TRIBUNA- Pagina 43

#Nonbastavolerelapace

Ad Avigliana  il V raduno regionale dei Consigli comunali dei Ragazzi

 

L’appuntamento è per sabato 5 maggio in piazza del Popolo, ad Avigliana (To), per incontrarsi, confrontarsi e trovare soluzioni comuni per rendere la pace e la convivenza civile una realtà sempre più concreta. È questo il tema che coinvolgerà i giovani che prenderanno parte al V raduno regionale dei Consigli comunali dei Ragazzi (Ccr).

L’iniziativa, realizzata dall’Assemblea legislativa piemontese – che custodisce il Registro regionale dei Consigli comunali dei Ragazzi – ha come parola d’ordine gli hashtag #nonbastavolerelapace e #pacepiùpontimenomuri.

Introdotta dalle note della banda musicale e dall’esibizione degli sbandieratori, la giornata prenderà il via – a partire dalle ore 10 – con il saluto dei rappresentanti del Consiglio e della Giunta regionale e del sindaco del Comune e del Ccr di Avigliana.

Al termine dei saluti i presidenti dei Ccr di Balzola (Al), Dronero-Roccabruna-Villar San Costanzo, Verzuolo (Cn) Banchette, Candiolo, Montanaro, Foglizzo e San Giusto Canavese (To) ufficializzeranno il proprio ingresso nel Registro regionale e poi tutti i Consigli voteranno il documento finale del IV raduno, svoltosi nel maggio dello scorso anno a Occimiano (Al), sul tema del diritto all’istruzione. Al termine della cerimonia verrà presentato l’argomento della giornata, da cui prenderanno il via attività formative e didattiche di approfondimento.

Nel pomeriggio, dopo l’incontro dei referenti dei Ccr con i rappresentanti del Corecom Piemonte sui temi tristemente attuali del cyberbullismo, sarà possibile ascoltare le testimonianze dei volontari del Sermig di Torino che ogni giorno, attraverso le molteplici attività dell’Arsenale, s’impegnano “sul campo” a realizzare la pace. Seguiranno un momento ricreativo musicale con la compagnia Black Fabula e, soprattutto, l’approvazione del documento finale, che sintetizzerà e raccoglierà le riflessioni e le conclusioni svolte nel corso della giornata.

Questi i Ccr che aderiscono all’iniziativa suddivisi per provincia:

– Alessandria: Balzola, Cartosio, Conzano, Giarole, Mirabello Monferrato, Occimiano, Pozzolo Formigaro, Terruggia, Villanova Monferrato;

– Asti: Cellarengo, Mombercelli, Monale, Monastero Bormida, Montegrosso d’Asti, Nizza Monferrato, Unione dei Comuni Alto Astigiano;

– Biella: Ronco Biellese;

– Cuneo: Corneliano d’Alba, Dronero-Roccabruna-Villar San Costanzo, Grinzane Cavour, Monticello d’Alba, Rifreddo, Saluzzo, Vicoforte, Villanova Mondovì;

– Novara: Armeno, Castelletto sopra Ticino, Gozzano, Omegna, Orta San Giulio;

– Torino: Avigliana, Banchette, Bricherasio, Bruino, Brusasco, Brusasco Cirr, Candiolo, Casalborgone, Cavagnolo, Fiano, Foglizzo, Ivrea, Montanaro, Nichelino, Pino Torinese, Rubiana, Rueglio, San Giusto Canavese, San Mauro Torinese, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, San Secondo di Pinerolo, Sciolze, Venaria Reale, Verrua Savoia;

– Vco: Baveno, Varzo.

LA STORIA NEI LUOGHI DELL’ORRORE NOVECENTESCO

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

Cinque studentesse della 5 A del Liceo Classico “Vasco-Beccaria-Govone” di Mondovì – Francesca Acutis; Francesca Bergerone; Eleonora Bonelli; Giorgia Candela; Cora Pennacchietti – hanno partecipato alla 37° edizione del progetto di Storia Contemporanea, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e, con la creazione e la traduzione in filmato video di un loro elaborato sul tema della guerra civile spagnola (1936-39) – lavoro coordinato dalla Prof.ssa Barbara Ferraro, loro docente di Storia e Filosofia –, hanno vinto un viaggio studio nei “luoghi della memoria del confine orientale” nei giorni 20, 21 e 22 aprile.

