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Picnic, giochi e visite per tutta la famiglia nei beni Fai a Pasqua

Da sabato 8 a lunedì 10 aprile 2023

Speciali picnic in giardini monumentali e parchi storici accompagnati da cestini con prodotti locali primaverili, giochi campestri e “caccia alle uova”, visite, passeggiate ed escursioni guidate: sono queste le attività proposte nei Beni del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS da nord a sud Italia per Pasqua e Pasquetta 2023. Un’occasione per trascorrere le giornate di festa in modo originale e divertente, godendo del contatto con la natura e con l’arte, alla scoperta di alcuni dei tesori del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale italiano.

Castello e Parco di Masino, Caravino (TO)

Il Castello di Masino apre eccezionalmente per Pasqua e propone al pubblico visite guidate. Per il Lunedì dell’Angelo, con il biglietto di ingresso, si potrà visitare liberamente il parco e sostare nel viale dell’Allea per gustare un picnic (si potrà portare il necessario da casa). La giornata potrà proseguire con la visita libera alle sale monumentali oppure con percorsi guidati dedicati a tutta la famiglia. Grandi e piccini, inoltre, potranno partecipare insieme e cimentarsi in giochi coinvolgenti come la caccia alle uova e gli scacchi giganti. I turni di visita saranno alle ore 11.30, alle 14 e alle 16.30.

I Giorni di Pasqua al Castello e Parco di Masino si svolgono con il Patrocinio della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Caravino.

Biglietti con visita guidata: intero €21; iscritti FAI €6; ridotto 6-25 anni €14; ridotto bambini fino a 5 anni gratuito; Carta Musei € 16; famiglia € 53; residenti Comune di Caravino € 6; disabili € 6

Biglietti in visita libera: intero €15; iscritti FAI gratuito; ridotto 6-25 anni €8; ridotto bambini fino a 5 anni gratuito; Carta Musei €10; famiglia €38 ; residenti Comune di Caravino gratuito; disabili gratuito

Per informazioni: Castello e Parco di Masino, via al Castello 1, Caravino (TO); tel. 0125778100; faimasino@fondoambiente.it; www.castellodimasino.it

Castello della Manta (CN)

Sabato 8 e domenica 9 aprile, in occasione della Pasqua, il Castello della Manta apre per speciali visite guidate, un “viaggio nel tempo” tra splendide sale, dall’ala del Quattrocento – con la grande Sala Baronale e i suoi affreschi – alla cinquecentesca Sala delle Grottesche con la Galleria, la grande cucina e le cantine. Dopo il percorso, che svelerà particolari inediti e curiosità sulla storia della fortezza e dei suoi abitanti, il pubblico potrà rilassarsi in giardino e dedicarsi a divertenti attività e ai giochi della tradizione. Il giorno di Pasquetta chi vorrà recarsi al castello potrà consumare il picnic in giardino o negli spazi verdi circostanti il castello (i cestini sono in vendita su prenotazione): i bambini, poi, potranno divertirsi partecipando a laboratori manuali, ad attività ludiche e a simpatiche animazioni, fino a esplorare il maniero con visite guidate (a partire dalle ore 10.45).

I Giorni di Pasqua al Castello della Manta si svolgono con il Patrocinio della Provincia di Cuneo.

Biglietti con visita guidata: intero €15; famiglia € 38; abbonamento Musei Torino e Valle d’Aosta €10,50; ridotto 6-25 anni € 8; iscritti FAI € 4; ridotto bambini fino a 5 anni gratuito; Soci National Trust, Soci Bienfaiteurs Amis du Louvre, residenti Comune di Manta, persone con disabilità e accompagnatore € 4

Biglietti per il giardino e le attività per bambini: intero €9; famiglia €23; abbonamento Musei Torino e Valle d’Aosta € 6,50; ridotto 6-25 € 5; iscritti FAI gratuito; ridotto bambini fino ai 5 anni gratuito; Soci National Trust, Soci Bienfaiteurs Amis du Louvre, residenti Comune di Manta, persone con disabilità e accompagnatore gratuito

Per informazioni: Castello della Manta, via De Rege Thesauro 5, Manta (CN); tel
017587822;
faimanta@fondoambiente.it; www.castellodellamanta.it

Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2023” è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al significativo contributo dei main sponsor BNP Paribas Cardif e Citroen per il primo anno sostenitori del progetto, di Pirelli, accanto al FAI dal 2006, che rinnova per l’undicesimo anno la sua storica vicinanza all’iniziativa, e di Delicius che conferma per il terzo anno il suo sostegno al progetto. Si ringrazia LINDT per la fornitura di cioccolato.

www.fondoambiente.it

Pasqua, 25 Aprile e Primo Maggio alla Fondazione Torino Musei

APERTURE STRAORDINARIE E MOSTRE DA VISITARE

 

Pasqua e Pasquettaorario prolungato di tutti e tre i musei fino alle 19

(con chiusura biglietterie alle 18)

Apertura straordinaria lunedì 24 aprile e lunedì 1 maggio per GAM e MAO

Festa della Liberazione, 25 aprile, ingresso a tariffa speciale a € 1 per le collezioni permanenti e mostre collegate + € 1 per le due mostre temporanee

Buddha10al MAO e Viaggio al termine della statuaria alla GAM

 

Durante le festività di Pasqua, del ponte della Festa della Liberazione e della Festa dei Lavoratori la GAM, il MAO e Palazzo Madama saranno sempre aperti: l’occasione giusta per trascorrere le festività immersi nell’arte e nella bellezza e per visitare le mostre e le collezioni permanenti approfittando delle aperture straordinarie e delle tariffe speciali.

