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Rivalta: verso la bonifica dei “siti orfani” di Oma e Chimica Industriale

Grazie ai fondi del PNRR e a uno stanziamento di Regione Piemonte e Città di Rivalta salgono a 8 i milioni per la messa in sicurezza

Rivalta di Torino- Cinque milioni di € per la realizzazione degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei “siti orfani” di Oma e Chimica Industriale. È quanto prevede l’accordo sottoscritto da Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Regione Piemonte e approvato nei giorni scorsi dall’amministrazione comunale di Rivalta.
Si tratta di fondi PNRR pari a 5.337.000 €, grazie ai quali sarà possibile finalmente avviare i lavori di bonifica della discarica dello stabilimento OMA, 22.350 mq di terreno contaminato a ridosso della scarpata che separa l’area ex industriale dall’alveo del Sangone. Qui, a vent’anni dalla chiusura degli impianti di recupero rifiuti e trattamento oli esausti, si trovano ancora strati di morchie idrocarburiche oleose frammiste a terreno, che raggiungono in alcuni punti una profondità di 6 metri. Resti e scarti di lavorazione che rappresentano ancora oggi per Rivalta una pesante eredità ambientale da gestire.
Le opere di messa in sicurezza finanziate con il PNRR prevedono, oltre alla rimozione delle morchie, il trattamento dell’accumulo delle acque meteoriche, la riprofilatura del corpo della discarica per scongiurare il pericolo di contaminazione delle acque di falda e la copertura superficiale con geo-tessuti e terra agraria.
Una volta completato, sarà l’intervento di risanamento ambientale più significativo dell’intera area dopo la messa in sicurezza di emergenza del 2003 e del 2004 e dopo la bonifica parziale del 2012, interventi costati complessivamente 8 milioni di € per smaltire poco meno di 9.000 tonnellate di melme e rifiuti e procedere alla caratterizzazione completa dell’area.
Per dare un’unità di misura, i quasi 3,5 km quadrati degli impianti e dei relativi terreni equivalgono al 15% dell’intero territorio rivaltese.
«Anche questo intervento, è bene sottolinearlo, è una goccia in un progetto di bonifica complessivo che supera i 40 milioni di euro» spiega Ivana Garrone, assessore ai Lavori pubblici e all’Ambiente. «Occorrerà continuare a lavorare insieme alla Regione e al Ministero per definire un crono programma di finanziamenti e arrivare, nell’arco di qualche anno, alla completa bonifica».
Nelle prossime settimane si passerà alla fase di progettazione di questo intervento, che non sarà comunque l’unico a prendere avvio in tempi brevi. In primavera aprirà infatti il cantiere di un nuovo lotto della bonifica per la realizzazione della scogliera di contenimento lungo il Sangone, a protezione proprio dell’area occupata dalla discarica dell’ex stabilimento OMA.
L’intervento è finanziato grazie a 1,9 milioni di € stanziati nel 2021 dalla giunta regionale del Piemonte nell’ambito dell’Accordo di programma per la realizzazione degli interventi di bonifica sottoscritto da Ministero della Transizione Ecologica, Città Metropolitana di Torino e Città di Rivalta, stanziamento a cui si aggiungono 100.000 € di fondi comunali. La scogliera di contenimento avrà uno sviluppo lineare di 400 metri che seguirà il greto del torrente e verrà costruita con massi e geo-tessuti a strati filtranti e separatori. Questo impedirà fenomeni di erosione e, in caso di episodi di piena del Sangone, la diffusione di contaminanti e idrocarburi. L’opera è a oggi l’intervento più urgente da portare a termine, perché – oltre a mettere in sicurezza un sito potenzialmente pericoloso – è preliminare alle successive fasi di bonifica.
Solo una volta completata la scogliera si potrà procedere alla messa in sicurezza della discarica, così come prevede la “progettazione per fasi” del piano preliminare approvato nel 2015.
«OMA e Chimica Industriale hanno acceso un’ipoteca sul futuro ambientale della nostra città e rappresentano ancora oggi il ricordo di un passato industriale che nessuno si augura di dover rivivere» ha detto Sergio Muro, sindaco di Rvalta. «Dal 2002 non siamo più costretti a convivere con odori sgradevoli e con il fumo delle ciminiere ma – aggiunge ancora Muro – c’è ancora tanto lavoro da fare per restituire alla comunità una fetta importante di territorio cittadino, anche per l’irresponsabilità di chi, negli anni, ha causato il danno e non ha provveduto a riparare».
Intanto, tra i lavori in fase di progettazione già coperti da finanziamenti anche la rimozione di idrocarburi in fase libera surnatante presenti sul sito di OMA. Qui l’impegno finanziario è di 750.000 €.
«Da quando OMA e Chimica Industriale hanno cessato le loro attività le opere di bonifica e messa in sicurezza degli stabilimenti e della discarica sono costate 16 milioni di €, tutti a carico della collettività – aggiunge Ivana Garrone – poco più di un terzo dell’impegno di spesa previsto dal progetto preliminare di bonifica, che ammonta a 43 milioni».
NOTA SU OMA E CHIMICA INDUSTRIALE
La storia della OMA e della Chimica Industriale dura da 60 anni. Una storia fatta di lavoro, di denunce, di assemblee e di manifestazioni. Una storia che ha lasciato a Rivalta inquinamento e una grossa ferita ambientale ancora oggi non sanata.
Era il 1° dicembre 1963 quando il consiglio comunale autorizzò la OMA a svolgere attività di rigenerazione di oli usati, mediante trattamento a caldo con acido solforico. La Chimica Industriale era invece autorizzata a svolgere attività di recupero di rifiuti mediante distillazione di solventi e all’incenerimento degli scarti di lavorazione. Sempre a metà degli anni Sessanta, la stessa amministrazione affittò alla OMA a ridosso del torrente Sangone un terreno di 40.000mq, nel quale vennero depositati tra il 1964 e il 1974 tra i 25.000 e i 30.000 mc di morchie oleose prodotte dall’impianto.
L’attività delle due aziende continuò fino al 2002 e la loro chiusura, con relativo fallimento, arrivò solo dopo una dura battaglia legale tra l’amministrazione comunale e le proprietà dei due impianti.

