AMBIENTE- Pagina 66

Emergenza smog cronica, “codice rosso” a Torino

Mal’aria 2022 – edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero
Allerta smog nelle 13 città italiane al centro della campagna Clean Cities: 
da gennaio a inizio ottobre 2022 codice rosso per Torino, Milano, Padova. Giallo per Parma, Bergamo, Roma e Bologna. 
Nessuna città rispetta i valori suggeriti dall’OMSL’appello di Legambiente al prossimo nuovo Governo: 
“Seguire i piani del Mims per decarbonizzare i trasporti. Per città più sostenibili e pulite si potenzino i servizi e mezzi green alternativi alle auto private e si implementino trasporti e zone a basse emissioni” 

In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica. In questi primi dieci mesi del 2022 suona già il primo campanello d’allarme per inquinamento atmosferico. Livelli degli inquinanti off-limits, traffico congestionato e misure antismog insufficienti sono ormai una situazione di “malessere generale” che rischia di peggiorare con l’avvio della stagione autunnale-invernale.  È quanto emerge in sintesi dal dossier: “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero” realizzato da Legambiente che, nell’ambito della campagna Clean Cities,  fa il punto, da inizio anno ai primi di ottobre 2022, sulla qualità dell’aria di 13 città italiane al centro della campagna, mettendo a fuoco anche il tema delle politiche sulle mobilità urbana. Per quanto riguarda il PM10, la soglia di 35 giorni da non superare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo, è stata ampiamente superata con almeno una delle centraline, in 3 delle 13 città analizzate. Sono già in codice rosso Torino, Milano e Padova che si trovano fuori dai limiti di legge, rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Codice giallo, invece, per Parma (25), Bergamo (23), Roma (23) e Bologna (17) che hanno già consumato la metà dei giorni di sforamento. A seguire, le città di Palermo e Prato (15), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che sono già in doppia cifra.
Nessuna delle 13 città monitorate nell’ambito della campagna Clean Cities, rispetta poi i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sia per quanto riguarda il PM10 (15 microgrammi/metro cubo) che per il PM2.5 (5 microgrammi/metro cubo) e l’NO2 (10 microgrammi/metro cubo). Il PM10 ha una media annuale, eccedente il valore OMS, che oscilla dal +36% di Perugia, passando per città come Bari (+53%) e Catania (+75%), fino ad arrivare al +121% di Torino e +122% di Milano. Situazione ancora più critica per quanto riguarda il PM2.5, dove lo scostamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma al +300% di Milano. Male anche per l’NO2:l’eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite dell’OMS varia tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.Un quadro, in sintesi, davvero preoccupante, visto che – ribadisce Legambiente – è sugli standard dell’OMS che andrà a adeguarsi la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria – in corso di revisione entro l’anno – rendendo l’Italia suscettibile a nuove procedure d’infrazione e multe miliardarie (da aggiungersi alle precedenti tre). Da non trascurare anche l’impatto sulla salute: l’inquinamento atmosferico miete più vittime in Italia che nel resto del continente europeo. Secondo le ultime stime dell’EEA (Agenzia europea ambiente), il 17% dei morti per inquinamento in Europa è infatti italiano (uno su 6). Per diminuire gli impatti sulla salute, e sull’ambiente, l’Europa ha fissato gli obiettivi per la neutralità climatica entro il 2050 (il Piano d’azione “Verso Emissioni Zero”) con la proposta intermedia di ridurre le emissioni di gas serra del 55% (rispetto al 2005) entro il 2030. Ma per raggiungere tale scopo, secondo l’associazione ambientalista per liberare le città dallo smog occorre potenziare servizi e mezzi green alternativi alle auto private e implementare trasporti e zone a basse emissioni, come già predisposto dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Inoltre, l’Italia deve accelerare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti urbani che sono la principale causa d’inquinamento nelle nostre città. Fondamentale sarà dunque l’integrazione tra le strategie europee, nazionali e regionali.“Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili”, dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Il preoccupante immobilismo della politica italiana davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico veicolare, ci è costata già una condanna da parte della corte di Giustizia europea. Dopo anni di richiami nessun governo è stato in grado di mettere in atto misure credibili per sanare un problema gravissimo, che ha causato più vittime della pandemia nell’anno 2020 e 2021. È necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda la formulazione di misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi all’utilizzo dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile. Necessaria, soprattutto, un’accelerazione negli investimenti a sostegno del Traporto Pubblico Locale e delle infrastrutture, come tram e ferrovie urbane. Il nuovo governo ha dunque un importante sfida di fronte a sé: avviare la transizione green della mobilità del Paese, adottando le linee guida del Mims”.