Il concorso, riservato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di tutto il Piemonte, ha visto una massiccia partecipazione: vincitori sono risultati in tutto una quarantina di studenti, accompagnati da alcuni loro docenti. Il viaggio, perfettamente organizzato, è stato ottimamente gestito da due funzionari del Consiglio Regionale del Piemonte, Anna Maria Grieco e Marco Travaglini, dall’accompagnatore Danilo Garelli e, last but absolutely not least, dal Prof. Gigi Garelli, dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, preziosissima “guida” storica, che ha efficacemente commentato i momenti salienti di tale esperienza. Mete imprescindibili, autentiche tappe di un pellegrinaggio laico improntato al dovere del ricordo, sono state la Risiera di San Sabba a Trieste, la foiba di Basovizza e, nel Goriziano, il memoriale di Redipuglia, dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale. La prima è un lager nazista in territorio italiano utilizzato per il transito, la detenzione e lo sterminio di un gran numero di prigionieri: per fare ciò, bastò “semplicemente” trasformare l’essiccatoio per cereali colà presente in un forno crematorio. La vista di quelle celle; il racconto delle modalità con cui venivano eliminati i detenuti (per fucilazione oppure con un colpo di mazza alla nuca oppure coi gas di scarico dei furgoni); l’oppressione claustrofobica di tutta quella struttura infernale (in origine un semplice luogo di lavorazione del riso) impressionano e sconvolgono.Solo nel 1965 la Risiera di San Sabba è stata dichiarata monumento nazionale.

Di impatto meno immediato, la visita alla Foiba di Bassovizza ha permesso di rendersi conto de visu della terribile pratica dell’infoibamento, cioè la pratica di gettare esseri umani (cadaveri, ma anche persone ancora vive) nelle “foibe”, nei pozzi o inghiottitoi naturali tipici della regione carsica: un’altra pagina atroce della storia del Novecento, non del tutto acclarata, occasione per dibattiti e distinguo tra gli storici. Più semplicemente, per tutti coloro che la visitano e che provano umana pietas è l’ennesima riprova di quanto la guerra possa essere infame, orrenda, ingiustificabile sempre e comunque. Solo nel 1992 la Foiba di Basovizza è stata dichiarata monumento nazionale.

Terza tappa, il memoriale di Redipuglia, dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale: sacrario che ha permesso alla retorica fascista di impadronirsi del mito della “vittoria mutilata”, di irregimentare il ricordo, di trasformare in farneticante delirio di onnipotenza la tragedia di quell’ “inutile strage” che è stata il vero germe di tutte le successive tragedie che hanno funestato il “secolo breve”. Importante anche la visita al Museo, l’esposizione di armi e uniformi, tutto l’atroce armamentario del teatro della morte. Non solo storia e non solo commento di orrori e stigmatizzazione dell’assurdità della violenza e della follia dei totalitarismi è stato, però, questo viaggio di studio, ma anche l’occasione di visitare una città straordinaria, Trieste, oggi il più importante porto italiano, centro di grande vitalità culturale, cosmopolita e policromatica, orgogliosa erede dello stile asburgico e proiettata serenamente verso un placido futuro.

La cattedrale di San Giusto, la Chiesa di S.Nicolò dei Greci, il Foro Romano, la Biblioteca Antiquaria di Saba, i luoghi sveviani sono solo alcuni dei luoghi visitati, dai quali promana un’atmosfera unica: il profumo del caffè e dello presnitz, del mare e dei libri antichi, di una cultura accogliente e benevola, che è forse l’unico preziosissimo antidoto ai mali di un passato ancora così vicino a noi e che ci condiziona tanto più quanto meno ne prendiamo coscienza. 

