TRIBUNA- Pagina 78

Giornata internazionale della tolleranza

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti umani, in occasione del 16 novembre, Giornata internazionale della tolleranza, istituita dall’UNESCO nel 1995, allorché gli Stati membri fecero propria la “Dichiarazione dei Principi sulla Tolleranza”, e del 17 novembre, Giornata internazionale degli studenti, indetta per la prima volta nel 1941 a Londra dal Consiglio internazionale degli studenti (International Union of Students) per commemorare gli eccidi nazisti di studenti e professori cecoslovacchi, che si schierarono apertamente contro il regime nazista e rivendicarono il diritto allo studio e il diritto degli studenti ad esprimersi, propone di coinvolgere gli studenti in una serie di attività simboliche finalizzate al recupero della memoria storica, della solidarietà e del rispetto dell’altro.

pride bello 2

Parlare di tolleranza oggi, in un mondo caratterizzato da conflitti, incomprensioni e sfruttamento dell’uomo sull’uomo è più che mai attuale e necessario. Ogni forma di pacifica convivenza e di fruttuosa collaborazione nasce dall’accettazione delle diversità. L’omologazione dei costumi e dei credo politici / religiosi solo in apparenza costituiscono il viatico per la serenità e la concordia. Storicamente la coesistenza di culture diversa è spesso stata foriera di sviluppo e stabilità. Memori delle esperienze precedenti (basti pensare agli USA o all’Impero Romano) dobbiamo guardare all’incontro con il diverso da noi come a una possibilità di crescita, anche se questo comporta uno sforzo nello sconfiggere i nostri pregiudizi e preconcetti. In Italia, ormai da tanti anni, stiamo assistendo a continui sbarchi provenienti dalle aree geografiche più a rischio umanitario; la vita umana diventa sempre più precaria e si rischia di anestetizzarsi rispetto al dolore altrui. Solo per questo motivo è doveroso intervenire nelle scuole e divulgare quanto più è possibile della tolleranza, dell’umanità e dell’empatia.

In merito al diritto allo studio e al diritto degli studenti ad esprimersi riteniamo fondamentale ricordate che tali principi sono presenti sia nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (art. 26) sia nella nostra Costituzione (art. 33 Cost. e art. 34 Cost.). E’ di vitale importanza per la crescita di uno stato non solo che i giovani abbiano accesso all’istruzione, ma che siano accompagnati in un percorso di crescita finalizzato all’autonomia di pensiero e alla formazione di uno spirito critico. Condizioni che comportano scambio dialettico e libera espressione. Se la parola si spegne cala il buio sul futuro.

Si propongono come attività operative in classe la lettura della preghiera di Voltaire, la discussione della canzone Imagine di John Lennon, la proiezione del film Freedom Writers di Richard LaGravenese e un invito a realizzare un flash mob in classe o in aula magna formando una catena umana simbolo dell’unione fra le diversità.

“Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare.” (Norberto Bobbio)

prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

 

Torino in piazza per il #StopCETAday

In concomitanza con molte piazze italiane ed europee, anche Torino ha manifestato per opporsi agli accordi di libero scambio, nemici delle persone e del pianeta, il 5 novembre 2016 sotto il grattacielo di Intesa Sanpaolo. Abbiamo ribadito il nostro no all’accordo UE-Canada, il cavallo di Troia del TTIP. Oltre ad essere altrettanto pericoloso, il CETA apre le porte dell’Europa a più di 40 mila multinazionali statunitensi con una sede in territorio canadese.

ttip

Dopo accelerazioni e brusche frenate, Bruxelles e Ottawa sono sicure di firmare il trattato entro l’11 novembre 2016. Poi toccherà al Parlamento Europeo ratificare, e infine ai governi nazionali. Ma a quel punto, il CETA sarà già per buona parte in vigore a causa dell’applicazione provvisoria, proposta dalla Commissione UE e avallata dai capi di Stato. Riteniamo inaccettabile scavalcare i parlamenti nazionali su materie di tale importanza per la vita dei cittadini. Non condividiamo l’impostazione dei grandi accordi commerciali, costruiti su misura per il grande business a discapito dei diritti e dei beni comuni.

