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Fondazione per la Ricerca sul Cancro: nel 2020 sono stati destinati all’Istituto di Candiolo oltre 18 milioni di euro

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Presentato il Bilancio Sociale e di Sostenibilità dal Presidente Allegra Agnelli: “Nel 2021 abbiamo tagliato il traguardo dei 35 anni di attività e, nonostante l’emergenza Covid, non ci è mai mancato l’appoggio dei nostri sostenitori”.

In corso i lavori per un ulteriore importante ampliamento dell’Istituto.

La sfida epocale del Covid non ha frenato l’impegno della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: nel 2020 sono stati destinati all’Istituto di Candiolo IRCSS per la ricerca e la cura oltre 18 milioni di euro. E’ quanto emerge dal Bilancio Sociale e di Sostenibilità che è stato presentato dal Presidente, Allegra Agnelli.

Hanno partecipato all’ evento – che si è svolto in modalità digitale all’ Istituto di Candiolo Irccs ed è stato trasmesso online sul sito de La Stampa e sulla pagine Facebook della Fondazione – esponenti delle istituzioni, della comunità scientifica, del mondo dell’ imprenditoria e della finanza: Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Ersilia Vaudo Scarpetta, Chief Diversity Officer e Special Advisor on Strategic Evolution dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA), Anna Sapino, Direttore Scientifico dell’ Istituto di Candiolo IRCCS, Giuseppe Banna, Responsabile Ricerca Clinica e Traslazionale per i Tumori Toracici dell’ Istituto, Gianmarco Sala, Direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Marco Lavazza, Vice Presidente di Lavazza, Marco Morganti, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo, Julien Di Pace, Head of Jeep Brand Advertising, Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus. Ha moderato l’incontro il Direttore dell’HuffPost ed editorialista della Stampa, Mattia Feltri.

“Nel 2020 siamo stati chiamati a uno sforzo straordinario – ha detto Allegra Agnelli – siamo scesi in campo per supportare il sistema sanitario nella lotta contro il Covid-19, accogliendo pazienti oncologici da altre strutture sanitarie, abbiamo realizzato un laboratorio per l’analisi dei tamponi e nel 2021 siamo diventati hub per le vaccinazioni e centro di riferimento per il tracciamento delle varianti del virus. Nonostante tutto questo abbiamo garantito cure, trattamenti e destinato ingenti risorse alla ricerca sul cancro”.

“Nel giugno di quest’anno – ha aggiunto – la Fondazione ha compiuto 35 anni di attività, un grande traguardo raggiunto solo grazie a chi ci sostiene dal 1986 ad oggi. Questa storia è il nostro futuro: grazie ai nostri sostenitori stiamo realizzando l’Istituto di Candiolo di domani”.

Il Presidente Alberto Cirio ha lodato l’ Istituto di Candiolo per il contributo dato al contrasto alla pandemia e per il suo alto livello scientifico: “Il Covid ci ha insegnato – ha aggiunto – l’

importanza della ricerca, ma ha anche ha abbattuto i tabù contro la sanità privata. Da oggi bisogna pensare a un nuovo rapporto fra pubblico e privato”.

Il forte legame fra la Fondazione e il territorio è stato così sintetizzato dal Direttore Gianmarco Sala: “Nel 2020 la Fondazione ha raccolto complessivamente, tra donazioni dirette, 5×1000 ed eredità più di 23 milioni. Per ogni euro donato oltre 90 centesimi vengono destinati alla missione dell’Istituto. Un risultato importante, sottolineato dal sostegno che riceviamo: nel 2020, 47 mila donazioni direttee 254 mila persone che hanno scelto di destinare il loro 5×1000 a Candiolo. Poi ha ricordato che nel maggio scorso, nonostante la pandemia, sono iniziati i lavori “per mettere a disposizione di medici, ricercatori e, soprattutto, pazienti e loro familiari, nuovi spazi”. I primi interventi riguardano il nuovo servizio di Hospice “Monviso e laboratori per ospitare ricercatori clinici provenienti dalla più importanti strutture internazionali. A seguire sono previsti una Biobanca per conservare i tessuti in un’ottica di future terapie oncologiche personalizzate, la Protonterapia, avanzata forma di radioterapia, un Poliambulatorio e spazi dedicati alla formazione, alla didattica e a servizi di foresteria. L’obiettivo è curare sempre più persone e farlosempre meglio, ha concluso Sala.

Per quanto riguarda l’attività di ricerca, la Professoressa Anna Sapino ha ricordato i dati del 2020: 288 ricercatori impegnati in 37 laboratori e unità di ricerca, 231 lavori pubblicati, record di citazioni (10.392) sulle più importanti riviste scientifiche mondiali, con conseguente crescita dell’impact factor a 1.621,32 (è l’indice che misura l’impatto di una pubblicazione sulla comunità scientifica).

All’Istituto di Candiolo lavorano circa 800 persone, di cui 464 nell’attività di assistenza ospedaliera. Nel 2020 sono state erogate 1.314 mila prestazioni ambulatoriali e sono stati ricoverati 8.144 pazienti; oltre 1.100 sono stati sottoposti a trattamenti di radioterapia. Inoltre, erano attivi 154 protocolli e studi sperimentali. L’Istituto, nonostante la pandemia, ha mantenuto pressochè invariati i volumi di attività clinica e ha anche messo a disposizione di altre strutture ospedaliere (ASO San Luigi e Mauriziano, Ospedali di Rivoli, Pinerolo, Moncalieri, Chieri, Carmagnola) il proprio blocco operatorio per interventi chirurgici non procrastinabili su pazienti oncologici.

Il Bilancio Sociale e di Sostenibilità è stato realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino e con il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino

StemDays, Fondazione Human+ a sostegno della parità di genere

StemDays, un progetto di Fondazione Human+ a sostegno della parità di genere a cui hanno aderito 23 istituti scolastici della Città Metropolitana di Torino, è ospitato al Cottino Social Impact Campus, dal 21 giugno fino al 2 luglio 2021.

Si tratta di un camp gratuito rivolto a 40 ragazze di terza e quarta superiore, interessate a migliorare sé stesse e curiose di scoprire le tecnologie che stanno cambiando il mondo, le ragazze sono state selezionate tra 100 candidature pervenute. Un grande laboratorio di esperienza e formazione in 8 tappe che toccheranno le discipline più ricercate dal mondo del lavoro  Science, Technology, Engineering, Mathematics corredate da uno specifico programma di empowerment personale.

