Coronavirus- Pagina 124

Un plauso agli uomini e alle donne dell’emergenza sanitaria

A poche ore dalla conclusione dell’operazione di emergenza sanitaria che ha consentito il rientro a casa dei componenti della comitiva astigiana alloggiata nell’albergo di Alassio esposto al contagio del “coronavirus covid19”, l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi ha ringraziato tutti gli operatori che hanno collaborato

Tra loro il personale sanitario, gli elicotteristi del 118 piemontese, il personale della Croce Rossa, compresi i volontari e tutte le forze dell’ordine che hanno garantito la sicurezza, in particolare il maggiore dei Carabinieri, Massimo Ferrari.

Fondamentale è stato il supporto del Dipartimento di Emergenza 118, che doveva intervenire con somma urgenza per separare le persone positive al test da quelle negative, evitando che queste ultime si contagiassero, considerato che erano tutte ospitate nello stesso hotel.

Grazie all’utilizzo dell’elicottero, in poco meno di un’ora i sanitari si sono trovati sul posto, mentre da Genova stavano arrivando i risultati dei test. Sono quindi entrati nell’hotel e hanno diviso le persone, indirizzato le 24 positive su un mezzo e le restanti 8 negative su un altro.

Un grazie particolare è stato espresso dall’assessore alla Sanità al direttore dell’elisoccorso, dott. Roberto Vacca, che ha perfettamente diretto le operazioni sanitarie e ha consentito all’assessore di essere presente da subito sul posto per coordinare le operazioni di rientro, in costante collegamento con l’unità di crisi a Torino.

“Troppa emergenza strombazzata a corrente alternata”

“Questa crisi economica  ha ulteriormente aggravato senza possibilità di ripresa la nostra città,  il nostro Paese, molto di più  di questa eccezionale influenza”

Raffaele Petrarulo, consigliere al Comune di Torino,  non ci sta ai continui  e “schizofrenici “messaggi e comportamenti che vengono impartiti e attuati, tra i tanti,  osserva: “scuole chiuse e mezzi di trasporto in funzione senza nessuna limitazione , funerali “no”  e palestre riaperte senza poter fare la doccia e in modalità stop and go. O c’e’ l’Emergenza o ci stiamo facendo “karakiri” da soli… anzi siamo già ormai  malati cronici, senza una cura realistica e di prossima guarigione: questa crisi economica  ha ulteriormente aggravato senza possibilità di ripresa la nostra città,  il nostro Paese, molto di più  di questa eccezionale influenza , questa sì con future  ripercussioni sulla salute italiana,  spero di sbagliarmi,  senza eguali per pericolosità e conseguenze”.

I casi di coronavirus derivano dal focolaio lombardo, niente zona rossa in Piemonte

In Piemonte aumenta il numero delle persone contagiate dal Coronavirus – al momento se ne registrano una quindicina, più le oltre venti in arrivo ad Asti dall’albergo di Alassio – le nuove positività devono però essere ancora essere esaminate  dall’Istituto Superiore di Sanità per essere convalidate

L’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi afferma: “siamo certi che tutti i nuovi contagi siano riconducibili al focolaio lombardo e spero che questo ci permetta misure meno restrittive.

In ogni caso escludo una zona rossa astigiana, perché non esiste un focolaio piemontese”.

Santarossa (Italia dei Valori): “Vorrei un paese normale”

“Col senno di poi è sempre facile parlare, ma i numeri sono sempre stati chiari. Di malattie gravi – scrive Luca Santarossa componente esecutivo nazionale dell’Italia dei Valori –   con numeri mortali maggiori ce ne sono, ma non creano notizia, direi semplicemente non ce ne occupiamo”

