AMBIENTE- Pagina 107

Che aria tira in città? Il voto dato a Torino da Legambiente è zero

Che aria tira nelle nostre città?

Con l’entrata in vigore delle misure antismog, Legambiente presenta Mal’aria edizione speciale

Ecco le pagelle sulla qualità dell’aria di 97 città italiane:

confrontate le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) negli ultimi cinque anni (2014-2018) con i rispettivi limiti suggeriti dall’OMS

 

Solo il 15% delle città ha raggiunto nei 5 anni un voto sufficiente.

Torino totalizza un triste 0

Legambiente: “Il governo italiano grazie al Recovery Fund ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese partendo dalle città con interventi strutturali che mettano al centro la mobilità sostenibile, elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale”

 

Che aria si respira nelle città italiane e che rischi ci sono per la salute?  Di certo non tira una buona aria e con l’autunno alle porte, unito alla difficile ripartenza dopo il lockdown in tempo di Covid, il problema dell’inquinamento atmosferico e dell’allarme smog rimangono un tema centrale da affrontare. A dimostrarlo sono i nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale nel quale l’associazione ambientalista ha stilato una “pagella” sulla qualità dell’aria di 97 città italiane sulla base degli ultimi 5 anni – dal 2014 al 2018 – confrontando le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) con i rispettivi limiti medi annui suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): 20µg/mc per il Pm10; 10 µg/mc per il Pm2,5; 40 µg/mc per il NO2. Limiti quelli della OMS che hanno come target esclusivamente la salute delle persone e che sono di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea (limite medio annuo 50 µg/mc per il Pm10, 25 µg/mc per il Pm2,5 e 40 µg/mc per il NO2) e il quadro che emerge dal confronto realizzato da Legambiente è preoccupante: solo il 15% delle città analizzate ha la sufficienza contro l’85% sotto la sufficienza.

 

Delle 97 città di cui si hanno dati su tutto il quinquennio analizzato (2014 – 2018) solo l’15% (ossia 15) raggiungono un voto superiore alla sufficienza: Sassari (voto 9), Macerata (8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (6). Sassari prima della classe con voto 9 in quanto dal 2014 al 2018 ha sempre rispettato i limiti previsti dall’OMS per le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e per il biossido di azoto (NO2) ad eccezione degli ultimi 2 anni in cui solo per il Pm10 il valore medio annuo è stato di poco superiore al limite OMS; analoghe considerazioni con Macerata (voto 8), in quanto pur avendo sempre rispettato nei 5 anni i limiti, per il Pm2,5 non ci sono dati a supporto per gli anni 2014, 2015 e 2016 che quindi la penalizzano. Le altre città sopra la sufficienza, pur avendo spesso rispettato i limiti suggeriti dall’OMS mancano di alcuni dati in alcuni anni, a dimostrazione che per tutelare la salute dei cittadini bisognerebbe comunque garantire il monitoraggio ufficiale in tutte le città di tutti quegli inquinanti previsti dalla normativa e potenzialmente dannosi per la salute.

La maggior parte delle città – l’85% del totale – sono sotto la sufficienza e scontano il mancato rispetto negli anni soprattutto del limite suggerito per il Pm2,5 e in molti casi anche per il Pm10. Fanalini di coda le città di Torino, Roma, Palermo, Milano e Como (voto 0) perché nei cinque anni considerati non hanno mai rispettato nemmeno per uno solo dei parametri il limite di tutela della salute previsto dall’OMS. Dati che Legambiente lancia oggi alla vigilia del 1 ottobre, data in cui prenderanno il via le misure e le limitazioni antismog previste dall’«Accordo di bacino padano» in diversi territori del Paese per cercare di ridurre l’inquinamento atmosferico, una piaga dei nostri tempi al pari della pandemia e che ogni anno, solo per l’Italia, causa 60mila morti premature e ingenti costi sanitari. Il Paese detiene insieme alla Germania il triste primato a livello europeo.

Per questo con Mal’aria edizione speciale Legambiente chiede anche al Governo e alle Regioni più coraggio e impegno sul fronte delle politiche e delle misure da mettere in campo per avere dei risultati di medio e lungo periodo. Un coraggio che per Legambiente è mancato alle quattro regioni dell’area padana (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) che, ad esempio, hanno preferito rimandare all’anno nuovo il blocco alla circolazione dei mezzi più vecchi e inquinanti Euro4 che sarebbe dovuto scattare questo 1 ottobre nelle città sopra i 30 mila abitanti. Una mancanza di coraggio basata sulla scusa della sicurezza degli spostamenti con i mezzi privati e non pubblici in tempi di Covid, o sulla base della compensazione delle emissioni inquinanti grazie alla strutturazione dello smart working per i dipendenti pubblici.

