CRONACA- Pagina 1040

La facciata di Palazzo Arsenale è ritornata al suo antico splendore

 La maestosa facciata dell’androne principale di Palazzo Arsenale, storica sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, è stata nuovamente portata alla luce oggi, dopo un lungo restauro conservativo.

Alla presenza delle autorità convenute, tra le quali la delegata dell’Assessora alle politiche Culturali della Città Metropolitana di Torino, Dott.ssa Francesca Comisso, il Direttore Territoriale dell’Agenzia del Demanio Piemonte e Valle D’Aosta, Dott. Sebastiano Caizza, il Dirigente Vicario Provinciale dei Vigili del Fuoco, Dott. Ing. Luigi Capobianco, il Comandante del 1° Reparto Infrastrutture, Col. Mario Fabio Pescatrice, il Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carlo Lamanna ha proceduto, nell’ambito di una breve cerimonia, al tradizionale taglio del nastro tricolore: viene così restituito alla comunità torinese, dopo un importante intervento di riqualificazione, uno dei gioielli architettonici della città subalpina.

Il Generale Lamanna, nell’esprimere la propria soddisfazione per la lodevole iniziativa, ha sottolineato  “Il patrimonio storico architettonico e artistico rappresenta il nostro vissuto, la nostra cultura. Noi tutti abbiamo la responsabilità di conservarlo, valorizzarlo e tramandarlo alle nuove generazioni.

L’intervento di restauro conservativo della facciata dello storico Palazzo Arsenale – ha dichiarato il Comandante dell’Istituto di Formazione, Generale di Divisione Mauro D’Ubaldi – è motivo di grande orgoglio e conferma la scelta del Comando di continuare ad essere protagonista della vita della città, anche nella direzione di una vocazione museale che riconsegni all’attenzione della comunità torinese un luogo significativo della sua storia e di quella dell’intero Paese”.

Una serie di interventi di pulizia, ripristino e consolidamento delle parti deteriorate nel corso degli anni e di protezione superficiale che si sono resi necessari per rallentare i naturali processi di degrado e riportarne struttura e colori alla forma originaria.

Allo scopo di trovare le soluzioni architettoniche più appropriate, particolare attenzione è stata riservata al restauro degli ornamenti decorativi e delle panoplie presenti nella parte alta dell’intero Palazzo.

Torino, Città di antica tradizione militare, annovera Palazzo Arsenale tra i suoi capolavori d’architettura. Solidamente impostato su una pianta di 4 lati, occupa un ampio isolato del centro storico e presenta al suo interno lo spettacolare Cortile d’Onore che per dimensioni, è uno dei più vasti della città.

Notevole è anche la qualità architettonica della struttura, classificata “edificio di valore storico-artistico e rilevante esempio di edilizia settecentesca”.