IN PIEMONTE NASCE IL COMITATO SALVIAMO GLI OSPEDALI

Per contrastare la revisione della rete ospedaliera attuata dalla giunta regionale del Piemonte con dgr 1-600 e sue successive modificazioni, nasce il Comitato Salviamo gli Ospedali e la Sanità Piemontese che vede comitati, associazioni, sindacati e forze politiche di tutta la Regione uniti nel difendere la sanità pubblica piemontese. Presiede il Comitato il consigliere regionale Gian Luca Vignale.

ospedali-comitatoLa presentazione del Comitato è avvenuta  in un’assemblea pubblica al Collegio degli Artigianelli a Torino, nella quale erano presenti Claudia Porchietto, consigliere regionale, i consiglieri comunali Osvaldo Napoli, Alberto Morano, Roberto Rosso, Andrea Russi, ed il consigliere provinciale di Novara e consigliere comunale di Borgomanero, Gianluca Godio, e Bagnulo Franca, consigliere comunale di Canelli. Erano inoltre presenti molti amministratori locali piemontesi come Franca Biglio, sindaco di Marsaglia nonché presidente nazionale Anpci (Associazione nazionale piccoli comuni d’Italia) , Giambattista Chiono, sindaco di Busano, Franco Cominetto, sindaco di Burolo e presidente provinciale Anpci, Franca Roso, vicesindaco di Acqui Terme, Mario Pignochino, vicesindaco di Vische. Con loro anche Pier Carlo Sommo, segretario aziendale Asl To2 dei Fedir sanità e Pier Carlo Perruquet, presidente del Comitato per la salvaguardia dell’Oftalmico.

Il Comitato intende essere un importante strumento di partecipazione a tutti i territori “colpiti” dalla riforma attuata dall’attuale giunta regionale che di fatto porta alla chiusura di ospedali e di molti reparti in tutto il Piemonte.

L’obiettivo del Comitato è, infatti, dar voce a tutti i territori ed alle tante istituzioni spesso inascoltate e travolte da scelte di mero risparmio che non hanno tenuto in considerazione le esigenze delle popolazioni dei territori, più o meno marginali, del Piemonte per migliorare la Sanità piemontese.

Dopo le tante proteste, raccolte firma e richieste tutte rimaste inascoltate da parte di Sindaci, Comitati e cittadini abbiamo deciso di obbligare il presidente Chiamparino e lassessore Saitta a confrontarsi con i piemontesi in un referendum regionale abrogativo.

Parte così, da Torino, la prima fase della campagna referendaria contro la politica sanitaria della Regione Piemonte. Il taglio dei posti letto, la chiusura di reparti e ospedali porterà infatti le barelle nei corridoi, ore di attese al pronto soccorso liste d’attesa per esami e visite specialistiche interminabili e una sanità che anziché dedicarsi alle persone punta sui numeri.

Il quesito sarà: “Volete che sia abrogata la Deliberazione della Giunta regionale n. 1-600 del 19.11.2014 “Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012 e del Patto per la Salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale” (BUR n. 48 del 27.11.2014), come modificata ed integrata dalla Deliberazione della Giunta regionale n. 1-924 del 23.01.2015 “Integrazioni alla D.G.R. 1-600 del 19.11.2014 (Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012 e del Patto per la Salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale)” (BUR n. 4 del 29.1.2016)?”

RADICALI, SITUAZIONE CARCERI: A IVREA TENSIONE SOPRA IL LIVELLO DI GUARDIA

CARCERE SBARREI Radicali dell’Associazione Aglietta nei giorni scorsi sono stati contattati da famigliari di uno dei detenuti del carcere di Ivrea; in seguito alla segnalazione gli stessi famigliari sono stati invitati a contattare il Garante dei detenuti regionale.

