro l’integralismo ecologico”, edito da Marsilio Editore. Da sempre sensibile a temi di carattere ambientale, ha ricoperto il ruolo prima di segretario nazionale e successivamente di presidente nazionale di Legambiente dal 1980 al 1987, oltre ad aver contribuito a fondarla.

Che sia in parlamento, sui social o a cena tra amici, oggi tutti si dichiarano convintamente «ambientalisti». Ma se in questa categoria rientrano opinioni spesso in contraddizione tra di loro, negli ultimi tempi sembra essersi imposta un’unica narrazione, che vede nella parte della vittima, assediata dalla presenza umana, il pianeta Terra, e come unica soluzione per evitare l’estinzione quella di rallentare la corsa del progresso, e decrescere così felicemente verso un mondo più giusto e sostenibile per tutti. È la stessa ideologia che, sull’esempio di Greta Thunberg, ha portato migliaia di giovani in piazza al grido di «la nostra casa è in fiamme!», o che ha spinto eminenti intellettuali a domandarsi se in tempi di pandemie globali e deforestazioni selvagge non fossimo diventati «noi il virus della Terra». A queste teorie spesso infondate Chicco Testa, che di temi ambientali si è occupato prima come presidente di Legambiente e poi di Enel, oppone un punto di vista consapevole e di ampio respiro, ponendo la necessità di sostenere il progresso scientifico ed economico, unico in grado di migliorare l’efficienza energetica, diminuire l’inquinamento atmosferico e garantire ricchezza e benessere per le generazioni future. Passando dai falsi miti dell’agricoltura biodinamica e della pericolosità degli Ogm a casi concreti come quelli di Ilva, Tap e 5G, l’autore offre un vademecum per difendersi dagli estremismi dell’ecologismo radicale e ribadire che il principale nemico dell’ambiente non è l’uomo, ma la povertà.

MEZZ’ORA CON…
Il secondo incontro, mercoledì 14 ottobre alle ore 15.30, vedrà ospite l’Ing. Paolo Gay, professore Ordinario di Meccanica Agraria presso il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, in cui è vicedirettore. In questo colloquio si analizzeranno le modalità di nascita e sviluppo, nell’esperienza dell’intervistato, delle fruttuose collaborazioni di ricerca tra enti di ricerca & università, PMI e/o grandi imprese. Dalle consulenze, a progetti di ampio respiro, di “filiera”, co-finanziati da enti territoriali nazionali (Poli Innovazione, POR-FESR ecc.) o dalla comunità europea. Saranno discusse le dinamiche di interazione, di coordinamento e di gestione dei risultati, il tutto basato su esempi e aneddoti attinti da alcuni esempi di progetti condotti dall’unità di ricerca dell’intervistato.

I biglietti d’ingresso gratuiti potranno essere scaricati dal sito www.centrocongressiunioneindustriale.it

Gli incontri si terranno presso il Centro Congressi, Via Vela 17 –  Torino.

Per informazioni è possibile telefonare allo 011/57.18.277

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Un tasto italiano. Remington e Cesare Verona all’Officina della Scrittura

Fino al 31 dicembre 2020, presso Officina della Scrittura, una mostra che ripercorre la storia delle macchine da scrivere

 

Officina della Scrittura Strada Comunale da Bertolla all’Abbadia di Stura 200 Torino. Lunedì, martedì, giovedì, venerdì dalle 9 alle 18, l’ultimo weekend del mese dalle 10 alle 19. Biglietto 8 Euro

 

Testo alternativo
Testo alternativo

UN TASTO ITALIANORemington e Cesare Verona a Torino è una mostra che raccoglie oggetti e documenti legati alla storia delle macchine da scrivere Remington, di cui Cesare Verona Sr è stato concessionario unico per l’Italia. Si tratta del primo vero avvicinamento della famiglia Verona nei confronti della scrittura.

 

La mostra resterà allestita fino al 31 dicembre 2020 ed è aperta al pubblico nei giorni lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 18 (ultimo ingresso alle 17) e l’ultimo weekend di ogni mese dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18).

 

L’esposizione si snoda nel percorso espositivo di Officina della Scrittura e dialoga con la collezione permanente, in uno scambio continuo che ha come filo conduttore il segno.

