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OTTIMI RISULTATI DEI GIOVANI TALENTI DEL CLUB SCHERMA DI TORINO

A Roma si è svolta la 2a Prova Nazionale Giovani, valida come Trofeo “ITAS Assicurazioni”, disputata presso il Centro della Federbocce dell’Eur Torrino. La competizione, che nella seconda giornata è stata interamente dedicata al fioretto, ha visto la vittoria di due atleti del gruppo sportivo Fiamme Gialle: Guillaume Bianchi nella gara maschile e Serena Rossini in quella femminile

Bene hanno figurato le atlete torinesi del Club Scherma Torino: Mila Maina, infatti, ha perso in finale contro Serena Rossini 15-4; mentre la cadetta, Lara Bertola, è giunta terza a pari merito con Martina Manzoli del Club Scherma Jesi (sconfitta nel derby jesino dalla Rossini per 15-6), avendo ceduto in semifinale 15-12 contro la compagna di società Maina.

 

Nei quarti di finale, la giovanissima Bertola si era imposta sulla romana Maria Teresa Pacelli, atleta del Club Scherma Roma, con un punteggio netto di 15-10, mentre Mila Maina aveva sconfitto 15-7 la tenace avversaria portacolori del Club Scherma Jesi, Alessandra Petrignani.

 

Nella giornata di ieri, intanto, la Federazione Italiana Scherma ha diramato le convocazioni per la

Foto: TRIFILETTI / BIZZI

delegazione azzurra ai prossimi Campionati del Mondo Cadetti e Giovani 2017, che si svolgeranno dal 1° al 10 aprile a Plovdiv in Bulgaria. Con grande soddisfazione la torinese Lara Bertola ha ottenuto la convocazione per la gara under 17.

 

A seguito delle belle e convincenti prestazioni delle proprie atlete, la dirigenza del Club Scherma Torino ha commentato così gli eventi degli ultimi due giorni: “Una bella gara nella quale Mila e Lara hanno saputo esprimere le rispettive caratteristiche confermando classe e tasso tecnico. Le stesse si allenano ogni giorno in sala, attentamente seguite dallo staff tecnico dell’arma guidato dal Maestro Marco Folgori. Sono di esempio per i tanti giovani, maschi e femmine, che quotidianamente si forgiano sulle pedane del Club Scherma, e confermano quanto nello sport siano importanti costanza, impegno e voglia di migliorarsi, step dopo step”.

 

Manuela Savini

 

Foto Club Scherma Torino e FIS

 

Lucrezia Beccari dell’Ice Club Torino incanta il palaghiaccio di Aosta

Medaglie d’oro anche per Sara Carli e Raffaele Zich

Ai Campionati Italiani Elite Giovanile di pattinaggio sul ghiaccio che si sono svolti ad Aosta lo scorso fine settimana l’Ice Club Torino, diretto da Claudia Masoero, si è distinto con la conquista di tre titoli nazionali, quelli di Lucrezia Beccari, Sara Carli e Raffaele Zich, di una medaglia d’argento con Viola Fois e di una medaglia di bronzo con Desiree Podda. La società torinese è stata quella, a livello, nazionale, ad aver vinto il maggior numero di ori in questo campionato.

Nella competizione Elite Novice Advanced ha brillato la talentuosa Lucrezia Beccari, 13 anni, che ha conquistato il primo posto, imponendosi sia nel programma corto, pattinato sulla musica del “Notturno” di Grieg, sia nel lungo nel quale ha interpretato una farfalla sulla colonna sonora di “Quinto Elemento”.

L’atleta, allenata e coreografata da Edoardo De Bernardis, è ritornata alle competizioni da poco tempo, a causa di un grave infortunio che l’ha tenuta lontana dal ghiaccio, e ha dimostrato classe, carattere, grinta e grandi capacità tecniche e interpretative, eseguendo in entrambi i segmenti di gara salti tripli e infrangendo il muro dei cento punti con 104,13 (il suo personal best era di 90 punti).

La giovane pattinatrice torinese si conferma come una bella certezza e sa regalare emozioni con l’eleganza e la leggerezza di un pattinaggio che sembra sfiorare appena la superficie ghiacciata e che risulta spontaneo e coinvolgente.

Il suo allenatore, Edoardo De Bernardis, al termine della gara, ha affermato: “Sono contento per la prestazione e per il titolo di Lucrezia che ha dimostrato di essere una lottatrice e di avere un carattere d’acciaio. Non ha mai mollato nemmeno nei momenti più difficili e questa medaglia rappresenta il premio per la sua caparbietà. È giovane e ha un ottimo potenziale. La attendono altri appuntamenti importanti nel futuro”.

