Coronavirus- Pagina 42

Buone pratiche per prevenire e controllare il Covid. Un progetto coinvolge il Poli

 L’Agenzia UNHABITAT delle Nazioni Unite, nell’ambito del programma Participatory Slum Upgrading Programme (PSUP), insieme a un gruppo di studenti del Master Techs4change del Politecnico di Torino coordinato dalla professoressa Francesca De Filippi, ha elaborato un progetto volto a tracciare le migliori azioni e pratiche di prevenzione e controllo del Covid-19 in slum e insediamenti marginali.

Il team di ricerca di UNHABITAT e del Politecnico ha riunito le soluzioni più efficaci in una mappa interattiva georeferenziata (Interactive Project Map), basata su una piattaforma open source, organizzata per categorie (per esempio acqua, servizi essenziali, protezione dei gruppi più vulnerabili) che attualmente comprende 29 progetti provenienti da 14 Paesi nel mondo. La mappa è in continuo aggiornamento e aperta al contributo di chi opera sul campo.

Il progetto intende così supportare le organizzazioni non-governative e i decisori politici che lavorano alla riduzione dell’impatto del Covid-19 nelle aree urbane densamente abitate e marginali, particolarmente esposte alla diffusione della pandemia.

La mappa raccoglie dati su situazioni quali ad esempio Kibera, la più grande periferia degradata del Kenya, dove alcune donne positive all’HIV si guadagnano da vivere producendo flaconi per disinfettanti e maschere protettive, sotto la guida di SHOFCO, un’organizzazione locale che supporta i lavoratori della sanità. Un altro esempio di progetto raccolto nella mappa si concentra sui trasferimenti di denaro di emergenza, sull’assistenza medica di base e sulle forniture di cibo per migliorare le condizioni dei residenti di Dharavi in India, una delle più estese baraccopoli al mondo.

“La mappa interattiva può diventare un potente strumento che, attraverso il sistema del crowdsourcing, permette una costruzione collettiva di contenuti, la ricerca e la condivisione a livello globale di idee per azioni concrete – dichiara Francesca De Filippi, docente di Tecnologia dell’Architettura, direttrice del master Techs4Change e coordinatrice del progetto per il Politecnico – Le risposte più efficaci al problema sono spesso quelle bottom-up, perché si basano sul contesto e utilizzano creativamente le risorse, umane e materiali, a disposizione. Con questo progetto vorremmo dare un contributo a un problema la cui scala è drammaticamente rilevante e che coinvolge miliardi di persone nel mondo, con ovvie conseguenze sulla salute globale”.

È possibile contribuire al progetto segnalando buone pratiche anti-Covid all’indirizzo email UNHABITAT-PSUP@un.org.

Quattro passeggeri positivi sul volo da Ibiza

Erano cento i passeggeri scesi del volo delle 14,25, in arrivo a Caselle da Ibiza e sono stati 97 quelli che hanno accettato di sottoporsi subito al tampone in aeroporto  

 

Di questi, 4 sono risultati positivi, mentre altri 3 sono in via di accertamento. Nelle 24 ore necessarie per l’esito  i viaggiatori hanno dovuto osservare l’isolamento fiduciario. I restanti passeggeri avevano invece deciso di sottoporsi al tampone presso la propria ASL di riferimento essendo tutti residenti fuori Piemonte. In queste ore sono in arrivo a Torino altri voli da Paesi considerati a rischio come Malta e Spagna

Un centinaio di tamponi sul primo volo in arrivo a Caselle dalla Spagna

Nelle tre  postazioni allestite all’aeroporto di Caselle  per effettuare i test rapidi anticovid ai passeggeri di ritorno dai paesi a rischio, Spagna, Grecia, Croazia e Malta, sono stati effettuati i primi 97 tamponi

I primi viaggiatori coinvolti sono stati quelli del volo da Ibiza. Sono stati registrati  100 passeggeri dei quali 97 si sono sottoposti ai test, mentre gli altri, non residenti in Piemonte, dovranno rivolgersi alla  propria Asl  entro 48 ore per il tampone.

