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Onoranze Funebri Torino Giubileo: dove l’Arte del Commiato è di casa

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L’impresa leader negli onori dell’ultimo saluto al centro di un percorso di continua crescita e innovazione.

Era il 1998 quando Onoranze Funebri Torino Giubileoiniziava a muovere i primi passi. Da allora sono trascorsi 25 anni. Un crescendo costante e fiorente fondato sull’equilibrio solido e rodato del binomio competenza e qualità. Innovando il comparto e il mercato di riferimento pur restando fedele alla tradizione.

Un’azienda seria, etica e dinamica che ha fatto del miglioramento il perno di un percorso improntato all’eccellenza in ogni ambito. “Strutture avanzate, certificazioni sempre aggiornate, personale all’avanguardia in crescita continua e la creazione di nuovi servizi con cui fornire tutto il supporto migliore possibile alle famiglie nell’ora più difficile” esordisce Serena Scarafia, Presidente del Cda del noto e stimato brand piemontese, prima azienda del settore a essere approdata anche sulle reti televisive del Gruppo Mediaset grazie alla preziosa partnership con il torinese Giosuè Agosto, Manager di ‘Star Media’.

Schierandosi in prima persona anche nella battaglia di legalità che ha fatto storicamente di Onoranze Funebri Torino Giubileo una voce prima e autorevole in Italia al fianco di Magistratura e Guardia di Finanza per combattere il triste fenomeno del racket del caro-estinto: la compravendita di cadaveri nelle camere mortuarie di ospedali ed Rsa.

Oggi l’impresa è divenuta un esempio pionierista anche sotto il profilo dell’assistenza post-funerale: prendendo per mano chi resta e accompagnandolo, grazie uno staff moderno di professionisti titolati, nello svolgimento di tutte le mansioni che la filiera della burocrazia comporta, in tempi rapidi, certi e con piena soddisfazione del cliente.

Onoranze Funebri Torino Giubileo è la prima realtà a essersi dotata in Europa di una moderna ‘Sala Multimediale del Commiato’: un luogo discreto, riservato e raffinato insieme, dotato di un eccellente sistema informatico che coniuga tecnologia, proiezione immersiva con lo stesso standard qualitativo in uso nei più moderni studi televisivi.

Una struttura in grado di porsi quale cornice elegante e confortevole per lo svolgimento di qualsivoglia rito funebre: laico o religioso, nel rispetto di ogni credo e convinzione. Con in più l’opportunità di poter partecipare a distanza, e di poter registrare e conservare per proprio ricordo il filmato del Commiato.

La ‘Sala Multimediale del Commiato’ è ospitata all’interno della ‘Casa Funeria Giubileo’: 10 camere ardenti private per vegliare al di fuori delle mura domestiche in tutta sicurezza e tranquillità il proprio caro con amici e parenti, una ‘Ludoteca’ in cui alloggiare i più piccoli durante la visita alla salma e le cerimonie di addio, una confortevole zona bar e area accoglienza in cui accogliere i propri cari con l’assistenza di professionisti cortesi e cordiali. Il tutto con comodo parcheggio interno sempre custodito”, conclude Serena Scarafia.

Tutti punti di forza di esclusività e unicità che accrescono, rafforzano e rinnovano il prestigio di un marchio torinese che ha saputo distinguersi a livello nazionale. Un’azienda, Onoranze Funebri Torino Giubileo, che per prima ha compreso il valore della pubblicità anche nel settore funebre, suffragata da un livello di proposta al cliente unico e irripetibile sotto ogni aspetto.

Onoranze Funebri Torino Giubileo: il Commiato per tutti

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Uno spazio pensato a 360° per dedicare massima attenzione e rispetto a chi parte, e assistenza a chi resta.

Onoranze Funebri Torino Giubileo punta da sempre a fare dell’arte del Commiato un’opportunità rivolta a tutti. Senza distinzione. Rispettando le tradizioni, i credo, le usanze. Perché una cerimonia di addio è un momento delicato da vivere in riservatezza, discrezione e con il massimo dell’accoglienza.

Questi, in sintesi, i valori che da sempre accompagnano l’evoluzione e il percorso di quella che, dal 1998 a oggi, è l’impresa di riferimento nel comparto funebre torinese.

