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Bhutan, dove si misura la felicità

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Nel Regno del Dragone, tra vette himalayane e monasteri sospesi, il viaggio diventa meditazione.

Un silenzio che parla

L’aria di Paro è sottile. Non solo per l’altitudine: è l’assenza di rumore a sorprendere. Il vento fa vibrare le bandiere di preghiera, i colori sembrano sussurrare al cielo. Ogni passo in Bhutan è un invito a rallentare, ad ascoltare ciò che di solito sfugge. Qui, l’idea stessa di viaggio assume una dimensione diversa: non spostamento, ma centratura.
Questo piccolo regno himalayano ha scelto di misurare la felicità invece del PIL, di conservare foreste e monasteri più che grattacieli. Non è folklore: è una filosofia di vita. La spiritualità non è relegata ai templi, ma scorre tra i campi di riso, nei mercati, nei sorrisi degli abitanti.

Monasteri sospesi e villaggi lenti

La strada che porta al Taktshang, il celebre “Nido della Tigre”, si arrampica sulla roccia tra foreste di pini e rododendri. Il monastero appare all’improvviso, come sospeso nel vuoto, appoggiato a una parete verticale. È un simbolo potente: per raggiungere l’equilibrio serve salita, fatica, respiro. Dentro, l’odore dell’incenso e il canto sommesso dei monaci creano una dimensione fuori dal tempo.
Nella valle di Punakha, i campi terrazzati riflettono la luce del tramonto. Uomini e donne lavorano insieme, cantando. Non sono solo gesti agricoli, ma rituali quotidiani: prendersi cura della terra è prendersi cura della comunità. Nel villaggio, un bambino gioca con una ruota di preghiera, girandola come fosse un giocattolo. È l’immagine perfetta di una spiritualità che non divide sacro e profano.

Equilibrio come atto quotidiano

Il Bhutan non si mostra con clamore, ma si svela piano. Ogni incontro, ogni luogo ha il ritmo lento dell’acqua che scava la pietra. Nei mercati si scambiano storie insieme alle spezie, nei piccoli dzong (fortezze-monastero) il confine tra religione e vita si dissolve. La felicità, qui, non è un concetto astratto ma un equilibrio che si coltiva: come il riso nelle risaie, gesto dopo gesto.
Al passo di Dochula, i 108 chorten bianchi emergono dalla nebbia come isole di pace. È uno dei luoghi simbolo del paese: memoria, meditazione e sguardo rivolto alle montagne. Ogni bandiera di preghiera che sventola porta nel vento un desiderio di armonia.

La filosofia della Gross National Happiness

Il Bhutan è rimasto per secoli isolato tra le vette himalayane, preservando una cultura intatta. La monarchia ereditaria, istituita nel 1907, ha guidato una modernizzazione lenta e controllata. Ma è con il re Jigme Singye Wangchuck, nel 1972, che nasce la filosofia più famosa del paese: la Gross National Happiness (Felicità Interna Lorda).
Al contrario degli indicatori economici occidentali, questo sistema misura il benessere collettivo su quattro pilastri: sviluppo sostenibile, conservazione dell’ambiente, preservazione culturale e buona governance. Una scelta radicale, che ha fatto del Bhutan un caso unico al mondo: un paese che considera la felicità dei suoi cittadini più importante della crescita economica.

La spiritualità bhutanese

Il Bhutan pratica una forma di buddhismo tantrico chiamato Vajrayana, che unisce meditazione, rituali e simbolismi profondi. I monasteri non sono luoghi separati dalla vita quotidiana, ma centri comunitari, scuole e spazi di meditazione. La figura del lama è guida spirituale e custode della memoria collettiva.
Simboli come le ruote di preghiera e i mandala non sono semplici ornamenti: rappresentano il ciclo della vita e l’interconnessione tra tutti gli esseri. Visitare il Bhutan significa immergersi in un universo dove ogni gesto – dall’accendere una lampada di burro al far sventolare una bandiera di preghiera – diventa meditazione.

Un viaggio interiore

Visitare il Bhutan non significa collezionare tappe, ma attraversare uno spazio interiore. È un viaggio che sottrae più che aggiunge: meno rumore, meno fretta, meno distrazioni. E in quel vuoto controllato, qualcosa si muove. Forse è per questo che chi torna da questo regno lo descrive con parole leggere: equilibrio, ascolto, consapevolezza.

