Coronavirus- Pagina 123

I professori con la scopa in mano?

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Forse non varrebbe neppure la pena di scriverne, perché i docenti delle scuole secondarie di ogni ordine e grado si son fatti mettere i piedi sulla testa da molti decenni.

La loro professionalità non viene  riconosciuta e forse neppure più la loro dignità. Da quando un preside del liceo d’ Azeglio  di Torino, tale Massaia, impose la bollatrice ai docenti parificandoli  ai bidelli, c’è stato uno scadimento progressivo e inarrestabile.
Oggettivamente anche i professori,  salvo lodevolissime eccezioni, sono scaduti e anche i capi d’ istituto, salvo altrettanto lodevoli eccezioni, si sono adeguati all’andazzo  La renziana “ buona scuola “ ha dato il colpo di grazia.
Nel caos dell’emergenza Coronavirus i docenti sono stati convocati inizialmente a scuola a partire  dal 2 marzo ,in attesa di riprendere le lezioni il 4. In questi due giorni si devono  pulire i locali e igienizzarli ,come prescritto giustamente da Cirio. Solo in seguito alla  ferma protesta  dei sindacati- scuola ( che sono i primi responsabili  del  non riconoscimento del lavoro qualificato  dei docenti ) si sono accorti che i professori  non avevano nel loro  “mansionario” quello di usare strofinacci e scopa. Così hanno rivisto all’ultima ora il loro coinvolgimento attivo nella bonifica. I docenti a scuola potevano infatti  dare persino  fastidio ai lavori di pulizia.
Non si sono accorti di questa assurdità perché sono abituati a considerare i professori come una massa indistinta da usare. Non c’è da stupirsene perché in questi anni la funzione docente non è mai stata considerata e rispettata. Il docente è considerato un tutto-fare , una sorta di operatore sociale la cui qualificazione professionale  specifica è trascurata, se non ignorata. Ormai da tanto tempo.

La comunità cinese dona materiale sanitario al Piemonte

L’Associazione nuova generazione italo cinese, a nome dell’Associazione Wenzhounesi Uniti nel mondo e Giovani Wenzhounesi, ha consegnato e donato all’Unità di Crisi della Regione Piemonte, 6.000 guanti monouso, 1.900 mascherine 3M, 660 occhiali protettivi e 30 tute monouso

In corrispondenza con la consegna del materiale, avvenuta ieri alla Centrale operativa 118 di Grugliasco, l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi  ha espresso la riconoscenza della Regione Piemonte e dell’Unità di crisi ai wenzhounesi in Italia e nel mondo per il loro importante e significativo aiuto all’Italia e al Piemonte, in questo particolare momento di emergenza sanitaria.

In particolare, sono stati ringraziati la Fondazione Zhi Ai di Zhejiang e una donatrice wenzhounese di cognome Lu.

Si tratta, è stato annunciato, di un primo lotto, al quale seguiranno altre donazioni delle stesse associazioni, anche per altre regioni italiane in difficoltà.

L’assessore regionale alla Sanità ha inoltre ribadito il plauso alla comunità cinese in Piemonte per il senso di responsabilità e collaborazione manifestato in questi giorni attraverso la quarantena spontanea messa in atto dai propri cittadini residenti sul territorio piemontese.

Scuole chiuse fino all’8 marzo

Aggiornamento: il comunicato della Regione Piemonte, lunedì 2 marzo ore 20,30

CORONAVIRUS: LO STOP ALLE ATTIVITÀ DIDATTICHE IN PIEMONTE

È PROROGATO FINO ALL’8 MARZO


La decisione è stata assunta dal Presidente della Regione Alberto Cirio, a fronte della richiesta di cautela espressa da medici e pediatri e dai tecnici dell’Unità di crisi


Lezioni sospese fino all’8 marzo: la proroga è stata decisa con una ordinanza firmata pochi istanti fa dal presidente della Regione Piemonte, sentito il Ministero della Salute.

Il Presidente spiega che, a fronte della decisione di riapertura delle scuole decisa dal Governo a partire da oggi, la Regione Piemonte aveva ritenuto necessario un percorso più cauto e graduale per il proprio territorio, alla luce della sua posizione di confine e delle interconnessioni con la vicina Lombardia, l’area più colpita dal contagio da coronavirus.