Un’eccellenza italiana propriamente detta che ha saputo distinguersi evolvendo in maniera corretta e pionieristica in ogni tappa della filiera dell’ultimo saluto: mezzi all’avanguardia, personale costantemente aggiornato, largo impiego di attrezzature e materiali di prima qualità, servizi post-funebri di assistenza burocratica e disbrigo pratiche in grado di prendere per mano e accompagnare al meglio chi resta nella gestione di ogni onere che segue al rito delle esequie.

Onoranze Funebri Torino Giubileo è la soluzione più sicura ed efficace per chiunque voglia garantirsi rispetto della legge, attinenza agli adempimenti, classe, eleganza. Dispone infatti di una moderna e funzionale Casa Funeraria con ben 10 camere ardenti private in cui vegliare al meglio il proprio caro. Incluso un ampio e comodo parcheggio interno gratuito e custodito.

E, con essa, una emozionante ed emozionale ‘Sala Multimediale del Commiato’, struttura unica in Europa che offre tutta una serie di servizi esclusivi: un locale tecnologico e accogliente in cui poter celebrare con attenzione cerimonie laiche e religiose, grazie a un avanzato sistema di proiezione immersiva che facilita la ricreazione di ambienti idonei ai riti celebrati. Inoltre, lo streaming consente la partecipazione a distanza, con in più la possibilità di registrare l’intero Commiato ai fini di conservazione a titolo di ricordo personale.

Perché ogni addio ha un senso profondo, e saperlo cogliere contribuisce a migliorare il rapporto fra chi parte e chi c’è.

Ma Onoranze Funebri Torino Giubileo guarda con fiducia, soprattutto, al bilancio di questi primi 25 anni di attività: “Siamo grati a quanti, nell’ora più difficile, hanno scelto di affidarci momenti delicati. Ai quali ci siamo approcciati come sempre con garbo, serietà, accoglienza, comprensione e rispetto. Accompagnandoli in maniera precisa e puntuale lungo l’iter complesso che segue a ogni rito funebre. Dedicando il massimo del rispetto a ogni singola emozione. Alla memoria di chi c’è stato e rimarrà per sempre nei cuori di chi lo ama”, conclude Serena Scarafia, Presidente del Cda della storica azienda con sede in Corso Bramante 56 a Torino.

Tutte le informazioni su www.giubileo.com e su www.casagiubileo.com.

Alla galleria La Telaccia by Malinpensa Paola Arrigoni: “I colori delle emozioni”

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Paola Arrigoni è protagonista della mostra personale in corso alla galleria d’arte Malinpensa by la Telaccia a Torino.

Autodidatta, i suoi quadri sono di impianto astrattistico, materico e sono realizzati con l’uso della resina e acrilico su tela o legno. Si dedica anche alle sculture e utilizza materiali riciclati per attenuare la sofferenza nell’osservare il degrado ambientale. La sua ricerca coinvolge lo spessore morale e risulta vissuta con profondo rispetto per la vita e l’ambiente, nella speranza di trasmettere sentimenti, pensieri, riflessioni, suscitando un’interazione con chi guarda le sue opere.

La ricerca nel recupero dei materiali riciclati e poi riutilizzati da parte dell’artista rivela un operare che sviluppa una dimensione altamente suggestiva di contemplazione. La fusione armonica dei colori e l’equilibrio materico si trasformano in un puro estro creativo, che mostra una carica di lirismo notevole, capace di sviluppare una dimensione di contemplazione.

La carica costruttiva, di pulsione onirico-fantastica, si avvia verso un’elaborazione della materia altamente scenografica e a contatto con il fruitore. L’arte di Paola Arrigoni rivela una particolare intensità coloristica di pura e autentica sensibilità, all’insegna di una ricca inventiva, di un linguaggio originale e di una realizzazione della materia di particolare aspetto, sia estetico sia contenutistico. Le doti di colorista sono evidenti nella sua attività artistica. Le emozioni, gestite dal colore vibrante, si vestono di libertà interiori e di spiritualità in cui l’artista Paola Arrigoni cerca di dare, attraverso le sue opere, il senso della vita, in piena  vigoria di accensioni cromatiche. Queste opere fanno riflettere perché stabiliscono legami, significati ambientali, umani e sociali intensi, ma anche metafore ironiche.

