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Confagricoltura: caro energia e siccità mettono a rischio le prossime semine

Le spese di concimazione del mais aumentano del 290%: un anno fa concimare un ettaro di mais costava 226 euro, mentre oggi se ne spendono 655. Alle stelle il costo per il riscaldamento delle serre: + 600%.

                   

L’aumento dei costi energici, in particolare per quanto riguarda carburanti e fertilizzanti, e le prospettive di una primavera particolarmente siccitosa mettono a rischio le prossime semine e le coltivazioni sotto serra. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, evidenzia una serie di dati preoccupanti: “Il gasolio, pur tenendo conto dell’accisa agevolata per il settore primario, negli ultimi 12 mesi è aumentato del 40%, passando da 65 a oltre 90 centesimi al litro, mentre il costo dei fertilizzanti è salito di circa il 300%”.

Confagricoltura Piemonte ha fatto il conto dei maggiori costi che dovranno sopportare i produttori di mais. Il granoturco, cereale fondamentale per l’alimentazione zootecnica, per le produzioni alimentari di biscotti e birra italiana e dai cui estratti si ricava la base per molte preparazioni farmaceutiche, è una coltivazione molto in diffusa in Piemonte, che copre 132.000  ettari di superficie.

In base ai calcolo dei tecnici di Confagricoltura Piemonte diretta da Ercole Zuccaro, per concimare un ettaro (10.000 metri quadrati) di mais vengono impiegati, in condizioni ordinarie, abitualmente 2 quintali di fosfato bioammonico 18:46 e 5 quintali di urea. L’anno scorso il fosfato biammonico costava 38 euro al quintale, mentre oggi costa 90 euro; l’urea era quotata 30 euro al quintale, oggi 95 euro. “Questo significa che un anno fa concimare un ettaro di mais costava 226 euro, mentre oggi – dichiara Zuccaro – se ne spendono 655, vale a dire 379 euro in più in valori assoluti e il 290% in più in termini percentuali”.

Si tratta di un costo insostenibile, che rende sconveniente le semine – spiega Enrico Allasia –  soprattutto in presenza di mercati delle commodities estremamente volatili, condizionati dalle tensioni internazionali, dalle speculazioni sui mercati a termine e da un andamento climatico che ci preoccupa”.

È estremamente preoccupante la situazione del florovivaismo e anche dell’orticoltura sotto serra. In Piemonte – chiarisce Confagricoltura – sono attive 1.485 aziende florovivaistiche che occupano circa 3.500 addetti e sviluppano un fatturato di oltre 120 milioni all’anno. Sotto i 10°di temperatura – spiegano i tecnici di Confagricoltura – le piante bloccano lo sviluppo vegetativo. Il costo del metano per il riscaldamento delle serre, nell’arco di quattro mesi, è passato da 0,21  a 1,20 euro al metro cubo. “Le aziende – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – sono state invitate a utilizzare fonti energetiche che producono un minore impatto ambientale, mentre oggi la soluzione immediata sarebbe quella di convertire i bruciatori a gasolio, tornando all’impiego di combustibili fossili: dobbiamo evitare questo cortocircuito”.

La speranza degli agricoltori è che presto possa arrivare un po’ di pioggia benefica, ma le previsioni sono tutt’altro che confortanti. “Il clima sta cambiando – sottolinea Allasia – e occorre prenderne atto . Secondo le previsioni dell’agenzia regionale di protezione ambientale stiamo andando incontro a un trimestre di siccità che i meteorologi definiscono severa su tutto il territorio regionale ed estrema nelle aree di pianura. Questo significa che dobbiamo affrontare, senza indugio, Il tema del cambiamento climatico con iniziative urgenti. Bene ha fatto il presidente della Regione Cirio a chiedere la convocazione di un osservatorio sulla crisi idrica – conclude Allasia – : è necessario sfruttare bene i fondi del PNRR per potenziare e efficientare la nostra rete irrigua, avviando al più presto la costruzione di invasi che possano raccogliere l’acqua piovana quando si verificano fenomeni estremi e rilasciarla, a servizio dell’agricoltura e dell’ambiente, nei periodi di siccità che, purtroppo, diventano sempre più frequenti”.