La valigia invisibile

Cosa rimane, quando il volo lascia alle spalle le vette himalayane? Non un souvenir, ma una domanda: che cos’è, davvero, vivere bene? Il Bhutan non impone risposte, ma mostra una via. Una vita semplice, relazioni profonde, un rispetto antico per la natura. È un insegnamento che non pesa, ma si insinua silenzioso, come il vento tra le bandiere colorate.

BHUTAN INCANTATO E IL TEMPIO DELL’AMORE DI AGRA

Un viaggio emozionante di 13 giorni tra le valli himalayane del Bhutan per vivere il suggestivo Festival Tshechu, …
 13 GIORNI 12 NOTTI
Bhutan

Bhutan, là dove la felicità è una scelta

“Purché sia femmina”, un romanzo controcorrente di Riccardo Mazzocchio

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Un augurio che raramente sentiamo dire. È invece il titolo del romanzo controcorrente di Riccardo Mazzocchio che affronta con acume e sensibilità il mondo spesso imperscrutabile delle donne. Penna leggera, pensieri profondi, risvolti impensabili. E, al centro della trama inconsueta, la grande sorpresa.”

Giovanna Tatò, giornalista e scrittrice, alla presentazione di “Purché sia Femmina” alla Biblioteca Comunale di Terni il 5 Marzo 2025.

 

LA TRAMA DEL LIBRO

Siamo davvero sicuri di essere artefici delle nostre scelte o sono esse invece il risultato di pulsioni momentanee? Marta, al culmine di una carriera prestigiosa non ci pensa due volte a mettere in atto un piano diabolico pur di vendicarsi di un grave torto subìto, incurante delle conseguenze della sua decisione. La sua vita cambia in modo drastico. Per ridarle un senso, si prefigge di crescere una bambina. L’educazione della piccola Nuru avviene in un contesto sociale insolito. Ispirata dalla sua nuova condizione, Marta trova la forza di reiventarsi e rimettersi in gioco.

La conclusione è che siamo meno pensanti di quanto si creda. Buona parte del nostro agire non è il risultato del libero arbitrio, di una libera scelta ma è influenzato da una serie di condizionamenti sia esterni (sociali) che interni (stati d’animo, emotività, pulsioni). È possibile, infatti, che le nostre azioni siano determinate più dalla fluttuazione probabilistica di circostanze motivanti che dal nostro volere.

 

L’AUTORE

Riccardo Mazzocchio è nato a Trapani nel 1959. Neurologo e Dottore di Ricerca in Neuroscienze, vive a Siena dal 1977. Appassionato di volo libero e a vela, coltiva la scrittura come forma d’arte e introspezione. Nel 2024 ha ricevuto il Premio “Il Medico Scrittore.” Ha pubblicato i romanzi: Il Tempo delle Donne (StreetLib, 2018), Purché sia Femmina (Nulla die, 2023) e Storie di Un Bambino Bizzarro (Nulla die, 2025), una serie di racconti autobiografici.

Puoi trovare il mio libro sul sito dell’editore o sugli altri online stores

https://nulladie.com/shop/narrativa/romanzi/riccardo-mazzocchio-purche-sia-femmina/

Seguimi su Instagram:

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Goodreads:

 

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Semi di Futuro

Rubrica settimanale dedicata a stili di vita sostenibili e buone pratiche d’impresa

iltorinese.it, da sempre voce autorevole e profondamente radicata nel territorio, lancia una nuova iniziativa editoriale al servizio dei lettori:

Grazie a un rapporto solido e fidelizzato con il suo pubblico, iltorinese.it si fa promotore di un progetto che nasce con un obiettivo chiaro: offrire uno spazio di informazione utile, costruttiva e partecipativa. Vogliamo accompagnare i lettori verso una maggiore consapevolezza ambientale e verso scelte quotidiane che favoriscano uno stile di vita più sostenibile.

Semi di futuro si propone come un vero e proprio servizio editoriale, pensato per informare e orientare, ma anche per ispirare.

Ogni settimana racconteremo esperienze concrete, imprese virtuose, idee innovative e percorsi accessibili che rendono possibile vivere in modo più responsabile.

Il progetto nasce in collaborazione con aziende torinesiimpegnate da anni su questi temi: realtà locali che condividono la nostra visione e che pongono nella propria mission il benessere collettivo e il rispetto per l’ambiente, alle quali vogliamo dare voce.