Eurovision tiene aperti più a lungo i musei torinesi

/
 APERTURA PROLUNGATA DEI MUSEI DAL 10 AL 14 MAGGIO

Nei giorni dell’Eurovision Song Contest, i Musei della città ampliano i loro orari per dare la possibilità a cittadini e turisti di godere dell’offerta culturale della Città. Previste anche iniziative straordinarie quali aperitivi, visite guidate, gratuità e sconti.
Nello specifico, Palazzo Madama, GAM e il Museo di Arte Orientale prolungheranno l’orario di apertura al pubblico fino alle 21 da martedì 10 maggio a venerdì 13 maggio. Sabato 14 maggio apertura prorogata fino alle 23. Ingresso ridotto ai possessori di Biglietto Eurovision. Ingresso gratuito per le 40 delegazioni dei Paesi partecipanti
Il Museo Egizio dal 9 al 14 maggio amplia il suo orario, con apertura alle 8 e chiusura alle 20.
Il Museo del Cinema, per tutto il mese di maggio, permetterà l’accesso al museo e la salita con l’ascensore panoramico fino alle ore 21, il venerdì e il sabato. Inoltre, martedì 3 e 10 maggio il Museo osserverà l’apertura straordinaria.
Per il Museo Nazionale dell’Automobile apertura prolungata sabato 14 maggio fino alle ore 21 (anziché alle 19). Inoltre, per tutta la giornata sarà effettuata la promozione “2 x 1”.
Il 13 maggio i Musei Reali organizzano Una notte ai Giardini Reali, una serata di apertura straordinaria in cui i visitatori, al costo di 15€, potranno godere di un aperitivo nei giardini e dell’ingresso al percorso ordinario dei Musei Reali. Per chi volesse visitare solo  il Museo il costo del biglietto sarà di 1€. Il 14 maggio, Festa dei Musei, secondo la direttiva ministeriale, i Musei Reali resteranno aperti dalle ore 19.30 alle ore 23 al costo di ingresso di 1€.
Il Museo Pietro Micca propone dal 12 al 15 maggio una visita guidata in inglese alle ore 11,30 e visite continuative con audioguide in francese, inglese, spagnolo e tedesco. Sabato 14 maggio, per la Notte dei Musei, 5 visite guidate straordinarie e a ingresso gratuito agli orari 17:30, 18:30, 20:30, 21:30 e 22:30, con la partecipazione straordinaria dei Rievocatori del Gruppo Storico Pietro Micca della Città di Torino.
Il 14 maggio il Polo del ‘900 ricorda il secondo anniversario della scomparsa del Maestro Ezio Bosso, la cui famiglia ha donato recentemente il suo archivio all’Istituto Gramsci. Per l’occasione è stato organizzato un concerto per pianoforte alle ore 18:00 nel cortile del Polo del ‘900, oltre a una piccola mostra di oggetti d’archivio che aprirà alle 14:30 e sarà fruibile per tutto il weekend, fino a lunedì 16 incluso. Il tutto accompagnato da un laboratorio tematico su Ezio Bosso con la partecipazione di giovani e ragazzi.
Iniziative straordinarie anche per l’Archivio Storico della Città (apertura straordinaria il 14 maggio dalle 11 alle 19), le OGR (chiusura alle 24 anziché alle 20 il 14 maggio, con visite guidate per gruppi alle 21, 22 e 23), il Museo della Radio e Televisione (aperture straordinaria il 14 maggio con orario 11-19 e ingresso gratuito), il Museo Lombroso e il Museo di Anatomia del Polo Museale dell’Università (ingresso gratuito il 14 maggio dalle 18 alle 23 e visite guidate gratuite per gruppi), il Museo A come Ambiente (visite guidate interattive nei giorni 14 e 15 maggio e un laboratorio per bambini) e il Museo della Frutta (ingresso gratuito il 14 maggio dalle 18 alle 23, con visite guidate gratuite).

Chiuse al pubblico invece la Pinacoteca Agnelli, per l’allestimento dei nuovi progetti in apertura venerdì 27 maggio, e la Rocca del Borgo Medievale, chiusa per lavori, mentre rimane aperto il borgo con chiusura alle 20.

Falsi certificati energetici, “Operazione Bianco sporco”: le fiamme gialle scoprono maxi truffa da 30 milioni

Torino, operazione in corso della Guardia di Finanza in tutta Italia: smantellata un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta, nel settore dell’efficientamento energetico. Eseguite 22 misure cautelari.

Militari della Guardia di Finanza di Torino stanno dando esecuzione, nell’ambito dell’operazione “BIANCO SPORCO”, con il supporto di numerosi Reparti del Corpo dislocati sul territorio nazionale, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale nei confronti di 22 persone indiziate di appartenere, a vario titolo, a un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta, nel settore dell’efficientamento energetico.

Per 13 degli indagati è stata disposta l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere3 soggetti sono destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari e 6 avranno l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

L’inchiesta, avviata nel 2018 dal Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, attualmente in fase di indagini preliminari, ha consentito di acquisire elementi gravemente indizianti, nell’ipotesi accusatoria, dell’esistenza di una estesa truffa posta in essere, nel periodo 2014-2021, da un’associazione criminale con base nella provincia di Torino, imperniata intorno al meccanismo dei cosiddetti “certificati bianchi” (o TEE, Titoli di Efficienza Energetica), principale strumento di promozione dell’efficienza energetica in Italia, introdotto nel nostro ordinamento a partire dal 2005.