Le operazioni di registrazione e di effettuazione dei test si svolgono grazie all’organizzazione sanitaria del Dipartimento Interaziendale Malattie ed Emergenze Infettive dell’ASL Città di Torino

Bollettino Covid: nessuna vittima, 40 contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

26.507 PAZIENTI GUARITI E 573 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.507 (+67 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3293 (+18) Alessandria, 1595 (+1) Asti, 848 (+0) Biella, 2503 (+5) Cuneo, 2379 (+1) Novara, 13.625 (+38) Torino, 1117 (+0) Vercelli, 971 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 176 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 573 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RIMANGONO 4139

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane a 4139 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 373 Novara, 1829 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 32.084 ( + 40 rispetto a ieri, di cui 30 asintomatici. Dei 40 casi, 21 screening, 18 contatti di caso, 1 con indagine in corso. I casi importati sono 24 su 40) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisisu base provinciale: 4139 Alessandria, 1900 Asti, 1057 Biella, 3015 Cuneo, 2869 Novara, 16.085 Torino, 1439 Vercelli, 1157 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 275 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 148 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 3 (come ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 80 ( -1 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 782.

I tamponi diagnostici finora processati sono 535.766, di cui 294.429risultati negativi.

Covid, Cirio: “L’impegno di tutti per non vanificare gli sforzi fatti”

Ecco cosa scrive su Facebook il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio

“D’intesa con il Ministero della Salute, ho dato indicazione alla sanità piemontese di sottoporre a tampone obbligatorio le persone che rientrano o provengono da Spagna, Grecia, Malta e Croazia”.

Dunque chiunque entri in Piemonte da questi  quattro Paesi dovrà fare un test molecolare nelle ore prima della partenza da mostrare al proprio arrivo oppure “segnalarsi subito all’Asl del territorio per sottoporsi a un tampone”, aggiunge il governatore.   “Il dipartimento regionale di prevenzione – osserva Cirio – lavora costantemente e con efficacia per tracciare ogni contatto. Impegniamoci tutti per non vanificare gli sforzi fatti finora e continuare sulla via della ripresa”.

Quarantena per chi torna dalle vacanze da Grecia, Spagna, Malta e Croazia

Anche il Piemonte si sta preparando per affrontare il pericolo dei rientri dall’estero dei vacanzieri 

Si stanno infatti verificando in diverse aree del Paese  focolai causati da chi torna dalle vacanze: in gran parte si tratta di giovanissimi.

Il governatore Alberto Cirio  sta predisponendo in queste ore  una nuova  ordinanza  che prevede la quarantena  per chi rientra ad esempio da  Malta, Croazia, Spagna e Grecia, dove sono stati numerosi torinesi. I contagi  sono  purtroppo in crescita e sono provocati soprattutto da casi da importazione. Il ministro Boccia ha però convocato i presidenti delle Regioni per coordinare le iniziative eventuali di quarantena sul territorio nazionale. In breve tempo si conosceranno tutte le decisioni ufficiali.

Coronavirus: la situazione dei contagi monitorata dal servizio regionale di epidemiologia

A pochi giorni dalla ricorrenza di ferragosto con Chiara Pasqualini, referente del Seremi, acronimo che sta a significare Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive, che ogni giorno, da febbraio, si trova a dover affrontare i numeri della pandemia in Piemonte.

Cosa sta succedendo nella nostra regione sotto l’aspetto dei contagi ?

C’è stato un aumento significativo in Piemonte, in particolare a Vercelli, dove c’è stato un focolaio di importazione, e a Cuneo, di minori dimensioni rispetto al precedente che riguarda meno di una decina di giovani rientrati da vacanze all’estero.

Quella terminata è la terza settimana in cui si registra un progressivo incremento di casi importati e casi secondari, fenomeni che devono essere presi in considerazione, come è avvenuto con il decreto regionale, con opportuni provvedimento specifici miranti ad arginare questi fenomeni.

Viste queste premesse consiglierebbe una vacanza all’estero ?

Sarebbe meglio evitare di viaggiare all’estero, soprattutto in quei Paesi dove attualmente l’epidemia sta viaggiando, ma anche in Paesi come la Spagna o la Francia dove i casi sono in aumento.

Dai bollettini quotidiani si nota che una buona percentuale di asintomatici…

I servizi adesso vanno alla ricerca dei casi per isolarli in un’ottica di prevenzione e di evitare la diffusione del contagio. Le diagnosi e i successivi isolamenti sono indica delle attività di controllo che vengono tassativamente svolte dal Sisp.

Per fare fronte ad un possibile rialzo della curva cosa ritiene si debba fare ?

Occorre pensare a misure restrittive mirate e a proseguire con  l’identificare i casi ed isolarli, facendo in modo che il contagio resti circoscritto.

Il numero dei decessi è in calo deciso ?

