AMBIENTE- Pagina 56

Indennizzi agli agricoltori per danni causati da lupi

Aperto il bando della Regione Piemonte da 383 mila euro. Scadenza il 31 gennaio 2023

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha aperto il bando n. 3/2022, che conta su una dotazione finanziaria complessiva di 383.632 euro, a favore degli allevatori piemontesi di ovini, caprini, bovini, equini o altre specie di interesse zootecnico per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni da grandi carnivori selvatici al patrimonio zootecnico piemontese nel periodo tra l’ 1/09/2022 ed il 31/12/2022.

Il bando prevede anche aiuti agli apicoltori piemontesi censiti nella Banca dati nazionale e che non si sono avvalsi di copertura assicurativa.

Viene riconosciuto il risarcimento anche per i capi dispersi a seguito dell’evento predatorio se inseriti nel verbale Asl.

Il bando prevede il rimborso diretto agli allevatori che hanno denunciato la predazione, pari al 100% del valore commerciale del capo. Vengono inoltre riconosciuti i danni indiretti da predazione per le spese veterinarie e farmaceutiche per gli animali feriti; per la rimozione e smaltimento dei capi, per il risarcimento delle perdite di produzione.

“Questo è il terzo bando emesso dalla Regione nel corso dell’anno 2022 a sostegno degli allevatori piemontesi colpiti dalle predazioni del lupo – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa – Con 585 mila euro di contributi regionali complessivi abbiamo aperto un primo bando nel mese di maggio per il risarcimento diretto dei danni causati dal lupo, un secondo bando che scadrà a dicembre per i costi sostenuti in difesa del bestiame e questo ultimo bando sempre per indennizzi diretti da predazione da lupi, a chiusura della stagione del pascolo”.

Attraverso la legge regionale 1/2019, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, con Delibera di Giunta 25-4960 del 29 aprile 2022, ha messo a disposizione per il 2022 in totale 585 mila euro di contributi che hanno permesso l’apertura di tre bandi a sostegno dei costi per la difesa del bestiame e per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni da grandi carnivori al patrimonio zootecnico piemontese.

Il bando è pubblicato sul sito della Regione Piemonte: https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/difesa-bestiame-risarcimento-danni-predazioni-grandi-carnivori-bando-32022

Al tempo di fare legna nel bosco

Con la legna ci si scaldava cinque volte. La prima tagliando l’albero prescelto tra i tanti del  bosco; una seconda dopo l’abbattimento e la pulizia del tronco quando, sezionato a pezzi, lo si portava a casa; la terza e la quarta con la riduzione a sezioni più piccole utilizzando la sega circolare e il successivo colpo di scure sui ciocchi, spezzandoli in due parti.