È stato un errore allentare le misure antinquinamento negli anni della pandemia. La ripartenza si preannuncia peggiore”, commenta Andrea Poggio, responsabile Mobilità di Legambiente. “Tornano finalmente in alcune città i limiti alla circolazione per i veicoli più inquinanti – come i diesel Euro4, o, a Milano, gli Euro5 – vecchi, comunque, di 12 anni i primi e tra i 7 e gli 11 i secondi. Ma la sfida per le città italiane sarà l’incremento dell’offerta di servizi di trasporto pubblico e di mobilità condivisa elettrica per tutti, anche per chi abita in periferia. In Italia abbiamo più auto che patenti, con un quarto delle metropolitane, dei tram e dei bus elettrici d’Europa. Colmare questo divariosarà il compito delle 9 città italiane che aderiscono all’obiettivo ‘Carbon Neutral’ al 2030, condiviso con 100 città europee. Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Bergamo, Padova, Parma, Prato non possono fallire, sono la nostra avanguardia”.

A distanza di una settimana dal nostro appello sull’emergenza smog nel bacino padano, si ribadisce la necessità di un’azione trasversale a scala nazionale e regionale affinché la qualità dell’aria diventi una priorità per le amministrazioni. Torino è già in codice rosso con per il numero di sforamenti di PM10 consentiti in un anno (69 su 35 consentiti) È fondamentale che le risorse pubbliche a disposizione vengano indirizzate verso le azioni più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico, che devono riguardare traffico, riscaldamento e settore agricolo – sottolinea Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Anche i fondi destinati al comparto delle infrastrutture di collegamento non possono essere sprecati per finanziare progetti vecchi e nuovi di autostrade, che sono causa di aumento delle emissioni: trasporto pubblico e infrastrutture ferroviarie devono essere al centro della strategia di investimenti delle Regioni sul trasporto.”

Focus sulle politiche di mobilità. Infine, il report Mal’aria 2022 – edizione autunnale contiene anche un focus su ZTL, LEZ, offerta del trasporto rapido di massa e sugli investimenti nel settore previsti dal PNRR. Analizzate 15 città italiane: Roma, Torino, Milano, Bergamo, Padova, Bologna, Parma, Genova, Firenze, Prato, Napoli, Pescara, Bari, Cagliari e Catania. Quello che emerge, in sintesi, è che l’offerta del trasporto rapido di massa (treni, metropolitane, tramvie, filovie) rasenta la sufficienza nella maggioranza dei casi. Spesso insufficienti, per estensione ed efficacia, anche le misure di limitazioni al traffico e alla circolazione dei veicoli inquinanti.

Verso una mobilità pulita. Per ridurre le emissioni inquinanti o climalteranti, Legambiente propone i seguenti strumenti:

  • la riduzione dei limiti velocità nelle autostrade da 130 a 100 km/h. Una misura immediata che consentirebbe la riduzione sia delle emissioni di CO2 del 20% sia del NO2 del 40%;
  • il potenziamento dell’offerta di mobilità pubblica, anche e soprattutto del Trasporto Rapido di Massa. Il Pnrr che si propone di realizzare oltre 200 km di rete di TRM – 11 km di metropolitane, 85 km di tram, 120 di filovie – è un inizio: per colmare il divario con il resto d’Europa, occorrono altri 200 km di metropolitane (o ferrovie urbane), 400 km di tram e altrettanti di filovie;
  • Trasporto pubblico, condiviso e completamente elettrico; il potenziamento dei servizi di sharing mobility in tutte le aree metropolitane e nelle città con oltre 30.000 abitanti e servizi a chiamata per i comuni più piccoli; la diffusione delle nuove tecnologie digitali (dalla prenotazione elettronica ai primi di progetti di Mobility a as Service);