ORARI E MOSTRE

 

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna

Domenica 9 aprile Pasqua orario prolungato 10 – 19 – ultimo ingresso ore 18

Lunedì 10 aprile Pasquetta orario prolungato 10 – 19 – ultimo ingresso ore 18

Lunedì 24 aprile aperto 10 – 18

Martedì 25 aprile Festa della Liberazione 10 – 18 – ingresso a tariffa speciale a € 1 per le collezioni permanenti e mostre collegate + € 1 per la mostra temporanea Viaggio al termine della statuaria

Lunedì 1° maggio Festa dei lavoratori 10 – 18

La biglietteria chiude un’ora prima

 

Mostre in corso
VIAGGIO AL TERMINE DELLA STATUARIA. Scultura italiana 1940-1980 dalle Collezioni GAM

OTTOCENTO. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento
MICHAEL SNOW
(In VideotecaGAM)

MAO Museo d’Arte Orientale

Domenica 9 aprile Pasqua orario prolungato 10 – 19 – ultimo ingresso ore 18

Lunedì 10 aprile Pasquetta orario prolungato 10 – 19 – ultimo ingresso ore 18

Lunedì 24 aprile aperto 10 – 18

Martedì 25 aprile Festa della Liberazione 10 – 18 – ingresso a tariffa speciale a € 1 per le collezioni permanenti e mostre collegate + € 1 per la mostra temporanea Buddha10

Lunedì 1° maggio Festa dei lavoratori 10 – 18

La biglietteria chiude un’ora prima

Mostre in corso

BUDDHA10

LUSTRO E LUSSO DALLA SPAGNA ISLAMICA

MONOGATARI (t-space X MAO)

 

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

Domenica 9 aprile Pasqua orario prolungato 10 – 19 – ultimo ingresso ore 18

Lunedì 10 aprile Pasquetta orario prolungato 10 – 19 – ultimo ingresso ore 18

Lunedì 24 aprile aperto 10 – 18

Martedì 25 aprile Festa della Liberazione 10 – 18 – ingresso a tariffa speciale a € 1 per le collezioni permanenti e mostre collegate

Lunedì 1° maggio Festa dei lavoratori 10 – 18

La biglietteria chiude un’ora prima

Mostre in corso

I COLORI DELLA LIBERTÀ

LE CHIAVI DELLA CITTÀNEI CAPOLAVORI DI PALAZZO MADAMA (fino al 10 aprile)

Il ritorno di Leonardo a Torino A tu per tu con il genio

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Dal 7 aprile al 9 luglio 2023, la Biblioteca Reale di Torino offre un’occasione unica per conoscere ed esplorare da vicino l’opera di Leonardo da Vinci, grande protagonista del Rinascimento italiano, attraverso i suoi disegni, il suo taccuino dedicato al volo degli uccelli e altre rarissime testimonianze legate al suo tempo.

 

La mostra dal titolo Il genio e il suo tempo. A tu per tu con Leonardo è sostenuta da SMARTART Torino e da OMT – Officine Meccaniche Torino, realizzata in collaborazione con CoopCulture e con il patrocinio dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e della Città di Torino.

IL GENIO E IL SUO TEMPO. A TU PER TU CON LEONARDO

Allestito nei due caveaux sotterranei della Biblioteca Reale, il percorso espositivo si apre con gli avvenimenti che hanno scandito la vicenda umana e artistica di Leonardo, dal 1452, anno della sua nascita a Vinci, fino al 1519, data della morte in Francia. Un’epoca di grandi uomini, da Michelangelo a Cristoforo Colombo, e di grandi imprese che hanno cambiato il corso della civiltà europea, dalla caduta di Costantinopoli, all’invenzione del libro a stampa, alla Cappella Sistina. Sessantasette anni di luoghi, fatti e persone ricostruiti in mostra attraverso opere rare e preziose della Biblioteca Reale: manoscritti, come il Trattato di architettura civile e militare di Francesco di Giorgio Martini (1486) e le Storie di San Gioachino, miniate da Cristoforo De Predis per Galeazzo Maria Sforza (1476); incunaboli unici, come il foglio della Bibbia di Gutenberg, il primo libro a caratteri mobili, e il trattato De re militari di Roberto Valturio (1483); antiche carte geografiche, come la Carta dell’Italia e la Geocarta nautica universale di Giovanni Vespucci; disegni, come lo Studio per la Sibilla Cumana di Michelangelo.

 

Il percorso prosegue nel caveau Leonardo da Vinci con il nucleo dei tredici disegni di Leonardo acquistati dal re Carlo Alberto nel 1839. Databili tra il 1480 e il 1515, i fogli documentano l’attività e gli interessi di Leonardo dalla giovinezza alla piena maturità. Alcuni rimandano a celebri capolavori del maestro, come i nudi per la Battaglia d’Anghiari, i cavalli per i monumenti Sforza e Trivulzio, lo studio per l’angelo della Vergine delle Rocce, noto come Volto di fanciulla; altri, come le Proporzioni del volto e dell’occhio, testimoniano le sue ricerche sull’anatomia e sui “moti dell’animo”, di cui Leonardo è stato maestro indiscusso. Fino all’unicum, l’Autoritratto, una delle icone più celebri della storia dell’arte italiana. Infine, il Codice sul volo degli uccelli donato da Teodoro Sabachnikoff al re Umberto I nel 1893. Un taccuino redatto tra il 1505 e il 1506, che raccoglie in maniera organica le riflessioni di Leonardo per la realizzazione della macchina volante, oltre a pensieri in materia di meccanica, di idraulica, di architettura, di disegno di figura, intersecando questioni cruciali dei suoi studi.

 

Dal 7 al 16 aprile, l’esperienza di visita, che si rinnova ogni anno in occasione delle feste pasquali, permette di ammirare le opere del genio di Vinci conservate a Torino. Dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19, guide di CoopCulture accompagnano il pubblico alla scoperta della Biblioteca Reale e del suo grande patrimonio vinciano.

 

Dal 18 aprile al 9 luglio, l’esposizione prosegue con le copie al vero dei disegni di Leonardo, realizzate con sofisticate tecniche di riproduzione in facsimile. I disegni sono manufatti estremamente fragili: le copie ad altissima definizione sono uno strumento che la tecnologia oggi ci offre per rispondere alle opposte necessità di garantire al pubblico la possibilità di conoscere le opere di Leonardo e, al tempo stesso, di preservarle per assicurarne il godimento alle generazioni future.

