CRONACA- Pagina 4

Il Consiglio regionale celebra la prima Giornata dell’ascolto

Istituzioni e terzo settore insieme, contro la solitudine e l’emarginazione dei più fragili. Il 21 ottobre si è svolta a Palazzo Lascaris la presentazione della prima Giornata regionale dell’ascolto per la prevenzione e il contrasto alla solitudine e all’abbandono sociale, istituita con legge regionale n.14/2025 e celebrata in concomitanza con la Giornata mondiale dell’ascolto.

In questa occasione si è inteso sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, dando attuazione a una delle finalità della legge approvata lo scorso luglio dal Consiglio regionale, ovvero quella di organizzare campagne informative istituzionali volte a far conoscere i servizi erogati dagli enti pubblici e dagli enti del terzo settore che operano nel campo dell’ascolto come strumento di contrasto alla solitudine e all’abbandono sociale.

“La Giornata dell’ascolto ci ricorda che, prima di ogni decisione, prima di ogni provvedimento, c’è sempre una persona da comprendere. L’ascolto è il primo atto di rispetto verso chi vive una fragilità e il punto di partenza di ogni percorso di cura e attenzione”, ha dichiarato Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale. “È la più alta forma di servizio pubblico: richiede tempo, empatia e responsabilità. Con la legge, da poco approvata, il Piemonte compie un passo avanti importante nel riconoscere l’ascolto come strumento concreto per contrastare la solitudine e l’abbandono sociale. Il Consiglio regionale vuole essere la casa di tutte le voci, ma soprattutto di quelle che faticano a farsi sentire. Perché solo una politica che sa recepire può davvero essere rappresentativa”.

“Secondo il Rapporto globale della Commissione sulle Relazioni sociali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato a fine giugno, ci sono circa 871mila morti nel mondo dovuti alla solitudine e all’isolamento sociale, ben sei ogni ora”, ha affermato Silvio Magliano, consigliere regionale e primo firmatario della legge 14/2025. “Nel 2023 circa 7mila persone si sono rivolte a Telefono Amico Italia per gestire un pensiero suicida, con un aumento del 24% rispetto al 2022. Infine, uno studio dell’Università del Piemonte Orientale ha sottolineato il ruolo cruciale di solitudine e isolamento nei meccanismi di incidenza e progressione della malattia in soggetti affetti da disturbi cardiovascolari e, in alcuni casi, anche da patologie oncologiche. Alla luce della gravità di questi dati, ho voluto proporre una legge, approvata all’unanimità e frutto di un confronto con gli enti del terzo settore, che rende il Piemonte la prima regione ad accendere un faro sul tema dell’abbandono sociale”.

Hanno poi preso la parola i rappresentanti di tre realtà del terzo settore, attive in Piemonte per la prevenzione e il contrasto della solitudine e del disagio sociale che ne consegue, ovvero CaritasTelefono Amico e La Tazza Blu.

“L’esperienza della rete Caritas in Piemonte – 16 Caritas diocesane, circa 300 Caritas parrocchiali – evidenzia la centralità e l’urgenza dell’ascolto, base del percorso di accompagnamento delle persone fragili”, è intervenuto Pierluigi Dovis, referente Caritas Torino. “Oltre 3.000 volontari impostano la relazione di aiuto a partire dall’emersione dei vissuti, delle speranze, delle storie personali. Dall’ascolto empatico si genera l’indirizzo a servizi ed agenzie. Le migliaia di ore annuali negli oltre 200 centri di ascolto sul territorio e le altre azioni di servizio dicono come sia urgente favorire una mentalità diffusa di ascolto interpersonale, possibile ad ogni cittadino, fatto di reti relazionali corte. Senza queste l’ascolto ‘specialistico’ rischia di non raggiungere l’obiettivo inclusivo che ridona fiducia alle persone”.

“Da oltre 60 anni, siamo un punto di riferimento per chi attraversa momenti di solitudine e difficoltà emotiva. Offriamo un ascolto attento, sensibile e senza pregiudizi, in un contesto di anonimato e rispetto”, ha commentato Maria Assunta Fazio, presidente di Telefono Amico Torino. “Dal periodo del Covid in avanti, le richieste di aiuto sono aumentate, si tratta di persone di ogni età e condizione. Ci telefonano anzitutto uomini, mentre tramite chat si rivolgono a noi i più giovani, ma le risorse non bastano, riusciamo a rispondere solo a parte delle richieste. Per questo organizziamo di regola due corsi l’anno per formare nuovi volontari e a breve ne partirà uno. Il nostro obiettivo è semplice ma fondamentale: esserci, sempre, per chi ha bisogno di parlare. Anche un ascolto può salvare una vita”.