Era stata così decisa la sola riapertura degli edifici scolastici oggi e domani per una igienizzazione straordinaria delle aule e degli ambienti comuni, ma anche per avere due giorni in più di tempo per valutare l’evolversi del contagio.

Nei giorni scorsi, spiega il Presidente, speravamo di poter tornare da mercoledì a una situazione di normalità totale, dando la possibilità a tutti gli studenti di riprendere regolarmente le lezioni. Oggi, però, abbiamo acquisito le valutazioni dei sanitari dell’Unità di Crisi che “valutata la situazione epidemiologica non ancora stabilizzata del Piemonte, a fronte di una situazione con evolutività non prevedibile nelle regioni confinanti, considerato il doveroso criterio di cautela nei confronti della popolazione scolastica e dei relativi nuclei familiari” hanno comunicato alla Regione l’opportunità di sospendere l’attività scolastica per l’intera settimana.

A questa posizione si sono aggiunte le considerazioni delle associazioni più rappresentative di medici e pediatri, che hanno rimarcato la necessità di non abbassare la guardia contro il virus e di proseguire con lo stop delle lezioni scolastiche.

Per questa ragione, spiega il Presidente, abbiamo voluto continuare a essere prudenti, consapevoli che in gioco c’è la salute dei nostri figli.

L’ordinanza regionale prevede l’estensione fino al giorno 8 marzo incluso la sospensione, già prevista per il 2 e 3 marzo, dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali ivi compresi i tirocini curriculari, master, università per anziani, con esclusione degli specializzandi nelle discipline mediche e chirurgiche e delle attività formative svolte a distanza.

La data di ripresa delle attività didattiche ed educative è demandata ad un successivo provvedimento.

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lunedi 2 marzo ore 13

In Piemonte le scuole resteranno chiuse agli studenti, come è noto,  lunedì e martedì, mentre l’ipotesi di riapertura mercoledì sarà presa solo in queste ore

E’ quanto spiega il governatore , Alberto Cirio, nell’illustrare  l’ordinanza regionale scritta in base al decreto del premier Conte.

Da quanto trapela dalla Regione l’orientamento sarebbe comunque quello di riaprire le lezioni solo da lunedì 9 marzo.

“Presto ha detto Cirio –  decideremo, sentito l’Istituto Superiore di Sanità, e vedremo se ci saranno le condizioni per rimandare i ragazzi a scuola, lunedì non ci sarebbero. Fino a martedì  è invece in programma un’opera straordinaria di igienizzazione delle scuole, attività per cui potrà coadiuvare il personale Ata la Protezione Civile. Restano chiuse per tutta la settimana le università, che hanno una loro autonomia decisionale.

Riaprono i Musei Reali dopo la chiusura per l’emergenza sanitaria

Riprende a vivere la maggior parte delle attività culturali in città. Il Museo Egizio apre con una non stop dalle 9 alle 17,30. Via libera anche a cinema e teatri

Dopo la chiusura per l’emergenza sanitaria, i Musei Reali riaprono lunedì 2 marzo 2020 con un’offerta che conduce il pubblico attraverso i secoli, dal Rinascimento, al Barocco, alla modernità.

 

Ecco le modalità di visita che come ogni lunedì riguarda solo Palazzo Reale, l’Armeria Reale, la Cappella della Sindone e le mostre in corso:

– Palazzo Reale, Armeria Reale e Cappella della Sindone con orario dalle 10 alle 19 (chiusura della biglietteria alle 18)

– Mostra Konrad Mägi. La luce del nord alle Sale Chiablese con orario dalle 10 alle 19 (chiusura della biglietteria alle 18)

– Mostra Il tempo di Leonardo alla Biblioteca Reale con orario dalle 14 alle 18 (biglietteria dei Musei Reali fino alle 17)

 

L’affluenza verrà regolata seguendo le indicazioni delle autorità nazionali per evitare una eccessiva compresenza di visitatori nella sale. Non verranno distribuite le audioguide, ma i visitatori potranno usufruire dell’applicazione Musei Reali Torino disponibile per Android e iOS.

Salvo diverse disposizioni delle Autorità competenti, da martedì 3 marzo apriranno anche le altre collezioni, normalmente chiuse di lunedì. Saranno dunque accessibili anche la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità.

 

Tutte le collezioni dei Musei Reali sono visitabili con un unico biglietto; l’ingresso e la biglietteria si trovano in piazzetta Reale 1, all’ingresso di Palazzo Reale.

