ARTE- Pagina 13

“Sensitive Stones”, un’opera di Andrea Caretto e Raffaella Spagna

 

 

Il Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea, sabato 30 novembre prossimo, presenta il progetto “Sensitive stones”, una liloteca Esperienziale, che coincide con l’attivazione dell’opera di Andrea Caretto e Raffaella Spagna, presentata nell’ambito della mostra “Mutual Aid-Arte in collaborazione con la natura”. L’opera del duo artistico Caretto-Spagna è stata presentata nella biblioteca di Rivoli ed è rappresentata da un’installazione interattiva fondata sull’incontro intimo e personale tra soggetti umani e minerali. “Sensitive Stones. Progetto per una litoteca Esperienziale” si compone di una collezione di ciottoli e blocchi di roccia raccolti dagli artisti su vari siti della Val Seriana, in particolare nel territorio di Alzano Lombardo. In seguito levigate e lucidate, queste pietre lisce e lucenti, ma dalla forma inalterata, sono messe a disposizione del pubblico per un prestito temporaneo tramite una modalità simile a quella adottata dai libri in biblioteca.

La coppia artistica Caretto-Spagna coinvolge le persone auspicando che il contatto e l’intimità con questi oggetti, corredati di scatole di legno e taccuini per appunti, generino nel fruitore una relazione di inedita interdipendenza, convivenza e incontro con il mondo animale e i suoi microracconti.

Nel corso dell’attivazione gli artisti raccontano il procedimento di selezione e preparazione delle pietre e invitano a sperimentare i molteplici usi delle rocce, dalla pura contemplazione allo studio fino all’esplorazione di diverse forme di contatto, come il portarle nelle proprie tasche o posizionarle sotto il cuscino per favorire l’incontro notturno con dimensioni inconsce differenti.

Nella giornata di sabato l’attivazione dell’opera è prevista dalle 12 alle 13, dalle 16 alle 17 e dalle 17 alle 18. Ogni sessione è preceduta da una visita guidata alla mostra “Mutual aid. Arte in collaborazione con la natura”, a cura del Dipartimento di Educazione del Museo alle 11, alle 15 e alle 16.

L’appuntamento si inserisce nell’ambito del progetto di public program “Vibrant Natures. On telluric Cosmologies”, a cura di Guido Santanadrea e Marianna Vecellio e nato dalla collaborazione tra Almanac, castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea e Orti generali.

Il programma prosegue la riflessione iniziata con “On decay and rebirth”, realizzato tra febbraio e marzo 2024, mantenendo come base di ricerca i caratteri di complessità, pluralità, coesistenza e reciprocità propri della natura. Fil rouge del percorso lo sviluppo di un pensiero ecologico e di una coscienza ambientale che riposizioni l’umano all’interno della natura, rispondendo all’urgenza di sviluppare politiche di resistenza alle economie di sfruttamento della natura fondate sul superamento dell’opposizione tra oggetto e soggetto, tra natura e cultura, tra umano e non umano.

Offrendo una ridefinizione del concetto di natura come agente attivo e vitale, “Vibrant natures On telluric cosmologies” esplora come artisti e ricercatori di diversi ambiti riflettano sulle possibilità di azione e influenza di entità non umane, ponendole come condizioni necessarie per mettere in discussione le condizioni che hanno condotto all’attuale crisi climatica e ambientale.

 

Mara Martellotta

Galleria Malinpensa by La Telaccia: le donne protagoniste nell’arte

Informazione promozionale

“Le donne nell’arte” sono protagoniste della mostra in programma da martedì 26 novembre al 7 dicembre prossimo presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia. Le quattro artiste dell’esposizione, curata dalla direttrice artistica Monia Malinpensa, sono Alessandra Cardi, Anita Clemente, Ines Tropeani e Luisa Piccoli.

L’artista Alessandra Cardi vive e lavora a Montebelluna, in provincia di Treviso. Senza un’educazione scolastica in ambito artistico ha manifestato già dalla giovinezza una particolare propensione per l’equilibrio di colore delle linee. Il suo istinto la conduce a avvicinarsi all’arte astratta, che sente molto vicina a quel mondo interiore che diventa propulsore creativo quando si avvicina a una tela. Esprime con il suo linguaggio pittorico emozioni profonde, finalizzate a una ricerca interiore altamente riflessiva. I suoi soggetti astratti, che sono caratterizzati da elementi figurativi dal tratto volutamente non compiuto, evolvono in una rappresentazione ricca di dettagli formali e di aspetti simbolici. Il segno incisivo si libera in una astrazione poliedrica di pura espressione in cui l’utilizzo di materiali diversi, quali la corda, regalano all’opera dimensione sensoriale del tutto suggestiva in grado di lasciare spazio di interpretazione allo spettatore.