 

“Per tutelare la salute delle persone – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente – bisogna avere coraggio e coerenza definendo le priorità da affrontare e finanziare. Le città sono al centro di questa sfida, servono interventi infrastrutturali da mettere in campo per aumentare la qualità della vita di milioni di pendolari e migliorare la qualità dell’aria, puntando sempre di più su una mobilità sostenibile e dando un’alternativa al trasporto privato. Inoltre serve una politica diversa che non pensi solo ai blocchi del traffico e alle deboli e sporadiche misure anti-smog che sono solo interventi palliativi. Il governo italiano, grazie al Recovery Fund, ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese, scegliendo la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica dell’economia italiana. Non perda questa importante occasione e riparta dalle città incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici, potenziando la rete dello sharing mobility e raddoppiando le piste ciclopedonali. Siamo convinti, infatti, che la mobilità elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale sia l’unica vera e concreta possibilità per tornare a muoverci più liberi e sicuri dopo la crisi Covid-19, senza trascurare il rilancio economico del Paese”.

 

“L’inquinamento atmosferico nelle città – aggiunge Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente –  è un fenomeno complesso poiché dipende da diversi fattori: dalle concentrazioni degli inquinanti analizzati alle condizioni meteo climatiche, passando per le caratteristiche urbane, industriali e agricole che caratterizzano ogni singola città e il suo hinterland. Nonostante le procedure di infrazione a carico del nostro Paese, nonostante gli accordi che negli anni sono stati stipulati tra le Regioni e il Ministero dell’Ambiente per ridurre l’inquinamento atmosferico a cominciare dall’area padana, nonostante le risorse destinate in passato e che arriveranno nei prossimi mesi/anni con il Recovery fund, in Italia manca ancora la convinzione di trasformare concretamente il problema in una opportunità. Opportunità che prevede inevitabilmente dei sacrifici e dei cambi di abitudini da parte dei cittadini, ma che potrebbero restituire città più vivibili, efficienti, salutari e a misura di uomo”.

 

“Tutti i capoluoghi di provincia piemontesi, ad esclusione della buona sufficienza di Verbania, ricevono voti pesantemente negativi, con Novara e Torino che si distinguono al ribasso (rispettivamente 1 e addirittura 0) – dichiara Giorgio Prino, Presidente Legambiente Piemonte e valle d’Aosta – Pur nella consapevolezza degli interventi pensati e in parte attuati dalle città, a partire dal capoluogo regionale, molto è ancora certamente da fare. Siamo convinti che non sia la ricerca di nuove modalità di motorizzare i nostri spostamenti il principale vettore del cambiamento, ma lo stesso vada ricercato nella consapevolezza di istituzioni e cittadini che sia l’ambito urbano stesso a dover essere ripensato e rigenerato, incentivando concretamente la mobilità sostenibile e quella dolce, ricreando luoghi attrattivi e di aggregazione, che non siano vittime di auto e traffico. Anche in questo caso, più che mai, salute, ambiente e qualità della vita sono perfettamente concordanti. Durante la settimana della mobilità sostenibile, grazie alla nostra campagna Giretto d’Italia, abbiamo messo l’accento sugli spostamenti bike2work e bike2school effettuati con bicicletta e micromobilità elettrica, per i quali è sempre più importante l’attenzione delle amministrazioni, che hanno il dovere di renderli sicuri e piacevoli tramite strumenti come il PUMS, e della aziende stesse e dei plessi scolastici, che devono accompagnare lavorati e studenti verso queste scelte, incentivandole e facilitandole”.

Focus Mal’aria: Tornando ai dati del report Mal’aria edizione straordinaria i giudizi che ne seguono per le 97 città analizzate sono il frutto quindi del “rispetto” o “mancato rispetto” del limite previsto per ciascun parametro (inteso come concentrazione media annuale) rispetto a quanto suggerito dall’OMS per ogni anno analizzato. Tra gli altri dati che emergono: per le polveri sottili la stragrande maggioranza delle città abbia difficoltà a rispettare i valori limite per la salute: infatti per il Pm10 mediamente solo il 20% delle 97 città analizzate nei cinque anni ha avuto una concentrazione media annua inferiore a quanto suggerito dall’OMS; percentuale che scende drasticamente al 6% per il Pm2,5 ovvero le frazioni ancora più fini e maggiormente pericolose per la facilità con le quali possono essere inalate dagli apparati respiratori delle persone. Più elevata la percentuale delle città (86%) che è riuscita a rispettare il limite previsto dall’OMS[1] per il biossido di azoto (NO2). Il non rispetto dei limiti normativi imposti comporta l’apertura da parte dell’Unione europea di procedure di infrazione a carico degli Stati membri con delle conseguenze economiche per gli stessi.

Focus auto: Nel report Legambiente, inoltre, dedica un focus sulle auto come fonte principale di inquinamento in città e ricorda che le emissioni fuorilegge delle auto diesel continuano a causare un aumento della mortalità, come è emerso anche da un recente studio condotto da un consorzio italiano che comprende consulenti (Arianet, modellistica), medici ed epidemiologi (ISDE Italia, Medici per l’Ambiente) e Legambiente, nonché la piattaforma MobileReporter. Lo studio in questione stima per la prima volta in assoluto la quota di inquinamento a Milano imputabile alle emissioni delle auto diesel che superano, nell’uso reale, i limiti fissati nelle prove di laboratorio alla commercializzazione.  Se tutti i veicoli diesel a Milano emettessero non più di quanto previsto dalle norme nell’uso reale, l’inquinamento da NO2 (media annuale) rientrerebbe nei limiti di qualità dell’aria europei (già nel 2018). Invece il mancato rispetto ha portato alla stima di 568 decessi in più per la sola città di Milano, a causa dell’esposizione “fuorilegge” agli NO2 per un solo anno. Quindi per Legambiente si dovrebbero bloccare tutti i veicoli diesel troppo inquinanti, persino gli euro6C venduti sino ad agosto 2019. Lo studio si inquadra nella più ampia iniziativa transfrontaliera sull’inquinamento del traffico urbano Clean Air For Health (https://cleanair4health.eu/), progetto lanciato dall’Associazione europea sulla salute pubblica (EPHA) che coinvolge healthcare partner in diversi Stati Membri.

