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A Palazzo Madama: CHANGE! Ieri, oggi, domani. Il Po

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino presenta una mostra che, insieme a un amplissimo progetto territoriale, intende approfondire il tema della crisi climatica, offrendo una visione sinottica dei cambiamenti millenari lungo il percorso del fiume Po, paradigma di quanto sta avvenendo su scala mondiale.

 

Il progetto nasce in dialogo con l’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino e dalla collaborazione tra Palazzo Madama e fondamentali partner nazionali, da sempre impegnati sui temi della conservazione e tutela ambientale, in primis l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO) e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po) insieme alle Riserve della Biosfera del Po, oggi unite nella Riserva MaB UNESCO Po Grande. Accanto a essi gli interpreti torinesi, dal Politecnico di Torino all’Università degli Studi di Torino, allo European Research Institute che quotidianamente portano avanti la ricerca e lo studio del Po e dell’acqua in generale da prospettive disciplinari diverse, e con la media partnership di Rai Radio3.

 

Affrontando i temi essenziali del cambiamento climatico in un’esposizione che intesse un racconto visivo tutto sviluppato nell’interazione tra grande pittura e fotografia, illustrazione e infografica capaci di narrare il paesaggio italiano nella sua complessità e articolazione, dalle Alpi al mare, il progetto espositivo punta l’attenzione sul tema dell’acqua e in particolare sul nostro Grande Fiume, che da millenni determina il paesaggio e la vita della popolazione, è via di comunicazione ma anche supporto essenziale per le attività agricole e industriali, ed esplora le conseguenze e analizza le potenziali soluzioni messe in atto sul territorio dai diversi enti di ricerca e di tutela del Po.

652 chilometri di lunghezza, 141 affluenti, quasi 87.000 chilometri quadrati di bacino idrografico, 19.850.000 di abitanti, il 37% della produzione agricola italiana, il 55% dell’industria zootecnica nazionale: il Po e il bacino padano, dove si produce il 40% del PIL nazionale, costituiscono una delle aree con la più alta concentrazione di popolazione, industrie e attività commerciali a livello europeo.

Questo incredibile sviluppo è stato reso possibile grazie alla storica stabilità e abbondanza della portata delle acque del maggior fiume d’Italia, che provengono da innumerevoli fonti e processi naturali diversificati – sorgenti montane, fusione nivale, ghiacciai, grandi laghi e risorgive di pianura – ma che negli ultimi decenni hanno visto un significativo mutamento, portando a un fenomeno di crisi che si sta verificando ovunque a livello globale.

Proprio per le sue peculiarità e per il suo portato di memoria, di stratificazione storica e di paesaggi, il Po – romano e pagano, bizantino e longobardo, feudale e delle signorie, delle campagne e delle città, romantico, agricolo, industriale, turistico e cinematografico – è capace di restituire in maniera emblematica e chiaramente percepibile la crisi climatica e i suoi effetti: la fisionomia del pianeta sta cambiando più rapidamente di quanto abbia fatto negli ultimi millenni ed è ormai dimostrato il ruolo che gli esseri umani hanno esercitato in questo processo.

La mostra Change! ha l’obiettivo di descrivere questi cambiamenti, offrendo occasioni di riflessione sulla crisi e sui possibili scenari di adattamento ad essa, ma anche di esortare all’azione e alla presa di coscienza: è tempo di agire.

Dal forte impatto scenografico ed emotivo, grazie al progetto allestitivo di Emilio Alberti e Mauro Zocchetta, la mostra si apre con una formidabile installazione capace di proiettare al paesaggio di dieci milioni di anni or sono, poi narrato tramite il mondo dei fossili, stupefacenti cartografie storiche, infografiche e illustrazioni originali realizzate da Jacopo Rosati, avviando un racconto sulla nascita, storia ed evoluzione del Bacino Padano prima e del Po a seguire, con un focus sui cambiamenti caratterizzati da un andamento secolare e da un’improvvisa accelerazione durante l’Antropocene, la nostra era.