Nella categoria Principianti si è imposto Raffaele Zich, conquistando la medaglia d’oro. L’atleta già campione italiano esordiente 2016, allenato da Edoardo De Bernardis e da Renata Lazzaroni e coreografato da Alessandro Piccoli, ha presentato musiche indiane di Bolliwood, totalizzando un punteggio di 41.54.

L’altro oro dell’Ice Club Torino porta la firma di Sara Carli che si è laureata Campionessa italiana nella Categoria Cadetti femminile, raggiungendo il punteggio di 57.66, con un programma pattinato su “Malaguena” e ottenendo, ancora una volta in questa stagione i requisiti per entrare nella Nazionale italiana. L’atleta è allenata dal trio vincente composto da Edoardo De Bernardis, Cristiana Di Natale e Fabiana Di Natale, allenatori che seguono anche la medaglia d’argento nella categoria principianti femminile, Viola Fois che ha pattinato sulle musiche di Rita Pavone. Il bronzo nella Categoria Cadetti femminile è andato a Desiree Podda, allenata da Miriam Brunero, che ha interpretato le musiche di “Evita”.

Il direttore dell’Ice Club Torino, l’allenatrice Claudia Masoero ha sottolineato che “Questi ragazzi ci hanno dato grandi soddisfazioni durante tutta la stagione. Hanno conquistato medaglie importanti in tutte le categorie. Voglio ringraziare tutti gli insegnanti che, quotidianamente, lavorano con noi, curando la tecnica, le coreografie, il balletto, la recitazione.: questi risultati sono merito di un gioco di squadra”.

 

Barbara Castellaro

OTTIMA PRESTAZIONE DI FIAT TORINO CONTRO UNA ‘SVOGLIATA’ DOLOMITI ENERGIA TRENTO

Di Manuela Savini

Vittoria meritata e due punti conquistati con cuore. Pur giocando in casa davanti ai propri tifosi, non era facile superare una squadra che non perdeva da sei partite. Con questa vittoria, Torino raggiunge Reggio Emilia e Brindisi a quota 22 punti con ancora otto incontri da disputare. Per quanto riguarda gli altri campi, tra le big vincono Milano, Avellino, Venezia e Capo d’Orlando e, da metà classifica in giù, Brindisi,Cantù e Varese.

Prossimo incontro fuori casa, domenica 19 marzo alle ore 19.00, per la sfida Umana Reyer Venezia vs Fiat Torino

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CLASSIFICA (22a giornata): Milano 38; +Avellino e +Venezia 28; +Capo d’Orlando 26; -Sassari, -Trentino 24; + Torino, -Reggio Emilia e +Brindisi 22; -Brescia, -Pistoia 20; -Caserta e +Cantù 18; +Varese 16; -Pesaro 14; -Cremona 12.

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Nel posticipo serale della 22a giornata, Fiat Torino ha mostrato, sul campo, il gioco che i ragazzi del coach Vitucci sono realmente in grado di esprimere. Hanno saputo tenere a bada gli avversari che si sono presentati a Torino forti delle loro ultime sei vittorie consecutive. Torino ha interrotto questa tendenza grazie a concentrazione, determinazione e convinzione, nonostante fosse ancora priva del proprio centro, DJ White, bloccato per problemi alla schiena. Chissà se la società, in attesa del recupero del suo giocatore e vista la posizione della squadra in classifica in termini di play off, non stia pensando a qualcuno che prenda il posto di White fino al suo rientro. Di fronte ad un Palruffini come al solito gremito di tifosi, il coach Vitucci ha schierato in campo Wilson, Harvey, Mazzola, Washington e Wright, mentre Trento si è presentata con Marble, Hogue, Gomes, Baldi Rossi e Craft. Nel primo quarto Torino non è partita benissimo, ma grazie alle triple messe a segno da Wilson e Harvey, ha chiuso il tempo con sei punti di vantaggio su Trento (22-16). Come era prevedibile, nel secondo quarto, dopo una partenza decisa di Fiat Torino, Trento non è stata più a guardare ed ha reagito riducendo le distanze a quattro punti (41-37), realizzando un parziale a favore di 21 punti contro i 19 di Torino. Nella prima frazione di gara, Torino ha meritato il vantaggio avendo giocato in maniera più equilibrata sia in attacco che in difesa. Solo Alibegovic è sembrato un po’ sotto tono. Dopo l’intervallo Torino è sceso in campo con Wilson, Mazzola, Washington, Wright e Harvey ed ha saputo gestire il vantaggio con una difesa solida e ben organizzata, realizzando 15 punti nel terzo quarto. Trento, invece, pur avendo giocato meglio della prima frazione di gara, non è riuscita ad andare oltre i 13 punti. Al termine del terzo quarto i padroni di casa hanno chiuso in vantaggio (56-50). Nell’ultimo e decisivo quarto, il coach Buscaglia ha provato a fare reagire i suoi ragazzi, ma Torino ha saputo tenere a bada la maggiore fisicità degli avversari, infrangendo una delle difese più solide del campionato. Uomo simbolo per Fiat Torino in questo quarto è stato il giovane Cuccarolo che dopo aver esordito domenica scorsa fuori casa, anche in questa occasione ha saputo dimostrare il proprio valore. Torino ha vinto (76-67) realizzando un parziale di venti punti (contro i diciassette degli avversari) ed ha fermato il cammino di Trento, riaprendo di fatto la corsa per i play off.

