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Bollo auto prorogato fino al prossimo 15 luglio

E’ stata approvata  in Giunta una delibera che sposta al prossimo 15 luglio la scadenza del bollo auto senza alcun aggravio per il contribuente che paga entro quella data. Il differimento è stato reso necessario per via di alcune problematiche emerse nel corso degli ultimi giorni e segnalate da parte di utenti che avevano registrato l’impossibilità di provvedere al pagamento stesso.

“Una misura doverosa – sottolinea l’Assessore Andrea Tronzano – per permettere ai cittadini di regolare le posizioni, di farlo nella dovuta tranquillità e naturalmente senza incorrere in sanzioni. Mi spiace per il disguido, in quanto questi malfunzionamenti tecnici incidono pesantemente sulla vita quotidiana dei cittadini. Il CSI, dietro mia richiesta, ha confermato di aver migliorato le prestazioni nelle ultime ore incrementando il personale dedicato che monitora costantemente il servizio. Nell’ultimo periodo il sistema ha visto incrementare l’attività e di parecchio, nel mese di giugno sono stati effettuati 337.000 pagamenti, il doppio di quelli dell’anno precedente, ma questo non è un buon motivo perché il sistema non funzioni”.

Riaprono le sedi Inps in Piemonte

LE ATTIVITA’ VERRANNO SVOLTE SOLO SU PRENOTAZIONE Il primo giorno di luglio lsedi Inps del Piemonte riapronosu appuntamento,  gli sportelli di ricezione al pubblico. Un importante passo in avanti per un graduale ritorno alla normalità

La salute dei cittadini sarà garantita dalla massima attenzione posta nei locali in cui saranno erogati i servizi, questi saranno infatti tutti regolarmente sanificati, con percorsi di ingresso e di uscita diversificati, nel rispetto del distanziamento sociale e assicurando la disponibilità di idonei presidi igienizzanti. All’ingresso saranno posizionati termoscanner e l’accesso sarà consentito previa misurazione della temperatura e solo se muniti di mascherina. 

Per garantire l’adeguato distanziamento sociale ed evitare assembramenti sconsigliati, l’attivitàdi ricevimento degli sportelli delle Sedi Inps del Piemonte sarà assicurata esclusivamente su prenotazione. 

Il cittadino protrà prenotare l’appuntamento scegliendo il giorno e la fascia oraria desiderata, e potrà anche indicare il motivo per cui si rivolge allo sportello Inps. Sarà necessario presentarsi in sede cinque minuti prima dell’orario fissato e si permarrà presso gli sportelli il tempo strettamente necessario per ottenere l’informazione o il servizio richiesto. 

Diverse sono le modali di prenotazione: tramite smartphone, scaricando l’app “Inps Mobile”, o tramite portale accedendo al sito www.inps.it , nella sezione “Sportelli di Sede”. 

Inoltre, per non escludere da questa nuova fase chi non usa gli applicativi informatici, l’Istituto ha previsto la possibilità di prenotarsi anche tramite telefono, contattando i numeri provinciali già utilizzati per l’emergenza. Le Sedi del Piemonte, infatti, continueranno ad essere contattabili, per informazioni e prenotazioni dal lunedì al venerdì con orario 8:30 – 12:30.

E’ possibile prenotarsi anche chiamando il contact-center al numero 803.164 da telefono fisso o 06.164.164 da cellulare. 

Per motivi di sicurezza l’accesso agli sportelli in presenza sarà attivato, nel corrente mese di luglio, presso le Direzioni provinciali di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania Cusio Ossola, Vercelli e presso le Agenzie complesse di Collegno, Moncalieri, Pinerolo, Ivrea e Torino Nord. 

Anche i torinesi in vacanza liberi dai bagagli con Poste delivery web

Il servizio permette di spedire le valigie nella località di destinazione direttamente dal proprio PC o smartphone, con ritiro a domicilio oppure presso un ufficio postale abilitato

 Da oggi anche i cittadini di Torino e provincia possono andare in vacanza liberi dal peso dei bagagli con Poste Delivery Web.

