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Si abbattono le piante malate

A seguito dei recenti controlli di stabilità sulle alberate – effettuati dalle ditte specializzate con il coordinamento e la supervisione dei tecnici comunali dall’area unità alberate – al fine di garantire la sicurezza dei cittadini è stato programmato l’abbattimento di alcune piante gravemente compromesse e a rischio caduta, sui corsi Belgio (intervento in corso) e Novara (domenica 19 giugno).

L’intervento in corso Belgio riguarda l’abbattimento di sette aceri, necessario perché la stabilità delle piante è così pregiudicata da non permetterne la conservazione con un sufficiente livello di sicurezza. È inoltre in corso un intervento di pulizia dei fusti e di contenimento delle chiome dal lato della linea tranviaria, richiesto con urgenza da GTT, per garantire una sufficiente visibilità ai conducenti dei tram agli incroci e in corrispondenza dei passi carrai, e per evitare danneggiamenti a carico dei pantografi dei tram in transito per la presenza di rami nelle vicinanze dei cavi dell’alimentazione elettrica.

Il doppio filare di aceri (Acer negundo) di corso Belgio è oramai a fine ciclo e al centro di continue richieste di interventi manutentivi, in gran parte collegati al suo cattivo stato di salute e allo scarso spazio a disposizione per il corretto sviluppo delle chiome degli alberi. Per questo motivo la Città ha predisposto un progetto di riqualificazione dell’alberata, inserito nei progetti REACT che sono in corso di approvazione, i cui lavori dovrebbero iniziare nel prossimo autunno/inverno. Considerato il prossimo intervento di riqualificazione dell’intero asse, non si procederà quindi ad una potatura completa dell’alberata dal lato degli edifici.

L’intervento in corso Novara consiste invece nell’abbattimento di cinque platani nei pressi del Cimitero Generale, colpiti da cancro colorato. Si tratta di una malattia provocata dal fungo Ceratocystis fimbriata che, una volta penetrato nell’albero attraverso lesioni o ferite della corteccia o delle radici, ne provoca irreversibilmente la morte, occludendo i vasi che trasportano acqua e linfa e provocando il conseguente totale, e a volte rapidissimo, disseccamento della chioma.

L’abbattimento tempestivo delle piante malate e di quelle limitrofe è l’unica opzione possibile, non esistendo ad oggi alcun metodo di cura per ridurre la diffusione della malattia e salvaguardare le alberate di platano. In questo caso l’intervento è ancora più necessario in quanto il focolaio d’infezione è situato nei pressi dei due grandi platani di corso Novara che si affacciano sul fiume Dora, uno dei quali è inserito nell’elenco nazionale degli alberi monumentali, e che vanno assolutamente preservati da questo patogeno. L’abbattimento è inoltre un obbligo di legge, che ha permesso a Torino – dal 1979, anno di comparsa della malattia – di circoscrivere le perdite di platani a pochi individui l’anno.

La modalità di esecuzione dell’intervento è complessa e deve rispettare alcune precise procedure, per ridurre al minimo la possibilità che parti infette di segatura e di legno si disperdano nell’ambiente e possano propagare la malattia. In questo caso specifico sarà utilizzato un macchinario di derivazione forestale, costituito da un braccio telescopico con all’estremità una coppia di ganasce ed una sega circolare, in grado di afferrare, tagliare e posare a terra intere parti di albero, riducendo così il numero di tagli e velocizzando i tempi dell’intervento, due aspetti contribuiscono in modo significativo ad abbassare il rischio di trasmissione della malattia.

Nelle zone dove sono presenti focolai di cancro non sarà possibile sostituire le piante malate con nuovi alberi, per almeno cinque anni dalla scomparsa degli ultimi sintomi della malattia. Potranno essere messi a dimora solo individui di un clone di platano brevetto e resistente al patogeno, come è stato fatto negli ultimi anni con interventi analoghi nei pressi della Madonna del Pilone e su Corso Vittorio Emanuele II, di fronte alle ex Carceri Le Nuove.