 

Queste le formazioni:

 

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8, Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18, Cuccarolo 14, Mazzola 21, Vitale 23, Crespi 33; All. Vitucci.

TRENTO: Marble 2, Sutton 9, Craft 6, Baldi Rossi 12, Moraschini, Forray 5, Flaccadori 9, Gomes 15, Hogue 9, Lechthaler, All. Buscaglia .

Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “Una grande vittoria e per diversi motivi. E’ arrivata contro una squadra che veniva da sei successi consecutivi. Fisicamente la nostra è stata una settimana molto difficile, paragonabile a quella vissuta prima della sfida con Brescia. Eravamo dunque in grande affanno sotto questo punto di vista. Abbiamo messo in campo ciò che volevamo mettere ed il risultato è arrivato. Ottima la nostra difesa a zona che ha pagato. Siamo riusciti a tenere Trento a quota 67 e realizzare 76 punti contro la difesa simbolo del campionato. Direi che stiamo nettamente progredendo sotto tale aspetto. Abbiamo contenuto la loro fisicità. Siamo soddisfatti per i 22 punti centrati a questo punto della stagione, con 8 partite ancora da disputare. Possiamo guardare avanti con fiducia. Per quanto concerne White sarà sottoposto ad un ulteriore consulto medico tra domani e dopodomani per capire di più il suo problema alla schiena. Le decisioni in merito spettano alla società. Cuccarolo è stato eroico, giocando con un’infiltrazione e dando il massimo. Un vero esempio che i compagni hanno apprezzato”.

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Coach Buscaglia:“Una brutta partita che mi genera un mix di pensieri. Occorre mettere ordine. Torino è stata brava ed ha fatto quanto doveva, giocando con maggior voglia ed energia. Noi siamo scesi in campo con poca presenza e ci siamo trovati sempre un po’ in ritardo nelle scelte. Anche dalla panchina non era facile decidere cosa fare. Abbiamo sempre inseguito senza trovare lo switch giusto per cambiare volto al match. Ora, dopo una bella serie, dobbiamo ripartire dalla prossima partita tornando ad allenarci fin da subito con intensità”.

Foto: Fiat Torino Auxilium

Champion’s League Ottavi di finale Juventus vs. Porto 1-0

Juve ai quarti senza problemi, ci pensa Dybala su rigore… stavolta senza polemiche!

Di Claudio Benedetto

Porto, dopo lo 0-2 dell’andata, superato in scioltezza anche in casa e Juve che si accomoda nell’elite europea delle otto più forti. La squadra di Allegri si presenta con l’ormai consueto modulo e con i rientranti Cuadrado e Mandzukic regolarmente in campo, la difesa a quattro con Bonucci e Benatia centrali, Dani Alves e Alex Sandro sulle fasce, a centrocampo il solito Khedira affiancato questa sera da Marchisio con i soliti Dybala e Higuain a completare l’attacco. I bianconeri cominciano molto forte e nei primi minuti si fanno minacciosi più volte davanti a Casillas ma Higuain e Dybala non impensieriscono più di tanto il portierone dei lusitani. Il Porto prova a reagire, giusto per dare un senso al difficile tentativo di rimonta, ma le azioni si limitano a lunghi periodi di possesso palla senza mai affondare in maniera seria verso Buffon. Si va avanti così per tutto il primo tempo, con il Porto che tiene di più la palla e la Juve che però, quando attacca, dà sempre l’impressione di poter far male.