“L’associazione La Tazza Blu odv, nata nel 2019 in ricordo di Giulia, suicidatasi a 17 anni, si dedica alla prevenzione del suicidio giovanile combattendo il silenzio e lo stigma e promuovendo l’ascolto e il supporto”, ha spiegato Rocchina Stoppelli, presidente dell’associazione La Tazza blu odv. “Il suicidio non è una scelta: è la conseguenza di una sofferenza insopportabile. I dati Istat mostrano che in Italia il numero dei suicidi (15.196) ha superato quello delle vittime di incidenti stradali (11.600) fra il 2019 e il 2022. Dal 2003 al 2022 si sono registrati 2.667 suicidi fra i 20 e i 24 anni, 1.392 fra i 15 e i 19 anni, 174 fra i 10 e i 14 anni e anche 7 suicidi di bambini di 5-9 anni. Numeri che rappresentano un campanello d’allarme, un richiamo collettivo alla responsabilità. Occorre infatti costruire tutti insieme un piano nazionale di prevenzione del suicidio, efficace e tempestivo, capace di intercettare precocemente il disagio e offrire risposte concrete”.

Ufficio stampa CRP

Moncalieri si candida: Capitale Italiana della Cultura 2028

Moncalieri, 21 ottobre 2025 – Oggi  è stato presentato ufficialmente il Dossier “Moncalieri
2028. La periferia al centro”, progetto di candidatura a Capitale Italiana della Cultura
2028. Un documento che racconta la visione di una città che ha scelto di fare della
rigenerazione culturale dei margini urbani il proprio orizzonte di sviluppo, capace di
tenere insieme produzione, educazione e cittadinanza attiva.
Non un “grande evento” ma un cantiere aperto, un percorso di lungo periodo in cui la
comunità si riconosce e si rinnova.
La città si presenta forte di una doppia identità. Da un lato il passato illustre: il Castello
sabaudo patrimonio UNESCO, le Fonderie Limone rinascimentate a polo di produzione e
ospitalità creativa, un tessuto di istituzioni e imprese culturali che dialoga con Torino e con
l’area metropolitana. Dall’altro un presente che ha imparato a mettere al centro quartieri,
frazioni, borgate e spazi di confine, intesi non come “estremi” ma come riserve di
possibilità. La candidatura nasce esattamente su questa soglia: dove finisce la retorica
della periferia e comincia il progetto condiviso.

Il dossier
La strada verso il dossier non è spuntata dal nulla. Dal 2022 Moncalieri ha avviato un lavoro
di city branding per dare una voce riconoscibile alla città, ma soprattutto per dotarsi di uno
strumento di coprogettazione, sotto un cappello che porta il nome di “Visit Moncalieri”: un
invito rivolto non solo ai visitatori, ma anche alla comunità residente e al territorio
circostante. Il brand, in questo senso, ha funzionato come una chiave inglese, sviluppando
un nuovo dialogo tra uffici, associazioni, scuole, operatori culturali, commercianti.
Su questa base si è innestato, dal 2024, il cantiere della candidatura: mappature dei luoghi
e delle pratiche, tavoli di ascolto con comunità e soggetti del terzo settore, incontri con il
sistema educativo e con il mondo produttivo, una stagione di progetti pilota che ha
sperimentato format diffusi (dal centro storico alle borgate), verificando accessibilità,
sostenibilità e impatto. La scrittura del dossier è arrivata dopo – non prima – ed è stata la
traduzione in obiettivi, azioni e governance di ciò che il territorio aveva già messo in moto.
Il documento, consegnato il 25 settembre 2025, racconta una città che ha scelto la
continuità: non un “grande evento” calato dall’alto ma un calendario evolutivo dove festival,
rassegne, residenze artistiche, pratiche di cittadinanza attiva e valorizzazione del commercio
di prossimità dialogano tra loro. È stato dato spazio alla dimensione educativa, alla
produzione (non solo alla programmazione) e alla cura dei beni comuni, con i Patti di
collaborazione come strumento per responsabilizzare chi vive i quartieri. Anche dati come
affluenze, partecipazione, accessi e indotto sono entrati nel racconto come bussola di
monitoraggio, perché la cultura conti anche quando si misura.

La candidatura organizza le proprie energie in cinque aree strategiche, concepite come
cerchi concentrici. Ogni area è necessaria alle altre, e tutte sono convergenti verso
l’obiettivo comune di dimostrare che la periferia può davvero fare centro:

– Design e Trasformazione
– Rigenerazione urbana e dei Beni Comuni
– Empowerment giovanile
– Inclusione e Parità di genere
– Cultura e Innovazione sociale.

Questa architettura concentrica consente a Moncalieri di operare su livelli diversi ma
integrati, generando un effetto moltiplicatore che fa della città un laboratorio di creatività
diffusa, coesione sociale e rigenerazione culturale.
Sul sostegno della Regione intervengono Alberto Cirio, Presidente della Regione
Piemonte, e Marina Chiarelli, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte. “La
candidatura di Moncalieri a Capitale Italiana della Cultura 2028 è una splendida notizia e
dimostra, ancora una volta, quanto il Piemonte sia una terra viva, ricca di idee, progetti e
realtà culturali che sanno fare rete e guardare al futuro. Il dossier presentato dalla Città è di
grande qualità e mette al centro due temi fondamentali come l’inclusione e la parità di
genere: valori attuali e necessari, che ben rappresentano una visione della cultura aperta,
accessibile e capace di generare impatto positivo sul territorio. Moncalieri ha una storia
importante, un patrimonio artistico di grande valore e una vitalità culturale che la rende
protagonista, oggi, di un rinnovamento intelligente che unisce tradizione e innovazione. Il
Piemonte si conferma così come un sistema culturale diffuso, dove ogni territorio
contribuisce con le proprie specificità a un progetto comune. Come Regione, seguiremo da
vicino questa candidatura: crediamo che Moncalieri possa avere tutte le carte in regola per
concorrere per un titolo così prestigioso che renderà questo territorio ancora più conosciuto
e attrattivo”.