Alla base del meccanismo vi è l’obbligo, da parte delle aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50mila clienti finali, di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico. Esse possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai “certificati bianchi”, oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le cosiddette Energy Service Company (E.S.Co.), società che scelgono volontariamente di realizzare progetti di riduzione dei consumi negli usi finali di energia. Il Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (GSE), società a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici, sia alle E.S.Co. un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati. I certificati sono poi liberamente scambiabili sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica a cura del Gestore dei Mercati Energetici S.p.a. (GME). Il meccanismo si esaurisce con la presentazione annuale dei “certificati bianchi” presso il GSE da parte delle aziende distributrici che, in tal modo, dimostrano il raggiungimento degli obiettivi di risparmio prefissati e, contestualmente, maturano il diritto all’ottenimento di un contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA). L’entità del contributo pubblico erogato dalla Cassa è parametrato al valore di mercato dei “certificati bianchi” scambiati e viene finanziato, in ultima analisi, da tutta la collettività, attraverso i prelievi operati sulle bollette energetiche alla voce “oneri di sistema” (per l’energia elettrica, componente tariffaria UC7).

Le attività d’indagine, avviate a seguito di specifici spunti investigativi, sono state svolte mediante lo sviluppo di segnalazioni di operazioni sospette, l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e indagini finanziarie nonché l’esame di ingente documentazione.

Più in particolare, nell’ipotesi investigativa e ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, il meccanismo fraudolento si sarebbe articolato in tre fasi:

–     le società italiane, aventi qualifica di E.S.Co., presentavano al G.S.E. documentazione comprovante la realizzazione di progetti relativi a lavori di efficientamento energetico rivelatisi fittizi (ad es. lavori di installazione caldaie, collettori o cappotti termici mai effettuati, dati identificativi dei soggetti destinatari dei lavori alterati/inesistenti ovvero dati catastali risultati fittizi o non riconducibili a soggetti beneficiari dei medesimi progetti). Al riguardo, dall’esame di oltre 1000 progetti presentati al G.S.E., 508 sono risultati fittizi;

–     sulla base della documentazione presentata, le E.S.Co. ottenevano così l’indebita assegnazione di “certificati bianchi”, successivamente posti sul mercato gestito dal G.M.E. e quindi monetizzati. In merito, le operazioni di compravendita analizzate hanno riguardato oltre 300.000 TEE;

–     i responsabili delle ES.C.o. procedevano, dunque, a trasferire parte del denaro così ottenuto in Italia e all’estero (Lituania, Inghilterra, Romania e Bulgaria) su conti correnti intestati sia a società a loro riconducibili, sia a soggetti terzi, giustificando tali movimentazioni con fatturazioni attestanti ipotetiche prestazioni di servizio e/o cessioni di beni. Una volta ricevuto sul proprio conto corrente le somme di denaro provenienti dalla truffa, si procedeva con prelievi sistematici, presso bancomat e sportelli bancari, anche acquistando oro e oggetti preziosi. In tal modo sarebbero stati riciclati oltre 13 milioni di euro.

Il profitto della truffa, nella fase d’indagine attualmente in corso, è stato quantificato in circa 30 milioni di euro.

Nelle odierne attività di esecuzione dei provvedimenti della Magistratura sono impegnati oltre 300 finanzieri operanti in Piemonte (province di Torino, Alessandria, Cuneo e Verbania), Lombardia (provincia di Milano), Liguria (provincia di Savona), Veneto (provincia di Vicenza), Emilia-Romagna (province di Bologna, Modena e Rimini), Calabria (provincia di Crotone) e Sicilia (provincia di Messina).

Lutto nel mondo dell’edilizia: muore noto costruttore

E’ morto un noto  impresario edile.

Era ricoverato  alla clinica San Giuseppe di Asti per una malattia aggravatasi negli ultimi tempi. Si tratta di Leandro Gallo, astigiano, classe 1931.

La sua azienda  operava nell’ambito  dell’edilizia residenziale e venne fondata negli anni 60. Oggi è seguita dal figlio Guido, vice dei Costruttori Edili dell’Unione Industriale di Asti e presidente della Cassa Edile come suo padre anni fa.

Amava la sua città e il Palio: dal 1977 al 1981 fu  Rettore del Borgo Torretta. Vasto cordoglio nel mondo dell’edilizia dove Gallo era molto conosciuto.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Al bar gli servono detersivo al posto dell’acqua: finisce in ospedale

Al posto dell’acqua minerale gli hanno servito una bottiglietta di detersivo. L’avventore di un bar di Nichelino è stato così portato  in ospedale a Moncalieri. Dopo avere bevuto il detersivo per lavastoviglie  ha avvertito bruciore allo stomaco. L’uomo, 32 anni, è stato sottoposto a una lavanda gastrica e ricoverato a scopo precauzionale.