 

Stefano Casarino

Come si diventa cittadini europei

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera indirizzata alla Consulta Regionale Europea – e per conoscenza al nostro giornale – nella quale alcuni studenti dell’IIS C.A. Dalla Chiesa A. Spinelli di Omegna esprimono considerazioni e proposte dopo aver preso parte al concorso Diventiamo cittadini europei

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Siamo un gruppo di studenti dell’IIS C.A. Dalla Chiesa A. Spinelli di Omegna:  innanzitutto vogliamo ringraziare per le opportunità di crescita in termini di  conoscenza e impegno che, con il concorso Diventiamo cittadini europei, vengono  offerte a noi giovani.  Ci rivolgiamo a Voi per avanzare una proposta.  Nel mese di novembre abbiamo partecipato alla conferenza “Quale futuro per  l’Europa” presieduta dal professor Walter Coralluzzo (docente universitario di relazioni internazionali) che si è svolta nella nostra scuola, abbiamo poi discusso a lungo su un  rischio che potrebbe diventare purtroppo una realtà: lo scioglimento dell’Unione  Europea dovuto a diversi motivi: il fenomeno della Brexit, la crescita dei partiti nazionalisti in vari paesi membri, una mentalità comune troppo superficiale, stanno distruggendo quell’idea di identità, solidarietà e di reciproco aiuto che deve invece essere alla base dell’Unione.  Il pericolo che stiamo correndo è ben rappresentato dal personaggio di un famoso  romanzo di Ernest Hemingway a cui si può paragonare l’Europa: l’Europa è vista come un vecchio pescatore che dopo aver pescato il pesce più grosso della sua vita, tenta di  portarlo a riva, ma i pescecani, poco a poco, lo divorano così che quando arriva in porto gli rimane solo la lisca. Quest’immagine rende molto bene l’idea: stiamo forse  perdendo tutto? Spinelli, Rossi, Colorni e tutti quelli che nell’unità europea hanno creduto hanno lavorato per nulla? Ci siamo allora chiesti chi deve difendere la “nostra Europa” dai pescecani? Quale modello politico potrebbe salvare e magari consolidare l’Unione? Forse perché la nostra scuola è co-intitolata ad Altiero Spinelli, l’uomo che ha proposto una costituzione europea che avrebbe innescato una dinamica politica federale, anche secondo noi il modello federalista salverebbe l’Unione europea, garantirebbe la pace  creando istituzioni sovrastatali a livello mondiale così da risolvere i conflitti tra le comunità con il diritto invece che con la forza. Inoltre ci sembra auspicabile il  federalismo perché intende valorizzare la diversità culturale dei popoli lasciando a ogni livello di governo i poteri e le risorse economiche necessari a risolvere i problemi specifici delle singole comunità. Il federalismo insomma unisce due elementi: l’unità e la diversità, ossia da un lato l’aspirazione al cosmopolitismo, ad un mondo unito nel quale ciascuno sia cittadino di un’unica patria, e dall’altro la valorizzazione delle  comunità e delle identità locali. Un’Europa federale, inoltre, potrebbe diventare la maggior potenza del Fondo Monetario Internazionale (FMI) così da potersi imporre per la promozione di manovre  volte a risollevare il sistema economico dei vari stati e di conseguenza abbattere il tasso di disoccupazione, problema che affligge soprattutto i giovani italiani. Alcuni di noi hanno partecipato a Bruxelles al gioco di ruolo Parlamentarium: come veri eurodeputati è stato possibile discutere e avanzare delle proposte per risolvere determinati problemi. E‘ stata un’esperienza interessante perché ci ha insegnato  quanto sia importante avere le idee chiare sugli obiettivi che si vogliono raggiungere  e discutere con serietà per difendere il bene comune rispettando le diverse opinioni e  ideologie. Ora però non è più un gioco, si tratta di progettare e costruire il nostro domani di  cittadini opponendoci alla divisione e alla disgregazione dell‘Unione. Siamo solo dei ragazzi ma siamo convinti che l’Unione europea vada difesa in ogni modo, crediamo sia doveroso fare proposte concrete, agire e non stare a guardare per questo abbiamo deciso di prendere posizione chiedendovi di portare avanti il nostro messaggio: nessuno deve rimanere indifferente perché, come diceva Hessel, l’indifferenza è il peggiore dei mali dunque, in nome di Altiero Spinelli, chiediamo  all’Unione Europea di percorrere la via del federalismo, e facciamo nostre le sue parole: “la via da percorrere non è né facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà!” 