Infine, ed era la quinta, quando veniva bruciata nella stufa che in tanti avevano in cucina, il vecchio putagé che serviva a riscaldare e a cuocere gli alimenti sulla piastra di ghisa arroventata o nel forno. Quello del “far legna” è stato un rito che veniva immancabilmente celebrato a scadenze fisse. Personalmente l’ho praticato dai sette fino ai venticinque anni, sulle pendici boscose del Mottarone tra Baveno e Oltrefiume. Mio padre sceglieva l’albero, assicurava una corda al tronco arrampicandosi in alto con l’agilità di un gatto allo scopo di così indirizzarne la direzione di caduta tendendo la fune, e poi s’iniziava il taglio al piede, con la sega e l’ascia. La motosega arrivò più tardi, sostituendo quella a mano che, in due veniva tirata con ritmo da una parte all’altra. Eseguito un taglio  abbastanza profondo da consentire l’oscillazione del tronco, si  accompagnava la caduta secondo l’orientamento stabilito. Una cosa facile a dirsi ma molto meno nella pratica poiché bastava un nonnulla per sbagliare, con il rischio di far danni e persino di farsi del male. Una volta a terra l’albero veniva privato dai rami a colpi di falcetto o, nei casi più ostici, di ascia. Le sezioni del tronco non superavano mai il metro e ottanta, secondo il diametro e il peso, per portarle a spalla fuori dal fitto della macchia. Un impegno tutt’altro che agevole, spesso molto faticoso quando capitava si dovere risalire una china. Raggiunto il sentiero ai margini della boscaglia, con un cuneo di ferro ben piantato  nel legno al quale era fissato un anello con una corda, i tronchi – uno alla volta – venivano trascinati  per quasi un chilometro fino all’altezza della strada. Se si potevano accatastare, una volta esauriti i viaggi, si trasportava il legname con un motocarro fino all’abitazione. Altrimenti, come accadeva più spesso, ci si caricava il tronco in spalla, bilanciandone bene il peso, e lo si portava così fino a casa per un altro buon chilometro.  Ogni giorno un paio di viaggi o anche tre. Poi, terminata questa fase che durava settimane e a volte qualche mese, in base al quantitativo e al tempo a disposizione, si passava ai successivi tagli e all’accatastamento prima dell’utilizzo finale del legno, accatastato e stagionato nella legnaia, come combustile. Non era propriamente una passeggiata di salute. Ricordo bene che un giorno rischiai il congelamento dei piedi. Era nevicato e la legna tagliata  andava portata fuori dal bosco prima che gelasse. Già così, bagnata, era pesantissima da sollevare;figurarsi se il freddo l’avesse chiusa in una morsa ghiacciata, saldando un tronco all’altro . Per non bagnarmi, stupidamente, avevo calzato  degli stivali di  gomma dal numero giusto, indossando delle calze per niente spesse. Faceva un freddo boia e non passò molto che iniziai a sentire un formicolio alle gambe e dolore ai piedi. Mio padre, impegnato con un tronco piuttosto grande, si accorse che qualcosa non andava guardandomi in volto. Ero pallido come un cencio e rimanevo fermo, immobile. Non avevo nemmeno la forza di lamentarmi. Non esitò un attimo e, sollevatomi di peso, mi portò ai margini del bosco nella vicina abitazione del vecchio Salvatore dove la moglie, una arzilla donnetta calabrese, mi fece accomodare in cucina davanti al camino. Mi tolse delicatamente gli stivali e le calze, frizionandomi entrambi i piedi a lungo con della sugna, il grasso del maiale non lavorato, con il quale un tempo s’ingrassavano gli scarponi. A poco a poco il sangue tornò a circolare regolarmente e io recuperai la sensibilità. Da quel giorno, facendo tesoro dell’esperienza, evitai di infilarmi stivali da pioggia per stare a lungo nella neve. Sul taglio della legna influivano anche le fasi della luna che suggerivano regole e buone pratiche. La legna da ardere andava tagliata d’inverno, da novembre in poi, solo in luna calante. Desiderando un bosco sano e forte, era ancor meglio anticipare il taglio a ottobre, in luna crescente. Disboscando in quel periodo la macchia si rigenera rapidamente ma la legna pesa di meno e chi faceva il mestiere del boscaiolo storceva il naso, sostenendo che con meno peso c’era meno guadagno. Per il legname da opera, evitando che marcisse sotto le intemperie, il taglio era consigliato, indipendentemente dalla luna, negli ultimi giorni di marzo. Una scelta che l’avrebbe reso quasi impermeabile. Il legno necessario per una baita non poteva essere scelto a caso: tagliato d’inverno, in luna calante, per durare a lungo. La stessa linea di crescita di un albero è sempre stata importante e ci sono differenze anche se tutti gli alberi crescono in verticale. L’andatura di crescita può salire diritta ma anche girare a destra o a sinistra. Se si vuol lavorare il legno per delle scandole o una grondaia, occorre lasciar perdere quello dalla corteccia che si avvita: prima o poi si torcerà. Gli stessi fulmini scelgono gli alberi dove cadere. Mai su quelli ad andatura dritta, sempre su quelli che “girano” tant’è che la lésna, come chiamiamo noi la saetta, provoca uno squarciamento che scende giù a spirale, dalla cima al piede. Se un albero soffre e stende a fogliare, bisogna mozzargli subito la cima in luna piena. Se si è attenti, svelti e non è troppo compromesso, si riprenderà mentre con certe lune anche il solo taglio di un ramo potrebbe essere esiziale e condurre la pianta a morte certa. Tutto ciò a conferma di quanto insegnava Mario Rigoni Stern quando sosteneva che il bosco ideale non è quello lasciato alla crescita spontanea e disordinata, quanto piuttosto quello coltivato dalla mano dell’uomo. Scriveva nel suo Arboreto salvatico (Einaudi,Torino,1991): “Si sa che la migliore foresta, la più utile all’uomo sotto ogni aspetto, non è la foresta vergine o quella abbandonata a se stessa, ma quella mista, disetanea e coltivata. Lo dicono da tempo l’esperienza e gli studiosi che tutta la vita hanno dedicato al bosco; e per coltivarlo, per avere i benefici, bisogna appunto tagliare o agevolare lo sviluppo. La foresta ci deve dare legname da opera e da carta, legna per riscaldarci. E anche alberi di natale per ricordare il ritorno del Sole e la nascita di Cristo”. Arboreto salvatico è un catalogo di venti piante in cui mito, credenze religiose e popolari, conoscenze scientifiche, testimonianze storiche, descrizioni paesaggistiche si stratificano e si intrecciano ai ricordi personali del grande vecchio dell’altipiano di Asiago. Leggendolo si comprende quanto l’uomo si sia servito degli alberi, portandone grande rispetto, ammirandone la bellezza e sfruttandone con criterio i tanti utilizzi. Chi ha frequentato i boschi e “fatto legna” può ben comprendere la lezione di Rigoni Stern e impegnarsi a fare farne un arboreto “salvatico”, scegliendo – con un utilizzo ragionevole –  di salvare insieme agli alberi anche se stesso.

