SPORT- Pagina 420

"Cuoreamoremio" su Quarta Rete Tv

toro carosello L’appuntamento per i tifosi granata è  alle 20.30.

 

Da martedì 2 febbraio riprende in televisione sull’emittente su Quarta Rete la trasmissione “Cuoreamoremio”. Conduttrice Elena Rossin, opinionista Alex Gilardini. L’appuntamento per i tifosi granata è  alle 20.30.

TORINO-HELLAS VERONA 0-0: I GRANATA DEVONO ACCONTENTARSI DI UN PUNTO

HELLAS VERONA TOROVentura e i suoi hanno conquistato una sola vittoria nelle ultime sette partite, quella contro il Frosinone, e se dopo l’arrivo di Immobile l’andamento della squadra sembrava essere tornato ad essere positivo, la prestazione a tratti blanda dei granata non sembra confermare questa ripresa

 

Torino (3-5-2): Padelli; Maksimovic, Jansson, Moretti; Bruno Peres, Acquah (12′ st Baselli), Gazzi, Benassi, Molinaro (12′ st Zappacosta); Immobile (43′ st Martinez), Belotti. All. Ventura.

Hellas Verona (4-4-1-1): Gollini; Pisano, Moras, Helander, Albertazzi (32′ st Fares); Wszolek (34′ st Bianchetti), Ionita, Greco, Jankovic; Gomez (10′ st Pazzini); Toni. All. Delneri.

 

Poteva essere l’occasione per il Torino di tornare a vincere ed interrompere la scia negativa che dura già da un po’, in casa contro l’Hellas Verona, ultima in classifica ancora a secco dei 3 punti. Poteva, appunto, dato che la realtà dei fatti vede solo un match a porte inviolate, con due squadre in campo non abbastanza incisive da fare di più. Ventura e i suoi hanno conquistato una sola vittoria nelle ultime sette partite, quella contro il Frosinone, e se dopo l’arrivo di Immobile l’andamento della squadra sembrava essere tornato ad essere positivo, la prestazione a tratti blanda dei granata non sembra confermare questa ripresa. Di motivazioni per far bene ne aveva molte, quindi, il Toro, in questo match non troppo insidioso, almeno sulla carta. Ed era partito abbastanza agguerrito, infatti, nella prima frazione di gara, controllo di gioco poi ribaltatosi però nel secondo tempo. I primi tentativi arrivano per mano, anzi per piede sinistro di Belotti sul quarto d’ora che termina però alto sopra la traversa. Tanto possesso palla, ma poca iniziativa per i granata, si intende quella decisiva che porti la squadra in vantaggio e sblocchi la partita. Ci mette del suo però quasi alla mezz’ora di nuovo il Gallo che scarica il destro fermato non alla perfezione da Gollini. Fiammate a parte, gli attaccanti se la dormono abbastanza, soprattutto Immobile che ancora non riesce ad entrare in partita. Per non parlare poi della compagine avversaria praticamente inesistente. A ridestare dal torpore ci pensa questa volta Benassi poco dopo la mezz’ora che tira un destro da fuori aria, intercettato questa volta alla perfezione dal portiere avversario. E’ ancora il numero 15 granata a provare a smuovere qualcosa prima dell’intervallo, prima su una ribattuta di Immobile, poi su un colpo di testa che impegna ancora una volta Gollini, per il momento migliore in campo tra i suoi. Non di certo da fuochi d’artificio lo spettacolo della seconda frazione di match, ma con la squadra ospite maggiormente propensa a spostarsi in avanti per cercare di creare pericolo. Dall’altra parte meno presente il Torino, molto spesso fermo solo a centrocampo. Prima della mezz’ora si porta in avanti Wszolek che però non serve Toni completamente solo in area di rigore e perde l’occasione per centrare il gol. A questo risponde il solito Benassi ancora troppo impreciso, che dopo essersi liberato di tre avversari scarica di nuovo il sinistro troppo in alto. Finalmente una vera chance per la squadra di Delneri con Jankovic dalla destra, Toni anticipa sia Maksimovic che Padelli ma non trova la porta. Si fa vedere anche Immobile a 10′ dalla fine, cerca il pallonetto ma Gollini risponde presente. Spreca tanto ora il Torino che sul finire del match sembra essersi ridestato e vuole metterla dentro. Dentro non va, però, neanche in fase di recupero con il neo entrato Martinez che a porta completamente vuota manda clamorosamente fuori. Vittoria che sfuma in casa Toro, è ancora un altro punto di cui si deve accontentare.