Perché Moncalieri si è candidata
La candidatura di Moncalieri a Capitale Italiana della Cultura 2028 è un passo naturale di un
percorso già avviato.
Negli ultimi anni la città ha investito in progetti di rigenerazione urbana e culturale che hanno
restituito spazi, risorse e opportunità alle persone. Dalle Fonderie Limone (oggi polo di
produzione e ospitalità creativa) al Castello Reale, patrimonio UNESCO e cuore del sistema
culturale, fino alle borgate e ai quartieri che hanno ritrovato centralità grazie a festival diffusi,
patti di collaborazione e percorsi di cittadinanza attiva.
“Moncalieri ha scelto di candidarsi perché ha imparato che la cultura può cambiare davvero
la geografia di una città” dichiara Paolo Montagna, Sindaco di Moncalieri. “Abbiamo
costruito un modello che mette insieme il centro e i margini, le istituzioni e le persone, la
memoria e l’innovazione. Questa candidatura è la tappa di un percorso collettivo, un invito a
guardare ai nostri luoghi con occhi nuovi.”
Nel 2028 Moncalieri celebrerà anche gli 800 anni dalla propria fondazione, avvenuta nel
1228 quando un gruppo di abitanti trovò rifugio sulla collina per difendersi da incursioni ostili.
Da borgo di confine a città metropolitana, Moncalieri ha costruito nei secoli una vocazione al
dialogo e alla trasformazione: il ponte sul Po, che per secoli fu l’unico accesso a Torino per
chi proveniva da sud, è diventato nel tempo una metafora della sua identità, quella di una
comunità che unisce e attraversa.
L’area metropolitana torinese sta ripensando il proprio modello culturale dopo anni di
innovazioni e crisi; la città di Moncalieri in questo contesto porta in dote una dimensione
“ponte”: sufficientemente grande per incidere, sufficientemente prossima per
sperimentare.

Un viaggio che continua
Il Dossier non è solo un progetto, ma la sintesi di una pratica già in corso.
Dal 2024 Moncalieri ha sperimentato nuovi format diffusi – festival, residenze artistiche,
laboratori, percorsi formativi e progetti di rigenerazione – che hanno unito produzione
culturale e partecipazione civica.
Le esperienze avviate hanno mostrato che la cultura può diventare motore di sviluppo
economico, sociale e territoriale, creando occupazione qualificata, valorizzando i saperi
artigiani e favorendo nuove alleanze tra pubblico e privato.
Il 2028 per Moncalieri non è un traguardo ma un orizzonte: un’occasione per consolidare
politiche, coordinare risorse e offrire alla città un’identità culturale riconoscibile e condivisa.
La candidatura rappresenta quindi un patto che la città intende rinnovare, con o senza titolo,
perché la credibilità di una candidatura si misura nella sua capacità di migliorare la vita
delle persone.

“La leva è la rigenerazione culturale delle periferie, intese non come estremi, ma come
soglie porose tra funzioni, generazioni e comunità” aggiunge Antonella Parigi, Assessora
alla Cultura. “Demarginalizzare significa rendere la cultura accessibile e generativa, creare
spazi di scambio dove la vita quotidiana incontra l’arte, l’impresa, la scuola, il volontariato.
Moncalieri è pronta a diventare un laboratorio nazionale di questa nuova idea di capitale.”
La candidatura di Moncalieri a Capitale Italiana della Cultura 2028 è dunque un progetto
corale, che nasce dall’amore per la città e dalla convinzione che i margini possano diventare
il centro rinnovato e ritrovato di una nuova geografia culturale italiana.

Afghanistan, una tragedia dimenticata

GAZA MA NON SOLO 

Fra le iniziative di solidarietà e di richiesta di attenzione alle numerose tragedie dovute alle guerre, alle dittature, alle repressioni  una di particolare urgenza e gravità ha riguardato la realtà odierna all’Afghanistan. Una testimonianza intensa e commovente continua ad arrivarci dall’impegno della associazione International Help. I responsabili di questa benemerita realtà ci hanno ricordato recentemente che  

 Più di 40 milioni di  Afghani, sono ostaggi di una teocrazia medievale violenta e discriminante soprattutto nei confronti delle donne. La componente femminile  del popolo afghano è sottoposta a più di venti decreti che ne impediscono quasi ogni attività, a partire dal diritto allo studio. Incredibilmente un recente provvedimento impedisce anche la lettura di libri scritti da donne.