La seconda sezione illustra la vita naturale e il lavoro umano nell’area del bacino del Po attraverso fotografie e dipinti di grandi artisti in parte provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Torino, così da sottolineare l’eccezionalità non solo del patrimonio della GAM e di Palazzo Madama, ma anche i fondi storici dell’Archivio Fotografico: olii, acquerelli, acqueforti e tempere di Giovanni Michele Graneri, Jean Louis Daudet, Giuseppe Pietro Bagetti, Antonio Fontanesi, Carlo Pittara, Giuseppe Pellizza da Volpedo e altri grandi artisti saranno accostati a fotografie di maestri quali Vittorio Sella, Mario Gabinio, Riccardo Moncalvo, Franco Fontana, Mimmo Jodice e Bruna Biamino, per restituire frammenti di vita quotidiana, tradizioni, le attività e le relazioni delle persone che vivono lungo le sponde del fiume Po, oltre che tratteggiare i paesaggi padani attraverso i secoli.

All’Antropocene è dedicata invece la terza sezione. Attorno al 1950 l’emissione di grandi quantitativi di gas serra inverte il processo di neoglaciazione, generando una fase di riscaldamento climatico a matrice antropica, che è quanto l’attuale siccità del Po racconta: la diminuzione della sua portata, causata dall’assottigliamento dei ghiacciai alpini, causa una diminuzione dell’acqua che arriva al Delta.

Il racconto per immagini operato da Mondoserie.it è un esempio cristallino del modo in cui l’uomo ha in origine guardato alla Terra e di come questo sguardo sia diventato progressivamente meno lungimirante, fino a perdere di vista l’orizzonte complessivo che però ora si palesa con eventi dirompenti.

Le secche del Po sono il sintomo locale di un problema planetario, quello della riduzione dei ghiacciai e delle calotte polari, raccontato in mostra attraverso immagini satellitari che mostrano la mappa del bacino idrografico del Po, con le centinaia di venature azzurre che scendono dalle vallate alpine e appenniniche per poi riunirsi e dare forma, nella pianura padana, alla grande traccia blu del Po che sfocia nell’Adriatico. Un reticolo idrografico che appare come un insieme di “vasi sanguigni” che assicurano al territorio la linfa vitale dell’elemento acqueo, necessario per la sopravvivenza stessa del mondo vegetale e animale, e che, negli ultimi anni, ha subito mutamenti radicali: in alcuni periodi dell’anno il grande letto del fiume è ridotto a cumuli di ghiaia e sabbia, colonizzato da cespugli e giovani piante, gli affluenti sono in secca e il delicato ecosistema del Delta è messo a rischio dalla risalita del cuneo salino.

La siccità italiana è però un caso unico, perché deriva da uno dei tanti paradossi che caratterizzano il nostro Paese: nonostante l’Italia sia il quinto in Europa per quantità di precipitazioni dopo Croazia, Irlanda, Austria e Slovenia, siamo quello che immagazzina meno acqua in assoluto, poiché non riusciamo a stoccarla.

Di fronte a questo scenario è necessario immaginare soluzioni nuove: la mitigazione e l’adattamento devono prevedere non solo azioni che contribuiscano a ridurre la vulnerabilità degli esseri umani agli impatti attuali (o previsti) dei cambiamenti climatici, come i fenomeni meteorologici estremi e l’innalzamento del livello del mare, ma anche nuovi protocolli agricoli che garantiscano la sicurezza alimentare e suppliscano alla perdita di biodiversità, nonché la produzione e l’approvvigionamento di energia da fonti alternative a quelle esistenti, ponendo nuove basi per una più equilibrata relazione fra uomo e natura.

Le immagini di Adaptation.it invitano a riscoprire la capacità di correggere i propri errori, di mitigarli appunto, e la possibilità per l’uomo di esplorare nuove soluzioni dando spazio alla sua incredibile abilità nell’adattarsi a situazioni nuove, impreviste e spesso anche sfavorevoli, sfruttando inventiva, tradizione e semplice buon senso.