 

Sito internet:

https://museireali.beniculturali.it/events/il-genio-e-il-suo-tempo-a-tu-per-tu-con-leonardo/

 

Prenotazioni

La prenotazione è vivamente consigliata:

E-mail: info.torino@coopculture.it

Telefono: +39 011 19560449

Sito per acquisto biglietti: https://www.coopculture.it/it/eventi/evento/a-tu-per-tu-con-leonardo/

 

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MAO Museo d’Arte Orientale ospita Le Salamanda

Per il penultimo appuntamento del public program della mostraBuddha10 il MAO Museo d’Arte Orientale ospita Le Salamanda per una performance che mescola dub, house lo-fi, rullanti reggaeton, ritmi dembow, ambient e sintesi vocale in un avvolgente bozzolo di toni armoniosi.

Le Salamanda sono un duo di dj e produttrici di musica ambient leftfield di Seoul composto da Uman Therma (Sala) e Yetsuby (Manda). Il duo si è fatto conoscere al pubblico internazionale con i primi due album: Allez! (Good Morning Tapes, 2020) e Sphere (Metron Records, 2021) e con i mixtape che realizzano per diverse stazioni radio globali tra cui Seoul Community Radio, NTS e LYL.

Il titolo del nuovo album “ashbalkum” (Human Pitch) deriva da un modo di dire coreano che indica la consapevolezza che la “realtà” altro non è che sogno. Espressione di un ambient ultraterreno, il quarto disco del duo, dischiude un portale verso un universo parallelo, dove verità e fantasia sono la stessa cosa.

Un mondo onirico costruito da paesaggi sonori ambientali e ritmi minimali, un punto di vista affascinante su come interagiamo con il mondo che ci circonda, dove il linguaggio, la natura e il nostro stesso essere sono infinitamente mutevoli.

Il calendario completo degli eventi sul sito.

Un percorso della scultura attraverso quarant’anni di storia

Alla GAM, sino al 10 settembre

Dove ci porta questo “viaggio al termine della statuaria” che la GAM torinese percorre nelle proprie sale sino al 10 settembre prossimo, guardando al suo patrimonio e al ruolo determinante della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, forti degli acquisti compiuti nei decenni? Ad una mostra dedicata alla scultura italiana tra il 1940 e il 1980, cinquanta opere a rappresentare 40 artisti, un panorama che non ha le pretese di essere un plenum ma comunque ricco anche se non sempre completamente suggestivo nelle proposte offerte. Quarant’anni segnati da “formidabili cambiamenti” e da “forti scosse stilistiche”, come ricorda Riccardo Passoni, direttore della GAM e curatore della mostra, anni che, salvo poche eccezioni, con l’invenzioni di nuovi linguaggi, abbandonano la scultura legata ancora allo spirito classico, ad una formula conosciuta da sempre, ad una “dimensione di impostazione monumentale, o ornamentale, o di ritrattistica sia celebrativa sia privata”, di pari passo con più vasti passaggi all’informale. Un cammino, precedente, che pare interrompersi, quasi di colpo, con il “Ritratto di Eva” di Edoardo Rubino, uno dei grandi scultori del Regno, datata 1942, elegante e chiuso giunonicamente dentro le sue forme perfette, sbalzato dal blocco di marmo, anticipato (nel 1939) dalla “Pazza” del ventottenne Sandro Cherchi, nervosamente intesa, ormai già fuori delle regole.

Entrando negli anni Cinquanta, colpisce per ammirazione la terracotta policroma della “Rissa” di Agenore Fabbri (1951), straziato combattimento tra un uomo e un cane/mostro, immerso in un realismo rabbrividente, o il “Leone urlante” di Mirko Basaldella (1956), come Giuseppe Tarantino mostra appieno la disperazione nella “Deposizione”, bronzo e ferro, del 1953. Marino Marini è presente con “Olocausto” (1958 – 1960), di forte impianto scultoreo e Umberto Mastroianni con “La nuvola” (1957), che svetta nel proprio frastagliato dinamismo. Mentre ancora sconcertano le stilizzazioni estreme di Negri e di Consagra, abbandona Lucio Fontana con “Concetto spaziale”, otto elementi in ferro verniciato, l’aspetto verticale della scultura e riscopre uno squillante giallo, per offrire (1952) uno sguardo decisamente innovativo. Mentre Fausto Melotti s’affida ad una coppia di “Donnine”, aggraziate ceramiche policrome del 1953, sconcertanti di Leoncillo, “ancorato ai temi di una plastica di ricerca informale”, addentratosi ormai nel decennio successivo in quello che a chi scrive queste note continua ad apparire il “comodo” termine di “ricerca”, di ardua, difficile lettura ad un pubblico fievolmente preparato, sono “La donna al sole” (1965) e “Piccolo bianco” (1960). Ben più modernamente curioso, affidandosi anche lui al colore, Riccardo Cordero con il poliestere del “Giocatore di football” (1964).

Il panorama si fa più difficile, obbligandoci a parlare di ulteriori “sconfinamenti”, con le opere in mostra di Ettore Colla, di Franco Garelli, di Nino Franchina e di Eugenio Carmi, che chiudono i Cinquanta per entrare nei Sessanta e che s’affidano al recupero e alla ricomposizione “di materiali eterogenei preesistenti dalla dimensione dello scarto, anche industriale”: con l’abbandono del bronzo e con l’abbraccio pressoché totale del metallo, accompagnato dalla successiva saldatura. Semplificazione, “povertà”, astrazione ed essenzialità (Carlo Lorenzetti, “Scultura in acciaio inox e smalto bleu”, 1966), magari con un nuovo ripensamento come l’effetto sonoro che accompagna (viene qui definita “intrigante”) la “Scultura sonante” dovuta a Piero Fogliati (1967). Con l’avvicinarsi dell’arte all’industria, in una più o meno stretta contaminazione, con l’accoglimento del ferro e della plastica, c’è anche per molti versi un moto di ribellione, che tuttavia s’interrompe con la riscoperta (occasionale) della figura – serpeggiando la corrente Pop – in un alternarsi robusto ed efficace di immaginario e di mondo reale, come fa Mario Ceroli nella lignea scenografia della “Grande Cina” e con le “sculture” ideate per il gassmaniano “Riccardo III” prodotto dallo Stabile di Torino nel 1968, come fa Pietro Gallina con “Ombra specchiante di un uomo” dell’anno precedente.