Purtroppo questa tragedia epocale non pare scaldare i cuori del mondo occidentale. Non si vedono cortei a favore delle donne afghane. Né striscioni o università occupate. Noi di International Help abbiamo cogestita per quindici anni una Clinica nel Distretto 13 di Kabul. Circa 500.000 persone ne hanno usufruito .Purtroppo il ritorno dei Talebani nel 2021 ne ha decretato la chiusura. La nostra associazione ha però deciso di non abbandonare lo scenario afghano. Da più di un anno sosteniamo una scuola nella città di Ghazni ove decine di studentesse riescono a studiare sfidando I divieti degli integralisti. In questa città siamo anche pronti a finanziare, se si potrà, la locale clinica. Ma soprattutto siamo determinati a proseguire, insieme a chi ci vuole sostenere, nella denuncia della situazione di tragica discriminazione delle donne afghane. Abbiamo iniziato a farlo lo scorso 9 ottobre presso il Centro Culturale Dar al Hikma, con un importante dibattito,  che – con nostro grande conforto e apprezzamento – ha visto la fondamentale partecipazione del Comitato dei Diritti Umani della Regione Piemonte, con un saluto del suo Presidente Davide Nicco e un intervento del suo vice presidente Giampiero Leo. Nell’occasione ci hanno comunicato che, proprio con l’intenzione di non fare cadere nel dimenticatoio situazioni terribili – anche se trascurate sia dai governi che dalle “piazze” – come quella del Afghanistan, del Sudan, della Nigeria, del Myanmar, del Venezuela ecc. – la Giornata mondiale del 10 dicembre sarà proprio dedicata alle “Resistenze dimenticate”.

Minacciano i controllori GTT con una pistola giocattolo

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Alcuni controllori  GTT sono stati aggrediti e minacciati da due passeggeri con una pistola, poi  rivelatasi un giocattolo. E’ accaduto in via XX Settembre, su un tram della linea 4. Gli addetti Gtt avevano chiesto  il biglietto ma i passeggeri hanno estratto la pistola, hanno minacciato i dipendenti e  sono scesi in via Bertola. I controllorihanno però avvisato una vigilessa e la Polizia, che ha arretato i malviventi  in un supermarket.

Schianto tra auto e moto: muore 57enne

Un uomo di 57 anni  è morto questa mattina  mentre viaggiava in sella sua motocicletta a Cambiano, nello scontro con una vettura. Sul posto ii Carabinieri della compagnia di Chieri e il  118. Si sta verificando la dinamica dell’incidente.

Agente aggredito in carcere a Torino

Ieri sera, intorno alle ore 21:30, durante una perquisizione straordinaria presso la 5ª sezione del padiglione B finalizzata al contrasto dell’introduzione di oggetti non consentiti, si è verificato un grave episodio di violenza. Due detenuti di nazionalità marocchina, ubicati in una cella della sezione, hanno reagito con violenza all’intervento degli agenti, dando in escandescenza. Uno di loro ha colpito con una violenta testata alla tempia un agente della Polizia Penitenziaria, che è stato prontamente accompagnato in ospedale per ricevere le cure necessarie. A dare notizia è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria per voce del Segretario Vicente Santilli.

“Nonostante l’aggressione, gli operatori hanno portato a termine la perquisizione con grande determinazione e senso del dovere, rinvenendo un telefono cellulare, sostanza stupefacente e grappa artigianale”, prosegue il sindacalista, che esprime “il proprio plauso per la professionalità, il sangue freddo e la dedizione dimostrata dagli agenti coinvolti, che hanno gestito una situazione critica con fermezza e rispetto delle procedure. Episodi come questo confermano l’importanza del lavoro quotidiano svolto dalla Polizia Penitenziaria, spesso in condizioni difficili, a tutela della sicurezza e della legalità all’interno degli istituti”.

Questa è, purtroppo, la quotidianità operativa con cui hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del Piemonte“, commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che pur riconoscendo un cambiamento nel clima politico attuale – “dobbiamo dare atto che, rispetto al passato, l’attuale governo e l’Amministrazione Penitenziaria hanno mostrato maggiore ascolto e sensibilità nei confronti delle criticità del settore” – auspica “uno sforzo ulteriore, più deciso e strutturale, perché non bastano le buone intenzioni: occorrono atti concreti e urgenti, come dotare le donne e gli uomini del Corpo di strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica”.

Il leader del SAPPE rinnova l’appello del Sindacato alle istituzioni politiche: “E’ necessario rivedere l’organizzazione delle carceri, classificandoli in tre livelli: massima sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, atteso il fallimento degli attuali circuiti. Attraverso tale differenziazione si potrebbe differenziare anche la formazione del personale e prevedere un differente impiego di forze e di professionalità: in quelli di massima sicurezza più Polizia Penitenziaria, negli altri meno polizia e più educatori e assistenti sociali“. Il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo richiama un concetto fondamentale: Sicurezza e diritti sono un binomio inscindibile anche quando si affronta la complessa realtà del sistema penitenziario, perché, salvi i casi più gravi, la doverosa esecuzione della pena deve costituire il presuppostoper il ritorno alla vita civile del detenuto. In questa ottica, è necessario attivare al più presto i ruoli tecnici del Corpo: medici e psicologi nell’immediato e nel prossimo futuro anche quelli socio pedagogici. Professionisti del trattamento, evitando inutili commistioni e false illusioni, su un possibile ruolo della Polizia Penitenziaria in un compito che non è il suo, conclude.