 

Peste suina, le novità da Regione e Governo

Importanti e significative attività si sono svolte in questi giorni sul tema della peste suina africana.

Nei giorni scorsi si è riunito il tavolo di emergenza nazionale sulla Psa dove sono stati raccolti gli aggiornamenti sulle attività fino ad ora svolte nelle zone dichiarate infette. Nella riunione in Prefettura ad Alessandria, gli esperti della commissione europea a fine della loro presenza sul territorio hanno illustrato le prime raccomandazioni da adottare per eradicare la peste suina africana: il rafforzamento delle barriere per delimitare la zona interessata, il depopolamento dei cinghiali in modo mirato nella zona infetta e applicare adeguate misure preventive di profilassi. Inoltre è stato consigliatodi implementare con cartellonistica ad hoc su strade e sentieri al fine di sensibilizzazione i cittadini con l’indicazione delle precauzioni da seguire e la segnalazione della pericolosità delle aree infette.

A seguire l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha incontrato in due differenti momenti le associazioni agricole e le associazioni venatorie per relazionare un aggiornamento sulla situazione dell’emergenza.

“Ringrazio innanzitutto tutti i rappresentanti delle associazioni che oggi sono stati presenti – dichiara l’assessore regionale Marco Protopapa – e che hanno dato la disponibilità ad affrontare insieme questa importante emergenza, a partire dalle attività di monitoraggio già fino ad ora svolte. I commissari europei hanno preso atto che lo scenario dell’emergenza Psa in Piemonte e Liguria risulta molto differente da quello di Polonia e Belgio, a partire dai territori con zone in piano nei paesi europei e una densità di cinghiali per chilometro quadrato nettamente inferiore rispetto a quella di Piemonte e Liguria. Questo comporta che non sia applicabile lo stesso metodo di azione precedentemente utilizzato per l’estirpazione del virus ma poter utilizzare azioni emergenziali con decreti e ordinanze specifiche”.

“Occorre quindi un’azione immediata per rafforzare le delimitazioni all’interno dell’area infetta, ovvero A7/A26/Bretella Predosa Novi dove ci sono già importanti barriere, con una probabile ulteriore recinzione della zona buffer cuscinetto. Al tempo stesso è necessario che la Regione Piemonte possa attuare un significativo piano di depopolamentoper contrastare l’emergenza riducendo la popolazione di almeno l’80 per cento. Nella giornata odierna il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sull’emergenza PSA utile anche per la nomina del commissario straordinario che ci auspichiamo possa avere pieni poteri, non solo decisionali ma anche economici per poter far fronte in maniera seria e puntuale all’emergenza e per poter dare al nostro territorio un segnale tangibile di azioni efficaci”.

“Per quanto riguarda gli indennizzi alle aziende agricole del comparto zootecnico suinicolo l’Assessorato regionale all’Agricoltura si è attivato per poter recuperare dei ristori a favore delle aziende suinicole inserite all’interno delle aree infette mentre è in corso un intervento presso il Ministero della Sanità per modificare le note applicative della legge 218/88 relativa ai ristori alle aziende zootecniche”.

Giovani agricoltori, proroga del bando regionale

L’Assessore regionale Marco Protopapa: “Diamo ai giovani agricoltori maggiore possibilità nel presentare le domande di contributo e invito a cogliere questa opportunità”

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha prorogato dal 31 gennaio 2022 al 21 febbraio 2022 la scadenza del bando2021 relativo alle misure del PSR, il Programma di sviluppo rurale del Piemonte per gli anni di transizione 2021-2022, a sostegno dei giovani agricoltori piemontesi.

Si tratta del cosiddetto “pacchetto giovani” che integra le operazioni 6.1.1 del Psr, insediamento dei giovani agricoltori e 4.1.2 del Psr, miglioramento delle aziende agricole (rendimento globale e sostenibilità). Il bando ha una dotazione finanziaria complessiva di 45,6 milioni di euro.