Con questa rubrica, iltorinese.it rafforza il proprio ruolo di media di prossimità, attento ai bisogni reali della comunità, e conferma la propria volontà di essere un punto di riferimento per un’informazione attiva, orientata al futuro e alla qualità della vita.

Se sei un’impresa del territorio che crede nei valori dell’ecosostenibilità, del benessere e dell’economia circolare, iltorinese.it ti invita a partecipare a questa iniziativa.

Contattaci per condividere la tua storia: daremo voce al tuo impegno attraverso una narrazione chiara, credibile e di valore all’interno di Semi di futuro  

Scrivici a: redazioneweb@iltorinese.it

Telefona a 366 1197850


Diventa protagonista del cambiamento, insieme a Il Torinese

“Fiori dentro l’anima”: quarto libro e primo romance di Arianna Frappini

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E’ un romance, anzitutto storia d’amore tra Ariel e e il suo corrispettivo maschile, l’orgoglioso ma dolce imprenditore Gabriele Temperelli, che cerca l’amore in grado di ammorbidire i suoi spigoli, ma parla anche di temi importanti come la disabilità, la libertà di scelta, il rispetto e la lotta ai pregiudizi. 

 

L’AUTRICE

Arianna Frappini è nata nel 1997 a Gualdo Tadino, piccola città tra le colline e le montagne dell’Umbria, in provincia di Perugia. Scrive da sempre, da quando ne ha memoria, e questa passione è cresciuta con lei, sviluppandosi lentamente e venendo coltivata, ma se non ci fosse quella scintilla che la collega ad altri mondi e alla dimensione meravigliosa in cui esistono i personaggi dei quali racconta le storie, niente di questo sarebbe possibile. Scrivere per lei è respirare: semplice, naturale, spontaneo, necessario.

E scrive per se stessa, poi se lo legge qualcun altro e arriva alla pubblicazione, ne è felice. Ha pubblicato varie poesie in raccolte collettive con altri autori all’interno di iniziative dell’Aletti Editore e una silloge personale, “Di una vita” nel 2013. Tuttavia, ha sempre sostenuto e ripetuto che la sua vera vocazione è quella di romanziera e allora sono usciti quattro libri: “L’ultimo dono prima di morire” (Albatros, 2020) e “L’eternità per ritrovarsi” (Albatros, 2023), due romanzi storici collegati tra loro, ambientati nel Cinquecento e nel Seicento, tra Spagna, Italia e Impero turco, “Il soldato che amava l’alba” (Zona, 2022) ispirato ai racconti del militare di suo padre e “Fiori dentro l’anima”, (Amazon, 2025), che è quello di cui parleremo oggi, primo romance contemporaneo e prima esperienza in self-publishing. Attualmente gestisce il blog personale “Oltre” in cui parla di libri e di musica e coltiva tutte le sue passioni: scrivere, leggere, ascoltare la musica (soprattutto quella di Ermal Meta), concerti inclusi ovviamente, e seguire il tennis (sta ancora festeggiando e si sta ancora emozionando per la vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon).

IL LIBRO

Fiori dentro l’anima” è il suo nuovo romanzo ed è uno dei libri a cui tiene di più e in cui ha messo più di sé. In effetti, le persone che lo hanno letto hanno sottolineato a più riprese la sincerità sentita di queste pagine. La protagonista è Ariel Serenelli, scrittrice, giardiniera, consulente floreale (a ogni fiore un significato, a ogni personalità il suo insieme di fiori), creatrice e sostenitrice dei giardini sensoriali (percorsi da fare a occhi bendati e a piedi nudi). È sincera, determinata, testarda, orgogliosa, dolce con chi vuole, molto selettiva e senza filtri e senza maschere, crede nell’amore, più per i suoi personaggi, ed è convinta che non faccia per lei, temendo che possa ostacolare la sua libertà spirituale. È anche ipovedente, come l’autrice, e vedono entrambe la disabilità come una possibilità e un dono, non come qualcosa verso la quale provare pietà.