Al 40’, su azione che parte da calcio d’angolo arriva la svolta decisiva: Casillas respinge un pericoloso colpo di testa di Alex Sandro e Maxi Pereira, ultimo baluardo sulla linea di porta, respinge con le mani il tentativo a colpo sicuro di Higuain: rigore, espulsione del difensore e Dybala che realizza… 1-0 per la Juve e discorso qualificazione chiuso. Nella ripresa il ritmo si abbassa di molto e, a parte un rischio corso dai bianconeri nei primi minuti, tutto procede senza scossoni, con la Juve che a questo punto comanda il gioco e Porto oramai rassegnato all’eliminazione.

Nota di colore da sottolineare in un calcio troppo spesso pieno di veleni è la festa finale tra le due tifoserie che si applaudono reciprocamente, si abbracciano e si scambiano le sciarpe in un clima di amichevole complicità che suggella il legame tra due le squadre contro le rivali Benfica e Torino, da sempre unite e gemellate nel loro destino. La Juve, finora imbattuta in questa Champions, passa quindi ai quarti per la decina volta nella sua storia e attende il sorteggio di venerdì per conoscere la prossima avversaria. La sensazione è che ne vedremo delle belle!

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(foto:  Claudio Benedetto)

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Immobile: “Io e Belotti siamo amici”

La Lazio ha vinto sul Toro per  3-1 nel posticipo della 28/a giornata di serie A. Ciro Immobile ha commentato ai microfoni di Premium sport la vittoria contro i granata.”La sfida contro Belotti? Noi siamo amici, e questa era una sfida tra Lazio e Torino, ma  sono felice che la Lazio abbia vinto. Devo fare i complimenti a tutta la squadra: non era facile reagire in questo modo dopo il loro pareggio. Vuol dire che la squadra è matura e di questo sono felice e orgoglioso”

SUCCESSO AL PRIMO TORNEO OPEN DI PADEL ORGANIZZATO DAL MONVISO SPORTING CLUB.

Dopo le tappe dello Slam, il Monviso Sporting Club ha organizzato l’appuntamento più importante di padel della stagione, mettendo a disposizione degli atleti 3.000 euro di montepremi oltre ai rimborsi per il pernottamento per le coppie semifinaliste.


Un ottimo esordio se si pensa che il padel è ‘sbocciato’ in Piemonte solo da circa un anno. Cinquantotto le coppie iscritte complessivamente e tre i tabelloni conclusi: uno ‘Open’ femminile con dodici coppie, uno di terza e quarta categoria con venticinque coppie, i cui semifinalisti si sono qualificati al tabellone Open maschile a cui si sono iscritte di diritto diciassette coppie. Solo dodici le coppie provenienti da fuori Piemonte ed esattamente dall’Argentina, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e dal Lazio che vantano una maggiore tradizione padelistica rispetto al Piemonte. In ambito maschile il successo è andato alla coppia italo-argentina Cristian German Gutierrez/Hugo Sconochini (argentino, naturalizzato italiano e già campione di basket) sulla coppia italiana Alberto Albertini/Enrico Burzi al termine di una partita spettacolare (64 76).

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In ambito femminile, invece, successo a sorpresa della coppia lombardo-romagnola Giulia Sussarello/Sara D’Ambrogio contro la coppia romana, testa di serie n. 2, Sara Celata/Martina Lombardi al termine di una partita altrettanto bella (64 76).

Davanti a poco meno di un centinaio di persone, in entrambe le finali si è visto un livello di gioco alto e molto spettacolare; in particolare, in campo maschile, ha impressionato l’argentino Cristian Gutierrez (attualmente n. 37 al mondo) che ha intrapreso un “match in singolare” con il campione italiano Enrico Burzi, mentre in ambito femminile, la giovane e promettente comasca, Giulia Sussarello, ha dimostrato grande solidità fisica e mentale mettendo in campo un gioco aggressivo e coprendo da sola tre quarti di campo contro la forte coppia Celata/Lombardi, entrambe giocatrici nazionali e, rispettivamente, una campionessa italiana e l’altra vicecampionessa.

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In entrambi i tabelloni Open, le coppie torinesi hanno tenuto alto l’onore di casa cedendo il passo contro avversari decisamente superiori e raggiungendo, comunque, piazzamenti pregevoli. In ambito femminile si sono fermate ai quarti di finale: la coppia Barbara Cravero/Carola Scialpi cedendo il passo alla forte coppia milanese-bolognese Maria Maderna/Martina Camorani (62 61), quella formata da Chiara Sangiorgio e Carlotta Colombo perdendo contro la testa di serie n. 2 Celata/Lombardi (61 61) ed il tandem Chiara Prati/Simona Impagliazzo battute dalla coppia torinese-bolognese Manuela Savini/Laura Pollacci (60 60); quest’ultima coppia ha, poi, perso in semifinale contro Celata/Lombardi (62 62).