Proposte: Per aggredire davvero l’inquinamento atmosferico e affrontare in maniera concreta il tema della sfida climatica, servono misure preventive, efficaci, strutturate e durature. Tutto quello che non sta avvenendo in Italia. Per questo Legambiente torna a ribadire l’urgenza di puntare su una mobilità urbana sempre più condivisa e sostenibile, di potenziare lo sharing mobility e raddoppiare i chilometri delle piste ciclabili, un intervento, quest’ultimo, già previsto nei PUMS, i Piani urbani per la mobilità sostenibile, che i Comuni devono mettere in campo al più presto. Legambiente ricorda che la Legge di Bilancio 2019, che ha visto stanziare i primi bonus destinati ai veicoli elettrici (auto e moto), ha permesso di sperimentare la micromobilità elettrica, mentre con la Legge di Bilancio 2020 è stato possibile equiparare i monopattini con la ciclabilità urbana a cui si è aggiunto il bonus mobilità senz’auto. Tutte misure convergenti e allineate che sono proseguite, anche in tempo emergenziale attraverso i “decreti Covid-19”, con la definizione di nuovi percorsi ciclabili urbani, la precedenza per le bici e le cosiddette “stazioni avanzate”.

Su www.legambiente.it  è possibile scaricare il report integrale.

 

A seguire i link che rimandano allo studio condotto da un consorzio italiano che comprende consulenti (Arianet, modellistica), medici ed epidemiologi (ISDE Italia, Medici per l’Ambiente) e Legambiente, nonché la piattaforma MobileReporter.

 

http://www.viviconstile.org/assets/blog/2e/ac/0c3d/7669a528/2eac0c3d7669a5286e257358e0fe0f48.pdf

 

http://www.viviconstile.org/assets/blog/ba/41/3397/0000f93c/ba4133970000f93c7cfe6598cafc5907.pdf

 

Dal 1 al 4 ottobre torna CinemAmbiente in sala e on line

Prende il via stasera la 23° edizione del Festival CinemAmbiente che quest’anno si svolgerà in forma ibrida, alla presenza del pubblico nelle sale del Cinema Massimo e on line sulla piattaforma streaming MYmovies.

Il Festival, organizzato dal Museo Nazionale del Cinema e diretto da Gaetano Capizzi, di solito previsto nel periodo primaverile, è stato spostato in autunno e si ridurrà a quattro giorni e con una sola sezione competitiva, viste le contingenze del momento, ma il programma è molto ricco e interessante con 65 titoli da 26 paesi diversi.

Mai come in questo momento storico le urgenze globali, che ruotano intorno allo stato di salute del nostro pianeta, hanno avuto bisogno di un luogo eletto dove dare voce al dibattito sui temi cruciali dell’ambiente e la cinematografia green sembra essere il veicolo più efficace, in grado di catturare giovani e meno giovani, come suggerisce lo storico slogan “Movies Save the Planet” nel claim di questa edizione. “Le gravi crisi ambientali che erano e restano drammaticamente attuali non potevano che indurre una realtà come la nostra a continuare con ancora maggior impegno il proprio lavoro diffuso di informazione e sensibilizzazione. Per questo motivo, pur tra mille difficoltà, in questo “annus horribilis” abbiamo fatto ogni sforzo non solo per non interrompere l’azione di CinemAmbiente, ma anzi per rilanciarla.” commenta Gaetano Capizzi.
L’edizione 2020 offre un variegato palinsesto che spazia dall’attivismo ambientale al problema dello scioglimento dei ghiacci, dall’inquinamento allo smaltimento dei rifiuti, con un occhio di riguardo al tema dei cambiamenti climatici che occupa uno spazio cospicuo. A partire dall’inaugurazione che anche quest’anno si apre con “Il Punto” di Luca Mercalli alle ore 21 in Sala Cabiria. Il consueto report sullo stato di salute del pianeta con i dati aggiornati dell’ultimo anno sul rapporto clima e ambiente, con riferimenti agli effetti positivi del lockdown commentati con il piglio brillante del climatologo torinese. A seguire il film di Ron Howard “Rebuilding Paradise” in anteprima nazionale sull’incendio devastante che nel novembre 2018 rase al suolo la cittadina californiana di Paradise e sui tentativi della comunità di non lasciarsi abbattere dalle avversità.