Proseguendo, emblematicamente, e riconsiderando con qualche sfida i canoni di una “bellezza” che sembra giungerci lontanissima, dalla notte dei tempi, si inventano altri spazi, altre morfologie, altre forzature che in qualcuno lasciano affiorare la domanda quanto questi ultimi esempi rientrino sotto la cupola protettiva e generalizzante della “scultura”. La “riduzione” scultorea pare raggiungere l’ultimo porto con il ”Blue – Purple Rectangle – Triangle” di Gianni Piacentino, nella tela vergine e nei giochi d’equilibrio sfrontati condotti da Giovanni Anselmo (1884 – 1886: “una situazione limite tra peso e instabilità”), l’itinerario condotto tra arte e natura da Giuseppe Penone, le fredde “Armi di Achille”, lancia e scudo posti a terra da Giuseppe Spagnulo (siamo al termine della corsa, 1980), posti nelle vicinanze di Gilberto Zorio, che due anni prima gioca con”Stella di bronzo con acidi e pergamena” con altri equilibrismi inseriti in processi chimico-fisici.

In questo quarantennio di ‘osservazione’ l’atto plastico è passato attraverso il modellare, lo scolpire, l’assemblare, il forgiare, l’architettare; ha affrontato la tradizione e la cancellazione della stessa; ha reimpostato la questione del colore. La scultura si è, di fatto, posta obiettivi nuovi, etici ed estetici, e ha sperimentato forme in divenire. Si è cioè liberata dai vincoli del soggetto, da una iconografia consolidata. Si è posta di fronte a considerazioni innovative nel rapporto opera /spazio. Ha quindi prima escluso e poi riaffrontato la monumentalità (intesa in senso anti-monumentale)…”: questo ci spiega Riccardo Passoni. “Ha ritrovato nuove ragioni d’essere”: ultima, 1976, “Frammenti di riflessione” di Nanda Vigo, “in vetro ferro e neon, intesa a indagare il nuovo esito percettivo legato a una riconnotazione dello spazio dato alterato da una installazione geometrica sì, ma luminosa”.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Mario Ceroli, “La Grande Cina” (parte della scenografia del “Riccardo III” di Shakespeare, 1968, legno; Riccardo Cordero, “Giocatore di football”, 1966, poliestere e gelcoat; Giuseppe Tarantino, “Deposizione”, 1953, bronzo e ferro; Gilberto Zorio, “Stella di bronzo con acidi e pergamena”, 1978, stella di bronzo, 2 vasche di terracotta contenenti solfato di rame (a sinistra) e acido idrocloridrico (a destra), barra di ferro e frammento di pergamena.

Alle Gallerie d’Italia nel segno della mostra di JR

 Intesa Sanpaolo,  doppio appuntamento mercoledì 5 aprile 

Alle ore 11 prenderà il via l’azione di arte pubblica “INSIDE OUT”, progetto che ha reso famoso a livello internazionale il nome di JR e che ha festeggiato dieci anni proprio in questi mesi. Fino alle ore 17 circa un van personalizzato da JR sarà presente in piazza San Carlo, angolo via Santa Teresa: il mezzo attrezzato all’interno con un set fotografico, permetterà di scattare i ritratti di circa 400 cittadini torinesi, che saranno stampati su carta da manifesto e incollati sul pavimento della piazza nella parte antistante le Gallerie d’Italia – Torino, nel tratto del sottoportico e nel cortile del museo di Intesa Sanpaolo.

L’iniziativa verrà replicata anche il 6 aprile e il risultato finale potrà essere ammirato da torinesi, turisti e appassionati fino al 10 aprile. Un’iniziativa realizzata da Intesa Sanpaolo e Gallerie d’Italia in collaborazione con il team di JR, nell’ambito della mostra “Déplacé·e·s” nel museo torinese.

Alle ore 18.30 è in programma il nuovo appuntamento di #INSIDE collegato alla mostra di JR con il primo incontro a cura de “Il Post” dal titolo “Le migrazioni che non conosciamo, spiegate bene” sempre a ingresso libero e prenotazione consigliata alla casella mail torino@gallerieditalia.com.

Una serie di tre incontri per raccontare tre zone del mondo (Stati Uniti, Africa, Sri Lanka) e analizzarne i flussi umani, le rotte dei migranti, spiegare bene, con lo stile e il modo di approfondire del Post, come sono i movimenti umani, rendendoli visibili graficamente dando un quadro della situazione dal punto di vista culturale, sociale, umano. Vere e proprie Riflessioni su carta.

Il primo della trilogia è dedicato agli USA dal titolo: #INSIDE: “GLI STATI UNITI, IL MURO E LE ‘CAROVANE’” con Francesco Costa,  Luca Misculin e Luca Sofri che racconteranno al pubblico di come ogni anno centinaia di migliaia di persone cercano di entrare via terra negli Stati Uniti, un paese che da anni non riesce a realizzare una riforma dell’immigrazione comprensiva. Un racconto delle politiche americane e di storie di famiglie spezzate.

Gli appuntamenti sono inseriti all’interno del nuovo palinsesto di eventi del public program #INSIDE che, attraverso l’incontro con personalità del mondo della cultura, consente di approfondire temi legati alle riflessioni scaturite dalla mostra di JR Déplacé∙e∙s, la prima personale in Italia dell’artista francese famoso nel mondo per i suoi progetti che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale.

Angelo Barile, le opere recenti in mostra alla galleria Spazio 44

 Fino al 28 aprile prossimo

 

Inaugura il 31 marzo, aperta fino al 28 aprile prossimo, la mostra che lo Spazio 44 dedica a Angelo Barile, dal titolo “Visioni, illusioni, allucinazioni”.

Il vernissage, previsto per venerdì 31 marzo alle 18.30, prevede la presenza, oltre all’artista, anche del curatore Edoardo di Mauro, vice direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

Spazio 44, la galleria fondata nel centro storico da Angela Calcagni e Claudia Converso, ha rivolto lo sguardo alla ricerca underground e a proposte artistiche originali.