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Luca Maggio, Antentyk Olha, Messina Jennifer, Kibak Maria

HEINER BLUDAU CONFERMATO DECANO DELLA CHIESA EVANGELICA LUTERANA IN ITALIA

SINODO 2018. IN CARICA PER I PROSSIMI QUATTRO ANNI. FRANZISKA MÜLLER ELETTA VICEDECANO

 

Sono i pastori, rispettivamente, delle comunità di Torino e Firenze

 

 La Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI), che riunisce le comunità luterane dell’intera penisola, annuncia che  è avvenuta l’elezione dei suoi nuovi Decani per i prossimi quattro anni. L’Assemblea sinodale attualmente in corso a Roma ha così scelto di confermare il pastore della comunità di Torino Heiner Bludau nel ruolo di Decano della CELI e di designare la pastora Franziska Müller quale suo Vicedecano: il Decano è una figura fondamentale per i luterani in Italia, in virtù del suo duplice ruolo di capo spirituale della Chiesa e, quale Presidente del Concistoro, di guida del suo governo. Diversamente da quanto avviene in altre confessioni cristiane, i vertici della CELI sono cariche a carattere temporaneo (4 anni) ed eventualmente rinnovabili per una volta sola. “Desidero farmi interprete e portavoce di tutti i sinodali, esprimendo le più sincere congratulazioni e un caloroso augurio al Decano Heiner Bludau e alla nuova Vicedecano Franziska Muller. Sono fiducioso che, anche con la loro guida, nostra Chiesa saprà proseguire il suo percorso di crescita nella società italiana e affrontare le sfide odierne e del prossimo futuro” dichiara Georg Schedereit, Presidente del Sinodo.

 

Heiner Abbas Bludau, 62 anni, tedesco, è cresciuto in Baviera ma è nativo di Baghdad in Iraq, dove la sua famiglia si trasferì temporaneamente per ragioni lavorative del padre ingegnere

Sposato con la signora Annette, da cui ha avuto 2 figlie (Marie, 34 anni, e Hanna 27), è pastore dal 1991 e, dal 2010, è alla guida della Comunità luterana di Torino. Tra le esperienze, precedenti al suo ruolo di Decano ma sempre nell’ambito della CELI, si annoverano l’incarico di rappresentarla nella GEKE/CCPE, la comunità delle chiese protestanti in Europa, nonché il suo ruolo di membro della Commissione Ecumenica sul battesimo. Heiner Bludau è giunto in Italia dopo aver svolto le sue funzioni di pastore in una casa di meditazione della Chiesa Luterana di Sassonia. Prima di dedicarsi agli studi teologici e all’attività pastorale, da giovane aveva lavorato per un triennio come muratore, prestato servizio sociale in Israele per un anno e mezzo circa e preso parte, negli anni 80, al Movimento per la Pace dove ebbe l’opportunità di conoscere la sua futura moglie Annette.

 

“Quando venni eletto per la prima volta quattro anni fa, dissi che avrei seminato impegno e dedizione nel giardino della CELI per far crescere la nostra Chiesa, soprattutto con l’indispensabile aiuto delle nostre comunità. Questa nuova elezione la interpreto come una conferma di essere riuscito a tradurre in pratica quest’idea, per quanto mi sia stato possibile. E di questo riconoscimento sono profondamente grato a ogni sinodale. Come fatto finora, e con prezioso supporto della Vicedecano Müller, continuerò a svolgere il mio incarico all’insegna di cooperazione, trasparenza ed ecumenismo. E, soprattutto, continuerò a confidare nella guida di Dio col suo Spirito Santo. Non è questa una formula retorica, ma un vero orientamento e un aiuto concreto che ho sperimentato in molte situazioni difficili” commenta il Decano, pastore Heiner Bludau.

 

Franziska Müller, 49 anni, tedesca del Württemberg, è sposata dal 2012 con il pastore Friedemann Glaser ed è mamma del piccolo Felix Raphael di 5 anni. Con il marito, nel 2014, è diventata pastora della Comunità luterana di Firenze ed Emilia Romagna, occupandosi – per la CELI – anche dell’Accademia delle Comunità e diventando inoltre responsabile per i predicatori laici.

