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“Il Diamante” di Ezio Granese: ogni parola nasce da un’emozione vissuta

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La scrittura, insieme alla musica, è stata il mio rifugio, uno sfogo, uno strumento per attraversare il dolore, per assaporare le passioni, per gustare gli attimi e accendere piccole luci nella notte dell’anima. Un diamante, dopotutto, nasce sotto pressione. E io ho cercato di restituire, in queste pagine, la bellezza che può nascere anche dalla fatica di vivere, dal turbamento e dallo sconvolgimento che la realtà può portare nella vita di ciascuno.

L’autore

Mi chiamo Ezio Granese, sono nato a Napoli il 31 luglio 1980. Sebbene la mia formazione sia tecnica – sono laureato in Ingegneria Gestionale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II – il mio cuore ha sempre battuto per l’arte. Sin da bambino e ragazzo, la musica e la scrittura sono stati i miei rifugi, le mie vie di espressione più autentiche. Suonare il pianoforte e scrivere mi hanno permesso di esplorare il mondo interiore, di dare voce a emozioni, pensieri e visioni che altrimenti sarebbero rimasti imprigionati dentro di me. Scrivere per me è un viaggio, un’esplorazione continua di ciò che siamo e di ciò che potremmo diventare.

Vita privata, scrittura, poesie

C’è moltissimo della mia vita nelle mie poesie. Ogni parola nasce da un’emozione vissuta, da un momento che ha lasciato il segno, da un incontro che ha cambiato qualcosa dentro di me. Il Diamante è, in fondo, un diario dell’anima: parla di crescita, di bellezza e di fragilità, di ferite e rinascite, di tutto ciò che ci modella e ci rende unici.

Scrivo ciò che sento, ciò che mi attraversa. Le mie esperienze, i miei sogni, i miei dolori e le mie speranze abitano i miei versi. Eppure, allo stesso tempo, ogni poesia non appartiene solo a me: chiunque può ritrovarsi in questi versi, perché le emozioni sono universali, perché il viaggio interiore è qualcosa che tocca ognuno di noi.

Il Diamante”: cosa significa

Ho scelto Il Diamante come titolo perché questa pietra preziosa è una metafora perfetta della vita e dell’anima. Il diamante nasce da pressioni immense, si forma lentamente nelle profondità della terra e solo attraverso il tempo e il lavoro di mani esperte rivela la sua luce. Così siamo noi: le difficoltà ci plasmano, le esperienze ci scolpiscono, e solo chi ha il coraggio di guardarsi dentro riesce a scoprire la propria luce.

Nel libro tratto temi fondamentali come l’amore in tutte le sue forme, la ricerca di senso, la crescita interiore, il dolore della perdita, la speranza della rinascita. È una raccolta di poesie che vuole accompagnare il lettore in un viaggio dentro sé stesso, tra le mille sfaccettature dell’esistenza.

“Il Diamante” è nato in silenzio, nel tempo, cresciuto dentro di me con forza e pazienza, come una nota che vibra nell’anima prima ancora di toccare i tasti del pianoforte o la punta della penna.

È venuto alla luce lentamente, poco alla volta, ascoltando il suono dei miei pensieri, dei miei ricordi, delle emozioni che bussavano da tempo, chiedendo di essere accolte.

L’ho scritto per bisogno, ma anche per amore: per dare voce a ciò che molto spesso tace, per vestire di versi quello che le parole comuni non riescono a dire.

Ogni poesia è un pezzo di me, una faccia del mio personale diamante, una nota, un respiro, un battito che mi ha fatto e mi fa sentire vivo.

La scrittura, insieme alla musica, è stata il mio rifugio, uno sfogo, uno strumento per attraversare il dolore, per assaporare le passioni, per gustare gli attimi e accendere piccole luci nella notte dell’anima. Un diamante, dopotutto, nasce sotto pressione. E io ho cercato di restituire, in queste pagine, la bellezza che può nascere anche dalla fatica di vivere, dal turbamento e dallo sconvolgimento che la realtà può portare nella vita di ciascuno.

Fonti di ispirazione

Mi hanno sempre affascinato gli autori che sanno toccare il cuore con la semplicità e la profondità delle loro parole. La dolcezza dei versi di Prévert, la passione intensa di Neruda, la profondità e il dolore trasformato in bellezza di Alda Merini… sono tutte influenze che, in qualche modo, hanno lasciato un’impronta nel mio modo di scrivere.

Il legame tra musica e poesia

Per me la musica e la scrittura sono due linguaggi della stessa anima. Spesso, quando scrivo, immagino le mie parole accompagnate dal suono di un pianoforte. La musica amplifica le emozioni, dà ritmo ai pensieri, trasforma le immagini in suoni.