Angelo Barile è nato a Torino nel maggio 1960 e, dopo gli studi tecnici, ha deciso di dedicarsi pienamente all’arte, disegnando fumetti e dipingendo a partire dagli anni Novanta.

Ha incarnato la ridefinizione del linguaggio della pittura, che ha caratterizzato la stagione del post modernismo, dimostrando la costante attualità di questa nuova disciplina, dai Nuovi Nuovi al “Medialismo”, degli anni Ottanta e Novanta.

Nel corso del tempo, affinando via via la tecnica e l’intensità creativa, è poi approdato, partendo dai “Nuovi nuovi” e dal mondialismo, alla neo pop e alla street art. È diventato uno degli artisti più stimati della corrente del pop Surrealismo, indagando sul mondo interiore degli adulti, estrapolandolo e portandolo sulle tele. La “lowbrow” art è anche conosciuta come il Surrealismo pop, e rappresenta un movimento artistico nato negli anni Settanta nell’area di Los Angeles, in quegli ambienti che ruotano intorno alle riviste di fumetti underground, alla musica punk e a altre culture e sottoculture californiane.

Il termine lowbrow nacque in contrapposizione con “highbrow” che, in inglese colloquiale, significa “intellettuale” o “cultura alta”.

In mostra sono presentati i risultati delle recenti ricerche dell’artista. Sarà possibile ammirare gli “Arcangeli”, figure che rappresentano i mitici difensori della fede, al confine tra dogma e leggenda, calati nelle vesti di personaggi dell’immaginario attuale e rappresentati come eroi ironici di una contemporanea epopea, passando poi per le damigelle aristocratiche stravolte nelle loro anatomia da nuvole che ne svelano il volto e con indosso abiti sfarzosi, tanto sfarzosi quanto complicati da indossare.

In esposizione sono anche presenti opere bidimensionali e tridimensionali della serie definita come “Rabbit il male di vivere”, elaborata dall’artista durante la fase più oscura della pandemia, in cui il coniglio assume la veste simbolica dell’angoscia e dell’incertezza, ma rappresenta anche la chiave di volta per l’uscita da una situazione che pare priva di sbocchi.

Barile vanta un curriculum di partecipazioni a mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, tra cui il MAU, Museo di Arte Urbana di Torino, il Musee Adzak di Parigi, il Museo Diocesano di Ancona, e il Museo di Arte Contemporanea di Parma. La Fondazione Casse di Risparmio di Cuneo ha acquistato quindici opere, parte della collezione “People”. Nel 2014, in occasione dell’inaugurazione della UniCredit Tower di Milano, l’Istituto Bancario Unicredit gli commissiona l’opera “I sogni si realizzano”. Negli ultimi anni le sue tele sono state caratterizzate da una visione pittorica gotica, rivisitata e interpretata in un perfetto connubio con i suoi temi artistici.

Mara Martellotta

Galleria Spazio 44

Via Maria Vittoria 44, Torino

Info 0115690068

La mostra rimane aperta dal 31 marzo al 28 aprile

Orari 10.30-19 dal martedì al sabato.

Gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

31 marzo – 6 aprile 2023

VENERDI 31 MARZO

Venerdì 31 marzo ore 17
L’ARTE DEL RICAMO NEL MEDIOEVO

Palazzo Madama – conferenza con Christine Descatoire, Musée de Cluny

Il ricamo è onnipresente nella vita quotidiana degli uomini e delle donne del Medioevo, dai ricchi al popolo. I ricami di seta, oro e argento, facendo parte delle arti preziose, erano tra le produzioni più lussuose e apprezzate. La conferenza illustrerà il panorama delle produzioni e delle tecniche di ricamo usate dal XII all’inizio del XVI secolo in Europa, tra Italia, Germania, Fiandre, Inghilterra, Francia e Spagna. Verranno presentati i ricamatori e i loro legami con la pittura e i pittori.

 

Christine Descatoire, è conservatrice capo delle collezioni di oreficeria e dei tessuti occidentali del Musée de Cluny – Musée National du Moyen Âge. È ricercatrice all’IRHIS – Institut de Recherches Historiques du Septentrion. È stata curatrice di importanti mostre tra cui Trésors de la Peste noire (Parigi 2007 e Londra 2009), Art et nature au Moyen Âge (Québec 2012 e Bratislava 2013, con Béatrice de Chancel-Bardelot), Une renaissance. L’art entre Flandre et Champagne (Paris-Saint-Omer 2013, con Marc Gil) e Les émaux de Limoges à décor profane (Paris 2016).

Ingresso libero

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

SABATO 1 APRILE

 

Sabato 1 e domenica 2 aprile ore 16.30

I FASTI DEL BAROCCO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Entrare a Palazzo Madama per essere accompagnati in una visita che garantirà un’ampia descrizione del periodo barocco. Nel Palazzo i fasti dell’epoca sono evidenti, roboanti, splendenti: è un vero e proprio linguaggio di lusso che rappresenta la magnificenza della Torino di Sei e Settecento. Filo rosso del racconto saranno gli artisti di corte, i viaggi, il gusto per il collezionismo e, in generale, la passione e la consapevolezza del potere dell’arte. Sarà possibile, infatti, ammirare capolavori quali le tele di Orazio Gentileschi, Bartolomeo Caravoglia, Sebastiano Conca: alcuni dei nomi di spicco esposti nelle sale auliche del museo. Opere che costituivano i sontuosi sistemi decorativi dei palazzi della nobiltà sabauda e della dinastia regnante convergendo in un racconto iconografico tutto da scoprire in una visita ad hoc.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

DOMENICA 2 APRILE

 

Domenica 2 aprile ore 11

A ME GLI OCCHI!

Palazzo Madama – attività per famiglie

I nostri occhi ridono, piangono, si fanno piccoli quando siamo stanchi e si sgranano quando qualcosa ci sorprende. Partendo dallo sguardo magnetico dipinto da Antonello da Messina esploriamo le capacità comunicative dei nostri occhi attraverso divertenti giochi allo specchio per poi tracciare il proprio ritratto, con incredibili sguardi, utilizzando carta da lucido colorata.