Guidavano camion senza rispettare le ore di riposo

Nei giorni scorsi, personale specialistico del Reparto Radiomobile della Polizia Locale impegnato in un servizio di controllo di sicurezza stradale sui mezzi pesanti in Piazza Cattaneo, ha fermato un autoarticolato, dotato di cella frigo per il trasporto di alimenti soggetti a temperatura controllata, condotto in multi presenza cioè con l’alternanza di più autisti alla guida.

Alla vista della pattuglia, il conducente del mezzo pesante ha frettolosamente tentato di inserire la propria carta conducente dentro lo slot del tachigrafo digitale di ultima generazione. L’esame della memoria del tachigrafo effettuato dagli agenti specializzati ha confermato che entrambi i conducenti avevano guidato senza aver inserito la propria carta personale, operazione obbligatoria e necessaria per il controllo dei tempi di guida e di riposo.

Ad entrambi è stata contestata immediatamente la violazione dell’art. 179 commi 2 e 9 del Codice della Strada che oltre alla sanzione prevede il ritiro della patente finalizzata alla sospensione per la durata che deciderà la locale Prefettura e la decurtazione di 10 punti sulla carta di qualificazione del conducente.

L’analisi dei dati digitali scaricati dal tachigrafo ha fatto emergere che, anche nei ventotto giorni precedenti al controllo, i conducenti che si erano alternati alla guida del veicolo non avevano inserito la carta tachigrafica, percorrendo fino a 800 chilometri giornalieri. I dati in memoria hanno anche evidenziato l’inserimento di carte tachigrafiche denunciate per smarrimento.  Inoltre, per non fare rilevare l’allarme di guida senza carta, i conducenti avrebbero attivato una particolare funzione di settaggio che gli consentiva di non riposare mai, mettendo in tal modo a serio rischio la sicurezza stradale.

Alla ditta proprietaria del veicolo sono state notificate violazioni ai sensi dell’art. 179 del Codice della Strada per un totale di oltre 15.000 euro e l’invito a fornire i dati di chi avesse guidato senza carta e/o utilizzato impropriamente carte che risultavano smarrite a seguito di denuncia. La ditta proprietaria sarà segnalata agli organi competenti.

I cento anni del Parco Nazionale del Gran Paradiso

Da giugno ad agosto escursioni, concerti, musica, eventi culturali e incontri

Da Cogne a Valsavarenche, da Aymavilles a Rhêmes-Notre-Dame e Rhêmes-Saint-Georges: tutti uniti per celebrare il centenario del primo Parco Nazionale italiano

 Tra i numerosi eventi dell’effervescente estate valdostana spicca il Centenario del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo Parco Nazionale italiano, istituito nel 1922.

 

Affacciato sulle valli di Cogne, di Valsavaranche e di Rhêmes, con i suoi 70.000 ettari di territorio montano distribuito tra gli 800 metri del fondovalle e i 4.061 metri della vetta da cui prende il nome, il Parco Nazionale del Gran Paradiso è ricco di flora, fauna e biodiversità con 167 specie di animali (primo tra tutti lo stambecco, il suo simbolo) e le 968 specie floristiche. Il parco offre, inoltre, innumerevoli proposte di soggiorno: sportive, escursionistiche, ricreative e culturali, ma anche dedicate al benessere e al relax.

 

Per celebrare questo importante traguardo del Parco, la Valle d’Aosta organizza una serie di appuntamenti, che si svolgono durante tutta l’estate nelle diverse località del territorio.

 

Si parte con un week-end per vivere la montagna a 360° il 17-19 giugno Valsavarenche, località a 1.540 metri di altezza, frequentata principalmente dagli escursionisti, grazie ai numerosi sentieri all’interno dell’area protetta, dove è facile imbattersi in animali selvatici. Il programma prevede escursioni di livelli diversi, da semplici ad alpinistiche, e incontri con guide naturalistiche, una mostra sulle attrezzature alpinistiche storiche e approfondimenti sui temi dei ghiacciai, del cambiamento climatico e degli ecosistemi acquatici.

Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, a Cogne, affacciata sull’ampio prato di Sant’Orso, che offre un’estesa rete di sentieri, venerdì 15 e venerdì 22 luglio sono in programma due giornate che intrecciano musica, cultura e storia.

Il 23 luglio, presso il fiabesco castello di Aymavilles – riaperto a metà maggio, dopo un importante intervento di recupero – sarà una giornata dedicata alla scoperta delle tipicità dei luoghi e della vita che gravitava intorno al castello. Sono previste due escursioni tematiche, una al mattino e l’altra al pomeriggio, con le Guide del Parco, incentrate sulla storia e la vita legata all’agricoltura tra i caratteristici vigneti e villaggi, con al termine visita del castello e degustazione di vini e prodotti locali.

Ad agosto gli appuntamenti sono molteplici, a iniziare da sabato e sabato 13 Rhêmes-Notre-Dame, luogo ideale per trascorrere una vacanza all’insegna della natura e del relax, dove è stata mantenuta inalterata la struttura architettonica tipicamente rurale, con case in legno e pietra. Per celebrare questo importante anniversario del Gran Paradiso, verrà proposta, il 6 agosto, una giornata incentrata sul tema della biodiversità, con escursioni guidate al mattino, uno spettacolo teatrale pomeridiano, un laboratorio per bambini, una conferenza e alla sera un concerto con musica dal vivo e proiezione narrata.

Sabato 13 agosto, a Rhêmes-Saint-Georges – piccolo comune a 1200 metri di altitudine, dove l’antica vocazione rurale è ancora molto forte e ideale per tour a piedi o in MTB – ci sarà la Festa della Segale, con la tradizionale e appassionante cottura del pane nel forno del villaggio. Per l’occasione saranno organizzate brevi escursioni guidate sui sentieri della segale e visite ai produttori locali di formaggio, miele e ortaggi. Nel pomeriggio conferenza sul tema del ruolo dei cereali nella nutrizione e per concludere, una degustazione con piatti a base di segale e prodotti locali a marchio di qualità.

Domenica 14 agosto, a Cogne, è in programma la VII Conferenza Mondiale sugli Ungulati di montagna, appuntamento internazionale di alto valore scientifico, che vedrà i massimi specialisti riunirsi per condividere i risultati delle loro ricerche, finalizzate anche a una sempre migliore conservazione delle diverse specie. La conferenza è organizzata dai Parchi Nazionali del Gran Paradiso e dell’Abruzzo, Lazio e Molise, in collaborazione con Fondation Grand Paradis e con il patrocinio di Ministero della Transizione Ecologica, IUCN SSC Caprinae Specialist Group, GSE-AIESG Alpine Ibex European Specialist Group, Regione Autonoma Valle d’Aosta e Comune di Cogne.

Sempre il 14 agosto, Villeneuve – a 665 metri sulla sponda destra della Dora Baltea, luogo ideale per vivere esperienze adrenaliniche in rafting, kayak o hydrospeed sulle acque del fiume – ospita il Festival del vino valdostano di montagna e dei prodotti gastronomici D.O.P. della Valle d’Aosta. Il programma prevede, a partire dalle ore 15, il mercatino di prodotti tipici con degustazioni, la possibilità di brevi escursioni guidate e, alle ore 18, uno spettacolo teatrale a tema. Al termine sarà possibile visitare alcuni dei famosi barmé, cantine private scavate nella roccia, all’interno dei quali sarà offerta una degustazione guidata; per concludere, serata in musica.

 

www.lovevda.it/it/natura/parco-nazionale-gran-paradiso

Per chiunque cerchi una sistemazione in Valle d’Aosta, anche in occasione degli eventi per il Centenario del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il portale Booking Valle d’Aosta – lo strumento per la prenotazione dei soggiorni gestito direttamente dall’Ufficio regionale del Turismo – offre l’elenco delle strutture ricettive delle singole località valdostane (alberghi, RTA, B&B, agriturismi e appartamenti), con la possibilità di prenotare direttamente online senza intermediari e senza alcun costo di prenotazione, scegliendo in base ai propri desiderata.