Diverse le opere in mostra, tra cui una scultura. Tra i titoli sono presenti “Settembre”, “Nascere non basta”, “Fluidità”, “La ballerina”, “L’opulenza”, “Loro siamo tutte noi”, “Amori tossici”, “Mordi la mela”, “Incantesimo”, “Il Dodo rivive”, “Aperta mente”.

È  stata già protagonista di una mostra collettiva presso la galleria d’arte Malinpensa by la Telaccia a Torino, dal 18 al 29 maggio del 2021.

“Si tratta di un’artista nel più profondo del cuore ed è lì che risiede il suo essere con la sua forza creatrice”.

MARA MARTELLOTTA

Malinpensa Galleria d’Arte by La Telaccia, Corso Inghilterra 51 Torino. In mostra fino al 25 febbraio 2023

Un romanzo siciliano raccontato con fantasia maccheronica

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Per lo scrittore Salvatore Seguenzia  la sua Sicilia è la musa ispiratrice: con i suoi paesaggi, storpiati nel loro nome d’origine; il suo dialetto, che per l’autore dialetto non è, ma è una vera e propria lingua utilizzata dai personaggi nei loro dialoghi diretti

Salvatore Seguenzia è un megarese verace in quanto nato ad Augusta (SR) il 19 maggio del 1969. È sposato, padre di due figli e laureato. Vive nella sua città natale: un’isola nell’Isola. Un fazzoletto di terra piena di fascino posta in un meraviglioso angolo del Mediterraneo. Uno dei più bei posti della Sicilia con una stupenda scogliera selvaggia, il cui mare è di un colore Tiffany con fondali a mozzafiato e trasparenti; il tutto contornato dall’immenso panorama che è abbracciato dall’Etna.

Da qualche anno è un novello scrittore e poeta e, col passare del tempo, sta cercando di comprendere gli accadimenti quotidiani che hanno un valore ed un significato a seconda dell’età: infatti, quando si è giovani, spesso, la spensieratezza non aiuta a capire qual è lo scopo della vita; quando si raggiunge l’età degli “anta” la ricerca diminuisce e aumenta la scoperta del proprio significato. Quel significato che talvolta è celato, appunto, dietro una parola; nel caso suo questa qualità è apprezzata dalla Casa Editrice Aletti Editore la quale gli ha permesso di pubblicare questo suo secondo libro di narrativa definendolo una “fantasia maccheronica”. All’uopo la casa editrice Aletti lo ha fotografato tale;  questa nuova moderna fantasia dello scrittore siciliano ha un linguaggio in vernacolo molto estroso. Ha inventato una fiaba siciliana incentrata in un periodo e contesto storico che ha portato lo scrittore siciliano a mescolare la sua esperienza professionale con i racconti e i trascorsi dei suoi nonni.

Lo stesso Seguenzia  spiega il titolo dell’opera “Il Calendario Storico”;  essendo da oltre trent’anni un Ispettore della Guardia di Finanza, uno degli elementi rappresentativi del Corpo è appunto il Calendario Storico che ogni anno ha la sua diffusione nel periodo di dicembre come omaggio natalizio. Nella sua fantasia uno dei personaggi principali è, appunto, un sottufficiale del Corpo (il Maresciallo Seguino) il quale, nell’affrontare le vicissitudini vissute nel corso di alcune indagini delegate ha cercato di considerare l’elemento chiave delle medesime, proprio il calendario. Una cosa certa che p garantire il piacere di leggere questo libro sta nel fatto che, per il suo scopo utilizzato nel racconto, lo stesso ha un finale particolare. Per lo scrittore la sua Sicilia è la musa ispiratrice: con i suoi paesaggi, storpiati nel loro nome d’origine; il suo dialetto, che per l’autore dialetto non è, ma è una vera e propria lingua utilizzata dai personaggi nei loro dialoghi diretti. Un “parlare” goliardico che trascina il lettore a girare la pagina e continuare a leggere tutto d’un fiato senza interrompere la lettura. In questa fantasia l’attenzione maggiore è rivolta al concetto di “ricchezza”, intesa come valore e non come materialità delle cose. La migliore ricchezza – afferma Seguenzia – è nel dare e non nel ricevere. Se questo principio si incolla dentro di noi la nostra vita sarà stravolta positivamente e saremo da esempio per gli altri, che ancora credono il contrario. La libertà è l’autentica ricchezza che si realizza sugli eventi esterni a seguito della conseguenza di ciò che siamo e di come ci trasformiamo nel corso del tempo. La trama è ambientata negli anni ‘60, quando la realtà era ben diversa da oggi;   è il supporto per poter spiegare come la vita di quel periodo era molto più semplice e genuina a cospetto di quella attuale. Lo stesso autore afferma che: “quando scrivo le vicissitudini o le esperienze descritte, narro un misto tra il modo di essere di cinquant’anni fa e l’attuale vita quotidiana.” Il romanzo,  puramente di fantasia, è scritto in modo spumeggiante e, pagina dopo pagina, si crea un percorso che conduce a fantasticare con la realtà. La conclusione è un “finale aperto”, in cui il lettore è libero di esprimersi con la sua immaginazione. Il linguaggio è lineare e scorrevole. Uno stile “maccheronico”, che suscita allegria e spensieratezza, che non stanca mai, perché ricco di suggerimenti comunicativi. Un altro aspetto di questo romanzo consiste nel fatto che il racconto, le frasi e le descrizioni attingono ad una metrica esistenziale che, in alcuni casi, si allontana anche dalla grammatica, per accedere al mondo dei sentimenti che non sono raggiungibili con le regole della quotidianità. Ogni personaggio, nel suo modo di esprimersi, trasmette quell’immagine “patriarcale” dell’epoca ma, di contro, apprende che in fondo è sempre sé stesso: dedito alla famiglia, lavoratore terrano e professionista emergente. Come detto, nel romanzo lattenzione è rivolta al valore ed al significato in sé della parola ricchezza. Lui stesso pone un quesito: lo sappiamo che cos’è la ricchezza?

