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Dalle vetrine di Torino a Caravaggio: breve storia della Pasqua

Coniglietti, pulcini e chiocce stanno facendo capolino nelle vetrine, i dolciumi sono ancora più colorati e zuccherini e il bel tempo risplende nelle esposizioni delle vie del centro. Torino si agghinda a festa in questi brevi e fuggevoli giorni di Pasqua, un po’ di turismo brulica tra i bar, qualcuno ne approfitterà per andare a passeggiare lungo il Po, altri invece si rintaneranno nell’aria condizionata dei musei, altri ancora invece fuggiranno fuori città, in cerca di un po’ di sollievo dal “tran-tran” quotidiano.

Cari lettori, non so voi, ma io necessitavo proprio di questi (pochi) giorni di pausa.
La primavera sembra essere arrivata sul serio, il sole caldo ci ha costretto al cambio stagionale degli armadi e il polline aleggia impetuoso nell’aria.
Diciamoci la verità, ormai quasi del tutto miscredenti e sempre sull’orlo del “burnout”, di tali giorni di festa ci basta sapere che gozzoviglieremo con amici e parenti, magari per una volta ci addormenteremo felici sul divano, certo stanchi, con qualche traccia di cioccolato sulle labbra e un po’ puzzolenti di griglia, ma felici.
È importante ritagliarsi un po’ di tempo per noi, dovremmo imporcelo ogni tanto, dovremmo ribellarci a questa società che ci vuole schiavi lobotomizzati e silenziosi, sempre con la testa china, impauriti dal non fare abbastanza, perennemente spaventati dal poter perdere quel che abbiamo per un misero “passo falso” o una richiesta inopportuna.
Come fare, cari signori? Non lo so. Questi sono solo i pensieri di una precaria qualsiasi, assillata dai comuni timori e sempre un po’ più disillusa.
Un buon metodo che ho trovato per districarmi “dal logorio della vita moderna” è scrivere per voi distinti lettori, e parlarvi degli argomenti più disparati, della nostra bella Torino, della scuola, di personalità importanti, di ricorrenze e di feste. Ecco allora l’opportunità di alleggerirmi, discorrendo in vostra compagnia proprio di questo giorno di Pasqua, di una delle tante feste commercializzate, vittime di un Consumismo sfrenato che volutamente scrivo con la maiuscola; vorrei far cenno alle origini di tale ricorrenza e ai suoi significati profondi, ma avrei piacere di farlo non solo attraverso nozioni storico-culturali, ma soprattutto ricorrendo al linguaggio che preferisco, ossia quello dell’arte. Principale festività del Cristianesimo, la Pasqua, o Domenica della Resurrezione, è la commemorazione della resurrezione di Gesù, secondo quanto riportato nel Nuovo Testamento; la celebrazione è preceduta dalla Quaresima, ossia Quaranta giorni di digiuno, preghiera e penitenza.

La settimana precedente al grande giorno viene detta Settimana Santa, periodo che comprende il “Triduo pasquale”, incluso il giovedì Santo, che commemora la “lavanda dei piedi” e “l’ultima cena”, e il venerdì Santo, volto invece alla rimembranza della crocifissione e della morte di Gesù.
Il tempo pasquale inizia la domenica di Pasqua e si prolunga per sette settimane, al termine delle quali si celebra la Pentecoste, dal greco “πεντηκοστή [ἡμέρα]”, “pentecosté [hēméra]”, “cinquantesimo (giorno)”, occasione dedicata alla celebrazione dell’effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù. Anche nella cristianità orientale tale periodo termina con la Pentecoste, ma il commiato della Festa cade il trentanovesimo giorno – non il cinquantesimo – esattamente il dì precedente alla festa dell’Ascensione.
La Pasqua fa parte delle “feste mobili”, non cadenti a data fissa: la data è calcolata sulla base del calendario luni-solare, similare a quello ebraico, il giorno dedicato alla celebrazione varia di anno in anno, secondo i cicli lunari, esso cade la domenica successiva al primo plenilunio della stagione primaverile e determina la cadenza delle altre festività quali la Quaresima e la Pentecoste.
Le “usanze pasquali” sono tante e diversificate, vi sono le veglie di mezzanotte, i saluti, le particolari decorazioni, “la rottura delle uova di Pasqua” – simbologia legata al sepolcro vuoto di Gesù -, il giglio, simbolo di resurrezione, vi sono ancora le sfilate, i cibi tradizionali come la colomba e le mille immagini di pulcini e conigli nei cestini. Ogni regione ha la sua peculiarità e tradizione, ma in generale il clima pasquale è colorato e festoso: i parchi iniziano a popolarsi, le scuse per fare allegre passeggiate si trovano più facilmente, i supermercati sono presi d’assalto e il profumo di primavera ci “rincitrullisce” un po’ tutti. Una prima importante constatazione riguarda i legami e le significative differenze tra la Pasqua cristina e quella ebraica.
“Pesach” è la parola ebraica per Pasqua, dall’aramaico “pascha”, termine con cui si celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosé: tale occasione riunisce i rituali dell’immolazione dell’agnello e il pane azzimo. La parola significa “passare oltre” e deriva proprio dalla narrazione della Decima Piaga, nella quale il Signore comanda al popolo eletto di segnare con il sangue dell’agnello le porte delle case di Israele, cosicché lo spirito Sterminatore “passasse oltre” le loro abitazioni, colpendo invece le case degli egizi (Esodo, 12,21-34).
Secondo la tradizione, gli ebrei ortodossi devono astenersi, in tale periodo dell’anno, dal consumare pane lievitato e devono sostituirlo con il pane azzimo, il medesimo che consumò il popolo ebraico durante la fuga dall’Egitto.