Marco Travaglini

Misure antismog, da sabato 3 dicembre torna il livello bianco con le sole limitazioni strutturali

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Secondo i dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte, da sabato 3 dicembre e fino a lunedì 5 dicembre 2022 compreso (prossimo giorno di controllo), entrerà in vigore il livello 0 (bianco) con le sole misure strutturali di limitazione del traffico previste del semaforo antismog.

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina http://www.comune.torino.it/emergenzaambientale/

 

 Iren: clima in azione, transizione giusta. Premiate le 10 migliori tesi su temi ESG

Risorse circolari, persone e rispetto, le  sfide più urgenti per il 2023

 

 Concretizzare gli impegni per il clima, agire per accelerare la transizione giusta, accrescere la circolarità delle risorse e coinvolgere la supply-chain per lo sviluppo sostenibile. Sono queste le 4 priorità ritenute più urgenti e strategiche per supportare lo sviluppo sostenibile nel 2023.

Coinvolti durante la giornata esperti nazionali ed internazionali del mondo delle imprese, della finanza e della ricerca universitaria e scientifica che hanno selezionato le 4 priorità tra le 12 sfide in linea con l’Agenda 2030 proposte da Iren.

Ad aprire i lavori, il Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava, il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il Sindaco di Genova Marco Bucci, insieme a Luca Dal Fabbro, Presidente Iren e Gianni Vittorio Armani, Amministratore Delegato Iren.

Le dodici sfide presentate, identificate con il supporto di ETicaNews, rappresentano un manifesto che punta a ribadire quanto sia fondamentale il contributo di imprese, istituzioni e ricerca per agire concretamente sull’ambiente e sul clima, sulle comunità locali e sul territorio, creando una nuova cultura condivisa, basata sull’innovazione.

Tra i temi al centro dei lavori, l’economia circolare e l’attenzione alle risorse naturali, la valorizzazione del capitale umano, la maggiore inclusione dei giovani e dei talenti, l’importanza di dotarsi di indicatori misurabili che evidenzino l’efficacia delle scelte intraprese, alla luce di una concezione di sostenibilità intesa come un reale strumento competitivo.

L’evento è stato inoltre la tappa conclusiva del Premio ESG Challenge IREN 2023: Iren ha selezionato le 10 migliori tesi che si sono distinte sul tema della sostenibilità e delle sfide ambientali, sociali e di governance, realizzate da studenti laureandi, laureati, dottorandi o dottori di ricerca.

Sono state quasi 240 le tesi ricevute dalle Università italiane e dall’estero, che dimostrano la rilevanza di un’iniziativa come quella promossa da Iren, per la necessità di favorire la vicinanza e la collaborazione tra il mondo della formazione e della ricerca e gli operatori economico-finanziari.