Molte delle poesie de Il Diamante nascono quasi come delle melodie, hanno un loro respiro, un loro tempo. Così come le note possono creare armonie o dissonanze, anche i versi possono trasmettere quiete o inquietudine, gioia o nostalgia. Per questo credo che leggere una poesia e ascoltare un brano musicale siano esperienze molto simili: entrambe parlano direttamente al cuore, senza bisogno di spiegazioni.

Perché acquistare “Il Diamante”

Perché è un libro che non si limita a essere letto, ma si sente. È un viaggio dentro le emozioni, dentro la bellezza e le difficoltà della vita.

Se non lo avessi scritto, credo che mi colpirebbe proprio questo: la sua capacità di raccontare qualcosa di profondo in modo semplice, diretto, senza filtri. Mi piacerebbe sfogliarlo e trovarci dentro frammenti di me stesso, delle mie esperienze, dei miei sogni e delle mie paure. Il Diamante è un libro che non dà risposte, ma apre porte, invita a guardarsi dentro, a riflettere, a sentire.

Prossimi obiettivi e opere

Dopo Il Diamante, che sarà il primo volume di una trilogia poetica intitolata “Le Gemme dell’Anima”, il viaggio continua. Sto lavorando a un’altra raccolta di poesie, Sussurri del tempo e a Le Forme dell’Amore, il mio primo romanzo, che esplorerà il confine tra passione e realtà, tra ciò che desideriamo e ciò che scegliamo. Questo titolo sarà anche una poesia e una canzone della quale ho scritto musica e parole.

Inoltre, continuerò a esplorare il legame tra poesia e musica. Ho in mente progetti che uniscano questi due mondi, perché credo che l’arte, in tutte le sue forme, debba dialogare e contaminarsi. La poesia può diventare musica, la musica può ispirare poesia. E io voglio continuare a lasciarmi guidare da entrambe, senza smettere mai di cercare.

Un messaggio per i Giovani

Vorrei dire loro di non avere paura di sentire e di mettere a nudo le proprie emozioni. Di vivere, a pieno, davvero, anche quando fa male, anche quando sembra tutto confuso, fragile, inutile.

Ogni passo, anche quello più incerto, è parte del cammino. E ogni emozione, se accolta, può diventare seme di bellezza.

Il mio augurio per i giovani è quello di imparare a essere capaci di cercarsi, di scoprirsi, di scegliersi ogni giorno, e di non perdere mai la capacità di sognare.

Mi piacerebbe che questo libro diventasse per loro una carezza nei momenti difficili, un invito a restare fedeli a sé stessi, a non temere la profondità, ma anche uno stimolo a riconnettersi con la realtà in un mondo sempre più artificiale, freddo, che ci nasconde dietro profili, schermi snaturando a poco a poco le parti più autentiche dell’essere umano.

Perché anche nel buio, anche nel caos, c’è una melodia che ci appartiene, basta solo imparare ad ascoltarla.

 

BIOGRAFIA

 Ezio Granese è nato a Napoli il 31/07/1980. Nonostante la formazione scientifica (laureato in Ingegneria Gestionale c/o l’Università degli studi di Napoli Federico II), ha sempre mantenuta viva la sua vena artistica più intima dedicandosi allo studio della musica, del pianoforte in particolare, e alla scrittura. Libero ricercatore e divulgatore spirituale, si occupa tra le altre cose di mindfulness, meditazione e spiritualità completando una personalità eclettica, dai molteplici interessi e dalle diverse sfaccettature.

Ha da poco pubblicato la sua prima opera, la raccolta di pensieri e poesie “IL DIAMANTE”, primo capitolo di una annunciata trilogia intitolata “Le Gemme dell’anima”, che vuole rappresentare un viaggio di evoluzione e crescita personale tra poesia, riflessioni e introspezione.

Un mondo incantato, delicato ma forte e profondo, raccontato con uno stile semplice ed evocativo, esplorando temi come amore, famiglia, legami, separazioni e distanze, parlando del rapporto con il tempo, con il buio, con il silenzio e di come queste tre componenti, lasciate libere di agire, possano creare qualcosa di prezioso e lucente. Un invito a farsi creatori dei propri giorni con speranza e fiducia, coltivando passioni e amori come pietre preziose con cui adornare la propria vita.

