A Chieri, una mostra diffusa di “Fiber Art” per celebrare il venticinquennale della “creatura artistica” di Silvana Nota
Da venerdì 15 novembre a sabato 21 dicembre
Chieri (Torino)
Mostra diffusa. Tre le location coinvolte: il “Museo del Tessile” (via Santa Chiara, 10), la Biblioteca Civica “Nicolò e Paolo Francone” (via Vittorio Emanuele II, 1) e la “Cappella di San Filippo Neri” (via Vittorio Emanuele II, 63). Tre luoghi assolutamente iconici della Città di Chieri che, da venerdì 15 novembre a sabato 21 dicembre (Orari: ven. e sab. 15/18), ospiteranno i “tessuti artistici” di oltre trenta artisti-artigiani provenienti da diverse parti del mondo per celebrare il venticinquennale di “Trame d’Autore”, la Collezione Civica di “Fiber Art” (arte “giovane” sviluppatasi in Italia a partire dai primi anni Settanta, precursore Fortunato Depero, fra i firmatari dell’“aeropittura” e fra i nomi più rappresentativi del “secondo futurismo”) avviata nella città collinare dalla critica d’arte Silvana Nota insieme all’artista olandese Martha Nieuwenhuijs e sviluppatasi dalle biennali di “Fiber Art” fino a “Tramanda” e alla formazione dell’odierna raccolta “Trame d’Autore”.

La rassegna, oggi ospitata nelle succitate tre sedi, e a cura della stessa Silvana Nota, è un’iniziativa congiunta del Comune di Chieri e della “Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile” (con il sostegno di “Regione” e “Città Metropolitana”), che nasce per richiamare, ancora una volta, “il valore – dicono gli organizzatori – di una preziosa raccolta custodita a Chieri, città che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, industria e museo tessile, arti applicate e nuove sperimentazioni”. Trentacinque, nel complesso, sono le opere esposte. Opere in cui si riflettono e si trasmettono i valori e le cifre stilistiche di singolari pagine legate alla storia della “Fiber Art”, dalle origini a oggi (dalle realizzazioni di giovani artisti ai lavori “storici” di autori ampiamente affermati), ma anche suggestive e avventurose “galoppate” attraverso le più bizzarre e inedite affermazioni della storia dell’arte.

La “Sala della Porta del Tessile”, già Cappella del “Convento delle Clarisse” d’impianto quattrocentesco, ospita un ensemble di opere realizzate al telaio e “off loom” (fuori telaio) di rilevante impatto visivo e poetico. Un lavoro site specific nella Cappella barocca di “San Filippo Neri” smaterializza “i confini della realtà in un’atmosfera rarefatta e contemplativa”. Opere di piccole dimensioni ma di significativa importanza sono presentate alla “Biblioteca Civica”, anch’essa luogo ideale per un linguaggio profondamente intellettuale e di seducente bellezza.
“Caratterizzata – sottolinea la curatrice, Silvana Nota – dall’elemento tessile decontestualizzato e reinterpretato con materiali classici o sperimentali, nei più inaspettati linguaggi di artisti colti e internazionali che hanno scelto la manualità come gesto concettuale, la collezione ‘Trame d’Autore’ è pervasa da un’atmosfera cosmopolita che ben riflette i caratteri della sua ideatrice, Martha Nieuwenhuijs”.

Così dal geometrico “Kite” della milanese Paola Besana si passa, a lunghe falcate e solo per citare alcune opere, all’arazzo (telaio a mano) della svizzera Silvia Heyden, fino al prezioso “Sudario” del torinese Nando Luraschi e all’essenziale “Blucrocifisso (Omaggio a Cimabue)” della toscana Paola Bitelli, per proseguire con “Il fuoco” della rumena Gabriela Naftanaila Leventu e “Babylon” della svedese Agneta B Lind, via via fino alle opere dell’iraniana Alikhani Reyhaneh e della giapponese Naoko Yoshimoto. In un lungo coinvolgente e appassionante iter espositivo, “in sintonia con la natura, la storia e lo spirito dei luoghi ospitanti, all’insegna di un dialogo intergenerazionale e interculturale in cui il tessile come medium artistico si coniuga a espressioni concettuali veicolate anche attraverso un linguaggio multisensoriale, dunque intelligibile per chiunque si avvicini alla ‘Fiber Art’”.
“Con questa iniziativa di raffinato calibro – commenta infine Melanie Zefferino, presidente della ‘Fondazione chierese per il Tessile e Museo del Tessile’ – nuove trame arricchiscono l’arazzo in cui passato e presente si intrecciano insieme a fili d’arte, gli stessi che uniscono la Città di Chieri alle sue sedi istituzionali vocate alla cultura, alla memoria storica e alla vitalità intellettuale e creativa”.
Gianni Milani
Per info: www.comune.chieri.to.it o www.fmtessilchieri.org
Nelle foto:
– Paola Besana: “Kite”
– Silvana Nota
– Paola Bitelli: “Blucrocifisso (Omaggio a Cimabue)”
– Nando Luraschi: “Sudario”



Il dipinto più datato presente in rassegna, “Chinatown” del 1976, prende il titolo dal non facile quartiere dove Heilmann vive i suoi primi anni a New York; a seguire “French Screen” e “The Rosetta Stone I” (entrambi del ’78) con “Robert’s Garden” (1983). Opere dov’è lampante l’influenza dei grandi maestri dell’“astratto”, primo su tutti l’olandese Piet Mondrian, fondatore di “De Stijl” e autore di opere spesso banalizzate per la loro “apparente” geometrica “semplicità”. Schermo di una “complessità” frutto, invece, di una continua ricerca di equilibrio e perfezione formale, portata avanti ed evolutasi nel corso di tutta una vita. Destino che Chiara Bertola si sente di accomunare, in parte alle opere di Mary Heilmann, mai arrivate in Italia, “opere sfuggite alla comprensione e la cui piena intelligenza non è stata colta, rimanendo così ‘senza tempo’ e ‘fuori dal tempo’ … la cui forza e gioiosità non sono state sufficientemente vissute dal vivo”.