 

Si possono ammirare macchine da scrivere che hanno segnato un’epoca, dalla Sholes che ha inventato la macchina da scrivere come la conosciamo oggi, introducendo il layout QWERTY e Glidden, la prima macchina industriale al mondo, che aveva caratteristiche ancora oggi in uso su ogni singola tastiera di computer, la Remington 1, fino ad arrivare alle più moderne portatili passando per la N.5, la prima venduta da Cesare Verona.

 

La Remington ha il primato di essere la società che ha creato la prima macchina da scrivere industriale nel 1873. Uno dei primi utenti delle macchine da scrivere prodotte dalla società era nientemeno che Mark Twain il primo scrittore a produrre un manoscritto dattiloscritto. Su molte macchine troviamo la cosiddetta chiocciola “di internet” e l’invito al visitatore è quello di riconoscerla fra le tante Remington esposte.

 

In mostra si possono ammirare le macchine della collezione Verona e della collezione di Domenico Scarzello, fondatore del Museo della Scrittura Meccanica di Bra e Presidente di CompuItalia, Collezionisti Macchine per Ufficio.

 

“Un tasto Italiano è un tributo alla fantasia, alla perseveranza, alla determinazione e alla tenacia di mio bisnonno Cesare” commenta Cesare Verona Jr.

 

La prima sala, di introduzione all’esposizione, raccoglie esempi di altri oggetti commercializzati da Cesare Verona, come le macchine da scrivere MonroeCoronaSmith PremierMonarch, i mimeografi Edison, i calcolatori KuhrtFacitMonroeGardnerAlfa-InzadiFriden… e tanto ancora, allargando la propria attività in tutte le direzioni attinenti agli strumenti di scrittura, aprendo più di cento filiali e laboratori in tutte le maggiori città italiane.

 

“La mostra rende omaggio ad un personaggio fondamentale per la scrittura a macchina in Italia, che merita di essere ricordato e valorizzato” aggiunge Valentina Lombardo, curatrice della mostra.

 

All’interno del percorso, il visitatore è accompagnato in un viaggio nel tempo, alla scoperta, non solo delle macchine da scrivere, ma anche di tutti gli oggetti ad essa collegati, come i nastri dell’inchiostro, i manuali di funzionamento e soprattutto pubblicità, cartoline d’epoca e documenti commerciali strettamente legati alla Remington e alla figura di Cesare Verona Sr.

 

La mostra è realizzata con il patrocinio della Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Torino, Circoscrizione 6, Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino.

 

Officina della scrittura. E’ il primo Museo al mondo dedicato al Segno e alla Scrittura.

 

Inaugurato nel 2016 grazie all’associazione Aurea Signa e con il sostegno della Comunità Europea e di numerosi contributi privati è oggi una vera e propria “Cittadella della conoscenza” un luogo in cui viene raccontato e valorizzato tutto ciò che è legato alla cultura della scrittura e al segno dell’uomo.

 

Un museo unico nel suo genere che presenta un perfetto equilibrio fra tecnologia e tradizione attraverso un percorso organico che, con le sue diverse anime, racconta, emoziona ed informa il pubblico di ogni età.

 

Officina della Scrittura, che si trova all’interno della Manifattura Aurora e si sviluppa su una superficie di oltre 2.500 metri quadrati, propone un percorso che parte dalle origini del segno alla prima macchina da scrivere Remington, dagli strumenti di scrittura antichi alla selezione dedicata alla storia delle penne stilografiche che include una selezione di penne iconiche del XX secolo di differenti marche e designer tra cui la celebre Hastil di Aurora, esposta al MoMA di New York.

 

Officina della Scrittura, oltre all’esposizione permanente, ospita mostre temporanee, promuove numerose attività tra cui corsi di calligrafia, grafologia e psicologia, attività per le famiglie e workshop.

 

Per le scuole propone alternanza scuola/lavoro, visite a tema e laboratori quali: “Segui il segno”; “Segui la storia del segno”; “Laboratori del fare segno”.