La mostra Change! si inserisce in un più ampio progetto che Palazzo Madama dedica per tutto il 2024 ai temi dei diritti dei popoli e dell’autodeterminazione, del clima e dell’Europa e rappresenta l’acme di una riflessione avviata ad aprile con la Planet Week insieme alla World Bank in occasione del G7 Clima, Energia e Ambiente e sviluppata attraverso la mostra Max Pinckers. State of Emergency e che vedrà attivarsi una esposizione collaterale Memorie d’acqua. Parole e immagini a cura dell’Atlante Linguistico Italiano; cicli di conferenze e convegni internazionali organizzati dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, dall’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino, insieme a un fitto programma di attività, workshop, laboratori e giornate a tariffa ridotta che coinvolgeranno l’intera cittadinanza, nella riscoperta e protezione della grande arteria d’acqua.

La mostra, curata da Tiziana CasertaAnna La Ferla e Giovanni C.F. Villa, sarà accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, con contributi – fra gli altri – di studiosi dell’Università degli Studi di Torino, dell’Università degli Studi di Bergamo, del Politecnico di Torino, del Politecnico di Milano, dell’ENEA, di Slow Food, di Adaptation.it e di Mondoserie.it

 

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

Sala Senato

Piazza Castello – Torino

 

27 giugno 2024 – 13 gennaio 2025

 

INFO UTILI:

 

SEDE ESPOSITIVA E DATE Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica. Piazza Castello, Torino

27 giugno 2024 – 13 gennaio 2025

ORARI Lunedì e da mercoledì a domenica: 10 – 18. Martedì chiuso
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
BIGLIETTI intero € 12,00 | ridotto € 10,00

Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte card

INFORMAZIONI palazzomadama@fondazionetorinomusei.it   – t. 011 4433501                 www.palazzomadamatorino.it

 

A settembre World Plogging Championship 

Correre raccogliendo i rifiuti abbandonati che si incontrano lungo il percorso, facendo incetta di residui del cosiddetto fenomeno del “littering”, ovvero la dispersione nell’ambiente di piccoli (e a volte grandi) rifiuti. Si tratta del plogging, una disciplina che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede tra gli appassionati di running e trail running e che l’istituzione del World Plogging Championship ha trasformato in una vera e propria competizione internazionale, con atleti provenienti da ogni parte del mondo.

PH Stefano Jeantet – World Plogging Championship

La quarta edizione del World Plogging Championship si terrà dal 27 al 29 settembre 2024 nei boschi della Val Gandino, nella media Val Seriana in provincia di Bergamo. La tradizionale cerimonia di inaugurazione, in programma venerdì 27 settembre, sarà seguita dal briefing pre-gara in cui si sveleranno gli ultimi dettagli sul territorio destinato alla sfida. Il giorno successivo, sabato 28, gli atleti che avranno superato le prove di qualifica nel corso dell’anno 2024 si confronteranno in una competizione di trail plogging della durata massima di sei ore sui sentieri della Val Gandino.

 

È l’algoritmo che decide il mondiale

Una notte per fare il conteggio di quanti e quali rifiuti gli atleti avranno raccolto, a cui sommare la distanza e il dislivello di percorrenza: tutti i dati verranno elaborati da un collaudato algoritmo che decreterà il campione e la campionessa mondiali di plogging 2024. A mettere in palio il titolo iridato saranno l’italiana Elena Canuto e lo spagnolo Manuel Jesús Ortega García, che vinsero il mondiale lo scorso anno a Genova, edizione (con oltre 80 atleti in rappresentanza di 16 nazioni) passata alla storia perché i plogger in gara hanno recuperato un totale di 3.000 kg di rifiuti abbandonati, di cui il 71% è stato differenziato e avviato al riciclo. La domenica 29 settembre non si terranno solo le premiazioni, ma in programma c’è anche la prima edizione della gara di Urban Plogging che si svolgerà a Bergamo.