Denunciato “collezionista” di biciclette: rubate, riverniciate e rivendute

L’uomo circolava anche con un’auto senza copertura assicurativa

Giovedì pomeriggio, una pattuglia delle Pegaso ha fermato per un controllo un uomo alla guida di un’auto in Corso Potenza. Il suo atteggiamento e le sue contraddizioni, però, non hanno, sin da subito, convinto gli agenti.

Sottoponendo il veicolo ad un controllo, è emerso, infatti, che, oltre ad essere sprovvisto di copertura assicurativa, a bordo dell’auto vi era una cesoia, due bombolette spray colorate e due dispositivi per assicurare delle bici, entrambi riportanti segni di manomissione compatibili con l’arnese.

Vista la scoperta dei centauri, il trentunenne non ha potuto far altro che condurre gli agenti nel posto in cui custodiva la refurtiva: 5 biciclette, alcune delle quali appartenenti a una società di bike-sharing, di cui 3 già riverniciate e pronte alla vendita.

Il locale, contenente anche varie bombolette spray, era dunque il punto di stoccaggio delle bici, presumibilmente destinate alla vendita sui social a ignari compratori.

L’uomo è stato così denunciato per furto e la refurtiva posta sotto sequestro.

Monsignor Anfossi e le vocazioni adulte

Ricordi di un seminario innovativo, un’esperienza ancora attuale da trasmettere


Monsignor Giuseppe Anfossi ci parla in maniera magistrale e, contemporaneamente, semplice e agevole, delle vocazioni adulte, vale a dire di quelle persone che hanno già percorso un tratto di vita ricco e intenso e hanno scoperto, in età adulta, la chiamata a seguire il Signore come preti.

 

Il vescovo emerito di Aosta passa in rassegna i ricordi in cui venne istituito un Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte e, grazie al richiamo di molteplici esperienze, fa riflettere il lettore su alcune caratteristiche che deve avere un seminario fatto per loro. le vocazioni adulte di allora secondo lui rappresentano un patrimonio da trasmettere alle nuove generazioni.

Eccellenza, il suo ultimo libro è dedicato alle vocazioni adulte. Ci può spiegare che cosa si intende quando si parla di vocazioni adulte?

Si è parlato di vocazioni adulte soprattutto dopo il Concilio Vaticano II; prima la maggior parte delle vocazioni veniva dai seminari minori dove erano in formazione dei ragazzi entrati in collegio a dieci o undici anni. Le vocazioni adulte, dopo di allora, erano dei giovani che chiedono di diventare preti pur avendo almeno venti anni; talora erano anche più vecchi, alcuni di essi avevano fatto studi di scuola media superiore oppure si erano laureati, altri, più spesso, non avevano fatto studi superiori, ma erano divenuti operai esercitando un lavoro manuale per molti anni. Essi erano spesso una espressione concreta di movimenti o associazioni in cui avevano sperimentato la loro fede e scoperto la bellezza della vocazione del prete.

Nel suo libro parla del Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte. A quale seminario fa riferimento?

Il clima del dopo Concilio e la presenza come vescovo di Torino di Michele Pellegrino suggerirono a alcuni preti impegnati nei seminari e a altri vocazioni adulte loro stesse, di aprire una esperienza istituzionale nuova che fosse destinata alle vocazioni adulte del Piemonte. Se ne parlò negli incontri dei superiori dei seminari e si fece un convegno informale apposito; in seguito i vescovi del Piemonte decisero di fondarlo con designazione formale di sede e di superiori. Si chiamò Seminario Regionale Piemontese Vocazioni Adulte.

Perché ritiene che sia un’esperienza ancora attuale da trasmettere?

L’attualità di questa vecchia esperienza è dovuta ad una caratteristica, la seguente: tener conto nell’impostazione generale della pedagogia adottata di tutto ciò che i giovani ospiti avevano vissuto prima di entrare in seminario. E’ un principio generale che vale per tutto ciò che costituisce un’ esperienza di fede e è attuale anche perché oggi la maggior parte dei seminaristi ha le caratteristiche della vocazione adulta. La mia narrazione, tuttavia, presenta un tema privilegiato che è dato dalla esperienza fatta di lavoro. Si parla, perciò, soprattutto del lavoro professionale, portando la riflessione fino ad oggi. Propongo delle riflessioni su come il sacerdote oggi debba vivere la sua rinuncia a esercitare un lavoro professionale e come debba impegnarsi a ‘curare’ con spirito di fede il lavoro dipendente, il nuovo lavoro operaio e il lavoro dei più poveri. a me pare che la pastorale delle parrocchie in esercizio oggi non abbia questa attenzione.

 

È un dato di fatto che ci sia una crisi delle vocazioni, i seminari sono sempre più vuoti. Che cosa ne pensa e come, a suo giudizio, si può ovviare alla situazione?

il seminario minore soprattutto dopo le crisi della pedofilia attribuita a uomini di chiesa, non più la possibilità di realizzarsi come una volta. Di conseguenza tutte le vocazioni di oggi, anche se poche, sono di giovanotti e di adulti. Non penso che cesseranno: è troppo grande e forte il servizio che dà alla comunità umana il mestiere di prete. Bisogna che passi un po’ di tempo e si vedrà di nuovo la bellezza del lavoro del prete non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini di buona volontà. Le vocazioni adulte che ho conosciuto, pur criticando il modello di prete loro contemporaneo, hanno dato un contributo concreto per far vedere la bellezza e, in particolare, la autentica umanità della sua realizzazione.

Se un giovane sentisse una vocazione sacerdotale o religiosa che cosa deve fare per essere aiutato?

E’ fondamentale aiutarlo a diventare un vero cristiano, un cristiano adulto e consapevole; uno che non si vergogna di appartenere alla Chiesa e uno che conosce le Sacre Scritture sì da tradurle in vita vissuta. Bisogna anche aiutarlo a conoscere e vivere il pensiero sociale della Chiesa prendendo degli impegni di volontariato nel sociale oppure nella catechesi, o nella liturgia.

Nell’esperienza del Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte è stata coinvolta anche la diocesi di Ivrea, per quale ragione e come è stata coinvolta?

In quel momento a Ivrea c’era un vescovo, monsignor Luigi Bettazzi, molto vicino al vescovo di Torino Pellegrino; poi un suo prete, ingegnere e architetto, dunque una vocazione adulta, don Gigi Rey, viveva più a Torino che a Ivrea ed era un sostenitore vivace dell’idea di far nascere un seminario per le vocazioni adulte. Diventò lui padre spirituale del seminario delle vocazioni adulte e portò con sé quasi automaticamente tutti i seminaristi di teologia della diocesi di Ivrea; bisogna dire, però, che quasi tutti erano delle autentiche vocazioni adulte.

Nel suo libro, tra gli altri, parla anche di don Gigi Rey APPENA NOMINATO. Un’importante figura eporediese. Che cosa ci dice di lui?

Dico di lui che divenne presto proprio sul piano umano mio amico; per la verità la sua amicizia fu determinate per farmi conoscere i preti italiani e francesi che si ispiravano alla spiritualità del fratello Charles de Foucauld. Poi divenne non solo collaboratore, ma una persona con cui dibattere ogni giorno tutti i problemi che il seminario mi poneva. Devo molto alla sua saggezza e soprattutto alla sua lettura di fede dei problemi.

Che cosa Le ha regalato l’esperienza del Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte?

Ho risposto a questa domanda scrivendo il libro di cui parliamo. La vivacità dei seminaristi vocazioni adulte arrivate nel nuovo seminario mi colpiva e mi trascinava a dibattere dei problemi che, senza di loro, non avrei conosciuto. Il più forte fu il lavoro professionale: come valorizzarlo in chi lo ha vissuto prima di diventare seminarista, come viverlo da seminarista e eventualmente divenuti preti. Mi hanno anche portato a valorizzare di più la vita umana e le relazioni umane.

Quali difficoltà ha incontrato durante quel periodo?

Ho vissuto un tempo della mia vita felice perché non mi sentivo il fiato del vescovo sul collo. Ero totalmente libero di pensare e di fare; tutto ciò che pensavo allora si poteva tradurre in cose concrete; non sentivo neppure il giudizio dei sacerdoti che non erano sulla nostra linea. Ho vissuto da persona giovane e con entusiasmo questa esperienza che pure avrebbe dovuto spesso farmi riflettere e bloccarmi. Ho vissuto molto bene e con totale libertà anche i quattro anni in cui era mio rettore don Giovanni Barra. Ho un bellissimo e grato ricordo di lui e sono felice di aver potuto accompagnarlo con il sacramento degli infermi.

Come affrontavano i seminaristi il confronto tra l’appartenenza al mondo operaio e il cammino alla vocazione adulta?

I seminaristi pensavano di poter dire una parola nuova sul piano della fede; essi amavano molto la Chiesa e la volevano migliore. Vivevano il tempo del Concilio con sentimenti di ottimismo e di fiducia che oggi non abbiamo più; di qui un certo ottimismo che oggi non ci è più familiare. In questo sfondo anche troppo ottimistico si collocava anche la loro fiducia in una felice e nuova appartenenza al mondo operaio come era concepito allora quando il marxismo era imperante. Essi credevano si potesse imporre di più una presenza dell’operaio credente, perché schierato con gli oppressi e non con i capitalisti. Molti di loro hanno coltivato questa speranza e la hanno vissuta come la possibile parola nuova che essi stessi dicevano. Per questo non hanno patito il fatto di esse seminaristi e quindi credenti e, nello stesso tempo, schierati per la lotta operaia.

Perché è finita l’epoca del Seminario Regionale Piemontese per le Vocazioni Adulte?

Sono venute meno la vocazioni. Non si son presentati più in numero significativo degli adulti che chiedevano la formazione al presbiterato. Forse ha giocato anche l’impostazione formativa che abbiamo dato al seminario: era troppo di sinistra e quindi non era condivisa da alcuni significativi preti di Torino e del Piemonte. E’ forse anche dipeso dalla fine dell’associazionismo cattolico a causa del Concilio, e in particolare dalla crisi dell’Azione Cattolica. Soprattutto è stato determinate il fatto che, a causa del Concilio, praticamente tutti i seminari piemontesi hanno cominciato ad accogliere solo vocazioni giovanili a adulte.

Marco Novara

Mara Martellotta 

Tra i reggimuri di Porta Palazzo si annida il nuovo Aristotele. Forse…

A cura di Electomagazine

“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. È la costituzione italiana, quella che i buonisti prima considerano “la più bella del mondo” e poi ignorano in nome di presunti diritti civili. Perché, se avessero un briciolo di onestà intellettuale, si chiederebbero quale concorso “al progresso materiale o spirituale della società” offrano le decine di grandi risorse nullafacenti che trascorrono il tempo sorreggendo i muri nella zona di Porta Palazzo, a Torino.

Continua a leggere:

Tra i reggimuri di Porta Palazzo si annida il nuovo Aristotele. Forse..

Studenti ucraini a Ivrea

L’ I.I.S. “G.Cena” di Ivrea, di cui è Dirigente Scolastico il Prof. Ing. Enrico Bruno, al pari di altre scuole presenti sul territorio, ha accolto quattro studenti ucraini provenienti dalle zone calde in cui si sta combattendo la guerra tra Russia e Ucraina. Per sensibilizzare gli studenti dell’Istituto all’accoglienza e all’integrazione dei compagni ucraini inseriti nelle varie classi, le docenti referenti dell’iniziativa Maria Giovanna Trionfo e Antonella Cantile, coadiuvate dai prof.ri Domenico Cardinale ed Elisa Favata, hanno organizzato una mostra fotografica dal titolo “Cronaca di un bombardamento atomico” a cura del Centro Documentazione Pace, per ricordare le migliaia di morti causate dall’utilizzo delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e un incontro-dibattito con gli studenti sul tema: “Le ragioni del pacifismo di fronte ai nuovi venti di guerra in Ucraina e nel mondo”. Sono intervenuti Paolo Candelari, collaboratore del Centro Studi Sereno Regis di Torino, Pierangelo Monti, Movimento Internazionale della riconciliazione, Silvio Conte, in rappresentanza di Emergency. L’ evento è stato molto apprezzato da tutti gli studenti contribuendo ad un positivo dibattito con i relatori.

m.iar.

Il cantiere e i cestini dell’immondizia intasati

Il cantiere in piazza Arbarello impedisce ai mezzi dell’Amiat di provvedere alla pulizia del cestino dell’immondizia collocato sul marciapiede tra via Barbaroux e via della Consolata. Uno spettacolo che sarebbe indecoroso  ovunque. Lo è ancora di più nel centro storico di Torino