L’artista Anita Clemente, nata a Milano nel 1977, da sempre attratta dall’arte in ogni sua forma, si approccia al disegno, alla pittura e al genere figurativo. Sentendosi limitata dalla staticità della pittura, si avvicina in momenti più recenti al mondo fotografico e lo riconosce come un mezzo, più che come un fine. Non si limita alla sola rappresentazione figurativa, ma trasforma la materia attraverso interventi di innovativa combinazione e di complessa progettualità, dove è evidenziato un iter che la contraddistingue. Frammenti di fotografie e moduli pittorici si liberano costantemente nelle sue installazioni, giocando con i pieni e i vuoti per creare un aspetto tridimensionale di ampio stile personale. Si tratta di un’artista capace di unire diverse tecniche con una stesura valida e suggestiva che spazia in modo magistrale dal figurativo all’astratto.

 

Ines Tropeani, nata a Montebelluna, in provincia di Treviso, nel 1989, frequenta l’Istituto d’Arte dove si diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia, per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si laurea in Discipline e Arti dello Spettacolo. Fotografa e scenografa, unisce l’approccio naturalistico e realistico con una sensibilità speciale e meticolosa nei dettagli, riflettendo una profonda e attenta analisi del soggetto. L’artista ha la capacità di trasformare un semplice paesaggio o elemento naturalistico in una rappresentazione intensa, che vive di emozioni e stati d’animo ricorrenti. La composizione del soggetto fotografico assume un ruolo fondamentale nel suo iter, che si carica di luci e di ombre magistrali in un perfetto connubio.

 

L’artista Luisa Piccoli, nata a Bisceglie, in provincia di Bari, nel 1953, ha conseguito la maturità classica e ha frequentato l’Accademia d’Arte di Bari. È pittrice, scultrice, scrittrice, poeta e scenografa. Utilizza un linguaggio di grande spessore umano e porta alla luce una figurazione di notevole tensione lirica e di poetica creatività, che si distingue rilevante e personale. L’artista concepisce opere sulla condizione umana e sociale con profonda essenza emotiva, offre al fruitore importanti spunti di riflessione e significativi messaggi, sempre con rispettabilità e sentimento. Si tratta di racconti di pura contemplazione che suscitano emozioni, e svolgono una funzione molto impegnativa e simbolica.

 

Mara Martellotta

 

“Destini in discesa” in mostra al Museo MIIT

Il Museo MIIT di Torino, Italia Arte e galleria Folco curano e organizzano dal 25 novembre la mostra “Destini in discesa” in occasione della giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra, appunto, il 25 novembre. L’inaugurazione della mostra avverrà alle 19.30 e sarà accompagnata, alle 20.30, dalla presentazione del libro di Mariaflora Sartor “Destini in discesa” Golem edizioni. Come recita il titolo dell’esposizione, essa è dedicata al mondo della donna, alle artiste che da sempre dedicano la propria creatività alla figura femminile e alle problematiche che ne hanno segnato e continuano a segnare il percorso esistenziale.

Accanto agli autori contemporanei sarà anche presentata una selezione di opere di autori storicizzati, da Francesco Messina a Novella Parigini, da Marc Chagall a Innocente Salvini, esponenti di fama del Novecento che hanno riservato alla figura della donna un posto primario nella loro produzione. Sono in esposizione, tra gli altri, opere di Marco Barnabino, Federica Bertino, Milena Buti, Patrizia Caffaratti, Liliana Cavigioli, Mariell Chirone Guglielminetti, Michele Di Leo, Laura Fasano, Mattia Fassi, Enrico Frusciante, Vito Garofalo, Maria Pia Giacomini, Francesca Guetta, Barbara Pecorari, Luigia Rinaldi, Anna Rota Milani, Marilena Visini.