Con l’avvento del Cristianesimo la Pasqua assume un nuovo significato e indica il passaggio da morte a vita di Gusù e la conseguente vita nuova per i cristiani, purificati dal peccato grazie al sacrificio sulla croce del Cristo.
Come per le altre ricorrenze, anche quella della Pasqua affonda le sue origini nel paganesimo. In questo caso è il termine inglese che ci aiuta a svelarne le antiche radici: “easter” richiama il nome di una delle antiche dee della fertilità Eastre, da cui deriva il tedesco Oster. L’etimologia del nome è dubbia, ma secondo alcuni studiosi esso è collegato ad “aus” o “aes”, ossia “est”. Tale versione è accreditata da Beda il Venerabile nel suo “ De Temporum Ratione”, testo risalente al secolo VIII d.C. e dedicato al “De mensis Anglorum”, cioè al nome che gli inglesi davano ai mesi e al perché dell’utilizzo delle varie terminologie. Secondo lo studioso, gli Angli denominano questa periodizzazione “Eoster monath”, “mese di Eostre”, momento in cui si celebra Eostre, divinità della nascita e della fertilità. Lo stesso appellativo della dea si rifà a “Eoster-Monath” (successivamente “Ostara”), espressione utilizzata dai Celti per indicare l’equinozio di Primavera.
L’importanza attribuita alla Pasqua è comprovata da diverse opere d’arte, testimonianze indiscutibili del passato e delle tradizioni che costituiscono parte integrante della nostra storia.
Tantissimi autori si confrontano sul tema, ognuno a proprio modo e con lo stile personale e inconfondibile tipico dei grandi della Storia dell’Arte.
Giotto di Bondone, (1267-1337), pittore e architetto italiano, padre della prospettiva intuitiva, autore di alcuni tra i più celebri cicli di affreschi italiani e nome essenziale della storia della pittura e dell’architettura, raffigura all’interno della Cappella degli Scrovegni l’episodio denominato “Resurrezione” e “Noli me tangere” (1303-1305 circa). L’episodio si trova nel registro inferiore, guardando l’altare, sulla parete sinistra e fa parte delle “Storie della Passione di Gesù”.