Sì, perché “Fiori dentro l’anima” è un romance, anzitutto storia d’amore tra Ariel e e il suo corrispettivo maschile, l’orgoglioso ma dolce imprenditore Gabriele Temperelli, che cerca l’amore in grado di ammorbidire i suoi spigoli, ma parla anche di temi importanti come la disabilità, la libertà di scelta, il rispetto e la lotta ai pregiudizi. A rendere questo libro davvero speciale e possibile non sono solo le discussioni anche divertenti tra i due protagonisti, non solo i loro caratteri forti che non possono far altro che scontrarsi e incontrarsi, non solo la convinzione che l’amore nasca dalle e nelle imperfezioni, ma le amiche. Ariel ha un gruppo di amiche che assomigliano più a sorelle: insieme a lei Amina, Mia e Serena. Sono inseparabili, capaci di esserci, protettive a volte anche troppo, però sono disposte a fidarsi delle altre, pure oltre le proprie convinzioni. Sono quella famiglia che si sceglie e costituiscono un modo per combattere i pregiudizi e conoscere: Ariel è ipovedente e vede la disabilità come una ricchezza e poi è una scrittrice e viene etichettata come strana, come tutti gli artisti; Amina è nata in Italia da genitori tunisini, si sente italiana e viene considerata da troppa gente una straniera senza diritti; Mia ama il sesso e i ragazzi e per la società è una poco di buono, mentre, se fosse un ragazzo, sarebbe ammirata; Serena è lesbica , perfettamente in linea con la sua natura e troppe persone la vedono come contronatura. Ariel, Amina, Mia e Serena esistono e meritano di essere viste e di non doversi nascondere.

 

Per acquistare Fiori dentro l’anima, copertina flessibile, Kindle e anche Kindle Unlimited:

https://amzn.eu/d/9PU5zGb

 

Per visitare il blog dell’autrice:

https://oltreblogdiariannafrappini.wordpress.com/

Ettore Pacetti: “Il sigillo di Parsifal”, un giallo storico avvincente

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Il Sigillo di Parsifal è un romanzo che parla di storia, di legami che intercorrono fra periodi lontani, di cambiamenti intervenuti nel concetto di cultura, il tutto senza abbandonare un passo narrativo stringente e spesso anche ironico e le coordinate tipiche del plot di un classico giallo

 

IL LIBRO

Il sigillo di Parsifal è un giallo storico il cui fulcro è costituito da due documenti sonori immaginari: la registrazione del Parsifal, l’ultimo capolavoro operistico di Richard Wagner, eseguito nel 1951 al Teatro alla Scala di Milano dal grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler, uno dei numi dell’interpretazione musicale del Novecento, la cui fortuna era stata spesso associata al momento culminate della dittatura nazista, e quella di un colloquio riservato tra Mussolini e Hitler carpito di nascosto nel corso della visita del primo a Roma nel 1938 durante un ricevimento in onore del capo di Stato tedesco a Palazzo Venezia. Si svolge quindi tra gli anni Trenta del secolo scorso e i nostri giorni, passando per il primo dopoguerra, fra Milano, Torino e Roma. Vi si mescolano varie componenti: la ricostruzione dei momenti storici in cui vennero realizzate le due registrazioni, la mancata risoluzione di molti conflitti del passato, dovuti al non aver fatto i conti con la propria storia, la diversa percezione del ruolo della musica nella società odierna oltre all’intreccio più propriamente da “thriller” riguardante le vicende che accompagnano i documenti in questione, inclusa la scia di delitti che si lasciano dietro.

La vicenda ha origine nel ventennio fascista e attraversa quasi un secolo per arrivare all’epoca odierna e coinvolge i possessori dei due documenti sonori, dalla creazione del più antico, con la ripresa nascosta della conversazione segreta fra i due dittatori fatta da uno di due gemelli adottivi di una nobile famiglia romana apertamente schierata col regime fascista, all’altro documento, contenente la registrazione del Parsifal di Wagner diretto da Furtwängler da parte di un appassionato collezionista, segnato anch’esso da un torbido passato nella Repubblica Sociale Italiana.