 

Eventuali aggiornamenti sul sito www.museireali.beniculturali.it e sui canali social dei Musei Reali.

Ruffino (Fi): “Economia, zona rossa in tutta Italia”

La pessima comunicazione del governo, corretta in modo repentino passando da un allarmismo esagerato a una rassicurazione fuorviante, ha provocato danni di immagine ancora non quantificabili

Ma è sulle conseguenze economiche del coronavirus che il governo mette a rischio l’osso del collo del Paese.

Il presidente Conte sa bene che senza risorse importanti, e non reperibili semplicemente usando la “flessibilità” prevista dal Trattato di Maastricht, non si potrà riavviare il motore dell’economia.Il governo e la sua maggioranza, ma anche le forze di opposizione, devono superare l’idea che con gli aiuti limitati alle zone focolaio riparte l’Italia. L’epidemia sanitaria è circoscritta, o almeno così appare, ma le sue conseguenze economiche hanno investito tutto il tessuto produttivo dell’Italia. Con i sindacati piemontesi, per fare un esempio, giustamente allarmati perché nel decreto del governo non compare alcun riferimento agli ammortizzatori sociali e al sostengo delle imprese in Piemonte. Discorso analogo per la Sicilia o la Toscana è tutte le altre aree. Il governo deve trovare la forza di spiegare a Bruxelles, e a Francoforte, che un collasso della manifattura italiana non sarà a beneficio di quella tedesca, già in recessione, ma diventerà una zavorra per tutta l’Unione. Senza solidarietà, l’Europa rischia come se non più dell’Italia.

On. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Coronavirus, la situazione a Torino e in Piemonte

Comunicato della regione Piemonte: CORONAVIRUS, IL PUNTO DEI CASI PROBABILI IN PIEMONTE ALLE 10 DI LUNEDI’ 2 MARZO

Salgono a 51 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID19” in Piemonte: 37 ad Asti, 3 a Novara, 6 a Torino, 1 a Vercelli e 4 nel Vco. Di questi, 12 sono ricoverati in ospedale: 6 ad Asti, 3 a Novara e 3 all’Amedeo di Savoia di Torino. Altri 2 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva: 1 ad Asti e uno a Vercelli. Sono invece 37 le persone in isolamento fiduciario domiciliare.

Finora sono 375 i tamponi eseguiti in Piemonte, 307 dei quali risultati negativi. Sono in corso di verifica 12 casi.

Dall’Istituto superiore di sanità è stato al momento confermato un solo caso, sui 51 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso istituto.

Al momento, risulta ancora precauzionalmente chiuso il Pronto Soccorso di Tortona, in attesa dell’esito del test su una persona che si era presentata al triage manifestando i sintomi del “caso sospetto”.

Comunicato della Regione Piemonte (domenica 1 marzo, ore 17,30) Sale a 49 il numero delle persone risultate positive al test sul “coronavirus covid19” in Piemonte: 37 si trovano in provincia di Asti,  5 a Torino, 3 a Novara, 3 nel Vco e 1 a Vercelli

Di questi, 11 si trovano ricoverati in ospedale: 6 ad Asti, 3 a Novara e 2 a Torino (Amedeo di Savoia). I trattamenti in terapia intensiva sono 2 (uno a Asti e uno a Vercelli).

Tutti gli altri sono collocati in isolamento domiciliare fiduciario.

Al momento, risulta precauzionalmente chiuso il Pronto Soccorso di  Tortona, in attesa dell’esito del test su una persona che si era presentata al triage manifestando i sintomi del “caso sospetto”.

Un’altra persona, assistita in emergenza al Pronto Soccorso di Borgo Sesia, è stata immediatamente trasferita nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Vercelli, dove le camere di rianimazione sono state tutte destinate al ricovero dei pazienti definiti “casi probabili” di contagio al “coronavirus covid19”.

Tutti i sanitari impegnati nel soccorso dei casi di Borgo Sesia e Tortona sono stati posti in osservazione.

Dall’Istituto superiore di Sanità è stato al momento confermato un solo caso in Piemonte, sui 49 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso istituto.

Insultata ragazza (giapponese) sul bus: “Cinese, ci contagi!”

Una ragazza sul bus stava tornando  a casa quando quattro ragazzi ventenni , due italiani e due marocchini  l’hanno insultata. “Ci contagi con il Coronavirus, scendi”. Il fatto venerdì notte sul bus notturno 60, verso le  due in centro città. La giovane è una studentessa di 30 anni, in realtà di origini giapponesi.