 

Book trailer IL DIAMANTE

https://youtu.be/QZvJtVRLNGc?si=gxDQhw_yFSH3XGkA

Acquista IL DIAMANTE

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“L’enigma della Maschera” di Paolo Lanzotti, un avvincente thriller storico nella Venezia del ‘700

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IL LIBRO

Lasciati gli Angeli Neri, Marco Leon vive una vita apparentemente tranquilla come bibliotecario di un anziano nobilhomo veneziano. Gli Angeli gli mancano, ma lui ha scelto Marion e non si pente della propria decisione. Tuttavia, la sua vecchia vita è sempre in agguato. A sorpresa, Alvise Geminiani chiede d’incontrarlo. È stato ucciso un sicario dell’Inquisizione, Fabio Groggia. Il sicario era incaricato di eliminare un dalmato, Ivo Stupich, ma aveva eseguito l’ordine in modo stranamente maldestro, per poi sparire per qualche giorno.

La vicenda va chiarita, anche perché potrebbero coinvolgere un patrizio veneziano: Enea Dorigo. Inoltre, alcuni fatti sembrerebbero portare al Lazzaretto Vecchio, importantissimo presidio veneziano contro le epidemie. Geminiani gli chiede di tornare fra gli Angeli segretamente – per adesso, nessuno dovrà saperlo, neppure i suoi uomini – e occuparsi del caso. Incerto, Marco accetta di riflettere sulla proposta, subordinandola comunque all’opinione di Marion.

Per caso, al colloquio ha assistito, non visto, Luciano Pasqui, il gazzettiere che si firma Duprè; questi rimane molto colpito dall’incontro fra i due. Conosce Leon come un tranquillo borghese curioso e un po’ ingenuo. Cosa ci fa insieme a un uomo come Geminiani, sempre alle prese con gli intrighi della politica? Intuisce l’esistenza di una trama interessante e inizia a scrivere una serie di articoli in cui sostiene che il caso Groggia, contrariamente a quanto dicono dalle autorità, non è stato risolto. Le indagini continuano in segreto e sono state affidate a un uomo misterioso – Duprè si astiene da fare nomi – che gira sempre mascherato. Per lui, tutto ciò significa che a Venezia sta accadendo qualcosa.

 

Le indagini di Marco iniziano da Giuseppina, la sorella di Groggia, una ex prostituta affetta da sifilide, a cui Fabio ha lasciato una grossa somma di denaro, di provenienza dubbia. Da lei viene a sapere che Fabio aveva una relazione con una certa Viola. Parallelamente, viene trovato proprio il cadavere di Viola, la moglie del priore del Lazzaretto Vecchio, Vincenzo Bisson.

Marco si rende conto che non potrà condurre le indagini da solo. Geminiani gli affianca quindi i suoi due fedeli Angeli, Lorenzo e Gabriele: gli unici, a parte loro, che dovranno essere al corrente del suo ritorno. Anche Dupré continua nella sua personale indagine giornalistica e, grazie a un informatore, viene a sapere delle voci che circolano a proposito dell’esistenza di un gruppo di agenti segreti, di cui nessuno è a conoscenza. Questo, ovviamente, rinfocola la sua curiosità.

Casualmente, Marion intercetta una lettera con la quale Geminiani informa Marco della morte di Viola e decide di prendere l’iniziativa. La donna è stata uccisa in una casa “equivoca”, di proprietà di una certa Agostina Bellin. Marion vi si reca e interroga la donna, col proposito di riferire tutto a Marco.

Nel frattempo, il Leone è a Poveglia: una piccola isola della laguna. L’indagine l’ha condotto, infatti, a parlare con Giorgio Zonta, il comandante della nave su cui era stato imbarcato Fabio Groggia pochi giorni prima di venire ucciso. Nel colloquio spunta il nome di Enea Dorigo – il patrizio forse implicato nella vicenda – e questo suscita la violenta reazione del comandante e di uno dei presenti nella locanda in cui alloggia.

Lorenzo ha avuto l’incarico di dare un’occhiata al Lazzaretto e, con sua grande sorpresa, si rende conto che tra i facchini e i barcaioli che lavorano sull’isola c’è una sua vecchia conoscenza: Giovanni Braga, uno degli sgherri di Santino Jovich, il contrabbandiere. La scoperta lo mette in allarme.

L’AUTORE

Paolo Lanzotti è nato a Venezia e si è laureato in filosofia all’università di Padova. Lettore onnivoro, con predilezione per la divulgazione storica e quella scientifica, ama la musica classica e il teatro di prosa. È autore di diversi romanzi gialli e libri per ragazzi.

L’enigma della maschera è il quinto romanzo della serie «Le indagini di Marco Leon», dopo “I guardiani della laguna”, “Le ragioni dell’ombra”, “Le carte segrete della Serenissima” e “L’alchimista della laguna”, già apparsi in queste edizioni.

 

Il romanzo si trova nelle librerie fisiche e on line.

Antonio D’Alfonso: “Progetto Kronos”, due destini intrecciati tra Roma e New York

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Tra scoperte inquietanti e incontri pericolosi, il confine tra scienza e ossessione si assottiglia, Claudio e Giulia si troveranno costretti a scegliere: sacrificare il passato o rischiare il futuro?