“Barriera a cielo aperto 2022” Un’estate per tutti en plein air 

Cinema, musica, letteratura, workshop, performance, talk e concerti

Dal 15 giugno al 24 settembre

Nell’arco di quattro mesi60 appuntamenti in 5 diversi spazi in Barriera di Milano per un ricco palinsesto di eventi: da film acclamati, a concerti musicali dal vivo, a serate di approfondimento e divulgazione su problematiche globali e tutela ambientale, a performance teatrali site-specific, fino a sessioni di ascolto, workshop artistici, esposizioni temporanee, talk e concerti in radio con palco su strada. Questo è e questo generosamente propone la seconda edizione di “Barriera a cielo aperto”, frutto della condivisione progettuale di otto realtà partner, capofila l’“Associazione Museo Nazionale del Cinema”. Ad inaugurare il progetto sarà la programmazione cinematografica, ospitata presso il grande cortile interno dell’“Oratorio Michele Rua” per dare seguito al grande successo dell’“Arena Monterosa” (via Brandizzo, 55) attivata nel 2020 nell’ambito di “Torino Città del Cinema”; nello spirito fortemente inclusivo del progetto, il primo film in programma il 15 giugno alle ore 21.30, sarà  il documentario “Sul sentiero blu” di Gabriele Vacis che racconta di un grande viaggio compiuto da ragazze e ragazzi nello spettro autistico. La programmazione cinematografica ospiterà anche la serata finale di “Lavori in corto – gli occhiali di Gandhi”, concorso rivolto ad autori under35.

Tutti gli altri appuntamenti si tengono presso il “Community Hub” di Via Baltea 3, la “Casa del Quartiere Bagni Pubblici” di Via Agliè 9, il “Boschetto – Agrobarriera” (via Petrella, 29) e la new entry del “Centro Interculturale della Città di Torino” (corso Taranto 160). “Via Baltea” ospiterà la ricca programmazione “Radio Street Community di Banda Larga” con palco su strada e coinvolgimento attivo degli abitanti del quartiere. I “Bagni di Via Agliè” propongono una rassegna jazz nel cortile della “Casa del Quartiere”, spettacoli teatrali e ring culturali, mentre i venerdì dell’orto urbano del “Boschetto” uniscono la musica a serate dedicate alla divulgazione sui temi della sostenibilità e della cooperazione internazionale. Tra gli ospiti principali per quanto riguarda il cinema, all’ “Arena Monterosa” sarà presente il produttore Michele Fornasero che aprirà il ciclo di proiezioni il 15 giugno, con la direttrice del “Disability Film Festival” Carmen Riccato che il 17 giugno presenterà il film“Beautiful Minds” e Tommaso Caroni che proporrà il documentario “Ghiaccio” il 22 giugno in occasione della “Giornata Mondiale del rifugiato”, mentre Annalisa Lantermo, Direttrice dei “Job Film Days”, presenterà “Un altro mondo”, l’ultima pellicola firmata da Stéphane Brizé in programma il 15 luglio. Presso i “Bagni Pubblici” di Via Agliè saranno protagonisti i linguaggi del teatro, della fotografia e della musica e il 24 giugno, in occasione della festività di San Giovanni, i “Bagni” ospiteranno un ricco programma multiculturale che unirà tradizioni, musiche, piatti e costumi tipici di diverse nazionalità presenti sul territorio di Barriera di Milano.

