ARTE- Pagina 80

“Camera” presenta Imaginarium, la piattaforma di educazione all’immagine

Realtà unica in Italia per PENSARE PER IMMAGINI IL MONDO CHE CAMBIA

Giovedì 15 dicembre, ore 17.00, Gymnasium di CAMERA

Ingresso libero con prenotazione sul sito di CAMERA

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, che dalla sua nascita nel 2015 lavora per la divulgazione della cultura dell’immagine attraverso mostre, incontri, laboratori e workshop, lancia una nuova sfida, che presenta al pubblico e alle istituzioni giovedì 15 dicembre, alle ore 17.00 nel suo GymnasiumIMAGINARIUM, un innovativo strumento digitale per ampliare lo sguardo sul mondo attraverso la fotografia.

IMAGINARIUM – realizzato con il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo – è un progetto di educazione all’immagine, unico in Italia, che adotta la fotografia come strumento didattico utile all’analisi e alla conoscenza del mondo, partendo dall’assunto che apprendere il linguaggio delle immagini è oggi una competenza fondamentale per capire e interpretare la contemporaneità.

Il 15 dicembre 2022 viene lanciata la sezione della piattaforma rivolta alle SCUOLE, un primo step verso l’ampliamento della stessa che, nel corso dei primi mesi del 2023, vedrà l’integrazione di sezioni dedicate anche ad altri pubblici dagli appassionati di fotografia agli studiosi e agli artisti.

In questa sezione docenti e studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado hanno la possibilità di accedere a percorsi di approfondimento su temi di attualità, esercitazioni pratiche sulla lettura delle immagini e giochi ideati per invitare gli studenti a sperimentare, divertendosi, le competenze acquisite nei percorsi tematici. Tutte le attività proposte sulla piattaforma prendono in esame fotografie di autori contemporanei italiani e internazionali, le fotografie tratte dagli Archivi fotografici dei partner di CAMERA (Archivio Storico Eni e Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo), le immagini tratte dargli archivi presenti nel Censimento delle raccolte e degli archivi fotografici in Italia, oltre ai materiali relativi alle mostre organizzate da CAMERA.

Ad oggi sono disponibili tre percorsi per le scuole primarie e tre per le secondarie con l’obiettivo di potenziare nel tempo l’offerta, il numero e i temi dei percorsi disponibili.

Iscriversi a IMAGINARIUM è molto semplice: è sufficiente accedere al sito di CAMERA (www.camera.to), cliccare sul logo di IMAGINARIUM e procedere con la registrazione gratuita.

La piattaforma sarà attiva dal 15 dicembre.

Una particolare attenzione è rivolta al tema dell’accessibilità. La piattaforma sarà dotata del software AccessiWay che, grazie all’IA (intelligenza artificiale) elimina le barriere comunicative agevolando la fruizione dei contenuti a persone con differenti disabilità.

Per accompagnare l’inizio dell’utilizzo della piattaforma, nel primo periodo lo staff di CAMERA sarà disponibile per tutoraggio online gratuito prenotabile direttamente sulla piattaforma.

 

Flashback Habitat Ecosistema per le Culture Contemporanee si presenta

Da Living Rooms al Manifesto d’Intenti

Corso Giovanni Lanza 75, Torino

Conclusasi il 6 novembre, la X edizione della fiera Flashback Art Fair ha aperto alla Città di Torino le porte dei nuovi spazi in corso Lanza 75: Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee.

Durante la fiera oltre 25.000 visitatori hanno scoperto un luogo di Torino che per anni era stato abbandonato. Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee, che dà anche il nome alla nuova sede delle attività dell’Associazione Flashback, concretizza dunque l’intento di ridare vita a quanto è stato ignorato, trascurato, siano esse opere, luoghi o persone. Con la creazione di Flashback Habitat si è innescato un processo di riqualificazione urbana in Borgo Crimea che ha l’obiettivo di rigenerare più di 20.000 mq di spazio.

“Habitat è Opera Viva, un’esperienza che parte da lontano. Quello che è stato fatto fino a ora in Corso Lanza 75 è un accenno di quanto può succedere qui. – afferma Alessandro Bulgini direttore artistico di Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee Ora la sfida è così ambiziosa che va alimentata con una combinazione di ulteriori risorse e l’inizio di questa avventura, anche in connessione col nome Habitat, sta nel creare un dono, un ambiente favorevole, che sia un esempio fruibile da tutti e realizzato grazie al contributo di tante sensibilità consapevoli”.