 

Valeria Tuberosi

 

Juventus-Inter 3-0. I NEROAZZURRI TRAVOLTI DA MORATA E DYBALA

INTER JUVEjuve stadiumRETI: Morata (J) su rigore al 36′ p.t.; Morata al 18′, Dybala al 38′ s.t.

 

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Caceres, Bonucci, Chiellini; Cuadrado (45’ st Padoin), Pogba, Marchisio, Asamoah, Evra (dal 38’ st Alex Sandro); Morata, Mandzukic ( 32’ st Dybala). A disp. Buffon, Rubinho, Barzagli, Rugani, Lichtsteiner, Hernanes. All. Allegri

 

INTER (4-1-4-1): Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Murillo, Nagatomo; Melo (19’st Brozovic); Biabiany (32’ st Icardi), Medel, Kondogbia, Ljajic (35’ st Juan Jesus); Jovetic. A disp. Carrizo, Berni, Ranocchia, Telles, Montoya, Santon, Gnoukouri, Palacio, Manaj). All. Mancini

 

ARBITRO: Tagliavento.

 

Finale di Coppa ipotecata. La Juve non si ferma e fa cadere anche l’Inter, protagonista Morata che risolve il problema al 36’ su rigore e, successivamente, firma una bella doppietta nel secondo tempo. Nella ripresa le speranze dell’Inter, rimasto in dieci, svaniscono definitivamente con Allegri che decide di giocarsi anche Dybala giusto in tempo per chiudere la partita con un bel 3-0

 

La Juventus non perde tempo, già al 2’ inizia a dettare le regole del gioco, Morata serve in area Asamoah e il numero 22 bianconero colpisce male e il pallone termina sul fondo. L’Inter prova a dare una risposta, attacca Medel ma manca lo specchio della porta. Al 14’ i bianconeri richiedono un rigore per un fallo di mano di Medel su una punizione battuta da Cuadrado: il direttore di gara concede solo il tiro dalla bandierina. Le cose cambiano al 34’, Cudrado viene steso in area da Murillo, questa volta non ci sono dubbi e Tagliavento concede il tiro dal dischetto. Dagli 11 metri Morata sblocca l’incontro piazzando il pallone sotto l’incrocio dei pali, inarrivabile per Handanovic. La difesa bianconera è invalicabile e i neroazzurri non trovano gli spazi per poter colpire. Al 43’ contropiede della Juventus, ma Marchisio deposita a lato della porta. La ripresa è a senso unico e Morata porta la vecchia signora sul 2-0 dagli sviluppi del tiro di Mandzukic. L’unica reazione dell’Inter arriva due minuti dopo, Jovetic stacca di testa ma Neto si tuffa e blocca il colpo. Al 70’ arriva la doccia fredda per l’Inter, Murillo, già ammonito, abbatte Cuadrado , ed è inevitabile che i neroazzurri restino in dieci. Nonostante la grande sofferenze per l’Inter,  Jovetic prova ancora a dare qualche brivido ma non aggancia il pallone sul cross di D’ambrosio. Dall’altro lato anche Morata si mangia la sua occasione per il 3-0, sprecando uno splendido cross di Pogba. Ci pensa Dybala sul finale a regalare il tris ai bianconeri. Preso il posto di Mandzukic, l’argentino coglie l’assist rasoterra di Asamoah e trafigge Handanovic chiudendo definitivamente i giochi. 

 

Roberta Perna

FIORENTINA-TORINO 2-0: C'E' DUE SENZA TRE

fiorentina torinotoro flagDopo i due risultati positivi contro Frosinone e Sassuolo, Ilicic e Rodriguez fermano di nuovo i granata. Il 2-0 dei viola pesa negativamente su Ventura e i suoi, così come dall’altra parte è una bella boccata d’aria per Sousa che torna a sorridere dopo le sconfitte contro Lazio e Milan

 

Marcatori: 24′ pt Ilicic, 39′ st Rodriguez.