Prima di giungere in Toscana, è stata in servizio dal 2010 al 2014 presso il Decanato di Muehlacker e, dal 2007 al 2010, è stata pastora a Oberndorf-Lindenhof. Nel quadriennio precedente è stata pastora nella Casa della Spiritualità della Chiesa Evangelica Luterana a Stift Urach, partecipando contemporaneamente a un Master in International Management per le ONG presso l’Università Cattolica di Scienze Applicate di Friburgo. Dal 2001 al 2003 ha lavorato nel Vicariato di Oppenweiler (Decanato di Backnang) e, nel triennio precedente, ha compiuto studi sulla persona nell’ambito del corso di Pedagogia Sociale presso l’Università di Scienze Applicate di Francoforte, svolto un tirocinio presso il Centro media evangelico di Stoccarda, collaborato presso la Missione Ferroviaria di Francoforte e operato come consulente giovanile presso la EJW (Gioventù Evangelica) di Francoforte. In precedenza, per quattro anni, è stata Assistente presso l’Istituto per la Dottrina Sociale della Chiesa. La pastora Müller, dopo aver concluso un apprendistato bancario biennale, ha iniziato nel 1990 i suoi studi di teologia con permanenze a Stoccarda, Magonza, Roma e Tübingen.

 

È un incarico di cui sono onorata e che accolgo con grande gioia. Ringrazio la mia famiglia per il sostegno che quotidianamente mi dà e sono davvero grata ai sinodali per la fiducia che hanno deciso di accordarmi. Cercherò di adempiere al meglio al mio nuovo ruolo con grande senso di responsabilità, traendo energie dal mio interesse per le persone e anche per le comunità che, in questi anni di permanenza in Italia, ho avuto modo di incontrare e che voglio conoscere molto più approfonditamente. E sono lieta di poter collaborare con il Decano Bludau, consapevole che il nostro compito non sarà sempre facile ma che adempiremo al meglio grazie alla nostra Fede”” afferma la Vicedecano, pastora Franziska Müller.

 

Il Sinodo si concluderà domani 1° maggio con il Culto celebrato presso la Christuskirche di via Sicilia 70, nel corso del quale si insedieranno ufficialmente i nuovi Decani e durante il quale si omaggerà il pastore Paolo Poggioli che dopo 25 anni di guida della comunità luterana di Torre Annunziata si congederà dalla CELI avendo raggiunto l’età pensionabile.

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Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI)

La Chiesa Evangelica Luterana in Italia, CELI, statutariamente bilingue, italiana e tedesca, è un ente ecclesiastico che attualmente raggruppa 15 comunità, dalla Sicilia all’Alto Adige. I suoi rapporti con la Repubblica Italiana sono regolati dalla legge n° 520 del 1995 (Intesa secondo l’art. 8 della Costituzione). La più antica comunità luterana in Italia è quella di Venezia, risalente alla Riforma attuata dal monaco agostiniano Martin Lutero nel 1517. Capace di evolvere con la società, oggi la CELI è fortemente impegnata non solo nella cura delle anime, ma anche in numerosi ambiti quali cultura, sanità, scuola, assistenza a poveri e immigrati, educazione ambientale, pari opportunità uomo-donna, difesa delle diversità e lotta alle discriminazioni, partecipazione al dibattito etico, religioso e politico. Proprio per questo impegno, la Chiesa Luterana – una chiesa senza grandi patrimoni – riceve ogni anno la fiducia e il sostegno di tantissimi italiani che scelgono di destinarle l’otto per mille sulla dichiarazione dei redditi: così, dal riepilogo delle scelte espresse – pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – emerge che nel 2015 (ultimo dato disponibile) le firme a favore della CELI sono state oltre 66.000.

www.chiesaluterana.it

A proposito della Festa del lavoro

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Festa del lavoro intende far soffermare il mondo della scuola sulle problematiche inerenti alla classe docente, che, anche in questi giorni, trovano ampio spazio sui media nazionali.

Nel corso degli anni si è andato consolidando sia un abbassamento funzionale che un ridimensionamento strutturale del ruolo del docente, fattori il cui frutto ha comportato una perdita di consapevolezza da parte dell’opinione pubblica in merito alle reali difficoltà nella gestione di classi sempre più complesse, numerose e articolate e sugli ingenti investimenti connessi all’esercizio di tale professione (laurea, specializzazioni, precariato, concorso). Pare che i docenti siano diventati bersaglio preferito di una campagna denigratoria, che ha per fine quello di smantellare il pensiero critico in una società sempre più consumistica e “allettata” proprio da “sirene” nefaste, che solleticano i più bassi istinti e spingono in direzione del disimpegno più totale, morale e culturale, producendo “disvalori” e falsi miti.