Roma e New York. Due destini intrecciati. Un segreto che sfida il tempo. Giulia, partita per New York per lavoro, si trova coinvolta in un mistero inquietante legato al suo enigmatico supervisore e a un uomo dall’oscuro fascino. Un dettaglio li accomuna: un orologio identico, simbolo di un segreto più grande di quanto lei possa immaginare. Claudio è un giovane fotografo in bilico tra il passato e il futuro, sospeso tra l’amore per Giulia e il richiamo di una nuova vita. Nel cuore della metropoli, tra scoperte inquietanti e incontri pericolosi, il confine tra scienza e ossessione si assottiglia, Claudio e Giulia si troveranno costretti a scegliere: sacrificare il passato o rischiare il futuro? Un romanzo, un thriller avvincente, dove amore, mistero e ambizione si intrecciano in una corsa contro il tempo.

L’AUTORE
Fin da sempre affascinato dalle arti, Antonio D’Alfonso ha coltivato una profonda passione per il canto, la musica e la scrittura. Ogni forma espressiva rappresenta per lui un viaggio nell’anima, un mezzo per esplorare emozioni e raccontare storie che lasciano il segno. Nel suo percorso artistico, la scrittura è diventata un modo privilegiato per dar vita a mondi e personaggi, intrecciando mistero, emozioni e riflessioni profonde. Con il suo romanzo, in cui il Progetto Kronos gioca un ruolo chiave, intreccia scienza e umanità, realtà e immaginazione, creando una narrazione coinvolgente e avvincente. “Il tempo è il più grande inganno: lo crediamo immutabile, ma nelle mani giuste o sbagliate può essere riscritto.”

“Scrivere è dare voce ai sogni” 

Intervista ad Antonio D’Alfonso

D: Il suo romanzo sta per essere pubblicato con Masciulli Edizioni. Cosa può dirci sulla storia
e sui suoi protagonisti?

Antonio D’Alfonso: Il romanzo segue il viaggio interiore ed esteriore di Claudio, un giovane che si
trova a un bivio tra il dovere e il desiderio di inseguire i propri sogni. La sua storia si intreccia con
quella di Giulia, partita per New York alla ricerca di nuove opportunità, e con una serie di
personaggi enigmatici, che aggiungono mistero e tensione alla trama. È una storia di crescita, scelte
difficili e connessioni umane.

D: Il romanzo è ambientato tra l’Italia e New York. Perché ha scelto queste due
ambientazioni?

Antonio D’Alfonso: Volevo raccontare il contrasto tra il familiare e l’ignoto, tra il calore delle
radici e il fascino di un nuovo inizio. L’Italia rappresenta la stabilità, la famiglia, mentre New York
è l’incognita, il sogno da rincorrere. Anche io, come Claudio, ho vissuto momenti di cambiamento e
decisioni importanti, e questa ambientazione mi ha permesso di esplorare quelle emozioni.

D: Come nasce la sua passione per la scrittura?

Antonio D’Alfonso: Scrivere è sempre stato il mio modo di dare forma alle emozioni, di raccontare
storie che potessero toccare il cuore delle persone. Amo la musica, il canto, l’arte in tutte le sue
forme, e credo che la scrittura sia un ponte tra questi mondi.

D: Nel suo romanzo c’è un elemento di mistero, con il Progetto Kronos e alcuni personaggi
enigmatici. Quanto è importante per lei mantenere la suspense?

Antonio D’Alfonso: Moltissimo! Amo costruire storie in cui il lettore si senta coinvolto e spinto a
cercare risposte. Il mistero è un ingrediente che rende la lettura avvincente, e il Progetto Kronos è
una chiave che apre molte domande.

D: Per concludere, cosa spera che il lettore porti con sé dopo aver letto il suo romanzo?

Antonio D’Alfonso: Vorrei che ognuno trovasse una parte di sé in questa storia, che si sentisse
ispirato a seguire i propri sogni, anche quando sembrano lontani. La vita è fatta di scelte, e spero
che il mio libro possa lasciare un segno nel cuore di chi lo leggerà.

 

Link per acquisto del libro: https://www.masciulliedizioni.com/prodotto/progetto-kronos/

 

Paolo Mascherpa, “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare”

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Un  percorso di consapevolezza e speranza raccontato in prima persona per farci sapere che anche dal buio nascono i colori.

L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare è una testimonianza che vuole dare speranza. In questa autobiografia l’autore si mette a nudo e racconta, in maniera profonda, coinvolgente e sofferta, la sindrome maniaco-depressiva. Nel farlo Mascherpa non si risparmia e descrive anche i momenti più difficili, regalando al lettore la possibilità di comprendere quanto sia complesso e delicato il nostro cervello.