Acus Run, lo sport solidale

È stata presentata nella Sala dei Capigruppo di Palazzo Civico a Torino, l’ACUS RUN Memorial Sergio Bertoldini”, corsa e camminata non competitive, organizzata da ACUS onlus a sostegno della Fondazione FARO. La manifestazione sportiva solidale si terrà a Torino domenica 19 marzo dalle ore 10, con partenza e arrivo in Parco Michelotti in corso Casale; l’intero ricavato verrà devoluto al Progetto Protezione Famiglie Fragili della FARO.

«Ringraziamo di cuore la famiglia Bertoldini – commenta Luigi Stella, direttore generale della Fondazione FARO – e tutta la cittadinanza che ci dimostra anche in quest’occasione la sua vicinanza. L’anno scorso hanno partecipato oltre 900 persone che ci hanno permesso di raccogliere più di 13mila euro e aiutare cosìcirca 20 famiglie: numeri record che speriamo di superare in questa edizione 2023».

A intervenire durante la conferenza stampa anche Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio Comunale della Città di Torino: «Siamo grati a persone come i Bertoldini e a realtà come la FARO, che ha il compito delicato di curare quando non si può più guarire, senza lasciare sole le famiglie in hospice e al domicilio».

«Vi aspettiamo per quella che è innanzitutto una grande festa aperta a tutti» racconta Lorenzo Bertoldini, presidente di ACUS onlus. «Grandi, bambini, amici a quattro zampe, sportivi e amatoriali: sono tutti i benvenuti»

La manifestazione è resa possibile anche dalla presenza della Croce Verde che fornirà il supporto sanitario, come raccontato da Salvatore Bucca, direttore dei Servizi della Croce Verde di Torino: «Il sodalizio tra la Croce Verde e la FARO prosegue ormai da anni, con una collaborazione proficua e una condivisione di valori».