Al Piemonte l’Albero della Legalità di Falcone

Il Piemonte è la prima regione italiana a ricevere lAlbero di Giovanni Falcone, simbolo della lotta per la legalità e la protezione dellambiente. La consegna è avvenuta ieri nella Sala Trasparenza – dove lalbero verrà custodito – da parte dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità di Pieve Santo Stefano (AR). Il gesto rappresenta un’importante donazione da parte dei Carabinieri Forestali alla Regione, come segno di vicinanza e di sostegno a tutte le azioni che promuovono il rispetto della legalità e la salvaguardia del territorio piemontese.

La pianta nasce dalle talee del famoso Ficus che cresce nei pressi della casa del giudice assassinato nel 1992 dalla mafia, che sono state prelevate grazie alla collaborazione fra Carabinieri, Fondazione Falcone, Comune e Soprintendenza di Palermo e duplicate nel Centro Nazionale Carabinieri per la biodiversità forestale (Pieve Santo Stefano, Arezzo)che è uno dei più avanzati in Europa nello studio e nella conservazione delle specie forestali autoctone.Lidea è nata dallincontro tra lassessore alla Cultura Marina Chiarelli e il Centro Nazionale Carabinieri per la biodiversità avvenuto durante la Giornata delle famigliealla Reggia di Venaria.

Alla consegna, erano presenti per la Regione il presidente Alberto Cirio, lassessore alla Cultura Marina Chiarelli, lassessore alle Politiche sociali, usura e beni confiscati Maurizio Marrone e lassessore al Bilancio Andrea Tronzano:

«Siamo molto orgogliosi di essere la prima Regione dItalia a ricevere questo albero che custodiremo nella nostra Sala della Trasparenza dichiara il presidente CirioAvere qui lalbero di Falcone per noi ha un significato enorme perché ci dice che ogni giorno dobbiamo continuare a lavorare per la legalità, ma anche seminare buoni simboli di legalità. Eanche uno stimolo ulteriore a ricordarci del sacrificio dei nostri eroi e a chi ogni giorno dà la vita per difendere lo Stato e la giustizia. Nel rispetto del loro ricordo, lo cureremo ogni giorno, bagnandolo e potandolo, ma anche lavorando bene come amministratori pubblici, mettendocela davvero tutta per garantire efficienza sempre associata alla legalità».  

«Siamo profondamente onorati di essere la prima Regione italiana ad accogliere allinterno della propria sede istituzionale una talea del ficus di Giovanni Falcone, lalbero simbolo della lotta alla mafia, piantato davanti alla sua casa a Palermo e diventato nel tempo un luogo della memoria e dellimpegno civileaffermano gli assessori Chiarelli, Marrone e Tronzano. Questa pianta non è solo un albero. È un simbolo vivo della legalità, del coraggio e del sacrificio di chi ha dato la propria vita per difendere lo Stato e i valori della giustizia. Portarlo qui, nel cuore delle istituzioni piemontesi, significa riaffermare ogni giorno il nostro impegno contro ogni forma di criminalità organizzata e per la promozione di una cultura della legalità, della trasparenza e della responsabilità. Siamo orgogliosi che il Piemonte possa fare da apripista in questo gesto altamente simbolico: non solo per ricordare il giudice Giovanni Falcone, ma anche per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio forte e concreto di legalità e rispetto dellambiente».

A consegnare lalbero sono stati il Colonnello Alberto Veracini, Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversita di Pieve Santo Stefano (AR); l’Appuntato scelto qualifica speciale Vittorio Paceschi (raggruppamento Pieve Santo Stefano – AR) e il Colonnello Valerio Cappello del comando della Regione Carabinieri Forestale Piemonte.

«Facciamo questa donazione come gemma di legalità: perché è importante prevenire i reati rafforzando la legalità spiega il colonnello Veracini – . Andiamo sopratutto nelle scuole ed è la prima volta che consegniamo questo albero in un ente Regione».

«Siamo particolarmente lieti partecipare a un’iniziativa che è unespressione di affermazione di legalità di cultura di ambiente e che ci identifica pienamentesottolinea il comandante della Regione Carabinieri Forestale Piemonte Valerio Cappello – Questo momento rafforza ulteriormente i rapporti con la Regione già solidi, ma è che immaginiamo ancora di più verranno rafforzati in futuro».