Fondazione Human + da quest’anno inizia un nuovo corso tutto a sostegno della parità di genere. Stemdays è il primo progetto di un percorso al femminile che ci vedrà impegnati per 10 anni sul territorio torinese in attività di empowerment e avvicinamento alle tecnologie. Negli anni ne misureremo l’efficacia e i futuri risvolti nel mondo del lavoro” dice Patrizia Ghiazza, Presidente della Fondazione Human+.

Cottino Social Impact Campus ha scelto di sostenere il percorso ospitando gli StemDays per collaborare a un’offerta trasformativa legata a un obiettivo sociale e culturale importante come la parità di genere.

Oggi più che mai infatti è necessario colmare quel gender gap che pregiudica l’inserimento delle donne in determinati percorsi di studi e nel mondo del lavoro; l’elevata risposta nell’invio di candidature per partecipare a StemDays è un chiaro segnale di questo bisogno.

All’interno di questo percorso Giuseppe Dell’Erba, membro del board del Cottino Social Impact Campus, illustrerà l’obiettivo formativo del Campus volto a generare una cultura dell’impatto sociale per trasmettere l’importanza della sostenibilità sociale, ambientale ed economica, integrandola in tutti i modelli di business. “L’impatto sociale è una visione del mondo. Applicare questo metodo di visione trasformativo alla formazione delle giovani donne di oggi, che costruiranno il futuro e il mondo di domani, speriamo più giusto e paritario, è una bellissima sfida per il nostro Campus” commenta Dell’Erba.

Il Campus sceglie dunque di aprirsi alla città di Torino e a progetti come StemDays, in linea con le discipline oggetto della propria offerta formativa, in un’ottica di sempre maggiore attenzione al territorio e a sostegno di iniziative come questa per la parità di genere.

E, in un circolo virtuoso, Fondazione Human+ darà il proprio sostegno al Cottino Social Impact Campus elargendo alcune borse di studio, con l’obiettivo di contribuire a divulgare presso i giovani la cultura e la filosofia educativa di progettazione condivisa e trasformativa del Campus.

https://www.cottinosocialimpactcampus.org/

https://www.fondazionehumanplus.it

www.stemdays.it

Premiata ricercatrice dell’Istituto di Candiolo

Si è svolta all’ Arsenale della Pace del  Sermig di Torino la cerimonia di consegna del Premio scientifico Valeria Tabasso Rivolo, istituito in memoria di una imprenditrice chierese, morta per un tumore nel dicembre dell’ anno scorso a soli 49 anni.

Il riconoscimento, alla sua prima edizione, è andato alla giovane ricercatrice dell’ Istituto di Candiolo – Irccs, Mariangela Russo, per la “migliore ricerca scientifica Impact Factor”. A consegnarlo il marito di Valeria Tabasso Rivolo, Federico.

Il premio avrà cadenza annuale e andrà a un giovane ricercatore dell’ Istituto di Candiolo che si sia distinto per uno studio particolarmente significativo.

Proprio a Candiolo l’ imprenditrice, che era nata a Chieri e viveva a Pino Torinese, era stata curata nei lunghi anni della sua malattia e la famiglia ha voluto in questo modo ricordarne l’ esemplare impegno sociale e la coraggiosa testimonianza di fede ed esprimere la sua riconoscenza nei confronti del personale dell’ Istituto e della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Chi è Brigitte Sardo, General Manager di Sargomma

Rubrica a cura di ScattoTorino 

Determinata e open mind, madre, moglie e Direttore Generale dell’azienda di famiglia, Brigitte Sardo riveste, con un forte impegno personale, un ruolo che la vede interagire con i principali players del settore automobilistico italiano e internazionale. Concentrata sul proprio business, ma anche sensibile nei confronti dell’attività imprenditoriale in genere e delle donne in particolare, Brigitte Sardo è al secondo mandato come presidente Apid e guida le titolari delle piccole e medie imprese del torinese nella promozione e nello sviluppo delle competenze femminili in vari ambiti professionali.

Curiosa e infaticabile, nutre una profonda passione per il cinema e, con la figlia Carolina, nel 2014 ha fondato la Gran Torino Production, una società cinematografica che ha coprodotto vari film. In questo momento Brigitte Sardo sta traghettando l’azienda Sargomma verso una nuova visione di realtà industriale che cresce e si svilupperà sul territorio piemontese, a fronte di un grosso sforzo imprenditoriale, economico e manageriale; Brigitte inoltre crede fortemente nel valore di fare cultura di impresa e nella forza dei giovani, sostenendo molti progetti innovativi e di welfare aziendale.

Dal 1981 Sargomma è protagonista del mercato. Ripercorriamo la storia?

Nell’home page del sito di Sargomma si legge: “Siamo di gomma: resistenti e tutti d’un pezzo, ma anche flessibili, con una naturale vocazione al cambiamento”. Un claim che è anche uno stile di vita della famiglia Sardo e del padre Giuseppe, fondatore dell’azienda Sargomma nata a Torino nel 1981, con un credo che resta lo stesso nel tempo, ovvero trovare nuove soluzioni tramite prodotti di qualità e realizzare soluzioni sempre più innovative ed efficienti. Mio padre collaborava con le maggiori carrozzerie torinesi, lavorava con gli ingegneri costruttori e forniva soluzioni di componenti per gli interni delle auto più note, per macchine per il movimento terra e macchinari agricoli. Insieme con gli uffici tecnici dei suoi clienti, a un certo punto intravide la possibilità di inserire nelle innovative cabine chiuse delle macchine agricole tutti gli elementi di confort di cui è dotata un’automobile. I componenti Sargomma, montati su questi nuovi macchinari, gli garantirono un successo immediato. Oggi i 15 milioni di prodotti venduti all’anno a 150 clienti nel mondo, per lo più grandi aziende, sono destinati a mezzi di trasporto molto diversi: dalle utilitarie alle berline di lusso, dalle macchine agricole agli yacht. A fronte di questo con grande forza e impegno professionale ho messo in moto un programma di investimenti in organizzazione e tecnologia. Per il 2019, grazie agli incentivi messi a disposizione dal programma di governo industry 4.0, abbiamo avviato un’operazione di insourcing, con l’acquisto di nuovi macchinari e l’ampliamento dell’area industriale. Stiamo importando le lavorazioni di fustellatura e del taglio ad acqua. Con più garanzie per noi: saremo più competitivi, i clienti avranno un miglior servizio e ci sarà lavoro per tutti. Questo ha creato nel tempo un valore aziendale che resta alla base della storia di Sargomma. Una regola che ha contribuito e contribuisce, in modo più che sostanziale alla crescita dell’azienda, unita ad un’altra, dettata dal fondatore: il rapporto diretto con i clienti in tutto il mondo. Perché una squadra di professionisti è prima di tutto una squadra di persone”.