In ambito maschile, la coppia formata dai due forti tennisti Alberto Giraudo/Nicolò Vercellino si è fermata nei quarti di finale contro la testa di serie n. 4 Carlo Conti/Giordano Orecchio (63 61), mentre Marcello Motta/Simone La Pira, dopo una lottatissima partita negli ottavi, hanno perso anche’essi nei quarti di finale contro la più solida coppia Albertini/Burzi (61 63).

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Nel tabellone di terza e quarta categoria maschile hanno raggiunto le semifinali, conquistando la qualificazione nel tabellone Open, le coppie: Armando Calvetti/Stefano Peracchione (64 57 63 sulla coppia Giancarlo Maccagno/Costabile Cilento), Guglielmo Cavallotto/Nicola Goitre (63 64 sulla coppia milanese Edoardo Marchisio/Filiberto Rizzitiello), Paolo Ballatore/Alessandro La Gioia (36 76 61 sulla coppia Alessandro Ferrero/Marco Cassetta) e Luca Nicoletti/Stefano Reitano (61 63 sulla coppia Carlo Villani/Denis Musurana). Dei qualificati, le coppie Cavallotto/Goitre, Ballatore/La Gioia e Nicoletti/Reitano hanno superato il primo turno del tabellone Open, fermandosi nei quarti di finale. Il livello di gioco del padel in Piemonte sta crescendo anche se il gap con le altre regioni, come Lombardia o Lazio, è ancora alto, ma la passione dei giocatori e l’impegno economico dei circoli consentirà alla nostra regione di raggiungere livelli alti di gioco. La dimostrazione di questa inevitabile tendenza sono il numero di campi aumentato sensibilmente nell’arco di dieci mesi, il numero di tesserati agonisti ed il numero di squadre piemontesi che parteciperanno all’imminente campionato nazionale di serie B. La Federazione tennis dovrà andare oltre quanto sta già facendo, garantendo maggiore sostegno ai circoli che vorranno investire ed ai giocatori, nuovi e non, che vorranno dedicarsi a questo divertente sport.

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A Torino ed in tutto il Piemonte, purtroppo, sono ancora poche le strutture indoor e, se, come probabile, il numero dei giocatori agonisti e amatoriali continuerà ad aumentare, già a partire dalla prossima stagione, i campi al coperto saranno insufficienti a soddisfare la domanda. L’auspicio è che nascano nuovi centri specializzati nel padel oppure che i circoli di tennis aumentino i campi da padel e ne prevedano la copertura per affrontare la lunga stagione invernale piemontese.

In questo senso, il Monviso Sporting Club, ha già dimostrato di voler investire nel padel realizzando tre campi (con la previsione di raddoppiare a breve), di cui due al coperto sotto una struttura permanente. E così l’AD Stefano Ponzano ha confermato che “abbiamo voluto fare le cose professionalmente e pertanto anche al padel ci siamo approcciati con la finalità di diventare un punto di riferimento per il movimento regionale e nazionale”. Ora, per consentire la crescita del movimento padelistico in Piemonte, l’auspicio è che anche altri circoli possano intraprendere percorsi simili. Per garantire questa crescita è necessario non dimenticare i tre concetti chiave che hanno consentito al padel di diventare il secondo sport più praticato in Spagna: il padel è divertente, facile da imparare anche dopo poche lezioni e deve essere uno sport accessibile a tutti.

MS

Foto: Monviso Sporting Club

 

 

 

 

IO PROPRIO IO: PEPPE POETA

Incontrare il capitano della FIAT AUXILIUM CUS TORINO è sicuramente qualcosa di importante sia per il valore della carica in sé e sia per il valore del giocatore stesso.