Nel dopoguerra, i due documenti vengono riversati su un unico supporto e passano per varie mani finché la loro casuale scoperta nei magazzini di una importante fonoteca a Roma, dove giacevano dimenticati da tempo, provoca una sequela di misteriosi delitti. Sarà un giornalista a tempo perso e dongiovanni impenitente, Corrado della Nera, a indagare sul fatto. Dopo esserne venuto incidentalmente a conoscenza, si appresterà fare luce su di esso, squarciando il velo di silenzi e di mistero che vi aleggia intorno. Nel corso dell’indagine, gli si para di fronte una nutrita galleria di inquietanti personaggi viventi o defunti: aristocratiche ciniche e viziose, collezionisti dai torbidi trascorsi, che cercano di occultare i loro vecchi misfatti dietro una facciata di rispettabilità, dirigenti pubblici e professionisti dell’informazione corrotti e senza scrupoli, la cui sola molla è l’ambizione personale, criminali neofascisti dalle perverse inclinazioni e dal sordido passato familiare. Gli saranno d’aiuto una enigmatica e affascinante rossa e una sua vecchia conquista dal temperamento irruente.

Il Sigillo di Parsifal è un romanzo che parla di storia, di legami che intercorrono fra periodi lontani, di cambiamenti intervenuti nel concetto di cultura, il tutto senza abbandonare un passo narrativo stringente e spesso anche ironico e le coordinate tipiche del plot di un classico giallo.

L’AUTORE

Ettore Pacetti è nato a Roma dove ha compiuto gli studi classici e musicali.

Nel 1984 è assunto in Rai, dove si è specializzato nell’archiviazione dei documenti musicali e poi di tutti i documenti radiofonici, divenendo nel 2006 funzionario di RAI Teche per la catalogazione e gestione degli archivi sonori, carica che esercita fino al congedo per pensionamento.

Nel 2002 pubblica per RAI ERI insieme a Paolo Donati il saggio C’erano una volta nove oscillatori, dedicato alla storia dello Studio di Fonologia di Milano della RAI.

Nel 2009 esordisce nella narrativa col romanzo Segreti concerti, al quale fanno seguito i romanzi Gli stratagemmi della notte (Calibano Editore, 2023), I cerchi delle tenebre (Bertoni Editore, 2024) e Il sigillo di Parsifal (Bertoni Editore, 2025).

IL SIGILLO DI PARSIFAL

Bertoni Editore, 2025

https://www.ettorepacetti.com/

https://www.bertonieditore.com/shop/it/home/1436-il-sigillo-di-parsifal.html

https://www.amazon.it/sigillo-Parsifal-Ettore-Pacetti/dp/8855359061/

https://www.ibs.it/sigillo-di-parsifal-libro-ettore-pacetti/e/9788855359061

“L’ultimo profeta” di Luciano Lavarra. Una corsa contro il tempo per salvare il mondo

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Quello che sembrava solo un viaggio di lavoro si trasformerà in una corsa contro il tempo, perché dalla pubblicazione di quel romanzo non dipende solo il destino della casa editrice, ma anche quello dell’intera umanità.

IL LIBRO
“Se quello che ho scritto è giusto che non si avveri, sarà la storia a farsi trovare”
Stella è una giovane editor che si ritrova per le mani un potenziale best seller che potrebbe rilanciare la casa editrice per cui lavora, sull’orlo del fallimento dopo un passato prestigioso.
È il gennaio 2020 e il romanzo, scritto tre anni prima, racconta l’estinzione dell’umanità a causa di un virus che diventa pandemico proprio in quell’anno. Che si tratti del virus che sta mietendo vittime in Cina? L’occasione è ghiotta, così Stella e due colleghe si mettono alla ricerca dell’autore, svanito nel nulla.
Un viaggio che da Milano le porterà in Puglia, dove leggende di accabadore in grado di donare la morte ai moribondi con la sola forza del pensiero si intrecciano a quelle delle guaritrici di paese, capaci di sistemare slogature e togliere il malocchio. La ricerca proseguirà poi a Londra, e quello che sembrava solo un viaggio di lavoro si trasformerà in una corsa contro il tempo, perché dalla pubblicazione di quel romanzo non dipende solo il destino della casa editrice, ma anche quello dell’intera umanità.
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L’AUTORE
Luciano Lavarra è un autore e artista poliedrico che da oltre vent’anni dedica la sua vita al teatro e alla narrazione. Nel 2003 fonda la compagnia teatrale Figli di Farinella. Da allora scrive, dirige, interpreta e produce commedie e spettacoli. Tra le sue opere più acclamate spicca L’ultimo profeta, da cui nasce l’omonimo romanzo, che ottiene una menzione speciale al prestigioso concorso nazionale Fitautori e che gli ha permesso di aprire un nuovo capitolo della sua carriera. Oltre al teatro, recita in vari film e produzioni televisive. Dal 29 giugno partecipa alla trasmissione “Facci Ridere” su Rai 2 in qualità di comico.
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Titolo: L’ultimo Profeta
Autore: Luciano Lavarra
Casa editrice: Bookabook ( Milano )
Distributore: Messaggerie Libri
Note:
Questo libro è stato pubblicato il 15 maggio 2025 e in 10 giorni ha venduto 200 copie
Contatti:
Cell. 3339499579
Si può ordinare in tutte le librerie in Italia
Oppure su tutte le piattaforme di librerie online
SU AMAZON
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SU BOOKABOOK