Riceviamo e pubblichiamo / L’influenza ha da sempre portato morte, come gli incidenti stradali, ma quel numero è silente da sempre e non si chiude bottega perché uno ha la bronchite o la broncopolmonite o “semplicemente” l’influenza.
L’informazione e formazione delle persone continua l’esponente Idv, è sempre prioritaria, ma deve essere degna e tale.  In Italia non si sa perché per qualsiasi tema c’è la rincorsa allo scoop e alla demonizzazione di tutto senza mai rimanere correttamente con i piedi per terra e semplicemente raccontare le cose per quelle che sono. Il diritto all’informazione non ha nulla a che vedere con il procurato allarme o semplicemente l’ingigantimento di quanto successo a pro di audience fine molte volte a se stesso che però porta alla fobia altrui. Pensiamo a personaggi noti che vengono sempre chiamati ad intervenire, molte volte non per competenza, ma perché si sa gridare e imprecare, perché piace, si piace accusare e dire ma si poteva far di più, si poteva fare meglio?  La risposta è per forza sempre si, ma caro mio prova ad essere tu dall’altra parte della barricata, è come criticare il governo è la cosa più semplice e lampante, ma scomoda, addirittura qualcuno scende dalla poltrona e riprende a criticare. Voglio imprecare anch’io!! Ma si sa, è oramai virale se controllo è perché controllo, se non controllo è perché non controllo, comunque c’è sempre un motivo per puntare il dito e un’indagine da dover avviare per trovare il presunto colpevole per poi mandarlo in prescrizione. Si parla di corona virus, ma per molti italiani manca il concetto di virus (cos’è) e quanti ce ne sono; manca il concetto di come si può contrarre un qualsiasi virus e quanti nel corso della nostra esistenza respiriamo o ingeriamo senza che accada nulla; manca il concetto di mortalità di una malattia e le giuste proporzioni; mancano tanti concetti di igiene personale che non sfociano per forza nella disinfestazione o igienizzazione di una qualsiasi cosa; manca il concetto di uso e scelta di una mascherina di protezione e di un’igienizzante; manca il concetto di educazione di molte persone che sputano a terra e dico sputassero a casa loro così come gettare i rifiuti. Ai miei tempi a scuola certe cose le insegnavano, oggi forse no, oppure gli insegnanti spiegano male o i ragazzi si sono rincitrulliti. Abbiamo invece perso il tempo a raccontare numero di morti e infetti come se questi numeri aiutassero a risolvere il problema. Ci siamo allenati alle fake news (false notizie) a cui si corre dietro, perché bisogna alimentare il terrore dell’untore e del diverso, chi ha letto i Promessi Sposi ne sa qualcosa, leggere e studiare alle volte serve, ditelo ai ragazzi. Parliamo di paziente 0 come se fosse possibile trovarlo e a che scopo? lui o è guarito o è morto. Probabilmente se fossimo nati nel 600 avremo tutti quanti fatto una bella processione di massa per chiedere al signore la grazia e poi scoprire che toccandoci a vicenda, toccando tutti le stesse cose e baciandoci tutti saremo poi stati tutti untori e i problemi di “grazia” sarebbero aumentati. Così trovi persone che utilizzano mascherine di ogni genere, ma poi bevono un caffè e mangiano una brioche che chissà chi ha toccato prima, senza capire che la mascherina è il contagiato che la deve portare; troviamo che lo stesso bar diventa infetto ad una certa ora; troviamo che i più esposti sono gli anziani e gli asintomatici ma non prendiamo provvedimenti diretti per la loro cautela, ma chiudiamo scuole, esercizi pubblici, lo sport, mettiamo in difficoltà il Paese. Rimango – conclude Santarossa-  in attesa di una beata pioggia che risani l’ambiente e le menti, vorrei tanto vivere in un Paese Normale.

Emergenza sanitaria, limitazioni alle attività in vigore fino a domenica compresa

Le restrizioni previste dall’ordinanza regionale in Piemonte saranno in vigore “sicuramente fino a domenica alle ore 24”

Così in un post su Facebook , la sindaca di Torino Chiara Appendino. Sabato, aggiunge: “il Governo emanerà un decreto in seguito al quale capiremo le decisioni definitive per il nostro territorio riguardo le misure contenitive per la prossima settimana, ponderate sulla base delle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità”.

Coronavirus, verso la fine dell’odissea per i 32 Astigiani in hotel ad Alassio

Il governatore della Regione Alberto Cirio  e l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi stanno coordinando il rientro degli Astigiani da Alassio, mentre l’assessore alla Sanità Luigi Icardi si è recato in Liguria in elicottero per sincerarsi di persona delle condizioni fisiche dei 32 ospiti del Bel Sit.

I pullman che porteranno gli Astigiani a casa dopo l’esito dei tamponi sono già partiti da Torino grazie alla prontezza del sistema di protezione civile e della Croce Rossa. L’assessore alla Protezione civile sottolinea la tempestività di questo intervento, che mette al primo posto la sicurezza per garantire agli Astigiani un rientro e un decorso sicuri dei prossimi 14 giorni previsti in isolamento domiciliare.

Questa mattina l’Assessore si è recato a Settimo Torinese per sincerarsi che le operazioni di partenza dei pullman si svolgessero nei tempi e nei modi previsti in modo che tutti gli Astigiani possano tornare a casa.