Costo: € 7 a bambino per attività; adulti accompagnatori ingresso ridotto in museo (gratuito con Abbonamento Musei)

Prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Domenica 2 aprile ore 15

STORIE IN SCATOLA

GAM – attività per le famiglie sulla mostra Ottocento

La ricca mostra attualmente in corso propone una selezione di opere, di proprietà del museo, dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli inizi del Novecento: una sorta di viaggio nel tempo alla scoperta di vita, cultura, moda e arte del nostro passato.

In questa domenica dedicata alle famiglie, i genitori saranno accompagnati in un percorso tematico guidato mentre i loro bambini verranno coinvolti nella scoperta dei molti personaggi raffigurati: eroi, sirene, poetesse, fanciulli, dame e popolani; ciascuno con la propria storia, talvolta anche molto attuale, da raccontare. In laboratorio creeranno, poi, degli originali diorami tridimensionali reinventando luoghi, storie e nuove avventure.

Costo visita adulti: euro 6 più biglietto di ingresso al museo ridotto (ingresso gratuito ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta)

Costo bambini: euro 7 (ingresso gratuito al museo)

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Domenica 2 aprile ore 16

NATURALMENTE IL MAO

MAO – attività per famiglie

Un percorso che invita a esplorare il tema della natura attraverso le collezioni del Museo tra fiori nuvole e sassi, tra sacro e profano. In laboratorio ogni partecipante potrà realizzare su un piatto in eco carta il proprio decoro floreale incollando rametti e foglie raccolti in giardino o ritagliando un fiore di loto.

Per tutte le età

Costo: bambini € 7; adulti ingresso ridotto alle collezioni € 8 (gratuito con Abbonamento Musei).

Prenotazione obbligatoria t. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

entro il venerdì precedente.

 

MARTEDI 4 APRILE

 

Da martedì 4 aprile

VIAGGIO AL TERMINE DELLA STATUARIA. Scultura italiana 1940-1980 dalle collezioni GAM

GAM – Nuova mostra  a cura di Riccardo Passoni

4 aprile – 10 settembre 2023

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino prosegue la ricognizione sul proprio patrimonio dedicando un capitolo alla scultura italiana tra il 1940 e il 1980 con una mostra che presenta 50 opere realizzate da 40 artisti attivi nell’arco di questo periodo: quarant’anni contrassegnati da formidabili cambiamenti e da forti scosse stilistiche sia dal punto di vista dei soggetti sia delle tecniche, e che assegnarono un nuovo ruolo alla scultura. La ricca collezione della GAM, oltre che dalle opere di scultura acquisite nel tempo dal museo, ha potuto contare negli anni sul determinante ruolo della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT che hanno contribuito, con importanti acquisizioni, ad accrescere la raccolta.

Info: https://www.gamtorino.it/it/evento/viaggio-al-termine-della-statuaria/

 

 

MERCOLEDI 5 APRILE

 

Mercoledì 5 aprile ore 17

IL TESORO DI DESANA

Palazzo Madama – conferenza con Marco Aimone, storico dell’arte, Senior Advisory Curator della Collezione Wyvern (Regno Unito)

Il tesoro di Desana è fra i più spettacolari del cosiddetto medioevo “barbarico”. Comprende oreficerie e argenterie da mensa: apparteneva a una famiglia mista di Romani e di Ostrogoti vissuta in una villa, nelle campagne vercellesi, tra la fine del V secolo e l’inizio del VI. Le vicende del suo ritrovamento sono state chiarite solo di recente, mentre l’analisi dei singoli oggetti ha permesso di ricostruire la storia dei loro possessori. La bellezza di questi preziosi smentisce nella maniera più chiara il diffuso cliché dei “secoli oscuri”, restituendo la visione di un’arte complessa, che segna il passaggio dal mondo antico a quello medievale.

Secondo incontro dedicato al Museo Civico.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Ultimo appuntamento

 

29 maggio 2023 ore 17: 160. Alcune pagine di questa storia

con Simone Baiocco, conservatore Arti del Medioevo e del Rinascimento, Palazzo Madama

 

 

GIOVEDI 6 APRILE

 

Giovedì 6 aprile ore 18.30

SALAMANDA. Dub, house lo-fi, rullanti reggaeton, ritmi dembow, ambient e sintesi vocale in un avvolgente bozzolo di toni armoniosi.

MAO – concerto nell’ambito della mostra Buddha10

Le Salamanda sono un duo di dj e produttrici di musica ambient leftfield di Seoul composto da Uman Therma (Sala) e Yetsuby (Manda). Il duo si è fatto conoscere al pubblico internazionale con i primi due album: Allez! (Good Morning Tapes, 2020) e Sphere (Metron Records, 2021) e con i mixtape che realizzano per diverse stazioni radio globali tra cui Seoul Community Radio, NTS e LYL.

Il titolo del nuovo album “ashbalkum” (Human Pitch) deriva da un modo di dire coreano che indica la consapevolezza che la “realtà” altro non è che sogno. Espressione di un ambient ultraterreno, il quarto disco del duo, dischiude un portale verso un universo parallelo, dove verità e fantasia sono la stessa cosa.

Un mondo onirico costruito da paesaggi sonori ambientali e ritmi minimali, un punto di vista affascinante su come interagiamo con il mondo che ci circonda, dove il linguaggio, la natura e il nostro stesso essere sono infinitamente mutevoli.

Costo: 15 € | ridotto studenti 10 €.

I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.

InfoeventiMAO@fondazionetorinomusei.it

 

Giovedì 6 aprile ore 16:30

TEA TIME ART. Natura morta

GAM – workshop

Tea Time Art vuole essere una pausa dalle corse quotidiane, in un ambiente speciale come quello dell’Educational Area della GAM, dove incontrarsi, conoscersi e imparare facendo, per trascorrere un paio di ore in compagnia di persone nuove e arte. Questo ciclo di appuntamenti organizzati alla GAM permette di avvicinare il pubblico adulto al museo, inteso come luogo di scambio, conoscenza e integrazione. L’arte diventa uno strumento di vicinanza, scambio intellettuale e emotivo, trasformando gli spazi museali in luoghi di incontro e condivisione di conoscenze diverse. Le opere scelte per le attività contengono il racconto di esperienze personali degli artisti che rimandano ad altri insegnamenti per un confronto intellettuale, emotivo e fisico. Tutti gli appuntamenti prevedono una presentazione delle opere a cura delle guide di Theatrum Sabaudiae e una fase di attività pratica che permetta l’approfondimento di tecniche artistiche diverse.