La ricchezza è un valore, se così si può definire, che ognuno di noi sogna di raggiungere anche attraverso azioni che non sono di sani principi morali. Oggi, la ricchezza è rappresentata con il dio denaro, che è il modo moderno in cui si manifesta. Quindi avere denaro è essenziale per definire una persona ricca. Il suo, però, è un patrimonio economico ma non morale. Il singolo individuo non vuole distribuire la propria ricchezza per gli altri ma la produce per i propri benefici; sì, è proprio così. In realtà bisogna liberare questa mentalità economica (l’essenza della ricchezza è il donare) libera dal misticismo collettivo. Questa considerazione rafforza l’idea che la ricchezza non si trova nella materialità delle cose, ma nella capacità di scoprirla e usarla; quindi possiamo chiederci se è possibile raggiungere gli stessi risultati (sicurezza, potere, libertà) indipendentemente dalla quantità di denaro posseduta. Io penso che ciò sia fattibile e quindi possibile. Il nostro stato interiore può essere modificato se ci impegniamo, con forza d’animo, in un percorso di cambiamento; un percorso che deve stabilizzare e risvegliare il nostro “io” interiore ed aprire le nostre azioni verso gli altri. La migliore ricchezza è nel dare e non nel ricevere. In sostanza bisogna ribaltare il nostro modo di ragionare: non è il conto corrente che ci rende felici, appagati e potenti; bensì, al contrario, è il manifestare lo stato interiore a far lievitare il nostro aspetto morale. Se questo principio si incolla dentro di noi, la nostra vita sarà stravolta positivamente e saremo da esempio per gli altri che  credono il contrario. La gente che tuttora pensa che i soldi rappresentino la ricchezza e quindi ragiona in questo modo, sta diventando sempre più povera. La libertà è l’autentica ricchezza che si realizza sugli eventi esterni a seguito della conseguenza di ciò che siamo e di come ci trasformiamo nel corso del tempo. Purtroppo comprendo che ciò è ancora lontano da immaginare, perché – in fondo – in ognuno di noi persistono due componenti che, ancora oggi, hanno creato una maschera: l’accidia e la cupidigia. Analizzando il concetto espresso dallo scrittore, si può sintetizzare che lo stesso  Seguenzia ama descrivere la sua Terra, fonte di grandi cantori e cantastorie. Il suo messaggio è rivolto soprattutto ai giovani siculi, ma anche a chi si trova per lavoro in Sicilia: vivere del profumo del loro mare, del calore della loro montagna, della melodia del loro dialetto, della loro antica arte e del valore delle loro tradizioni. Questa Terra ha una forza interiore che si permette di incoraggiare ogni giovane ad esternare ciò che prima viveva inconsciamente dentro se stesso. Per l’autore… le eventuali critiche? Ben vengano per una crescita personale e professionale, ma talvolta si ripropone una celeberrima parola che il Maestro Andrea Camilleri ripeteva sempre nelle sue opere, poi è diventata una delle sue parole preferite: “stracatafottersene”. In conclusione si può aggiungere che, ad oggi, l’autore siciliano Seguenzia  ha scritto alcuni libri di poesia quali “Megar…imando Hyblaea” (2020) e “Stille del mio silere” (2022) ed altri di narrativa quali “Io rivivo dal buio” (2021). Inoltre, talune poesie sono state inserite in varie opere letterarie internazionali, come “Luci Sparse”, “La Panchina dei Versi”, “Il Paese della Poesia”, “L’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei”, “Habere Artem”.

