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I trentuno componimenti che compongono il libro si dispongono proprio come un percorso di crescita e maturazione, fra alti e bassi, cadute e riprese, sono le pietre del sentiero tracciato e come pietre sono stabili solo se ben piantate nel terreno, da calpestare per poter andare avanti
LUIGI GIUDICE, L’AUTORE SI RACCONTA
Sono nato a San Giovanni Rotondo (FG) nel 1985, sono un docente di storia e letteratura nelle scuole secondarie di secondo grado.
Pur essendo nato nella provincia materna ho vissuto i primi anni della mia vita in Lombardia per poi spostarmi preadolescente in Salento, nella provincia di Lecce, zona di origine della mia famiglia. Questo provenire e abitare diversi posti d’Italia ha fatto sì che crescessi senza delle radici forti e stabili e mi ha fatto avere sempre un rapporto conflittuale con la terra. Tutto questo conflitto interiore è entrato nella mia scrittura ed è maturato con essa quando ho imparato a conoscere e ad amare il mio territorio, cosa che mi ha fatto nascere e fondare delle radici molto forti con il Salento. Legame che sento ancora più forte ora che lavoro in provincia di Modena.
Tutto questo viaggio interiore di scoperta di radici è una delle correnti che compongono il mio ultimo lavoro: “Il cammino delle trentuno pietre” edito da Antipodes editrice.
Il libro si compone di trentuno poesie, che sono state scritte e riscritte nell’arco di circa dieci anni e che vanno a completare ciò che avevo iniziato con il primo libro “Fra le tue preghiere” edito da Ed.insieme.
I trentuno componimenti che compongono il libro si dispongono proprio come un percorso di crescita e maturazione, fra alti e bassi, cadute e riprese, sono le pietre del sentiero tracciato e come pietre sono stabili solo se ben piantate nel terreno, da calpestare per poter andare avanti. Le poesie sono la simbolizzazione del conflitto e relazione con la terra, con me stesso, con l’altra, spesso hanno un’aria tragica, altre volte più lieve. Tutte però sono pregne di più significati e significanti che metaforizzano il percorso tracciato dalla penna.
Come pietre possono essere ostacoli difficili da superare e che richiedono impegno e sudore e come pietre possono essere il luogo sicuro dove riposare dopo la fatica del camminare.
Link del libro:



Pubblica diverse poesie insieme ad altri autori all’interno di iniziative dell’Aletti Editore e una raccolta personale, “Di una vita” (2013). Nel 2020 pubblica con Albatros il suo primo romanzo, “L’ultimo dono prima di morire”, ambientato tra la Spagna e l’Impero ottomano nel Cinquecento. Nel 2022 esce con Editrice ZONA il suo secondo romanzo, “Il soldato che amava l’alba”. Gestisce il blog “Oltre” con due rubriche: “Libri senza pregiudizi” di riflessioni e di recensioni di libri di autori arabi e di tutti quegli scrittori capaci di farsi ponte tra culture o di andare oltre le apparenze e “Emozioni da lupi” sulla musica di Ermal Meta.
“Mi chiamo Massimo Coluccia e sono nato a Napoli nel 1970. Nella mia vita hanno sempre convissuto due grandi passioni: la musica e la scrittura. Sono inserito nel mondo metalmeccanico da tre decenni ed ho avuto il piacere di vivere l’ambiente sindacale che mi ha permesso di confrontarmi con diverse realtà sociali, senza mai allontanarmi dalla morale cristiana che è parte integrante della mia vita. Appassionato del rock e del blues divenni bassista in un gruppo musicale avendo come riferimento il mio idolo: Jimi Hendrix. Motociclista da molti anni ho sempre viaggiato ed ho sempre ritenuto fondamentale il confronto con altre società civili.
“L’Ombra del Mistero”:






Mi chiamo Angela Gravina e sono nata a Como nel 1987.
– Hai scritto i romanzi fantasy/sci-fi “Anche gli dèi sono persone” e “Il caos non è disordine” rispettivamente primo e secondo volume di una saga che vede le vicende di Grim in molteplici universi. Qual è l’idea alla base dei tuoi romanzi?
– A quale target di lettori sono rivolti i tuoi romanzi?
Mi chiamo Francesco Di Giuseppe, sono nato nel 1994 e vivo a Termoli.