La proiezione sarà seguita da un incontro online con Michelle John e Steve “Woody” Culleton, protagonisti del documentario. Anche il film di chiusura affronta il tema dei cambiamenti climatici,“The Great Green Wall, (domenica 4 ottobre, ore 21, Sale Cabiria, Rondolino e Soldati). Il lungometraggio dello statunitense Jared P. Scott, già autore di The Age of Consequences, presentato al Festival nel 2017 è un viaggio, guidato dalla musicista-attivista maliana Inna Modja, nel Sahel, regione africana in cui gli effetti del riscaldamento globale si traducono in crescenti carestie, conflitti, migrazioni di massa. La “Grande muraglia verde” è un ambizioso progetto di riforestazione che ha lo scopo di contrastare la siccità e la desertificazione e ridare un futuro a milioni di persone. La proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista Jared P. Scott, la musicista Inna Modja e con Giulia Braga, produttrice esecutiva del film e program manager di Connect4Climate – World Bank.
Ma il festival prende avvio già nel pomeriggio con film dedicati all’attivismo giovanile: il mediometraggio francese “Génération Greta” (ore 17.30, Sala Cabiria, e online su MYmovies), di Simon Kessler e Johan Boulanger, intreccia le storie di nove giovani donne attiviste nel mondo, dal Kenya all’Ecuador, dalla Francia alle Filippine, che si battono sulla scia dell’esempio di Greta Thunberg contro i drammatici effetti dei cambiamenti climatici. Mentre i protagonisti di “Ragazzi irresponsabili” (ore 18.30, Sala Cabiria), di Ezio Maisto sono i giovani italiani che seguono l’esempio di Greta, organizzando i Fridays For Future e gli scioperi della scuola per il clima. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista Ezio Maisto, con gli attivisti di Fridays For Future Torino, Diego Finelli, di Banca Etica, e con Lorena Di Maria, di Italia che cambia.
Quattro giorni di sensibilizzazione verso i temi green e l’educazione al senso civico dove non mancano gli eventi speciali con protagonista la città di Torino. Il documentario “Street Art for Sustainable Development” (venerdì 2 ottobre, ore 21, Sala Soldati), di Alessandro Genitori e Elis Karakaci, che ha visto Torino prima ambasciatrice dei diciassette Global Goals delle Nazioni Unite attraverso le opere realizzate da street artists di fama internazionale sui muri della città con il progetto “TOward2030. What are you doing?”, promosso da Lavazza e da Città di Torino per diffondere i contenuti dell’Agenda 2030. E poi proiezione speciale per il decennale di un film torinese, “40% – Le mani libere del destino” (domenica 4 ottobre, ore 16.30, Sala Soldati), diretto da Riccardo Jacopino e prodotto dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno. Il lungometraggio, risultato della collaborazione di forze tutte cittadine, distribuito da Slow Cinema e Microcinema, interpretato da attori non professionisti, con la partecipazione di Luciana Littizzetto, mescola temi ambientali e sociali in una commedia neorealista con qualche sfumatura noir.


L’ingresso e l’accesso al Festival al Cinema Massimo e alla sala virtuale su MYmovies sono gratuiti e a prenotazione obbligatoria. Per i film al Cinema Massimo la prenotazione (per max 2 persone) si può effettuare sul sito www.cinemambiente.it. Per i film online la prenotazione si può effettuare sulla piattaforma www.mymovies.it, nell’apposita sezione dedicata ai Festival online e raggiungibile dal sito di CinemAmbiente. I film online, diffusi in contemporanea alla proiezione in sala al Cinema Massimo, sono visibili per 24 ore dal momento del rilascio.

Giuliana Prestipino 

Qualità dell’aria: i blocchi del traffico comune per comune

Ecco l’elenco dei comuni soggetti alle limitazioni:

Dal 1 ottobre 2020 tornano i blocchi a Torino, nell’agglomerato torinese e nei comuni con popolazione superiore ai 20 mila abitanti, dove i valori limite di PM10 e del biossido di azoto NO2 siano stati superati per almeno tre anni, anche non consecutivi, nell’arco degli ultimi cinque anni. Si tratta di 37 comuni (Torino, Moncalieri, Collegno, Rivoli, Nichelino, Settimo Torinese, Grugliasco, Chieri, Venaria Reale, Orbassano, Rivalta di Torino, San Mauro Torinese, Beinasco, Leinì, Volpiano, Pianezza, Vinovo, Caselle Torinese, Borgaro Torinese, Santena, Trofarello, La Loggia, Mappano, Cambiano, Carmagnola, Chivasso e Ivrea; Novara e Trecate, Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Tortona, Asti, Vercelli, Bra e Alba).

La delibera di Giunta, come quelle degli anni precedenti, stabilisce le misure strutturali e quelle temporanee. Queste ultime prevedono i livelli di allerta 1 (Arancio) e 2 (Rosso) al raggiungimento delle soglie stabilite in base all’accordo del bacino padano.

LIMITAZIONI STRUTTURALI

Dal 1° ottobre non circolano:

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci, alimentati a benzina, gpl e metano euro 0; diesel Euro 0, Euro 1 e Euro 2: blocco per tutto l’anno, festivi compresi, dalle 0.00 alle 24.00

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci diesel Euro 3: blocco dal 1 0ttobre al 31 marzo, dalle 8.30 alle 18.30 dal lunedì al venerdì

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci diesel Euro 4: il blocco, che avrebbe dovuto scattare dal 1° ottobre al 31 marzo è differito al 1° gennaio 2021, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30

– Ciclomotori e motocicli benzina Euro 0: dal 1° ottobre al 31 marzo, tutti i giorni, festivi compresi, dalle 0.00 alle 24.00.