In particolare, gli elaborati pervenuti si suddividono in 27 tesi di dottorato, 65 di Laurea triennale, 140 di Magistrale o Specialistica e 2 provenienti da Master. Sono state, invece, 29 le tesi che hanno sviluppato una interrelazione tra i temi Environmental, Social e Governance, il 10% del totale.

Le 10 tesi vincitrici sono state premiate con un contributo di mille euro.

 

TESI VINCITRICI

Andrea Costantino – Dottorato di Ricerca – Politecnico di Torino

Improving Climate Control and Energy Performance in Greenhouses and Livestock Houses: Modeling Advances and Experimental Results

Anja Pejovic – Laurea Magistrale – Politecnico di Torino

Microclimate mitigation analysis and design tools: Case study of controviali in Turin

Francesco Barracco – Laurea Magistrale – Politecnico di Torino

Climate and Finance: a multifaceted relationship. E3CI: a potentially useful instrument to address climate physical risks and the related financial impacts

Ariella Inglese – Laurea – Università di Bologna

Analisi di sostenibilità energetica e ambientale nella produzione innovativa di vetro da ceneri leggere

Camilla Forgione – Laurea – UNIMORE – Università degli studi di Modena e Reggio Emilia

Studio computazionale delle proprietà elettroniche di strutture cristalline per il catodo LixNiO2

Francesco Pilato – Laurea – Università di Parma

La produzione di carne coltivata su vasta scala e il suo impatto ambientale: una promessa per il futuro?

Laura Faccani – Dottorato di ricerca – Università di Parma

Nano-photocatalysts:design up-scale and characterization models

Isabella Fausti – Laurea – Università Bocconi di Milano

Which ESG initiatives affect financial performance? Assessing the impact of ESG dimensions and decarbonization targets on enterprises 

Marta Barbesino – Laurea Università Carlo Cattaneo LIUC – Castellanza

Integrated Reporting & Ownership Structure: does the presence of sustainable investors impact the quality of integrated reporting?

Elisabetta d’Harmant Francois – Laurea Campus Biomedico Roma

Analisi di un impianto di solar cooling ad assorbimento per la refrigerazione in paesi in via di sviluppo

 

La “fotografia” sulla sostenibilità di Settimo Torinese

 

Presentato il Rapporto 2021 della Rete dei Comuni Sostenibili

Settimo Torinese è all’avanguardia per gli strumenti di pianificazione e vede i dati in miglioramento,

con il 70% degli indicatori con tendenza positiva

La presentazione del Rapporto 2021. Da sinistra: Valerio Lucciarini De Vincenzi (presidente della Rete dei Comuni Sostenibili),

Elena Piastra (Sindaca), Alessandro Raso (assessore all’ambiente), Giulia De Grandi (ALI Piemonte).

Presentato il Rapporto 2021 della Rete dei Comuni Sostenibili dedicato a Settimo Torinese, una fotografia dinamica della sostenibilità del Comune, con uno sguardo ad ampio spettro sugli obiettivi dell’Agenda 2030 e quindi su ambiente, politiche sociali, innovazione, servizi.

 

Il Rapporto è stato realizzato dalla Rete dei Comuni sostenibili, un’organizzazione promossa da ALI (la lega delle Autonomie Locali Italiane) a cui il Comune di Settimo ha scelto di aderire per agevolare un percorso di sviluppo della Città in termini di vivibilità, funzionalità, efficienza ed equilibrio ambientale.

La Rete, analizzando i dati forniti dal Comune e non solo, ha stilato un report che quantifica oltre 70 indicatori e che descrive e valuta le politiche messe in campo in numerosi campi di intervento. «Si tratta di uno strumento utile per capire dove facciamo bene, dove possiamo migliorare, dove concentrare sforzi e investimenti – spiega la sindaca Elena Piastra – L’obiettivo finale è mettere in atto politiche focalizzate alla sostenibilità, da non intendersi soltanto nella sua accezione “ambientale” ma con uno sguardo a 360° sui servizi».