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IL DISTURBO BIPOLARE

Il disturbo bipolare fa parte dei disturbi dell’umore ed è caratterizzato da gravi alterazioni delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. L’umore può essere definito come una tonalità emotiva che prevale sulle altre influenzando la vita psichica dell’individuo. Nonostante gli stati d’animo continuino ad alternarsi e a susseguirsi gli uni agli altri, nell’individuo sano l’umore tende a rimanere stabile e in equilibrio.

Nell’individuo bipolare è proprio questo equilibrio a venir meno, dando vita a svariati sintomi che influenzano le relazioni sociali e il normale svolgimento della vita. Inoltre, spesso chi soffre del disturbo, durante le crisi, non ne è consapevole in quanto le fasi maniacali e depressive sono considerate normali.

Tuttavia esistono segnali evidenti che permettono a chi gli sta vicino di riconoscerlo.

Il disturbo bipolare è infatti caratterizzato dall’alternanza di due fasi principali: depressione e mania/ipomania.

La fase depressiva è caratterizzata da umore depresso, diminuzione di interesse, aumento/perdita di peso, ansia, disturbi del sonno … e altri. Nei casi più gravi vi è il rischio di suicidio.

La fase maniacale è caratterizzata da euforia, maggiore loquacità, attività mentale accelerata, perdita di contatto con la realtà, esposizione a comportamenti rischiosi, eccessiva energia e conseguente sensazione di minor bisogno di dormire e altri.

Il suo manifestarsi invece è singolare: se il disturbo può essere latente e poco visibile, momenti di stress fisico ed emotivo o accadimenti inaspettati possono accendere la miccia, rendendo il comportamento più estremo.

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TRAMA

Ne “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare” Mascherpa ci narra come vive e come pensa chi soffre di bipolarismo. Lo fa in prima persona, senza sconti, libero da pudori o convenzioni: “Il mio (episodio maniacale) durò più di qualche settimana e i sintomi erano più di tre. L’autostima ipertrofica o grandiosità era presente. […] Il diminuito bisogno di sonno […], la loquacità e la spinta a parlare […], la fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente […], la distraibilità era presente. Anche il punto sei era presente: aumento dell’attività finalizzata oppure l’agitazione psicomotoria. […]

Fino a ribaltare la prospettiva. Nonostante la complessità del percorso di cure, Paolo Mascherpa nel suo libro ci mostra la via che lo ha portato a vivere una vita serena. Il messaggio che vuole dare l’autore è che la guarigione è possibile e non si tratta solo di una vaga speranza, ma di una possibilità concreta.

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RECENSIONE

Piacevole e intenso, il libro si mostra scorrevole e appassionante. Grazie alla precisione dell’autore e al lavoro di ricerca svolto (nel libro l’autore riporta un estratto del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – DSM-5), “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare” si rivela uno strumento utile ai professionisti e ai familiari per comprendere a fondo il punto di vista dei pazienti bipolari nelle diverse fasi del loro disagio.

L’arcobaleno nel deserto – Diario di un bipolare” è disponibile

– in formato cartaceo e Kindle: https://amzn.to/3Dbwvb8

– in versione audible su Storytel: https://www.storytel.com/it/books/l-arcobaleno-nel-deserto-diario-di-un-bipolare-9539318

 

L’AUTORE

Paolo Mascherpa nasce a Pavia il 10 aprile 1970. Lavora in banca ma scrive da sempre con passione.

Oltre a “L’arcobaleno nel deserto – Diario di un bipolare”, ha pubblicato la serie di fiabe per bambini “Le incredibili avventure del Cavalier Cotoletta”, i romanzi “Scripta” e “Utopika”, la raccolta di racconti “Riflessi” e il racconto “Il commissario Minotti”.

Ama plasmare personaggi, renderli vivi e creare mondi e avventure. La curiosità e l’interesse per la scrittura lo hanno portato a frequentare un master in copywriting presso l’Istituto europeo di design e i corsi di I e II livello di scrittura creativa alla scuola “Alexander Dumas” di Milano.

Sogna di fermare il tempo per non smettere mai di scrivere.

Per conoscere l’autore e tutte le sue opere vi invitiamo a visitare il sito: https://paolomascherpa.it/

Per seguirne i pensieri e restare aggiornati: https://www.facebook.com/p/Paolo-Mascherpa-scrittore-100076292577402/?_rdr

Festeggia il tuo compleanno o la tua laurea al 2018 Bar con un menù speciale e uno shot in omaggio!

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Se stai cercando un locale accogliente e conviviale dove celebrare il tuo compleanno o la tua laurea, il 2018 Bar è la scelta perfetta!