 

Fiorentina (3-4-2-1): Tatarusanu; Roncaglia, G. Rodriguez, Astori; Bernardeschi, Verdù (41′ st Blaszczykowski), Borja Valero, Pasqual; Ilicic (22′ st T. Costa); Babacar, Kalinic (37′ st Zarate). A disp. Sepe, Lezzerini, Gilberto, Tomovic, M. Alonso, Mati Fernandez. All. P. Sousa

 

Torino (3-5-2): Ichazo; Maksimovic, Glik, Moretti; Zappacosta, Acquah (27′ st Benassi), Vives, Baselli (36′ st Prcic), Molinaro; Belotti, Immobile (27′ st Martinez). A disp. Castellazzi, Padelli, Bovo, Gaston Silva, Jansson, Gazzi, Quagliarella. All. Ventura

 

Non c’è due senza tre sembra non valere per il Torino in quel di Firenze, dato che dopo i due risultati positivi contro Frosinone e Sassuolo, Ilicic e Rodriguez fermano di nuovo i granata. Il 2-0 dei viola pesa negativamente su Ventura e i suoi, così come dall’altra parte è una bella boccata d’aria per Sousa che torna a sorridere dopo le sconfitte contro Lazio e Milan. Anche un po’ più di un sorriso, dato che così facendo la squadra toscana supera i neroazurri e momentaneamente va al terzo posto a -1 dalla Juventus. Tutto ancora temporaneo, è vero, ma la sconfitta per i granata pesa eccome. Soprattutto se abbastanza meritata per la miglior presenza in campo della squadra di casa. Non è bastato Immobile questa volta, e neanche l’iniziativa di Zappacosta e la costanza di Baselli. Dall’altra parte invece decisivo Ilicic, con un attacco affidato a Babacar e Kalinic.

 

Sembra agguerrito l’inizio dei granata grazie soprattutto agli interventi preziosi di Baselli e Zappacosta, con il secondo molto attivo sulla destra. Il vero pericolo si vede solo però dall’altra parte di campo, quando dopo il quarto d’ora Astori sfiora il vantaggio: Borja Valero crossa da destra verso Astori che dai 5 metri spara in alto di testa, incredibilmente ancora 0-0. Ancora nella stessa area quando 1’ dopo è Ilicic a far paura ai granata, aiutato in realtà dall’errore di Ichazo che respinge dritto sui piedi dell’attaccante avversario, ancora nulla di fatto. Il match è di nuovo viola quando al 22’ Bernardeschi su una deviazione intercetta il pallone di Babacar, ma non trova lo specchio della porta. Niente paura per Sousa e i suoi perché al 25’ Ilicic trasforma in gol una punizione battuta al meglio, parabola perfetta che scavalca la barriera e la mette quasi all’incrocio dei pali. Reazione che timidamente arriva da parte dei granata che però subiscono il pressing alto della Fiorentina sempre attenta in fase di non possesso.

 

Non abbassa la guardia neanche nella seconda frazione del match la squadra di Paulo Sousa, anche se la prima vera occasione è color granata: Zappacosta mette al centro per Baselli che tenta il tiro respinto però prontamente da Tatarusanu. Primi cambi per le squadre con Ilicic in panchina, sostituito da Tino Costa, e Ventura che cambia tutto con Immobile fuori e Martinez dentro. Entra anche Benassi al posto di Acquah. Non particolarmente incisivi, infatti, i giocatori, come d’altronde un po’ tutta la squadra. Continuano a soffrire, infatti, gli ospiti, soprattutto quando al 39’ la Fiorentina decide di allungare di nuovo da calcio piazzato: Pasqual batte il calcio d’angolo e Rodriguez la mette dentro di testa all’incrocio dei pali. Si chiude così il match all’insegna del viola che di sicuro non porta bene ai granata, per Ventura ora tutto da rifare.

 

Valeria Tuberosi

 

JUVENTUS-ROMA 1-0: PERLA DI DYBALA. I BIANCONERI SI RIPORTANO A -2 DAL NAPOLI

juve romajuve bandiereRETE: st 32’ Dybala.

 

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner ( 21’ st Cuadrado), Khedira, Marchisio, Pogba, Evra; Dybala ( 40’ st Morata), Mandzukic. A disp. Neto, Audero, Caceres, Rugani, Sturaro, Alex Sandro, Padoin, Asamoah, Hernanes, Zaza. All. Allegri.