Certamente e questo è un buon segnale, le persone che sono, purtroppo, decedute nelle ultime settimane, avevano contratto il virus da alcuni mesi.

La ripeto una domanda che è un poco il ‘refrain’ di questi mesi: ci sarà una seconda ondata, un ripetersi di focolai, si potrà tornare indietro ?

E’ una domanda alla quale non è possibile rispondere in questo momento, dipenderà molto da quelli che saranno i comportamenti intrapresi che poi sono soltanto delle regole di prudenza e il rispetto delle norme igieniche di base, che non dobbiamo mai stancarci di ripetere: lavarsi frequentemente le mani, rispettare il distanziamento sociale, portare le mascherine, soprattutto quando il distanziamento non è possibile e nei luoghi chiusi, evitare assembramenti.

 

Massimo Iaretti

Coronavirus, nessun morto ma 38 nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

 26.272 PAZIENTI GUARITI E 638 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.272 (+13 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3244 (+2) Alessandria, 1584 (+1) Asti, 845 (+0) Biella, 2467 (+2) Cuneo, 2368 (+0) Novara, 13.518 (+6) Torino, 1109 (+2) Vercelli, 964 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 173 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 638 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RESTANO 4136

Nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte. Il totale rimane 4136 deceduti risultati positivi al virus.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.868 (+38 rispetto a ieri, di cui 33 asintomatici. Dei 38 casi, 10 screening, 26 contatti di caso, 2 con indagine in corso. I casi importati sono 7 su 38) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisisu base provinciale: 4125 Alessandria, 1889 Asti, 1056 Biella, 2966 Cuneo, 2836 Novara, 16.024 Torino, 1402 Vercelli, 1157 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 274 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 139 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 3 (come ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 85 (-2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 734.

I tamponi diagnostici finora processati sono 521.071, di cui 286.612 risultati negativi.

Bollettino Covid Piemonte: 31 contagi, nessuna vittima

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

26.259 PAZIENTI GUARITI E 645 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.259 (+30 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3242 (+6) Alessandria, 1583 (+3) Asti, 845 (+0) Biella, 2465 (+2) Cuneo, 2368 (+4) Novara, 13.512 (+13) Torino, 1107 (+1) Vercelli, 964 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 173 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 64sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RESTANO 4136

Nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte. Il totale rimane 4136 deceduti risultati positivi al virus.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.830(+3rispetto a ieri, di cui 25 asintomatici; dei 31: 5 screening, 24 contatti di caso, 2 con indagine in corso; quelli importati sono 1 su 31) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4123 Alessandria, 1887 Asti, 1056 Biella, 2954 Cuneo, 2834 Novara, 16.019 Torino, 1388 Vercelli, 1157 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 273 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 139 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 3 (come ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 87 (-1 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 700.

I tamponi diagnostici finora processati sono 519.034, di cui 284.916 risultati negativi.

Covid – 19: facciamo il punto con l’epidemiologo

Con Paolo Gulisano, medico epidemiologo  dai molteplici interessi e passioni che spaziano dalla Storia della Medicina, alla pallacanestro, alla scrittura, all’Irlanda, facciamo un punto sull’evoluzione del Coronavirus-19, successivo al precedente colloquio al centro di un precedente articolo.

In questa conversazione, anche frutto della sua esperienza pluritrentennale nel settore sono emersi ulteriori spunti interessanti e chiarimenti su molti luoghi comuni che, spesso, compaiono in rete, sui sociali, e sugli organi di informazione.

Possiamo dire, quanto meno in Italia che il quadro è migliorato rispetto ai mesi scorsi ?

Ci sono dei casi, certamente, non lo si può negare, è sotto gli occhi di tutti, ma occorre guardare non tanto alla diffusione quanto alla gravità. Del resto ogni anno ci sono milioni di casi di altre malattie, come il morbillo, tanto per fare un esempio.

Il dato indiscutibile è che si è verificata una costante diminuzione del numero dei ricoverati e di quelli in terapia intensiva.

La malattia si è ridimensionata ?

L’auspicio è che il Covid-19 diventi come i suoi cugini a bassa intensità e a bassissimo impatto. I covid sono stati scoperti nel 1960 e provocano raffreddori, bronchiti o affezioni respiratorie. Questo è ciò che emerge dal quadro epidemiologico.

Si è estinto o è  in via di estinzione ?

Estinto no certamente ma è in trasformazione, come detto da Giulio Tarro, si sta adattando per diventare un virus a scarsa incidenza.