FitHome: Fuori dagli schemi, dentro le persone

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“Fuori dagli schemi, dentro le persone”. Un percorso nato all’aperto, tra fatica e sorrisi, che oggi unisce corpi in movimento e relazioni vere. FitHome è il progetto di Giuseppe Leo diventato realtà condivisa: un luogo dove allenarsi significa sentirsi parte di qualcosa.

Torino – C’è chi costruisce il proprio futuro tra i muri di una palestra, e chi invece sceglie di partire da un parco.

È la storia di Giuseppe Leo, personal trainer e imprenditore torinese, che dopo anni di esperienza nel settore del fitness ha trasformato un’intuizione nata quasi per caso in un progetto solido, innovativo e umano: FitHome.Appena terminati gli studi universitari, Giuseppe sapeva già che avrebbe voluto creare qualcosa di suo. Ma c’era anche la consapevolezza di dover crescere. Così ha scelto di aspettare, lavorando per cinque anni in diverse palestre torinesi, osservando, ascoltando, imparando. Non solo l’aspetto tecnico, ma soprattutto quello umano: le reali esigenze delle persone, il bisogno di sentirsi seguite, comprese, motivate.

Intervista a Giuseppe Leo – Fondatore di FitHome

1. Com’è nato il progetto FitHomeless?
Tutto è iniziato in un modo che non avrei mai potuto pianificare. Era l’estate del 2016, stavo lavorando in palestra da diversi anni e coltivavo il sogno di creare un progetto mio. Un giorno, una ragazza mi chiese: “Mi alleni al parco?”.
Accettai, senza immaginare che quel semplice incontro avrebbe cambiato tutto. Iniziammo ad allenarci due, tre volte a settimana, anche in pieno inverno. Neve, pioggia, fango: niente ci fermava. Ma soprattutto, mi resi conto che quel modo di allenarsi – libero, essenziale, umano – aveva qualcosa di unico.
Poi arrivò un viaggio in California. Lì vidi gruppi ovunque: sulle spiagge, nei parchi, sotto il sole. Fitness all’aperto vissuto con energia e spontaneità. In quel momento tutto si è acceso: avevo in mano un’idea autentica, diversa, e volevo portarla a Torino.
Prima ancora di rientrare ho iniziato a pensare al nome, al format, al sito. Così nel 2017 è nato FitHomeless: non solo un progetto di allenamento outdoor, ma una vera e propria comunità senza muri, dove le persone si incontrano, si allenano e stanno bene insieme.
Da lì è nato tutto il resto: nel 2019 ho aperto FitHome Studio, uno spazio dedicato al personal training e ai percorsi individuali; e poi, nel 2024, è arrivato FitHome Crew, dedicato all’energia del gruppo e alle attività collettive.
Tutte queste realtà sono diverse, ma hanno un’anima comune: rimettere al centro la persona, creare relazione, e far vivere il movimento come qualcosa che arricchisce, dentro e fuori.

 

2. Quali sono i valori guida del progetto?
Il valore principale è mettere la persona al centro, sempre. Che si tratti di un allenamento individuale o di gruppo, l’idea è costruire percorsi su misura, rispettando i tempi, i limiti e gli obiettivi di ognuno.
Poi c’è l’inclusività: chiunque può avvicinarsi al nostro mondo, indipendentemente dall’età, dal livello di preparazione o dal punto di partenza. E naturalmente la relazione: crediamo molto nel creare un ambiente in cui ci si senta accolti, ascoltati, parte di qualcosa.
Infine, la libertà. Il movimento non deve essere una costrizione, ma un piacere: che tu lo faccia in un parco, in una sala attrezzata o in una lezione collettiva, l’importante è che ti faccia stare bene.