La mostra, visitabile in corso Cairoli 4, presso il Museo MIIT, rimarrà aperta fino al 5 dicembre prossimo con orario dal martedì al sabato ore 15.30-19.30

 

Mara Martellotta

Riapre, sotto una nuova gestione, il Museo Carol Rama

Da sabato 30 novembre 2024 riapre al pubblico la Casa Museo di Carol Rama, posta in via Napione  15 a Torino, dopo essere stata chiusa per nove mesi. La gestione della casa, che era stata affidata all’Archivio Carol Rama, è ora nelle mani della Fondazione Sardi per l’arte. Si potrà tornare a visitare la casa di Vanchiglia dove l’artista torinese di fama internazionale ha abitato e lavorato dagli anni Quaranta fino alla sua morte, avvenuta il 24 settembre 2015.

La riapertura della Casa Museo di Carol Rama si accompagna  a una nuova veste grafica curata dai designer Paolo Cagliero e Alex Steiner, noti per altri lavori torinesi, quali quelli alla Fondazione Giulio e Anna Paolini.  Inoltre è  stato lanciato un sito web rinnovato www.casamuseocarolrama.it, che consente di prenotare la visita limitata ad un numero di cinque persone per turno.

La casa Museo di Carol Rama, che ha ospitato  l’artista per decenni, è un luogo carico si suggestioni dove si fondono le tracce della sua vita e della sua arte. Dalla metà del XX secolo fino alla sua morte nel 2015, Carol Rama ha trasformato il suo appartamento  in un’installazione unica, arricchita da opere sue e di altri artisti molto noti, come Man Ray e Andy Warhol, oggetti d’arte primitiva, fotografie e molti cimeli. Lo spazio era inizialmente un appartamento borghese, poi diventato “magazzino dell’anima”, come lo definiva la stessa Carol Rama, ove in ogni angolo è raccontata una storia.

La Fondazione Sardi per l’Arte, istituzione privata torinese fondata nel 2014 da Pinuccia Sardi, ha scelto di dedicare gran parte della propria attività alla conoscenza, promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea,  con un particolare focus sull’arte di Carol Rama. Nel 2019 la signora Sardi ha acquisito i beni custoditi nella casa e sottoposti al vincolo della Soprintendenza,  dandoli in comodato all’Associazione Archivio Carol Rama, che si è occupata anche delle visite alla casa museo al marzo 2024, quando gestione della casa Museo e dei tour guidati sono stati affidati dalla signora Sardi alla Fondazione Sardi per l’arte.

I tour guidati, in italiano e in inglese, sono possibili martedì e giovedì alle18, mentre sulla base di altre richieste potranno essere attivati tour alle 15 e 16.30. Al sabato visite guidate alle 10 e alle 16, con tour aggiuntivi su richiesta alle 11.30, 16.30 e 18.

Nel 2014, grazie al sostegno della Fondazione Sardi per l’Arte, è stato pubblicato il volume dedicato alla casa di Carol Rama e intitolato “Il magazzino dell’anima”, con fotografie di Bepi Ghiotti e testi di Cristina Mundici.

Mara Martellotta 

foto Nick Ash

Gianfranco Coltella in mostra da Morabito: “Immaginazione e materia-quando l’arte incontra il diritto”

Lo Studio Legale Tributario Morabito inaugura giovedì 5 dicembre 2024 la mostra dell’artista

 

La scultura che viene presentata si intitola Dinamica 1, ed è stata realizzata dall’artista nel 2024. È assente il piano orizzontale, tutto appare in tensione, come elementi che, dispersi nello spazio per un tempo breve, incrociano le loro frequenze cromatiche per poi proseguire nella loro traiettoria cosmica.

“L’astratto è il luogo dell’immaginario – spiega l’artista Gianfranco Coltella – chi osserva attentamente un quadro o una scultura astratta può crearsi una sua rappresentazione immaginaria e ricavarne uno stimolo e un’emozione. L’immaginazione è la capacità della mente di essere creativa (produrre qualcosa che prima non c’era) e l’arte è un veicolo, uno strumento per condurre chi ne fruisce a sviluppare questo meraviglioso dono della natura umana. Immaginazione è la capacità umana di creare immagini in azione, ciò che più in alto si possa creare con la mente. Ogni reazione di fronte all’opera di un artista è il riflesso del proprio anima, ci specchiamo a un livello inconscio, l’arte fa emergere il lato più profondo del nostro Io. Possiamo provare indifferenza, rabbia, commozione, indignazione, ilarità, gioia, allegria, leggerezza, tristezza, ma qualsiasi sia la nostra reazione scaturisce da un bisogno di nutrimento essenziale imprescindibile nell’uomo”.