La Rete tiene conto, ad esempio, delle politiche di tutela del territorio, dell’andamento demografico, dell’accessibilità ai servizi pubblici come asili nido e misure di sostegno sociale, eccetera. Lo fa a partire dagli obiettivi dell’Agenda 2030 promossa dalle Nazioni Unite.

 

I dati del report su Settimo fanno riferimento al biennio 2019-20 e indicano anche una tendenza nel breve termine, che può essere di miglioramento o di peggioramento.

Dal punto di vista ambientale, significativi sono l’aumento delle colonnine di ricarica per auto elettriche, l’aumento della raccolta differenziata dal 47% al 61%, l’incremento del 15% di disponibilità di aree pedonali per abitante, l’incremento delle piantumazioni di nuovi alberi.

Sul fronte economico, ma anche da quello dell’efficienza della macchina comunale, si segnala la drastica riduzione dei tempi di pagamento delle fatture, in pochi anni da 30 giorni di ritardo a 10 giorni di anticipo rispetto alla scadenza, una forma di attenzione e vicinanza al tessuto economico della città.

Dal punto di vista dell’innovazione digitale, importante la quantità di servizi di pagamento inclusi nella app PagoPa, oltre ad aver avviato l’iter per un vero e proprio piano per la transizione al digitale del Comune.

In merito agli strumenti di pianificazione, Settimo si distingue per aver anticipato di molti anni una tendenza che più recentemente è stata considerata da tanti comuni; per esempio già dal 1987 il comune si è dotato di un Piano per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche e dal 2002 di un Master Plan per il Verde Urbano.

In sintesi, il 68% degli indicatori quantitativi su materie di competenza del comune ha visto negli ultimi cinque anni una tendenza al miglioramento. Un dato sopra la media nazionale. Percentuale che supera il 70% se si considera la tendenza tra il 2019 e il 2020: in una fase di profonda difficoltà derivante dall’emergenza pandemica, Settimo ha saputo reagire, ottenendo risultati eccellenti.

 

«I dati, come sempre, vanno interpretati – aggiunge l’assessore all’ambiente del Comune di Settimo Torinese Alessandro RasoCi sono elementi su cui siamo forti, per esempio la quota di verde pubblico (80 metri quadri per abitante), la presenza di aree gioco per bambini (44 metri quadri per bambino), il basso consumo di suolo, la presenza di aree pedonali e di piste ciclabili. Anche sui servizi abbiamo conseguito buoni risultati, per esempio sull’assistenza agli anziani e ai disabili, su cui abbiamo anche prospettive di crescita nel breve periodo. Altri dati sono meno positivi, segno che dobbiamo concentrare gli sforzi su questi settori: penso ad esempio alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici, su cui stiamo già lavorando, o all’organico della polizia municipale che va incrementato (anche se nell’ultimo anno abbiamo assunto 11 agenti, che nei report si vedranno nei prossimi anni)».

 

«Settimo Torinese è stato tra i primi comuni a decidere di farsi monitorare – aggiunge Maurizio Gazzarri redattore del Rapporto e Responsabile analisi e sviluppo del monitoraggio della Retee già questo è un elemento significativo. Sindaco, Giunta e tecnici comunali si sono messi a disposizione e hanno collaborato in modo importante. Settimo emerge come un comune d’eccellenza su tantissimi aspetti relativi alla sostenibilità e ha saputo con efficacia contrastare gli effetti negativi della fase pandemica e della crisi economica».

 

Valerio Lucciarini De Vincenzi Presidente della Rete dei Comuni Sostenibili sottolinea che “Il Rapporto è uno strumento importante che permette ai Comuni di misurare le loro azioni. I risultati ottenuti da Settimo Torinese evidenziano come sia importante avere un termine di confronto che aiuti a tracciare la rotta verso la sostenibilità e gli obiettivi dell’Agenda 2030. Da questo punto di vista il lavoro della Rete diventa strategico e permette, grazie al lavoro diffuso sul tutto il territorio nazionale, di restituire una visione sia locale sia nazionale”.

 

«Questa fotografia è molto importante per noi – conclude la Sindaca di Settimo Torinese Elena PiastraCi dà un metodo di lavoro, qualifica l’attività amministrativa utilizzando parametri oggettivi e soprattutto ci aiuta nell’indirizzare le nostre scelte per costruire una Città attenta ai bisogni delle persone, lungimirante, vivibile e ovviamente sostenibile. È una scelta di programmazione che punta a favorire la massima trasparenza con i cittadini delle scelte amministrative».

 

 

A Bardonecchia Alberto Re racconta la sua storia di guida alpina

“Orizzonte Montagne – Una vita da guida alpina”. E’ il titolo del primo libro di Alberto Re, storica guida alpina di Bardonecchia, che sarà presentato nel corso di una serata evento, il prossimo 9 dicembre al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, alle 20,45.

Il libro, ultimo titolo della prestigiosa collana “I Licheni”, edizioni Priuli & Verlucca, ripercorre la carriera di alpinista di Alberto Re, prima guida alpina a condurre un gruppo di scialpinisti oltre i 7000 metri del Trisul nel 1978 ed a scalare in cordata con due clienti il Gasherbrum II, uno dei 14 Ottomila della Terra.

 

Attraverso il racconto di episodi tra i più significativi della sua vita alpinistica, è diventato Guida Alpina nel 1974 ed è stato presidente delle Guide Alpine del Piemonte dal 1990 al 2009 e a capo del Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane dal 1997 al 2003, Alberto Re racconta oltre mezzo secolo di avventure, prime ascensioni e viaggi esplorativi, che lo hanno portato un po’ ovunque nel mondo, dal Polo Nord al Sud America, dal Sahara alla Namibia, dalla Spagna alla Russia, dall’India all’Iran, in un percorso che ha scritto importanti pagine dell’alpinismo moderno. Un percorso sempre fatto con “entusiasmo”, la parola che forse ricorre di più nelle oltre 700 pagine del libro, con curiosità ed umanità.

 

Nel corso della serata al Palazzo delle Feste, Alberto Re sarà intervistato da Pietro Giglio, giornalista professionista, a sua volta guida alpina.

 

L’evento proseguirà poi con la proiezione del film documentario “Alberto Re – biografia di una guida alpina”, realizzato da Riccardo Topazio.

 

Torino Carbon Free Per una città libera dal fossile

Dibattito con enti e istituzioni per l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri su come decarbonizzare Torino, organizzato dall’Osservatorio Civico per il Clima 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

Mercoledì 30/11, dalle 21 alle 22.30

Presso Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino

corso Francia 8, Torino

 

Mercoledì 30 novembre alle 21, si terrà l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri “Torino Carbon Free. Per una città libera dal fossile”, organizzato dall’Osservatorio Civico per il Clima e aperti alla cittadinanza, che ha visto per cinque serate esperti ed esperte intervenire sui diversi temi della decarbonizzazione: trasporti, edifici, produzione dell’energia, industria, agricoltura e rifiuti.

 

L’ultimo appuntamento sarà un incontro – dibattito su decarbonizzare Torino con Chiara Foglietta, Assessora alla Transizione Energetica Comune di Torino, Serena Lancione, Amministratrice Delegata Gtt, Alberto Anfossi, EU Mission Board for Climate-Neutral and Smart Cities Mission, Giuseppe Bergesio, AD di IREN Energia, Gianluca Riu, Amministratore Delegato Amiat

 

Gli incontri precedenti sono stati registrati e sono disponibili sul canale YouTube dell’Osservatorio: https://www.youtube.com/@osservatorioclimatorino2942

 

L’Osservatorio Civico per il Clima è composto da oltre 30 organizzazioni della società civile torinese e costituito con l’obiettivo di monitorare, formare e avanzare proposte per decarbonizzare la città, propone il ciclo di Gli incontri si svolgeranno presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino (corso Francia 8, Torino), che ha patrocinato l’evento.

Limitazioni alla circolazione veicolare: da martedi 29 novembre attivo il livello 1

LA CITTÀ DI TORINO INFORMA:

 

1 In aggiunta alle limitazioni strutturali, fermi dalle 8 alle 19: i veicoli Diesel Euro 5 per il trasporto di persone.


Lo stop riguarda anche i veicoli che hanno attivato il Move In.

Il dettaglio delle limitazioni nella pagina dedicata che contiene anche tutte le misure per il miglioramento della qualità dell’aria.
Sul sito di Arpa i dati giornalieri di particolato PM10

Il Piemonte, una regione fotovoltaica. In testa alla classifica nazionale per produzione di energia

Ricerca Aceper

L’assessore regionale all’Energia, Matteo Marnati: «Questo dimostra la grande capacità della nostra Regione di investire in fotovoltaico. Siamo solo all’inizio di un percorso che ci porterà a triplicare questo dato entro il 2030»

Secondo i dati emersi da una ricerca fatta da Aceper (Associazione dei consumatori e produttori di energie rinnovabili) su un campione di oltre 5mila impianti fotovoltaici situati in 17 regioni italiane, il Piemonte risulta al primo posto della classifica per produzione di energia da fotovoltaico, terza per “virtuosità”, ovvero per il rapporto tra energia effettivamente prodotta e energia attesa in termini di produzione.

«Un risultato che fotografa una realtà già improntata allo sviluppo delle fonti rinnovabili, che sarà ulteriormente implementato dalle azioni che, come Regione Piemonte, abbiamo avviato per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2030 – commenta l’assessore regionale all’Ambiente e Energia Matteo Marnati – A partire dall’approvazione, il 15 marzo scorso, del nostro Piano Energetico Ambientale Regionale articolato su quattro direttrici fondamentali: sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, riduzione dei consumi energetici, sviluppo della green economy e definitiva affermazione di un modello di generazione distribuita, che favorirà in particolare lo sviluppo delle comunità energetiche». «Un modello – aggiunge l’assessore – che consentirà, in parallelo al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030, anche per raggiungere il più possibile l’autonomia energetica».

Proprio le comunità energetiche sono un punto di forza della politica regionale: il Piemonte è stata la prima regione ad avviare questa esperienza, con l’approvazione, prima regione in Italia, di una legge regionale dedicata. Dal dicembre 2020 sono infatti in vigore disposizioni e incentivi per sviluppare i sistemi collettivi di autoconsumo da fonti rinnovabili e attualmente le comunità energetiche sono sperimentate con successo in 4 aree della regione.

«In attesa dell’uscita del decreto per la costituzione delle comunità energetiche – conclude l’assessore – questo dato dimostra dunque la grande capacità della nostra Regione di investire in fotovoltaico: siamo solo all’inizio di un percorso che ci porterà a triplicare questo dato entro il 2030».

 

La montagna piemontese punta sul turismo Green. In arrivo i fondi regionali

ARRIVANO E-BIKE E COLONNINE DI RICARICA

Contributi a fondo perduto fino a 50.000 euro per albergatori e strutture ricettive

Sei milioni in palio: bando aperto dal 28 novembre fino ad esaurimento delle risorse

Poggio: «Sfruttiamo momento della ripresa per guadagnare competitività»

Sei milioni stanziati con un bando dalla Regione serviranno ad albergatori e operatori della ricezione per dotarsi di colonnine di ricarica, biciclette elettriche, impianti a basso consumo e arredi per B&B, ostelli, hotel, e strutture turistiche con contributi a fondo perduto che variano da 30.000 a 50.000 euro. «Risorse determinanti per sostenere le imprese che per guadagnarecompetitività sui mercati possono contare sul sostegno pubblico»ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio. Il turismo outdoor secondo l’ultimo report di ottobre dell’osservatorio regionale segnala una tendenza in crescita con le attività green e passeggiate tra le più gettonate: chi ha trascorso una vacanza in Piemonte si è dedicato infatti ad attività all’aria aperta e all’enogastronomia più del dato medio italiano.

La seconda linea di intervento è rivolta all’efficientamento energetico, fattore chiave per mantenere inalterati i servizi ma con un minore impatto sulle bollette per imprese e consumatori. In questo caso la Regione finanzierà progetti fino a 45.000 euro per l’efficientamento e 100.000 per le opere di miglioramento dell’accoglienza.

Lunedì 28 novembre 2022 sarà pubblicato l’avviso online sul sito istituzionale della Regione nella sezione bandi dove sarannopresenti i termini e le condizioni di partecipazione. La gara resterà aperta fino ad esaurimento delle risorse.