“I giovani agricoltori hanno tempo fino al mese di febbraio per presentare le domande di richiesta di contributo – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa – Andiamo così incontro alle esigenze espresse dalle organizzazioni agricole che hanno espresso la necessità di avere più tempo per reperire la documentazione per le istanze. La proroga della scadenza dei bandi conferma infattila volontà da parte della Regione di dare maggiore possibilità a coloro che intendono avviare nuove imprese agricole e l’invito è di cogliere questa opportunità”.

Controlli alimentari: bene, ma senza troppa burocrazia

Confagricoltura sui controlli ufficiali per la sicurezza alimentare: “Bene le verifiche, ma senza appesantimenti burocratici e nuovi oneri a carico delle imprese”

 

 

Nell’ambito della conversione del cosiddetto “decreto Milleproroghe” Confagricoltura ha proposto la proroga dell’entrata in vigore delle disposizioni sui controlli ufficiali in materia di alimenti e sicurezza alimentare previste dal Decreto Legislativo 2 febbraio 2021, n. 32.

Riteniamo che i controlli ufficiali siano indispensabili per garantire rigorosamente la qualità delle produzioni e che debbano essere attuati con la massima cura: ciò che occorre evitare – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontesono gli appesantimenti burocratici e nuovi oneri a carico delle imprese”.

Dal 1° gennaio 2022 – chiarisce Confagricoltura in una nota – è in vigore il decreto legislativo numero 32 del 2 febbraio 2021 che fissa le regole per i controlli ufficiali in materia di alimenti e sicurezza alimentare. Per alcune tipologie produttive, quali macelli e impianti di sezionamento carni, per esempio, la tariffa di controllo è stabilita in rapporto alla reale entità produttiva, mentre per altre tipologie, quali per esempio le cantine, sono previsti importi forfettari annui che variano a seconda del livello di rischio (basso, medio o alto) calcolato per ciascun stabilimento dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) a seguito del controllo ufficiale. In base alle disposizioni di legge, al fine del calcolo della tariffazione per l’anno 2022, le ditte devono inviare all’Asl entro il mese di gennaio 2022 un’autodichiarazione con le informazioni riferite all’anno 2021. Sulla base dei dati trasmessi l’ASL applicherà la tariffa in base al livello di rischio calcolato, riferito all’anno in corso ed emetterà la richiesta di pagamento entro il 31 marzo 2022.

Con la normativa precedentemente in vigore – spiega Confagricoltura –  la maggior parte delle aziende agricole produttrici di vino era stata esclusa dall’autofinanziamento dei controlli ufficiali sugli alimenti; in base alle nuove disposizioni le aziende produttrici di vino ricadono nella produzione di bevande alcoliche, per le quali non è prevista l’esclusione della produzione primaria.

Le Regioni non hanno ancora stabilito i criteri per la definizione delle tariffe per l’autofinanziamento dei controlli ufficiali sugli alimenti. Riteniamo  che sia indispensabile rendere omogenee le tariffe – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte – al fine di evitare discriminazioni tra i diversi operatori, ma i tempi ristretti non consentono di raggiungere l’obiettivo entro il 31 gennaio 2022. Per questo la proroga dei termini darebbe modo alle Regioni di confrontarsi e di diramare disposizioni puntuali alle Asl per assicurare un’equa applicazione del provvedimento”.

 

Agricoltura100, un’azienda di Caluso sul podio nazionale

 

 

Tra i premiati del concorso di Reale Mutua e Confagricoltura i fratelli Paolo e Lorenzo Robiola

 

 

C’è anche un’azienda torinese, la Società Agricola dei Fratelli Robiola di Caluso, sul podio di Agricoltura100, l’iniziativa di Reale Mutua e Confagricoltura nata nel 2020 e volta a promuovere il contributo dell’agricoltura alla crescita sostenibile e al rilancio del Paese, che misura il livello di sostenibilità dell’impresa considerando il numero e l’intensità delle iniziative adottate in tutte le aree produttive.

Il rapporto di Agricoltura100, realizzato da Innovation Team (società del Gruppo Cerved) ha preso in esame 2.162 imprese (+16,9% rispetto a quelle della prima edizione) sull’universo delle circa 715 mila imprese agricole attive iscritte alle Camere di Commercio, applicando coefficienti basati su tre variabili: area geografica, dimensione aziendale, specializzazione produttiva.