 

Ed è per questo che già dal mese di novembre si è avviato il progetto Living Rooms | Stanze viventi, nato per dare voce agli artisti dell’area piemontese, mettendo al centro del progetto il territorio, la creazione artistica e la vita.

Stanze Viventi nasce con l’intenzione di riattivare le stanze abbandonate del Padiglione A dell’ex IPI (brefotrofio cittadino fino agli anni ‘80) e di farlo tramite l’arte. Le stanze realizzate dagli artisti durante il periodo di residenza sono vissute, una volta terminate, da altri: associazioni, artisti, musicisti.

Snodo fondamentale è il vivere, la vita nelle sue mille sfaccettature, la vita passata dei luoghi, il presente nella relazione dell’artista con l’altro da sé, il futuro con la relazione dell’opera con le vite degli altri.

L’opera che rientra in una logica meramente “espositiva” accetta infatti che il pubblico resti tale, con Living Rooms gli elementi del progetto sono strettamente coniugati con la dimensione della vita. Vivere le stanze come un luogo, non come un semplice spazio architettonico: questo è quello che contraddistingue i luoghi dai non luoghi, spazi di attraversamento senza connotazione che tutti noi sentiamo come estranei.

Gli artisti in residenza per realizzare le stanze si confrontano con il progetto di Flashback Habitat, con la storia, con le persone che in corso Lanza hanno vissuto parte della loro esistenza e con i futuri abitanti, in un intreccio che valica la mera dimensione artistica per riscoprirsi umano, sociale ed emotivo.

Hanno dato il via al progetto Living Rooms nel mese di novembre i primi tre artisti – Sarah Bowyer, fannidada (Fanni Iseppon e Davide Giaccone) e Mery Rigo – che hanno iniziato a far rivivere alcune stanze del Padiglione A al piano terra del complesso di corso Lanza, ognuno con il proprio progetto artistico, la propria sensibilità e tutti ispirandosi alla storia del luogo quando era adibito a brefotrofio.

  • Sarah Bowyer ha deciso di concentrarsi sul progetto pittorico “Fratelli di Culla”, un’opera corale che si compone di quarantaquattro ritratti di alcuni di quegli ex-bambini, ora adulti, che sono nati nel complesso di corso Lanza. La stanza è diventata un luogo simbolico di incontro fra tutti loro, una culla delle loro origini e, allo stesso tempo, vuole essere anche un atto risolutivo, come la chiusura di un cerchio, nel testimoniare la loro evoluzione e la definizione di sé stessi in quanto individui formati, combattenti, alla ricerca, e con, una propria serenità evolutiva;
  • I fannidada hanno lavorato in una stanza che, probabilmente, era una nurserie del brefotrofio. Partendo da questo presupposto, e ragionando sul concept di Flashback che recita “L’Arte è tutta Contemporanea”, hanno creato il progetto artistico “Tracce” immaginandosi dei Gesù Bambino rappresentati dai maestri del passato e separati dall’abbraccio della Madre. Copie disegnate in bianco e nero del Bambino con altri disegni frutto della loro residenza presso nel complesso, sono alla base di micronarrazioni video colorate con le “Analogiche Metamorfosi”, un loro processo di elaborazione analogica delle immagini basato sul contatto diretto delle mani con il segnale video;
  • Mery Rigoha scelto di lavorare a partire da una quercia secolare del parco del complesso che si affaccia sulla sua stanza d’artista. Una pianta che è stata testimone negli anni del passaggio di numerose donne che andavano in corso Lanza per fa nascere in sicurezza i propri figli, per poi darli in adozione. In dialogo tra il fuori e il dentro, l’opera che si chiama “The Adoption, La Foresta siamo Noi” riflette sul concetto di cura e adozione e si racconta con una fotografia dell’albero, allestita nella stanza, insieme ad una piccola quercia nata dal ricaccio delle radici della pianta-madre. La piccola quercia verrà data in adozione a chi potrà prendersene cura.

Il progetto Living Rooms / Stanze viventi continua con il lancio di un bando pubblico online dal giorno di Natale per la selezione di 20 artisti da tutta la regione che costruiranno una residenza artistica partecipata e condivisa per coinvolgere con opere site-specific tutta il Padiglione A, per un totale di 3000 mq. e di 70 stanze.