Il servizio di Poste Italiane permette di spedire le proprie valige comodamente dal PC o dallo smartphone, in Italia senza più la paura di eccedere il peso consentito per l’imbarco di un bagaglio oppure di perdere gli acquisti fatti in vacanza perché non entrano in valigia.
Attivare Poste Delivery Web è molto facile da usare e bastano pochi click. È sufficiente collegarsi al sito https://postedeliveryweb.poste.it e acquistare on line una o più spedizioni: Poste Italiane eseguirà il ritiro gratuito direttamente all’indirizzo indicato ed effettuerà la consegna all’indirizzo specificato dal cliente. È possibile scegliere il ritiro a domicilio senza costi aggiuntivi oppure effettuare la spedizione da uno degli uffici postali abilitati della provincia di Torino. Il bagaglio può essere fatto recapitare anche in Fermoposta presso gli uffici postali abilitati.
È possibile anche monitorare lo stato della spedizione, dalla partenza fino all’arrivo a destinazione, chiedendo gratuitamente di essere aggiornato o di aggiornare il destinatario sullo stato dell’invio con e-mail o sms.
Poste Delivery Web permette di spedire pacchi e bagagli fino a 30 kg di peso e 220 cm come somma delle tre dimensioni, con una consegna prevista in Italia da 1 a 3 giorni lavorativi successivi a quello di spedizione con il servizio veloce ed entro 4 giorni lavorativi con la spedizione standard.
Inoltre, viene messo a disposizione dei clienti un Archivio dove consultare lo stato delle spedizioni, una rubrica dove salvare e gestire i contatti preferiti e una sezione bozze dove salvare le spedizioni non concluse. È possibile attivare Poste Delivery Web anche attraverso la APP Ufficio Postale.

Doppio arresto per rapina in un supermercato

Fermati dagli agenti della Squadra Volante

Due persone sono state arrestate per rapina in un supermercato dagli agenti della Squadra Volante. Gli arresti sono avvenuti in due diversi contesti operativi: il primo in via Livorno e il secondo in via Renier.

Nel primo caso un venticinquenne cittadino maliano si era impossessato di 6 maglie e le aveva nascoste nella sua borsa a tracolla. Quando gli addetti alla sicurezza, accortisi dei suoi movimenti, lo hanno fermato, lo straniero li ha colpiti più volte per poter fuggire. Tentativo che a nulla è valso poiché di lì a breve l’uomo è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante.

Analoga situazione è avvenuta in via Renier, dove un cittadino marocchino di 40 anni ha rubato prodotti alimentari occultandoli nei propri indumenti. Anche in questo caso il reo ha spintonato l’addetto alla sicurezza riuscendo però a fuggire. Il vigilantes lo ha inseguito fornendo alla Polizia indicazioni sulla direzione di fuga del quarantenne che è stato poi fermato dagli agenti all’incrocio tra via Lancia e via Issiglio.

Scoperti i ragazzi che picchiarono autista Gtt

Ivrea : scoperti e denunciati dai Carabinieri due giovani violenti che hanno aggredito e picchiato l’autista di un bus di linea e un passante

Ivrea -I Carabinieri della Compagnia di Ivrea hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Ivrea, 2 giovani, di 20 e i 22 anni), residenti a Ivrea e Samone, autori dell’aggressione avvenuta pochi giorni fa, in pieno centro di Ivrea, nei confronti di un autista di un autobus GTT e di un cittadino, intervenuto in suo aiuto durante l’aggressione.
I giovani, con precedenti di polizia e già noti alle forze dell’ordine anche per analoghi precedenti episodi, si erano, infatti, resi responsabili, nella sera del 24 giugno, del citato episodio di violenza sull’autobus della linea 5 – nella tratta Lago Sirio Quassolo – inveendo inizialmente nei confronti dell’autista che aveva chiesto loro di indossare le mascherine di protezione, prima di prenderlo a calci e pugni. Stessa sorte era toccata a un testimone, un uomo di 55 anni, che dal marciapiede vicino alla fermata aveva assistito alla scena e aveva chiamato il 112.
Nella circostanza, i militari dell’Arma, utilizzando gli elementi descrittivi forniti dai testimoni e dalle vittime e visionando le riprese delle telecamere di sorveglianza installate a bordo dei mezzi della GTT nei giorni antecedenti all’evento (la sera dell’aggressione il sistema video non aveva, infatti, registrato l’accaduto), riuscivano a risalire e individuare i due aggressori.
I due bulli sono stati denunciati alla Procura di Ivrea per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, in concorso.