Il modello di scoring, elaborando ben 234 variabili, attribuisce a ogni impresa che ha partecipato all’indagine un punteggio su scala da 0 a 100, l’Indice AGRIcoltura100, che misura il livello generale di sostenibilità dell’impresa. Confluiscono in questo punteggio quattro indici parziali, relativi ad altrettante aree di sostenibilità ESGD: sostenibilità ambientale (E), sostenibilità sociale (S), gestione dei rischi e delle relazioni (G) e qualità dello sviluppo (D).

Il rapporto è stato presentato questa mattina (1 febbraio) a Roma, al Museo dell’Ara Pacis, al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, con il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, il direttore generale di Reale Mutua Luca Filippone e il consigliere d’amministrazione della società assicuratrice torinese, il chivassese Vittorio Viora.

Terza in classifica generale di Agricoltura100 si è posizionata la Società Agricola F.lli Robiola Paolo e Lorenzo di Caluso (Torino), specializzata in coltivazioni foraggere e cerealicole, con allevamento di vacche da latte di razza pezzata rossa.

I fratelli Paolo e Lorenzo Robiola, di 38 e trent’anni, con le loro famiglie conducono un’azienda agricola biologica e biodinamica, praticando l’allevamento bovino allo stato semi brado: complessivamente allevano 500 animali, di cui 200 in lattazione, su circa 200 ettari di terreno. In azienda hanno introdotto, nel pieno rispetto dell’ambiente, innovazioni tecnologiche con l’uso dell’intelligenza artificiale, coniugando modernità e tradizione. Grazie alla collaborazione con l’Università di Torino hanno praticamente eliminato l’uso di concentrati dalla razione alimentare delle bovine, sostituendoli con  foraggi di qualità; le macchine operano sotto controllo GPS da remoto e gli effluenti zootecnici vengono distribuiti degli strumenti a basso impatto ambientale. Il latte prodotto viene commercializzato attraverso un’apposita filiera, che consente di valorizzare il lavoro svolto, garantendo anche la sostenibilità economica degli investimenti.

La sostenibilità e l’innovazione sono fortemente connesse – ha dichiarato Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino, complimentandosi con i giovani calusiesi – e le misure volute da Confagricoltura per il rinnovamento tecnologico del settore primario stanno accompagnando con successo le imprese agricole verso una maggiore competitività anche sul fronte della sostenibilità ambientale. Confagricoltura e Reale Mutua – ha aggiunto Visca –   con sostengono il processo di queste nuove giovani aziende che dimostrano come si possa svolgere in modo moderno e sostenibile uno dei mestieri maggiormente ancorati alla nostra tradizione”.

Confagricoltura sulla Psa: prioritario contenere l’area infetta

Al webinar organizzato da Confagricoltura con l’assessore Icardi i dirigenti della Sanità Veterinaria regionale annunciano che nelle prossime settimane l’Unione Europea ispezionerà il Piemonte per verificare la gestione dell’emergenza. Gli allevatori chiedono di creare il vuoto sanitario e di avviare al più presto l’abbattimento dei cinghiali

 

Piena collaborazione degli agricoltori per mantenere l’emergenza sanitaria all’interno della zona infetta, rafforzando tutte le iniziative di biosicurezza degli allevamenti per uscire al più presto dall’emergenza sanitaria: sono queste le gli impegni che si è assunta Confagricoltura Piemonte nel webinar con l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi, il direttore dei servizi veterinari della Regione Bartolomeo Griglio e il commissario per l’emergenza peste suina in provincia di Alessandria Giorgio Sapino.

Nell’incontro online che si è svolto ieri (1 febbraio) il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – intervenuto all’incontro con il presidente nazionale degli allevatori di suini di Confagricoltura Rudy Milani, il direttore regionale dell’organizzazione Ercole Zuccaro e i direttori di Alessandria Cristina Bagnasco, di Asti Mariagrazia Baravalle e di Cuneo Roberto Abellonio –  ha sottolineato la ferma volontà degli allevatori di adottare “tutte le azioni necessarie per assicurare la piena ripresa delle attività produttive, che nel nostro Paese rappresentano un volume di 100.000 suini macellati alla settimana. Un patrimonio basilare per l’ economia agricola regionale – ha aggiunto Allasia –  che conta su oltre 1.300.000 suini, allevati prevalentemente in provincia di Cuneo”.