Oltre alle 3 Living Rooms, “Opera Viva Habitat” di Alessandro Bulgini, l’installazione che per due settimane ha segnato le volte di via Po, è installata sulla facciata esterna del Padiglione A quale segno riconoscibile di un luogo fisico e mentale dedicato alla cultura in tutte le sue mille sfaccettature. 24 immagini scandiscono l’architettura esterna del Padiglione A. Un’installazione che richiama e racconta visivamente il nuovo progetto Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee.  Le immagini che si susseguono, sature di energia e di colore, fanno riferimento al diagramma a torta o areogramma utilizzato in statistica, per raccontare un Habitat (nomen omen) nutrito nel suo centro nevralgico da più parti (cioè con apporti ed energie culturali differenti) diversificate negli innumerevoli colori.  L’energia che si irradia, centrifuga e centripeta, è una delle caratteristiche di questo centro indipendente dove arte e vita sono legate in modo indissolubile.

Infine, Flashback Habitat presenta il suo Manifesto di intenti in base al quale si svilupperanno tutte le attività.

Flashback Habitat vuole, giorno dopo giorno, andare a rappresentare un focolare di presenza umana impegnata, un fulcro per le attività essenziali della vita culturale, un luogo d’incontro quotidiano per la comunità che lo abita. Per questo motivo agirà quale luogo di accoglienza creativa, un’avventura urbana collettiva, un insieme complesso formato da più comunità che interagiscono in un equilibrio dinamico. Da gennaio sul sito www.flashback.to.it sarà possibile scaricare l’Application per sottoporre il proprio progetto, si potrà fare domanda per progetti di mostre, ma anche per avere la disponibilità di atelier per artisti, designer e, più in generale, individui che condividano una visione dell’arte indissolubilmente legata alla vita.

Ad inizio 2023 verranno lanciate anche le application per la prossima Flashback Art Fair e sarà online il programma che riparte l’8 di marzo con le nuove mostre, con i Flashback Friday dedicati ai talk, i Flashback Saturday dedicati all’immagine in movimento e le domeniche con il brunch e i Lab, con gli appuntamenti nello spazio libero FBKSQUARE, con il Laboratori dedicati sia alle scuole che alla cittadinanza, con le Masterclass per la professione di gallerista, con una libreria dedicata alle arti e un bistrot aperto al pubblico.

Una serata per avvicinarsi a Tiziano, Tintoretto e Veronese

A Saluzzo e a Torino, due incontri con Giovanni Carlo Federico Villa, curatore della mostra a Cuneo sui tre “giganti” della scuola veneta rinascimentale

Mercoledì 14 e martedì 20 dicembre, ore 18,30

Saluzzo (Cuneo)

Un viaggio illuminante fra i capolavori del “principe dei pittori”, Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 1576), del “più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”, Tintoretto – Jacopo Robusti ( Venezia, 1518 – 1594), e del “tesorier dell’arte e dei colori”, Paolo Veronese (Verona, 1528 – Venezia, 1588). Tale si preannuncia e certamente sarà l’incontro con Giovanni Carlo Federico Villa, direttore del torinese “Palazzo Madama”, che mercoledì 14 dicembre, alle ore 18,30, presso la “Sala Tematica” della “Fondazione Bertoni” (piazza Montebello, 1) a Saluzzo, terrà una conferenza dal titolo “Tiziano, Tintoretto e Veronese rivali a Venezia”. L’incontro, a ingresso gratuito, sarà replicato martedì 20 dicembre, sempre alle ore 18,30, a Torino, presso la “Sala Turinetti” di “Gallerie d’Italia” (piazza San Carlo, 156). Entrambi gli appuntamenti, su prenotazione tramite il sito della “Fondazione CRC” (www.fondazionecrc.it), fanno parte delle iniziative collaterali al progetto espositivo promosso da “Fondazione CRC” e “Intesa Sanpaolo”, dal titolo I colori della fede a Venezia. Tiziano, Tintoretto e Veronese, inaugurato recentemente presso il “Complesso Monumentale di San Francesco” aCuneo (via Santa Maria, 10).