PH Stefano Jeantet – World Plogging Championship

 

PH Stefano Jeantet – World Plogging Championship

«Sempre più praticanti in giro per il mondo animano il popolo del plogging! Non più solo attivisti attenti alle tematiche ambientali, ma anche veri e propri atleti pronti a sfidarsi a colpi di chilometri e affondi sulle gambe! È per questo che, oltre alle gare qualificanti, vogliamo promuovere sempre più la possibilità di qualificarsi attraverso una virtual challenge, così che atleti e appassionati  plogger da tutto il mondo possano confrontarsi e aspirare a staccare  il biglietto per le finali dei campionati mondiali. Una cosa è certa: più concorrenti si sfidano con le qualificazioni più il mondo sarà pulito!»,  Roberto Cavallo, ideatore e direttore di gara del World Plogging Championship.

 

Per informazioni aggiuntive e per scoprire tutti gli aggiornamenti, si può consultare il sito ufficiale www.worldploggingchampionship.com e i profili social Facebook e Instagram.

Il Campionato Mondiale di Plogging è organizzato dal Comitato Internazionale di Plogging, composto da AICA – Associazione Internazionale per le Comunicazione AmbientaleERICA soc. coop.ACEA Pinerolese IndustrialeErik Ahlström – PloggaCarlo Degiovanni – Podistica Valle Infernotto e Sandro Fioravanti – RAI Sport.

C’era una volta l’orto Botanico del Re, tre secoli di storia

Vi riproponiamo un nostro articolo dedicato all’Orto botanico di Torino andato distrutto dalla recente grandinata. Occorreranno mesi e mesi di lavoro per poterlo riallestire e riaprire.

Ha quasi tre secoli di vita ma pochi lo hanno visto. È il giardino meno conosciuto dai torinesi ma merita davvero una visita. È l’Orto Botanico dell’Università di Torino immerso nel parco del Valentino, a pochi passi dalle rive del Po, accanto al Castello del Valentino, sede dell’Università di Architettura.
Fu creato da Re Vittorio Amedeo II all’inizio del Settecento e fu collocato vicino al palazzo della Madama Reale Cristina di Francia (oggi il Castello del Valentino), che lo ricevette come dono di nozze dal marito Vittorio Amedeo I. Fu subito ben accolto dai torinesi che alla fine del Settecento chiesero di portarlo dentro le mura della città ma fu poi deciso di lasciarlo vicino al grande fiume. A metà Ottocento fu ingrandito e furono aggiunte le serre fredde, le serre calde per le coltivazioni tropicali, le arancere e altri alberi che oggi formano la zona chiamata “boschetto”. Verso la fine dell’Ottocento furono aggiunti i laboratori e la grande aula semicircolare.
È stato aperto al pubblico nel 1997 e ogni anno accoglie più di 10.000 visitatori e studiosi. All’interno si possono vedere, oltre al boschetto, l’alpineto con le aiuole rocciose che riproducono l’ambiente di montagna, il giardino con alberi monumentali e tanti esemplari di fiori, la serra tropicale con le orchidee, la serra delle succulente con piante che privilegiano il clima arido e la serra delle piante del Sud Africa con centinaia di specie importate dal continente africano.
Ultimi weekend per vederlo prima della chiusura invernale. L’Orto Botanico è aperto in Viale Mattioli 25, al Valentino, solo sabato e domenica, fino a domenica 5 novembre, sabato dalle 15.00 alle 18.00, domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Per conoscere meglio piante e fiori è possibile prenotare visite guidate. Il biglietto costa 5 euro, ridotto 3, gratis con l’Abbonamento Musei. Ecco alcune foto dell’Orto Botanico..           Filippo Re

Fondi regionali per pesca e acquacoltura

Oltre un milione e mezzo di euro (precisamente 1.529.710,00 €) sono stati stanziati nella seduta di venerdì 2 agosto dalla Giunta Regionale del Piemonte su proposta dell’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Parchi, Caccia e Pesca Paolo Bongioanni per promuovere la pesca e l’acquacoltura in Piemonte. Si tratta di risorse provenienti da fondi europei, dal Fondo di Rotazione e da risorse proprie della Regione. Saranno destinate, attraverso bandi di prossima pubblicazione, a progetti che rientrano fra le priorità indicate dal Feampa 2021-27, il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura.