Attualmente – ricorda Confagricoltura – ci sono 8.000 suini nell’area infetta, individuata in 78 comuni della provincia di Alessandria, che complessivamente conta su 29.000 capi allevati; altri 190.000 suini sono presenti nelle stalle in provincia di Torino e 931.000 in provincia di Cuneo, dei quali 500.000 nel raggio di 15 chilometri da Fossano.

I numeri degli allevamenti cuneesi  – hanno sottolineato gli allevatori di Confagricoltura che hanno partecipato al webinar – fanno sì che sia indispensabile evitare che l’epidemia si estenda; per questo è necessario procedere al più presto, seppur a malincuore, all’abbattimento forzoso di tutti i suini allevati nell’area infetta in provincia di Alessandria.

“D’intesa con la Regione Piemonte – ha dichiarato Allasia – chiederemo al governo di poter utilizzare i fondi stanziati sul decreto Sostegni-Ter, che ammontano complessivamente a 50 milioni di euro per il comparto suinicolo, per ristorare gli allevatori dalla perdita di reddito e per creare al più presto un vuoto sanitario che ci preservi dalla diffusione dell’epidemia. Contemporaneamente siamo tornati da sollecitare alla Regione – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Piemonte – la definizione di un piano di depopolamento dei cinghiali, che dovrà essere avviato al più presto, non appena conclusa l’azione di monitoraggio, per ripristinare un equilibrio ambientale adeguato, anche per quanto riguarda la tutela della biodiversità”.

Nelle prossime settimane – hanno annunciato i dirigenti della Sanità regionale che sono intervenuti al webinar organizzato Confagricoltura – il Piemonte riceverà la visita dei funzionari dell’Unione Europea che dovranno verificare la gestione dell’emergenza peste suina. Concluso il monitoraggio si tratterà di recintare l’aria infetta, operazione in parte agevolata dalle barriere già esistenti costituite dalle recinzioni autostradali, per circoscrivere fisicamente la zona infetta e poter procedere con l’abbattimento dei cinghiali dentro e fuori l’area interessata.

 

Agricoltura, Chieri chiede sostegni ai produttori

La Regione Piemonte ed il Governo nazionale adottino provvedimenti urgenti atti a sostenere e a salvare le attività produttive agricole: è la richiesta contenuta nell’Ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Chieri con 16 voti favorevoli, e presentato dal consigliere di minoranza Luigi FURGIUELE (Gruppo Misto di Minoranza).

«L’approvazione di questo Ordine del giorno a sostegno dei produttori agricoli-commenta il consigliere Luigi FURGIUELE-rappresenta un risultato importante per tutto il Consiglio comunale di Chieri ed un gesto di attenzione verso un comparto produttivo in forte crisi e che genera preoccupazioni per il futuro. Ho presenziato alla manifestazione indetta da Coldiretti il 20 febbraio a Torino dove sono stati denunciati gli aumenti spropositati dei costi delle materie prime indispensabili alla produzione che generano un aumento dei prezzi a danno di consumatori ed agricoltori. Solo per fare un esempio, i fertilizzanti per produrre i cereali sono aumentati del 180% . Ritenevo doveroso, pertanto, sollecitare Regione Piemonte e Ministero competente ad adottare con urgenza provvedimenti diretti a sostenere e salvare le attività agricole a rischio chiusura. Le nostre eccellenze agricole, i lavoratori, le aziende, i giovani impiegati nel settore agricolo e ortofrutticolo sono una risorsa che deve essere tutelata senza se e senza ma. Auspico che il nostro sollecito venga accolto in modo deciso, serio e urgente».