Altre poesie, invece, sono state lette e riprodotte sui canali virtuali dal Maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore premio Nobel nel 1959 per la letteratura;  dal Prof. Hafez Haidar, docente presso l’Università di Pavia nonché scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano. Accademico emerito, presidente di diversi comitati per i diritti umani, Cavaliere della Repubblica Italiana e direttore generale internazionale della Camerata dei Poeti di Firenze e candidato al Premio Nobel per la Pace 2017. Infine lo scrittore è stato già ospite televisivo nelle trasmissioni “Vox libri” e “Eccellenze Italiane”.

 

“Nelle sue braccia” Silloge poetica di Sabatina Napolitano

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Gian Giacomo Della Porta Editore

Il libro è composto da dieci sezioni, ognuna delle quali comprende altrettanti testi

È stata pubblicata per la casa editrice Gian Giacomo Della Porta Editore la silloge poetica dal titolo “Nelle sue braccia”, autrice Sabatina Napolitano.

La raccolta, originale per lo stile contemporaneo utilizzato dalla poetessa, presenta un linguaggio semplice e colloquiale derivante dall’oralità, caratteristica originaria della stessa poesia.

Il libro è composto da dieci sezioni, ognuna delle quali comprende altrettanti testi. La prima è dedicata alla sua terra elettiva, Asciano, in provincia di Siena, dalla quale si dipana un fil rougepoetico narrativo denso di emozioni intense vissute dall’autrice, di amore e di profonde cadute umorali, ben contenute all’interno di un importante equilibrio umano.

Il contenuto dell’opera è filtrato dal cuore della poetessa e dal suo sguardo attento alle dinamiche della quotidianità. La poesia, secondo l’autrice, può essere un veicolo per ampliare il raggio della coscienza, a patto che si esprima attraverso un linguaggio universale, ovvero che racconti la vita di ognuno di noi e nella quale ciascuno possa riconoscersi.

MARA MARTELLOTTA

 

“A Volo D’Angelo”, nel libro di Sòriga tradizione pirandelliana e nuova utopia

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Tutte e undici le novelle che compongono A Volo D’Angelo provano a giocare con gli svincoli, con i bivi della vita. È in questo modo che i racconti si trovano spesso in bilico tra possibile e reale

Antonello Sòriga, ci parli di lei e ci dica, oltre la scrittura, quali sono le sue passioni.

Sono nato a Cagliari, insegno letteratura italiana e esercito come psicoterapeuta. Nascere e vivere in un’isola, in una città di mare, ha la sua rilevanza: mi sento radicato nelle sue atmosfere, dell’aria salmastra, nella lunga spiaggia che fa da limes alla città. Sento scorrere in me la sua storia, la sua cultura millenaria, il suo essere solitaria in mezzo al Mediterraneo; ne percepisco le antiche ferite e i recenti lividi, impressi da innumerevoli dominatori. Questi hanno lasciato il segno del loro passaggio nell’architettura, nella cultura ma soprattutto nella lingua, nella visione del mondo, nel sangue degli abitanti, oserei dire.

Proprio con “A Volo D’Angelo” premiato al Cultural Classic di Napoli e al Premio La Ginestra a Firenze, ho dato il via ad una nuova ricerca narrativa che guarda alla tradizione pirandelliana ma cerca nuovi sbocchi in una sorta di neo-utopia non necessariamente distopica

I personaggi di questi racconti si specchiano nel mare cristallino del basso Sulcis, in Sardegna, e nel farlo si affacciano nel dirupo del tempo permettendo a questo di vedere in loro. Al di là dell’ambientazione, il filo rosso che li lega, è proprio questa relazione/ confronto diretto (o indiretto) con gli ineffabili riflessi del rapporto fra spazio e tempo. Chronos è il motore di questi racconti, nel suo divenire una spirale che genera più universi, se si vuole un multiverso.