«I volontari della FARO sono particolarmente legati a questo evento, di cui condividiamo lo spirito» commenta Maria Pia Zini, referente degli Amici della FARO. «Vi aspettiamo in tanti lungo questo bellissimo percorso lungo il Po».

L’ACUS RUN

L’ACUS RUN, giunta alla edizione, è una manifestazione sportiva non competitiva a favore della Fondazione FARO, organizzata da ACUS onlus, per ricordare Sergio Bertoldini. Quest’anno l’evento si terrà domenica 19 marzo 2023. La partenza, dalle ore 10, e l’arrivo sono al Parco Michelotti di fronte alla Bocciofila SIS (vicino al ponte di corso Regina Margherita) e il bellissimo percorso si sviluppa integralmente sulle rive del Po. I partecipanti potranno scegliere tra una corsa di 5 km o 10km e una camminata di 5km; per i bambini è prevista una corsa di 1km.

L’intero ricavato delle iscrizioni sarà devoluto al Progetto Protezione Famiglie Fragili della Fondazione FARO, progetto che si occupa di aiutare i nuclei familiari più in difficoltà che si trovano ad affrontare la malattia oncologica e, in molti casi, la morte di un familiare. Il PPFF si rivolge in particolare alle famiglie in cui sono presenti elementi di fragilità e che sono per questo particolarmente vulnerabili.

Per informazioni e iscrizioni (15 euro per gli adulti e 5 euro per i bambini sotto i 12): https://acusonlus.org/acusrun/

L’ACUS RUN si terrà grazie alla collaborazione della Croce Verde di Torino e al sostegno di Fisiosport, Acqua Sant’Anna, Lavazza, MoleCola, Ricola, Tuttosport, Sodastream, Fiducia&Convenienza e Vegetal Progress.

Discoteche e nightlife, forze dell’ordine e titolari dei locali cercano il dialogo con i giovani

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Incontri di sensibilizzazione al consumo dell’alcool con i ragazzi delle scuole torinesi. Proposta di apertura dei locali al sabato e domenica pomeriggio con la formula Zero Alcool

 

È stato avviato  nella sede dell’Epat Ascom Associazione Pubblici esercizi di Torino e del Silb (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo) di Torino, in via Massena 20, il confronto sui locali notturni tra Questura e Comando dei Vigili, rappresentati da Alessandro Carini, Dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico per la sezione Volanti, Saverio Aricò, capo del Gabinetto della Questura di Torino e  Roberto Mangiardi, Comandante Generale del Corpo Polizia Locale di Torino, e gli operatori della Night life cittadina, rappresentati al tavolo da Alessandro Mautino presidente Epat/Silb e Claudio Ferraro, vicepresidente Epat.

Temi come abusivismoispezioni, presidi di sicurezza per i clienti e corretti rapporti con gli stessi, sollecitazione e comunicazione alle Forze dell’Ordine in caso di necessità, consumo consapevole dell’alcool, che rappresentano il punto centrale delle attività, saranno al centro della tavola rotonda.

«Il dibattito – sottolinea Alessandro Mautino presidente Epat/Silb torinese – si pone finalità informative e di confronto costruttivo tra operatori e forze di controllo, per contribuire a rendere l’attività notturna Torinese sempre più sicura e godibile».

La collaborazione è stata la parola d’ordine del confronto. Superando pregiudizi e preoccupazioni il tavolo di oggi ha visto, da una parte, le Forze dell’Ordine dichiararsi a disposizione degli operatori rassicurando sull’importanza e la legittimità delle segnalazioni di problemi o disordini e, dall’altra, i gestori dei locali che desiderano assicurare una maggiore sicurezza ai clienti. Polizia municipale e Questura hanno sottolineato la volontà di essere al fianco dei locali, certi che questi rappresentino dei veri e propri presidi notturni soprattutto in luoghi non centrali della città e dove alla sera non c’è nulla e la delinquenza è più forte rispetto ad altre aree.

