Exposed Torino Foto Festival, mostre e artisti protagonisti alle OGR

Dal 16 aprile al 2 giugno prossimo, Exposed Torino Foto Festival annuncia le due mostre prodotte in occasione del Festival, in collaborazione con OGR Torino e Camera. Si tratta di “Almost Real. From Trace to Simulation”, curata da Samuele Piazza e Salvatore Vitale nel Binario 2 delle OGR, e di Olga Cafiero “Cultus Langarum” presso Camera, curata da Giangavino Pazzola. “Beneath the surface” è il tema della seconda edizione del Festival, organizzato dalla Fondazione per la Cultura di Torino sotto la guide dei direttori artistici Menno Liauw e Salvatore Vitale, e promosso da Città di Torino e Regione Piemonte, Camera di Comemrcio, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, in sinergia con la Fondazione per l’arte moderna e contemporanea di CRT. Si tratta di 12 mostre, tra personali e collettive, con 16 artisti provenienti da 12 Paesi, Italia, Germania, Regno Unito, Svizzera, Stati Uniti, Taiwan, Hong Kong, Bolivia, Repubblica Democratica del Congo , Zimbabwe, Sud Africa e Palestina. Sette sono le prestigiose sedi espositive, tra cui l’Accademia Albertina di Torino di Belle Arti, l’Archivio di Stato, Camera, Gallerie d’Italia, GAM, OGR Torino e Palazzo Carignano.

Il tema del Festival invita a esplorare realtà contenute sotto la superficie delle immagini, non solo quelle catturate dagli obiettivi degli artisti, ma anche quelle ritoccate attraverso tecnologie avanzate connesse tra loro. In questo solco si muove la mostra collettiva che inaugura il 16 aprile presso il Binario 2 delle OGR Torino, dal titolo “Almost Real. From Trace to Simulation”, curata da Samuele Piazza, senior curator delle OGR Torino, e Salvatore Vitale, uno dei direttori artistici del Festival, con protagonisti scatti e opere Lawrence Lek, Nora Al – Badri e Alan Butler. Dalla relazione tra videogiochi e fotografia, al ruolo della memoria nei musei, fino al confine tra IA e coscienza, la mostra mette in discussione il concetto stesso di verità e autenticità, immaginando anche le implicazioni future delle immagini “IA generated”. Alan Butler si muove tra virtuale e analogico con la serie “Virtual Botany Cyanotypes”. Prendendo spunto dal mondo dei videogiochi, trasforma le piante digitali in stampe fotografiche realizzate con la tecnica della cianotipia, un antico procedimento dell’Ottocento. Il risultato è un dialogo tra pixel e materia, il virtuale che tenta di farsi reale e il reale che si lascia contaminare dal digitale. Nora Al – Badri lavora sul confine tra archeologia e intelligenza artificiale con “The Post – Truth Museum” e “Babylonian Vision” addestra una IA su migliaia di immagini di manufatti mesopotamici, generando nuovi oggetti che non appartengono né al passato né al presente. Il suo lavoro solleva domande su chi ha il potere di conservare la memoria storica e su come la tecnologia possa riscrivere le narrazioni culturali e postcoloniali.

Lawrence Lek porta l’IA al centro della scena con “Empty Rider”, un film ambientato in un futuro distopico in cui un’auto a guida autonoma senziente viene processata per il tentato omicidio del suo creatore. Il video esplora il confine tra reale e coscienza artificiale, ponendo domande sul ruolo etico della tecnologia e su quanto le macchine possano essere responsabili delle proprie azioni.

La storia,  i personaggi e la cultura enologica delle Langhe sono raccontati attraverso l’uso di documenti e materiali di archivio.  Ruota intorno a  questi temi la mostra di Olga Cafiero dal titolo “Cultura Langarum”, che si apre il 16 aprile nella project Room di Camera, Centro Italiano per la Fotografia di Torino. La mostra, sostenuta dall’azienda vinicola Garesio, raccoglie le serie fotografiche realizzate da Olga Cafiero, fotografa italo- Svizzera, vincitrice della prima edizione del Garesio Wine Prize for documentario Photography e fra gli artisti e le artiste  selezionate da Photo Elisée,  Musée cantonale pour la photografie di Losanna per l’edizione  2024 di Futures Photography, piattaforma internazionale  per talenti emergenti della fotografia  di cui Camera è partner insieme ad altre istituzioni europee.

La mostra, curata da Giangavino Pazzola, presenta cinque serie fotografiche che riflettono sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente, utilizzando diverse tecniche visive, tra cui la fotografia aerea, le scansioni digitali e i processi Off camera. Il lavoro di Cafiero offre una visione inedita delle Langhe raccontando il territorio e la cultura enologica attraverso la combinazione di diversi registri visivi e narrativi che mescolano l’approccio quasi scientifico ad una visione poetica ed evocativa. L’opera di Cafiero cattura così l’essenza di un territorio che vive tra tradizione e modernità, tra conservazione e innovazione.

L’Accademia di Belle Arti è anche il cuore pulsante di Exposed, e sarà sede non solo di mostre ma anche di talk con artisti e curatori, e di “Exposed Photo Match”, un nuovo tipo di portfolio che unisce la condivisione collettiva al networking. L’Accademia ospiterà la prima produzione del Festival con le opere di Valeria Cherchi, giovane artista indicata dal British Journal of Photography trabi 16 talenti emergenti a livello globale, e l’artista italiana togolese Silvia Rosi presente anche al Lingotto su Pista 500, vincitrice del C/O Berlin Talent Award 2024; Gregory Alpern, fotografo dell’agenzia Magnum e George Senga, proveniente dal Congo.

Mara Martellotta

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