Un’epoca e una società dentro le immagini di Carlo Bossoli

Sino al 31 gennaio prossimo, nelle sale della Fondazione Accorsi – Ometto

Un lungo secolo, che scavalca i tempi abituali. L’Ottocento. Dagli ultimi fuochi della Rivoluzione francese sino ad arrivare alla fine del primo Grande Conflitto, l’abbandono cruento dell’Ancien Régime per spingersi incontro ad un secolo nuovo e pericoloso.

Al centro le guerre d’Indipendenza, il colonialismo e le sue piaghe, l’importanza sempre maggiore della borghesia che va sostituendosi alla nobiltà, i decenni delle grandi quanto affascinanti esplorazioni, le guerre che ridisegnano gli atlanti, le scoperte messe in campo per dare un volto nuovo alla società. Non ultima la costruzione delle ferrovie, che cambiano il paesaggio e indicano un nuovo modo di viaggiare: le più antiche – la Napoli/Portici o la Milano/Monza – messe al servizio delle corti, la Torino/Genova del 1845 costruita per lo sviluppo del trasporto delle merci. Un secolo importante. Che necessita di un testimone importante, capace di farlo rivivere anche agli occhi di noi moderni, che mostri – quasi cantore di “una vita in diretta”, preciso e raffinato cronista del suo tempo – le azioni e i mutamenti che gli sono corsi attraverso.

Cronache dall’Ottocento ovvero La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo s’intitola la mostra che la Fondazione Accorsi-Ometto presenta sino al 31 gennaio 2021, fortemente voluta dal direttore Luca Mana, curata da Sergio Rebora con la collaborazione di Daniela Giordi per la sezione fotografica. Con prestiti privati e pubblici (Museo del Risorgimento e Galleria d’Arte moderna di Torino, Archivio di Stato di Torino, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, il Museo del Risorgimento di Milano e i Musei Civici di Varese), sono presenti cinquanta dipinti di Bossoli (paesaggi, scorci cittadini, opere celebrative, immagini della Storia catturate quasi in istantanea) e 40 fotografie di maestri italiani e stranieri, appropriandosi la fotografia della giusta attenzione, “non più arte ma storia”, inconfutabile specchio di una società, di una vita che cambia verso la modernità, che abbraccia la città e la campagna, che testimonia il progresso e le distruzioni di una guerra, che corre in simultanea con l’azione descritta.

Proveniva da una famiglia di origine svizzera Carlo Bossoli, era nato a Lugano nel 1815 e solo cinque anni dopo aveva seguito il padre trasferitosi a Odessa, nella Russia dei Romanov, curioso e pronto di lì a pochi anni ad accrescere una formazione artistica, da autodidatta, che l’avrebbe presto visto vedutista, scenografo e autore di “cosmorami” panoramici. Poi il ritorno nel Canton Ticino, il decennale soggiorno milanese all’interno del quale visse gli eventi delle Cinque Giornate e fu onorato altresì delle numerose commissioni delle famiglie aristocratiche: e infine, nel 1853, l’arrivo a Torino. Dove trovò quella corte sabauda che gli avrebbe conferito la patente di “pittore reale di storia”, con l’incarico di raffigurare tra l’altro i luoghi delle ferrovie inaugurate in Piemonte in quegli anni, dipinti da cui fu tratta la celebre serie di litografie intitolata Views on the railway between Turin and Genoa, pubblicata a Londra, ancora nel ’53. E dove progettò la propria casa, un’abitazione con un giardino privato e uno studio dentro cui lavorare, un esempio di stile moresco andato perduto nelle proprie fisionomie (lo si può ammirare in un’opera dello stesso Bossoli del 1868 presente in mostra): ma il palazzo s’affaccia ancora oggi sul Lungo Po Diaz, sopra i Murazzi, all’altezza di via Giolitti. Morì nel 1884: e nel lungo periodo in cui operò, percorse le strade di Russia, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Spagna e Marocco, testimoniando gli avvenimenti storici e privati che oggi queste “cronache” ci rendono.