Liniziativa prende vita dal progetto nazionale Un albero per il futuro, promosso dal Ministero dellaTransizione Ecologica e realizzato dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, e si ponecome uniniziativa di sensibilizzazione ed educazione ambientale e alla legalità rivolta alle scuole italiane.Lobiettivo è duplice: da una parte sensibilizzare le giovani generazioni sullimportanza del verde e in particolare degli alberi per la salute del pianeta, il contrasto ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità; dallaltra, promuovere la cultura della legalità attraverso simboli vivi e riconoscibili. Avviato nel 2020, il progetto ha previsto la donazione e la messa a dimora di circa 500 mila piantine su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo a oggi oltre 900 istituti scolastici. Ogni piantina dellAlbero di Falcone viene georeferenziata, dotata di un QR code e inserita in una piattaforma digitale nazionale che consente di monitorarne la posizione, la crescita e la quantità di anidride carbonica assorbita.

La Regione Piemonte è impegnata nella promozione della trasparenza e della legalità come strumenti fondamentali per unamministrazione pubblica etica ed efficace. Questo avviene in particolare con il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), le azioni rispetto allamministrazione trasparente e la formazione dei dipendenti pubblici. A questo si aggiungono numerose iniziative che la Regione ha organizzato a sostegno della cultura della legalità, in particolare con listituzione della «Giornata regionale della gratitudine alle forze dell’ordine per il contrasto alle mafie».

In Piemonte nuova ricerca di portalettere

Anche in Piemonte Poste Italiane è alla ricerca di portalettere da inserire con contratto a tempo determinato che si occuperanno del recapito postale (pacchi, lettere, buste, raccomandate, etc.) nell’area territoriale di propria competenza.

Per candidarsi è sufficiente inserire, entro mercoledì 22 ottobre, il proprio curriculum vitae sulla pagina web del sito posteitaliane.it, nella sezione “Carriere” dedicata a “Posizioni Aperte” in cui sono indicati i requisiti per partecipare alla selezione. In fase di candidatura, sarà possibile indicare l’area territoriale di preferenza.

I requisiti richiesti per la candidatura sono il possesso di un diploma di scuola media superiore con votazione minima 70/100 o diploma di laurea, anche triennale, è inoltre richiesta la patente di guida, in corso di validità, idonea alla conduzione dei mezzi aziendali. Non è richiesta alcuna conoscenza specialistica pregressa, il patrimonio di competenze ed esperienze che ognuno porta con sé è infatti per Poste Italiane un valore chiave.

Il Gruppo, che vede nella sua presenza capillare sul territorio uno dei propri asset strategici, rappresenta una realtà di primo piano nel panorama nazionale grazie anche all’attenzione che rivolge a temi di impatto sociale determinanti quali la sostenibilità, l’innovazione digitale e la coesione nazionale.

Ognissanti e Defunti, gli orari dei cimiteri di Torino

Con l’avvicinarsi delle ricorrenze di Ognissanti e dei Defunti, i cimiteri della città si preparano ad accogliere tutte quelle famiglie desiderose di ricordare e onorare i propri cari.

Il legame con chi non è più tra noi non si interrompe mai: è un filo invisibile che ci unisce non solo a parenti e amici, ma anche a persone conosciute attraverso il lavoro o altre relazioni. Il ricordo di chi ci ha lasciato va oltre la nostalgia: è un’occasione preziosa per rivivere insieme i momenti felici, per conservare la memoria di chi non abbiamo conosciuto personalmente ascoltando dalle persone più anziane le loro storie, mantenere vivo il legame con il passato.

Per questi giorni speciali nei quali i sei cimiteri cittadini –  Monumentale, Parco, Abbadia di Stura, Cavoretto, Sassi e Mirafiori – registrano un afflusso più intenso del resto dell’anno, la Città di Torino e AFC hanno predisposto una serie di servizi e iniziative pensati per accompagnare i visitatori in un momento di raccoglimento e rispetto, dedicato alla memoria di chi non c’è più.

A Palazzo Civico l’assessora ai Servizi Cimiteriali Chiara Foglietta, insieme ad Andrea Araldi e Carlo Tango, rispettivamente presidente e amministratore delegato di AFC, l’azienda che ha in gestione i cimiteri comunali, hanno presentato nel dettaglio le attività previste per la commemorazione nei sei cimiteri comunali.

«Ricordare chi non c’è più significa riconoscere quel filo invisibile che ci unisce, fatto di affetto, ricordi e emozioni profonde che continuano a vivere dentro di noi. È un legame che supera il tempo e lo spazio, e ci fa sentire vicina la presenza di chi ha lasciato un segno indelebile nella nostra vita – spiega l’assessora Chiara Foglietta –. Nei cimiteri quel ricordo si traduce in un gesto di cura e condivisione, capace di offrire conforto e regalare un prezioso momento di raccoglimento a chi vi si reca. Per questo vogliamo accogliere al meglio tutte le persone che li visitano, ogni qualvolta desiderino farlo.»

«Proprio su questo impegno si fonda il lavoro di AFC, che condivide l’obiettivo di accogliere al meglio i visitatori, trasformando i cimiteri in poli culturali vivi, capaci di valorizzare il loro patrimonio storico e artistico senza perdere di vista la funzione di luogo di raccoglimento – afferma il presidente Andrea Araldi –. Un esempio concreto sarà il convegno europeo dell’Associazione dei Cimiteri Significativi, che a giugno porterà in città oltre 1000 esperti da tutta Europa, offrendo un’occasione unica di confronto e crescita, e contribuendo a rafforzare Torino come meta riconosciuta del turismo dedicato ai cimiteri storici.»