 

ROMA (3-4-2-1): Szczesny; Manolas, De Rossi, Ruediger; Florenzi (dal 48’ st Torosidis), Pjanic, Vainqueur (26’ S. Keita), Digne; Salah ( 45’ st Sadiq), Nainggolan; Dzeko. A disp. De Sanctis, Lobont, Castan, Gyomber, Totti, Iago Falque, Emerson. All. Spalletti

 

Il grande appuntamento tra Juve e Roma non delude. Una partita molto tattica e senza tante occasioni da gol. Solo nel secondo tempo Dybala, con una splendida giocata manovrata da Pogba, sblocca il risultato. La Juventus si è ben ripresa e resta piantata dietro il Napoli in lotta per lo scudetto, mentre la Roma sprofonda al quinto posto con 35 punti.

 

L’avvio è piuttosto blando, Spalletti stravolge la Roma in modo da limitare gli attacchi bianconeri il più possibile, ma già al decimo arriva il primo sussulto da parte della squadra di Allegri. Con una punizione dal limite, Dybala calcia di potenza ma non mette in difficoltà Szczesny. Per oltre un quarto d’ora la Roma resta schiacciata nella propria metà campo, Florenzi prova a smuoversi affacciandosi dalle parti di Buffon con una conclusione personale, ma il numero uno della Juventus blocca senza grossi problemi. La vecchia signora continua a spingere; prima con Evra, che ci prova due volte con il sinistro ma senza precisione e poi con Pogba, che non centra la porta ma alza di troppo il colpo di testa. Si va così al riposo sullo 0-0, senza grandi emozioni se non con qualche nervo teso tra Mandzukic e De Rossi. Nella ripresa i giallorossi sembrano scendere in campo con il giusto spirito, ma il ritmo non sembra cambiare. Allegri decide di inserire Cuadrado al posto di Lichtsteiner che subito prova un rasoterra non proprio irresistibile. Al 28’ arriva una ghiotta occasione per i bianconeri: Cuadrado crossa per Pogba, tacco al volo per Mandzukic bravo a vedere l’inserimento di Evra che praticamente solo davanti la porta spinge addosso a Szczesny. Ormai è solo la Juventus a farsi sentire e, alla mezz’ora del secondo tempo, gli sforzi vengono premiati: l’argentino coglie benissimo l’azione manovrata da Pogba, assist perfetto del francese e Dybala trafigge Szczesny con una stoccata che si infila nell’angolino basso. Risuona l’undicesima vittoria consecutiva per la vecchia signora, mentre Spalletti, appena rientrato nella capitale, sembra confermare il tabù che non lo vede mai vincente contro la Juventus.

 

Roberta Perna

LAZIO-JUVENTUS 0-1. LA VECCHIA SIGNORA CON LICHTSTEINER VOLA IN SEMIFINALI DI COPPA

LAZIO JUVE 22La strada delle vittorie non sembra voler terminare e, dopo i dieci successi consecutivi in campionato, la Juventus non si smentisce nemmeno all’Olimpico. La squadra di Allegri, grazie alla rete decisiva di Lichtsteiner, non si ferma in Coppa Italia e vola in semifinale contro l’Inter

 

RETE: st 21’ Lichtsteiner.

 

LAZIO (4-3-3): Berisha; Konko (dal 27′ s.t. Felipe Anderson), Bisevac, Mauricio (dal 17′ s.t. Hoedt), Radu; Milinkovic, Biglia, Lulic; Candreva, Klose (dal 37′ s.t. Matri), Keita. A disp. Guerrieri, Matosevic, Braafheid, Patric, Parolo, Onazi, Cataldi, Mauri, Djordjevic. All. Pioli.

 

JUVENTUS (3-5-2): Neto; Caceres, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner  ( 34′ s.t. Cuadrado), Sturaro, Marchisio, Pogba, Alex Sandro; Zaza (45′ s.t. Dybala), Morata ( 30′ s.t. Mandzukic). A disp. Buffon, Audero, Rugani, Padoin, Asamoah, Hernanes. All. Allegri.

 

ARBITRO: Damato di Barletta.

 

La strada delle vittorie non sembra voler terminare e, dopo i dieci successi consecutivi in campionato, la Juventus non si smentisce nemmeno all’Olimpico. La squadra di Allegri, grazie alla rete decisiva di Lichtsteiner, non si ferma in Coppa Italia e vola in semifinale contro l’Inter.