3. A chi è rivolto?
A tutti. Davvero. Non ci rivolgiamo solo a chi ha già un’esperienza sportiva, ma anche – e forse soprattutto – a chi ha voglia di iniziare, ma non si è mai sentito a proprio agio nei contesti classici.
Ogni persona trova il suo spazio: chi cerca una guida personale, chi preferisce l’energia del gruppo, chi ha bisogno di recuperare dopo un infortunio o semplicemente vuole rimettersi in movimento. Abbiamo costruito FitHome proprio per rispondere a queste esigenze diverse, ma tutte reali.

4. Quali sono i servizi di FitHome Studio?
FitHome Studio è il nostro spazio dedicato al personal training. Qui seguiamo le persone in modo mirato, sia individualmente sia in mini-gruppi, ma sempre con un programma personalizzato.
Chi si allena con noi può scegliere quando allenarsi, senza vincoli rigidi di orario, e viene seguito passo dopo passo.
Un grande valore aggiunto è la presenza di Edoardo, fisioterapista e personal trainer, che lavora fianco a fianco con i clienti, integrando il lavoro posturale, il recupero e la prevenzione.
Questo ci permette di offrire un approccio completo, attento e sostenibile nel tempo.

5. Quali sono le attività di FitHome Crew?
FitHome Crew è il nostro spazio dedicato alle lezioni di gruppo, nato nel 2024 per offrire ancora più varietà e coinvolgimento. L’idea era creare un luogo dove le persone potessero allenarsi insieme, condividendo fatica, motivazione ed energia.
Le attività sono suddivise tra due sale e comprendono calisthenics, hyrox, HIIT, yoga e pilates. Ogni lezione è pensata per gruppi di circa 15 persone, con livelli adattabili e un approccio inclusivo.
A guidarle ci sono professionisti appassionati e preparati: come Marco, il nostro istruttore specializzato in calisthenics, che porta una grande competenza tecnica e un’energia contagiosa nelle sue classi. E poi c’è Rossella, la nostra insegnante di yoga, che lavora con noi tutto l’anno e cura anche le pratiche outdoor nei mesi estivi. FitHome Crew è un ambiente dinamico, stimolante e accogliente, dove ognuno può trovare la disciplina giusta per sé e sentirsi parte di un gruppo che si muove, cresce e si sostiene insieme.

6. Cosa significa entrare a far parte della community?

Significa non sentirsi un numero. Significa allenarsi in un luogo dove vieni riconosciuto, dove ti salutano per nome, dove i tuoi progressi contano.
Che tu sia in studio, in una classe o su un prato, sei parte di qualcosa.
C’è uno scambio continuo: tra clienti e trainer, tra i membri del team, tra chi ha appena iniziato e chi è con noi da anni. Questo spirito è nato nei parchi e non ci ha mai abbandonati.
È questo che rende FitHome speciale: non solo il modo in cui ci si allena, ma le relazioni che nascono e crescono lungo il percorso.

https://fithomecrew.carrd.co/

Sito Web Fithomeless – FITHOMELESS

Telefono 3405335106

Corso Raffaello , 21/ a

Via Belfiore, 43

Novicars: l’auto, con fiducia

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Dietro questo progetto ci sono due menti affini e complementari: Andrea, orafo con dieci anni di esperienza tra Torino e Valenza, e Giulio, designer con una esperienza decennale nel settore. Due visioni diverse, unite da un’idea comune: creare gioielli autentici, essenziali e profondamente personali.
Sul sito semplicementegioielli.com, si entra in un mondo dove ogni pezzo è pensato e realizzato a mano, in argento 925, con cura e passione. La collezione riflette uno stile essenziale e versatile, capace di adattarsi alla vita quotidiana così come ai momenti più significativi. Qui, la semplicità diventa bellezza pura.
Ma Semplicemente è molto più di un marchio di gioielli: è un atelier digitale che propone anche un servizio di progettazione su misura, pensato per dare forma a emozioni, ricordi e identità. “La tua visione, la nostra maestria” non è solo uno slogan: è una promessa. Ogni creazione nasce da un dialogo diretto con il cliente, che può partecipare attivamente al processo creativo – dalla scelta dei materiali e delle pietre, fino alla visualizzazione del prototipo in 3D, prima della realizzazione finale a mano.
Il risultato? Gioielli unici, capaci di raccontare storie, simboli d’amore o semplicemente riflessi autentici della personalità di chi li indossa. E per chi si appresta a dire “sì”, c’è anche la possibilità di progettare fedi nuziali su misura, con un accompagnamento professionale e dedicato.
Che si tratti di un’idea precisa o di un sogno ancora da definire, Andrea e Giulio accompagnano ogni cliente passo dopo passo, mantenendo sempre intatto lo spirito che dà vita al brand: l’equilibrio tra arte, creatività e semplicità.
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E per chi preferisce acquistare da casa, il sito offre un servizio online efficiente e personalizzato, che permette di vivere l’esperienza artigianale anche a distanza.
Semplicemente Gioielli è la dimostrazione che, a volte, le cose più semplici sono anche le più preziose.