Oggi, rispetto al passato, sono diminuiti sia il tasso di sindacalizzazione sia la partecipazione attiva a causa della disaffezione della classe docente nei confronti delle organizzazioni di settore.

Indubbiamente l’esperienza pratica acquisita sul campo, supportata dall’integrità morale, laddove ci sia, costituisce un ottimo punto di partenza; ma il valore intrinseco costituito dalle letture importanti, anche e soprattutto di contenuto umanistico – giuridico, determina lo spartiacque tra il sapere e il tecnicismo; tra l’improvvisazione, in molti casi, e una visione globale più profonda. Se i docenti vengono malmenati, sbeffeggiati e denigrati, succede perché incarnano principi oramai non solo sorpassati, ma fortemente e tragicamente dissonanti rispetto alla faciloneria “dilagante” attuale. Nell’opinione generale, purtroppo, per fare soldi studiare non serve, come attesta la fuga dei cervelli desolatamente in atto da molti anni nel nostro Paese.

Alla luce degli attuali standard europei, evocati in ogni circostanza e per i più svariati motivi, tranne che per la retribuzione, riteniamo inadeguati gli aumenti contrattuali rispetto alle responsabilità sempre più crescenti connesse all’esercizio di tale ruolo e sconfortante “il processo alle intenzioni” cui quotidianamente viene sottoposta la categoria. Tutti questi singoli fattori insieme producono un effetto devastante, con l’esito finale dello svilimento della figura del docente. Sia ben chiaro che la consapevolezza critica impone continue riflessioni sui meriti e demeriti di tale professione; tuttavia la diffidenza e la mancanza di autorevolezza, che non deriva magicamente solo dal carisma personale esercitato, ma anche da strumenti “veri”, operativi, a disposizione della propria quotidianità lavorativa, non aiutano l’insegnante a esprimersi al meglio nel proprio lavoro. E questo costituisce una possibilità mancata per la società, per la formazione delle future generazioni, e un concreto rischio di burnout per tanti colleghi.

Oggi chiediamo che il lavoro svolto dai docenti delle scuole secondarie venga considerato usurante, in modo da scongiurare situazioni che possano degenerare, anche a causa di condizioni di salute incerte, unite ad un’età ragguardevole. Crediamo sia necessario per il nuovo Governo intervenire al più presto sul tema del precariato, riducendone le dimensioni, e sviluppare politiche che facciano ricongiungere al più presto i docenti di ruolo con le proprie famiglie, specialmente se hanno maturato tanti anni di servizio fuori dalla sede di residenza. Auspichiamo che in questa giornata si possa realmente riflettere insieme e avviare una programma di azioni funzionale al miglioramento della scuola, basato sul dialogo e sul confronto reale con la classe politica attuale. In gioco non ci sono solo i docenti…

prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

 

“Scientology. Libertà e immortalità”

Don Aldo Natale Terrin presenta il suo ultimo libro all’Università di Torino
Giovedì 10 maggio dalle 09:15 alle 11:45  don Aldo Natale Terrin, professore emerito dell’Istituto di Liturgia Pastorale di S. Giustina a Padova, presenterà il suo ultimo libro, “Scientology. Libertà e immortalità” ed. Morcelliana in un seminario organizzato dal Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino. 
L’analisi descritta nelle pagine dell’opera si sofferma sia sulla figura e sul ruolo del fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard, sia sulla dottrina di questa Chiesa, intrisa di una teologia dell’immortalità-salvezza e della libertà umana.