Una prova di grande autorità, sprecando molto ma limitando allo stesso tempo i pericoli davanti la porta di Neto, contro una Lazio volenterosa e in grado di tener testa alla vecchia signora per più di sessanta minuti. In avvio sono proprio i biancocelesti a impedire alla squadra di Allegri di avanzare per evitare qualsiasi iniziativa, ma al 4’ Sturaro prova a liberare il destro, la conclusione centrale non crea problemi a Berisha.  Mancano le vere occasioni da gol, al 13’ sembra esserci qualche buona chance per la Lazio: Klose innesca Keita, dalla sinistra entra in area e tenta il tiro incrociato da posizione defilata, mancando però lo specchio della porta. Subito sull’altro fronte Zaza cerca i suoi spazi ma viene frenato da Bisevac che gli impedisce di tirare. Un minuto dopo la palla gol è per Pogba, il francese prova a piazzarla ma Berisha impedisce l’esultanza riparandosi in angolo. Le due squadre si equivalgono e alla mezz’ora  Morata va giù pressato da Bisevac ma il direttore di gara decide di proseguire. Nella ripresa la Juventus riprende in mano le redini del gioco inizia a pungere Morata ma calcia addosso a Berisha. La squadra di Allegri resta in pressione  e Zaza a porta praticamente vuota si divora il gol del vantaggio. Col passare dei minuti i padroni di casa soffrono sempre di più e al 21’ la Juventus passa in vantaggio: Zaza con uno splendido tiro a giro stampa sul palo, ma arriva Lichtsteiner a gonfiare la rete.  Nella fase finale è sempre la Juventus a mantenere il controllo, anche perché la Lazio è costretta a chiudere l’incontro in dieci a causa dell’infortunio di Biglia. Anche nel recupero la Juventus non si risparmia, appena entrati Mandzukic e Dybala impegnano Berisha fino all’ultimo minuto di gioco. Il brivido arriva proprio sul fischio finale da parte di Dybala che riceve palla da Alex Sandro e calcia un rasoterra incrociato fuori di pochissimo. La squadra di Allegri prosegue con successo il suo cammino anche in Coppa. 

 

Roberta Perna

SASSUOLO-TORINO 1-1… un punticino per ognuno non fa male a nessuno

sassuolo-torino 2La squadra ospite deve fare a meno di un gran numero di giocatori, tra cui Maxi Lopez e Bruno Perez, in campo, infatti, Zappacosta e Gaston Silva. Dall’altra parte Di Francesco deve fare a meno di Missiroli e Floro Flores, all’esordio invece il giovane attaccante Pierini

 

Marcatori: 22′ pt Belotti, 40′ pt Acerbi.

 

SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Vrsaljko, Cannavaro, Acerbi, Peluso; Biondini (35′ st Laribi), Magnanelli, Duncan; Berardi (29′ st Falcinelli), Defrel (42′ st Politano), Sansone. A disp. Pomini, Pegolo, Longhi, Antei, Pellegrini, Pierini, Ariaudo, Fontanesi, Gazzola. All. Di Francesco.

 

TORINO (3-5-2): Ichazo; Maksimovic, Glik, Moretti; Zappacosta (35′ st Bovo), Benassi (34′ st Baselli), Gazzi, Acquah, Silva; Belotti, Immobile. A disp. Padelli, Castellazzi, Molinaro, Martinez, Vives, Quagliarella. All. Ventura.

 

Un punticino per ognuno non fa male a nessuno: così è per Sassuolo-Torino che concludono il match di recupero di dicembre sull’1-1, risultato che forse, in realtà, accontenta più Ventura. Pochi i cambiamenti in classifica con i giocatori di casa che raggiungono il Milano sesto a 32 punti e la squadra granata a quota 26, ancora troppo lontana da tutto ciò che conta. La squadra ospite deve fare a meno di un gran numero di giocatori, tra cui Maxi Lopez e Bruno Perez, in campo, infatti, Zappacosta e Gaston Silva. Dall’altra parte Di Francesco deve fare a meno di Missiroli e Floro Flores, all’esordio invece il giovane attaccante Pierini.