LIMITAZIONI EMERGENZIALI

attive dal 1° ottobre valide tutti i giorni, festivi compresi

Livello 1 – Semaforo arancione (scatta dopo 4 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo)

NON CIRCOLANO

Dalle 0.00 alle 24.00: veicoli per trasporto persone e merci alimentati a benzina, gpl, metano Euro 0; Diesel Euro 0, Euro 1 e Euro 2

Dalle 0.00 alle 24.00 Ciclomotori e motocicli benzina Euro 0

Dalle 08.30 alle 18.30: veicoli per trasporto persone Diesel Euro 3, Euro 4, Euro 5

Dalle 8.30 alle 18.30 (dal lunedì al venerdì): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Dalle 8.30 alle 12.30 (nelle giornate di sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Livello 2 – semaforo rosso (scatta dopo 10 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo)

NON CIRCOLANO

Dalle 0.00 alle 24.00: veicoli per trasporto persone e merci, benzina, gpl e metano Euro 0; Diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2

Dalle 0.00 alle 24.00: ciclomotori e motocicli benzina Euro 0

Dalle 8.30 alle 18.30: veicoli per trasporto persone Diesel Euro 3, Euro 4, Euro 5

Dalle 8.30 alle 18.30 (anche sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Dalle 8.30 alle 12.30 (anche sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 5

Inalterate, anche per la stagione 2020-2021 le deroghe già in vigore per la stagione 2019-2020, tra cui quelle:

– per i veicoli condotti da persone con ISEE del relativo nucleo familiare inferiore ai 14.000 euro,

– ai mezzi che sono funzionali al servizio di autoveicoli definiti secondo il codice della strada (art. 54) “per trasporti specifici” e “per uso speciale” e che si muovono contestualmente ad essi,

– per i veicoli condotti da persone con oltre 70 anni di età: solo 1 veicolo per nucleo familiare e solo a condizione che non abbiano veicoli che potrebbero circolare liberamente,

– per i veicoli degli operatori economici che accedono o escono dai mercati e dalle fiere autorizzate dai Comuni e dei veicoli al servizio delle manifestazioni autorizzate

“Ripartiamo dalla mobilità sostenibile”

I VOLONTARI DI GREENPEACE TRASFORMANO LE STRADE DELLE CITTÀ ITALIANE

 

Torino, 27.09.20 – Nel mese della riapertura delle scuole e della ripartenza di molte attività lavorative, in oltre venti città di tutta Italia volontarie e volontari di Greenpeace si stanno attivando per denunciare i problemi della mobilità locale e indicare soluzioni per contribuire a rendere le città sostenibili e rispettose del clima e della salute delle persone.

 

A Torino le volontarie e volontari dell’organizzazione ambientalista sono intervenuti in Corso Unione Sovietca, allestendo un simbolico cantiere di Greenpeace per trasformare una delle ben 6 corsie dedicate alle auto in pista ciclabile, e chiedere che il servizio TO BIKE venga ripristinato. Durante l’attività di denuncia, hanno aperto uno striscione con il messaggio “Città per le persone non per le auto”.

 

In Italia ci sono più di 64 auto ogni 100 abitanti, sebbene queste rimangano inutilizzate per più del 90 per cento del tempo, e si sprecano decine di ore imbottigliati nel traffico, con Roma che detiene il record italiano di 166 ore perse all’anno. Ciò si riflette su come sono concepiti gli spazi delle città, piene di strade e parcheggi pensati per il traffico veicolare privato, e con alternative di mobilità sostenibile – come bici, trasporto pubblico e sharing – ancora troppo poco sviluppate e integrate nel tessuto urbano, dal centro alle periferie.

 

«Investire su modelli di mobilità “auto-centrici” significa togliere risorse alle alternative non inquinanti. Per questo le amministrazioni locali devono ripensare il modo in cui le persone si spostano nelle città, che sono al tempo stesso i luoghi con il più alto livello di emissioni di gas serra e quelli con i più gravi problemi di inquinamento atmosferico e problemi di salute connessi», dichiara Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia. «In questo momento delicato di ripartenza del Paese nella fase post-Covid non possiamo rimanere ancorati alle soluzioni del passato. Gli amministratori locali devono essere lungimiranti e costruire ora la mobilità del futuro, fatta di trasporto pubblico efficiente, infrastrutture per la mobilità ciclistica e pedonale, sistemi di sharing elettrico, trasporto intermodale e spazi progettati per la vita e il benessere delle persone», conclude Spadini.

 

Nei mesi scorsi le città hanno adottato provvedimenti per la mobilità sostenibile, ad esempio attraverso la diffusione di bike lane provvisorie, ma misure del genere non sono sufficienti se non si risolvono le criticità strutturali delle città italiane e dei modelli di mobilità basati sui combustibili fossili, che continuano ad essere ampiamente incentivati dal Governo. Per questo Greenpeace ha lanciato la campagna #RESTART, per chiedere che i fondi pubblici per la ripartenza siano investiti per riprogettare le nostre città, investendo in trasporto pubblico, riqualificazione delle periferie e mobilità alternativa.