Spiega Bongioanni: «Rispetto alla passata programmazione voglio indirizzare in modo differente i finanziamenti, che dovranno andare a sostegno di tutta l’attività legata all’allevamento delle varie specie ittiche proprie del Piemonte. Dalla pesca professionale sul Lago Maggiore alle trote iridee e fario allevate nelle vasche alimentate dalle acque dei nostri torrenti e fiumi alpini, per arrivare alle peschiere del Pianalto di Poirino dove nasce la pregiata Tinca Gobba Dorata: l’ittiocoltura piemontese offre prodotti apprezzati e rinomati sulle tavole e nelle cucine dei nostri chef. Per questo inizieremo al contempo un’azione promozionale delle specie ittiche autoctone del Piemonte, per portarle con una filiera corta fin sulla tavola. Le azioni promozionali saranno pensate per presentare questo percorso che rientra nel più generale progetto della Filiera Corta: un progetto che vuole connettere i produttori con il segmento del commercio – anche di vicinato – e con la ristorazione, per dare visibilità a una forma di pesca e allevamento che ha radici che partono da lontano, e che proprio per questo vanno rispettate e valorizzate in un’ottica di promozione economica complessiva del nostro territorio».

Questa misura – che verrà presto incardinata in bandi regionali – è rivolta alle aziende piemontesi di acquacoltura, a Comuni ed enti locali coinvolti in progetti nel settore, e interviene sia nel segmento dell’allevamento ittico sia in quello della successiva lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti.

A Torino volano le immatricolazioni di autobus e il 6% è già elettrico

 

Come ogni anno Continental realizza l’Osservatorio sui macro-trend dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone, giunto quest’anno alla sua quarta edizione.

Lo studio fotografa lo stato del settore nelle varie province italiane nel 2023, dopo un anno, il 2022, caratterizzato da un rallentamento provocato dalla ripresa post Covid 19 e prova a tracciare la direzione verso la quale il comparto si sta dirigendo.

A Torino volano le immatricolazioni di autobus e di autocarri e il 6% è già elettrico.

Il trasporto merci oltre le 16 t nel 2023 in Italia ha registrato 22.999 nuove immatricolazioni, con un aumento del 6,9% rispetto al 2022. In Piemonte si registra una variazione simile alla media nazionale. Sono state 1766 le targhe registrate nel 2023 contro le 1645 dei 12 mesi precedenti (+7.4%) e Torino fa registrare un interessante aumento del 33.3%, passando da 529 a 705 immatricolazioni. Il mercato italiano degli autobus, indipendentemente dalla capienza, registra un +45,8% con 5434 immatricolazioni tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa. In Piemonte il salto in avanti è decisamente maggiore rispetto alla media nazionale con un +153,9% con le nuove targhe che passano da un anno da 178 a 452. Situazione positiva anche a Torino, che passa da 100 a 269 nuove immatricolazioni (+169%).

Il parco autobus nazionale di tutte le dimensioni vede una lenta transizione verso le alimentazioni alternative dovute ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbane a breve raggio. La maggioranza del circolante rimane a gasolio (91,1%), il metano è al 6,1% e le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2%.

In Piemonte si registra un calo del gasolio da 92,4 a 89,7 a fronte di piccole crescite del metano, ora al 6%, e dell’elettrico, che raggiunge il 3,4 (con un salto in avanti di un punto e mezzo). Marginale la presenza dell’ibrido e della benzina.

Il gasolio domina il mercato anche a Torino, dove arriva all’84% di copertura, con un calo del 3,7% . Il metano si attesta all’8,7%, ma il dato davvero interessante riguarda l’elettrico, che raggiunge quota 6,2, rappresentando un valore davvero molto elevato.