La Croce Rossa si è immediatamente attivata e, grazie ai volontari, in pochi minuti i pullman sono stati pronti a partire congli infermieri già a bordo per assicurare la corretta accoglienza degli ospiti che risultano negativi al tampone. Con i pullmanpartono anche le ambulanze per accogliere eventuali soggetti positivi. L’Assessore segue da vicino l’evolvere della situazione con l’augurio che l’odissea dei 32 Astigiani possa finire presto.

 

Ufficio stampa Regione Piemonte / foto archivio

I casi positivi attendono conferma dall’Istituto superiore di sanità

I casi di positività al coronavirus in Piemonte sono al momento 11 in tutto. Uno di questi è confermato e 10, dopo il primo test positivo,  sono  in attesa di validazione da parte dell’Istituto superiore di sanità

Lo comunica la Regione Piemonte. Fanno parte dell’elenco le cinque persone  del gruppo di astigiani ospitati in un hotel ad Alassio dal 4 al 18 febbraio. Degli undici, sette sono ospedalizzati non in terapia intensiva (1 a Torino, 3 ad Asti e 3 Novara) mentre quattro sono in isolamento fiduciario domiciliare.

Trapianti incrociati, il coronavirus non ferma la donazione di organi

Una catena di donazioni con scambio di organi e trapianti  di rene attraversa l’Italia e supera le barriere del Coronavirus

 

Quando una catena di donazioni con scambio di organi e trapianti incrociati attraversa l’Italia e supera le barriere del Coronavirus.

Proprio nelle settimane durante le quali lo spettro del Covid-19 sta bloccando e divide buona parte dell’Italia e non solo, una catena di solidarietà ha unito il nostro Paese, incrociando coppie di donatori incompatibili e, aperta con una donazione da deceduto in Piemonte, si è chiusa nella stessa regione, attraversando Veneto, Sicilia e Puglia, e salvando la vita a quattro pazienti in trattamento dialitico. Si chiama programma Cross-over.

In partenza lo scorso novembre il Piemonte ha donato un organo di una donatrice deceduta. Il suo rene era risultato idoneo per un paziente di Padova inserito nel programma cross-over Dec-k (DECeased Kidney). L’avvenuto trapianto su questo paziente ha innescato una catena di donazioni da vivente e trapianti che ha coinvolto 3 coppie seguite in regioni diverse d’Italia (Veneto, Sicilia e Puglia). La compatibilità biologica delle nuove coppie è stata determinata grazie al coinvolgimento di diversi Laboratori di Immunogenetica e dei Coordinamenti regionali trapianto (per il Piemonte all’ospedale Molinette diretti dal professor Antonio Amoroso). In seguito Padova in Veneto a sua volta ha donato a Palermo in Sicilia, che a sua volta ancora ha donato un organo a Bari in Puglia. Qui ne ha beneficiato una coppia incompatibile per un trapianto di rene da vivente. La donatrice vivente, moglie del ricevente, in riconoscenza per aver salvato il marito, ha donato un rene ad una giovane donna di Torino, chiudendo proprio questa catena di scambi in Piemonte.

Così per la prima volta in Piemonte all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stato effettuato con successo un trapianto di rene su una donna da una donatrice vivente di Bari secondo il programma nazionale di trapianto di rene cross-over (a modalità incrociata), grazie allo scambio di coppie di donatori e creando un effetto a catena di donazione.

Il programma crossover è attivo a livello nazionale già da qualche anno: è molto complesso dal punto di vista organizzativo, ma offre l’opportunità di ottenere un trapianto anche in caso di incompatibilità immunologica con un donatore vivente nel caso in cui la donazione diretta tra persone legate affettivamente non fosse possibile. Questo avviene “incrociando” le coppie a livello nazionale in modo che i pazienti che hanno una persona emotivamente – correlata che generosamente voglia donargli un rene anche se è incompatibile, possa alla fine fare il trapianto, scambiando i donatori con coppie che hanno lo stesso problema. Combinando diversi incroci si genera una “catena” di donazione che riesce a rendere possibile il trapianto per diverse persone. Fino a pochi anni fa queste catene di trapianti potevano essere attivate solo grazie ad un donatore samaritano, cioè ad una persona che dona spontaneamente un suo rene per il bene della comunità. Da quest’anno è attivo su tutto il territorio il programma crossover Dec-k, che prevede l’innesco della catena di scambio di trapianti incrociati da parte di un donatore deceduto.

La prima volta del Piemonte è stata proprio con questo nuovo sistema ed ha permesso il trapianto di una giovane paziente di 33 anni in dialisi dal 2014.