Lotta alla ‘ndrangheta: 12 arresti tra Torino, Cuneo e Reggio Calabria

Nelle prime ore della mattinata, fra le province di Torino, Cuneo e Reggio Calabria, la Squadra Mobile di Torino ed il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Cuneo hanno dato esecuzione all’Ordinanza dispositiva della custodia cautelare riguardante 12 persone (8 custodie in carcere – 4 arresti domiciliari). Contestualmente all’esecuzione delle misure restrittive sono state eseguite ulteriori 30 perquisizioni domiciliari, nelle province di Torino, Cuneo e Reggio Calabria.

Per la realizzazione della fase esecutiva odierna sono stati impiegati complessivamente oltre 200 uomini di Polizia e Carabinieri, con l’utilizzo di reparti di rinforzo del controllo del territorio e di unità specialistiche cinofile per la ricerca di droga ed armi.

L’attività investigativa, iniziata nell’ottobre del 2016, ha consentito di rivelare per la prima volta l’esistenza di un “locale” di ‘ndrangheta nella provincia di Cuneo, precisamente nel comune di Bra (CN), avente al vertice la consorteria mafiosa riconducibile alla famiglia Luppino, originaria del comune reggino di Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) e da anni radicata nel centro della provincia cuneese.

L’avvio delle indagini da parte delle due FF.PP., che hanno sinergicamente operato sotto la direzione della D.D.A., è scaturito dalle dichiarazioni rese da un  collaboratore di giustizia  all’epoca detenuto nel carcere di Saluzzo (CN) per l’espiazione della pena di trent’anni di reclusione per l’omicidio di Giuseppe Trapasso, avvenuto nel 2008, nonché per la sua appartenenza al “locale” di ‘ndrangheta di Volpiano. A seguito delle puntuali dichiarazioni del collaboratore, circa l’esistenza di un ignoto “locale” di ‘ndrangheta a Bra, sono iniziate le attività investigative finalizzate a riscontrarne la fondatezza.
Determinanti, per l’acquisizione delle fonti di prova che hanno consentito di raggiungere l’importante risultato investigativo di disarticolare la consorteria mafiosa, si sono rivelate le attività tecniche svolte dagli organi inquirenti.

Luppino (al quale insieme al fratello Vincenzo è contestato il ruolo di promozione, direzione e organizzazione del locale di Bra) è stato già arrestato nel 2003 perché coinvolto nell’operazione contro la ‘ndrangheta denominata “Vangelo” (coordinata dalla D.D.A. di Reggio Calabria), indagine che aveva consentito di svelare un fiorente traffico di sostanze stupefacenti lungo l’asse Calabria – Torino – Bra.
Il locale di Bra è risultato avere collegamento con la ‘ndrina degli Alvaro di Sinopoli.

Luppino anche quando ancora si trovava detenuto nel carcere di Saluzzo per scontare più condanne definitive per delitti di usura, associazione finalizzata al traffico di stupefecenti, detenzione e porto di armi e fruiva di permessi premio, manteneva i contatti con i suoi sodali e dava loro direttive.