Nel comparto degli autocarri per trasporto merci nel 2023 prevalgono a livello nazionale gli Euro 4,5 e 6 che insieme raggiungono il 55,5% del totale. Situazione migliore rispetto alla media nazionale in Piemonte, qui le categorie più virtuose, dalla 4 alla 6, raggiungono assieme una quota del 59,2% con l’euro 6 al 33,9% ( primato regionale). Anche qui sono tutte in calo le classi più inquinanti. La più rappresentata nella parte bassa della classifica è l’Euro 3, con una quota del 13,6% (-1,8). Alta però anche l’Euro 0 con una percentuale del 10,9%.

In Italia la percentuale di autobus Euro 4, 5, 6 rappresenta il 59,3% del parco. Anche in questo caso la quota degli euro 0 e 1 potrebbe non riflettere puntualmente i bus realmente in circolazione, mentre i veicoli Euro 2 e Euro 3 passano al 39,9%.

In Piemonte lo scenario è simile a quello nazionale. Le classi Euro 4,5,6 raggiungono una quota del 62%, tra le classi più inquinanti figura l’Euro 3, con il 18,4% in calo del 3,7% rispetto al 2022. A Torino le classi più virtuose raggiungono quota 60,4% con l’Euro 6 protagonista al 28,9%.

Per quanto riguarda l’età la percentuale di veicoli con meno di un anno aumenta del 3,6% al 4,4% ma invecchiano quelli seminuovi, con un calo di 0,7 punti percentuali dei veicoli di età compresa tra uno e cinque anni.

In Piemonte la fascia più rappresentata è quella tra i 20 e i 30 anni, che raggiunge il 18,8% del totale circolante. Il 13,2% dei veicoli ha più di 30 anni, quelli sotto i dieci anni sono il 37,9%, il 12,7 supera i 30 anni.

MARA MARTELLOTTA

Mobility manager, i corsi regionali

Prosegue l’attività della Regione a favore della mobilità sostenibile con l’incentivazione dell’uso dei mezzi del trasporto pubblico locale al posto dell’auto privata e, parallelamente, con il finanziamento per l’organizzazione di corsi di formazione sul tema del mobility management rivolti alla formazione dei mobility manager, sia pubblici che privati o scolastici. Si tratta di una figura professionale riconosciuta nell’ambito della green economy con funzione di supporto continuativo alle attività di decisione, pianificazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro e casa-studio.

I corsi di formazione si terranno sul territorio piemontese nel corso dell’anno e negli anni successivi.

«La mobilità urbana è un presupposto indispensabile per una politica di sviluppo sostenibile – sottolinea l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati – e l’intervento di coordinamento del mobility management agevola l’avvio di iniziative di mobilità sostenibile. Il nostro obiettivo è aiutare e sostenere, con incentivi, le famiglie e allo stesso tempo privilegiare i mezzi pubblici in particolare per gli spostamenti brevi. L’obiettivo è quello di ridurre il numero dei veicoli in circolazione, dove possibile, e aumentare il numero dei passeggeri del trasporto pubblico locale».

Dal 1° agosto è nuovamente possibile presentare domanda per il bonus trasporti pubblico locale del valore di 100 euro per i proprietari di veicoli diesel euro 3,4 e 5. Il bonus è spendibile come sconto o rimborso di abbonamenti annuali/plurimensili studenti (10 o 12 mesi) con data di inizio a partire dal 1° maggio. Il beneficiario, infatti, può essere il proprietario del mezzo stesso oppure uno dei componenti dello stato di famiglia.

Sempre da ieri, 1° agosto, i nuovi aderenti al servizio MOVE-IN (che è stato prorogato fino al 30 settembre 2025) che scelgono come territorio di adesione il Piemonte, eventualmente insieme ad altri territori, non sosterranno il costo dell’installazione della black box (30 euro), che sarà sostenuto da Regione Piemonte fino ad esaurimento delle risorse stanziate per l’anno.