Brigitte Sardo

Re-generation: una parola chiave del vostro organigramma?

“Se con la parola re-generation intendiamo l’accezione di un ‘impresa che rigenera, che recupera forza e vigore, tramite le nuove generazioni, che di volta in volta nutrono e si nutrono in azienda in modo innovativo, allora sì. Nella Sargomma di oggi il nostro organigramma corrisponde all’idea di Re-generation, senza però escludere la crescita personale ed aziendale che si può compiere solo nel tempo. Abbiamo una struttura dove ogni settore si adatta perfettamente in età, competenze e conoscenze, al bisogno e al compito aziendale che gli compete. La Sargomma di domani, che stiamo già “costruendo”, ovvero una realtà in itinere, seguirà questa linea di innovazione e rispetto di tutti i collaboratori e dipendenti, inserendo nuove figure e nuovi progetti con un’attenzione naturale verso i giovani”.

Andare avanti è nel vostro DNA: quali sono i prossimi step?

“Sargomma sta cambiando e si sta avviando verso un processo davvero innovativo, naturalmente la gomma rimane il nostro prodotto, ma l’uso che ne faremo spazierà in diversi territori, dal design, all’ecosostenibilità, all’arte e grazie al nuovo ufficio di ricerca e prodotto saremo sempre più competitivi verso le nuove esigenze del mercato. In un mercato che cambia rapidamente bisogna essere flessibili e innovativi e la nuova Sargomma lo sarà ancora di più. A questo si aggiunga che il progetto di riqualificazione dell’ex area Pininfarina, sarà una svolta multi-funzionale in seno alla nuova Sargomma. Si inseriranno di fatto nuovi stakeholders e collaboratori. L’area prevede un progetto di riqualificazione ampio, l’occasione di creare una nuova realtà aziendale, che è stata proprio in questo periodo materiale di studio degli studenti dello IAAD, con ottimi risultati, oltre ad essere motore di vari progetti di innovazione e welfare, che si sta già attuando nella sede di partenza e che sarà davvero una modalità pilota per Torino di vivere lo spazio aziendale. Giardini sopra i tetti, arte, cucina, spazi destress… insomma sembrerà di non lavorare, ma di cercare nuove opportunità di vita e per la vita. Sargomma cresce ed è sempre cresciuta nel tempo con un’attenzione particolare non solo al prodotto, al mercato e ai clienti; il nuovo scenario post Covid è senza dubbio complesso, da qui l’attenzione alla comunicazione e al marketing, una sfida che i miei collaboratori e dipendenti stanno affrontando insieme e io con loro. Sargomma cresce con radici sane, nuovi frutti e promettenti fronde ampie e ristoratrici, come l’albero, rigorosamente della gomma, che sarà il simbolo della nostra nuova sede con un’attenzione forte all’ecosostenibilità”.

Qual è la mission di Apid – Imprenditorialità Donna?

“Fin dalla sua fondazione nel 1989, l’obiettivo di Apid è quello di portare avanti le istanze delle imprenditrici di Torino e provincia; per fare questo è necessaria una rappresentanza che si muova dal livello territoriale a quello internazionale, con una presenza attiva in sede europea. Questo è possibile attraverso le azioni di networking e lobbying che APID ed il suo consiglio conducono quotidianamente”.

Come Presidente di Apid Torino, a quali temi si dedica maggiormente?

“Cerco di fare la mia parte oltre che come imprenditrice, anche come presidente al secondo mandato di Apid, costola dell’Api sul versante femminile; Apid riunisce 380 iscritte ed è inserita, tra l’altro, all’interno della Cabina di regia dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali). Sono subentrata a una grandissima donna, Giovanna Boschis Politano, dopo 16 anni di mandato. Apid è un mondo completamente diverso da quello industriale, una sfida continua. L’associazione aiuta molto le piccole e medie imprese, mi confronto con chi capisce le esigenze delle imprenditrici, e la sezione di Torino ha il maggior numero di aziende e di dipendenti a livello nazionale. Apid lavora su progetti europei, ricordiamo il bando vinto sui business angels, della durata di due anni, per aiutare le start up al femminile. Anche con il Club degli investitori, di cui faccio parte, mi adopero per trovare finanziamenti. È ora di restituire quello che per la mia tenacia e fortuna sono riuscita a ottenere, è fondamentale trasmettere il valore della responsabilità sociale di impresa. Il social impact che può essere prodotto e diffuso dalla buona pratica aziendale, può portare il nostro territorio ad un livello superiore, in cui trasparenza e responsabilità vanno di pari passo. Già prima dell’emergenza Covid-19 erano diverse le iniziative rivolte in tal senso, ad oggi non possono che essere incrementate. Apid dovrebbe essere sostenuta anche economicamente dalle istituzioni, riconoscendogli però quella libertà di pensiero che aiuta a sostenere le donne imprenditrici in quanto persone che fanno la differenza nel tessuto sociale ed economico piemontese”.

APID Brigitte Sardo

Fare rete tra donne fa la differenza?

“Assolutamente sì. Quella tra le imprenditrici è una rete di portatrici di interessi comuni che, senza un’azione coesa, rischia di disperdere possibilità ed opportunità di crescita che spesso vanno oltre le esigenze aziendali. Fare rete è una necessità strutturale del presente e un irrinunciabile passaggio per il futuro. Le donne conoscono da sempre il significato del ‘fare rete’. Il senso di condivisione e comunità è innato. La rete aiuta a comunicare contenuti di vario tipo, prodotti, ma anche idee nuove da realizzare, progetti comuni da condividere, ci permette di spaziare in varie realtà e di sentirci ‘sostenuti’ nelle differenze e nella nuova complessità. Fare rete è vitale e il femminile conosce bene l’esigenza dello scambio e del sostegno. La rete porta verso una nuova collettività, più smart e più dinamica, scambiando competenze e conoscenze, la formazione diventa ‘liquida’. Quindi fare rete vuol dire anche avere un gruppo di persone con cui puoi confrontarti, alla pari, potendo mostrare i tuoi dubbi e aumentando la tua professionalità”.