Dal 25 ottobre al 2 novembre i cimiteri e gli uffici saranno aperti dalle 8.30 alle 17.30, mentre da lunedì 3 novembre entrerà in vigore l’orario invernale con chiusura alle 16.30.

Anche quest’anno, ad aiutare i visitatori saranno presenti i volontari di “Giovani per Torino” insieme ai “Senior civici”, riconoscibili dalla pettorina blu o gialla e muniti di tablet e mappe, per sostenere nella ricerca delle sepolture e per ogni necessità di informazione e accompagnamento all’interno dei cimiteri. Nei principali ingressi del Monumentale e del Parco saranno allestiti gli SMAT Point per la distribuzione gratuita di acqua potabile. Confermato anche l’appuntamento con i momenti musicali della rassegna ‘Appuntamenti con il ricordo’ che accompagneranno i giorni della Commemorazione dei Defunti.

Per facilitare gli spostamenti interni ai cimiteri Monumentale e Parco sarà attivo un servizio gratuito di navette con autobus a pianale ribassato, mentre l’accesso con le auto sarà vietato, con eccezione dei veicoli muniti di contrassegno azzurro per persone disabili, autorizzati negli orari consentiti. GTT potenzierà le linee esterne verso i cimiteri, con alcune sospensioni temporanee della linea 102 interna al Parco nelle giornate di maggior afflusso (25, 26 ottobre e 1, 2 novembre).

In questi giorni saranno inoltre disponibili carrozzine pieghevoli, distribuite dai volontari civici agli ingressi principali, per chi ha difficoltà a deambulare. Negli stessi cimiteri maggiori, gli ascensori saranno presidiati per garantire un accesso agevole. Le mappe fornite ai visitatori segnalano chiaramente gli ingressi accessibili, le rampe e la presenza degli ascensori, per facilitare la visita a tutti.

Al cimitero Parco, sabato 1° novembre alle ore 15.30, presso la Grande Croce, verrà celebrata la Santa Messa officiata dal cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino. Al cimitero Monumentale, domenica 2 novembre alle ore 9.15 è in programma la cerimonia istituzionale della Città con il corteo delle Autorità e delle Rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche, che renderanno omaggio ai caduti sostando alla Grande Croce, alla Lapide dei Caduti in Russia, alla Lapide dei Deportati Ebrei, al Cippo della Deportazione, al Cippo degli Ex Internati, al Campo della Gloria, al Cippo dei Caduti in Guerra della Liberazione, al Monumento delle Vittime Civili, ai Caduti sul lavoro al Monumento dell’Aviazione, al monumento degli Esuli Dalmati e Istriani e infine al Campo Militari. Alle 15.30, nel cortile interno del Monumentale, presso l’ingresso principale di piazzale Tancredi Falletti di Barolo, si terrà la celebrazione della Santa Messa officiata dal cardinale Roberto Repole.

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per l’ amministratore delegato di AFC, Carlo Tango, per presentare i progetti realizzati e in corso: «Stiamo investendo in interventi concreti per migliorare l’esperienza di chi visita i nostri cimiteri e per preservarne il valore culturale e storico. Dalla sostituzione dei totem multimediali con schermi più ampi e accessibili, al rinnovo e consolidamento di strutture fondamentali come ossari, loculi e impianti idrici. Progetti come la riqualificazione delle aree di dispersione delle ceneri e il restauro dei manufatti storici testimoniano il nostro impegno a coniugare memoria, cultura e cura. Con questi interventi vogliamo offrire ai cittadini spazi accoglienti e rispettosi, capaci di raccontare le storie di chi ci ha preceduto.»

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Arte, valore e diritto: quando la collezione incontra il diritto

In un momento in cui il mercato dell’arte vive una trasformazione profonda, dove le transazioni sempre più complesse richiedono competenze che vanno ben oltre la semplice conoscenza del diritto civile, Torino si appresta a ospitare un dialogo che promette di gettare luce su uno dei settori più affascinanti e meno conosciuti della pratica legale contemporanea. Mercoledì 29 ottobre, alle 15.30, Sant’Agostino Casa d’Aste, in corso Alessandro Tassoni 56, a Torino, ospiterà la XII edizione di Art&Law Conversation, un appuntamento che riunisce attori chiave del panorama artistico, legale e finanziario nazionale.

L’evento, organizzato con il coordinamento dello Studio Legale Tributario Morabito, con forte vocazione in diritto dell’arte e pianificazione patrimoniale, rappresenta uno spazio di riflessione raro nel panorama italiano e un’occasione in cui artisti, collezionisti, professionisti del diritto e esperti di mercato si incontrano per discutere su questioni che definiscono il presente e il futuro del patrimonio culturale. Il titolo di questa edizione, “Arte, Diritto e Valore: nuove regole e nuove ricchezze”, cattura perfettamente il senso di una transizione in corso, dove le tradizionali categorie giuridiche incontrano le sfide poste da un mercato in costante  evoluzione.