“Astro – Landscapes. Luna, Stelle e Paesaggi” di Vittorio Palma

 

Si apre domani al Palazzo delle Feste di Bardonecchia la mostra fotografica “Astro – Landscapes. Luna, Stelle e Paesaggi” di Vittorio Palma.

Una quarantina di immagini fotografiche, di cui molte inedite, che riproducono i cieli della Val di Susa con particolari di luna ed astri.

” Essendo la Valsusa la mia seconda casa sono particolarmente orgoglioso di mostrare le mie immagini a Bardonecchia” spiega Vittorio Palma.

La mostra si avvale del patrocinio dell’Associazione Astrofili Segusini, che ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza dell’astronomia.

Tra gli scatti proposti la fotografia “Pilastri di luce sopra la Val Clarea”, che rappresenta un raro fenomeno atmosferico di particolare bellezza.

La mostra resterà aperta fino al 16 agosto prossimo.

(Ri)generiamo, magliette, borse, cappelli e borracce del Museo della Montagna

Sono state realizzate dai ragazzi della cooperativa sociale di tipo B (inserimento lavorativo di persone svantaggiate) nell’ambito del progetto sociale GenerAtelier

 

 

 Da oggi c’è un motivo in più per portarsi a casa il ricordo dell’esperienza di una visita al Museo Nazionale della Montagna di Torino. (RI)GENERIAMO, Società Benefit e B Corp, ha firmato il merchandising del Museomontagna con il contributo della Cooperativa Sociale Il Margine. Non più quindi solo un ricordo “materiale” dell’esperienza tra le sale del “Duca degli Abruzzi”, ma anche un gesto con un forte impatto sociale. Gran parte del merchandising ufficiale, infatti, è stato realizzato dal punto di vista grafico da uomini, donne, ragazze e ragazzi della cooperativa sociale Il Margine, presente da oltre 40 anni sul territorio torinese per rispondere ai bisogni delle diverse fragilità e attiva nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Presso il bookstore del Museo Nazionale della Montagna si possono acquistare magliette per bambini, donne e uomini, borse e sacche, cappelli e borracce, tutti disponibili in vari colori e con varie fantasie grafiche nate dalla creatività di ragazzi e ragazze che hanno letto e interpretato la montagna con un personalissimo sguardo. Il progetto di (RI)GENERIAMO per il Museo Nazionale della Montagna è solo una delle tante iniziative realizzate dalla società benefit nell’ambito del progetto GenerAtelier, la rete di sartorie sociali nata in collaborazione con Liberitutti che realizza prodotti per l’arredo tessile casa, partendo anche dal recupero di scarti di tessuti.

Le persone coinvolte dalla cooperativa Il Margine hanno partecipato al progetto lungo tutto il percorso di produzione del merchandising, non solo a livello pratico ma anche esperienziale. L’iniziativa infatti si è svolta in tre fasi: i partecipanti hanno innanzitutto scoperto il mondo della montagna mediante una interessante e coinvolgente visita guidata al Museomontagna: poi, attraverso laboratori dedicati, sono stati motivati e stimolati a esprimere in maniera creativa le sensazioni vissute; infine, con il supporto di educatori e grafici, hanno dato corpo a queste sensazioni realizzando una collezione di gadget unici per il bookshop del museo.

L’iniziativa congiunta di (RI)GENERIAMO, Museo Nazionale della Montagna e la Cooperativa Sociale Il Margine nasce per offrire un’opportunità di impiego a persone con fragilità (disabili psichici e fisici, ex detenuti ed ex tossicodipendenti, persone vittime di disagio sociale, ecc) per motivarle e farle sentire parte di una comunità inclusiva e anello fondamentale di una filiera produttiva etica.