L’incontro ad ingresso libero è aperto a tutti con limite di capienza massima della sala.   
Per prenotare il posto a sedere o per informazioni chiamare i seguenti numeri:
011 85 30 12 – 
 347 98 11 901

Teatro Regio, parla Vergnano

Volontariamente in questi giorni, dopo le mie dimissioni dalla carica di Sovrintendente annunciate il 18 aprile, mi sono astenuto dal rilasciare dichiarazioni, ma, dopo quanto emerso nelle ultime ore, ritengo giusto, per salvaguardare l’immagine del Teatro Regio, fare alcune precisazioni. Per quanto riguarda la tournée in America del maggio 2019, abbiamo lavorato molto, affidando anche a una società di fundraising la ricerca degli sponsor necessari a coprirne l’intero costo. Purtroppo non si sono trovati i fondi e neanche in America sono riusciti a trovare ulteriori risorse. Il Regio aveva un accordo secondo il quale entro il 30 aprile 2018 avrebbe dovuto confermare la propria presenza a New York, Chicago e Washington. Ieri ho quindi scritto ai nostri contatti in America, per comunicare loro che, con grande dispiacere, il Consiglio di Indirizzo – seguendo le norme di legge – ha deciso di non autorizzare una trasferta che non aveva un bilancio preventivo in pareggio. Purtroppo i teatri americani avevano già annunciato le loro Stagioni 2018/2019. Aggiungo inoltre che, nel tardo pomeriggio di ieri, 26 aprile, il M° Noseda ha mandato una comunicazione ai giornali affermando che non aveva più intenzione di proseguire la propria collaborazione con il Teatro Regio. Decisione di cui prendo atto e che nulla ha a che vedere con la legge n° 367 che prevede che la nomina di Direttore musicale decada insieme a quella del Sovrintendente che l’ha nominato. Auguro al Regio di trovare presto la tranquillità necessaria a proseguire il grande lavoro svolto in questi anni e riconosciuto a Torino e nel mondo.

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 Walter Vergnano

CORSO DI AGGIORNAMENTO PER AMMINISTRATORI DI CONDOMINI

Ape Confedilizia Torino propone a partire dal 4 maggio 2018 i nuovi corsi di aggiornamento riservati agli amministratori di condominio

Le 6 lezioni si terranno nella sede di via Nota 3 ogni venerdì dalle 14,30 alle 17,30.

Il ciclo di incontri si concluderà il 15 giugno 2018, questi gli argomenti:

4 maggio – Controversie condominiali: ipotesi e sistemi di risoluzione. Impugnativa assemblea condominiale. Casi pratici;

11 maggio  – Sicurezza nei condomini. Casi pratici;

18 maggio  – Esecuzioni mobiliari;

25 maggio  – Ecosisma bonus;

8 giugno –  Recupero crediti e condominio: i rapporti con i fornitori e le aziende proponibili;

15 giugno – Approfondimenti relativi alle restanti materie di cui all’art. 5 del D.M. 140/2014 ed esame finale

Per info ed iscrizioni segreteria@apetorino.it tel. 011/5214218.

 

Ufficio Comunicazione

Ape Torino Confedilizia

Radicali alla fiaccolata di Piazza Arbarello: ”Un 25 aprile anche per la Siria”

In occasione della fiaccolata che partirà il 24 aprile da Piazza Arbarello, i radicali sfileranno con i cartelli ‘’Un 25 aprile anche per la Siria’’ per ribadire la richiesta e la necessità che i Governi e le diplomazie internazionali ricorrano alla giustizia internazionale per giudicare i criminali di guerra.

L’Associazione radicale Adelaide Aglietta, infatti, ha aderito e promuove la campagna ”Assad all’Aja” lanciata da Radicali Italiani per deferire alla Corte Penale Internazionale dell’Aja tutti coloro che durante il conflitto siriano si sono macchiati le mani del sangue di circa 400.000 vittime e per chiedere la costruzione di uno Stato libero, democratico e pacifico.

(foto: archivio il Torinese)

EARTH DAY, 3 UNIVERSITARI ITALIANI SU 4 CHIEDONO AL PROPRIO ATENEO DI UTILIZZARE ENERGIA RINNOVABILE

Un sondaggio internazionale condotto da Sodexo su oltre 4mila universitari ha rivelato che gli italiani sono terzi nella classifica degli studenti più attenti al tema dell’energia sostenibile: quasi 3 studenti su 4 (73%) vorrebbero che il proprio ateneo utilizzasse fonti green, battuti solo da indiani (82%) e cinesi (81%). Gli italiani sono anche tra i più attenti agli sprechi alimentari (71%), contro il 60% di Spagna e UK