“Muoiono? Tanto sono vecchi”. I giornalisti italiani sono tutti orfani

“Commentarii” Di Augusto Grandi / Una categoria sfortunata, quella dei giornalisti italiani. Tutti prematuramente orfani o abbandonati da neonati in qualche struttura sul genere del Forteto (ma si potrà ancora nominare il Forteto senza suscitare l’odio delle sardine?). Solo così si spiega il cinismo e l’indifferenza con cui viene comunicato che i morti per il virus sono tutti vecchi e con problemi sanitari pregressi.

I giovani colleghi, rigorosamente palestrati e che non ricorrono mai ai medici – i conti della Casagit, la cassa malattia della categoria, non vanno bene esclusivamente per colpa degli stramaledetti giornalisti vecchi – ignorano, evidentemente, che superata una certa età sopraggiungono gli acciacchi, i problemi sanitari pregressi che, con l’aiuto del virus, possono essere letali. Pazienza, erano vecchi, prima o poi sarebbero morti comunque…

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Il punto sull’emergenza sanitaria: scuole riaperte dal 4 marzo

A Torino e in Piemonte le scuole riapriranno agli studenti da mercoledì prossimo 4 marzo

Lunedì e martedì gli edifici verranno  aperti al solo personale scolastico. Lo comunica il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Da lunedì anche i musei potranno riaprire ma con ingressi contingentati e anche i cinema con posti a sedere alternati per il pubblico.

DA LUNEDÌ 2 MARZO IL PIEMONTE RIPARTE

Scuole: lunedì e martedì igienizzazione straordinaria, da mercoledì riprendono le lezioni. Una misura precauzionale maggiore voluta dal Piemonte per avere anche due giorni in più . anche per valutare l’evoluzione del contagio nelle aree limitrofe di Lombardia e Liguria

Sabato 29 marzo – Il Piemonte riparte e ritorna gradualmente alla normalità. Lo ha deciso il Presidente del Consiglio dei Ministri, seppur con una serie di indicazioni operative che saranno rese note nel decreto del Governo che verrà pubblicato domani sulla Gazzetta Ufficiale: da lunedì riapriranno musei, cinema, piscine, attività sportive e si potranno nuovamente svolgere eventi e manifestazioni. A comunicarlo è stato il Presidente della Regione nel corso di una conferenza stampa svoltasi questo pomeriggio nella sede dell’Unità di crisi istituita presso la sede della Protezione civile a Torino.

Secondo quanto disposto dal Governo, anche le scuole avrebbero dovuto riaprire lunedì. Ma il Presidente della Regione Piemonte, per maggiore precauzione, ha adottato invece una misura diversa e autonoma di concerto con l’Ufficio scolastico regionale, sentiti anche il Presidente del Consiglio e il Ministro della Salute: lunedì e martedì riapriranno gli edifici scolastici solo per il personale in modo da consentire un’azione straordinaria di igienizzazione delle aule e degli ambienti disposta dal Presidente per tutte le scuole piemontesi. Da mercoledì riprenderanno regolarmente anche le lezioni con gli studenti.

Il Presidente ha precisato di aver assunto questa decisione innanzitutto perché scuole igienizzate vuole dire scuole più sicure, ed è un’esigenza che oggi più che mai risulta prioritaria.

Le giornate dedicate all’igienizzazione, ha aggiunto ancora il Presidente, serviranno anche come misura precauzionale per avere due giorni in più per valutare intanto l’evoluzione dei contagi nelle aree del Piemonte confinanti con le zone focolaio della Lombardia e della Liguria.

La Protezione civile regionale si metterà a disposizione delle scuole che incontreranno difficoltà nello svolgimento operativo di queste disposizioni, per le quali la Regione ha previsto anche delle risorse.

Per quanto riguarda invece la sola giornata di domani rimangono in vigore le restrizioni attualmente vigenti, in linea con quanto previsto dal decreto nazionale, valido appunto fino al 1° marzo.

Fanno eccezione le Sante Messe, che potranno essere nuovamente celebrate con il vincolo che siano evitati gli assembramenti e che sia garantito un accesso contingentato tale da determinare una distanza di almeno un metro tra i fedeli presenti.

Anche i luna park all’aperto potranno riaprire già da oggi con alcune limitazioni per evitare assembramenti.