“Grazie a questo progetto e alla preziosa collaborazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino e della Cooperativa Sociale Il Margine siamo riusciti a concretizzare gli obiettivi e le aspirazioni per cui (RI)GENERIAMO nasce” – ha dichiarato Luca Pereno, amministratore e fondatore di (RI)GENERIAMO. “La nostra Società Benefit si origina, infatti, dal profondo desiderio di generare nuove economie per rigenerare persone, prodotti e persone. Ogni giorno ci impegniamo per valorizzare persone in situazioni di fragilità in un percorso che, contemporaneamente, ha visto la produzione di articoli artigianali destinati alla vendita e la reinterpretazione dello spazio dei musei socialmente inteso. Tutto questo permeato da un’ottica inclusiva e sostenibile, nell’auspicio che possa essere solo il primo passo di un percorso da condividere anche con tante altre aziende e realtà che vorranno accompagnarci”.

“Ri-generazione ha dentro la parola generazione”  aggiunge Nicoletta Fratta, presidente de Il Margine. “La capacità di dare nuova vita, ma anche mettere in moto processi, aprire prospettive, mostrare direzioni e promuovere dialoghi. Noi della cooperazione, specie quella sociale, abbiamo strumenti concreti per aiutare la trasformazione delle imprese e per alimentare l’intelligenza collettiva: la facilitazione, i processi decisionali partecipati, il modello di governance democratico e l’autorganizzazione. Tutte cose che permettono di far dialogare le diversità invece di appiattirle, di unire le persone e le idee verso un obiettivo comune. Strumenti che creano spazi, fisici e metaforici, in cui le persone si sentono sicure di potersi esprimere e di condividere. Di cambiare insieme”.

 

Gtt, nuove fermate “Green”

Quattro fermate del trasporto pubblico nei pressi dell’Inalpi Arena, davanti alla piscina Monumentale e all’ospedale Koelliker, nelle vicinanze dell’ospedale Mauriziano e di fronte all’ingresso della sede della Circoscrizione 3, diventeranno più accoglienti, verdi e sostenibili grazie alla sponsorizzazione Nitto, Title Partner delle Atp Finals dello scorso anno, nell’ambito del progetto “NITTO ATP Finals Torino Green Project”.

Il progetto esecutivo degli interventi – che verranno attuati in continuità con analoghi intervento di adattamento realizzati negli ultimi anni, in particolare su 18 fermate del trasporto pubblico locale, già trasformate  –   è stato approvato ieri dalla Giunta comunale, su proposta dell’assessora alla Transizione Ecologica e Digitale Chiara Foglietta.

“Si tratta di piccoli interventi strategici che rientrano tra le azioni previste dal ‘Piano di Resilienza Climatica’ per ridurre la vulnerabilità del territorio e delle persone ai cambiamenti climatici – spiega l’assessora – . La riqualificazione delle fermate del trasporto pubblico, al pari dei lavori già realizzati, in corso e in programma su diversi parcheggi cittadini, contribuirà a ridurre gli effetti delle isole di calore e delle piogge intense, restituendo spazi urbani più gradevoli e vivibili”.

Queste azioni ispirate, supportate o letteralmente copiate dalla natura – Nature Based Solutions – sono un utile strumento per incrementare la sostenibilità dei sistemi urbani, il recupero degli ecosistemi degradati, l’adattamento ai cambiamenti climatici, il miglioramento della gestione del rischio e l’implementazione della resilienza e forniscono vantaggi per il benessere umano e per la biodiversità.

La spesa per la realizzazione delle 4 fermate  (1563, in via Filadelfia; 3132, in corso Sebastopoli; 3440, in corso Siracusa, e 1134, in corso Dante) è di 60mila euro. Altri 40mila della sponsorizzazione Nitto sono stati utilizzati per il rimboschimento del Parco Cavalieri di Vittorio Veneto (lato Pala Alpitour) con la messa a dimora lo scorso novembre di 50 nuovi alberi (tigli, bagolari, parrotie e un platano) nell’ambito del ’Nitto ATP Finals Green Project’. L’iniziativa, copre anche i costi della manutenzione dei nuovi alberi per i prossimi due anni.

Visita ornitologica al Parco del Castello di Miradolo