La mostra, ad accesso gratuito, è aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19,30 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 19,30, fino a domenica 5 marzo 2023. Moltissime le iniziative collaterali per adulti e bambini: per informazioni e prenotazioni www.fondazionecrc.it


Racconta Giovanni Carlo Federico Villa: “Raccogliendo l’eredità tutta italiana di Giovanni Bellini, Tiziano, Tintoretto e Veronese hanno la capacità di definire una ‘signoria del colore’ che sarà il paradigma stesso della pittura moderna. E quello che si proporrà è il suggestivo racconto per immagini di capolavori capaci di contribuire a generare il mito della Serenissima Repubblica, quella Venezia che anche sull’arte fonda il proprio formidabile immaginario di Dominante”.

L’incontro sarà di nuovo replicato a gennaio del 2023, a Cuneo, Alba e Mondovì.

I possessori del biglietto di ingresso alla mostra “I colori della fede a Venezia. Tiziano, Tintoretto e Veronese” avranno diritto ad accedere con tariffa riffa ridotta alle “Gallerie d’Italia” di Milano, Napoli, Torino e Vicenza, fino al 30 giugno 2023.

g.m.

 

Nelle foto:

–       Giovanni Carlo Federico Villa

–       Tiziano: “L’Annunciazione”, 1563-1565, dalla Chiesa di San Salvador

–       Tintoretto: “L’ultima Cena”, 1561-1566, dalla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, detta San Trovaso

“Oscurarsi”, la piena e pura astrazione di Roberto Demarchi

Il maestro Roberto Demarchi è giunto, con  “Oscurarsi”, non solo ai massimi livelli  qualitativi di sempre, ma anche alla piena e pura astrazione.

“Ha raggiunto la piena e pura astrazione da un po’ “ – obietterà sornione qualcuno, persuaso di conoscere bene il maestro. In effetti il ciclo “Peri Physeos” risale al 2001 e “Alogia” al 1990.

 

Questo qualcuno conosce il maestro solo in maniera superficiale,  perché poche altre volte Demarchi ha dipinto quadrati rettangoli che non rappresentassero altro che stessi. Lo fa in alcune delle dieci tavole del ciclo “Oscurarsi”, che possono essere ammirate, su appuntamento, presso lo spazio di corso Rosselli 11, a Torino.

Le undici tavole sono di una bellezza semplicemente clamorosa, posizionandosi  oltre i massimi livelli in precedenza raggiunti da Demarchi. Si tratta di “pura astrazione”. Anche le opere che hanno un qualche rimando a fatti mitici o concettuali sono esposte senza titolo.

La chiave di lettura narrativa, se c’è,  è  rivelata su richiesta. La pura forma, le pure proporzioni parlano da sé.  Ognuno dei dipinti presenta un solo colore oltre ai neri e grigi. Dalle tinte neutre il tono emerge  come una pura luce o, talvolta, come una lancinante ferita.

ANDREA DONNA

 

La mostra è visitabile fino a Natale, salvo proroghe. Ingresso libero su prenotazione 3480928218.

A New York la mostra della torinese Sabrina Rocca al Palazzo delle Nazioni Unite

GO GOALS TOGETHER

Sabrina Rocca

A cura di Monica Trigona

United Nations Secretariat Building, New York

 5 – 16 dicembre 2022

Fino al 16 dicembre, il Palazzo del Segretariato delle Nazioni Unite è la sede della nuova mostra personale di Sabrina Rocca che fa seguito al successo dell’esposizione del 2021 presso il Campus delle Nazioni Unite a Torino.

I soggetti dei dipinti dell’artista sono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), 17 obiettivi interconnessi definiti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite come una strategia “per raggiungere un futuro migliore e più sostenibile per tutti”. Il titolo dell’esposizione, “Go Goals Together”, si riferisce in modo diretto proprio al programma d’azione approvato a settembre 2015 dagli Stati membri dell’ONU.

“Siamo orgogliosi di portare al Palazzo di Vetro una mostra che parla dell’impegno italiano verso l’Agenda ONU 2030, ma anche dei diritti dei bambini ad avere un futuro. Quel futuro dipende dai 17 “Obiettivi” e l’arte di Sabrina Rocca raffigura la nostra corsa contro il tempo per raggiungerli”, ha commentato l’Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante Permanente d’Italia alle Nazioni Unite.
Da sinistra: Giuseppe Casale, Direttore ITCILO – International Training Centre of the ILO, Torino, Sabrina Rocca, Ligia Noronha, Segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite e capo dell’UNEP, ufficio di New York e l’Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite

Alla “Palazzina di caccia” di Stupinigi apertura speciale notturna di “Salvador Dalì The Exhibition”