Mobilità “pulita”, ecco gli interventi regionali per rottamazione e acquisto di bici e scooter

Stanziati un milione e 660 mila euro di contributi dalla Regione per l’acquisto di veicoli, ciclomotori, motocicli, velocipedi e incentivi alla rottamazione

La Giunta regionale ha approvato, su indicazione dell’Assessore all’Ambiente, e anche in risposta alle prossime limitazioni alla circolazione, la delibera con la quale vengono stanziati 1.661.725,80 euro per il rinnovo del parco auto e moto, per l’acquisto di biciclette e la sola rottamazione di veicoli inquinanti per soggetti privati. Destinatari sono i cittadini residenti in Piemonte o i dipendenti di aziende con una sede operativa in Piemonte. E’ prevista la concessione di un contributo articolato su quattro linee:

– acquisto di veicoli per il trasporto di persone, a fronte di rottamazione di veicoli a benzina fino a Euro 3 incluso e diesel fino a Euro 5 incluso;

– acquisto di ciclomotori o motocicli a trazione elettrica per il trasporto di persone, a fronte di rottamazione fino alla categoria Euro 3;

– acquisto di velocipedi

– sostegno per la rottamazione di veicoli senza obbligo di acquisto di altro veicolo fino alla categoria a benzina o diesel fino a Euro 3 incluso.

I contributi, a fondo perduto e cumulabili con altri incentivi , per l’acquisto di auto vanno da 2.500 euro a 10.000 euro, calcolati sulla base delle emissioni; per I ciclomotori o motocicli elettrici da 2.000 a 4.000 euro. Per quanto riguarda i velocipedi i contributi vanno da 150 euro per una bicicletta a 1.000 euro per bicicletta cargo per trasporto persone a pedalata assistita a. Per quanto riguarda la rottamazione senza ulteriore acquisto di altro veicolo il contributo a fondo perduto è di 250 euro.

Un bando che, sottolinea l’assessore all’Ambiente, per la prima volta si rivolge ai privati con l’obiettivo di velocizzare il rinnovo del parco veicoli piemontese per migliorare le emissioni in atmosfera e quindi la qualità dell’aria.

N.b. Il presente comunicato è mancante di virgolettati e nomi degli assessori secondo quanto disposto dall’art 9 c. 1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre elettorali e referendari

Blocchi del traffico dal primo ottobre Diesel Euro 4 fermi da gennaio

 LA REGIONE APPROVA LO SCHEMA DI ORDINANZA SINDACALE PER I BLOCCHI DEL TRAFFICO E LA LIMITAZIONE DELLE EMISSIONI NELLA STAGIONE INVERNALE 2020-2021

La Giunta regionale ha approvato lo schema di ordinanza sindacale-tipo per l’applicazione delle misure di limitazione delle emissioni per la stagione invernale 2020-2021. Si tratta del modello sul quale i Comuni interessati provvederanno a determinare i blocchi al traffico nei territori di loro competenza.

Dal 1 ottobre 2020 tornano i blocchi a Torino, nell’agglomerato torinese e nei comuni con popolazione superiore ai 20 mila abitanti, dove i valori limite di PM10 e del biossido di azoto NO2 siano stati superati per almeno tre anni, anche non consecutivi, nell’arco degli ultimi cinque anni. Si tratta di 37 comuni (Torino, Moncalieri Collegno, Rivoli, Nichelino, Settimo Torinese, Grugliasco, Chieri, Venaria Reale, Orbassano, Rivalta di Torino, San Maurizio Torinese, Beinasco, Leinì, Volpiano, Pianezza, Vinovo, Caselle Torinese, Borgaro Torinese, Santena, Trofarello, La Loggia, Mappano, Cambiano e Ivrea, Novara e Trecate, Alessandria, Casale Monferrato, Novi Ligure, Tortona, Asti, Vercelli, Cuneo, Bra e Alba).

La delibera di Giunta, come quelle degli anni precedenti, stabilisce le misure strutturali e quelle temporanee. Queste ultime prevedono i livelli di allerta 1 (Arancio) e 2 (Rosso) al raggiungimento delle soglie stabilite in base all’accordo del bacino padano.

LIMITAZIONI STRUTTURALI

Dal 1° ottobre non circolano:

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci, alimentati a benzina, gpl e metano euro 0; diesel Euro 0, Euro 1 e Euro 2: blocco per tutto l’anno, festivi compresi, dalle 0.00 alle 24.00

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci diesel Euro 3: blocco dal 1 0ttobre al 31 marzo, dalle 8.30 alle 18.30 dal lunedì al venerdì

– Veicoli adibiti a trasporto persone e merci diesel Euro 4: il blocco, che avrebbe dovuto scattare dal 1° ottobre al 31 marzo è differito al 1° gennaio 2021, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30

– Ciclomotori e motocicli benzina Euro 0: dal 1° ottobre al 31 marzo, tutti i giorni, festivi compresi, dalle 0.00 alle 24.00.