 

«Come denunciato dalle principali associazioni di categoria, le aziende agricole sono a rischio collasso a causa dei costi di produzione ormai insostenibili-aggiunge l’assessora all’Agricoltura e Attività produttive Elena COMOLLO-servono misure urgenti coraggiose e strutturate. Siamo a fianco degli agricoltori del territorio e monitoriamo la situazione mantenendo un contatto costante con le associazioni datoriali preoccupate anche per l’andamento di climatico, infatti stiamo vivendo uno degli inverni più secchi e caldi degli ultimi 65 anni con temperature da record ed effetti devastanti sulle riserve di neve e sulla portata d’acqua di fiumi e bacini».

All’Enoteca Regionale del Roero si chiude la stagione del tartufo

Canale, 30 gennaio 2022. LEnoteca Regionale del Roero, punto di riferimento per la promozione delle eccellenze del territorio, annuncia la chiusura della stagione del tartufo 2021 e organizza un piccolo momento istituzionale per fare un bilancio dellannata. Un momento che vuole in qualche modo simbolicamente sostituire il raduno dei trifolao e dei cani da tartufo, evento molto sentito e da sempre organizzato dallEnoteca Regionale del Roero per celebrare la fine della stagione tartuficola, ma che questanno a causa delle restrizioni in vigore non potrà tenersi: limpegno però è di trovare un nuovo momento pubblico in futuro dove celebrare il lavoro fatto anche questanno dai tartufai piemontesi.

Unannata non iniziata nel migliore dei modi, con pochi tartufi nella regione che meglio rappresenta questeccellenza mondiale. Ma la stagione, al di là dei risultati in termini di prodotto, è proseguita con un grande risultato, il riconoscimento del Patrimonio Unesco per la Cerca e cavatura del tartufo in Italia a dicembre 2021. Un successo importantissimo, che permetterà una crescita ulteriore del Piemonte in termini turistici, e che richiede per questo una progettualità importante a supporto di quello che dora in avanti sarà un cappello di accompagnamento di rilevanza mondiale.

I temi da affrontare a chiusura di stagione sono dunque molteplici. In un momento come questo questa iniziativa è essenziale per lEnoteca Regionale del Roero, commenta il senatore Marco Perosino, Presidente dell’Eno

teca Regionale del Roero, che fino al 2020 ha organizzato, per la chiusura della stagione, il raduno dei trifulao, ora temporaneamente interrotto a causa della pandemia. Vogliamo celebrare il forte legame tra vino e Tartufo, prodotti di una terra generosa e il riconoscimento dellUnesco, ma vogliamo anche parlare della necessità di adeguarsi rapidamente ad una concezione di ambiente più consona alla salvaguardia e alla tutela. In questo appuntamento parleremo della difesa del bosco, della necessità di piantumazione obbligatoria di tutti i terreni pubblici liberi, della tenuta dei versanti franosi e dell’uso dei diserbanti: tutti argomenti che dobbiamo tenere presenti in vista del futuro di uno dei prodotti che meglio rappresentano il nostro territorio nel mondo.

Anche Mauro Carbone, direttore del Centro Nazionale Studi Tartufo, parla della necessità di costruire strategie di valorizzazione ancora più forti, in un momento in cui lattenzione internazionale nei confronti del tartufo è ai massimi livelli: Si chiude una stagione del tartufo bianco dAlba complessa, caratterizzata da scarsissime piogge e da una conseguente produzione molto limitata, spiega Carbone. Il raccolto scarso ha portato a un forte aumento dei prezzi, più che raddoppiati in alcune settimane della stagione. Molto buona la qualità: il freddo è arrivato presto e con il freddo anche la maturazione perfetta del prodotto. Deve essere una annata da capitalizzare in termini di programmazione, con una nuova strategia di gestione del territorio, mirata a una tartuficoltura moderna e smart.

Enoteca Regionale del Roero: chi siamo

Punto di riferimento storico per la promozione del prodotto enoico del territorio di Langa e Roero, l’Enoteca Regionale del Roero è un luogo che si pone l’obiettivo di raccontare le eccellenze enogastronomiche del territorio piemontese.

Radicalmente ristrutturata nel 2017, l’Enoteca Regionale del Roero è stata pensata come una realtà dinamica, capace e competitivamente forte per sviluppare ulteriormente le attività promozionali della produzione vitivinicola locale.