Selezione delle persone alla porta, rispetto delle norme di safety dentro e fuori dai locali e il controllo del consumo di alcool sono le esigenze più urgenti e sulle quali le Forze dell’Ordine sono particolarmente attente. A questo proposito è stata avanzata la proposta della presenza di una pattuglia fuori dai locali che offre dei pre-test per verificare che ci si possa mettere alla guida dell’auto.

Un ulteriore punto di attenzione è stato il miglioramento della comunicazione e della tempestività di segnalazioni di episodi specifici, che può oggi essere svolta più efficacemente attraverso app, in linea diretta e con l’ausilio di foto e filmati in tempo reale.

Concentrando l’attenzione sulla crescita della cultura del divertimento sano Epat Ascom si è impegnata nell’organizzazione di momenti di sensibilizzazione diretta: dopo l’incontro con oltre 800 giovani della scuola Avogadro sulla consapevolezza nel consumo dell’alcool, un nuovo momento è in programma il 28 febbraio prossimo alla discoteca Pick Up di Torino un’assemblea di giovani sui temi della sicurezza in collaborazione con l’associazione dei genitori delle vittime di Corinaldo, dove l’8 dicembre 2018 6 ragazzi sono rimasti uccisi  e altre 59 sono feriti durante un concerto alla discoteca Lanterna Azzurra. «Siamo convinti – prosegue il presidente Mautino – che le aziende debbano svolgere il loro dovere sociale, tra l’altro facendo comprendere di essere luoghi più sicuri e controllati della pubblica via».

Dialogo in primo piano, ma anche proposte concrete. «Oggi lanciamo anche ufficialmente al Comune di Torino una proposta costruttiva – conclude il presidente Mautino -. Permettiamo di accedere al ballo nei nostri locali in orari pomeridiani anche ai giovanissimi in appositi eventi assolutamente “zero alcool“. Siamo certi che questo permetterà di sviluppare una cultura del divertimento dove la musica è al centro e non l’alcool o peggio lo sballo. Le aziende sono disponibili a recepire in proposito una nuova regolamentazione amministrativa che lo permetta. E i ragazzi sembrano già aver gradito la proposta manifestando il loro sì per almeno il 75%».

Baby gang a Torino, un nuovo colpo: ragazzo rapinato

Nuova aggressione a Torino avvenuta nella notte, questa volta  nel quartiere Vanchiglia, tra via Napione e via degli Artisti, da parte di un gruppo di ragazzi ai danni di un 28enne. Il giovane è stato accerchiato e derubato di cellulare  e portafoglio da una banda di giovanissimi probabilmente di origine nordafricana.

Allarme in banca ma la bomba non c’era

Questa mattina una telefonata anonima  alla filiale della banca Intesa Sanpaolo di via Cimarosa a Torino annunciava che  era stata messa una bomba. Nella telefonata anche  una richiesta di riscatto in cambio dell’informazione su dove era stata collocata. Sono prontamente  intervenuti i vigili del fuoco, la polizia, e gli artificieri dei carabinieri, con cani anti-esplosivo. La banca è stata evacuata e l’area circostante  è stata isolata. Dopo quattro ore si è potuto verificare con certezza che si trattava di un falso allarme.

Pane con farine di insetti, Coldiretti: “Torino non deve dimenticare la sicurezza alimentare”

Rilanciamo tra i giovani il consumo di pane da filiera a Km Zero

Coldiretti Torino accoglie con preoccupazione la notizia che proprio dal capoluogo subalpino potrebbe partire la panificazione commerciale con farina di insetti polverizzati.

«Non sono la sperimentazione e la conoscenza a spaventarci – ci tiene a precisare Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – Il mondo agricolo torinese è carico di innovazione e lavora ogni giorno a stretto contatto con la ricerca scientifica come dimostrano i numerosi progetti in corso tra l’Università di Torino e le aziende agricole. Nemmeno ci spaventa l’entomologia. Gli agricoltori conoscono bene gli insetti: ci hanno a che fare tutti i giorni. Nessun agricoltore prova ribrezzo nell’osservarli, nel maneggiarli e nel cercare di capire come può difendersi dagli attacchi dei parassiti, vecchi e nuovi che il cambiamento climatico porta con sé. Ed è proprio da questo approccio disincantato e non modaiolo che ci sentiamo di esprimere le nostre riserve sulla diffusione dei derivati proteici da insetti nell’alimentazione dei torinesi».