Sullo sfondo le rocce declinano a sinistra e conducono lo sguardo dello spettatore verso il nucleo centrale della scena, gli alberi sono secchi a sinistra e rigogliosi a destra; tutta la scena è caratterizzata da un’atmosfera rarefatta e sospesa, quasi di “metafisica astrazione”, dato che anticipa la pittura di Piero della Francesca. Giotto è uno dei primi a dipingere una “Resurrezione”, tematica quasi per nulla considerata nel corso del Duecento, quando i soggetti più diffusi sono le “Maestà”, il “Christus Patiens” e i “Giudizi Universali”. Un altro elemento che verrà poi ripreso da Piero della Francesca, nel “Cristo Risorto di Sansepolcro” è il sarcofago di marmo, elemento centrale nella composizione giottesca, la cui colorazione è risultante dalla particolare luce dell’aurora, su di esso si appoggiano assopiti i quattro soldati posti a guardia del sepolcro; nessuno degli individui si accorgerà di quanto accaduto, sono dormienti distratti, appesantiti da un “sonno ignaro” in netto e voluto contrasto con la veglia della Sposa del Cantico dei Cantici: “Io dormo, ma il mio cuore veglia” (“Cantico dei Cantici”, 5,2).
Più avanti nel tempo, Raffaello, una delle figure più note del Rinascimento, riprende lo stesso argomento nell’opera giovanile “Resurrezione” (1501-1502). L’opera, ora al MASP Museu De Arte De São Paulo, Brasile, presenta i crismi del primo periodo dell’artista, sono infatti evidenti le influenze del Perugino e del Pinturicchio. L’atmosfera è serena e armoniosa, le posture dei corpi e dei gesti contribuiscono a dare equilibrio alla composizione e suggeriscono una profonda ricerca di perfezione formale. Raffaello utilizza tonalità fredde per lo sfondo, in piacevole contrasto con i protagonisti del dipinto, definiti da colori caldi. Nel complesso la scena è affollata, in primo piano i personaggi occupano la totalità della larghezza del dipinto, mentre in secondo piano, sulla sinistra un gruppo di donne procede su una stradina, sulla destra invece troneggia un airone. La profondità è data dall’uso puntuale e preciso della prospettiva, la grandezza delle figure diminuisce progressivamente e la disposizione degli astanti contribuisce al raggiungimento dell’intento illusionistico, così come la variazione dei colori secondo la lezione leonardesca della prospettiva aerea. L’inquadratura si sviluppa in verticale, la struttura compositiva, centrale e simmetrica, presenta due scene armoniosamente sovrapposte: quella terrena dove si trovano i soldati e quella divina. In corrispondenza della verticale centrale sono disposti il sarcofago e la figura di Cristo, mentre in posizione speculare si trovano i due angeli e i soldati.
Ancora una “Resurrezione” nell’opera di Andrea Mantegna, cognato di Bellini e “artista prediletto” dalla Famiglia Gonzaga; si tratta di una tavola “tempera su tavola” datata 1457-1459, nominata appunto “Resurrezione”; tutta la scena si svolge su uno sfondo segnato dall’enorme apertura della grotta del sepolcro, quasi un arco a tutto sesto, all’interno della montagna si vede la tomba aperta, mentre la figura del Cristo si erge centrale, in piedi, egli è dentro una luminosa mandorla incorniciata da cherubini, in basso invece si trovano i soldati intenti a fuggire, sconvolti e atterriti dall’apparizione. Mantegna ricrea con precisione ogni dettaglio, sia l’ambientazione sia gli abiti dei personaggi, e concretizza con approccio organico un’opera che travalica la semplice citazione erudita ma decontestualizzata riconoscibile nell’operato del suo maestro, lo Squarcione.


Tra il 1578 e il 1581 è Tintoretto, abilissimo allievo di Tiziano, a confrontarsi con la tematica, nel dipinto la “Resurrezione di Cristo”, conservato nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia. L’artista costruisce la composizione incentrandola sulla resurrezione che vince la morte, Cristo è in posizione trasversale, avvolto da uno splendore miracoloso, mentre si eleva dal sepolcro aperto da quattro angeli alati. Nell’ombra scura si scorgono le guardie che dormono avvolte da un sonno che simboleggia le tenebre.
Si distingue – come sempre d’altronde – il grande artista del Seicento: Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, tra il 1601 e il 1602 dipinge, olio su tela, “Incredulità di San Tommaso”. L’episodio trattato è ripreso dai Vangeli degli Apostoli, e riguarda Tommaso che, incredulo dell’identità del Salvatore, è spronato a “mettere il dito nella piaga” del Cristo, provocata dai dolori della crocifissione. I protagonisti dell’opera sono quattro, emergono dal nero dello sfondo illuminati dalla luce fredda e teatrale tipica dei lavori dell’autore bergamasco. La composizione può essere divisa in due parti: a destra si trovano San Tommaso e due apostoli, dall’altra invece si contrappone la figura di Cristo. L’attenzione ricade proprio dove l’artista vuole che posiamo lo sguardo, laddove la luce ci spinge ad osservare, proprio sul particolare più crudo e cruento: la pelle che si divarica affinché l’indice dell’incredulo si possa intrufolare all’interno delle carni. Altro dettaglio da notare: la posizione delle nuche degli astanti forma una croce, particolare che dovrebbe rendere ancora più sacro il quadro, che però non riscuote grande successo, anzi – come diverse altre tele dell’autore – viene ritenuto scandaloso, proprio per quello stesso dettaglio per cui noi oggi lo consideriamo un capolavoro ineguagliabile.
Ancora molti altri sarebbero da nominare, ma l’elenco risulterebbe eccessivamente lungo e rischierei davvero di annoiarvi.
Che dire, cari lettori, credo sia il momento di salutarci, spero di avervi piacevolmente intrattenuti e magari di avervi raccontato se non qualcosa di nuovo, almeno qualcosa a cui non pensavate da un po’. Arrivederci allora, buona Pasqua e buona Pasquetta e soprattutto buon riposo! (Se ve lo concedono).