Però in molte parti del mondo è in accelerazione …

Ha un andamento ciclico, arriva in un Paese, ha una sua fase di ascesa, raggiunge un picco poi cala. E’ anche vero, però, che in Africa è arrivato e non ha causato affatto quei numeri che ha determinato, invece, in Europa. Quando poi si dice il numero dei casi e dei morti non dimentichiamo che questo va rapportato al numero degli abitanti.

All’inizio è stata ventilata un’Apocalisse, perché ?

Anche qui si parlava di scenari apocalittici, come pure in giro per il mondo, guardiamo ad esempio l’Amazzonia.. C’è un motivo per cui ha creato tante vittime in Europa e negli Stati Uniti e non dipende dal sistema sanitario. I Paesi che hanno avuto sino a questo momento incidenze alte, quali Italia, Inghilterra, Spagna, Francia, hanno una popolazione anziana cospicua e questo ha creato maggiori danni. In Italia poi vediamo che c’è anche il dato che ha creato maggiori problemi in regioni ad alta densità di popolazione come la Lombardia e minori in altre come l’Umbria dove la densità di popolazione è più bassa. 

Gli asintomatici sono pericolosi ?

L’Oms nelle scorse settimane ha evidenziato che non ha una contagiosità quanto c’è una carica virale bassa. Adesso si stanno scoprendo perché si stanno facendo i test. Certamente se fosse possibile fare una mappatura di tutta la popolazione che è entrata a contatto con il virus il numero sarebbe molto, molto alto.

Parliamo dei contagi di ritorno all’origine di diversi focolai sul territorio italiano ?

E’ un controsenso: c’è stata una restrizione a livello nazionale delle libertà di circolazione, di lavoro e ancora adesso sono lanciati messaggi per atterrire la popolazione autoctona, mentre è ripresa la circolazione da Paesi a rischio e non si capisce perché non debbano essere effettuate delle quarantene. Non vorrei si fosse come a febbraio. Se oggi si va in Irlanda e Gran Bretagna si devono fare 14 giorni di quarantena a tutela della salute pubblica. E poi se si far la quarantena , controllato e verificato in strutture con sorveglianza sanitaria è doveroso. Non farlo sarebbe incorente.

E’ possibile determinare un tempo per la fine dell’epidemia ?

Teoricamente si potrebbe abolire ogni tipo di uso della mascherina al raggiungimento della mortalità zero

E’ d’accordo con le affermazioni del suo collega Alberto Zangrillo e di altri medici ?

Il professor Zangrillo, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive del San Raffaele ha affrontato il problema sul campo e ne vede l’evoluzione di giorno in giorno. In ogni caso questa malattia si è imparato ad affrontarla, la gente sa che il pericolo c’è, che si deve affrontare.

Come ha vissuto questa esperienza da medico in prima linea, data la sua professionalità specifica ?

Da subito mi sono reso conto che eravamo entrati in una fase particolare, del resto da anni di parlava della possibilità di una possibile grande epidemia. Nel 2005 c’era stata la minaccia dell’aviaria, nel 2006 la Sars. Gli epidemiologi da anni parlavano di possibili scenari epidemici, di virus nuovi, mutati. La sensazione è che forse si sarebbe potuto fare di più, che non fosse un evento inappellabile. Ma non siamo indifesi, dobbiamo preparare ed applicare protocolli terapeutici e comportamentali, vivere il momento della pandemia e dare del proprio meglio.

Questo evento è stata anche l’occasione per un bagno di umiltà della medicina che non è l’oggetto dei desideri ma la risposta ad un bisogno di salute.

Lei è sempre stato critico sulla gestione catastrofica di alcuni media ?

Lo confermo, del resto prendiamo un dato, quello dei decessi. E’ drammatico, certamente, supera quota 35mila, ogni vita persa è un nome e un volto, una storia. Ma ci si dimentica che nel 1968 ci fu un’epidemia influenzale che provocò un milione di morti nel mondo e 40mila in Italia. Eppure in quel frangente la vita andò avanti e se ne parlò poco o niente. 

Qualcuno paragona Covid-19 alla ‘Spagnola’. E’ corretto ?

Assolutamente no, la spagnola era totalmente diversa, non si può fare questo paragone, ci sono modalità differenti, c’era la guerra e colpì soprattutto i giovani, i militari. E’ totalmente imparagonabile con il Covid odierno.

 

Massimo Iaretti