In cosa consiste il progetto SAFE?

Il progetto chiamato A Safe & Normal Day è il primo crowfunding in Italia rivolto alle Piccole e medie imprese che premia la responsabilità sociale d’impresa e diffonde la buona pratica di contrasto alla violenza di genere ed alle discriminazioni nelle scuole secondarie di primo grado. Il progetto verterà su quattro regioni italiane e coinvolgerà 100 studenti nella realizzazione di quattro docu-film, uno per ogni istituto coinvolto, che porteranno alla sensibilizzazione sul tema facendo leva sull’educazione dei più giovani. È una grande opportunità per le imprese di dare il loro contributo al cambiamento e all’abbattimento degli stereotipi di genere. A tal proposito l’agenzia Fund for SAFE, ha creato un sistema di premialità per le aziende che effettueranno una donazione al sito “Produzioni dal Basso”, come deducibilità per le imprese, opportunità di visibilità per merito sociale, seminari in azienda sulla gestione dei conflitti basati sulle differenze di genere ed una valutazione in azienda per ricevere il bollino “AZIENDA SAFE” per certificare la neutralità dell’ambiente di lavoro ai temi di genere. Sono già tantissime le PMI che hanno donato per A Safe & Normal Day, ma è necessario l’aiuto di tutti per raggiungere l’obiettivo e apportare un cambiamento positivo e tangibile nella società con un progetto unico nel suo genere”.

Torino per lei è?

“Rispondo con una serie di parole; opportunità, bellezza, imprenditorialità, compostezza accoglienza, creatività, consapevolezza. Torino è un cuore che pulsa, antico, radicato, forte della sua storia, spesso in bilico. Torino è provata, ma sempre pronta a rialzarsi con dignità e inventiva. È una delle più belle città europee, sono molte le testimonianze in questo senso, continuiamo ad amarla, rispettarla e farla vivere… Torino è davvero la Mia Città”.

Un ricordo legato alla città?

Torino è piena di ricordi, è la città che amo, che porto con me ogni volta che viaggio nel mondo, ogni angolo è un pensiero, un respiro, qui sono nati i miei figli, qui è nata la Sargomma, qui sono arrivati i riconoscimenti al mio impegno, qui è nato il mio amore per il cinema. I ricordi sono tanti non sempre luminosi, ci sono stati giorni bigi, ma a volte basta camminare per le sue vie piene di scorci belli, luminosi, incantati e severi al contempo, per riconciliarsi con la vita. Ricordo passeggiate, discussioni, sorrisi e risate, che sono risuonate per le sue vie. Non un solo ricordo, ma tanti e tutti insieme sono una parte importante della mia vita, così come lo è la mia città”.

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto
Ph: Silvano Pupella

Le scienziate dei dati

Anche l’Italia risponde alla chiamata di Women in Data Science. Martedì 5 marzo, dalle 9.30, alleOGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino si svolgerà la seconda edizione di WiDS – Turin, unico appuntamento nazionale della conferenza globale ideata dall’università californiana di Stanford e dedicata alle donne che operano in uno dei settori chiave della ricerca contemporanea:la scienza dei dati
 

Organizzato in collaborazione dal laboratorio Data Science for Social Impact della Fondazione ISI di Torino e dalla Fondazione CRT-Cassa di Risparmio di Torino, l’evento, a ingresso libero,si rivolge a studenti, ricercatori, start up e si sviluppa nell’arco della mattinata, attraverso una serie di talk, approfondimenti e tavole rotonde. “Invited speakers” della conferenza saranno Maddalena Amoruso, responsabile Data Science presso Prometeia, e Viviana Patti, professore associato di Computer Science all’Università di Torino e fondatrice del Center for Logic, Language and Cognition dell’ateneo torinese, ai cui interventi seguirà un momento finale di discussione. 

Nata a novembre 2015 a Stanford, Women in Data Science è una conferenza globale che include decine di appuntamenti in tutto il mondo, su temi che spaziano dall’etica dei dati alla privacy, dalla cybersicurezza alla data visualization. L’edizione del 2019 (che a Stanford si terrà il 4 marzo) conta già l’adesione di oltre venti Paesi, per un totale di 45 eventi locali. WiDS – Turin, che nel 2018 si è svolta il 26 febbraio presso la sede della Fondazione ISI, quest’anno si trasferisce alle OGR, riqualificate dalla Fondazione CRT come nuovo hub dell’innovazione di respiro internazionale, con spazi per acceleratori di imprese, laboratori di ricerca e un centro sui Big Data. 

Ingresso libero  con  prenotazione obbligatoria  su  https://goo.gl/Rgvg7f 

Women in Data Science – Turin 
5 marzo 2019, OGR-Officine Grandi Riparazioni (Corso Castelfidardo 22, Torino). 

Programma: 
– ore 9.30: saluti e apertura lavori 
– ore 10: Maddalena Amoruso (keynote) 
– ore 11: Coffee Break 
– ore 11.30: Viviana Patti (keynote) 
– ore 12: discussione 
– ore 13.15: chiusura lavori 

Report 2018, impatto degli incubatori e acceleratori

Sono 275 le startup, iscritte al registro delle imprese entro il 31/12/2017, per le quali risulta una partecipazione azionaria da parte di incubatori e acceleratori italiani. Gli incubatori e gli acceleratori si confermano attenti alle primissime fasi di sviluppo dei progetti imprenditoriali: 3 su 10 dei soggetti da loro accelerati sono team imprenditoriali che non hanno ancora costituto la propria impresa e sono 205 (sulle 275 di cui sopra) le imprese per le quali gli incubatori e acceleratori sono tra i fondatori. Più della metà degli incubatori supporta organizzazioni a significativo impatto sociale. In particolare il settore più rappresentato da queste imprese è quello della salute e del benessere, seguito dal settore della cultura, delle arti e dell’artigianato. Si conferma il dato del 41,1 % delle start up incubate che operano in servizi di informazione e comunicazione. Il secondo settore più rappresentato rimane quello legato ad attività professionali, scientifiche e tecniche, con il 26,4% del totale.

 

 Sono stati identificati in Italia 171 incubatori e acceleratori. Quasi il 60% si trova in Italia Settentrionale. La Lombardia è la regione che ospita il maggior numero di incubatori, con il 25,3% del totale, seguita dall’Emilia Romagna, con il 10,6%, e la Toscana con l’8,8%. L’area meridionale, quella insulare ed i territori del Nord-Est rappresentano le zone in cui vi è il minor numero di incubatori. Per quanto riguarda la natura giuridica il 64,2% è di natura privata, il 13,9% ha natura pubblica e il 21% ha natura ibrida.