“Siamo molto orgogliosi di poter realizzare per il secondo anno un progetto così ampio e articolato – dichiarano i coordinatori del progetto Valentina Noya e Vittorio Sclaverani dell’ ‘AMNC’ – in un quartiere dove torniamo a portare il cinema come in altre periferie della città, ma non solo. Dopo la fortunata esperienza del 2021 è stato possibile migliorare la collaborazione tra tutti i partner del progetto. Quest’anno la rete di ‘Barriera a Cielo Aperto’ vede l’ingresso della ‘Jazz School Torino’ e del ‘Centro Interculturale della Città di Torino’, uno degli spazi più vivaci del nostro territorio insieme al coinvolgimento di tante altre realtà che arricchiranno l’estate torinese. Riteniamo lungimirante, in un periodo ancora molto complesso per la cultura, la decisione della ‘Città di Torino’ e della ‘Fondazione per la Cultura Torino’ di voler sostenere un percorso biennale per le attività estive, condizione che ci aiuterà a pianificare in forma sostenibile l’edizione 2023 di ‘Barriera a Cielo Aperto’”.

Per info e programma dettagliato: “Arena Monterosa” www.teatromonterosa.it; “Via Baltea – Laboratori di Barriera” www.viabaltea.it; “Bagni Pubblici di via Aglié Casa di Quartiere” www.bagnipubblici.wordpress.com; “AgroBarriera. Orto Urbano del Boschetto www.reteong.org; “Centro Interculturale della Città di Torino” www.interculturatorino.it

g.m.

Torino Pride è ‘Queer e ora’

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Appuntamento sabato 18 giugno alle 16,30, in corso Principe Eugenio angolo corso San Martino. Il corteo sfilerà per il centro e si concluderà in piazza Vittorio dove si susseguiranno gli interventi delle associazioni del Coordinamento e delle compagnǝ di lotta, con un’attenzione per le realtà e movimenti maggiormente invisibilizzati.  

Al motto di ‘Queer e ora’, il Torino Pride si prepara a sfilare per le strade della città e a rivendicare maggiori diritti: una legge per il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, una legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia, politiche più efficaci di contrasto alla violenza maschile e di genere, maggiori tutele per i migranti LGBTQIA+, il matrimonio egualitario, la difesa della legge 194. Queste e tante altre le richieste che saranno portate in piazza sabato 18 giugno, riunite nel documento politico che è la somma delle rivendicazioni e delle riflessioni che il Coordinamento Torino Pride e le associazioni che lo compongono offrono alla città.

Si parte alle 16,30 da corso Principe Eugenio per sfilare a testa alta, senza limiti o vergogna, raccontando attraverso i corpi che inonderanno come una marea  le vie del centro le “stupefacenti eccezionalità” che compongono la nostra società, anche in ricordo della prima manifestazione che fu un gesto di rivolta. Era infatti il 5 aprile 1972 quando un gruppo di militanti interruppe un congresso di sessuologia a Sanremo, contestando le teorie riparative e rivendicando il primo spazio di protagonismo e parola. Da allora molto è cambiato, ma la strada dei diritti e di affermazione delle identità è ancora lunga.

Ecco che le persone queer, lesbiche, bisessuali, trans e transgender, gay, aromantiche, asessuali, intersessuali, non binarie e molto altro, infiniti siderali di galassie in movimento, sono determinate a continuare in un percorso di sfida e di lotta contro chi vuole limitare diritti, non riconoscere le diversità, ostacolare il diritto a essere felici. Secondo il Coordinamento è necessaria una città aperta, la revisione della legge sul cambio di genere verso una prospettiva di autodeterminazione e una maggiore attenzione ai servizi di accompagnamento, in particolare verso le persone più giovani, ma anche diritti per le persone con disabilità, contrasto al razzismo, tutela del clima, richiesta di una corretta narrazione dei movimenti e all’autodeterminazione sul fine vita e ai diritti nel mondo .

“Siamo stanchә di avanzare un centimetro per volta, stanchә delle mediazioni al ribasso sui nostri corpi e sulle nostre vite e sulle nostre relazioni, stanchә di dover conquistare spazi sicuri di libertà e condivisione. Per questo scendiamo per le strade al grido di “Queer e ora!”. Perché non è solo questione di diritti, di giustizia, di uguaglianza. È questione di orgoglio per le nostre identità, le nostre non conformità, che ci appartengono e vogliamo scoprire e abbracciare; è questione di rabbia, verso chi tenta di limitarci; è questione di felicità, che non vogliamo più rimandare. È questione di noi, e dovete averci a che fare”, spiega Marco Giusta, coordinatore del Torino Pride.