Essendo venuti a conoscenza della lettera che il detenuto Matteo Palo ha inviato – sottolineando di parlare a nome di un nutrito gruppo di carcerati della quarta sezione detentiva del carcere di Ivrea – con minuziose accuse che descrivono violenze e violazione dei diritti umani, i Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Igor Boni, Silvja Manzi e Laura Botti hanno rilasciato la seguente dichiarazione:

“Le denunce contenute nella lettera del detenuto sono circostanziate e gravissime; il fatto che contengano nomi e cognomi dei protagonisti rende la vicenda ancora più inquietante. Inutile dire che su quanto è accaduto e sta accadendo occorre fare luce, senza alcuna reticenza, per evidenziare se le accuse corrispondano al vero e quale sia la realtà dei fatti. Ciò che è assolutamente certo è tuttavia lo stato di alta tensione che si respira nella struttura detentiva di Ivrea da qualche tempo a questa parte, come si evince da tutti i resoconti giornalistici e dalle dichiarazioni di chi è direttamente coinvolto nella vicenda. Per evitare che la situazione degeneri in modo irreparabile chiediamo che la polizia penitenziaria e la direzione del carcere collaborino in modo stretto con il Garante dei detenuti regionale, figura che noi Radicali abbiamo fortemente voluto proprio per tutelare i diritti dei detenuti.

Non vi è dubbio che questo è un ulteriore campanello d’allarme sulle difficoltà delle carceri italiane (e piemontesi) e sulla necessità impellente che a queste difficoltà si metta mano in modo organico e coraggioso. Da anni i Radicali chiedono una riforma della politica carceraria e della giustizia italiana che comporti anche l’approvazione di un provvedimento di amnistia, condizione di partenza per riportare nell’alveo della legalità l’universo carcerario. Su questo il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, in occasione del Giubileo dei carcerati, ha organizzato una marcia a Roma per il prossimo 6 novembre, intitolata a Papa Francesco e Marco Pannella”.

“Agricoltura, serve maggior decisione. La Regione non sia timida”

agricolturaConfagricoltura rilancia la manifestazione del 4 novembre a Torino davanti all’Assessorato all’Agricoltura e chiede alla Regione di schierarsi con vigore a sostegno del progetto di crescita del settore primario

“Questo Psr proprio non ci soddisfa: il fatto che la Regione, in particolare negli ultimi giorni, stia dedicando attenzione alla materia è la netta dimostrazione che i gravi problemi che abbiamo denunciato sono più che fondati e che è indispensabile porre rimedio a una situazione pesante, che sta penalizzando fortemente le imprese agricole piemontesi”.

Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte, ricorda che l’organizzazione degli imprenditori agricoli venerdì 4 novembre alle 10 sarà a Torino, davanti all’Assessorato regionale all’Agricoltura in corso Stati Uniti 21, con un presidio di manifestanti provenienti da tutte le province piemontesi. Le problematiche evidenziate da Confagricoltura, sulle quali si stanno registrando ampie convergenze anche tra le imprese non aderenti all’associazione, sono eloquenti. Confagricoltura porta un esempio: se non si modificheranno gli impegni la metà dei giovani che otterranno il via libera per gli insediamenti nelle zone di pianura non potrà ottenere i finanziamenti per migliorare l’azienda. Infatti, su 867 domande di miglioramento aziendale presentate da giovani in zona di pianura, oggi sono in graduatoria utile soltanto 396; così il 54,3% degli aventi diritto si vede negata la possibilità di effettuare investimenti.

“Nell’incontro del Comitato di Sorveglianza del Psr che si è svolto venerdì 28 ottobre – dichiara Luca Brondelli di Brondello, vicepresidente di Confagricoltura Piemonte con delega al Psr – abbiamo preso atto di alcuni primi timidi segnali di disponibilità della Regione, ma è chiaro che non basta. Con questa impostazione si fiaccano volontà di crescita e capacità di intraprendere di troppi giovani che hanno riposto forti attese nel Psr. È da settimane che chiediamo di redistribuire le risorse, senza utilizzare altri fondi se non quelli che sono già a disposizione del Piemonte (1 miliardo e 90 milioni di euro), per favorire uno scorrimento delle graduatorie, dando a tutti coloro che possiedono i requisiti la possibilità di  realizzare i progetti in cantiere da anni, dall’insediamento dei giovani al miglioramento delle condizioni ambientali. Per questo – aggiunge Brondelli – continueremo a far sentire la nostra voce, perché la Regione si schieri al fianco degli agricoltori e sostenga il settore primario in un processo virtuoso di crescita utile a tutto il territorio”.