Di notte con Dalì

Sabato, 10 dicembre, dalle 19 fino alle 23

Che Salvador Dalì, all’anagrafe Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalì i Domènech (Figueres, Catalogna, 1904 – 1989) abbia in vita peccato di uno smisurato “super-ego” è pur vero. “Ogni mattino che mi sveglio – sue parole – provo un supremo piacere, il piacere di essere Salvador Dalì, e mi chiedo stupito: cosa farà ancora oggi di prodigioso Salvador Dalì?”. Narcisismo e stravaganza senza confini. Ma è pur vero che Salvador padre del Surrealismo e fra i più grandi interpreti del Dada e del Simbolismo poteva ben permetterselo, cavalcando quell’istrionico personaggio, totalmente avulso dalla concretezza del mondo reale, che si era autocostruito dentro e addosso, a suo totale beneficio e a suo personalissimo uso e consumo.


Salvador – pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer, sceneggiatore e cos’altro ancora –  era perfettamente (e a ragione) cosciente del suo valore artistico e del suo eccezionale virtuosismo grafico che anche oggi non manca di stupire e di attrarre eserciti di visitatori in occasione delle sue retrospettive. Lo dimostra ancora una volta la mostra-evento “Salvador Dalì The Exhibition”, prodotta da “Next Exhibition” in collaborazione con “The Dalì Universe”, allestita alla “Palazzina di Caccia” di Stupinigi e che, a solo due settimane dall’inaugurazione (finissage il 19 febbraio 2023) ha già registrato la bellezza di oltre 6mila visitatori. La collezione che si ammira a Stupinigi è unica nel suo genere ed inedita per la città di Torino, esponendo diversi aspetti della produzione artistica di Dalí: dalle sculture museali in bronzo, a una scultura monumentale fino ai libri illustrati e agli oggetti in pasta di vetro. Opere, prestate a più di cento importanti musei internazionali ed esposte in prestigiose location, che hanno girato il mondo e sono state apprezzate da oltre dodici milioni di persone, come rivelazione di un aspetto del lavoro creativo di Dalí precedentemente sconosciuto. Nasce di qui l’idea di dedicare alla rassegna, sabato 10 dicembre prossimo, in occasione della “Notte Bianca” della “Palazzina” di Stupinigi, un’apertura straordinaria in notturna fino alle 23, con ultimo ingresso per il pubblico alle 21,45. Lungo il percorso della “ARTIST NIGHT”, sono previste, incluse nel costo del biglietto d’ingresso, performance artistiche in collaborazione con il “Circolo degli Artisti” di Torino e “Fuori Servizio Produzioni”, importanti realtà che hanno creato due anni fa la “Compagnia degli Artisti di Torino”, sperimentandosi in diversi progetti dove la recitazione è spesso accompagnata da parti visive ed utilizzo del corpo, quasi a voler ricreare con delle immagini statiche dei “quadri” per ogni scena; ogni suggestione è inoltre accompagnata da musiche originali che possano rendere il tutto ancora più evocativo. Per la “ARTIST NIGHT” l’intervento della Compagnia è stato strutturato in tre parti, ripetibili, da potersi svolgere in contemporanea, dando modo ai visitatori di poter accedere a diversi momenti di spettacolo, senza perdersi nessuna performance.

La prima parte è il “Monologo dell’orologio liquefatto”: un testo surrealista pensato per raccontare l’idea del tempo (“relativo e mai fisso”, secondo la teoria di Einstein) di Dalì. Un attore si posizionerà accanto all’opera in esposizione, pronto a ripetere il suo testo con un tempo cadenzato, proprio come il ticchettio di un orologio.

 

Seconda parte “I Dalì del tempo e nel tempo”: tre attori impersoneranno nel percorso della mostra il “Maestro del Surrealismo” nelle diverse età della sua vita: un Dalí giovanissimo, acerbo e confuso nelle sue visioni, un Dalí adulto accompagnato dalla moglie (e soggetto di molte sue opere) Gala, un Dalí più anziano, che si muoverà quasi a passi di danza tra il pubblico, riproducendo mimicamente i passi della sua danza preferita, la sardana, ballo circolare originario della Catalogna.

Terza e ultima parte “Il Labirinto”: nella sala video in mostra il balletto della “battaglia dei galli”. Alcuni ballerini indosseranno delle maschere a forma di becco e testa di gallo, realizzate su disegno di Dalí e rielaborate dall’artista torinese Filippo Sabarino.