Tra i relatori figurano nomi di spicco della comunità legale italiana specializzata nel settore. Francesco Fabris e Mattia Pivato porteranno la loro prospettiva su temi dove la competenza tecnica si intreccia necessariamente con questioni di sensibilità culturale e patrimoniale. Paolo Turati, direttore del Lab. Finanza Decentralizzata e docente di Saa Torino, affronterà la crescente finanziarizzazione degli investimenti in opere d’arte, un fenomeno che ha trasformato il collezionismo in uno strumento sofisticato di gestione del patrimonio.

L’evento è arrivato alla dodicesima edizione soprattutto grazie alla presenza di Simone Morabito, avvocato e presidente della Commissione di diritto dell’Arte dell’associazione scientifica BusinessJus e cofondatore di ArtLawyers, Morabito, figura ormai consolidata nel panorama nazionale del diritto dell’arte, che interverrà sul tema della successione e trasmissione del patrimonio artistico, argomento che tocca il cuore della questione: come il collezionista deve porsi di fronte a questioni che riguardano beni il cui valore non è solo economico, ma anche e soprattutto culturale e storico.

I professionisti (avvocati, commercialisti e specialisti del mercato dell’arte) insieme al pubblico, “converseranno” sul necessario approccio consapevole che il settore dell’arte richiede sempre di più. Non si tratta semplicemente di applicare norme giuridiche a operazioni commerciali: si tratta di comprendere le implicazioni che ogni transazione, ogni consulenza, ogni consiglio legale e fiscale comporta per il patrimonio culturale stesso. In una città come Torino, che ha profonde radici nella storia dell’arte e dell’antiquariato, questa sensibilità rappresenta un elemento distintivo.

L’agenda dell’evento spazia su tematiche di straordinaria attualità. Dalla questione dell’autenticità e della certificazione delle opere, con la necessaria rigorosità scientifica, alla conservazione e valorizzazione delle collezioni, passando per i profili tributari della successione del patrimonio artistico illustrati dalla dottoressa Marta Tosi. Ogni intervento contribuisce a costruire un quadro articolato e complesso di quello che significa, oggi, possedere, trasmettere, proteggere e valorizzare beni d’arte.

Particolarmente rilevante appare il contributo di Montani Tesei, che affronterà le nuove forme di partenariato pubblico-privato per il futuro della cultura, indicando una strada possibile per la contemporanea gestione del patrimonio artistico in un’epoca di risorse pubbliche ridotte. La presenza di Vanessa Carioggia, moderatrice dei lavori, garantirà una prospettiva attenta ai profili trasversali che collegano i diversi aspetti affrontati durante l’incontro.

Quello che distingue Art&Law Conversation dai convegni tradizionali è proprio questo: non si limita a illustrare lo stato dell’arte della normativa, ma tenta di comprendere come il diritto, il fisco e la pratica legale possano stare al passo con un mercato e una società che cambiano più velocemente di quanto i codici riescano a prevedere. È un esercizio di prospettiva, di visione, di responsabilità condivisa verso la preservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale.

Per chi opera nel settore artistico, sia da collezionista sia da professionista, per chi gestisce patrimoni e si interroga su come preservarli e trasmetterli, per chi semplicemente desideri comprendere meglio i meccanismi legali e finanziari che sottendono il mercato dell’arte contemporanea, questo appuntamento rappresenta un’occasione che difficilmente si ripete con questa qualità di contributi e con questa concentrazione di expertise.

La registrazione all’evento è aperta a chi desidera approfondire questi temi in compagnia di esperti riconosciuti a livello nazionale. Gli interessati possono contattare gli organizzatori all’indirizzo eventi@studiomorabito.eu  o info@santagostinoaste.it . L’accreditamento avviene attraverso la piattaforma Riconosco per gli avvocati. I dottori commercialisti possono registrarsi in loco. L’iniziativa gode del supporto del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino che sarà presente con l’avvocato Stefano Tizzani e del Consiglio dell’Ordine dei Commercialisti: entrambi condividono l’impegno verso l’eccellenza nella comprensione e nella gestione del patrimonio artistico incarnato nella XII Art&Law Conversation.

Una nota finale merita di essere segnalata: in una fase in cui sempre più spesso il collezionismo privato si interseca con questioni pubbliche di preservazione culturale, il ruolo dell’avvocato specializzato in diritto dell’arte acquista una dimensione nuova. Non è più semplicemente un consulente legale, ma un professionista che deve possedere una comprensione profonda dei valori in gioco, della complessità delle operazioni, della responsabilità che accompagna ogni decisione. La comunità torinese ha la fortuna di poter contare su professionisti di questa levatura che dedicano la loro pratica a questi temi.

Art&Law Conversation rappresenta così non solo un momento di aggiornamento professionale, ma un’occasione per riflettere collettivamente su come vogliamo che il diritto accompagni la cultura nel nostro Paese.

Mara Martellotta