Il rene è arrivato anche con il contributo delle forze di Polizia di Bari (nella foto allegata l’arrivo dell’organo a Torino), dove è stato prelevato in mattinata ed è stato poi trapiantato a Torinonello stesso giorno, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Il trapianto è stato effettuato dai Chirurghi vascolari dal dottor Aldo Verri (responsabile della Chirurgia vascolare ospedaliera) e dalla dottoressa Caterina Tallia, dall’ urologo Giovanni Pasquale (sotto la direzione del professor Paolo Gontero) e dall’anestesista Andrea Pusineri (sotto la direzione del dottor Roberto Balagna). L’intervento è tecnicamente riuscito e per la paziente la dialisi è ormai un ricordo, mentre la funzionalità del rene trapiantato migliora rapidamente con le cure dell’équipe nefrologica, diretta dal professor Luigi Biancone.

Luigi Biancone, responsabile del programma di trapianto renale nell’adulto presso la Città della Salute di Torino, segnala che: “alle Molinette abbiamo quasi triplicato il numero di trapianti di rene da vivente negli ultimi 4 anni e questo programma di cross-over potrà dare ulteriore slancio alla nostra attività. Nonostante l’attività notevole nel trapianto da donatore deceduto, i tempi di attesa in dialisi rimangono lunghi, ed oltretutto il trapianto da donatore vivente ha una funzionalità e durata maggiore. Ecco perché la generosità di un donatore può essere così importante”.

Sottolinea il valore di questo risultato anche il Direttore del Centro Nazionale Trapianti, dottor Massimo Cardillo: “Ringrazio il Centro trapianti di rene di Torino, i centri di Padova, Palermo e Bari e i coordinamenti delle regioni coinvolte per l’impegno di collaborazione mostrato nell’aver portato a compimento questa catena di donazioni. In particolare, in questo momento di emergenza sanitaria nazionale, la Rete trapianti dimostra ancora una volta di essere unita dal Nord al Sud del Paese al servizio dei tanti pazienti in attesa di un organo”.

 

Coronavirus: “Noi siamo con la popolazione italiana”

La Lettera del Coordinamento interconfessionale  /Esprimiamo il nostro sincero apprezzamento e gratitudine verso tutti coloro che in questi giorni sono in prima linea, a partire dalle più alte autorità civili e religiose, quali il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia”

Noi siamo con la popolazione italiana che si trova in questi giorni alle prese con una situazione imprevedibile, che cambia intimamente la percezione della vita quotidiana. Anche con quella di altre aree del mondo, ma per una volta è giusto innanzitutto esserlo con chi è più vicino e con cui si condivide un’esperienza così importante.

Da un punto di vista religioso eventi di questo tipo hanno anche un senso spirituale, non foss’altro perché ci mettono di fronte a noi stessi e agli altri in modo più profondo. Del resto più di uno, tra i comportamenti oggi da adottare, nel terreno religioso affonda le sue radici: come il rispetto delle norme igieniche o mettersi al servizio di chi è in stato di bisogno.

Ci facciamo dunque interpreti dell’impegno delle diverse comunità a contribuire, in un momento non facile, a ritrovare la fiducia e un rinnovato senso di solidarietà sociale.

Ci mettiamo a disposizione per ogni necessità. In particolare ci adopereremo affinché il necessario diradamento dei rapporti non gravi ulteriormente su condizioni di solitudine e abbandono.

Pur riconoscendo le ragioni che hanno indotto a sospendere le riunioni religiose, più che mai ne manterremo vivo il senso. E invocheremo ogni benedizione affinché l’emergenza in corso sia occasione di miglioramento umano e spirituale.

 

Giampiero Leo portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte

La Regione: “Scuole riaperte da metà della prossima settimana”

L’intenzione del governatore Alberto Cirio è di varare un’ ordinanza meno restrittiva, una volta scaduta quella in vigore e cioè domenica

L’obiettivo della Regione è di giungere gradualmente verso la normalità, riaprendo le scuole agli studenti a partire dalla metà della prossima settimana.

E’ quanto emerge al termine dell’ incontro con i  sindaci, prefetti e presidenti delle Province piemontesi, svoltosi questa mattina nel palazzo della Regione.

“La  proposta al ministro Speranza – dice il presidente del Piemonte –  è che le scuole riaprono  lunedì, ma non alla didattica. Sarebbe occasione per un’azione di pulizia straordinaria e disinfezione, prima di riaprire agli allievi da metà della settimana”.