La campagna per liberare le città dall’inquinamento. Il Dossier Mal’aria ricade nell’ambito della Clean Cities Campaign alla sua III edizione. Un’iniziativa sostenuta da Legambiente insieme ad una coalizione europea di ONG, associazioni ambientaliste, think-tank, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030. La campagna sostiene la mobilità attiva, condivisa ed elettrica per un futuro urbano più vivibile e sostenibile, inclusa la graduale eliminazione dei veicoli con motore a combustione interna dalle città.

Il dossier è disponibile a questo link.

L’impegno di Cirio per la tutela del lupo

Una delegazione di ENPA, LAV, LEGAMBIENTE, LIDA, LIPU, OIPA, PAN, PRO NATURA e SOS Gaia, ha incontrato il Presidente della Regione Piemonte On. Alberto Cirio per la consegna delle prime 8.000 firme sulla tutela del lupo.

Con l’occasione il Presidente Cirio ha fatto due importanti promesse alla delegazione del Tavolo:

–          L’istituzione di un tavolo di confronto permanente sul benessere animale nell’ambito della presidenza;

–          L’impegno di informarsi sulla sperimentazione di un vaccino per l’infertilizzazione dei cinghiali.

“Io non rischio”, una campagna contro le calamità naturali

Diffondere la cultura della prevenzione e laconoscenza delle buone pratiche di Protezione civileaccrescendo al contempo la consapevolezza dei rischi naturali presenti sul nostro territorio sono gli obiettivi di “Io non rischio”, la campagna di comunicazione nazionale che torna sabato 15 e domenica 16 ottobre anche in 25 piazze di 17 Comuni del Piemonte: Acqui Terme, Asti, Canelli, Alba, Cuneo, Novara, Carmagnola, Ciriè, Druento, Giaveno, Moncalieri, Orbassano, Pianezza, Rivoli, Torino, Volpiano e Verbania (consulta l’elenco completo).

Una due-giorni che vede l’impegno di oltre 200 volontari di Protezione civile, formati con corsi ad hoc, al fianco delle istituzioni e del mondo della ricerca scientifica, nei punti informativi “Io non rischio” per sensibilizzare i cittadini sul rischio sismico e sul rischio alluvione. Fondamentale per la campagna è il ruolo attivo dei cittadini che possono informarsi e confrontarsi nelle piazze fisiche e digitali dove, con l’ausilio di contenuti interattivi e dirette streaming sui social media, si forniscono spunti e approfondimenti sui rischi e sui comportamenti utili da adottare per proteggere se stessi e l’ambiente in cui si vive.

“Abbiamo imparato in questa estate – dichiara l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi – quanto sia importante la risorsa idrica. Profonda è invece l’esperienza degli eventi alluvionali che, purtroppo, continuano ad affliggere il nostro Paese. Raggiungere un elevato grado di consapevolezza del rischio da parte di tutti i cittadini è fondamentale. Più riusciremo a diffondere la conoscenza e le buone pratiche, più le nostre comunità saranno in grado di prevenire ed affrontare i rischi a cui siamo inevitabilmente sottoposti. Ringrazio, a nome mio e del presidente Alberto Cirio, tutti coloro che ogni giorno prestano il loro servizio per il nostro Piemonte”.

Gli eventi in Piemonte possono essere seguiti sui canali social della Regione (Twitter: @protcivpie, @piemonteinforma e @regionepiemonte. Facebook @regione.piemonte.official; @urp.regionepiemonte. Instgram: @regionepiemonte.official)

 

Per fare un albero bastano 3500 bottiglie

L’8 dicembre 2022 sul Piazzale della Cappella dei Caduti di Alpignano (To) verrà allestita con il contributo dei borghi di Alpignano la casa di Babbo Natale con ad un abete costruito interamente con bottiglie di plastica.