Per ulteriori info: Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino (Torino); tel. 011/6200634 o www.daliexhibition.it

g.m.

Nelle foto:

–       Particolare allestimento mostra

–       “Artist Night”

–       Salvador Dalì: “Dance of Time”

Natale alla galleria Malinpensa by La Telaccia:  una collettiva che unisce artisti figurativi alla scultura

La mostra d’arte natalizia presso la galleria Malinpensa by La Telaccia si è  inaugurata il 6 dicembre scorso e rimarrà aperta fino al 20 dicembre.

Si articola in una collettiva dove espongono quattro validi artisti, che mostrano stili e tecniche diverse, ma con un connubio intenso che è rappresentato dalla sperimentazione della materia e del significato contenutistico.

La prima artista in mostra è Elena Ortelli, le cui opere derivano da una bellezza dello spirito e si avvalorano di un comunicabilità sempre rinnovata. In un’epoca in cui l’umanità risulta profondamente disorientata e quasi priva di valori, nel suo iter cogliamo una forte presenza intimistica di notevole significato.

Nel suo percorso lo sviluppo di un contenuto simbolico e di sapiente rappresentazione assume un valore universale e costituisce un elemento determinante nel suo operare.

Un altro artista in mostra è lo scultore Cesare Iezzi, che propone opere in cui emerge una ricerca di evidente solidità artistica e diprofondo valore culturale.

I suoi volti umani paiono vivere in un tempo sospeso e si liberano in un concetto universale di vero significato, pregno di risonanza emotiva e di ricchezza interiore. Le sue creature si ispirano alla mitologia greca e sono immerse in uno spazio di rinnovata dimensione, realizzate alla luce di una interpretazione personale e con un’essenza esecutiva elegante nella dinamica dei volumi e nella loro essenziale sintesi formale.

Un altro artista in mostra è Mauro Sanna, di cui è evidente un astrattismo ricco di fascino, dove la materia dell’olio su tela, palpitante di un profondo lirismo e di una concretezza assoluta, si carica di un linguaggio assolutamente originale, capace di sviluppare una naturale introspezione psicologica e una decisaqualità tecnica. La funzione timbrica del colore, sapientemente calibrato e molto ben armonizzato, rivela una interpretazione personale capace di vivacizzare uno scenario significativo, in cui luce e forma dialogano tra loro in perfetto equilibrio.

L’ultima artista in mostra è Lavinia Salvatori, che raggiunge con il suo iter pittorico una grande libertà di espressione, riuscendo a comunicare al fruitore una definizione stilistica decisamente innovativa, tanto da rendere ogni sua opera un’immagine simbolica e un’astrazione indipendente.

I suoi soggetti comunicano un linguaggio armonioso e si elevano nell’opera con un movimento di ritmi curvilinei e di larghe campiture in cui il dinamismo del gesto pittorico e la sinfonia del colore assumono un ruolo importante all’interno della loro creazione.

Il direttore artistico è Monia Malinpensa, il consulente artistico Giuliana Papadia


Mara Martellotta

 

Malinpensa galleria d’arte by La Telaccia
Corso Inghilterra 51, Torino
Telefono: 0115628220
Orari: dal martedì al sabato 10:30/12:30 – 16:00/19:00
Lunedì e festivi chiuso

 

Buddha10: al via i restauri in mostra

Tra il 5 e il 20 dicembre (esclusi i giorni festivi) il pubblico potrà eccezionalmente osservare e interagire con i restauratori del Centro di conservazione e restauro di Venaria Reale all’opera sulle statue buddhiste della mostra Buddha10

Dal 5 al 20 dicembre 2022

MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

In occasione dell’esposizione Buddha10 il Centro per la conservazione e il restauro dei beni culturali La Venaria Reale ha realizzato un complesso e profondo restauro delle opere in mostra, ripristinandole e riportandole a uno stato di conservazione tale da consentirne l’esposizione al pubblico.

Adesso l’attività prosegue live in mostra e, dal 5 dicembre, il pubblico potrà assistere dal vivo al delicato processo di restauro di una delle opere presenti nel percorso espositivo.