Tutte e undici le novelle che compongono A Volo D’Angelo provano a giocare con gli svincoli, con i bivi della vita. È in questo modo che i racconti si trovano spesso in bilico tra possibile e reale. A tratti sembrano scivolare su un crinale friabile, in cui i contorni del concreto si sfrangiano lasciando posto all’improbabile … pur sempre possibile. D’Altra parte – parafrasando Nietzsche – chi ha un perché abbastanza forte… può superare qualsiasi come.

 

Aveva già avuto modo di mettersi in gioco attraverso altri concorsi letterari?

Nella primavera del 2017 ho pubblicato “Nel Pozzo”, edito da Antonio Tombolini, il mio primo romanzo. Con questo ho vinto la VI edizione del Premio Artese, Città di San Salvo – concorso nazionale per opere prime – nell’estate 2018.

 

È un’esperienza che ancora tengo in un angolino del mio cuore per la splendida accoglienza e la gentilezza degli organizzatori ma soprattutto perché per la prima volta nella storia del Premio Artese Nel Pozzo ha messo d’accordo la giuria popolare e quella tecnica vincendo in entrambe le categorie. I miei libri si trovano tutti nei maggiori store on-line e in quelli delle case editrici con cui li ho pubblicati. Si può seguire la mia attività su Facebook e Instagram.

Nell’opera di Federico Montesano la ricerca dell’interiorità. Alla galleria Malinpensa by La Telaccia

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“Stanze introspettive”e la Serie di “Transito Metafisico”sono legati  da un sottile fil rouge, quello della ricerca del sé 

 

Rimarrà aperta fino dall’11 febbraio prossimo la personale che la Galleria Malinpensa by La Telaccia dedica all’artista lombardoFederico Montesano, dal titolo “Stanze Introspettive”.

La poesia che Federico Montesano riesce a conferire alle sue opere è tale da trasformare le sue scelte paesaggistiche in un’elaborazione coeva al di là della pura descrizione, abbracciando una tematica coerente e chiaramente distinguibile in cui le sfumature cromatiche e la vasta gamma di toni e di luci si muovono in un connubio ricco di vibrazioni che suggeriscono emozioni continue.

La personale dedicata a Federico Montesano dal titolo “Le stanze introspettive” rispecchia l’iter dell’artista in cui risulta particolarmente visibile tanto il suo lavoro a livello intellettuale quanto l’impronta materica che l’artista ha voluto imprimere alla sua produzione artistica.

La serie intitolata ‘Transito metafisico’ nasce a partire da una serie di paesaggi realizzati e tradotti in pittura, che evidenziavano il tema delle radici.

Nella serie “Transito metafisico” siamo di fronte a un importante processo strutturale nel quale la dinamica del segno, fortemente sentita, sviluppa nell’opera una linea di confine tra lo sfondo e il primo piano, un primo piano di una terra arsa al sole. Si tratta di paesaggi mentali del nostro Io che lavora alla ricerca di sé stesso e della propria interiorità.

La luce calda dei cieli, quasi infuocata, vede il colore accendersi irruente, ma sempre con il giusto equilibrio, attraversata da un’aria magica dalle qualità liriche, capaci di narrare una scena altamente suggestiva e in grado di trasportare il fruitore in una dimensione interiore intensa tanto da purificare lo spirito.

L’arte di Federico Montesano deve essere interpretata nella sua piena cromaticita’ e nella sicurezza del segno e del disegno, che dimostrano un’evidente conoscenza tecnica e compositiva.

Si tratta di un paesaggio deserto che si spoglia della presenza umana ma che è  capace di arricchirsi dei valori più  profondi dell’esistenza, venendo a creare un intimo colloquio tra l’arte e la natura e evocando percezioni e liberazioni infinite che vivono di vita propria.

Luce, colore, coloriture e tratto rappresentano una sostanza vitale nelle opere di Federico Montesano e sono in grado di fondersi in uno spazio metafisico di grande intensità per poter creare, nella loro essenza, degli accenti incisivi e un aspetto di grande innovazione.