 

Gara di sicuro più vibrante nel primo frangente, con le occasioni più accese da entrambe le parti. Primi minuti decisamente a ritmi alti soprattutto per la squadra di casa, con un Torino che si risveglia solo verso il 10′ grazie al tiro di Zappacosta che dalla destra prova a crossare al centro, ma nessuno è veloce abbastanza per concludere. Sempre più in crescita sono ora gli ospiti con Zappacosta scatenato a centrocampo e Immobile che pian piano vien fuori. Ci prova anche lui sul quarto d’ora sul colpo di testa di Glik, ma la posizione irregolare vanifica tutto. Tanto tentare e alla fine la rete granata arriva quando al 23′ Benassi riceve un lancio lungo sulla sinistra, arriva sul fondo e mette al centro, dove Belotti supera Cannavaro e mette dentro il gol del sorpasso. Dopo pochi minuti rischiano Ventura e i suoi su un calcio d’angolo battuto da Berardi in cui è Glick a metterci la toppa salvando sulla linea. Ingranata la marcia, ora il Sassuolo non ci sta e cerca a tutti i costi il pareggio. Resta vigile però Ichazo che al 35′ mette in angolo un tiro secco di Defrel, deviato da Maksimovic. Non va allo stesso modo però 5′ dopo quando sulla punizione dalla trequarti battuta da Sansone, Biondini viene favorito da un rimpallo e prova il tiro. Ichazo risponde ancora presente ma non benissimo, e Acerbi ci mette del suo trovando il pareggio.

 

Tutto un po’ confuso nella seconda frazione di gara, ravvivata solo dall’occasione clamorosa di Immobile al 12′, ancora in offside sul tiro di testa di Glik. Ma è il Sassuolo a far più paura quando sulla mezz’ora Duncan, aiutato da Sansone sbaglia completamente sparando a lato. Stessa cosa fa Sansone dopo 10′ grazie allo splendido cross di Vrsaljko, palla incredibilmente di poco a lato rispetto al palo sinistro. Sembra alquanto spento il Torino in questo frangente, lo stesso non si può di Ventura che a pochi secondi dalla fine si fa di nuovo espellere per protesta. Animi caldi e voglia di far bene da parte, su questo non si può dir nulla.

 

Valeria Tuberosi

 

Udinese-Juventus 0-4. Poker Bianconero

juve udinesejuve logo neroLa rimonta bianconera continua, strapazzato l’Udinese, arriva la decima vittoria consecutiva in campionato con il secondo posto assicurato. La squadra di Allegri si riprende la rivincita sull’Udinese che aveva vinto allo Stadium la prima di campionato, inaugurando e dilagando il Dacia Arena con un 4-0 piuttosto semplice

 

Reti: pt 15′ Dybala, 17′ Khedira, 25′ rig Dybala, 42′ Alex Sandro.

 

Udinese (3-5-2) Karnezis; Wague (55′ Hertaux), Danilo, Felipe; Widmer, Badu, Lodi, Iturra, Edenilson; Thereau (70′ Bruno Fernandes), Di Natale (60′ Zapata). All. Colantuono.

 

Juventus (3-5-2) Buffon; Rugani, Bonucci, Chiellini (58′ Cáceres); Lichtsteiner (80′ Padoin), Khedira, Marchisio, Asamoah, Alex Sandro; Dybala (66′ Morata), Mandzukic. All. Allegri

 

Arbitro: Rocchi di Firenze

 

Ammoniti: Badu (U), Chiellini (J)

 

Espulsi: al 24′ Danilo (U)

 

Il tutto si decide già nel primo tempo, al 26′ il risultato è già sul 3-0 contro la squadra di Colantuono rimasta in 10 per l’espulsione di Danilo, e la ciliegina sulla torta arriva al 42′ con la prima rete stagionale firmata da Alex Sandro. Nella ripresa i bianconeri potrebbero aumentare il loro bottino, ma si accontentano di quanto fatto nel primo tempo e per i padroni di casa c’è solo un po’ di orgoglio tirato fuori da Lodi, ma la Juve continua a comandare. L’avvio è piuttosto blando, uno studio da ambo le parti con un’occasione ciascuna, prima la traversa di Lodi e poco dopo Mandzukic, che tutto solo non riesce a trovare l’imbucata vincente. Al 16′ ci pensa Dybala a spezzare l’equilibrio, ingannando Karnezis su punizione. Non passano molti minuti che arriva il raddoppio: Dybala calcia dalla bandierina e trova Khedira che approfitta di uno svarione collettivo della retroguardia dell’Udinese e di testa appoggia sul secondo palo. Nel mezzo delle due reti anche i padroni di casa hanno la loro occasione, con Edenilson che spreca sparando in alto. Come se non bastasse, al 25′, Mandzukic entra in area e viene steso da Danilo: rigore ed espulsione assicurata e, senza alcuna esitazione, Dybala segna il 3-0 dal dischetto. L’uomo in meno pesa per l’Udinese e la Juventus non si risparmia e non risparmia i padroni di casa: al 42′ Alex Sandro con un magnifico destro dal limite dell’area sigla la sua prima rete e il poker per i bianconeri. La ripresa é piuttosto accademica, al 25′ Dybala lascia il posto a Morata che subito prova a cercare la porta con un tiro rasoterra, respinto da Karnezis. Alla mezz’ora Lodi prova ad impegnare Buffon con una punizione piuttosto insidiosa che costringe il numero 1 bianconero a spingere in angolo. Un ottimo inizio per la Juve in questa prima giornata di ritorno, all’inseguimento del Napoli.