La mostra racchiude con le varie opere l’esperienza e l’evoluzione creativa dell’artista. Per Coltella l’arte astratta è un viaggio nell’Immaginazione, un luogo in cui lo spettatore può lasciarsi toccare dalle emozioni. Con la sua scultura intitolata Dinamica 1, l’artista esplora la tensione tra forma e movimento, invitando il pubblico a riflettere sul proprio mondo interiore. L’artista vede l’immaginazione come un dono della natura umana e considera l’arte il veicolo per risvegliare queste capacità, nutrendo l’animo oltre i bisogni materiali.

Lo Studio Legale Tributario Morabito, oltre a operare nel Diritto Commerciale e nell’assistenza tributaria, è specializzato in Diritto dell’Arte. Grazie a un’esperienza solida e consolidata, i professionisti dello Studio offrono soluzioni efficaci per affrontare sfide legali e tributarie complesse, assistono gallerie d’arte, artisti e organizzazioni artistiche, fornendo consulenza legale e tributaria sia in ambito giudiziale che extragiudiziale.

Gianfranco Coltella nasce a Saluzzo e si diploma all’Istituto d’Arte, in seguito si laurea alla Scuola Politecnica di Design SPD di Milano, avendo come docenti Bruno Munari, Nino Di Salvatore, Attilio Marcolli e Augusto Garau. Ha lavorato come designer per importanti studi di architettura di Milano come Gregotti & Associati, King&Miranda, De Pas d’Urbino & Lomazzi.

La mostra è visitabile su invito giovedì 5 dicembre 2024 dalle ore 17.30 alle ore 21, presso lo Studio Morabiro, in piazza Statuto 10.

 

Mara Martellotta

“Percorsi di donna”, mostra evento di UIL Pensionati Piemonte per celebrare la creatività femminile

In occasione della giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle donne, quattro donne pensionate portano in mostra il loro talento artistico presso l’Ufficio H della UIL Pensionati Piemonte, in via Bossoli 97, nel quartiere del Lingotto.

Annita Fanti, Caterina Spagnolo, Maria Teresa Berta e Eleonora Vergara sono le protagoniste di questa esposizione dal titolo Percorsi di donna, che celebra la creatività femminile come strumento di rinascita, riflessione e lotta contro ogni forma di violenza.

L’evento, il primo del genere organizzato dalla UIL Pensionati Piemonte e da ADA Piemonte, sarà inaugurato dall’assessore alle Pari Opportunità Jacopo Rosatelli, con una cerimonia prevista per le 13.30. Per l’occasione sarà offerto un ricco buffet. Le opere rimarranno esposte fino al 29 novembre alle ore 13.30.

La mostra nasce con l’intento di valorizzare la terza età come momento di ritrovata libertà in cui le donne possono esprimere il loro potenziale, coltivare nuovi sogni e dimostrare che la creatività non ha età. Le opere esposte, ricche di colori, materiali e tecniche differenti rappresentano non solo un cammino personale, ma anche una testimonianza della forza e della resilienza delle donne.

“Con la pensione, la vita ci restituisce il tempo e la libertà per riacquisire la propria centralità- sottolinea Patrizia Suman – segretaria del coordinamento di UIL Pensionati Piemonte – questa mostra vuole proporre un esempio concreto di come sia possibile, anche in età avanzata, esplorare nuovi orizzonti, riscoprire la propria creatività e portare avanti un messaggio di rispetto e dignità”.

Le artiste sono quattro: Annita Fanti, pittrice figurativa impressionista, famosa per l’uso di colori vivaci e la partecipazione a mostre collettive; Caterina Spagnolo, autodidatta, appassionata che predilige la pittura ad olio e che ha affinato le sue tecniche presso l’Unitre di Grugliasco; Maria Teresa Berta, artista poliedrica che combina materiali innovativi nelle sue opere, tra cui malti, gessi e perline; Eleonora Vergara, esperta di tecniche decorative mix media, con una particolare attenzione verso la pittura acrilica.

Un impegno per la parità di genere organizzato dal coordinamento donne della UIL Pensionati Piemonte. Non vuole essere solo una esposizione d’arte, ma l’occasione per fermarsi e riflettere sul significato profondo del rispetto e della dignità. L’invito è apert a tutti, affinché attraverso l’arte si possa promuovere un senso di società più equa e consapevole.