Semplicemente gioielli

semplicementegioielli.com

Instagram:
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Email:

semplicemente.gioielli@gmail.com

Telefono:
Giulio: +39 3314189852
Andrea: +39 3703282355

La dolce tradizione che si rinnova, scegli l’eccellenza di Piemont Cioccolato

Informazione promozionale

C’è un luogo, alle porte di Torino, dove l’arte del cioccolato incontra la passione di famiglia e l’innovazione si veste di dolcezza. È la Piemont Cioccolato, che ha riscoperto e riportato alla ribalta un classico della tradizione torinese: il Cri Cri. Una pralina croccante e irresistibile, con cuore di nocciola Tonda Gentile IGP, cioccolato fondente e una pioggia di confettini di zucchero. Un capolavoro artigianale che racconta la storia di un territorio e di un sapere antico.

Negli anni Settanta, con l’acquisizione ufficiale dell’azienda, la famiglia Fioraso ha dato vita a un percorso fatto di ricerca, gusto e qualità. Le sue creazioni nascono da antiche ricette reinterpretate con creatività, pensate per sorprendere senza mai perdere il legame con la tradizione.

Pasqua è il momento perfetto per lasciarsi conquistare da un’esperienza che unisce l’autenticità dei sapori alle tecnologie più avanzate, senza mai rinunciare al tocco artigianale. Nel laboratorio di Torino ( Borgata Bertolla ), al confine con San Mauro, accanto ai macchinari di ultima generazione, convivono ancora le antiche bassine, utilizzate per la lavorazione lenta e precisa delle dragées. Ogni prodotto è il risultato di un equilibrio sapiente tra innovazione e savoir-faire.

La materia prima è selezionata con cura: la pasta di cacao proviene dalle migliori piantagioni del Sud America e dell’Africa occidentale , mentre le nocciole arrivano dai produttori certificati delle Langhe, zona d’eccellenza per la varietà Tonda Gentile.

Ma non è solo una questione di ingredienti: è l’anima dell’azienda a fare la differenza. Con oltre 40 anni di esperienza, Piemont Cioccolato è diventata un punto di riferimento per chi cerca la qualità, la passione e l’eleganza in ogni dettaglio. Lo confermano i riconoscimenti ottenuti, come il titolo di Maestri del Gusto e la certificazione di Eccellenza Artigiana Piemontese.

Per una Pasqua speciale, regala emozioni di cioccolato

In occasione della Pasqua, l’azienda amplia i propri orari di apertura per accogliere ancora meglio i suoi clienti e offrire una gamma rinnovata di prodotti: uova di cioccolato artigianali, confezioni regalo raffinate, gianduiotti personalizzati con il nome della tua azienda o un messaggio speciale per sorprendere chi ami.

Ogni proposta è pensata per rendere unica la tua Pasqua: un perfetto equilibrio tra gusto, tradizione e originalità, che parla di affetto, cura e passione.

Piemont Cioccolato: più che una fabbrica, una boutique del cioccolato dove ogni pralina racconta una storia. Lascia che sia una storia da condividere.

Piemont Cioccolato

Via Gran Paradiso 16/23 10156 Torino (TO) Borgata Bertolla

+39 011.273 24 41 / +39 011.273 24 29

info@piemontcioccolato.com

Orari straordinari Pasqua 2025

Sabato 5 aprile  9,00-12,00

Mercoledì 9 aprile  8,00-18,00

Sabato 12 aprile  9,00-12,00 / 14,30-17,00

Mercoledì 16 aprile 8,00-18,00

Sabato 19 aprile 9,00-12,00