In testa al corteo ci saranno gli esponenti del movimento, rappresentanti delle 22 associazioni che compongono il Coordinamento Torino Pride, e compagnǝ di lotta, come Vladimir Luxuria, direttrice del Lovers Film Festival. Presenti anche le istituzioni con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e l’assessore ai Diritti Jacopo Rosatelli. Ai patrocini ricevuti quest’anno, oltre a quello della Città di Torino e della Città Metropolitana di Torino, si confermano quelli di Università degli studi e del Politecnico, a cui si aggiunge quello dell’Accademia Albertina.

“Torino è orgogliosa di ospitare il Pride del 18 giugno e l’Amministrazione è certa di rappresentare il sentimento di una comunità cittadina accogliente ed inclusiva”,  commenta l’assessore comunale Rosatelli. Che aggiunge: “La Città sarà sempre al fianco della comunità LGBT+ e di chi si impegna per una società libera da ogni pregiudizio, discriminazione e violenza, nella quale sia garantita pari dignità ad ogni persona. Per questo abbiamo chiesto ai parlamentari eletti in Piemonte un intervento legislativo urgente che permetta il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie omogenitoriali, e sosteniamo una riforma organica del diritto di famiglia, come quella proposta da Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno”.

“Il Torino Pride torna ad invadere le strade con la sua moltitudine colorata e festante e come sempre determinata a proseguire con convinzione il cammino del riconoscimento dei diritti di tutt3. Continua ad esserci bisogno di leggi che tutelino diritti umani fondamentali. Il cammino è lungo, c’è ancora bisogno di impegnarsi in progettualità come PortoSicuro, che vede impegnata la Città metropolitana di Torino insieme alle associazioni LGBTQIA+, per prendersi cura delle persone e per costruire una società più giusta. È per me un onore partecipare al Torino Pride anche quest’anno. Le istituzioni devono essere sempre più parte di questo cammino di civiltà, al fianco della comunità LGBTQIA+, perché la rivoluzione culturale che serve possiamo farla solo insieme”, spiega Valentina Cera Consigliera Delegata alle politiche di parità della città metropolitana.

Nel corso del Pride verranno raccolte le firme per la proposta di legge promossa da Torino Città per le Donne per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale, insieme all’ordine alternato di candidati e candidate.

La manifestazione sarà trasmessa in diretta da Toradio, media partner dell’evento.

Quest’anno inoltre il Pride compie uno sforzo per essere maggiormente inclusivo, grazie alla consolidata collaborazione con SMAT che installerà quattro punti acqua lungo il percorso, alla creazione di spazi di decompressione e punti di scarico sensoriale all’interno del corteo, la traduzione in linguaggio dei segni per gli interventi dal palco, fino ad arrivare alla segnalazione dei servizi igienici per le persone con disabilità lungo il percorso e alla distribuzione di tappi per le orecchie per il corteo. Anche la festa finale, che sarà ospitata al Centralino in via delle Rosine 16, si caratterizza per essere una festa accessibile, con ingresso per le persone con disabilità motoria da via Giolitti 35/a, bagni accessibili, gender free e spazi di decompressione all’interno del cortile.

Durante la manifestazione sarà possibile, per chiunque lo richieda, effettuare gratis i test a risposta rapida HIV e sifilide grazie alle attività delle associazioni che fanno parte di Fast Track Cities.

Al termine della manifestazione, grazie all’interessamento dell’assessorato ai Trasporti della città di Torino, GTT fornirà un passaggio di navette per le persone che vogliono tornare in piazza 18 dicembre da dove il corteo è partito.