 

Mara Martellotta

La casa più “sottile” al mondo, a Torino la sfida vinta dall’Antonelli

CARTOLINE DA TORINO

Il nome ufficiale è Casa Scaccabarozzi, ma è conosciuta dai torinesi come Fetta di polenta, la curiosa abitazione sita nel quartiere Vanchiglia, all’angolo tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo. Fu progettata da Alessandro Antonelli (Francesca Scaccabarozzi, era la nobildonna che divenne sua moglie). I due abitarono nell’edificio per pochi anni, anche per dimostrare che una casa così curiosa poteva essere realmente solida e abitata. L’ origine del suo soprannome è dovuta alla  pianta trapezoidale dell’edificio, con uno dei prospetti laterali di appena cinquantaquattro centimetri. Il quartiere Vanchiglia nacque verso il 1840  per volere della Società Costruttori di Vanchiglia, con la collaborazione dell’architetto Antonelli, che in seguito realizzò la Mole Antonelliana e anche altri edifici residenziali nel quartiere. Quale compenso per i lavori gli fu donato  anche il  terreno sull’angolo sinistro di Via dei Macelli, coincidente con l’attuale via Giulia di Barolo. Poiché l’area èera di piccole dimensioni, per sfida decise  di costruire un edificio con un appartamento per ciascun piano, nonostante il minimo l’esiguo spazio, recuperando in altezza ciò che non poteva  in larghezza. La scommessa fu vinta e l’Antonelli donò l’edificio alla moglie.

Cleopatra “La donna, la Regina, il Mito”

Apertura straordinaria, in anteprima, venerdì 22 novembre dalle 19.30 alle 23.30, per la mostra, che rimarrà aperta ai Musei Reali fino al 23 marzo prossimo

A Cleopatra, Regina d’Egitto, donna di grande potere e fascino, i Musei Reali dedicano una mostra dossier che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni dei 300 anni del Museo d’Antichità (1724-2024). Cleopatra, le cui vicende hanno ispirato molti scrittori come Shakespeare, Gautier e Bernard Show, oltre ad artisti, musicisti e registi, i Musei Reali di Torino dedica un’esposizione dossier curata da Anna Maria Bava ed Elisa Panero, che si avventura nella vicenda storica e nella leggenda attraverso un profilo del personaggio e del suo tempo, la nascita del mito e la fascinazione esercitata dallo stesso nel corso dei secoli. Il percorso espositivo è suddiviso in 5 aree tematiche e riporta al centro degli studi l’enigmatica “Testa di fanciulla” di Cleopatra, in marmo bianco, risalente alla metà del primo secolo a.C., del Museo di Antichità, che nella capigliatura e nei tratti mostrano caratteristiche che rimandano all’iconografia nota di Cleopatra VII, a cui si affiancano manufatti archeologici e sculture antiche provenienti dal Patrimonio dei Musei Reali e da collezioni pubbliche e private poste in dialogo con opere pittoriche e grafiche, oltre a documenti cinematografici che hanno visto protagonista la celebre Regina d’Egitto nel corso dei secoli. La mostra si apre con un inquadramento storico del periodo nel quale ha vissuto e regnato Cleopatra VII (51-30 a.C.), ultima Regina della dinastia Tolemaica, in un Egitto ormai ellenizzato in virtù delle azioni di Alessandro Magno, iniziate nel IV secolo a.C.

L’Egitto era ormai un Paese d’avanguardia, inserito nel Mediterraneo, luogo d’incontro di diverse civiltà e tradizioni, connotato da un forte rispetto per le tradizioni dell’Egitto faraonico e, nello stesso tempo, dall’adesione alla koinè culturale ellenistica.

La sezione “Cleopatra, la Regina che sfidò Roma” si focalizza sulla figura di Cleopatra e sul suo operato politico, in relazione ai protagonisti del suo tempo rappresentati dalla testa di Giulio Cesare, da Tusculum dei Musei Reali, considerato il ritratto più veritiero dell’Imperatore, e con quelli di Marco Antonio e Ottaviano Augusto, in prestito dalla Sopraintendenza del Molise e dei Musei Capitolini. L’analisi si concentra su Cleopatra come donna di potere, a capo di una nazione che vive un importante sviluppo economico grazie anche alla riforma monetale voluta dalla stessa Regina.