Situato a pochi passi dal centro di Torino, questo ristorante cinese offre un’atmosfera calda e autentica, ideale per festeggiare con amici e familiari.

 

Per rendere il tuo evento ancora più speciale, il 2018 Bar propone un esclusivo menù fisso a soli 20/25€, pensato per soddisfare tutti i palati con una selezione di piatti tradizionali della cucina cinese. Dai gustosi ravioli fatti a mano alle deliziose costine di maiale in agrodolce, ogni portata è preparata con ingredienti freschi e secondo ricette tramandate da generazioni.

E per brindare alla tua occasione speciale? Il proprietario del ristorante ha ideato uno shot unico e speciale, in omaggio a tutti coloro che scelgono di festeggiare qui. Un tocco originale che renderà la tua serata ancora più memorabile!

Al 2018 Bar, il buon cibo si unisce alla convivialità, creando un’esperienza autentica e coinvolgente. Non perdere l’occasione di festeggiare con noi e scoprire un angolo di Cina nel cuore di Torino.

Prenota ora e preparati a vivere una festa indimenticabile!

2018 Ristorante CHENRONG via Goito4 /f  Torino

○ Ristorante cinese
○ Aperto dal martedì alla domenica ore 12:00 – 15:00 e 18:30 – 00:00

3392670532

Chengioni97@gmail.com

SU INSTAGRAM:

https://www.instagram.com/2018ristorante/

Pastificio Bolognese Muzzarelli… ne facciamo di tutti i colori!

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Storia
Nell’immediato dopoguerra, nei primi anni ‘50, Alda e Giuseppe Muzzarelli giunsero a Torino dal Modenese e reinventarono la loro vita. In una piccola bottega del quartiere Crocetta, portarono a Torino la pasta fresca emiliana, e con l’apertura dei primi ristoranti in città la loro intuizione risultò del tutto vincente. Achille all’epoca era un bambino, ma crescendo affiancò il lavoro dei suoi genitori e, nonostante i cambiamenti del mercato, riuscì con geniali intuizioni a trasformare il laboratorio in un punto di riferimento di chefs e gourmets. Oggi il Pastificio Bolognese è un’eccellenza artigianale del Piemonte, e Cristina e Laura continuano la tradizione.

La nostra filosofia
Sempre attenti alla qualità e alle richieste dei clienti, il laboratorio oggi vanta la produzione di più di 95 tipi di paste fresche nel rispetto assoluto della tradizione e della fantasia creativa che lo caratterizza. Da sempre Maestri del Gusto, il nostro fine è realizzare un prodotto che possa soddisfare al massimo sia lo chef, sia i genitori che lavorano e hanno poco tempo ma vogliono offrire alla loro famiglia un attimo conviviale di ottima qualità.

Le specialità al cioccolato
In occasione di CioccolaTò, il Pastificio propone tre specialità a base di cioccolato: le Cioccolatelle, tagliatelle con impasto a base di cacao; gli Gnoccolatini, ovvero gnocchi al cioccolato, e i Ravioli Gianduia, con sfoglia al cacao e ripieni di ricotta fresca e scorzetta di limone. Da servire salati, con crema di burro, o come dessert assieme ad una crema allo zabajone o fonduta di cioccolato bianco!

Dove trovarci
Il punto vendita “nasconde” un laboratorio produttivo all’avanguardia che ogni giorno rifornisce la ristorazione torinese, milanese e punti vendita selezionati in Italia ed in Europa in ottemperanza al riconoscimento C.E.E. (IT 9-1 638/LC.E.). Potete trovarci a Torino in Via San Secondo 69, 10128 TO, o nelle cucine e nei piatti degli amanti della pasta buona!

Contatti

Indirizzo: Via San Secondo 69, Torino 10128
Telefono: +39 011 591 360
E-mail: info@pastificiobolognese.it
Sito web: www.pastificiobolognese.it
Whatsapp per ordini: +39 380 7845 849

Orari:

– da Martedì a Venerdì: dalle 7:00 alle 12:30, dalle 15:00 alle 18:30
– Lunedì e Sabato: dalle 7:00 alle 12:30

 

Dawat ristorante indiano, eccellenza e qualità delle materie prime

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DOVE SI TROVA IL RISTORANTE DAWAT – Il ristorante Dawat è situato nel cuore del centro storico di Torino, nelle immediate vicinanze di Palazzo Reale, Piazza Castello e a pochi passi dalla Cappella della Sacra Sindone.
LA FILOSOFIA – I proprietari possono vantare ben 25 anni nel settore della ristorazione. Il loro obiettivo è sempre quello di portare la cucina indiana tradizionale in Italia e di distinguersi dagli altri, per l’eccellenza e la qualità delle proprie materie prime.
LE SPECIALITÀ DELLA CASA – Il menù propone aromi speziati e piccanti, piatti a base di carne, pesce e verdure fresco cotti nel forno tandoor, ma anche portate vegetariane. Ricca anche la carta dei vini.
TEL 3381125890

Il Cielo di Nut: alla scoperta del Benessere Energetico e dell’Armonia Interiore

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In un mondo sempre più frenetico, dove il tempo sembra scorrere senza tregua, il bisogno di ritrovare equilibrio e connessione con il proprio io interiore è più forte che mai.