Ruffino (FI): “La Regione acceleri su apprendisti e lotta ai prodotti taroccati”

Jeweler using a blowtorch while he works on a ring

“La crisi economica colpisce soggetti che sono già fiaccati dalla burocrazia, dal fisco e dalla concorrenza straniera. Questa situazione riguarda molte botteghe artigiane che spariscono al ritmo di centinaia ogni anno in tutto il Torinese. E’ una situazione preoccupante perché depaupera un patrimonio di tradizione, qualità e professionalità tipicamente piemontesi”.

 

La vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniela Ruffino (FI), commenta così i dati che parlano di circa  6 mila botteghe artigiane chiuse negli ultimi anni a Torino e in provincia.  

 

ruffino lascaris«La Regione ha specifiche competenze sull’artigianato, che rappresenta uno degli ambiti principali su cui concentrare azioni di contrasto alla crisi. Va quindi potenziata la formazione professionale, semplificata la burocrazia e contrastata la concorrenza sleale di prodotti stranieri di basso prezzo ma ‘taroccati’ e di infima qualità”, osserva Ruffino.

“Ma soprattutto è necessario ‘produrre’ nuovi  apprendisti,- conclude la vicepresidente dell’Assemblea piemontese –  invogliando i giovani ad imparare un mestiere  vero. Per fare ciò è necessaria anche una formazione culturale, coinvolgendo le scuole attraverso campagne di comunicazione che spieghino l’importanza dell’artigianato. Chiederò che la Giunta regionale si attivi per evitare che uno dei pilastri dell’economia piemontese rischi di crollare”.

Locatelli (Prc-Se): “basta impunità. Giustizia per i morti di amianto”

TRIBUNALE 1Una delegazione di Rifondazione Comunista ha partecipato al presidio, tenutosi davanti al Palazzo di Giustizia di Torino, in occasione della prima udienza preliminare del processo Eternit bis. Tra gli altri era presente Ezio Locatelli della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista che ha dichiarato:“Ci sono migliaia di famigliari di lavoratori e cittadini uccisi dall’amianto che aspettano ancora giustizia dopo il vergognoso proscioglimento in Cassazione per intervenuta prescrizione del reato di disastro colposo di Stephan Schmidheiny, magnate svizzero di Eternit”. Il proscioglimento era intervenuto dopo la condanna a 18 anni di reclusione da parte della Corte d’Appello. Ora riparte un nuovo dibattimento processuale sulla base del reato di omicidio colposo perpetrato nei confronti di 258 persone morte di amianto.“Non è pensabile – ha detto ancora Locatelli – che si ripeta la vergogna di una assoluzione o di una dichiarazione di impunità nei confronti di chi si è macchiato di migliaia di morti, di chi ha fatto un mucchio di soldi sulla pelle dei lavoratori. Per questo siamo qui a fianco dei famigliari delle vittime e lo saremo fintanto che non sarà loro resa giustizia”.

ALESSI (FDI): INACCETTABILE LO SPOSTAMENTO DEL SUK A PONTE MOSCA

Riceviamo e pubblichiamo, da Patrizia Alessi, consigliere Circoscrizione 7:

 <<Mi sono insediata lunedì 24 nel Consiglio della Circoscrizione 7, dopo aver vinto un Ricorso al Tar del Piemonte, e subito ho presentato una richiesta di Commissione con Oggetto: “con Oggetto: “Criticità Mercato di libero scambio in San Pietro in Vincoli-Canale Molassi nella giornata del sabato, aggiornamento su possibili nuove aree e nuove progettualità” con la presenza degli Assessori comunali competenti e dell’Associazione Vivibalon”. Non c’è stato il tempo di convocarla perché ieri il suk2sindaco Appendino ha deciso di mettere il Mercato di libero scambio nell’area del Ponte Mosca. Trovo inaccettabile questa Delibera, inaccettabile che dopo tutte le promesse del M5S in campagna elettorale di coinvolgere i cittadini nelle decisioni abbiano deciso senza neppure interpellare la Circoscrizione7. In un Quartiere già così problematico e degradato non è possibile che il Sindaco della Città invece di pensare a riqualificare la zona pensi solo a metterci il Suk due giorni la settimana. I residenti già da ieri con un tam tam si stanno organizzando per protestare contro una decisione senza logica…nella Delibera parlano di rotazione…..ma da quando è iniziato il Suk (sono già oltre 10 anni)  lo abbiamo avuto nella nostra Circoscrizione (Porta Palazzo, Borgo Dora San Pietro in Vincoli)!…Adesso BASTA!

Se davvero la Giunta Appendino intende forzare la mano imponendo il suk al quartiere che non lo vuole, non esiterò a incatenarmi con i residenti alle cancellate dell’area Ponte Mosca per impedire un ulteriore degrado, abusivismo, ricettazione e criminalità in Borgo Aurora.

 suk dora1

Rolando Trevisan, presidente Comitato Spontaneo Cittadini Quadrilatero Aurora:

 “Cambiano i sindaci le amministrazioni comunali ma la storia è  sempre la stessa. In breve tempo si è  diffusa la notizia nel quartiere aurora, la nuova sindaca è  riuscita a fare ciò che faticosamente i residenti hanno tentato in più riprese di respingere. Dunque è  stato deciso che il suk si farà in un area già di per se critica aggiungendo disagio al già  enorme disagio dei residenti. I residenti del Quadrilatero Aurora stanno per presentare al Consiglio comunale una petizione sottoscritta da oltre 1800 residenti, perché stufiSUK DEGRADO di vivere in un degrado ormai incancrenito. La speranza era di attirare l’attenzione della nuova amministrazione per finalmente trovare un pò di pace., invece no chi è salito in sala rossa grazie anche ai nostri voti ci sta tradendo, dobbiamo ringraziarla per il regalo? Questa è  la gratitudine? E poi cosa significa di fare rotazione è  la terza volta che piazzano il suk nel nostro quartiere non è  il caso di cambiare? A nome del Comitato Quadrilatero Aurora e di tutti i residenti abbiamo solo un commento da fare: siamo INDIGNATI.”

Le attività del Comitato Basta un SI

CASALE1Incontro al Labirinto con il professor Massimo Cavino

Il Comitato Basta un Si Casale Monferrato, organizza, alle ore 17.30 di venerdì 28 ottobre, alla libreria Labirinto di via Benvenuto Sangiorgio un incontro pubblico con Massimo Cavino, docente di diritto costituzionale all’Università del Piemonte Orientale, coautore con Stefano Sicardi e Luca Imarisio del libro edito per i tipi del Mulino “Vent’anni di Costituzione. 1993 – 2013. Dibattiti e riforme nell’Italia tra due secoli”.Il coordinatore del Comitato Mauro Bonelli che evidenzia come “sarà un’occasione per approfondire in modo pacato, con uno studioso autorevole, le tematiche che saranno oggetto del referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo. In questo modo vogliamo offrire ai cittadini uno strumento di conoscenza per l’importante appuntamento referendario che offre, votando SI, per la prima volta un’occasione concreta di modificare alcuni passi della Costituzione”.

L’Altra Europa con Tsipras

apidge-referendumLa sede dell’associazione La Poderosa in via Salerno 15/A a Torino ospita lunedì 24 ottobre, alle ore 20.45, l’assemblea de L’Altra Europa con Tsipras di Torino. Sul tavolo ci sarà la discussione sulle motivazioni e le iniziativa per il no al referendum, costituzionale, sulla costruzione di una sinistra di alternativa e su un’Europa contro le politiche di austerità e a favore dei diritti e dell’accoglienza. Interviene Marco Revelli.

Massimo Iaretti