Ma nell’approccio iniziale si scopre fin da subito che il sorriso e la disponibilità del ragazzo Peppe… non sono fittizie. Può dare la sensazione che debba essere la solita routine del ruolo dover sostenere interviste ma, a ben vedere, il mondo che lui vive ogni giorno lo condiziona in positivo e gli dà la carica istintiva per rendere luminosa la propria realtà. “Eccolo” è la prima parola che pronuncia al suo arrivo e lo fa come lo si dice ad un amico ad un appuntamento. E’ sorprendente la sua disponibilità dopo allenamento e massaggio per riprendere al top con la sua schiena, e non si può non apprezzarne la qualità della persona. Il suo racconto sembra essere quello di un predestinato anche se lui lo considera come normale. Inizia a 6 anni e procede in tutta la trafila che lo conduce dalle giovanili alle nazionali, ma sa che tutto questo è conosciuto e sa che il suo passato è noto, e credo che la sua volontà sia di osservare il presente e sognare sempre il futuro. Sembra un personaggio di Oscar Wilde, sempre proiettato in avanti con una luminosità particolare che emana intorno a sé voglia di vivere. Tra i suoi ricordi curiosi, troviamo che un politico famoso avrebbe fatto di tutto per averlo a giocare nella sua squadra del cuore a Roma, ma non se ne fece nulla, ma forse, oltre ai molteplici riconoscimenti individuali, alcune esperienze lo aiutano a continuare quel percorso di crescita individuale che ancora oggi lo rende sempre protagonista. Ad un certo punto della carriera vola in Spagna a giocare da “straniero” e in quel luogo prova l’esperienza del “coccolato” ma responsabilizzato perché se sei in un luogo e non sei indigeno, devi giustificare con i fatti la tua presenza e questo ti costringe ad essere sempre concentrato. Il mondo spagnolo cestistico sembra più appassionato allo spettacolo che al risultato in sé, ma questo per lui non è fondamentale, in quanto per lui l’impegno è sempre identico.

Nel basket attuale lui si trova bene, è molto fisico, molto veloce con tanto atletismo in più e in quanto tale l’errore è sempre dietro l’angolo ma non è possibile paragonarlo a quello di tempo fa e ogni epoca fa storia a sé. Quando si parla con lui la sensazione del ragazzo giovane la si ha se non si pensa alla sua carriera che lo vede impegnato sulla scena di alto livello da tanti anni e che quindi lo rende “uomo” di esperienza sportiva, ma la sua quotidianità sembra essere sempre al massimo.

E’ disponibile al dialogo con i compagni ed è parte integrante del nucleo della squadra. Per lui Italiani o stranieri non “fa” differenza: è sempre pronto a collaborare in qualsiasi modo per il bene della squadra. Si impersonifica subito nel mondo in cui è immerso: i tifosi sono per lui parte importante, li sprona e li segue in tutto il mondo social che per lui è un aspetto fondamentale per mantenere il contatto con chi durante le partite soffre per chi gioca.

L’abbiamo visto in partite in cui il cuore supera il dolore, e non è certo lo stipendio lo stimolo ad andare realmente contro la sofferenza, ma è l’animo di chi vive un sogno in maniera positiva ed elegante. Già, elegante. Esiste un’eleganza forzata (come la ricerca di abiti sgargianti o ammennicoli assurdi) o chi ce l’ha naturale. Peppe la cerca nei particolari innati, come il suo numero di maglia, scelto sempre per la sua eleganza di forma, prima il numero 6 poi il 3 e adesso 8: una progressione che però ha un disegno sempre ricorrente che può permettere di comporre con pochi segni aggiunti o tolti sempre lo stesso disegno. Un’eleganza che si ritrova nella non volontà di esternare i successi individuali che sa però di essersi guadagnato nel corso degli anni. La mancanza di arroganza non significa remissività ma è la consapevolezza dei forti. I risultati sono in bacheca e sotto gli occhi di tutti e il pubblico conosce il passato, ma non si vive là dietro… e lui ha ancora un sogno nel cassetto che non è ancora stato aperto e che desidererebbe tanto schiudere: vincere di squadra.

Sì, la soddisfazione di raggiungere un importante traguardo con la squadra in cui giochi tutti insieme è in effetti una enorme ricompensa nel lavoro sportivo che svolgi. I successi personali, gli sponsor che da anni lo gratificano per il suo lavoro, le persone che incontra alla sera o in giro per la città lo spronano a valutare come il suo lavoro di cestista vada oltre al palleggiare ma a regalare emozioni e questo lo rende particolarmente consapevole della sua abilità come uomo cestista e della sua profondità umana come uomo “comune”.

La voglia di vincere qualcosa con la squadra è un segnale solo delle persone forti, che vogliono vincere non solo per qualcuno (per sé, per la carriera, per gli sponsor, …) ma CON qualcuno, ed è il massimo per chi sceglie uno sport come il basket, un vero sport di squadra, dove da soli non si può fare tutto.

Se gli si chiede se sia dura questa vita di cestista sorride e dice che non ha mai affrontato “veri” sacrifici, perché tutto quello che ha “fatto” lo ha sempre “fatto” perché quello che “faceva e fa” è quello che gli piace, fin da bambino. Il bambino Peppe non ha dovuto “costruire” il sogno di diventare un giocatore, lo è diventato fin da subito e il sogno di tanti per lui è diventato splendida realtà in maniera naturale. Ed è questo che lo rende unico: è naturale, è quello che si vede, è disponibile e con il suo sorriso può rendere semplice ogni cosa.