È qui che entra in gioco Il Cielo di Nut, un progetto affascinante che intreccia sapientemente antiche conoscenze, energia universale e prodotti unici pensati per il benessere energetico e spirituale.

Nut, nella mitologia egizia, è la dea del cielo, un simbolo di protezione, trasformazione e infinita bellezza. Come il firmamento che avvolge il nostro pianeta, Il Cielo di Nut si propone di abbracciare chiunque desideri riscoprire la propria armonia interiore, offrendo strumenti preziosi per il benessere energetico. Ogni articolo proposto non è solo un prodotto, ma un’esperienza, un viaggio verso una versione più serena e radicata di se stessi.

Una delle proposte più amate del Cielo di Nut sono i gioielli energetici: bracciali, collane e ciondoli realizzati con pietre naturali, ciascuna scelta con cura per le sue proprietà specifiche. Dal quarzo rosa che favorisce l’amore e la compassione, all’ametista che calma la mente, fino alla shungite che protegge dalle energie negative, ogni pezzo è carico di simbolismo e intenzione. I gioielli non sono solo belli, ma agiscono come amuleti personali, aiutando a bilanciare i chakra, attirare vibrazioni positive e respingere le influenze dannose. Il design raffinato li rende perfetti per chi cerca un connubio tra stile e spiritualità.

Tra i prodotti unici e affascinanti proposti dal Cielo di Nut spicca la Tazza Magica, un articolo che unisce un simbolismo profondo e un approccio olistico al benessere quotidiano. Questa non è una semplice tazza, è uno strumento di trasformazione, creato per arricchire le tue giornate con intenzione e vibrazioni positive. La Tazza Magica nasconde dietro una superficie apparentemente nera simboli sacri che richiamano antiche tradizioni spirituali. Può presentare disegni come il fiore della vita, mandala, mantra scritti in sanscrito o in altre lingue sacre, che compaiono solo al contatto con la bevanda calda che vi viene versata. La Tazza Magica è un catalizzatore per le energie positive e trasforma un semplice gesto quotidiano, come bere una tisana o un caffè, in un’esperienza rituale.

È un dono perfetto per chi cerca un oggetto carico di significato. Accompagnata da un foglietto illustrativo che ne descrive l’uso energetico, è un regalo che parla di connessione, affetto e desiderio di benessere per chi lo riceve; ma anche acquistata per sé è un invito a rallentare, a prendersi cura di se stessi e a trasformare i gesti quotidiani in momenti di magia e consapevolezza.

La Tazza Magica rappresenta alla perfezione la filosofia del Cielo di Nut: unire bellezza, funzionalità e spiritualità per migliorare la qualità della vita.

Ciò che rende unico questo negozio è anche il suo approccio inclusivo e potremmo dire educativo. Non si tratta solo di vendere prodotti, ma di creare una rete di persone consapevoli, unite dal desiderio di crescere e migliorare insieme. Webinar, workshop e momenti di condivisione permettono agli appassionati di approfondire i segreti delle energie sottili e delle pratiche spirituali.

Il Cielo di Nut non è solo un negozio, è un portale verso la scoperta del potenziale infinito che risiede dentro ciascuno di noi. È un invito a fermarsi, a guardare il cielo sopra di noi e a ricordare che siamo parte di qualcosa di immenso e meraviglioso. Se senti il bisogno di ritrovare la tua energia e connetterti con il tuo universo interiore, Il Cielo di Nut ti aspetta, pronto a guidarti in un viaggio che sa di magia, equilibrio e luce.

IL CIELO DI NUT

Via Madama Cristina 80 bis/g

10126 Torino

Tel/whatsapp 011 657670

www.ilcielodinut.it

Quinoa Cafè & Pastry LAB, il gusto della pasticceria asiatica e del buon caffè

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In questo locale, nel cuore di Torino, in un ambiente giovane, spazioso, molto easy, troverai tutto il fascino di una  pasticceria artigianale asiatica e al tempo stesso il luogo ideale per gli appassionati del caffè e latte artigianale.

Qui il caffè viene servito e preparato filtrato esaltandone la consistenza, l’aroma raffinato, la qualità e il sapore.