Sono questi alcuni dei dati evidenziati dal Report 2018 sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani, presentato oggi a Milano presso l’incubatore Make a Cube3.

Si tratta di una analisi sviluppata dal team di ricercatori Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, IREN, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams (SIT).

La ricerca è stata basata sull’identificazione e poi il coinvolgimento (survey) degli incubatori e acceleratori italiani e l’utilizzo di database come quello dei bilanci delle imprese e quello delle startup innovative.Lo studio ha realizzato, per il secondo anno, una mappatura aggiornata a livello nazionale delle attività di incubazione e di accelerazione di startup, evidenziando  modelli di business, peculiarità, servizi offerti e le differenze tra le diverse tipologie di incubatori/acceleratori.

Come sottolineato dal Prof. Paolo Landoni del Politecnico di Torino, direttore scientifico della ricerca, “emerge un quadro molto diversificato e in evoluzione. Aumenta l’attenzione alle imprese a significativo impatto sociale e aumentano gli incubatori che affiancano alle proprie attività tipiche attività di selezione e investimento nell’equity delle startup. Investimenti importanti, perché in una fase seed molto rischiosa a cui non sono interessati altri investitori.”

Infatti sono 275 le startup, iscritte al registro delle imprese entro il 31/12/2017, per le quali risulta una partecipazione azionaria da parte di incubatori e acceleratori italiani.  Gli incubatori e gli acceleratori si confermano attenti alle primissime fasi di sviluppo dei progetti imprenditoriali: 3 su 10 dei soggetti da loro accelerati sono team imprenditoriali che non hanno ancora costituto la propria impresa e sono 205 (sulle 275 di cui sopra) le imprese per le quali gli incubatori e gli acceleratori sono tra i fondatori.

Il report di quest’anno – ha commentato Giovanni De Lisi, Vice Presidente di Italia Startup, l’Associazione italiana delle startup – “arriva in un momento quanto mai opportuno per l’Associazione e per l’ecosistema startup italiano, perché accompagna il percorso del neo costituito tavolo associativo dedicato ai centri di innovazione italiani e perché fornisce elementi a supporto del Legislatore, avendo riscontrato che c’è la volontà politica di sostenere anche la fase pre-seed e seed delle startup innovative italiane”  

Più della metà degli incubatori ha supportato organizzazioni a significativo impatto sociale. Interessante notare le differenze rispetto all’anno passato per quanto riguarda l’analisi dei settori di appartenenza. Mentre dodici mesi fa quello più rappresentato era quello legato allacultura, alle arti e all’artigianato, ora questo settore si trova al secondo posto, è stato superato da quello della salute e del benessere che ha toccato quota 21,4% sul totale.

Per quanto riguarda il fatturato, in media gli incubatori italiani nel 2017 hanno avuto un fatturato di 1,30 Milioni di euro. La stima del Fatturato totale degli incubatori italiani del 2017 è di 222 Milioni di Euro, in crescita rispetto allo scorso anno.

Un altro dato rilevante che emerge è la dislocazione geografica delle start up incubate nel 2017. Più del 70% si trova in Italia settentrionale, in particolare circa il 55% nelle regioni del Nord Ovest. La Lombardia è la regione in cui si è costituito il maggior numero di startup incubate, il 30,2% del totale, seguita dal Piemonte (23,2%) e dalla Toscana (10,7%). L’area meridionale e insulare rappresenta la zona in cui il numero di startup incubate è minore (4,4%) .

La ricerca stima che nel 2017 siano stati incubati 1344 team imprenditoriali e 2435 startup.

Quest’anno il Rapporto Completo contiene anche quattro approfondimenti specifici:

1.     sugli Incubatori certificati (e le differenze di questi incubatori rispetto agli altri incubatori)

2.    sui programmi di Corporate incubation (e le imprese che li promuovo)

3.    sugli Incubatori quotati

4.    e sugli Incubatori che investono in startup innovative italiane (sulla base delle analisi dei bilanci delle imprese presenti nel database delle startup innovative italiane)

Raccolta fondi: “Work in Progress” e “Pane in Comune”

Un workshop promosso da Arturo Brachetti per giovani artisti emergenti e una raccolta nei mercati alimentari di Torino per combattere lo spreco e “trasformare” il cibo povero in ricette

Parte con “Work in Progress” e “Pane in Comune” la nuova campagna di crowdfunding del bando +Risorse di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT ed Eppela, la principale piattaforma italiana di crowdfunding reward based. Le due iniziative, realizzate da enti non profit culturali e sociali del Piemonte e della Valle d’Aosta come previsto dal progetto, riguardano, rispettivamente, un workshop promosso da Arturo Brachetti per giovani artisti emergenti e una raccolta nei mercati alimentari di Torino per combattere lo spreco e “trasformare” il cibo povero in ricette.

 

Fino al 23 febbraio è possibile sostenere i progetti sulla piattaforma eppela.com/sviluppoecrescitacrt.

 

Workinprogress, nato dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Edu-CARE coop con l’impresa culturale Articolo NOVE, intende realizzare un workshop di creazione artistica rivolto a giovani emergenti che vogliono sperimentare e perfezionare nuovi numeri o nuove performance. Durante il laboratorio, promosso da Arturo Brachetti, e composto da un ciclo di incontri coordinati da Philip Radice, fondatore e direttore della scuola “Atelier Teatro Fisico”, verranno insegnati ai partecipanti strumenti e metodi di approccio alla creazione.

“Workinprogress” consentirà ai partecipanti di realizzare due serate di varietà durante le quali potranno sperimentare sul palco del teatro Le Musichall la loro nuova creazione.

 

Pane in Comune, a cura dell’Associazione Eufemia, nata nel 2010 con l’obiettivo di realizzare progetti educativi, di inclusione sociale e di mobilità giovanile nell’ambito di programmi comunitari, è un’iniziativa non solo di raccolta (presso i mercati rionali di Corso Brunelleschi e Corso Racconigi a Torino), ma di trasformazione dei prodotti alimentari, che altrimenti andrebbero sprecati, impiegandoli in laboratori di cucina per la preparazione di “cibi poveri”. Il progetto è sostenuto dalla collaborazione di famiglie, singoli, operatori sociali e volontari dell’Associazione, ma anche di piccole realtà locali che vedono nel “fare-insieme” un seme di solidarietà e amicizia in grado di spezzare le solitudini e contrastare le forme di povertà, conferendo nuovamente al cibo il suo senso primario di “bene comune”.