L’Idea dell’abete fatto con bottiglie di plastica, per un’altezza massima di circa 4 metri vogliamo diventi un simbolo del percorso di rispetto e salvaguardia dell’ambiente.

Si chiederà ai Cittadini di Alpignano di contribuire alla realizzazione di questo albero portando bottiglie vuote in due centri di raccolta appositamente individuati.

L’iniziativa prende il nome di “Per fare un albero ci vogliono … 3500 bottiglie”.

La Pro Loco ha bisogno di tutti i cittadini alpignanesi! Dobbiamo raccogliere 3500 bottiglie di plastica da 1,5 litri pulite e con il tappo.

Realizzeremo un grande albero di Natale con queste bottiglie.

Un albero ecologico, rispettoso dell’ambiente, originale, coinvolgente.

Forza, ricicliamo insieme un po’ di plastica dandole nuova vita per Natale. !!!

PUNTI E ORARI DI RACCOLTA DAL LUNEDI’ Al VENERDI:

Studio Danza Visconi dalle 17.00 alle 19.30
Via Valdellatorre, 25, 10091 Alpignano TO

Asilo Nido “Don Minzoni” dalle 08.00 al e 18.00
Via Francesco Baracca, 14, 10091 Alpignano TO

‘Best Managed Company’, Marazzato compie 70 anni e fa tris

L’azienda ambientale italiana leader nelle soluzioni per il pianeta riceve per la terza volta consecutiva dal 2020 a oggi il prestigioso riconoscimento riservato alle imprese eccellenti.

Marazzato Soluzioni Ambientali Srl, società di punta del Gruppo Marazzato, holding partecipativa leader italiana dal 1952 a oggi nel settore ambientale e delle soluzioni per il pianeta, è stata nuovamente nominata nei giorni scorsi a Milano Best Managed Company, titolo giunto quest’anno alla sua quinta edizione.

Il marchio dall’elefantino con il naso all’insù, già insignitodel prestigioso riconoscimento nel 2020 e nel 2021, fa tris, essendo stata riconfermato con successo dalla rinomata agenzia mondiale di rating Deloitte.

Numerosi e degni di menzione i requisiti richiesti alle imprese – anche familiari – selezionate, tra cui avere sede legale in Italia, assenza di controllo da parte di gruppi multinazionali esteri e di procedure concorsuali tipiche (fallimento, concordato preventivo), esecutive e protesti, e possedere un fatturato superiore ai 10 milioni di euro.

Elementi significativi di primaria rilevanza, questi, valutati da una Giuria indipendente, composta da autorevoli esponenti della business community e del panorama accademico e istituzionale italiano, che ha provveduto a esaminare in profondità i profili delle società candidate. Premiando tra esse le migliori realtà distintesi per strategia, competenze e innovazione, impegno verso le persone e performances.

Ringraziamo ‘Deloitte’ per questo terzo, consecutivo riconoscimento, che assume un valore ancor più pregnante proprio nell’anno in cui celebriamo il nostro 70° anno dalla fondazione -dichiarano soddisfatti i fratelli Alberto, Luca e Davide Marazzato, terza generazione di imprenditori alla guida del player ambientale che porta il loro cognome, fondato nel dopoguerra dal nonno Lucillo e sviluppato dai genitori Carlo e Mara.

Ci apprestiamo a chiudere un 2022 denso di gradite soddisfazioni in termini di crescita e consolidamento, con una previsione di chiusura di ricavi pari a 70 milioni di euro. E l’orizzonte rivolto al potenziamento della divisione bonifiche, dei servizi ambientali, della valorizzazione di aspetti di responsabilità sociale e cultura d’impresa anche grazie alla nostra straordinaria collezione di mezzi storici del Novecento con cui puntiamo a incrementare l’interazione con il territorio in cui operiamo e che continua a portarci fortuna, hanno chiosato i manager, terza generazione di imprenditori alla guida dell’azienda che porta il loro cognome.