 

Roberta Perna

TORINO-FROSINONE 4-2: Ciro Immobile è tornato!

toro bandiera Marcatori: 8’ pt rig. Immobile (T), 33’ pt Sammarco, 37’ pt Belotti (T), 41’ pt Belotti (T), 28’ st Avelar a.g. (T), 36’ st Benassi.

TORINO (3-5-2): Ichazo; Maksimovic, Glik, Moretti; Bruno Peres (30’ st Zappacosta), Benassi, Vives, Baselli (24′ st Acquah), Molinaro (19’ st Avelar); Immobile, Belotti. A disp. Padelli, Castellazzi, Bovo, Zappacosta, Gazzi, Martinez, Gaston Silva, Prcic, Quagliarella. All. Ventura.

FROSINONE (4-3-3): Leali; Rosi, Ajeti, Bertoncini (21’ st M.Ciofani), Pavlovic; Sammarco, Gucher (21′ st Frara), Kragl (37’ st D.Ciofani); Tonev, Dionisi, Soddimo. A disp. Gomis, Zappino, Blanchard, Crivello, Russo, Longo, Paganini. All. Stellone.

 

Speranza immobile fino a qualche giorno fa per i granata quella di tornare ad ingranare e collezionare punti in classifica, ma basta sostituire una minuscola con una maiuscola ed il gioco è fatto.

 

A cambiare completamente gli umori in quel dell’Olimpico abbastanza contrariato ritorna, infatti, dopo due stagioni un campione come Ciro Immobile, rimasto nel cuore di molti. Pioggia di gol ed emozioni infatti per Ventura e i suoi che tornano a vincere dopo quasi due mesi a secco, rifilando un rocambolesco 4-2 agli avversari del Frosinone che continuano ad allontanarsi dalla zona salvezza. Con il rigore trasformato dal “nuovo” arrivato e la doppietta di Belotti sembra tutto ritornare al proprio posto per la squadra granata, se non fosse per il recupero di Sanmarco sulla mezz’ora e dell’errore di Avelar in autogol. Ventura decide di schierare fin da subito, appunto, Immobile, e predilige in porta Ichazo a Padelli, ultimamente un po’ sottotono. Dall’altra parte Stellone, tra l’altro ex giocatore granata, decide per un 4-3-3 abbastanza rivoluzionario rispetto alla gara contro il Napoli con Ajeti- Bertoncini in difesa e Sanmarco a centrocampo.

 

Tutta un’altra storia sembra essere quella portata in campo dai giocatori di casa, rispetto alle ultime prestazioni deludenti, tanto che già dai primi minuti i granata si fanno vedere in avanti con l’iniziativa di Bruno Perse che crossa per Baselli già da subito pericoloso, salva tutto Leali. Niente paura perché dopo pochi minuti la trattenuta di Bertoncini su Glik porta al rigore trasformato proprio da Ciro Immobile, pronto subito a metter la firma nel tabellino del match. Provano a rendersi pericolosi anche Stellone e i suoi ora, e ci riescono per davvero intorno alla mezz’ora quando il cross di testa di Pavlovic trova i piedi di Sanmarco che battendo Ichazo smorza tutti gli entusiasmi granata di poco prima. Non così in confusione la squadra granata, dato che al 36′ Belotti riporta in vantaggio i suoi, su un’azione nata dall’iniziativa di Bruno Peres, decisamente in partita. Ora il disordine regna sovrano dall’altra parte, soprattutto quando subito dopo Belotti non si accontenta e mette dentro anche il secondo di giornata per lui e il terzo per la squadra. Il Gallo arriva al gol grazio al solito Bruno Peres che serve Benassi e subito dopo Belotti è pronto ad insaccare sotto la traversa.