La serie dei dipinti materici è stata realizzata con vari materiali quali la resina epossidica, la carta abrasiva, il legno, il ferro smalto e l’acrilico, tutti materiali che dimostrano lo sperimentalismo di solida ricerca da parte dell’artista, valido sia nella resa formale sia in quella visiva. Il risultato ottenuto è notevole dal punto di vista contenutistico e simbolisti.

In mostra è anche presente la figura del cavallo rosso con cavaliere, che risulta un cavaliere errante, che va alla ricerca di qualcosa di spirituale.

L’elmo, una splendida scultura in mostra, risulta svuotata della testa e della presenza umana. La figura del cavaliere errante viene ripetuta dall’artista in dipinti dalla varia cromaticità, tra cui il blu uranico, il rosso apotropaico, il bianco, che è  il simbolo della purificazione dell’anello.

Il bianco,  nelle intenzioni dell’artista,  rappresenta un elemento di purificazione e di ricerca del sé,  oltre che oggetto di riflessione.

Una sua opera si intitola “Le cose belle sono difficili”, realizzata nel 2022, e in essa compare per la prima volta il cavaliere  errante, in un paesaggio-non paesaggio.

MARA MARTELLOTTA

“La verità non conta”, romanzo d’esordio di Alessandro Quadri di Cardano

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Un giallo costruito con un sistema di “scatole cinesi in cui, attraverso lo sguardo e i racconti di una moltitudine di personaggi, l’autore riesce a tessere una storia avvincente e innovativa

E se una pratica BDSM fosse usata come alibi per un omicidio? Questo il quesito intorno a cui ruota La verità non conta, il sofisticato romanzo d’esordio di Alessandro Quadri di Cardano. Un giallo costruito con un sistema di “scatole cinesi in cui, attraverso lo sguardo e i racconti di una moltitudine di personaggi, l’autore riesce a tessere una storia avvincente e innovativa.

La verità non conta ruota intorno alle motivazioni che hanno portato Emilio Altieri, noto uomo d’affari milanese, a uccidere Abdel Ab, che si rivelerà essere l’amante di Stefania Martini, socia e moglie dell’imprenditore. Scoperti in  flagrante adulterio, Emilio uccide il giovane senegalese pensando che stesse aggredendo sessualmente sua moglie Stefania. Ma questa, convinta che il marito sapesse della sua relazione con Abdel, lo accuserà di omicidio premeditato.

A cercare di fare chiarezza su quanto realmente accaduto sarà Luca, il figlio di Emilio e Stefania. Messo finalmente al corrente del delitto in cui i suoi genitori furono coinvolti 12 anni prima, Luca si troverà a intervistare diversi testimoni chiave della vicenda, ricevendo da ciascuno una testimonianza che, unita alle altre, permetteranno al giovane di ricomporre la complessa catena di eventi che portarono suo padre a commettere l’omicidio. Ma la verità si rivelerà sfuggente e soggettiva in questo romanzo in cui nulla è come appare a prima vista.

Link:

https://www.amazon.it/verit%C3%A0-conta-Alessandro-Quadri-Cardano/dp/8855002414

https://www.ibs.it/verita-non-conta-libro-alessandro-quadri-di-cardano/e/9788855002417

https://www.mondadoristore.it/La-verita-non-conta-Alessandro-Quadri-di-Cardano/eai978885500241/

https://www.nepedizioni.com/product/la-verita-non-conta/

L’AUTORE

Alessandro Quadri di Cardano è nato nel 1980 a Bologna da padre italiano e madre belga.

Circondato fin dall’infanzia da un vivace ambiente multiculturale, consegue la laurea in “Scienze internazionali e diplomatiche” presso l’Università di Bologna nel 2005. Ottenuta una borsa di studio da parte del Ministero degli Affari Esteri italiano, frequenta il Collegio d’Europa di Bruges (Belgio) dove ottiene il Master in “Studi Europei” nel 2007.

Per circa dieci anni vive a Bruxelles lavorando presso diverse istituzioni europee. Nel 2017 si trasferisce in Spagna, ad Alicante, dove attualmente si occupa di questioni finanziarie presso l’Ufficio Europeo di Proprietà Intellettuale (EUIPO).

Ha coltivato sin da ragazzo l’amore e la passione per la cultura e in particolare per la scrittura e la lettura, prediligendo opere di letteratura italiana e straniera, che legge spesso in versione originale, parlando quattro lingue. La verità non conta è il suo romanzo di esordio.