Al Quinoa Cafè & Pastry LAB trovi il FLAVOR CAFFE aromatizzato anche da asporto , tendenza particolarmente seguita dai giovani e con diverse varianti di gusto. Il locale organizza anche eventi e compleanni e si avvale di un servizio di prenotazione online sul sito.


Tra i prodotti tipici da segnalare il MATCHA LATTE , LE TORTE DI COMPLEANNO CON CAKE DESIGN  E LE TORTE DI COMPLEANNO A BASE DI CHIFFON CAKE

La chiffon cake è una torta di origine americana, famosa per la sua leggerezza e sofficità. È spesso descritta come un mix tra un pan di Spagna e una torta paradiso, ma con una consistenza ancora più morbida e spugnosa. La particolarità della chiffon cake risiede nell’utilizzo di olio di semi al posto del burro e nella presenza di albumi montati a neve, che conferiscono alla torta la sua tipica struttura ariosa e leggera.


IL DOLCE TIPICO PROPOSTO DAL LOCALE , tipicamente asiatico è il MOON CAKE , e in questo senso sono gli unici a Torino
Il dolce è tipico della FESTA DELLA LUNA , seconda festività tradizionale più importante della Cina , dopo il Capodanno cinese.

Quinoa Cafè & Pastry LAB
Via Madama Cristina, 52 – 10125 Torino 
011 056 8505
https://quinoacafe.qromo.it/

Rosanna Mutinelli: “La culla d’acqua”. Una storia di fuga, speranza e resilienza

Informazione promozionale

“Vorrei che La culla d’acqua fosse un invito a riflettere sull’umanità che accomuna tutti noi”

 

Intervista a Rosanna Mutinelli, autrice de La culla d’acqua – CTL Editore, 2024

1. La culla d’acqua è una storia di fuga, speranza e resilienza. Cosa l’ha spinta a raccontare il viaggio di Hailù?
Il romanzo nasce da una profonda riflessione su temi attuali come l’immigrazione, la disperazione che porta le persone a lasciare la propria terra, e la resilienza necessaria per affrontare percorsi tanto duri. La figura di Hailù, un ragazzino di soli tredici anni, mi ha permesso di esplorare queste dinamiche dal punto di vista dell’innocenza, mettendo in evidenza il coraggio di chi, nonostante tutto, riesce a immaginare un futuro migliore. Volevo dare voce a chi spesso rimane invisibile.

2. Perché ha scelto di narrare la storia in prima persona?
Scrivere in prima persona mi ha permesso di avvicinarmi alla realtà emotiva di Hailù e di far vivere al lettore il viaggio quasi come se fosse accanto a lui. Volevo che le sue paure, i suoi pensieri e le sue speranze emergessero in modo autentico e diretto. È un punto di vista intimo che, spero, permette a chi legge di sentirsi coinvolto non solo a livello razionale, ma anche emotivo.

3. Nel romanzo, il Mediterraneo è chiamato “The river”. Perché questa scelta?
“The river” è un termine usato dai trafficanti, un modo per minimizzare il pericolo o, forse, per creare un’illusione di semplicità in chi si affida loro. Questo nome rappresenta l’ennesima ingannevole banalizzazione di un viaggio che, in realtà, è un calvario per chi lo intraprende. Ho voluto mantenere questa espressione per sottolineare il contrasto tra la realtà brutale e la promessa vuota di chi sfrutta i migranti.

4. Qual è stata la parte più difficile da scrivere?
Senza dubbio, le descrizioni degli orrori vissuti nei centri di detenzione libici. Rappresentare queste realtà senza indulgere in dettagli troppo espliciti, ma lasciando trasparire tutta la sofferenza, è stato un equilibrio delicato. Mi sono documentata molto, ma la difficoltà più grande è stata emozionale: è impossibile restare indifferenti davanti a storie così drammatiche.

5. Quale messaggio vorrebbe lasciare ai lettori con questo romanzo?
Vorrei che La culla d’acqua fosse un invito a riflettere sull’umanità che accomuna tutti noi. Hailù non è solo un migrante, è un ragazzo con sogni e paure, proprio come chiunque altro. È facile giudicare o dimenticare chi affronta viaggi così estremi, ma spero che la storia aiuti a costruire empatia e consapevolezza rispetto alla complessità del fenomeno migratorio.

6. C’è qualcosa che vorrebbe dire ai suoi lettori?
Vorrei ringraziarli per il coraggio di affrontare una lettura che può essere dura, ma credo anche necessaria. Le storie, per quanto difficili, possono aprire dialoghi e cambiare prospettive. Spero che chi legge La culla d’acqua possa sentire un po’ di quel coraggio che Hailù porta con sé nel cuore.