L’eleganza non è solo nei modi, non è solo in questo almeno; l’eleganza è nel rendere bello e semplice ciò che altri rendono complesso e difficile: caro Peppe da Battipaglia, vero argonauta del Basket, il tuo sorriso e la tua disponibilità ti rendono unico, ed è forse questa innata qualità di semplicità (che è solo dei grandi) che il pubblico delle gradinate adora, e che, visti i tuoi sogni, “sogna” insieme a te che tu vinca con la tua squadra della FIAT AUXILIUM CUS Torino…

Grazie Peppe Poeta, elegante artista del basket: a presto!

Paolo Michieletto

 

Io proprio io: Valerio Mazzola

E’ sempre un piacere incontrare un sorriso, ed un sorriso timido ma sincero è qualcosa di più. Valerio Mazzola si presenta come un ragazzone forte e deciso, ma nei suoi occhi si illuminano sprazzi di una intelligenza di qualità differente dal comune corroborata da un’attenzione al mondo non comune. E’ un ragazzo che sa di essere fortunato e di questo ne è consapevole in maniera ragionata, e cerca forse di vivere al meglio questo momento che sta realizzando nella nostra città come giocatore di serie A nella squadra locale di Basket della FIAT Auxilium Cus Torino.

Abbiamo provato a scoprire nel suo passato le tracce di questo basket che è ora la sua professione, ma sarete stupiti di incontrare come principale una passione che ancora oggi è nel suo cuore: il calcio. E fino a 14 anni l’obiettivo era quello di diventare un calciatore e forse la sfortuna di un infortunio che fino ai 17 anni lo ha bloccato nel giocare a calcio si è trasformato in una sliding – door che apre il suo pertugio verso il basket. Per chi non lo conoscesse, ora Valerio è un giovanotto…alto quanto una persona normale che sale su una sedia, e immaginarlo come calciatore può sembrare strano ma si sa, al cuor non si comanda… . E andare allo stadio fin da piccolo lo esalta come poche cose sanno fare.

E allora comincia a frequentare alla veneranda età di 18 anni squadre “parrocchiali” di basket, ma, si può ben immaginare, la classe non è acqua e non può fare da raccattapalle alle partite di quelli bravi per molto. Ed è quello che fa: con umiltà e dignità si ritrova dopo poco a giocare con quelli per cui recuperava i palloni. La dote di buon ragazzo gli deve essere congenita e un sorriso passa nei suoi occhi quando ci dice che forse uno dei motivi che lo ha “convinto” ad andare sul parquet e non sui campi da calcio potrebbe essere stata anche sua mamma… . Il calcio è uno sport in cui l’abbigliamento che usi, estate inverno e primavera e anche autunno…, tende un pochino a sporcarsi tanto, e lei forse in un momento di illuminazione gli ha chiesto uno sport meno “fangoso” e con meno roba da lavare… . Sicuramente non è solo questo il motivo, ma Valerio sembra proprio avere un cuore buono, … e credo che il motivo della mamma non sia così indifferente.

Però è sì un bravo ragazzo, ma è determinato e forte. Non si spaventa di iniziare a giocare quando tutti gli altri sono già lì da diversi anni. Parte dalla gavetta, gioca nella sua squadra di età, in quella dei “grandi” e dopo allenamento resta ancora un po’ per migliorarsi ulteriormente. Quanto poco si possa vedere di chi raggiunge un risultato! Tutti gli “scarsi” si vantano di infortuni che hanno bloccato la loro carriera, mentre i “grandi” si rimboccano le maniche e corrono il doppio! E tutti a dire che sei stato fortunato, e può darsi, ma la fortuna entra se tu le apri la porta e Valerio sembra averle costruito un portone di altri tempi.

Si accorge che quello che prima era un ripiego incredibilmente (forse solo per lui, mentre altri avevano già intuito le sue qualità) può diventare una professione. Da Ferrara dove inizia a giocare “professionalmente” si ritrova a Montegranaro e condivide la propria vita con una ragazza che studia Ingegneria, … e che tutte le mattine si alza per andare in facoltà e che quando rientra studia e si ritrova ad addormentarsi sui libri. Osserva il suo mondo e capisce che se dall’alto gli hanno donato un talento non è corretto lasciarselo sfuggire, e riconoscendo la fatica altrui apprezza ogni singolo momento della sua vita sportiva, che è si faticosa, sicuramente impegnativa e non priva di aspetti non belli, ma insomma, definirla bella è sicuramente restrittiva. All’inizio questo girare da nomade in alberghi, questa vita sempre un po’ in valigia con amici poco al seguito ma con compagni di squadra molto importanti con cui condividere quasi tutti i momenti della giornata gli sembra difficile. Ma l’intelligenza si intravvede in chi sa apprezzare la vita e piano piano si accorge che la fortuna è in arrivo e la insegue a tutta forza.