La mostra prosegue con l’origine del mito di Cleopatra, nato con la Regina ancora in vita, e sviluppatosi negli anni successivi, attraverso l’assimilazione della sua figura a quella della dea Iside. Nel corso del Rinascimento l’immagine di Cleopatra inizia ad avere una certa fortuna nell’arte occidentale, come mostra una raffinata incisione di Marco Antonio Raimondi, della Galleria Sabauda. Nata dalla collaborazione tra l’artista bolognese e Raffaello. Nel Seicento e Settecento la sovrana è protagonista di molte opere, nelle quali è spesso rappresentata nel momento della morte, come nei dipinti di Giovanni Giacomo Sementi, provenienti dalle raccolte viennesi del Principe Eugenio di Savoia Soissons, e ora conservata nella Galleria Sabauda, di Giovanni Lanfranco (circa 1630), delle gallerie nazionali di Palazzo Barberini e Galleria Corsini, e di Guido Cagnacci (1660-1662) della Pinacoteca di Brera. La pittrice Elisabetta Sirani, in un dipinto di collezione privata modenese, ritrae la sovrana mentre mostra il prezioso orecchino di perle che scioglierà in una coppa di aceto per poi consumare la costosissima bevanda alludendo all’episodio che sarebbe avvenuto nel sontuoso banchetto, al cospetto di Marco Antonio, nella tela di Francesco Fontebasso (1750), in prestito da Palazzo Madama di Torino.

Nell’Ottocento l’interpretazione del tema in chiave esoterica, darà vita a composizioni di vita orientaleggiante, come nel curioso dipinto di Anatolio Scifoni (1869), proveniente dalla raccolta di Palazzo Reale, e trasmette l’atmosfera sospesa e misteriosa dell’incontro tra Cleopatra e una magari.

L’esposizione si chiude con una sezione dedicata alla fortuna “pop” della Regina, con dischi, fumetti, giochi da tavolo e trasposizione della vita di Cleopatra su grande schermo, evocata attraverso locandine, fotografie e spezzoni di film, dall’epoca del cinema muto all’interpretazione di Elizabeth Taylor nella pellicola di Joseph Mankiewicz (1963), fino alla commedia “Asterix e Obelix – missione Cleopatra” con Monica Bellucci.

La mostra è visitabile dal 23 novembre 2024 al 23 marzo 2025, con orario dalle 9 alle 19 presso i Musei Reali.

Telefono: 011 19560449 – email: info.torino@coopculture.it

 

Mara Martellotta

La pittura di Faccincani, un inno alla luce

La mostra Personale “Inno alla luce” del pittore ATHOS FACCINCANI si tiene a Torino  dal 23 novembre al 1 dicembre nello storico PALAZZO BIRAGO della Camera di Commercio. L’evento artistico  organizzato da Paolo Vassallo con l’associazione Culturale “Suol D’Aleramo” si svolge in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino con il patrocinio della Regione  Piemonte e della Citta  Metropolitana di Torino. Il Gruppo televisivo RETE 7 realizzerà un servizio  televisivo speciale. Orario mostra 10,30 – 19,30. Ingresso libero

Il popolarissimo pittore ATHOS FACCINCANI è  nato a Peschiera del Garda ove vive e lavora. Ha studiato all’Accademia d’Arte di Venezia e frequentato lo studio di Pio Semeghini. Sarebbe enciclopedico elencare tutte le mostre che dal 1971 ha tenuto in prestigiose gallerie e Palazzi italiani, europei ed americani; dalla galleria “Halper” di New York, alla “Durney” di Toronto, “Sarasota” in Florida, “Koki Hoffman” di Chicago, “Ghelfi” di Verona, ecc. Di rilievo nel 1980, la grande mostra con 180 dipinti sul tema della Resistenza alla Gran Guardia di Verona, inaugurata dal presidente Pertini e in seguito trasferita a Bologna e Firenze. Dopo questa impegnativa mostra qualcosa muta profondamente la sua vena artistica e passa da una figurazione impegnata a un personalissimo lirismo naturalistico. Le sue opere ora sono un’esplosione di luce e colore, con una  piacevolezza cromatica che porta sempre all’interiorita’ e all’intimismo, testimonianza di gioia e serenità. Questa nuova espressione artistica in poco tempo lo porta ad un successo strepitoso. Nel 2005  una grande mostra al Parlamento europeo di Strasburgo e al Complesso del Vittoriano di Roma. Le sue opere sono presenti in tutte le gallerie italiane e contese da un raffinato collezionismo, distribuite anche da “Telemarket”. Recentemente ha esposto in Cina, a Mosca e Dubai.