Iren sottoscrive con BBVA il primo Finanziamento Water Footprint in Italia

Iren, grazie al supporto di BBVA è la prima azienda italiana a sottoscrivere un finanziamento Water Footprint che rappresenta un ulteriore traguardo nell’ambito della finanza sostenibile a supporto dell’impegno per la transizione ecologica e per l’uso sostenibile della risorsa idrica.

La nuova linea di credito da 50 milioni di euro, della durata di 5 anni, è legata al raggiungimento di alcuni degli obiettivi di sostenibilità che sono parte integrante del Business Plan al 2030. In linea con il suo impegno a promuovere e proteggere le risorse idriche, Iren è particolarmente attiva nell’individuare e ridurre le perdite d’acqua dalla sua rete e nel sensibilizzare clienti e cittadini per incoraggiare il risparmio idrico. A questo proposito, nell’ambito del Business Plan al 2030, Iren ha pianificato significativi investimenti per rendere sempre più efficiente il servizio di distribuzione dell’acqua, riducendo i prelievi dall’ambiente e massimizzando l’efficienza della rete distributiva.
Il margine del finanziamento è legato a due indicatori chiave: (i) il prelievo di acqua, definito come il volume complessivo prelevato dall’ambiente per uso potabile e (ii) le perdite idriche, definite come il rapporto tra il volume totale delle perdite idriche reali e il volume totale in entrata nel sistema di acquedotto in un determinato anno. Per ogni indicatore sono stati fissati dei target, il cui raggiungimento o meno, comporterà una rimodulazione del margine finanziario. Gli indicatori scelti sono anche correlati a tre Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs): numero 6 (Acqua pulita e servizi igienici), numero 13 (Azione per il clima) e numero 14 (Vita sotto l’acqua).
Anna Tanganelli, Chief Financial Officer di Iren ha commentato: “La sottoscrizione di questa nuova linea di credito con BBVA, fondata su obiettivi concreti di sostenibilità, nasce dalla solidità del merito creditizio che ci riconosce il mercato e ha permesso a Iren di diversificare ulteriormente le proprie fonti di finanziamento. La nostra struttura finanziaria, che vede il 65% del debito totale di Iren composto da strumenti green e assimilati, dimostra quando sia solida la strategia di sostenibilità che rappresenta per Iren la base di tutti i progetti di crescita futura.”

I luoghi dell’abitare. Potenzialità, vulnerabilità e cura

 

Giornate nazionali lunedì 10 e martedì 11 ottobre

 

Il progetto innovativo di Chiese a porte aperte, il  centro  di restauro della Venaria Reale, la visita alla cappella della Sindone sono alcune delle <eccellenze> piemontesi  che verranno presentate ai convegnisti giunti a Torino da tutti l’Italia per partecipare alla due giorni promossa dall’Ufficio nazionale dei beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto in collaborazione con la Consulta regionale della Regione Piemonte e Valle d’Aosta e con l’Arcidiocesi di Torino. Le Giornate nazionali  si terranno  lunedì 10 e martedì 11 ottobre sui temi:   “I luoghi dell’abitare: paesaggio, territorio e comunità” e “la conservazione del patrimonio: dalla conoscenza alla manutenzione”.

Due i luoghi d’incontro, entrambi emblematici della ricchezza storica e artistica del patrimonio piemontese. Nella prima giornata l’appuntamento sarà al salone degli Svizzeri a Palazzo Reale di Torino. La seconda giornata si svolgerà nell’aula magna del centro Conservazione e Restauro della Venaria Reale (via XX Settembre 18 a Venaria Reale).

(foto di Mario Alesina)

A Torino ci si sposta sempre più in bici

È forte la crescita della mobilità attiva e della mobilità micro-elettrica in Piemonte e a Torino in particolare. A certificarlo sono questa volta i risultati del Giretto d’Italia – bike to work 2022, il campionato nazionale della ciclabilità urbana organizzato da Legambiente, Euromobility con la collaborazione con 36 amministrazioni comunali aderenti all’iniziativa.

Torino si è piazzata al terzo posto tra le 40 città campionate per il numero di monopattini e mezzi elettrici monitorati in sole due ore nella giornata del 16 settembre confermando come questi mezzi rappresentino ormai una reale pratica alternativa negli spostamenti urbani. Esponenziale poi l’aumento delle  persone che hanno effettuato lo spostamento casa-lavoro con bici e mezzi sostenibili: + 86% rispetto al 2021.