Se il fine dell’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra ideata dall’attivista per la pace americano John McConnell e celebrata per la prima volta il 22 aprile 1970 sotto l’egida dell’ONU, è quello di sottolineare la necessità dellaconservazione delle risorse naturali della Terra stimolando lo sviluppo di una nuova coscienza ambientale in milioni di persone… Il futuro potrebbe essere più roseo di quanto si possa pensare grazie alle nuove generazioni. Quasi 3 universitari italiani su 4 (73%) infatti ammettono di considerare importante che il proprio ateneo utilizzi esclusivamente energia green per ridurre notevolmente l’impatto della propria attività sull’ambiente in cui vivono. Una percentuale decisamente importante, se si pensa che per i “colleghi” americani (65%), inglesi (68%)e spagnoli (69%)questa tematica è meno prioritaria. Distanti invece gli studenti cinesi e indiani, che comandano questa classifica: per loro la percentuale tocca rispettivamente la quota dell’81% e dell’82%.

È quanto emerge dal recente sondaggio a livello mondiale condotto da Sodexo intervistando oltre 4000 studenti in Italia, Cina, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito e India relativamente allo stile di vita universitario per andare a scoprire, tra i diversi aspetti analizzati, quanto siano attenti alle tematiche della sostenibilità gli universitari di tutto il mondo.

Consentire scelte consapevoli, tramite una corretta informazione e l’offerta di opzioni salutari è la base del nostro lavoro – spiega Franco Bruschi, Head of Schools & Universities Segment Med Region per Sodexo – Alcuni esempi tra i tanti: il ristorante “Think Green by Sodexo”, che ha come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente e della salute attraverso un servizio di ristorazione ecosostenibile. Offre, infatti, un menu vario ed equilibrato, salutare e responsabile, attento all’impatto ambientale delle singole preparazioni, ma anche una gestione del ristorante volta alla riduzione dei rifiuti e degli sprechi all’interno dei luoghi di produzione e consumo, l’utilizzo di prodotti ecosostenibili, la promozione di iniziative di sensibilizzazione e momenti di coinvolgimento degli studenti”.

Ma non è tutto, per gli studenti del Belpaese infatti la sostenibilità passa anche per il cibo: addirittura il 71% degli universitari vorrebbe che la propria università riducesse gli sprechi alimentari. Anche in questa speciale classifica gli italiani si piazzano sul terzo gradino del podio, davanti a inglesi (60%), spagnoli (60%) e americani (61%), preceduti solamente dai più “green” cinesi (82%) e indiani (87%). Contrariamente a quanto si possa pensare gli universitari del Belpaese sarebbero anche disposti a pagare di più per prodotti agricoli d’origine locale (31%), prodotti agricoli del commercio equo e solidale o con certificazione di produzione etica (21%), e prodotti agricoli sostenibili in genere (20%). Gli studenti italiani invece sono meno attenti dei pari età a livello internazionale sulle tematiche relative alle prassi commerciali rispettose dell’aspetto etico: un aspetto ritenuto importante solo dal 64% del corpo studentesco universitario, contro ad esempio il 75% degli americani e il 78% dei cinesi.

“I risultati di questa ricerca non mi stupiscono e rafforzano quanto stiamo facendo all’interno dell’Università – spiega il dottGiacomo Magatti, Sustainability Manager dell’Università di Milano-Bicocca presso il Dipartimento Scienze Ambiente e Territorio – come Gruppo per la Sostenibilità di Ateneo BASE (Bicocca Ambiente Società Economia), riceviamo dagli studenti numerose proposte per rendere l’ambiente universitario e i servizi offerti meno impattanti. Il tema energia è per noi prioritario: efficienza, riduzione dei consumi e fonti rinnovabili devono essere al centro della nostra agenda, così come molti altri temi quali la gestione dei rifiuti, la mobilità, il Green Public Procurement. Altro elemento significativo in cui sta avvenendo un veloce cambiamento è l’acqua: su spinta degli studenti sono stati installati erogatori di acqua di rete e sono in distribuzione borracce d’acciaio per ridurre l’utilizzo di plastica. Importante sottolineare anche l’aspetto formativo: il nostro percorso sulla sostenibilità “Think green, be cool!” ha riscosso grande successo. Inoltre è attiva su scala nazionale la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile: tutti assieme stiamo facendo rete affinché gli atenei italiani intraprendano percorsi verso la sostenibilità tramite il coinvolgimento di studenti, personale e territorio in cui risediamo”.