Tranquilla serata in pizzeria disturbata da un ubriaco

Pensavano di trascorrere una tranquilla serata in una pizzeria a di Biella. Ma i numerosi clienti sono stati disturbati da un ubriaco che urlava e faceva gestacci. Finché il titolare ha chiamato i carabinieri.

Arrivati i militari l’uomo si è allontanato, ma poco dopo è stato rintracciato. È un quarantenne conosciuto dalle forze dell’ordine. E’ stato deferito all’autorità giudiziaria in quanto sottoposto alla sorveglianza speciale che gli vieta di uscire di casa.

Alla guida di uno scooter muore nello schianto contro un furgone

A seguito di un incidente sulla provinciale tra Cuneo e Mondovì, nello scontro tra un furgone e uno scooter è morto il conducente del motorino. L’uomo, 39 anni, era stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato all’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo in codice rosso, dove e’ successivamente deceduto.

Donna lancia vasi sui passanti

Una donna ha iniziato a lanciare vasi dal balcone sui passanti, in via Caduti per la libertà a Chivasso, nei giorni scorsi. Sono intervenuti i sanitari del 118, la Croce Rossa, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. La strada è stata momentaneamente chiusa al traffico. Poi i vigili del fuoco sono riusciti a entrare nell’appartamento e a fermare la donna che minacciava anche i vicini urlando.

Foto archivio

Il Piemonte ha sempre più sete Le azioni della regione per fronteggiare la crisi idrica

Richiesta dello stato di emergenza per l’intero territorio e dello stato di calamità per l’agricoltura, rilascio di acque dai bacini utilizzati per produrre energia idroelettrica a supporto dell’irrigazione delle colture e deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi: sono queste le principali misure che la Regione Piemonte sta mettendo in campo per fronteggiare la crisi idrica che sta colpendo l’Italia a causa del prolungarsi della siccità.

Le decisioni sono state assunte nel corso dell’insediamento del tavolo permanente voluto dal Presidente della Regione Alberto Cirio per monitorare e affrontare la situazione di emergenza e del quale fanno parte le organizzazioni agricole, i consorzi irrigui, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, le Autorità d’ambito del servizio idrico integrato e l’ANBI (Associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari).

Il coordinamento dell’attività del tavolo, che rimane convocato fino al superamento della crisi, è stato affidato all’Assessore all’Ambiente.

Illustrando queste misure agli organi di informazione, il Presidente ha evidenziato che la crisi idrica causata dalla siccità sta facendo registrare in Piemonte livelli di gravità assoluta per gli agricoltori, che stanno già affrontando l’aumento dei costi dei concimi e della benzina agricola, il cui prezzo ha raggiunto ormai quello della benzina tradizionale. Per questo motivo, già nella giornata di ieri, è stato chiesto per il comparto lo stato di calamita naturale, che consente di agire in tutela degli agricoltori nel caso di danni, che già ci sono e che bisogna evitare si prolunghino.

È stata inoltre valutata la possibilità di agire, in accordo con i gestori degli invasi, per rilasciare un quinto delle acque contenute nei bacini idroelettrici, operazione che permetterebbe di garantire 15-20 giorni di respiro e salvare il raccolto e le produzioni agricole grazie all’aumento della portata dei fiumi e dei canali di irrigazione.

Altra misura sul tavolo la deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi, procedura che compete alle Province e che consente di prelevare più acqua di quella prevista garantendo la quantità necessaria per mantenere l’equilibrio stesso del fiume e la vita degli organismi che ne popolano le acque.

Con Lombardia e Canton Ticino si sta valutando, inoltre, l’eventualità di provvedere ad un maggior rilascio di acqua anche dai laghi.

Il Presidente ha fatto il punto anche sulla carenza in alcune zone dell’acqua utilizzata per l’uso domestico. Al momento in Piemonte sono 170 i Comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile e di limitazione o divieto di usi impropri. Nel Novarese 10 Comuni hanno anche dovuto ricorrere all’interruzione notturna della fornitura.