Il traffico di sostanze stupefacenti, in aggiunta alle altre tipologie dei reati fine documentati, è risultato essere tra le principali fonti illecite di guadagno del sodalizio, al punto che è stato possibile accertare l’esistenza di una vera e propria organizzazione dedita al traffico di stupefacenti collegata alla cellula di ‘ndrangheta operativa in Bra; ciò in ampio riscontro a quanto dichiarato dal collaboratore Agresta laddove evidenziava come lo spaccio di stupefacenti costituisse una delle principali attività del sodalizio mafioso capeggiato dai fratelli Luppino.
Nei quasi due anni d’indagine, è quindi emerso un articolato traffico di di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana).

 

Di rilievo sono i contatti e gli appoggi di cui il gruppo criminale guidato da Luppino poteva godere nell’ambito delle forze dell’ordine e dell’amministrazione pubblica locale.
Sono stati individuati due appartenenti all’arma dei carabinieri, all’epoca dei fatti operativi a Bra, indagati per favoreggiamento personale e rivelazione di segreti di ufficio aggravati dall’agevolazione mafiosa, i quali erano molto vicini alla famiglia Luppino a cui passavano informazioni riservate.
E’ stato individuato altro militare dell’arma dei carabinieri, all’epoca operativo in Calabria a Villa San Giovanni, anch’egli indagato per favoreggiamento personale e rivelazione di segreti di ufficio oltre che per accesso abusivo ai sistemi informatici riservati aggravati dall’agevolazione mafiosa, il quale ugualmente offriva ai Luppino notizie coperte dal segreto.
Luppino Salvatore poteva altresì contare sulla collaborazione di due appartenenti alla Polizia Penitenziaria del carcere di Saluzzo, ove egli era ristretto in espiazione pena, i quali provvedevano a fargli avere all’interno del carcere beni vietati. I predetti sono indagarti per il delitto di corruzione aggravato dall’agevolazione mafiosa.
Stretti contatti aveva Luppino Salvatore, anche tramite i suoi famigliari, con un appartenente alla pubblica amministrazione di Bra. Durante un permesso premio paventando possibili influenze sulle competizioni elettorali, si adopera per garantirsi l’aiuto necessario ad ottenere un lavoro al fine di poter accedere a misure alternative alla detenzione. Ne è derivata un’iscrizione per il delitto di cui all’art. 416 ter c.p. e cioè per scambio elettorale politico – mafioso.
E’ emerso come i fratelli Salvatore e Vincenzo Luppino siano personaggi di spicco nel territorio tanto da essere percepiti dai terzi in grado di influenzare l’assegnazione dei posti in occasione della manifestazione denominata “Cheese” organizzata da “SLOW FOOD”.
Una contestazione per concorso esterno in associazione di stampo mafioso è stata mossa ad un avvocato, che è risultato fare da tramite tra Luppino Salvatore ed esponenti di spicco della ‘ndrangheta. Inoltre grazie a tali contatti è emerso avere ottenuto denaro in prestito a condizioni vantaggiose ed in cambio si è offerto di effettuare una consegna in carcere ad un detenuto vicino al gruppo al di fuori delle regole carcerarie.

Lotto, a La Loggia vinta quaterna da 216mila euro

L’ultima estrazione del Lotto ha regalato – come riporta l’agenzia di stampa AGIMEG – due super vincite di uguale importo.

Due fortunati giocatori di La Loggia, piccolo centro in provincia di Torino e Roma, si sono infatti messi in tasca ben 216.600 euro a testa. Entrambi hanno effettuato una giocata di quattro euro su una quaterna.

A La Loggia la vincita è stata ottenuta con i numeri 35-47-48-81 sulla ruota Nazionale, mentre a Roma il premio è stato vinto con i numeri 43-45-47-49 usciti su Napoli. Le due vincite entrano nella top 10 di quelle più alte ottenute nel 2020

La cagnolina sfigurata trova casa a Torino

La cagnolina senza volto, è stata chiamata Nina,  è già stata adottata. L’avevano trovata tra le strade di Cinisi, in Sicilia,  era sfigurata e si trovava in una pozza di sangue. 

Un gruppo di veterinari e volontari  l’ha fatta arrivare a Torino per farla operare. Qui Graziella Porro, giornalista radiofonica l’ha adottata. Probabilmente è stata sfigurata tentando di scappare attraverso un cancello o una grata e nella fuga è rimasta ferita. Alla clinica veterinaria universitaria di Grugliasco ha subito alcuni interventi chirurgici per la ricostruzione del musetto ferito.

(foto archivio)

L’influencer dello spaccio in zona movida

Gli agenti del Commissariato Barriera Milano erano sulle sue tracce da tempo. Aspettavano un passo falso ma il giovane senegalese, pluripregiudicato, era sempre molto attento a non fornire elementi dai quali risultasse il suo traffico. Eppure era un punto di riferimento per i piccoli spacciatori che ogni weekend si riversano nelle strade della movida.

E’ venerdì quando gli agenti notano il trentacinquenne senegalese salire al IV piano di uno stabile in via Buniva. Lo seguono: si avvicina alla porta di un appartamento, estrae una scheda plastificata dalla cover del suo smartphone, e la apre.

A quel punto scatta la perquisizione che da esito positivo: vengono rinvenuti, infatti, 33 dosi tra crack e eroina, per circa 30 grammi.
L’uomo viene, altresì, trovato in possesso di un mazzo di chiavi ma, alla richiesta di spiegazioni, si mostra poco collaborativo. Senza desistere, gli agenti ispezionano i due telefoni cellulari in suo possesso. Al loro interno, attraverso la foto che ritrae una citofoniera, risalgono ad uno stabile nella limitrofa via degli Artisti; qui una delle chiavi in possesso dell’arrestato apre la porta di una mansarda e consente agli agenti di rinvenire altri 300 grammi di cocaina e 190 di crack, in parte ancora da confezionare, in parte già suddivisi in oltre 180 dosi pronte per la vendita al dettaglio; verrà inoltre sequestrata la somma di 500 €, 2 bilancini di precisione e materiale vario utile al confezionamento della sostanza, oltre ai 2 telefoni cellulari.


Nella memoria di questi ultimi sono, inoltre, presenti diversi video tutorial in cui il giovane senegalese, circondato da sostanza stupefacente, con tanto di musica accattivante, spiega come trasformare la cocaina in crack, fornendo suggerimenti per eludere i controlli delle forze dell’ordine e spacciare nella zona. Un modo di confezionare il crack del tutto simile viene riscontrato proprio dai poliziotti del Comm.to Barriera Milano poche ore dopo all’interno di un alloggio nella disponibilità di un connazionale del primo arrestato. Il giovane, 27 anni, irregolare sul territorio nazionale, viene fermato sabato notte subito dopo essere sceso da un taxi in via Malone angolo Monte Rosa. Con sé ha una tracolla che viene perquisita: nasconde una somma importante di stupefacente, circa 450 grammi, (550 dosi di cocaina/ crack); da accertamenti svolti grazie anche alla compagnia dei taxi i poliziotti risalgono a un alloggio in via Santhià, all’interno del quale, oltre a cellophane, lamette, forbici, accendini , bicarbonato di sodio, è stato ritrovato del pentolame intriso di sostanza stupefacente, utilizzata appunto per cucinare la cocaina e trasformarla in crack.
Anche il secondo cittadino senegalese è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

I sindacati: “Cambiare sistema, mai più Rsa lazzaretto”

Il  sistema delle Rsa in Piemonte,  787 strutture, avrebbe mostrato più che in Lombardia le sue carenze:  ora urge cambiarne il sistema, integrandolo con la cura domiciliare, anche per evitare, che, in caso di nuova ondata, tornino a diventare  dei lazzaretti. 

E’ quanto affermano ii responsabili regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil,  in una conferenza stampa tenutasi davanti al Convitto Principessa Felicita di Savoia, una delle Rsa che ha registrato il  più alto numero di decessi da coronavirus, sarebbero 82. “Non si dovranno mai più prendere gli anziani, metterli in una Rsa e dimenticarli. Bisogna  capire meglio cosa è accaduto, considerando che vi è anche un 20% di Rsa Covid free”