L’iniziativa +Risorse, finanziata interamente dalla Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e ideata con la piattaforma Eppela, prevede il cofinanziamento delle offerte raccolte secondo il meccanismo del matching grant: al raggiungimento del 50% dell’obiettivo fissato, le offerte saranno raddoppiate da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT fino al tetto massimo complessivo di 130 mila euro.

 

Link ai progetti

PANE IN COMUNE: www.eppela.com/it/projects/19774-pane-in-comune

WORKINPROGRESS: www.eppela.com/it/projects/19743-work-in-progress

 

Fondazione Sviluppo e Crescita CRT

Costituita nel 2007 per iniziativa della Fondazione CRT, è un ente senza fine di lucro che collabora per lo sviluppo e la crescita del territorio di riferimento del fondatore, cui sono collegate le proprie finalità istituzionali. Opera affiancando l’attività istituzionale tradizionale della Fondazione CRT con molteplici attività a carattere innovativo, ascrivibili al campo ed alle logiche di impact investing.

La Fondazione Sviluppo e Crescita CRT ha come obiettivo il trasferimento delle competenze, lo sviluppo di nuove reti, l’incremento della sostenibilità dei progetti e la promozione dell’innovazione.

 

Eppela

È per contatti, progetti e raccolta la prima piattaforma italiana di crowdfunding reward-based e tra le prime 5 in Europa. Fondata a fine 2011 da Nicola Lencioni, è la prima realtà italiana ad aver inoltre ideato un modello di collaborazione in partnership, chiamato Mentoring, pensato per aziende e istituzioni interessate ad utilizzare la piattaforma per individuare talenti e sostenere progetti meritevoli di interesse. Eppela ha come obiettivo ultimo quello di rivoluzionare il mercato del lavoro e dare valore ai suoi protagonisti. Un mercato che sia fondato sulla meritocrazia e sulla capacità di sfidare i limiti di un sistema estremamente burocratico.

 

Raccolta fondi: "Work in Progress” e “Pane in Comune”

Un workshop promosso da Arturo Brachetti per giovani artisti emergenti e una raccolta nei mercati alimentari di Torino per combattere lo spreco e “trasformare” il cibo povero in ricette

Parte con “Work in Progress” e “Pane in Comune” la nuova campagna di crowdfunding del bando +Risorse di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT ed Eppela, la principale piattaforma italiana di crowdfunding reward based. Le due iniziative, realizzate da enti non profit culturali e sociali del Piemonte e della Valle d’Aosta come previsto dal progetto, riguardano, rispettivamente, un workshop promosso da Arturo Brachetti per giovani artisti emergenti e una raccolta nei mercati alimentari di Torino per combattere lo spreco e “trasformare” il cibo povero in ricette.
 
Fino al 23 febbraio è possibile sostenere i progetti sulla piattaforma eppela.com/sviluppoecrescitacrt.
 
Workinprogress, nato dalla collaborazione tra la cooperativa sociale Edu-CARE coop con l’impresa culturale Articolo NOVE, intende realizzare un workshop di creazione artistica rivolto a giovani emergenti che vogliono sperimentare e perfezionare nuovi numeri o nuove performance. Durante il laboratorio, promosso da Arturo Brachetti, e composto da un ciclo di incontri coordinati da Philip Radice, fondatore e direttore della scuola “Atelier Teatro Fisico”, verranno insegnati ai partecipanti strumenti e metodi di approccio alla creazione.
“Workinprogress” consentirà ai partecipanti di realizzare due serate di varietà durante le quali potranno sperimentare sul palco del teatro Le Musichall la loro nuova creazione.
 
Pane in Comune, a cura dell’Associazione Eufemia, nata nel 2010 con l’obiettivo di realizzare progetti educativi, di inclusione sociale e di mobilità giovanile nell’ambito di programmi comunitari, è un’iniziativa non solo di raccolta (presso i mercati rionali di Corso Brunelleschi e Corso Racconigi a Torino), ma di trasformazione dei prodotti alimentari, che altrimenti andrebbero sprecati, impiegandoli in laboratori di cucina per la preparazione di “cibi poveri”. Il progetto è sostenuto dalla collaborazione di famiglie, singoli, operatori sociali e volontari dell’Associazione, ma anche di piccole realtà locali che vedono nel “fare-insieme” un seme di solidarietà e amicizia in grado di spezzare le solitudini e contrastare le forme di povertà, conferendo nuovamente al cibo il suo senso primario di “bene comune”.

L’iniziativa +Risorse, finanziata interamente dalla Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e ideata con la piattaforma Eppela, prevede il cofinanziamento delle offerte raccolte secondo il meccanismo del matching grant: al raggiungimento del 50% dell’obiettivo fissato, le offerte saranno raddoppiate da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT fino al tetto massimo complessivo di 130 mila euro.
 
Link ai progetti
PANE IN COMUNE: www.eppela.com/it/projects/19774-pane-in-comune
WORKINPROGRESS: www.eppela.com/it/projects/19743-work-in-progress
 
Fondazione Sviluppo e Crescita CRT
Costituita nel 2007 per iniziativa della Fondazione CRT, è un ente senza fine di lucro che collabora per lo sviluppo e la crescita del territorio di riferimento del fondatore, cui sono collegate le proprie finalità istituzionali. Opera affiancando l’attività istituzionale tradizionale della Fondazione CRT con molteplici attività a carattere innovativo, ascrivibili al campo ed alle logiche di impact investing.
La Fondazione Sviluppo e Crescita CRT ha come obiettivo il trasferimento delle competenze, lo sviluppo di nuove reti, l’incremento della sostenibilità dei progetti e la promozione dell’innovazione.
 
Eppela
È per contatti, progetti e raccolta la prima piattaforma italiana di crowdfunding reward-based e tra le prime 5 in Europa. Fondata a fine 2011 da Nicola Lencioni, è la prima realtà italiana ad aver inoltre ideato un modello di collaborazione in partnership, chiamato Mentoring, pensato per aziende e istituzioni interessate ad utilizzare la piattaforma per individuare talenti e sostenere progetti meritevoli di interesse. Eppela ha come obiettivo ultimo quello di rivoluzionare il mercato del lavoro e dare valore ai suoi protagonisti. Un mercato che sia fondato sulla meritocrazia e sulla capacità di sfidare i limiti di un sistema estremamente burocratico.
 