La tradizione alimentare piemontese ha da sempre fonti proteiche invidiate dalle diete di tutto il mondo. Pensiamo ai formaggi freschi leggeri come il tomino o quelli più grassi e stagionati ma gustosissimi come la toma o gli erborinati. Senza contare la carne cruda piemontese o le mocette magre come la bresaola. Altre fonti proteiche tradizionali sono i legumi, le uova da galline allevate a terra, i prodotti apistici, i pesci di acqua dolce come la trota. «Ci troviamo di fronte al paradosso che le nostre tradizionali fonti di proteine, cui il nostro microbiota è adattato da millenni, vengono demonizzate mentre si saluta con entusiasmo un “novel food” di cui non conosciamo fino in fondo la nostra capacità di assimilazione e le potenzialità allergeniche. A differenza dei rigidi protocolli in vigore per gli allevamenti degli animali vertebrati, per gli insetti non abbiamo nemmeno metodiche sufficientemente rodate per evitare contaminazioni da agenti patogeni dannosi per l’Uomo».

Sui pericoli allergenici sono ancora troppi i dubbi da parte del mondo scientifico. Gli insetti sono utilizzabili per i mangimi dei pesci, in acquacoltura, e spesso dal 2015, cioè da quando si è iniziato a parlare di moda dell’entomofagia, si confonde l’utilizzo come mangime ittico con l’alimentazione umana.

Torino ha un forte tradizione di soggetti che si occupano di sicurezza alimentare e tutela dei consumatori. La città ha imparato dagli scandali del passato che hanno investito mense scolastiche, esercizi di alimenti etnici, commercio alimentare illegale.

Coldiretti Torino si appella alle istituzioni perché non venga meno il principio di precauzione che è alla base della legislazione sanitaria europea e che a Torino guida da anni le attività amministrative e di controllo sul settore della produzione e della commercializzazione alimentare.

«Non possiamo permetterci scandali alimentari che lederebbero l’immagine estremamente positiva che ha oggi il sistema torinese del cibo nel suo rapporto tra produzioni sicure e spesso tipiche e i consumatori su cui occorre continuare l’opera di educazione verso la salute alimentare anche rilanciando prodotti tradizionali oggi ingiustamente attaccati.

«Invece di assecondare la nascita di una moda, magari passeggera, che proporrebbe pagnotte con farine di insetti Coldiretti Torino chiede di rilanciare il consumo del pane, oggi ingiustamente demonizzato. Serve diffondere nuovamente la cultura del pane e l’educazione alla sua fragranza. Serve diffondere la conoscenza dell’arte della coltivazione del grano, della molitura e della panificazione. Oggi il vero rischio è che, nelle nostra vita frettolosa, il pane fresco sia sostituito da prodotti cerealicoli a lunga conservazione. Coldiretti Torino ha creato le filiere del pane torinese al Km Zero con il Gran dij Bric prodotto sulla collina Chivassese e con i grani prodotti a Stupinigi. Noi facciamo della conoscenza del pane e del grano una battaglia per tutti i cittadini e per l’ambiente. Le esperienze con insetti lasciamole ai nostri viaggi esotici: il nostro pane profumato, dalla crosta croccante semplice e nutriente è quello che vogliamo tramandare anche alle giovani generazioni».

FOTO DI REPERTORIO

Auto si schianta contro un albero e si ribalta, muore ragazzo di 20 anni

Questa mattina all’alba sulla strada statale tra Tortona e Castelnuovo Scrivia nell’alessandrino un giovane 20enne alla guida di un’auto è finito fuori strada.  E’ deceduto nonostante i soccorsi del 118.  La vittima era di Castelnuovo Scrivia e si stava recando al lavoro a Tortona. L’incidente è stato autonomo. La sua vettura anziché curvare per salire sulla rampa che porta sull’autostrada A21, ha preso una strada di campagna, colpendo  un albero e ribaltandosi prendendo fuoco.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Spacciava droga su Telegram e in casa nascondeva 180 mila euro

Non mancavano gli studenti tra la clientela di un pusher che vendeva droga attraverso chat su Telegram.