Verso l’autonomia energetica: quali sfide? La Regione fa il punto

“Verso l’autonomia energetica: quali sfide per le Regioni”, questo il titolo del convegno, moderato da Sandro Baraggioli, presidente di Confservizi Piemonte e Valle d’Aosta, organizzato da Regione Piemonte, che si è svolto  a Torino, presso Combo, e che ha visto la partecipazione dell’assessore all’energia di Regione Piemonte, Matteo Marnati, gli interventi dell’assessore all’Ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro e di Vesa Terävä, Capo Unità European Green Deal, Segretariato Generale della Commissione Europea, del  Direttore Ambiente Energia e Territorio di Regione Piemonte, Stefania Crotta e a seguire l’intervento del professor Fabrizio Pirri, del Politecnico di Torino e del Direttore Ambiente Energia e Territorio di Regione Piemonte, Stefania Crotta.

Obiettivo del convegno analizzare le politiche di investimento e declinare gli interventi possibili, con uno sguardo alle politiche europee.

«Oggi per noi è un momento molto importante – ha esordito l’assessore all’Energia e Innovazione della Regione Piemonte, Matteo Marnati – per delineare gli scenari, che ci mettono di fronte a sfide complesse, con gli obiettivi al 2030 e al 2050. Quando si parla di ambiente non ci si riferisce ad un unico ambito ma a qualcosa di complesso e complessivo. Dobbiamo trovare soluzioni che coniughino ambiente, economia e aspetto sociale, e per fare questo dobbiamo lavorare insieme. La tecnologia ha fatto passi da gigante, ma la transizione ecologica richiede tempo e lavoro di squadra. Dobbiamo dunque puntare sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico. Abbiamo una realtà industriale importante, siamo pronti con progetti e stiamo aspettando la pubblicazione dei decreti da parte del Governo. Fondamentale resta il confronto costruttivo con le altre regioni perché dalla collaborazione e dal confronto possono nascere nuove idee».

«La rivoluzione culturale avviata qualche anno fa è giunta all’apice del proprio moto e la sostenibilità ambientale è ormai alla base di qualsiasi decisone politica e amministrativa – ha dichiarato Fabio Scoccimarro, Assessore Protezione Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Il compito delle regioni deve essere proprio il coordinamento tra gli attori in campo e le categorie sociali. In questo senso il Friuli-Venezia Giulia ha messo in atto un programma di attività e iniziative con l’ambizioso obiettivo del raggiungimento della neutralità del Green Deal europeo con almeno 5 anni di anticipo rispetto al 2050. Ma questi obiettivi hanno bisogno della condivisione dei territori adiacenti, perché l’ambiente non conosce confini ed è per questo che prossimamente organizzeremo gli Stati Generali dello Sviluppo sostenibile dell’Alto Adriatico ed Europa Centrale al fine di avviare una sempre più forte collaborazione con gli stati e regioni vicine».

Le politiche energetiche dell’Unione Europea sono state delineate da Vesa Terävä, Capo Unità European Green Deal, Segretariato Generale della Commissione Europea, che ha illustrato le azioni messe in campo, dall’adozione della commissione europea del pacchetto “Fit for 55” al REPower Eu, ovvero il piano della Commissione Europea per risparmiare energia, produrre energia pulita, diversificare il nostro approvvigionamento energetico.

Una panoramica sul sistema energetico regionale e sulle principali politiche e azioni regionali è stata fatta dal Direttore Ambiente Energia e Territorio di Regione Piemonte, Stefania Crotta. I finanziamenti del Programma Regionale Fesr 21-27 ha come priorità la transizione ecologica e la resilienza, cui sono dedicati 435 milioni di euro di cui 263 milioni riguardano interventi di efficienza energetica e promozione dell’utilizzo di fonti rinnovabili a beneficio di soggetti pubblici e imprese. La sfida alla transizione ecologica richiede il raggiungimento di target connessi a obiettivi: promuovere l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas effetto serra; parimenti promuovere le energie rinnovabili, sviluppare sistemi, reti e impianti di stoccaggio energetici intelligenti al di fuori della rete transeuropea dell’energia, promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza. E ancora promuovere la transizione verso un’economia circolare ed efficiente sotto il profilo delle risorse e rafforzare la protezione e la preservazione della natura, la biodiversità e le infrastrutture verdi anche nelle aree urbane e ridurre tutte le forme di inquinamento.