Fondazione Crt, al via gli Stati Generali

 

Prendono il via gli “Stati Generali” della Fondazione CRT: una fase di discussione, lunga sei mesi e aperta al territorio, per ridisegnare mission, vision e strategie per il prossimo decennio. L’obiettivo? Rilanciare il proprio ruolo di “motore” della crescita, della qualità della vita, dello sviluppo del Piemonte e della Valle d’Aosta in una dimensione internazionale, di fronte alle sfide poste dalle trasformazioni dell’economia e della società che impattano sulle famiglie, sulle imprese, sulle istituzioni.

 

A oltre un quarto di secolo di distanza dalla propria istituzione nel 1991 – coincidente con la nascita di gran parte delle Fondazioni di origine bancaria, riconosciute dalla Corte Costituzionale quali “espressioni delle libertà sociali” con due storiche sentenze (n. 300 e 301) del 2003 – la Fondazione CRT pone le basi per una possibile evoluzione degli strumenti e delle modalità di azione, anche alla luce della recente riorganizzazione del terzo settore in Italia. Un’azione, quella della Fondazione CRT, sempre significativa e coneffetti anticiclici durante la crisi economico-finanziaria nazionale e internazionale: oltre 38.000 gli interventi sostenuti finora (per l’arte, la cultura, la ricerca scientifica, la formazione dei giovani, il welfare, l’ambiente, il sistema di protezione civile e di primo intervento), per un impegno erogativo superiore a 1,6 miliardi di euro, cui si sono aggiunti importanti investimenti, come la recente riqualificazione delle OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino.

 

Officine Grandi Riparazioni di Torino (OGR)

Diamo il via oggi a questa nuova avventura degli ‘Stati Generali’ per orientare la traiettoria futura della Fondazione a partire da ciò che siamo – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. Abbiamo fatto grandi cose in 25 anni, messo in campo risorse sempre più importanti per iniziative di interesse collettivo e di utilità sociale. Sono state compiute scelte coraggiose, anticipatrici e vincenti, sia sul fronte della gestione del patrimonio con la precoce diversificazione degli investimenti, sia sul fronte dell’attività istituzionale, come la prevalenza dei progetti a regia interna rispetto agli interventi ‘a pioggia’ e la sperimentazione di forme di intervento ispirate agli approcci più moderni della Venture Philanthropy e del Social Impact Investing. Innovare nel solco dell’esperienza è il traguardo che vogliamo raggiungere”.Più territorio e più Europa: è su questi due livelli che la Fondazione CRT lavorerà nei prossimi dieci anni, per esprimere al meglio la propria missione e il proprio ruolo di player fondamentale della filantropia, autonomo nell’agire e indipendente dalla banca conferitaria– prosegue il Presidente Quaglia –. Vogliamo rafforzare questa nostra identità rispetto alla percezione, tuttora diffusa, di fungere da mero ‘bancomat’ degli enti locali o da finanziatore di generiche progettualità, i cui effetti reali per la collettività sono, a volte, non pienamente compresi e valutati”.

 

“Due elementi, tra gli altri, caratterizzano oggi la Fondazione CRT in modo particolare: il grande sforzo compiuto in questi ultimi anni sul fronte dell’efficientamento gestionale e del rafforzamento del patrimonio con ottimi risultati di bilancio, e una crescente attenzione alla dimensione internazionale per rendere più forti le organizzazioni del territorio – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT e Presidente dell’European Foundation CentreMassimo Lapucci –. Attraverso la partecipazione attiva alle reti europee della filantropia, come EFC ed EVPA, e grazie allo sviluppo di iniziative in partenariato con Nazioni Unite e istituzioni statunitensi, la Fondazione CRT svolge un fondamentale ruolo di ‘ponte’ verso l’Europa e il mondo con un duplice obiettivo: attrarre nuove eccellenze e progettualità internazionali e, nello stesso tempo, ‘esportare’ best practice e iniziative che hanno origine sul territorio stesso”. Ente privato non profit intermedio tra Stato e mercato, la Fondazione CRT può quindi ripartire dopo i primi 25 anni di attività con una nuova visione del futuro, consolidando e rilanciando il proprio ruolo strategico. Un ruolo non solo come soggetto erogatore di risorse – i frutti della gestione del patrimonio originato storicamente dal risparmio delle comunità – ma anche come hub di competenze e conoscenze. Il tutto, con effetti reali diempowerment dei territori, utili a “reincollare frammenti di società, a ricomporre dualismi e fratture tra centri e periferie (geografiche e non), a correggere “sfasature” tra competitività economica e coesione sociale, tra le componenti saldamente agganciate ai processi di innovazione e alle dinamiche internazionali e quelle, invece, più vulnerabili, che chiedono inclusione e protezione.

 

Si tratta di reimpostare su basi rinnovate la relazione, da un lato, tra il fluire dei protagonisti della finanza globale, delle imprese multinazionali, dei big delle tecnologie e delle infrastrutture di rete e, dall’altro, i luoghi della dimensione territoriale dell’economia e della vita quotidiana, che oggi si “sfarinano” e sembrano cedere alla retorica della chiusura identitaria.Al centro c’è il ridisegno di una funzione con valenza collettiva della Fondazione CRT, capace di generare utilità sotto forma di investimenti socialisoluzioni per l’inclusione e l’innovazione. Una funzione visibile, ad esempio, nel mobilitare “capitale paziente” per incentivare la sostenibilità piuttosto che la redditività a breve dei progetti, e nel reggere finanziariamente i rischi dell’innovazione promuovendo iniziative non immediatamente “bancabili” a impatto sociale e ambientale positivo. E ancora: nell’attrarre nuove risorse sul territorio – in aggiunta a quelle derivanti dalla gestione eccellente del patrimonio della Fondazione – agendo su altri assi dell’offerta europea, quali la BEI (Banca europea degli investimenti) e il FEI (Fondo europeo per gli investimenti), a fronte di una probabile prossima decurtazione da parte della UE dei fondi strutturali a sostegno dello sviluppo economico e dell’occupazione (in primis, FESR-Fondo europeo di sviluppo regionale e FSE-Fondo sociale europeo).