Suddivise in cinque sezioni, un raffinato percorso che guarda alla storia e all’arte, concepito dall’allestimento di Diego Giachello, attento all’interno delle sale all’impiego dei colori e alla loro morbidezza, in pieno accordo con le opere esposte. I centri urbani disseminati lungo lo stivale, il capolavoro del Duomo palermitano e della sua piazza (del 1871) e il Canal Grande a Venezia e il torinese palazzo Coardi di Carpeneto con il suo atrio elegante e animato di personaggi, come le vaste piazze della Capitale sabauda divise tra divertimento e attività lavorative: accanto le prove fotografiche, a confronto, un allinearsi di tinte ambrate a restituirci la Torino lontana più di un secolo e mezzo fa. Le tempere su carta di Bossoli abbracciano poi i differenti momenti storici, la prima e la seconda Guerra d’Indipendenza come la difesa della Repubblica Romana del ’49, Vittorio Emanuele II a Palestro o mentre scende con i suoi ministri lo scalone di palazzo Madama in occasione dell’apertura della Quinta Legislatura, le scuderie juvariane di Venaria, felicemente riscoperte di recente, in un susseguirsi di ombre tra cavalli e stalli, colori, particolari, frammenti vivissimi, o ancora la guerra di Crimea, alla metà degli anni Cinquanta, fotografata in un primo tempo a opera di Roger Fenton, al seguito dell’esercito britannico, e poi da James Robertson (sua la Postazione d’artiglieria) e Felice Beato, due veri e propri reporter di guerra.

Il capitolo delle ferrovie testimonia l’ammodernamento del paese e soprattutto il primato dello stato sabaudo; come un’attenzione a sé merita l’esotismo, con il Bazar del 1847, l’interno del caffè di Galata e l’ampio panorama di Istanbul (l’antica Costantinopoli) del 1878 con i suoi minareti, i gruppi di personaggi nei loro abiti, le case ed i palazzi, tutti schierati come su di un palcoscenico, ben visibili in primo piano mentre le montagne e l’azzurro del cielo si perdono impalpabili in lontananza; e ancora il Marocco e l’Egitto, cui molti guardavano con curiosità, quasi un paese da sogno, tra l’antico (le immagini con le rovine di Karnak) e il moderno, all’indomani dei lavori dello stretto e del successo dell’Aida verdiana. L’ultima sezione considera, ancora in uno stretto rapporto tra tempere e materiali fotografici, le molteplici vedute di ville e giardini storici, il piacere di vivere in campagna, i luoghi della tranquillità e del piacere fuori delle città, quasi al loro riparo (il secolo precedente aveva conosciuto al riguardo le opere di Magnasco e di Bellotto), morbidi capolavori che ci raccontano tra gli altri della Villa Giulia a Bellagio, una vera e propria testimonianza per i proprietari, il ricordo di gite in barca, di passeggiate nel parco, di feste notturne o di ricevimenti pomeridiani, la descrizione esatta e ancora una volta immediata dei riti mondani di una società di cui Bossoli era testimone. Chi visiterà la mostra si soffermi davanti ai minuscoli schermi su cui scorrono “leggerissime” clip, della durata di un minuto circa, chiaramente in un canonico bianco e nero, montaggi curiosi, mobili testimonianze di un’epoca che ha ancora molto da dirci: a movimentare una mostra che qualcuno ha temuto per un attimo che fosse “noiosa”. Se ne volete scoprire l’alto tasso di vitalità, non mancate.

Elio Rabbione

 

 

Le immagini

Carlo Bossoli, “Veduta del Duomo di Palermo”, 1871, tempera su carta applicata su tela, 59 x 89 cm, coll privata, courtesy Galleria Aversa, Torino

Carlo Bossoli, “Veduta della scuderia grande di Venaria Reale”, 1853, tempera su carta applicata su tela, 55 x 77 cm, coll privata

James Robertson, “Crimea. Postazione di artiglieria al termine della battaglia”, 1856, carta salata, 259 x 200 mm, coll Marco Antonetto

Antonio Beato, Egitto, Luxor-Karnack, veduta degli obelischi nel tempio di Amon-Ra”, circa 1870, stampa all’albumina, 275 x 212 mm, coll Marco Antonetto

Carlo Bossoli, “Veduta di Istanbul”, 1878, olio su cartone, 46,5 x 76,5 cm, coll privata