Per questo intervento è stato scelto uno dei due bodhisattva già oggetto di trattamenti conservativi che hanno contribuito alla comprensione della tecnica esecutiva e della sua storia – procedimento che ha anche permesso di confermare la datazione tardo ottocentesca per la decorazione pittorica del manufatto di provenienza cinese – e, in mostra, proseguirà il lavoro di pulitura mirata alla rimozione delle velature pittoriche più recenti, applicate, nell’ottica di armonizzare una superficie fortemente compromessa e disomogenea, considerate eccessivamente rispondenti ad un gusto tipicamente occidentale.

Per due settimane il pubblico che visiterà Buddha10 potrà assistere allo svolgersi del processo e dialogare con il restauratore, rivolgendogli domande e curiosità, in uno scambio immediato e privo di filtri assolutamente inedito, in linea con l’essenza stessa del progetto espositivo, che si conferma un dispositivo aperto e soggetto a continui cambiamenti.

Stampe del Maestro Gribaudo in dono al chierese “Cottolengo Hospice”

Nell’occasione, presentazione del nuovo libro dedicato al grande artista, editore e grafico torinese

Lunedì 5 dicembre, ore 17,30

Chieri (Torino)

Ben 50 stampe di Ezio Gribaudo (Torino, 1929 – 2022), fra i massimi intellettuali vissuti a cavallo fra il secolo scorso e i primi anni del Terzo Millennio, grande Maestro d’arte, geniale editore, collezionista e brillante operatore culturale (nonché presidente onorario dell’“Accademia Albertina”, dopo averla presieduta dal 2003 al 2005) saranno donate il prossimo lunedì 5 dicembre (ore 17,30) al “Cottolengo Hospice” di via Balbo 16, a Chieri. Donate dall’“Archivio Gribaudo” e dalla famiglia dell’artista (da sempre vicina alla “Piccola Casa della Divina Provvidenza” e alla sua attività a servizio dei poveri e degli ammalati), le stampe andranno ad abbellire ulteriormente gli spazi dell’ “Hospice” chierese, inaugurato lo scorso settembre. L’affettuoso e lodevole gesto nasce in primis dalla figlia del Maestro, Paola Gribaudo, la “Signora dei libri” e – sulle orme paterne – presidente dell’“Accademia Albertina” dal 2019 (carica riconfermatale nel marzo scorso per un nuovo triennio) e presidente dell’“Archivio Gribaudo”.

“L’amministrazione comunale – sottolinea l’assessore chierese alla Cultura, Antonella Giordanoha voluto completare il generoso gesto della famiglia e dell’ ‘Archivio Gribaudo’ e celebrare l’affetto della Città di Chieri verso l’Artista e la sua opera, acquistando 50 cornici per le stampe donate. Dono che ci emoziona profondamente, perché i chieresi sono molto legati a San Giuseppe Benedetto Cottolengo, che qui si spense, il 30 aprile del 1842, dopo essersi infettato di tifo curando i malati durante l’epidemia. L’ ‘Hospice’ è un ‘segno di vita’ per la nostra città  e questa magnifica donazione lo conferma”.

Il 15 marzo scorso Ezio Gribaudo era presente all’inaugurazione della mostra “Un grande Abbraccio al Mondo”, ospitata all’“Imbiancheria del Vajro” di Chieri, nell’ambito del progetto “RestART!”, collegandosi con un’ installazione site specific dei suoi celebri “mappamondi” all’opera aperta condivisa “L’Arte Moltiplica l’Arte” e donando poi un mappamondo alla collezione civica “Trame d’autore”. Si è trattata di una delle sue ultime uscite pubbliche: pochi mesi dopo, il 18 luglio 2022, il Maestro si spegneva infatti, all’età di 93 anni. Ezio Gribaudo ha sempre nutrito un feeling  speciale (sicuramente ricambiato) con la Città di Chieri, dove nel 1967 ha ricevuto, fra l’altro, il Premio “Navetta d’oro” e dove successivamente ha collaborato a molti progetti sul territorio, tra i quali lo storico festival “I Giovani per i Giovani”.

In occasione della donazione, sempre lunedì 5 dicembre, sarà presentato il libro “Ezio Gribaudo. La Bellezza ci salverà” (Skira, 2022) di Silvana Nota e Adriano Olivieri, un aggiornamento a partire dal 2009 della monografia che delinea il percorso straordinario del Maestro torinese approdato “all’età dell’oro con instancabile spirito sperimentale e di avanguardia”.

g. m.

Nelle foto:

–       Ezio Gribaudo: “Mappamondi” e stampe