Lattività di promozione e valorizzazione del Roero e del territorio di cui è espressione, impregno principale dellEnoteca, avviene attraverso lorganizzazione di manifestazioni e di attività di degustazione presso la propria sede, al fine di meglio sfruttare gli spazi e di offrire anche una esperienza sensoriale, data dallottima presentazione dei principali prodotti locali.

Ad oggi lenoteca raggruppa i principali produttori vitivinicoli del Roero, tutti caratterizzati da ottima performance di crescita e da una sempre più crescente notorietà dei prodotti a livello internazionale. All’interno dell’Enoteca Regionale del Roero, dunque, i visitatori troveranno in degustazione e in vendita le principali denominazioni del territorio: Roero e Roero Arneis DOCG, Langhe Favorita, Barbera dAlba, Nebbiolo dAlba, Langhe Nebbiolo, Birbèt. Non solo vino, ma anche prodotti gastronomici d’eccellenza, prelibatezze tipiche della regione Piemonte, distillati e squisitezze artigianali, provenienti da piccoli e grandi produttori della zona di cui si punta a valorizzare il lavoro.

La Biblioteca dei Sapori: un Progetto di Sviluppo Regionale per promuovere il territorio

L’Enoteca Regionale del Roero si fa capofila di un Progetto di Sviluppo Regionale (PSR), improntato sulla promozione delle eccellenze enogastronomiche del territorio.

Nasce così la Biblioteca dei Sapori: un progetto che trasforma l’Enoteca, rendendola non solo uno spazio di vendita e degustazione, ma soprattutto di narrazione dei prodotti, delle realtà agricole che ci sono dietro, del lavoro virtuoso di chi preserva le antiche tradizioni proiettandole nel mercato del futuro.

Un progetto, dunque, che punta a promuovere in modo coordinato e integrato le molte piccole aziende del territorio che non avrebbero, da sole, la forza sufficiente per emergere. A questa necessità la Biblioteca dei Sapori del Roero risponde attraverso la costituzione di una filiera corta rappresentativa dei prodotti più tradizionali e tipici del territorio e attraverso le messa in rete di prodotti e micro produttori, migliorando il grado di cooperazione del tessuto imprenditoriale del comparto agroalimentare.

L’obiettivo è quello di costruire una promozione integrata ed efficiente dei prodotti coinvolti e, indirettamente del territorio nel suo complesso.

Proprio per dare voce a un intero territorio, l’Enoteca Regionale del Roero si fa forte all’interno di questo  operanti sul territorio di Langa e Roero: lEnoteca Regionale del Barbaresco, lEnoteca Regionale del Barolo e lEnoteca Regionale Piemontese Cavour. Realtà che, così come l’Enoteca Regionale del Roero, vanno oltre il concetto di semplice esercizio commerciale, poiché hanno in seno al loro Statuto e alla loro storia lobiettivo istituzionale di far conoscere, diffondere, valorizzare e vendere le produzioni agricole del territorio, e in particolar modo limportante patrimonio enoico.

L’Enoteca Regionale del Roero la sede

L’Enoteca Regionale del Roero ha sede a Canale, in provincia di Cuneo, in via Roma 57, nell’ex Asilo Infantile Regina Margherita, complesso edilizio dello scorso secolo accuratamente restaurato.

Varcando lingresso del cortile si è subito accolti dallo stemma della casata dei Roero che campeggia sul sontuoso cancello in ferro battuto: il motto Abon rendreincarna pienamente lo spirito di accoglienza sincera e familiare di questo luogo.

Ledificio si presenta con unoriginale forma a Ue ospita al pian terreno il punto vendita con lesposizione dei vini, lufficio turistico Roero Turismoe lOsteria dellEnoteca. Al primo piano si trova, inoltre, una grande eccellenza gastronomica della zona, il Ristorante All’Enoteca, una stella Michelin, guidato dallo chef Davide Palluda.

Informazioni pratiche

Enoteca Regionale del Roero

Via Roma 57, Canale (CN)

0173978228

www.enotecadelroero.it

Agroindustria, la Regione proroga il bando

PSR PIEMONTE: LA REGIONE PROROGA AL 15 MARZO LA SCADENZA DEL BANDO A FAVORE DELLE IMPRESE AGROINDUSTRIALI

La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa, ha prorogato al 15 marzo 2022 la scadenza del bando 2021 a favore dell’agroindustria del Programma di sviluppo rurale 2021-2022, misura 4.2.1 “Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli”.