Porta il tuo the preferito, noi ci mettiamo la tazza e la creatività, per delle pause d’arte a piccoli sorsi.

Giovedì 6 aprile ore 16:30: Natura morta

La natura morta consiste nella raffigurazione pittorica di oggetti inanimati, come fiori, frutta, ortaggi e oggetti. La visita permetterà di riflettere sull’evoluzione di questo genere artistico nel 900. Durante l’attività di laboratorio si sperimenteranno composizione e pittura dal vero con tecniche miste.

Scopri il calendario completo

Posti limitati, prenotazione obbligatoria

Costo: euro 15 a partecipante (comprensivi di biglietto d’ingresso al museo gratuito, visita guidata, attività pratica, materiali e tazza personalizzata)

Informazioni e prenotazioni: Theatrum Sabaudiae 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

“Artisti in guerra” 140 opere esposte al “Castello di Rivoli”

Fino al 19 novembre

Da Goya a Dalì a Picasso a Burri: 39 grandi artisti raccontano la “loro” guerra

Guerra e guerre. Il tema, purtroppo, è di strettissima attualità. Basti pensare che oggi, secondi i dati forniti da “Acled” (“Armed conflict location & event data project”),  sono ben 59 i conflitti che interessano il Pianeta, alcuni dei quali vanno avanti (molti nell’ignoranza e indifferenza dei più) da decenni. Parte di qui l’idea della grande collettiva ospitata al terzo piano del “Castello di Rivoli”fino a domenica 19 novembre, a cura della direttrice del “Castello”, Carolyn Christov-Bakargiev, e di Marianna Vecellio. Titolo: “Artisti in guerra”, ben 39, per 140 opere esposte, provenienti da importanti istituzioni pubbliche e private internazionali, oltre ad opere inedite realizzate per l’occasione dall’artista afgano Rahraw Omarzad (Kabul, 1964) e dall’ucraino Nikita Kadan (Kiev, 1982).

“La  mostra – spiega Carolyn Christov-Bakargiev – vuole aprire una discussione sulla guerra vista da una prospettiva culturale che includa arte e filosofia”. Il lungo iter espositivo si inizia con il celebre ciclo di 80 incisioni (acquaforte e punta secca), “Desastres de la Guerra”, 1810-1815, I edizione 1863, con cui Francisco José de Goya y Lucientes (1746 – 1828) ha voluto raccontare la Guerra d’Indipendenza spagnola e che lo stesso artista, “pioniere dell’arte moderna”, in vita non volle stampare, ad eccezione di una prova d’autore tenuta segreta. Accanto al “sudario” dei corpi martoriati di Goya, troviamo le opere dell’artista sloveno Anton Zoran Mušič (1909 – 2005), uno dei pochi artisti moderni ad aver vissuto in prima persona l’orrore del campo di concentramento di Dachau. L’esperienza della Guerra civile spagnola (1936-1939) e della Seconda guerra mondiale (1939-1945) sono indagate anche attraverso una selezione di opere poste in dialogo con il dipinto “Tête de femme” (1942) di Pablo Picasso (1881 –1973) realizzato in pieno conflitto e derivante in parte, nel volto sformato e tragicamente esibito nell’uso marcato dei grigi e dei neri, dal celebre “Guernica” del ‘37.

Nella stessa sala sono presentati anche i libri del poeta surrealista francese Paul Éluard (1895 –1952): “Solidarité”, 1938, i cui ricavi delle vendite furono destinati al sostegno dei combattenti repubblicani della Guerra civile spagnola e “Au rendez-vous allemand”, 1944, raccolta di poesie composte poche settimane dopo il drammatico bombardamento di Guernica. Di Salvador Dalí (1904 – 1989), tra i più noti artisti surrealisti ad avere dipinto i disastri della Guerra civile spagnola, è esposto il “critico-paranoico” paesaggio spagnolo “Composition avec tour” (1943), mentre del nostro Alberto Burri (1915–1995), troviamo il suo primo, già inno alla materia, dipinto, “Texas” (1945), realizzato durante la sua prigionia negli States a Hereford (dopo aver servito come medico nell’esercito italiano in Nord Africa), insieme a “Sacco e Rosso” del ‘54.

 

Accanto, insieme alle fotografie di Lee Miller Penrose, fotoreporter e modella statunitense, allieva di Man Ray, (1907-1977) che documentano il primo ingresso nei campi di Buchenwald e Dachau, è presentato in anteprima il più recente dipinto dell’artista e psicanalista israeliana Bracha L. Ettinger, figlia di sopravvissuti polacchi dell’Olocausto. E il racconto dell’orrore bellico continua con la “Guerra del Vietnam” o (a scelta, ma l’orrore è uguale) “Seconda guerra di Indocina” o “American War” (1955-1975), con l’installazione – raccolta di circa70 disegni e dipinti realizzati da artisti Viet Cong e nordvietnamiti attorno al 1967-1973 – dell’artista vietnamita Dinh Q. Lê fuggito nel 1978 dal Vietnam del Sud e giunto negli Stati Uniti tra i “Boat people” alla fine degli anni settanta. Dal Vietnam alla Guerra dei Balcani, ecco il video “Nocturnes” (1999) dell’albanese Anri Sala, e ancora le Guerre in Iraq (2003-2011) raccontate nel film “The Ballad of Special Ops Cody” (2017) dell’americano Michael Rakowitz.

 

A chiudere il percorso espositivo le immagini fotografiche d’archivio raffiguranti Torino distrutta dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, affiancate dalla scultura del palermitano Ettore Ximenes (1855-1926), “Il bacio di Giuda” (1884) gravemente danneggiata dalle incursioni aeree degli alleati nel 1942 e dal concettuale  “Linguaggio è guerra” (1974) di Fabio Mauri (1926-2009).  Infine, nel “Teatro del Museo”, è presentata la rassegna “A Letter from the Front”, una selezione di lavori filmici e video di artisti ucraini.