Il professor Fabrizio Pirri docente presso il Politecnico di Torino e Direttore del Centro per le Tecnologie Sostenibili per il Futuro dell’Istituto Italiano di Tecnologia ha sottolineato che «la crescita della popolazione mondiale a oltre sette miliardi di persone ha aumentato il consumo di energia e ci ha portato ad un quasi esaurimento delle risorse naturali. Le tecnologie per la produzione di energia rinnovabile da sole, acqua e vento, per la produzione di idrogeno e di biocombustibili sono diventate strategiche per il futuro, soprattutto in un continente come l’Europa povero di materie prime. Queste tecnologie sono già ad un buon stadio di sviluppo nei laboratori di ricerca e in alcune aziende. Ci aspettiamo adesso uno sforzo congiunto di pubblico e privato per portare le soluzioni ad un livello sostenibile dal punto di vista economico per un ingresso massiccio sul mercato».

La giornata di lavori è proseguita con tre sessioni tematiche sui temi – “L’autonomia energetica nelle comunità sostenibili”, “L’idrogeno verde come driver della transizione energetica” e “La transizione energetica per la competitività del sistema produttivo”, sui quali si sono confrontati i vari portatori di interesse sia del mondo privato che delle istituzioni e della ricerca.

Ecco le startup a impatto ambientale e sociale

PRESENTAZIONE DEL REPORT 

Martedì 4 ottobre ore 17:30

Il team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM), con base al Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, presenterà gli aspetti essenziali della ricerca condotta sulle startup a significativo impatto sociale e ambientale in Italia.

L’evento si terrà su Zoommartedì 4 ottobre alle ore 17.30.

Il Report approfondisce aspetti quali il quadro giuridico aggiornato sulle Startup Innovative a significativo impatto sociale e ambientale (SIaVS, Società Benefit e B Corp), la loro crescita negli ultimi due anni, la distribuzione territoriale, i ricavi e il numero di dipendenti e gli esempi di maggior successo di startup a significativo impatto sociale e ambientale in Italia.

Sarà il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco ad aprire l’evento di presentazione del Report. Nella prima parte dell’evento il professore Paolo Landoni, direttore della Ricerca, professore di innovazione e imprenditorialità del Politecnico di Torino, Davide Vigliarolo, vicedirettore della ricerca, e Alessandro Laspia, vicedirettore della ricerca, presenteranno gli aspetti essenziali del Report, commentando le novità legislative e i dati emersi dall’analisi annuale delle startup a significativo impatto sociale e ambientale.

 

A seguire, alcuni imprenditori delle migliori startup, Nicolò Barbano, Head of Marketing di XFarm Technologies,  Paolo Cavallini, Finance Director di Energy Dome, e Michela Crivellente, Co-Founder e CEO di Bit Mobility, presenteranno le proprie aziende, i problemi che cercano di risolvere e le innovazioni apportate al proprio settore.

 

 

Per partecipare all’evento è necessario registrarsi qui: 

https://polito-it.zoom.us/webinar/register/WN_t–2rgYGSOu5CkMHszvbXw

 

Il Report pubblico sarà disponibile a partire dal giorno successivo all’evento e scaricabile gratuitamente a questo link: https://socialinnovationmonitor.com/report/

La ricerca è stata condotta dal team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM) e grazie al supporto di AshokaAssobenefitBTO ResearchFondazione Social Venture GDAgreenlanceInnovUpInstillaItalian Tech AllianceLenovysLifegate WayMolten Rock Digital Agency e Social Innovation Teams (SIT).

Per maggiori informazioni è possibile mandare un’e-mail a sim@polito.it