Innumerevoli anche i premi di cui è stato insignito durante la sua quarantennale carriera, fra gli ultimi il premio Personalità Europe
a consegnatogli a Roma in Campidoglio. Sue opere si vedono ogni settimana da anni proiettate nella scenografia della trasmissione quotidiana del pomeriggio  GEO  su Rai 3.

www.athosfaccincani.it

Ars Captiva 2024 – To take care of – all’ex Scalo Valdocco

 

L’undicesima edizione biennale di Ars Captiva apre ai giovani artisti in mostra

Sono gli spazi dell’ex Scalo Valdocco, luogo che parla della felice realizzazione di un importante progetto di architettura del paesaggio in ambito urbano, ad ospitare l’undicesima edizione biennale di Ars Captiva 2024 che propone la mostra To take care of, visitabile da venerdì 22 Novembre al 1° Dicembre. In esposizione opere di arti visive che spaziano in vari ambiti del vasto mondo dell’arte, dalla pittura alla scenografia, dalla scultura alla fotografia per raggiungere la street art con i suoi interessanti risvolti sociali ed urbanistici.


Si tratta di lavori nati dalle esperienze degli allievi di dieci scuole che fanno parte dell’Associazione CREO Ars Captiva, nata nel 2007 con l’intento di promuovere, sostenere e sollecitare, tra le scuole di indirizzo artistico di Torino e Piemonte, la condivisione e la divulgazione di progetti comuni su temi che spaziano dalla cittadinanza alla democrazia ed oltre. Sono presenti opere di giovani artisti dell’Accademia Albertina di Belle Arti, dei Licei Artistici e Istituti di Grafica e Comunicazione visiva di Torino e Provincia. Il tema dell’edizione 2024 è  decisamente interessante e coinvolgente, “ prendersi cura di ” che ha stimolato riflessioni, idee e contributi da parte degli allievi su temi e situazioni da loro stessi individuati ed evidenziati nell’ambito delle varie criticità del vivere quotidiano.

Trova spazio in cinque tematiche principali che vanno dalla cura della socialità, alla scuola che cura, a quella del patrimonio artistico, al curare la vita in città per giungere forse al più difficile e coinvolgente, il prendersi cura di sé, al fine di coinvolgere pienamente i giovani in un discorso di nuove consapevolezze e progettualità. Un’esperienza questa che rende i giovani artisti protagonisti oltreché divulgatori di nuove propositive soluzioni per la città che vivono, capaci anche di coinvolgere i visitatori in un percorso di riflessione su tematiche sociali di grande attualità visibili e tangibili nella quotidianità della vita cittadina con un invito quindi ad uscire dai propri spazi e confini per raggiungere gli altri, favorendo l’ascolto ed il confronto.

L’undicesima biennale di arti visive, architettura e design è dunque una bella realtà torinese. “ Ars Captiva da sempre veicola un messaggio di fiducia nelle nuove generazioni – ha detto l’Architetta Luisa Lidia Amico, Direttore artistico Ars Captiva, sezione Architettura e Design – e le esperienze condotte dal 2007 ad oggi hanno suscitato molto interesse nel territorio cittadino, accrescendo la capacità di formazione ed orientamento nei giovani under 25. Lo dimostrano numerosi esempi di successi personali di giovani partecipanti che da anni lavorano per importanti Istituti e Fondazioni.

 

L’Associazione Creo Ars Captiva – ha concluso – con la partecipazione di artisti in formazione, propone attività per la diffusione capillare dell’arte, mostrando attenzione a luoghi socialmente significativi anche attraverso la riscoperta di spazi differenti dai consueti circuiti artistici tradizionali, contribuendo così alla valorizzazione di territori densamente abitati ed attirando l’attenzione di un pubblico sempre più vasto”.

Patrizia Foresto                                                                   

                                 

ARS CAPTIVA 2024 – TO TAKE CARE OF

EX SCALO VALDOCCO

Via Caserta angolo Via Ceva – Torino

Apertura mostra dal 22 Novembre al 1° Dicembre 2024

 Orari : 10 – 13  e  16 – 19, ingresso libero

Inaugurazione :  21 Novembre h. 17 – 20