Il Presidente ha anche precisato che nel Piano della Competitività, che la Regione ha predisposto e che verrà presentato il 13 marzo, è stato inserito uno specifico capitolo dedicato alle misure per sostenere il Piemonte alla luce delle criticità generate dall’emergenza Coronavirus.

La situazione dei contagi. L’Unità di crisi comunica che due nuovi casi di probabile contagio, rilevati nel pomeriggio su un uomo della provincia di Torino e su una donna appartenente alla prima comitiva di astigiani alloggiati ad Alassio, portano a 45 il numero complessivo dei contagi in Piemonte. L’uomo è stato posto in osservazione fiduciaria a domicilio, mentre la donna è ricoverata all’ospedale di Asti.

Al momento, un solo caso su 45 è stato confermato positivo dall’Istituto superiore di Sanità. Nessuno degli 8 ricoverati in Piemonte è in terapia intensiva.

 

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Comunicato della Regione Piemonte (sabato 29 febbraio ore 11,30)/ Sono terminate nella notte le operazioni di rientro a casa della comitiva di 36 astigiani facenti parte del gruppo di soggiornanti presso l’hotel di Alassio

Di questi, 28 (comprendenti i 4 dimessi dall’ospedale San Martino di Genova perché asintomatici) sono risultati positivi al test sul coronavirus “COVID19”, ma non presentando particolari problemi clinici, sono stati tutti posti in isolamento fiduciario domiciliare.

Con il loro arrivo, salgono a 43 i casi probabili di contagio presenti sul territorio piemontese, di cui solo 1 confermato dall’Istituto superiore di sanità: 35 ad Asti, 3 a Torino, 3 a Novara e 2 nel Vco.

Resta immutato il numero dei ricoverati: 1 a Torino, presso l’Amedeo di Savoia, 3 al Cardinal Massaia di Asti e 3 al Maggiore della Carità di Novara. Nessuno in terapia intensiva.

Ci vuole un’ ‘Altra Vita’

È la conclusione cui sono arrivato nei giorni scorsi davanti allo spettacolo di natura che non è il Grand Canyon o la savana africana ma semplicemente la Valcerrina, nello specifico la frazione Piancerreto di Cerrina Monferrato

Uno spettacolo dove, grazie a Dio (o a ciò che dovrebbe esserci) uomo e natura sembrano ancora convivere in giusto equilibrio. È tutto questo mentre sullo sfondo c’è un’isteria collettiva, anche alimentata da mass media che fanno il botto grazie al coronavirus.

Non si veda in questo una critica alle misure prese, sono certo dure ma nel pieno rispetto del dettato costituzionale (che tutti POCO conosciamo) semmai tardive. La questione non è questa ma la domanda che mi sono posto è un’altra, ovvero se la crescita della nostra società globale fosse stata più graduale, meno caotica, meno legata alle leggi di un mercato letteralmente impazzito, più rispettosa degli Altri, meno intrisa di carità pelosa e di facciata ( finalizzata ad un guadagno sulle spalle delle persone che si vogliono aiutare a parole), meno legata a concetti legati all’ambientalismo che all’ambiente in quanto tale,più rispettosa delle tradizioni dei popoli che al voler mettere tutto in soffitta quello che c’era prima, se l’Europa non vivesse oggi/ non nascondiamocelo – un’epoca di decadenza che mi pare quella della caduta dell’impero romano d’Occidente, sarebbe successo? Si da la colpa alla Cina è vero. Ma in Cina c’è stata la corsa nel recentissimo passato, nell’auspicio da fare Affari col regime capital-comunista. E ci fu un Presidente della Repubblica che, anzi, invitò ad investire in Cina… Altro aspetto è che oggi il modello urbanistico vincente a livello mondiale è quello dell’Estremo Oriente, con megalopoli e Città estese, l’esatto contrario di quello che è stato il nostro sinora. Tutta questa lunga tirata, e mi scuso, per dire che occorre RIPENSARE il nostro modello di vita, non bloccando la corsa ma rallentandola, pensare per il futuro a rendere le condizioni di vita e lavoro più semplici nelle aree cosiddette marginali, rivalorizzare il settore primario è chi vi lavora. Partendo da queste considerazioni, e coerentemente con queste, il mio impegno politico sarà questo d’ora in avanti. Con due bussole, il buon senso e la mia coscienza.

Massimo Iaretti