 

Questa operazione sistemica” degli “Stati Generali” è stata preceduta da una fase preparatoria, che ha visto impegnati, per alcuni mesi, il Consiglio di Amministrazione di FCRT, il Consiglio di Indirizzo e le sue articolazioni interne, in una proficua riflessione comune (anche con proposte e contributi scritti) sulla natura e sul ruolo della Fondazione, accompagnata da momenti di confronto e di approfondimento con un gruppo di “saggi”, non direttamente impegnati nelle istituzioni e nella politica, ma profondi conoscitori della realtà economica, sociale, culturale del territorio e capaci di visione, che Fondazione ringrazia e del cui contributo ancora si avvarrà. Tale operazione si articolerà ora in un percorso di ascolto e coinvolgimento di una molteplicità di soggetti, quali istituzioni,organismi di rappresentanza economica, sociale, culturale, opinion leaderstakeholdere responsabili della “famiglia” allargata di Fondazione CRT con tutti i suoi strumenti operativi: Fondazione Sviluppo e Crescita-CRT, Società consortile per azioni OGR-CRT, Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea-CRT, REAM SGR SpA, La Scialuppa CRT Onlus-Fondazione Antiusura, Fondazione Ulaop Onlus.Il percorso di riflessione, proposto dal Presidente e condiviso dal Consiglio di Amministrazione e di Indirizzo, vedrà la partecipazione attiva anche di tutta la struttura della Fondazione CRT”, spiega il Segretario Generale Massimo Lapucci.L’attenzione al pluralismo dei territori, vera e propria costante dell’attività della Fondazione CRT, caratterizzerà l’intera “road map” di interviste e incontri, sia tematici sia per quadranti territoriali, secondo un approccio “maieutico” verso i soggetti pubblici locali e verso il tessuto civico e imprenditoriale delle comunità. La Fondazione CRT avvia gli “Stati Generali” in un momento in cui altre realtà –istituzioni e organizzazioni sociali, culturali, del mondo dell’impresa – hanno intrapreso simili lodevoli iniziative. Si sta delineando, pertanto, un “mosaico” di riflessioni collettive entro cui si collocherà, integrandosi, anche il tassello della Fondazione CRT per un traguardo comune: individuare insieme la strada per rilanciare il territorio con le sue eccellenze, dando ad esso una prospettiva di futuro.

 

Quali sono i bisogni – conclude il Presidente Giovanni Quaglia – cui la Fondazione CRT sarà chiamata a rispondere nei prossimi dieci anni? La polarizzazione sociale, l’emergere di povertà non solo economiche, una proiezione demografica al 2030 di tre persone anziane per ogni giovane residente, la prospettiva di affrontare la rivoluzione dell’industria 4.0 con un ‘esercito’ di lavoratori più vecchi rispetto ad altre regioni d’Europa, le difficoltà occupazionali per gli under 35 qualificati, le fragilità dei millennials tra globalità tecnologica e marginalità educative, le emergenze ambientali e la cronicità dell’inquinamento sono solo alcune delle sfide che ci attendono nel prossimo futuro. Vogliamo affrontarle al meglio, con le modalità di intervento più idonee ed efficaci per contribuire a uno sviluppo equilibrato, sostenibile, solidale e giusto, affinché lo stare bene collettivo sia molto di più della semplice somma di tutti gli stare bene individuali”.

TEDxCrocetta ReActions al Mauto

Il prossimo  evento TEDx si terrà sabato 10 giugno  dalle ore 15 alle 19 presso il Centro Congressi “Carlo Biscaretti di Ruffia” del MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli”, in Corso Unità d’Italia, 40. Sei speaker saliranno sul palco per esplorare il tema “ReActions”, presentando, in meno di 18 minuti, le loro idee per rispondere alla crisi in maniera creativa e innescare il cambiamento in ambito economico, tecnologico, sociale o personale. Perché “la crisi porta progresso”, come diceva Einstein: “senza crisi non ci sono sfide e senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia”. Se condividi questa idea, non perdere quest’occasione unica di scambio con persone che la pensano come te: avrai l’opportunità di creare nuove relazioni per trasformare la crisi in nuove opportunità di progresso. L’evento si terrà in lingua inglese e sarà diviso in due sessioni, Act e ReAct, intervallate da un coffee break negli spazi congressuali del MAUTO. Dato l’alto numero di richieste, l’acquisto del biglietto potrà essere fatto compilando il modulo su Eventbrite, disponibile sui nostri canali social e sulla pagina web.

Per maggiori dettagli, visita il  sito www.tedxcrocetta.com

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Gli speaker sul palco saranno:

Kaarel Oja, Country Manager per l’Italia di European Innovation Academy I grandi problemi possono essere risolti con poche risorse e idee semplici, ma efficaci. Ispirandosi alla sua esperienza all’European Innovation Academy, Kaarel ci racconterà come è riuscito a lanciare sul mercato 100 idee innovative in sole due settimane. Davide Moleti e Marilù Sansone, Co­fondatori di ImpactHub Torino Come puoi dare il tuo contributo e avere impatto sulla comunità che ti circonda? Reagendo alle sfide sociali attraverso idee imprenditoriali. Nel loro talk, Davide e Marilù ci parleranno dei successi nati nell’ incubatore ImpactHub. Andrea Baldereschi con Pietro Carta, CEO e performer di Remidi Hai mai pensato di fare musica solo con le tue mani? Remidi dà a tutti la possibilità di esprimere la propria creatività, mettendo la musica a portata di mano con un guanto tecnologico che funziona come strumento musicale. Benedetta Arese Lucini, Co­fondatrice di Oval Money ed ex General Manager di Uber Italia E se il tuo smartphone ti aiutasse a risparmiare per la prossima vacanza? Grazie ai suoi algoritmi e all’intelligenza collettiva, Oval Money ti aiuta a tracciare le spese suggerendo risparmi e investimenti. Samuel Barbato, Co­fondatore di Jaguar28 e Co­direttore di Startup Grind Torino Che cos’è la felicità nel lavoro? Samuel e Roberto di Startup Grind hanno l’obiettivo di cambiare la relazione fra aziende e professionisti per favorire innovazione e creatività. Perché nessuno merita un lavoro noioso. Valeria Bonalume, Campionessa italiana di pole­dance, ginnasta e ballerina Duro lavoro e creatività non sono gli unici tratti di un artista. Nel suo talk, Valeria ci farà conoscere il suo talento e ci racconterà della sua esperienza personale per diventare ballerina professionista.

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