Alessia Cagnotto

Muore dopo una partita di calcio con gli amici

E’ morto a 51 anni per un malore dopo una partita di calcio con gli amici. È in lutto la Fiom torinese nella quale era  molto attivo Alessandro Ursoleo, che lavorava nello stabilimento di Chivasso della MA (ex Lancia). Era anche allenatore dei calciatori della squadra del Lucento. Impegnato nel sociale oltre che nel sindacato, il calcio era  una delle sue grandi passioni.

Due donne tentano rapina nel mini market: cliente ferito con arma da taglio

 

E’ entrata nel minimarket minacciando il cassiere e un uomo presente nell’attività, puntando un coltello di 32 cm al fianco di quest’ultimo, e intimando al dipendente di consegnare l’incasso.

È quanto avvenuto venerdì sera in Corso Giulio Cesare. I due uomini presenti nel locale riescono in un primo momento a disarmare la donna, poi aiutata da una amica che interviene in suo soccorso in un secondo momento.

Grazie al suo aiuto, la donna entrata nel locale inizialmente estrae un coltellino svizzero e ferisce ad una mano l’uomo che la stava trattenendo, guadagnando la fuga. Le due vengono seguite all’esterno dal titolare, nel frattempo giunto  sul posto.

Personale del Commissariato Centro in servizio di Volante  intercetta le due donne in una via poco distante dall’accaduto e le ferma. Da successivi controlli, vengono rinvenute in loro possesso altre armi: in particolare la prima, una cittadina italiana di 38anni, ha con sé anche un paio di forbici , mentre la seconda, italiana, 35enne, ha un borsone contenente un bastone di 40 cm, una sega pieghevole e due calze da donna adattate alla funzione di passamontagna.

Le verifiche effettuate dagli agenti evidenziano che le due hanno precedenti di polizia per reati di natura predatoria e inerenti agli stupefacenti.

La prima è stata arrestata e posta agli arresti domiciliari, con l’accusa di tentata rapina con armi, la complice è stata denunciata per favoreggiamento personale; entrambe sono state denunciate per porto di armi e oggetti atti ad offendere

Muore a 17 anni schiacciato da macchinario

Ieri sera un ragazzo di 17 anni è deceduto schiacciato da un muletto che stava guidando a Nole.  Il tragico incidente è avvenuto nel capannone, di proprietà della famiglia, utilizzato dalla Metalpress, azienda estranea ai fatti.

Aperta la Caserma Monte Grappa per i 70 anni della Taurinense. “Un ricordo che mi ha toccato il cuore”

La caserma Monte Grappa, sede del comando della Brigata Alpina Taurinense, ha aperto le sue porte per il pomeriggio di mercoledì 13 aprile ai visitatori.

La possibilità di entrare nell’edificio militare, dove moltissimi piemontesi e non hanno prestato il proprio servizio di leva è stata resa possibile nell’ambito dei festeggiamenti del 70esimo anniversario di fondazione della Brigata, avvenuto nel 1952, nell’ambito delle Truppe alpine, che si è distinta in tutto questo tempo per il suo impegni in Italia ed in molte, e delicate, missioni all’estero sotto l’egida internazionale.

Nel pomeriggio, davanti al generale comandante la Brigata, Ignazio Gamba, gli alpini congedati del coro della sezione Ana di Torino e quelli della fanfara Montenero hanno intonato canti e suonato musiche della tradizioni alpina, mentre molti visitatori hanno potuto vedere i mezzi e le attrezzature impegnate nelle attività di peacekeping della Brigata.

Infine un appunto personale: chi scrive è tornato dove era giunto da Cuneo in una mattina di fine settembre nel 1986, a bordo di una tradotta militare e qui ha trascorso tutto il suo periodo di leva sino all’inizio di agosto 1987, quando venne congedato.

Lo scaglione era il 6/86 che ricorda ancora con affetto e la compagnia era la mitica Controcarri (anche se il suo impegno fu al Comando Brigata) guidata dall’allora maggiore Paolo Serra, che ha terminato il servizio con l’altissimo grado di generale di Corpo d’Armata e dall’allora tenente (poi tenente colonnello) Guido Cuzzelli.

E’ a loro e all’allora comandante della Taurinense, generale di brigata Ezio Sterpone, ai colonnelli Giannuzzi e Guatini, al mitico sergente maggiore (poi maresciallo) Giancarlo Pesci e a tutti gli ufficiali e sottufficiali ed ai i miei commilitoni di quell’anno che dedico queste poche righe per il ricordo di un tempo della mia vita che non si è mai cancellato e mai si cancellerà.

Taurinense sempre

Massimo Iaretti

 

Ruba un furgone e scappa a folle velocità per le vie del quartiere

 

Arrestato dagli agenti del Commissariato Madonna di  Campagna

 

Ha rubato un furgone parcheggiato su via Vibò ieri sera, sfruttando la momentanea distrazione del proprietario, intento a caricarvi a bordo degli attrezzi da lavoro; riuscito a impossessarsi delle chiavi, il giovane, un diciannovenne italiano incensurato, ha messo in moto il mezzo ed è fuggito a forte velocità in direzione di via Bibiana.  Dopo una breve perlustrazione dell’area, la Volante del Commissariato Madonna di Campagna ha intercettato il fuggitivo intimandogli l’alt, ma, vedendo la polizia, anziché fermarsi, il diciannovenne ha dato corso a un lungo inseguimento per le vie del quartiere, contraddistinto da manovre pericolosissime per gli utenti della strada, culminate nell’imboccare contromano la rotonda di via Cardinal Massaia; il giovane, a casa della sua condotta di guida, andava a collidere frontalmente con un’autovettura in arrivo: a questo punto, tentava la fuga appiedata. Raggiunto dagli operatori del Commissariato, ha ingaggiato con gli stessi una violenta colluttazione, tanto da causare a entrambi lesioni (10 e 3 gg. di prognosi) prima di essere definitivamente arrestato, anche grazie all’intervento di personale dell’UPG. Da un primo accertamento, il furgone conteneva attrezzatura artigianale da falegname, depositata dal giovane in un garage poco distante, prima di rimettersi alla guida del mezzo rubato.  Il giovane dovrà rispondere del furto del furgone, del materiale a bordo custodito, nonché di  resistenza e lesioni aggravate a P.U.

Venerdì 15 aprile: focus Covid e vaccini in Piemonte

Venerdì 15 aprile

Situazione epidemiologica

Positivi: 3.359 (di cui 2.956 a test antigenico)
Positivi/tamponi: 11,1%
Tamponi: 30.244 (di cui 27.929 test antigenici)
Ricoveri ordinari: 705 (-5 rispetto a ieri)
Ricoveri Terapia Intensiva: 21 (+2 rispetto a ieri)
Decessi: 4

Accoltella e riduce in fin di vita l’amico e fugge in Sicilia

Lo hanno  arrestato nel messinese: aveva tentato di uccidere un amico accoltellandolo per strada a Novara il 14 agosto scorso.

L’uomo, 38 anni, con precedenti penali, era da poco uscito dal carcere di Novara per rapina aggravata. Aveva accompagnato l’amico 39enne, in gravissime condizioni al pronto soccorso di Novara, quasi in fin di vita per le coltellate al cuore e al fegato.

Il presunto autore dell’accoltellamento aveva detto ai sanitari che aveva trovato  l’amico ferito in via XXIII marzo nella città piemontese. La polizia si è insospettita. Nel frattempo l’uomo aveva lasciato Novara. In Sicilia, a Brolo, è stato arrestato ieri per tentato omicidio e porto abusivo di armi.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Moto sfreccia tre volte a tutta velocità davanti al velox: 2500 euro di multa

Ieri sera, durante un servizio ordinario di sicurezza stradale di rilevamento della velocità in via Pietro Cossa, gli agenti del Reparto Radiomobile della Polizia Locale, nell’arco di pochi minuti, hanno rilevato l’eccesso di velocità della stessa moto per ben tre volte consecutive.

Lo strumento ha immortalato il primo passaggio del centauro, proveniente da Piazza Cirene e diretto verso il corso Appio Claudio, alla folle velocità di 174 km/h.
Neanche il tempo di meravigliarsi per quanto appena accaduto ed ecco che gli agenti si sono trovati a dover rilevare un nuovo passaggio della stessa moto, stavolta nella direzione opposta e a soli, si fa per dire, 136 km/h.
Dopo qualche minuto, il terzo passaggio, ancora in direzione da Piazza Cirene verso il corso Appio Claudio, alla velocità di 158 km/h.
Al biker, che rischia la revoca della patente di guida, saranno notificate sanzioni per un totale di 2.535 euro e decurtati 30 punti.
Durante lo stesso servizio, svolto in parte su via Pietro Cossa e in parte in Corso Grosseto (tratto compreso tra piazza Rebaudengo e via Ala di Stura), il Reparto Radiomobile ha rilevato altri 150 eccessi di velocità, con una media registrata ben al disopra dei 100 km/h.

 

Michele Chicco

Pasqua, attesi in aeroporto centomila passeggeri

In forte ripresa il traffico dell’Aeroporto di Torino, che dal 14 al 20 aprile 2022 stima una crescita dei volumi di passeggeri 

Si tratta di un incremento del +25% rispetto allo stesso periodo 2019, ultimo anno non condizionato dalla pandemia, quando i passeggeri transitati dallo scalo nella settimana di Pasqua furono all’incirca 80mila.

Questo risultato è stato reso possibile anche grazie al fatto che nel 2022 l’aeroporto di Torino offre un’ampia varietà di destinazioni raggiungibili a tariffe davvero low cost, consentendo ai passeggeri la migliore combinazione possibile tra prezzo e orario di volo.

Il vettore che traina questa forte ripresa è Ryanair che nella settimana pasquale trasporterà un numero di passeggeri più che doppio rispetto a quello registrato nello stesso periodo 2019.

Sono appena iniziati i voli per Billund (29 marzo), città danese in cui sono nati i famosi mattoncini Lego, e Agadir (1° aprile), destinazione golfistica marocchina molto rinomata; hanno inoltre trovato continuità i nuovi voli lanciati in occasione dell’apertura della base avvenuta a novembre: Budapest, Copenhagen, Cracovia, Dublino, Edimburgo, Lanzarote, Madrid, Malaga, Marrakech, Parigi Beauvais, Siviglia, Tel Aviv e Trapani. Nelle prossime settimane debutteranno Breslavia (dal 2 maggio), in Polonia, Zara (dal 3 giugno), meta balneare da cui poter raggiungere le isole della Croazia, e Praga (dal 5 giugno), capitale della Repubblica Ceca famosa per il suo patrimonio architettonico e culturale. In totale sono 36 le destinazioni (di cui 27 internazionali) servite dal vettore irlandese.

Anche molte altre compagnie aeree concorrono allo sviluppo del network con ulteriori novità: Wizz Air propone dal 28 marzo Lamezia Terme, e presto si potrà volare anche a Skopje (dal 26 maggio) e a Cluj Napoca (dal 3 agosto); easyJet collega per la prima volta nella stagione estiva Torino con Londra Gatwick, mentre Vueling prosegue dall’inverno il volo per Parigi Orly.

Infine, saranno rafforzati i collegamenti con la Grecia con i nuovi voli di Volotea per Atene (dal 27 maggio), Santorini (dal 4 luglio), su cui opererà anche Blue Air (dal 23 giugno) e di Neos per Rodi (dal 13 luglio).

“Siamo molto soddisfatti che la Pasqua 2022 si presenti nel segno della ripresa del traffico – ha commentato l’Amministratore Delegato di Torino Airport, Andrea Andorno -. Si tratta di un segnale molto positivo per la ripartenza del settore turistico, sia outgoing dopo due anni di rallentamento dovuto alla pandemia, ma soprattutto incoming, con la possibilità per Torino e il Piemonte di attrarre nuovi turisti dall’estero durante tutto l’anno. Grazie a questo network di voli così ricco e in continua espansione l’Aeroporto di Torino si conferma dunque al servizio del territorio e dei grandi eventi in programma per i prossimi mesi”.