Il bando, con una dotazione finanziaria complessiva di 21 milioni di euro, prevede aiuti alle imprese agroindustriali attive nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, che possono richiedere contributi per la realizzazione di opere edili, acquisto di macchinari, impianti e attrezzature. La spesa massima ammissibile per domanda è di 2 milioni di euro e la spesa minima di 300 mila euro.

“Con il provvedimento di oggi rispondiamo prontamente alle necessità espresse dal comparto dell’agroindustriache ha bisogno di più tempo nell’espletare le procedure per partecipare al bando. Si conferma infatti la volontà da parte della Regione nel dare maggiore possibilità alle imprese piemontesi che intendono investire in nuovi processi produttivi e in tecnologie innovative, rendendole più competitive”, dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa.

Caat terzo mercato generale in Italia, ma servono i fondi del Pnrr per svecchiarlo

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“Il Caat (il Centro agroalimentare di Torino) con un volume d’affari di poco superiore al mezzo miliardo di euro l’anno, si colloca tra i primi tre mercati generali italiani. Ma mentre quello di Milano è oggetto di ristrutturazione e a Roma si sta progettando di fare altrettanto, la struttura torinese, vecchia di oltre vent’anni, necessita quanto prima di un rinnovamento e le risorse, potrebbero arrivare dai fondi del Pnrr”.

La richiesta è stata formulata in Terza commissione in Consiglio regionale (presidente Claudio Leone) da Stefano Cavaglià, presidente dell’Associazione piemontese dei Grossisti ortofrutticoli Torino (Apgo) dove è proseguita l’audizione delle principali associazioni agricole per approfondire la questione relativa al sistema della produzione e del commercio del comparto ortofrutta, come richiesto da Monica Canalis (Pd).

Apgo ha inoltre sottolineato come durante il periodo del lockdown l’attività del Caat non si sia interrotta, in quanto giudicata essenziale per garantire gli approvvigionamenti alla catena di vendita, tuttavia la pandemia ha generato una crisi che si estende anche a questo comparto, dove i fatturati subiscono una sorta di altalena tra incrementi e contrazioni.

Il settore, in prospettiva futura, chiede la riforma dei mercati rionali, di valutare la possibilità di orari diurni e un giusto equilibrio nei confronti della grande distribuzione organizzata, che sta sempre più entrando nella produzione.

Domenico Tuninetti del Consorzio del peperone di Carmagnola, ha posto la problematica del ricambio generazionale, per dare non solo continuità ma nuova linfa alle imprese del settore. Inoltre, tra le proposte avanzate, si è soffermato sulla necessità di sospendere il “set-aside”, il regime agronomico introdotto dall’Unione europea nel 1988, che consiste nel ritiro dalla produzione di una determinata quota della superficie agraria utilizzata al fine di controllare la sovrapproduzione di cereali e di altri seminativi, per evitare gli effetti depressivi sui prezzi agricoli.

Gabriele Carenini, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) si è detto preoccupato di come i rincari energetici avranno effetti negativi anche sul già sofferente settore zootecnico, incidendo negativamente sul prezzo del latte.

Ma soprattutto il comparto frutticolo rischia di patire conseguenze fortemente dannose, come evidenziato sempre da Cia attraverso il tecnico Maurizio Ribotta, che ha spiegato come il grosso della produzione della frutta italiana sia destinato all’esportazione. In Piemonte attualmente circa seimila ettari sono vocati alla coltura delle mele che vengono vendute a circa quaranta centesimi al chilogrammo. I rincari energetici, è stato valutato, incideranno di circa dieci centesimi sul predetto costo di vendita, per cui i ricavi non saranno sufficienti a coprire le spese di produzione.

Sono intervenuti nell’ordine, per delucidazioni e approfondimenti i consiglieri Gianluca Gavazza (Lega), CanalisAlberto Avetta (Pd), Matteo Gagliasso (Lega), Valter Marin (Lega) e Carlo Riva Vercellotti (FdI).