Nel dettaglio, in provincia di Torino sono 80 i Comuni che hanno emanato o stanno per emanare ordinanze e in 3 è stato necessario intervenire con autobotti per rifornire di notte le cisterne. In provincia di Cuneo ci sono 10 Comuni con ordinanza emanata o in via di emanazione e in 5 si è già intervenuti con autobotti. A Biella e Vercelli 9 Comuni con ordinanze emanata o in via di emanazione e 12 interventi con autobotte. Ad Alessandria 30 Comuni con ordinanza emanata o in via di emanazione e un intervento con autobotte. A Novara e VCO 40 ordinanze emanate o in via di emanazione, 10 interruzioni notturne e mille interventi con autobotti. Ad Asti invece la situazione risulta meno critica grazie al prelievo del 100% dell’acqua da faglia profonda.

Si tratta di una crisi idrica peggiore di quella del 2003, tanto che il Po ha una portata d’acqua inferiore del 72% di quella naturale. La criticità riguarda l’acqua di sorgente, perché non c’è neve sulle montagne.

Razionare l’acqua anche di giorno non è una misura attualmente sul tavolo, ha spiegato il Presidente, ma è importante che tutti prendiamo consapevolezza della complessità della situazione mettendo in campo un comportamento saggio e virtuoso sul nostro modo di usare l’acqua, un bene prezioso che non dobbiamo dare per scontato.

L’Assessore regionale all’Ambiente, che coordinerà tutte le iniziative correlate alla carenza idrica, ha affermato che verranno messe in campo tutte le iniziative possibili per contrastare la crisi e salvare il comparto agricolo in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni. Gli effetti dei cambiamenti climatici, ha aggiunto, inducono a considerare questa situazione come un problema con il quale ci si dovrà purtroppo confrontare e quindi diventa sempre più necessaria un’azione strutturata e non “di rincorsa” sfruttando al meglio i fondi europei in arrivo.

Come sottolineato dall’Assessore regionale alla Protezione civile, il Piemonte si trova in una situazione di siccità particolarmente pesante e come Regione stiamo mettendo in campo tutte le misure di nostra competenza. La Protezione civile, in particolare, è pronta per tutti gli interventi che saranno necessari, dalla fornitura di autobotti per i luoghi dove l’acqua è più scarsa all’assistenza alla popolazione per le necessità che si stanno manifestando. Nell’Alessandrino è già stato attivato un servizio di emergenza con rifornimenti tramite le autocisterne della Protezione civile per alcuni Comuni e nelle altre province siamo pronti ad intervenire in base alle esigenze che ci verranno segnalate.

L’Assessore regionale all’Agricoltura ha dichiarato che è stato importante incontrare tutte le parti coinvolte in questa grave emergenza del Piemonte per condividere soluzioni immediate e definire i progetti futuri per contrastare le emergenze idriche.

 

 

Infermieri, Nursind scrive alle Asl: “Come avete speso i soldi?”

 

Vogliamo sapere come avete speso i soldi.

Nursind Piemonte scrive alla regione e alle aziende e chiede conto su come siano state impegnate le risorse economiche previste dal DL 34/2020, convertito in Legge 77/2020 ( oltre 80 milioni di euro ) con specifiche finalità, destinate dalla stato alla regione Piemonte e da questa ripartite alle aziende.

Risorse, come si evince dalla missiva inviata, totalmente destinate all’assunzione di personale, in particolare infermieristico che tra l’altro sono a disposizione della Regione anche per gli anni successivi.

Pretendiamo di sapere come tali risorse sono state utilizzate e anche come si intendono impegnare per i prossimi anni. Crediamo sia un atto dovuto spiegare questo a lavoratori e cittadini conclude Francesco Coppolella, Segretario Regionale del NurSind.

Riteniamo che risorse arrivate per precise finalità che incideranno anche sulla nostra sanità futura non debbano essere utilizzate per pareggiare i conti e che dovrebbero essere oggetto di verifica degli organi competenti.

In allegato, nota inviata alla regione e alle aziende.