LIMITAZIONI EMERGENZIALI

attive dal 1° ottobre valide tutti i giorni, festivi compresi

Livello 1 – Semaforo arancione (scatta dopo 4 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo)

NON CIRCOLANO

Dalle 0.00 alle 24.00: veicoli per trasporto persone e merci alimentati a benzina, gpl, metano Euro 0; Diesel Euro 0, Euro 1 e Euro 2

Dalle 0.00 alle 24.00 Ciclomotori e motocicli benzina Euro 0

Dalle 08.30 alle 18.30: veicoli per trasporto persone Diesel Euro 3, Euro 4, Euro 5

Dalle 8.30 alle 18.30 (dal lunedì al venerdì): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Dalle 8.30 alle 12.30 (nelle giornate di sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Livello 2 – semaforo rosso (scatta dopo 10 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo)

NON CIRCOLANO

Dalle 0.00 alle 24.00: veicoli per trasporto persone e merci, benzina, gpl e metano Euro 0; Diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2

Dalle 0.00 alle 24.00: ciclomotori e motocicli benzina Euro 0

Dalle 8.30 alle 18.30: veicoli per trasporto persone Diesel Euro 3, Euro 4, Euro 5

Dalle 8.30 alle 18.30 (anche sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 3 e Euro 4

Dalle 8.30 alle 12.30 (anche sabato e festivi): veicoli per trasporto merci Diesel Euro 5

Inalterate, anche per la stagione 2020-2021 le deroghe già in vigore per la stagione 2019-2020, tra cui quelle:

– per i veicoli condotti da persone con ISEE del relativo nucleo familiare inferiore ai 14.000 euro,

– ai mezzi che sono funzionali al servizio di autoveicoli definiti secondo il codice della strada (art. 54) “per trasporti specifici” e “per uso speciale” e che si muovono contestualmente ad essi,

– per i veicoli condotti da persone con oltre 70 anni di età: solo 1 veicolo per nucleo familiare e solo a condizione che non abbiano veicoli che potrebbero circolare liberamente,

– per i veicoli degli operatori economici che accedono o escono dai mercati e dalle fiere autorizzate dai Comuni e dei veicoli al servizio delle manifestazioni autorizzate.

 

Bonus rottamazione auto in arrivo dalla Regione

Dalla Regione arriva il bonus riservato ai privati che vogliono sostituire l’auto inquinante con un nuovo veicolo.

La cifra disponibile è 1,6 milioni di euro e se ne potrebbero aggiungere altri  200 mila euro dal governo, per l’acquisto della vettura nuova. Gli incentivi vanno da 2mila 500 a 10 mila euro in base al modello. La cifra non è molto elevata: se tutti volessero ad esempio comprar un’automobile  elettrica i fondi basterebbero solo per 160 Persone. Ma è comunque la prima volta che la Regione adotta un simile provvedimento.

“Puliamo il tuo parco!”, vince Beinasco

Sabato si è tenuta la giornata di pulizia del Parco del Sangone,  voluta da Vallelata e Legambiente con l’iniziativa “Puliamo il tuo parco!”, in occasione del Cleanup Day.

La campagna ha visto i consumatori scegliere il proprio parco del cuore. A Beinasco, che ha visto il proprio parco vincere fra quelli piemontesi,  i volontari si sono ritrovati per pulire e ridonare bellezza ad un luogo di svago e ritrovo per tutti i cittadini.

Siamo molto soddisfatti e vogliamo ringraziare tutte le persone che oggi si sono unite a Vallelata e Legambiente in questa giornata di impegno civico – dichiara Mauro Frantellizzi, Direttore Marketing Galbani Cheese – Oggi è fondamentale prendersi cura dell’ambiente in cui viviamo e con la campagna “Puliamo il tuo parco!” abbiamo voluto dimostrare ancora una volta l’impegno di Vallelata per l’ambiente e il verde delle nostre città”.   

Il Tavolo Animali & Ambiente contro la stagione venatoria

Riceviamo e pubblichiamo / “CACCIA: DA DOMENICA LA STRAGE DI FAUNA SELVATICA”
Allodole e pernici bianche ringraziano la Giunta Regionale per la condanna all’estinzione.

Il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle Associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA e SOS Gaia, condanna fortemente l’insensibilità dell’attuale Giunta regionale del Piemonte nei confronti dell’ambiente e delle specie in via di estinzione.