 

Gianni Milani

“Artisti in guerra”

Castello di Rivoli-Museo d’Arte Contemporanea, piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (Torino); tel. 011/9565222 o www.castellodirivoli.org

Fino al 19 novembre

Orari: merc. – ven. 10/17; sab. – dom. 11/18

Nelle foto:

–       Pablo Picasso: “Tête de femme”, tempera su carta, 1942

–       Francisco Goya: “Desastres de la Guerra”, 1810-1815, Ph. Ernani Orcorte

 –       Salvador Dalì: “Composition avec tour”, olio su tela, 1943

–       Alberto Burri: “Texas”, olio su tela, 1945

–       Nikita Kadan: “Gostomel. From artist’s visual diary”, foto da cellulare, 2023

“Mario Lattes. Teatri della memoria”, in mostra alla Reggia di Venaria

Una suggestiva mostra per celebrare il centenario della nascita del poliedrico intellettuale ed artista torinese

Fino al 7 maggio

Immagine guida della mostra è il memorabile (per segno grafico e colore) “Autoritratto” del 1990, in cui l’artista si dipinge con forte impronta espressionista all’interno di un teatrino che è vita (sintesi di una visione pittorica ed esistenziale sottilmente giocosa ma non meno inquietante) attorniato da immagini di ambigui e improbabili attori, marionette, uccellacci, presenze visionarie e figure antropomorfe che paiono assorbirne la più intima essenza per farlo partecipe vero, cilindro nero con ingombrante macchia rossa in testa, del racconto.

Non capocomico o burattinaio. Ma parte viva, anch’egli, di quel teatrino che è, per lui (per tutti?) esistenziale, ironica sia pur terrifica quotidianità. “Autoritratto” molto diverso, ma in stretta connessione dialogica, con l’altro “in posizione diagonale” (anch’esso presente in mostra) del 1959: atteggiamento pensoso sulla vacuità del fondo vermiglio, essenziale la scelta cromatica e cifre stilistiche che riflettono illustri ascendenze dai tratti informi ed ombrosi del viennese Schiele, come del russo (naturalizzato francese) Soutine. Editore e artista di frenetica e multiforme operatività – pittore, incisore e scultore – ma anche promotore culturale e intellettuale fra i più prestigiosi del Novecento italiano, Mario Lattes(Torino, 1923 – 2001) è ricordato, fino a domenica 7 maggio, nelle “Sale delle Arti” alla “Reggia di Venaria”, con la retrospettiva dall’emblematico titolo “Teatri della memoria”, comprendente oltre cinquanta opereuna decina mai esposte –  realizzata dalla “Fondazione Bottari Lattes” (nata nel 2009 a Monforte d’Alba e a lui dedicata dalla moglie Caterina Bottari Lattes) in occasione del centenario della nascita dell’artista.

Curata dall’incisore Vincenzo Gatti, la rassegna venariese si propone anche, e ben ci riesce, di indagare passo passo i vari esempi delle sperimentazioni concettuali, linguistiche e tecniche operate assolutamente “in proprio”, in oltre mezzo secolo di attività, da Lattes, che, come scriveva nel 2008 Marco Vallora in occasione di un’ampia retrospettiva a lui dedicata presso l’“Archivio di Stato” subalpino, “è sempre là dove non te lo attendi”. Dagli inizi vagamente astratti e informali (mai sfacciatamente eversivi e contenuti in un decennio che va dagli anni ’50 ai ’60) a una narrazione marcatamente espressionista di visionaria e fantastica figurazione la mostra documenta quanto Lattes sia sempre particolarmente interessato alle “capacità metamorfiche” del materiale, in particolare del supporto cartaceo, “manipolato al limite della sofferenza”, fino all’“incisione”, per lui “frontiera estrema, senza ritorno e senza colore, per celebrare il definitivo elogio dell’ombra”, di quel malinconico pessimismo ed “epico senso dell’inconcludenza umana” propriamente legati alle sue radici, così come alle memorie e alla consapevolezza della propria “frammentata” identità ebraica. Un “dark side”, un “lato oscuro” che pulsa anche nei contesti domestici, apparentemente più consueti.

Una grande teca, nell’ultima sezione della mostra, ospita la collezione di marionette storiche di Lattes, mentre all’interno della stessa sala il pubblico troverà un manichino a grandezza naturale, nonché la presenza in molte opere pittoriche di bambole e fantocci, perturbanti testimoni di un sentimento che respinge e seduce nel contempo. Come in un teatro privato, qui l’artista mette inscena quelli che sono i suoi stati d’animo: nel “Teatrino” (1990), per esempio, il teatro è il luogo materiale e trasfigurato di tante fantasie di Lattes. In questo palcoscenico agiscono le sue marionette, “ma può anche essere metafora del luogo dove si consumano i drammi o le commedie del gran teatro della memoria”. L’esposizione si inserisce all’interno di un percorso che interesserà tutto il 2023, dedicato alle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di Mario Lattes. Per la ricorrenza, è stato anche pubblicato un volume monografico  edito da “Silvana Editoriale”, a cura di Vincenzo Gatti e di Alice Pierobon (introdotto da un saggio critico di Claudio Strinati), che offre una retrospettiva sull’intera produzione artistica di Lattes.

Nel 2023 si celebrano anche i 130 anni della “Casa editrice Lattes”, realtà storica torinese che dalla fondazione, da parte del nonno Simone Lattes, nel 1893 a oggi ha accompagnato e formato con i propri testi scolastici intere generazioni di studenti italiani.

Gianni Milani

“Mario Lattes. Teatri della memoria”

“Reggia di Venaria”, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 7 maggio

Orari: dal mart. al ven. 9,39/17; sab. dom. e festivi 9,30/18,30

 

Nelle foto:

–       “Autoritratto”, olio su tela, 1990

–       “Autoritratto”, olio su tela, 1959

–       “Fiori”, china, 1966

–       “Teatrino”, olio su tela, 1990

–       Cover Monografia “Mario Lattes”, Silvana Editoriale