E’ una persona profonda e sa riconoscere chi lo ha aiutato: sceglie ad esempio di giocare con il numero 14 perché era il numero di Romeo Sacchetti che lo ha allenato e tanto ha contribuito nella sua vita. A Torino vorrebbe cambiare e prendere il 7 ma Luciano Vendemini (compianto) ha la prerogativa da sempre e allora aggiunge 7 al suo numero e usa il 21. Tra i giocatori che ricorda per particolari doti sportive lo ha da sempre impressionato Jobey Thomas con cui ha condiviso i colori di Montegranaro, e tra i suoi più importanti “aiuti” alla carriera il suo ricordo vola a Daniel Farabello che lo ha sempre sostenuto e consigliato nei primi momenti da professionista in quel di Ferrara. Per chi legge non è facile capire come si possa intravvedere un moto di ringraziamento nelle sue parole dalla emozione con cui pensa ai tempi (recenti) della sua storia e che selezionare un nome non sia facile, perché forse vorrebbe ringraziare tutti e credo che lo faccia sempre. Forse un rimpianto è per la Nazionale che gli è sfuggita per un infortunio che non gli ha permesso di salire al momento giusto sul treno per l’azzurro, e che forse meriterebbe di transitare nuovamente dalle sue parti

Valerio è però un ragazzo buono e vivo in tutti i sensi. Se possibile, con la giusta moderazione del professionista, uscire con gli amici è qualcosa di bello e se qualcuno lo riconosce per strada lo vedrete sorridere perché è bello che qualcuno voglia salutarti e fare una foto con te. Ma non sarà lui a chiedervelo. E’ troppo ben educato ma la gentilezza dell’animo trapela appena gli parlate un istante. Lui non promette mai come fanno tanti, ma garantisce il massimo impegno tutti i giorni, in quello che fa per onorare la fortuna che lui stesso sa di avere e sa di avere la responsabilità di mantenere. E’ splendido vedere un ragazzo così giovane (anche se gli eroi dello sport sembrano non avere età visti dalle tribune) con così tanta energia nella mente da erogare ai muscoli per rendere entusiasti i piccoli avventori degli spalti che dalle sue e altrui gesta molte volte fanno dipendere la propria “temporanea” felicità.

Ma ha ancora un sogno: il prato verde lo incanta sempre. Sarebbe bello immaginarlo calcare un manto erboso dove il suo sogno di trequartista possa prendere piede… magari tra qualche anno visto quanto di buono sta facendo con la palla a spicchi. E poi, proprio a Torino, qualcuno che si chiami Mazzola e abbia il nome che inizia per Vale… dovrebbe ricordare qualcosa.

Chissà, i suoi occhi si illuminano ancora per il calcio e sogna i suoi amici che sul campo di calcetto hanno continuato a giocare e forse giocano ancora. Ma il gigante gentile Valerio Mazzola, sui campi da basket ha molto da offrire al suo pubblico e a tutti coloro che apprezzano chi lavora per mantenere vivo il proprio sogno. A presto Valerio, e buon lavoro!

Paolo Michieletto

 

La Juve vince, ma il rigore di Dybala scatena le proteste rossonere

Su Premium Sport il tecnico rossonero Vincenzo Montella si scusa per le intemperanze dei milanisti nel fine partita: “Mi scuso per il parapiglia finale, c’era molta tensione e spero che da casa ci capiranno. In futuro dobbiamo trasmettere messaggi di maggiore serenità”. E’ stato infatti un rigore al 96′ di Dybala, per un presunto fallo di mano in area, la “pietra dello scandalo” che ha dato alla Juve la vittoria sul Milan per 2-1. Le reti nel primo tempo erano state messe a segno da Benatia per i bianconeri e da Bacca per il Milan. Ora la Juventus  è A  +11 sulla Roma

Allegri: “Il Milan? Squadra sorniona, non muore mai”

“Non  muore mai, il Milan: è una squadra sorniona, sembra che esca dalla partita e invece…”. E’ quanto l’ansa scrive, riportando le parole dell’allenatore bianconero Massimiliano Allegri, in attesa dell’anticipo di campionato contro i rossoneri. “Nonostante  tanti punti di differenza in classifica , con il Milan è sempre una gara equilibrata. Deulofeu  è bravo ad entrare in area e ad aprire le difese. I rossoneri hanno una grande velocità e tecnica, un gioco fisico a centrocampo”.