Lo spacciatore, italiano, è stato arrestato a Torino dai carabinieri della compagnia di San Carlo che nella sua abitazione hanno trovato 180 grammi di hashish e 180 mila euro in contanti.

Nell’ambito del servizio antidroga i militari hanno anche arrestato un albanese che in casa aveva nascosto 14 kg di eroina, 5  di marijuana e 8 di hashish.

Nuovi paradigmi dell’Immunoncologia e rilevanza per i pazienti

WINTER SCHOOL 2023

 Nuovi paradigmi dell’Immunoncologia e la sua rilevanza per i pazienti  sotto diversi punti di vista, dai costi alla qualità della vita. Questo uno dei tanti temi che sono stati affrontati durante la Winter School 2023 di Motore Sanità a Pollenzo (CN), con il patrocinio dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

“L’immunoncologia ha cambiato la prospettiva di intervento nel trattamento del paziente oncologico, questa tipologia di terapia permette di gestire delle combinazioni efficaci per i pazienti sul lungo periodo, soprattutto nel trattamento precoce – spiega Valerio Biglione, Direzione scientifica Motore Sanità. – Le innumerevoli combinazioni permettono un trattamento efficace migliorando anche la qualità di vita dei pazienti. Oggi il 25% dei pazienti con diagnosi di tumore polmonare metastatico sono vivi a 5 anni e l’accesso di trattamento precoce consente di governare ancora meglio l’andamento della malattia”.

“Dal 2013 il SSN rimborsa i farmaci per immunoterapia oncologica. Queste terapie preventive utilizzate da sole o in combinata ad altri trattamenti, hanno dato grandi risultati a livello medico migliorando anche la qualità della vita dei pazienti. – spiega Carmine Pinto, Direttore di Struttura Complessa Oncologia Medica Provinciale AUSL di Reggio Emilia. – L’immunoncologia ha permesso grandi cambiamenti sull’opportunità di intervento soprattutto in modo precoce. Bisogna però ragionare sulla possibilità di poter riutilizzare questi trattamenti anche in caso di recidive, perché ad oggi non ci sono indicazioni sul riutilizzo dei farmaci con rimborso del SSN. È importante rivalutare questa possibilità di poter coadiuvare in caso di recidiva con altri trattamenti oltre all’immunoterapia”.

 

“L’impatto economico dei farmaci va valutato non solo attraverso i costi, ma anche i benefici che in questo caso sono molto promettenti e si manifestano in maniera evidente. –  spiega Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria e Economia Politica, Research Director-Economic Evaluation and HTA, CEIS, Università degli Studi di Roma“Tor Vergata – È importante cambiare il paradigma e l’approccio che prevede allo stesso tempo un cambiamento di mentalità e di disegno anche del finanziamento. Si rischia di determinare un ritardo nell’accesso ai trattamenti e una disomogeneità territoriale, bisogna valutare una revisione dell’accesso a questo tipo di trattamento riconsiderando l’efficacia del farmaco. L’immunoncologia può migliorare gli standard di cura in termini di costi diretti e indiretti, è necessario dunque investire per curare meglio i pazienti e garantire cure più tempestive ed efficaci, ottenendo così un vantaggio a 360° tanto per il sistema che per il paziente, ma soprattutto per il sistema economico finanziario”. 

“La pandemia ha portato alla luce i problemi già esistenti e messo in evidenza sistemi dove le cose funzionavano bene, aumentando le differenze in termini di accesso alle cure. – spiega Annamaria Parente, Presidente Commissione Sanità XVIII Legislatura – In termini di salute, un investimento oggi rappresenta un risparmio domani, ritengo fondamentale in merito al regolamento HTA che sia necessario portare questa discussione al Parlamento Europeo per considerare le spese per la salute non un costo, ma un investimento, così come accade per i mezzi di difesa militari. Anche la salute è una difesa”.