Domenica 20 settembre è iniziata infatti la strage della fauna selvatica, fortemente voluta dalla Giunta guidata da Alberto Cirio. Infatti, dopo la recente approvazione delle modifiche alla legge regionale, è anche stato emanato il calendario venatorio per la corrente stagione.
Quasi inutile dire che questo prevede il massimo consentito dalla legge, sia in termini di specie cacciabili che di carniere, vuoi giornaliero che stagionale.
Un esempio agghiacciante su tutti: ogni cacciatore potrà abbattere 10 allodole al giorno, con un limite di 50 per l’intera stagione. Calcolando che i cacciatori piemontesi sono circa 20.000, si arriva ad un numero potenziale di 1 milione di allodole abbattibili solo in Piemonte!
Un numero contro ogni logica e in grado potenzialmente di sterminare questo magnifico ed utilissimo uccello (perché insettivoro) dai nostri cieli. Ricordiamo che l’allodola è una specie in costante calo numerico in tutta Europa e che nel nostro Paese il loro numero negli ultimi venti anni si è quasi dimezzato.
Eppure, per accontentare una sparuta minoranza, non si esita a sacrificare un’intera specie.
Ma in generale ai cacciatori è stato concesso di sparare sempre di più, sia in termini di giornate e orari di caccia che di prede abbattibili.
Oltre all’allodola, numerose altre specie sono infatti diventate cacciabili, tra cui in particolare fischione, canapiglia, codone, marzaiola, folaga, pernice bianca.
Tutte specie a rischio di estinzione, quanto meno su scala locale, e comunque presenti nella nostra Regione con numeri estremamente ridotti.
La pernice bianca è specie in sofferenza su tutto l’arco alpino, dove anch’essa ha visto un dimezzamento degli individui a partire dall’inizio del secolo.
Si tratta in ogni caso di specie che non sono responsabili di danni all’agricoltura o ad altre attività antropiche: la loro uccisione, quindi, risponde soltanto a finalità di tipo ludico e nessun pretesto di riequilibrio ambientale o faunistico può essere addotto come giustificazione.
La stessa comunità scientifica ha manifestato chiaramente il proprio disaccordo su questo ampliamento di specie cacciabili.
Il Tavolo Animali & Ambiente denota quanto sia paradossale che, in un momento storico come il presente, nel quale si guarda alla scienza come all’unica speranza in grado di risolvere il grave problema sanitario che affligge l’intera umanità, si decida di non considerare in alcun modo quanto la medesima scienza ci suggerisce e si preferisce sacrificare, per un pugno di voti, una delle più importanti ricchezze naturalistiche del Piemonte.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Piero Belletti
PRO NATURA PIEMONTE

Ecco i fondi per rottamare i veicoli inquinanti

Un milione e 700 mila euro, questa la cifra che la Giunta metterà a disposizione dei cittadini piemontesi per rottamare i veicoli inquinanti e acquistare mezzi ecosostenibili a basso impatto ambientale.

La bozza di delibera, rivolta ai privati cittadini e illustrata in seconda e quinta Commissione  dall’assessore regionale all’Ambiente Marnati , si aggiunge alle due delibere approvate prima dell’estate dalla Giunta regionale  che stanziano 5.063.289 euro per incentivare la mobilità sostenibile nelle MPMI (micro piccole medie imprese) e 820.000 euro per gli Enti locali piemontesi. Ad usufruire del contributo regionale saranno tutti i soggetti privati residenti in Piemonte o dipendenti di aziende con una unità locale operativa in Piemonte.

Secondo l’assessore all’Ambiente, “in un periodo di ripensamento degli spostamenti anche da parte dei cittadini, reso più complesso dall’emergenza sanitaria, è importante che le politiche pubbliche adottino misure volte a stimolare gli stessi cittadini ad adottare modalità di mobilità più sostenibili e meno inquinanti. L’obiettivo di tale investimento è quello di velocizzare il rinnovo del parco veicoli piemontese ai fini di un miglioramento delle emissioni in atmosfera e della qualità dell’aria, anche nel rispetto del dell’Accordo di bacino padano del 9 giugno 2017 e del Piano regionale di Qualità dell’aria, approvato a marzo 2019”.

I cittadini piemontesi potranno usufruire del bonus a fondo perduto per l’acquisto di veicoli  Benzina, a combustione interna, di categoria almeno EURO 6 Dtemp; oppure bifuel con doppia alimentazione a Benzina/CNG (benzina e metano) o Benzina/GPL (benzina e gas di petrolio liquefatto); GNL (Gas Naturale Liquefatto) esclusivo,  CNG (Gas Naturale Compresso)/Metano esclusivo,  GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) esclusivo, per il trasporto persone (Elettrico puro,  Ibrido2 (benzina/elettrico o diesel/elettrico),  ciclomotori o motociclivelocipedi (bicicletta, anche pieghevole, bicicletta, anche pieghevole, a pedalata assistita, bicicletta cargo, assimilabile a un velocipede, per trasporto persone/merci, anche a pedalata assistita) e per la rottamazione del proprio veicolo (senza ulteriore acquisto di altro veicolo). Ciascun soggetto beneficiario potrà presentare fino a 2 domande di contributo, corrispondenti a 2 veicoli acquistati a fronte di 2 veicoli rottamati. I mezzi acquistati dovranno rimanere di proprietà del soggetto beneficiario per almeno 3 anni dalla data di concessione del contributo.

Dal 1 gennaio partirà anche il Progetto MoVe-In  (MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti), un progetto sperimentale che promuove modalità innovative per il controllo delle emissioni degli autoveicoli attraverso il monitoraggio delle percorrenze, che tiene conto dell’uso effettivo del veicolo e dello stile di guida adottato. Uno strumento, a detta dell’assessore all’Ambiente, che permetterà alla Regione Piemonte di avere un’analisi dei dati che oggi non si possiede. Il progetto prevede che venga installata sul veicolo una scatola nera (black-box), che consente di rilevare le informazioni necessarie a tale scopo attraverso il collegamento satellitare ad un’infrastruttura tecnologica dedicata e abilitata a gestire le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti.