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Braille, “Toccare per leggere”. Una settimana di iniziative nelle Biblioteche civiche

Le Biblioteche civiche torinesi si preparano a celebrare il 21 febbraio, Giornata nazionale del Braille, con una settimana di iniziative, dal 19 al 24 febbraio, organizzate in collaborazione con le sezioni locali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti (UICI), dell’Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (APRI) e con il Servizio Disabilità Sensoriali della Città di Torino.

Il Braille, inventato dal giovane Louis Braille nel 1824, è il sistema di scrittura e lettura tattile utilizzato in tutto il mondo dalle persone non vedenti. Per celebrare questa importante forma di comunicazione e accessibilità, le Biblioteche civiche torinesi hanno in programma una serie di attività con l’obiettivo di promuovere e mettere in risalto l’importanza, la bellezza e l’attualità del Braille.

Le iniziative comprendono l’allestimento di punti informativi presso quattro sedi del Sistema bibliotecario urbano, dove i volontari delle associazioni incontreranno il pubblico per fornire informazioni e occasioni di sperimentazione della lettura tattile, conoscere i servizi per la lettura accessibile e toccare con mano le risorse in braille disponibili nelle raccolte delle Biblioteche civiche.

Per tutta la settimana saranno inoltre organizzate visite didattiche dedicate alla scuole presso la Biblioteca Braille della Città, recentemente riaperta al pubblico nei locali storici di via Nizza 151.

Mercoledì 21 febbraio la Biblioteca civica Alberto Geisser (corso Casale 5 – Parco Michelotti) ospiterà la celebrazione della Giornata Nazionale del Braille alla presenza delle autorità e dei rappresentanti delle associazioni. A partire dalle ore 16 Marco Bongi (presidente APRI), Gianni Laiolo (presidente UICI Torino), Angelo Panzarea (UICI Torino) e Elisabetta Grande (Università degli Studi di Torino) presenteranno la storia, gli sviluppi e le più recenti applicazioni del sistema Braille. Seguiranno una visita guidata alla mostra Beautifully Diverse, a cura di Print Club Torino e un laboratorio teatrale condotto dall’artista ipovedente Erica Pianalto.

Le Biblioteche civiche torinesi uniscono le forze con l’associazionismo e i servizi cittadini per promuovere la cultura dell’accessibilità e dell’inclusione, allo scopo di ispirare e guidare la comunità verso la piena partecipazione di tutti alla vita culturale e sociale.

Per informazioni:

https://bct.comune.torino.it/programmi-progetti/progetto/toccare-leggere

“Non c’è disabilità senza sguardo sulla disabilità”

Sala Trasparenza – Grattacielo Regione Piemonte / L’Associazione Nuova Generazione per il Bene Comune WeGlad in collaborazione con la CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà grazie al bando per il “Sostegno a progetti di rilevanza locale promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del Terzo Settore” della Regione Piemonte e al coinvolgimento dell’Assessorato alla Famiglia, Bambini, Casa, Benessere Animale, Pari Opportunità, Personale e Affari legali, ha varato il progetto “Non c’è disabilità senza sguardo sulla disabilità”.

Si tratta di un passo storico per tutta la pubblica amministrazione e in particolare per la Regione Piemonte che, tra le prime in Italia, sposando questa iniziativa, ha preso una decisione importante: d’ora in avanti tutti i propri dirigenti e posizioni organizzative dovranno conoscere quale sia il giusto approccio, in ogni atto tecnico, linguistico, giuridico o semplicemente umano, da osservare rispetto a tutte le tematiche inerenti al mondo della disabilità.

Nello specifico “Non c’è disabilità senza sguardo sulla disabilità” si propone una serie di obiettivi, in primo luogo quello di creare una maggiore consapevolezza e formare dipendenti ed eventualmente amministratori pubblici sull’importanza dell’accessibilità, ma anche sulle terminologie più appropriate e simbolo del primo segnale dell’attenzione nei confronti delle persone con disabilità. In più attraverso questo percorso si intende soprattutto sensibilizzare le nuove generazioni, anche sul valore del gesto del singolo, che mediante la tecnologia può fornire un aiuto fondamentale alla propria comunità.

L’altro macro-obiettivo è quello di creare una mappatura che ingaggerà tutti i dipendenti della Regione Piemonte grazie anche alla promozione di un testimonial d’eccezione come Luca Argentero, rappresentante di 1 Caffè Onlus, i quali saranno chiamati a mappare tutte le barriere architettoniche che riscontreranno nel loro percorso casa-lavoro entro due mesi a partire dal 1 marzo 2024.

L’azione si svilupperà attraverso lo strumento del Mappathon, una challenge realizzata con l’app WeGlad, in cui i migliori “mappatori” saranno premiati a giugno presso la sede di 1 Caffè Onlus al Villino Caprifoglio. In questo modo sarà possibile per esempio realizzare una fotografia istantanea relativa all’accessibilità delle strade, identificando tutte le barriere architettoniche presenti come buche, gradini, terreni sconnessi, passaggi stretti, scale, etc. che pregiudicano la mobilità alle persone con difficoltà motorie.  Oltre a questi spazi urbani, la mappatura riguarderà i luoghi pubblici o aperti al pubblico e i locali attualmente non censiti, ma di primaria necessità per la propria autonomia, in modo da conoscere se un locale può o meno accogliere una persona.

La fascia dei beneficiari di queste attività in realtà è molto ampia, perché oltre alle persone con disabilità comprende anche tutte le persone con difficoltà di deambulazione, in particolare anziani, fino ai genitori con passeggini, per cui l’impatto sociale di questo nuovo paradigma va ben oltre le tipiche categorie protette.

Infatti, al di là delle sue finalità immediate, l’iniziativa ideata dal gruppo di associazioni del Terzo Settore vuole attuare un vero cambio culturale in cui la disabilità non sia un tema di cui si occupino solo specialisti del settore e associazioni di persone con disabilità, ma diventi un pensiero di tutti e sia trasversale ad ogni politica di sviluppo.

Da questo punto di vista la Regione Piemonte si sta impegnando a svolgere un ruolo attivo in questo processo di trasformazione, essendo un ente erogatore di contributi e promotore di tante iniziative distribuite su tutti i settori della vita comunitaria (interventi architettonici, culturali, trasporto etc.) e attraverso le proprie scelte può fare davvero la differenza sulle nuove politiche di sviluppo del contesto.

 

Al termine della conferenza stampa tutti i presenti sono stati invitati a sperimentare l’app WeGlad, spostandosi all’esterno del Grattacielo per partecipare a un percorso guidato di mappatura ed avere una dimostrazione delle potenzialità di questa innovazione tecnologica.

 

Spesso si sente parlare di cittadinanza attiva – spiega l’assessore regionale alla Famiglia e al Personale, Chiara Caucino – In questo caso siamo di fronte a un progetto rivoluzionario che definirei di “cittadinanza proattiva”, perché la mappatura rappresenta davvero quella virtuosa collaborazione fra cittadini (in questo caso i dipendenti della Regione) e Enti pubblici per migliorare il proprio territorio, la propria città, la vita delle persone. Perché – prosegue Caucino – in troppi danno per scontato che l’abbattimento delle barriere architettoniche sia un problema quasi del tutto risolto, ma purtroppo così non è: nonostante i grandi sforzi fatti in questi ultimi anni infatti sono ancora parecchi gli ostacoli – spesso nascosti – che possono ostacolare le persone con disabilità. Da qui l’idea di raccogliere le segnalazioni direttamente da chi si imbatte in questi ostacoli nella vita di tutti i giorni, per poter analizzare ogni situazione e, nel caso, agire tempestivamente. Una sinergia, forse unica, che può diventare un vero e proprio modello. Senza dimenticare – conclude Caucino – la formazione, che verrà impartita ai nostri dirigenti e alle nostre “posizioni organizzative” per aumentare la sensibilità su un fenomeno di cui si parla molto ma che in realtà pochi conoscono davvero a fondo“.

 

Come Associazione Nuova Generazione per il Bene Comune – dichiara il presidente dell’Associazione, Andrea Ferraris – vogliamo ribadire, con questo progetto, l’importanza di un approccio inclusivo e sensibile alle sfide delle persone con disabilità. Il metodo formativo previsto dal progetto mira a fornire alla pubblica amministrazione strumenti pratici e conoscenze specializzate, per affrontare le sfide legate alla gestione delle diverse esigenze e realtà delle persone con disabilità, contribuendo così a migliorare i servizi offerti“.

 

La nostra tecnologia – dichiara il founder & CEO WeGlad, Petru Capatina – può accelerare esponenzialmente la trasparenza dell’accessibilità. Questo è un segnale. Pubblico, privato e terzo settore insieme, per un obiettivo di ordine superiore, è raro e promettente. Apprezziamo la lungimiranza collaborativa della Regione Piemonte nell’adozione di WeGlad e del Mappathon come strumento. Auspichiamo che potrà essere d’esempio per altre Regioni.”

 

Chi non si informa, si ferma – dichiara il direttore della CPD, Giovanni Ferrero – Nel settore della disabilità è importante andare avanti per alzare il livello culturale di tutti i cittadini, in primis di chi si occupa della produzione di atti amministrativi che andranno a regolare i diversi ambiti della nostra società. Nel caso del progetto adottato dalla Regione Piemonte, i dirigenti e le posizioni organizzative svolgeranno una formazione specifica sui temi della disabilità mentre tutti i dipendenti regionali saranno invitati a compiere una mappatura che rappresenterà un’occasione unica per capire meglio i problemi e le possibili soluzioni che bisogna attivare per far vivere una vita migliore alle persone con disabilità. Si tratta di un passo fondamentale e la Regione Piemonte, che si pone tra le prime in Italia a mettere in atto un’azione verticale di questo genere, merita un plauso per aver voluto coinvolgere tutti i suoi organi interni in un percorso di crescita professionale di forte impatto sociale“.

Carrozzine rigenerate per la Città della Salute

Martedì 20 febbraio alle ore 10, presso il COES (Centro Oncologico Ematologico Subalpino) dell’ospedale Molinette di Torino (via Cherasco 15), si terrà un momento di ringraziamento per la donazione da parte dei Lions Club Rivoli Castello di 7 carrozzine rigenerate alla Città della Salute di Torino con destinazione d’utilizzo al COES ed al reparto e ambulatorio di Oculistica dell’ospedale San Lazzaro. I Lions International donano queste carrozzine dando nuova vita ad ausili ormai dismessi ma ancora utilizzabili, dopo una revisione, per le persone che ne hanno bisogno. I Lions International da sempre hanno diretto le loro scelte ed azioni verso il bene della comunità, coinvolgendosi in diversi settori, tra i quali la disabilità, la malattia, l’ambiente. In questo caso la loro azione ha coinvolto l’ospedale, la casa di tutti noi nei momenti di maggiore fragilità, una casa che, pur nella sua complessità, vuole essere accogliente ed anche adeguata ai tempi, inserendosi nei circoli virtuosi green necessari per salvaguardare il Pianeta. Le carrozzine sono prodotte dall’imprenditore Danilo Ragona (Custom Regeneration S.r.l. Benefit), che si occupa di Economia Circolare e Sociale, mentre l’Azienda Ferrero Med, che si occupa della distribuzione di ausili per persone con disabilità, si è impegnata nel rinnovo degli stessi nel pieno rispetto dell’ambiente, puntando al riciclo delle risorse per il bene del pianeta.

In Piemonte 180mila con malattie della pelle: patologie da affrontare anche sotto l’aspetto psicologico

Malattie della pelle: “La psoriasi e la vitiligine interessano in Piemonte circa 180.000 persone: 135.890 la prima e 42.460 la seconda. Si tratta di patologie che non possono essere definite semplicemente come ‘estetiche’, perché possono presentare importanti ripercussioni sulla salute fisica e mentale del paziente”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale “Gli amici per la pelle” Ugo Viora nel corso dell’audizione svolta in Consiglio regionale  in Commissione Sanità, presieduta dal vicepresidente Andrea Cane, sulla situazione della dermatologia piemontese.

“Dobbiamo contribuire alle campagne di comunicazione per eliminare lo stigma sulle malattie dermatologiche: non sono contagiose, pericolose né trasmissibili”. Ha aggiunto Viora, nel corso dell’audizione, richiesta dallo stesso vicepresidente Cane.

Viora ha parlato di “mancanza di una rete regionale di coordinamento e del declassamento, nel corso degli anni, delle strutture complesse a strutture semplici”, sottolineando che “gli specialisti territoriali non sono coinvolti nella gestione delle malattie infiammatorie e autoimmuni e che solo Torino dispone di ambulatori di dermatologia pediatrica”.

Pietro Quaglino della clinica dermatologica dell’Azienda ospedaliero universitaria Città della salute e della scienza di Torino, che ha circa 2mila pazienti in trattamento, ha evidenziato “i progressi nelle cure introdotti dai farmaci innovativi biologici” e sottolineato “la necessità di creare una rete che coinvolga ospedali e territorio per garantire un miglioramento nell’approccio, nei tempi di gestione e nelle possibilità verso i pazienti basato sui principi di condivisione e di collaborazione anche multidisciplinare”.

Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, Silvio Magliano (Moderati), CaneAlessandro Stecco (Lega) e Francesca Frediani (Misto – Up).

«Bambini si diventa», Angelo Petrosino a Volpiano


Sabato 24 febbraio l’autore della serie di Valentina incontra il pubblico

Sabato 24 febbraio alle 17, a Volpiano nella Sala «Maria Foglia» di via Trieste 1, è in programma la presentazione del libro «Bambini si diventa» (Einaudi Ragazzi) di Angelo Petrosino; evento a cura della biblioteca comunale di Volpiano, firmacopie al termine dell’incontro, ingresso libero.

Spiega la presentazione: «Autore della famosissima serie di Valentina, giornalista, traduttore, direttore del periodico “Il Giornale dei Bambini”, Angelo Petrosino presenta un’opera che descrive l’attualità dagli occhi di un piccolo Lino che cresce prima del tempo, costretto da un mondo ricco di contraddizioni. Nonostante ciò, ci saprà comunque mostrare la bellezza della vita».

La Regione chiede lo stato di calamità naturale per la siccità

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Nella riunione di oggi definite le procedure di avvio della richiesta

La Regione Piemonte chiede il riconoscimento della calamità naturale per la siccità perdurante che colpisce da mesi il territorio regionale provocando grandi difficoltà per alcuni settori dell’agricoltura, ad esempio quello vitivinicolo. “La siccità sta creando difficoltà alla produzione dei nostri vini con molte aziende che registrano importanti cali nella produzione. Per questo la Regione ha stabilito di chiedere al Ministero dell’agricoltura la dichiarazione dello stato di calamità”. Lo hanno dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa al termine dell’incontro oggi al Grattacielo Piemonte con i principali rappresentanti del mondo vitivinicolo piemontese, Vignaioli Piemontesi, Piemonte Land of wine, insieme all’Associazione dei Comuni del Moscato e ad alcune Cantine sociali, proprio per fare il punto sugli effetti della siccità sulle produzioni.
Secondo le associazioni si tratta di una siccità sempre più dannosa che, da due anni, causa una riduzione consistente delle rese e di conseguenza una riduzione del reddito per le aziende stesse. Durante l’incontro sono state definite le procedure per l’avvio della richiesta al Ministero.

In Sala Rossa il ricordo di Navalny

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In apertura di seduta del Consiglio comunale oggi la presidente Maria Grazia Grippo ha preso la parola per chiedere all’Aula di osservare un minuto di silenzio in memoria di Alexei Navalny, di cui è stata diffusa la notizia della morte venerdì scorso.

Nel proporre il minuto di silenzio, Grippo ha brevemente ricordato la figura del dissidente: avvocato, blogger, attivista, estremo oppositore del governo di Vladimir Putin, che ha cominciato ad interessarsi della vita pubblica russa agli inizi degli anni 2000 ma la cui notorietà arriva nel 2006 con l’apertura di un blog e la pubblicazione di articoli di denuncia per smascherare la corruzione nel suo Paese.

Detenuto dal 2021, negli ultimi mesi era stato trasferito in una colonia artica a duemila chilometri da Mosca. Lì ha trovato la morte in circostanze che nella comunità internazionale hanno destato preoccupazione e sospetto.

Grippo ha concluso il suo intervento ricordando che il Consiglio comunale, il 13 febbraio del 2023, aveva approvato un documento in cui esprimeva solidarietà a Navalny e in cui chiedeva l’interruzione di una carcerazione definita, oggi dal Presidente Mattarella, un prezzo iniquo e inaccettabile che riporta alla memoria i tempi più bui della nostra storia.

(foto archivio)

Al via il bando della borsa di studio “Amazon Women in Innovation”

Con  il Politecnico di Torino per premiare le studentesse STEM più meritevoli

Alla sua sesta edizione, il progetto è parte del programma “Amazon nella Comunità” e ha lo scopo di aiutare le giovani studentesse di discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) ad affermarsi nel mondo dell’economia digitale ed essere un esempio per tutte le ragazze che desiderano intraprendere questi percorsi di studi.

Per candidarsi, la domanda deve essere presentata entro il 07/03/2024.

Torino, 19 febbraio 2024 – È online il bando per la candidatura alla sesta edizione di “Amazon Women in Innovation”, il progetto delle borse di studio finanziato da Amazon e rivolto alle giovani studentesse universitarie iscritte al Politecnico di Torino in materie dell’ambito STEM. La borsa di studio ha una durata di 3 anni e consiste in un finanziamento di €6.000 all’anno a una studentessa dell’Ateneo torinese. Inoltre, Amazon metterà a disposizione della vincitrice una mentor, ossia una manager dell’azienda che possa aiutarla a sviluppare competenze utili per la propria carriera lavorativa: dalle tecniche per creare un curriculum efficace e di interesse per le aziende, ai suggerimenti e consigli per affrontare al meglio un colloquio di lavoro.

Fino al 7 marzo 2024 possono presentare la domanda le studentesse che, entro la scadenza del bando, siano immatricolate per la prima volta nel corso dell’a.a. 2023/2024 al Corso di Laurea in Ingegneria Informatica oppure al Corso di Laurea in Ingegneria Informatica (Computer Engineering) presso il Politecnico, abbiano conseguito almeno 20 CFU alla data del 2 marzo 2024 con una media pesata degli esami non inferiore a 24/30 e abbiano presentato, entro la data di scadenza del bando, la richiesta di riduzione della contribuzione studentesca per l’a.a. 2023/2024. Per ulteriori informazioni visitare questa pagina.

Ispirare e accompagnare un maggior numero di giovani donne nel loro percorso di studi e di ricerca nelle discipline STEM è un obiettivo importante in cui sia l’Università che le aziende credono fortemente e vogliono investire   –commenta la professoressa Claudia De Giorgi, Vice Rettrice per la Qualità il Welfare e le Pari Opportunità al Politecnico di Torino – per dare uguali possibilità a tutte le persone di contribuire con il proprio percorso ad un mondo che sta affrontando importanti transizioni in ogni campo, non ultimo quello del digitale. Per questo, come Politecnico di Torino anche quest’anno ci impegniamo nella collaborazione con il progetto Amazon Women in Innovation, per costruire un futuro maggiormente aperto anche alle donne nelle discipline scientifiche”.

“In Amazon crediamo che la formazione, in particolare in ambito STEM, abbia un ruolo chiave nello sviluppo di un percorso professionale di qualità per molti giovani del nostro Paese. È per questo motivo che ci impegniamo a rendere le competenze scientifiche e informatiche più accessibili, rivolgendo particolare attenzione alle giovani donne, con l’obiettivo di ridurre il gender gap in settori che ancora oggi vedono una presenza femminile ridotta. Le sfide da affrontare e gli stereotipi da abbattere sono ancora molti e apprezziamo l’impegno delle istituzioni, attraverso ad esempio l’introduzione della settimana nazionale delle STEM, a stimolare l’interesse verso queste discipline. Attraverso la borsa di studio Women in Innovation e il programma AWS re/start annunciati oggi, siamo felici di fare la nostra parte e continueremo ad impegnarci in questa direzione”, ha dichiarato Mariangela Marseglia, VP & Country Manager, Amazon.it e Amazon.es.

“Amazon Women in Innovation” si inserisce nel più ampio programma di “Amazon nella Comunità”, attraverso cui l’azienda si impegna a creare valore nelle comunità in cui opera.
Ciascuna borsa di studio, rivolta a sette studentesse provenienti dai sette atenei coinvolti, ha una durata di 3 anni e consiste in un finanziamento di €6.000 all’anno.
Gli atenei coinvolti, oltre al Politecnico di Torino, sono l’Università degli Studi di Cagliari, il Politecnico di Milano, l’Università Federico II di Napoli, l’Università degli Studi di Palermo,  l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e, da quest’anno, anche l’Università degli Studi di Catania.
Tutte le Università sceglieranno le vincitrici in base a parametri di merito e di reddito, come specificato nei bandi di gara.

Le precedenti edizioni di “Amazon Women in Innovation”
Nato nel 2018, per il sesto anno consecutivo, “Amazon Women in Innovation” mira a supportare e incentivare le giovani studentesse universitarie appassionate di materie STEM, fornendo loro un incentivo economico e un supporto strategico per affacciarsi in modo brillante e preparato al mondo lavorativo. Ad oggi, il programma ha premiato diciannove giovani meritevoli attraverso l’erogazione di 19 rispettive borse di studio, ciascuna del valore di €6.000 all’anno. Grazie alla sesta edizione, altre sette studentesse potranno accedere a questa opportunità, un’occasione durante il percorso di studi per porre le basi per la propria carriera lavorativa.

A Chieri “Parole e affettività – In dialogo con i bambini”

Al via gli incontri nelle scuole primarie del territorio rivolti agli insegnanti e ai genitori

 

Da giovedì 22 febbraio, ore 18

Chieri (Torino)

Di fronte ai perseveranti episodi di “microcriminalità” di cui le cronache ci trasmettono allarmanti notizie quasi a cadenza quotidiana e con il coinvolgimento di ragazzi, molti anche minorenni, riuniti in quelle forme associative ormai note con il triste appellativo di “baby gang”, sempre più (e giustamente) ci si interroga sul ruolo, sui comportamenti che, in ambito sociale, debbono tenere le nostre due principali “agenzie educative”: le famiglie e la scuola. Cosa fare? Spesso anche per loro c’è bisogno di aiuto. Non sempre genitori e insegnanti riescono, da soli, a mettere in atto comportamenti utili ad evitare che i nostri ragazzi possano cadere nella trappola (difficile uscirne!) dell’illegalità. Tanto se ne parla. Ma in concreto quanto realmente ci si impegna a fare? Una risposta, più che concreta ed impegnativa nonché altamente lodevole, viene dal Comune di Chieri, che in questi mesi ha messo in piedi un vero e proprio corso di “educazione all’affettività” (alla “giusta” affettività) rivolto a genitori, insegnanti e a tutte le tredici classi quinte delle scuole primarie dei tre “Istituti Comprensivi” del territorio.

Il corso è realizzato dalla cooperativa “Lunetica”, in collaborazione con lo “Studio Torinese di Psicologia Cognitiva” e il sostegno del “Comune di Chieri”. Il primo appuntamento è in programma giovedì 22 febbraio, alle ore 18, presso la “Biblioteca Civica” di via Vittorio Emanuele II, 1 ed è aperto a tutta la cittadinanza. Interverrà la dottoressa Giulia Franco (psicologa e psicoterapeuta).

 “I fatti di cronaca degli ultimi mesi – dichiara Antonella Giordano, assessore chierese all’Istruzione – in cui sono stati i minori a commettere violenza rendono urgenti interventi preventivi ed educativi nel contesto scolastico, coinvolgendo anche docenti e famiglie. La realtà quotidiana mette in evidenza le difficoltà dei bambini e dei ragazzi nello stabilire tra loro e con gli adulti modalità relazionali soddisfacenti e sicure. Molti sono i fattori che incidono su una loro maggiore fragilità e vulnerabilità ed è per questo che risulta fondamentale offrire percorsi di educazione all’affettività sin dalla scuola primaria e rafforzare la rete che può fungere da sostegno per i giovani”. In concreto, saranno attivati “laboratori didattici” condotti da esperti di psicologia ed educazione, all’interno dei quali si affronteranno il tema delle emozioni e della loro espressione, la percezione del corpo e i concetti di empatia, relazione, confini e consenso, nonché (importantissimo!) i rischi che si corrono on line e come difendere la privacy, come parlare di affettività e sessualità con bambine e bambini all’interno del contesto familiare. Parallelamente agli incontri laboratoriali sarà garantito un confronto costante con insegnanti e famiglie.

Entusiasti del progetto i dirigenti degli “Istituti Comprensivi” coinvolti: Dario Portale (IC Chieri 1), Emanuela Smeriglio (IC Chieri 4) e Bruno Montaleone (IC Chieri 3). Sottolinea quest’ultimo: “Già da anni la scuola investe su progettualità inerenti alla tematica, ma la proposta unitaria estesa al territorio, proposta dal Comune, rimarca l’importanza cruciale nello sviluppo emotivo sociale e psicologico dei ragazzi. Gli studenti avranno un aiuto per comprendere e gestire le proprie emozioni per affrontare le sfide della vita quotidiana in modo costruttivo. Verranno guidati a costruire relazioni interpersonali positive promuovendo la consapevolezza di sé e degli altri. Un lavoro mirato potrà contribuire a prevenire episodi di bullismo, violenza domestica e altri comportamenti dannosi”.

Giovedì prossimo 22 febbraio, si parte. Con entusiasmo e tanta voglia di fare. L’augurio è che l’esempio di Chieri faccia da apripista ad altri Comuni, ancora non sufficientemente coinvolti nel problema del “disagio minorile”.

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Istituto Comprensivo Primaria (IC 1), “Nostra Signora della Scala”

–       Antonella Giordano

–       Istituto Comprensivo Primaria (IC 3), via Bonello