 

Tutto sembra essere a favore della squadra di casa anche al ritorno in campo con un Toro tornato scattante e propositivo. Dal canto loro, i ciociari cercano di fare ciò che possono, riuscendoci con l’aiuto di Avelar verso la mezz’ora che su un calcio d’angolo del Frosinone colpisce malauguratamente palla ed è autogol. Si accorciano le distanze, quindi, tra le squadre, distanze che ci pensa bene Benassi a rimettere al proprio posto sul finire del match.

 

Valeria Tuberosi

 

Il Toro nell'anima. Emozioni e ricordi della provincia Granata

TORO ANIMAUna passione coinvolgente e popolare che, nel territorio più a nord del Piemonte, nell’Ossola e in Valle Vigezzo, ha scaldato il cuore ad intere generazioni

 

Il Toro nell’anima. Emozioni e ricordi della provincia Granata” è il titolo del libro che Benito Mazzi ha voluto dedicare ad una passione coinvolgente e popolare che, nel territorio più a nord del Piemonte, nell’Ossola e in Valle Vigezzo, ha scaldato il cuore ad intere generazioni. Il libro ( edito da Il Rosso e il Blu – www.ilrossoeilblu.com – pag 134. anno 2015. € 16.00) racconta “unToro speciale, il Toro della provincia ossolana, un Toro vissuto in un groviglio sanguigno di passioni, di piccole avventure, di straordinaria quotidianità”.

 

E’ quello di Valentino Mazzola, Ferrini e Meroni; il Toro di Pianelli, Radice, Pulici e Graziani; il Toro di Sergio Rossi, Borsano e Mondonico; il Toro di Cairo, Ventura e Petrachi. Ma è  anche , e leggendo i racconti, soprattutto il Toro del Lauro, di Febo e di Nico; il Toro del Pace, di Lureenz e Rudi, il Toro di Giona e Paolino, del “grande Bonacini” del “terribile Ferro“. Personaggi come il Nico ( al secolo Franco Nicolai), classe 1934, “l’unico di noi ad aver visto il Toro giocare al Filadelfia” perché – a diciannove anni – lavorava a Torino come imbianchino, oppure il “granatissimo di vecchia data” Lurèenz – Lorenzo Zamboni – che scoprì il Toro a undici anni, durante il campionato 1946-47, ascoltando la radio dell’Osteria Alpina a Toceno. Oppure le “nuove leve” del tifo granata nella “valle dei pittori” come Paolo Mozzanino, laureato e dipendente della Ferrovia Vigezzina, che già da piccolissimo, a chi gli domandava a quale squadra tenesse, rispondeva “Al Toino. Viva il Too”. Le abitudini di Febo che – a metà degli anni ’70 –  andava al Blitz, località a 1300 metri a monti di Craveggia per sentire la partita alla radio perché il posto – lo sperduto spiazzo vedere del Palazzo – “portava bene”; che dire, poi, di quel baffone con il numero sette dalle calze abbassate ( “cul barbisùn..us ciàma Meròni”) che faceva impazzire gli avversari e mandava in visibilio la curva Maratona, in un turbinio di bandiere “dal colore sanguigno”.

 

Con un’appassionata presentazione di Eraldo Pecci e una dichiarazione d’affetto e di pura fede granata da parte di Enrico Borghi, il libro di Benito Mazzi, di racconto in racconto, offre l’immagine vera, partecipata e popolare di una passione calcistica  che è anche molto di più, rappresentando quella squadra dalle emozioni forti ( “Russ cume el sang,fort cum el Barbera,vöj ricordete adess, me grand Türin”, scriveva Giovanni Arpino). Mazzi, scrittore di gran qualità, iniziò anche lui a tifare per il Toro nel 1949, dopo la tragedia di Superga, a undici anni. Una sciagura che troncò la vita e il sogno della squadra più forte di sempre, consegnandola per sempre al ricordo e al mito. La formazione recitata a memoria, quasi fosse un rosario da sgranare laicamente:

 

Bacigalupo,Ballarin,Maroso,Grezar,Rigamonti,Castigliano,Menti,Loik,Gabetto,Mazzola,Ossola. Un bel libro, in trentanove capitoli più una “piccola, doverosa appendice” ( dedicata al Torino club di Premosello, “faro per l’Ossola granata”), corredato da belle foto, “Il Toro nell’anima” merita di essere letto. E non solo da chi tifa granata perché, con la storia che porta con sé, il Torino è davvero “un pezzo di ciascuno di noi”.

 

Marco Travaglini