SPORT- Pagina 4

“Ma cos’era mai questo Toro?”

Sabrina Gonzatto e la passione granata a vent’anni dall’uscita del suo libro

Sabrina Gonzatto, torinese, scrittrice “per caso”, riservata ma luminosa, laureata in lingue, esperta di comunicazione e appassionata granata, ha vissuto per un periodo in Francia dove ha approfondito i suoi studi di marketing. Amante della pittura ha organizzato mostre d’arte arricchendo il suo patrimonio professionale; un giorno risponde ad un annuncio di lavoro pubblicato su La Stampa, come si faceva qualche anno fa, e viene assunta dopo una lunga selezione, in quella che oggi si chiama Università ECampus. La prima sede dell’azienda, a Corso Vittorio Emanuele 77, è stata l’ex quartier generale del Torino scelta dal presidente Orfeo Pianelli, coincidenza suggestiva? “Era scritto che dovessi vivere in quella sede, era il destino”.

Il Toro è una passione di famiglia?

Si, dopo essere andati a visitare la nostra prima sede aziendale sono tornata a casa e i miei genitori mi hanno detto subito che quella era la ex sede granata. Dopo qualche tempo, senza avere l’intenzione di scrivere un libro, ho cominciato a buttare giù delle pagine sul Toro supportata da mio padre con cui avevo un rapporto speciale; da piccola lo accompagnavo allo stadio, un luogo che mi attraeva per l’atmosfera e per tutte quelle persone appassionate, lui tifava molto e a volte tornava a casa senza voce. Dopo qualche tempo questi scritti hanno preso forma, li ho mostrati a mio marito Giulio Graglia che, a mia insaputa e con mia grande sorpresa, ne ha creato un progetto teatrale.

È così che è diventata una scrittrice?

Esatto, al libro “Ma cos’ era mai questo Toro?” uscito la prima volta nel 2005, ne sono seguiti altri come la biografia “Orfeo Pianelli – Il presidente del Toro campione” dedicato alla figlia Cristina. Il fatto di essere entrata nella comunità granata e non essere più unicamente una tifosa, mi ha incoraggiato ad occuparmi maggiormente della mia squadra di calcio; posso dire di essere la capostipite, nel periodo contemporaneo, ad aver dedicato diversi libri al Toro, questo primato mi rende molto orgogliosa, ma allo stesso tempo riconosco di non essere sola in questa importante attività “sentimentale”.

Il libro e lo spettacolo teatrale raccontano di Marco, del suo diario e del suo amore granata?

Sì. Marco torna a casa dei suoi genitori e trova il suo diario di quando era adolescente, ma anche figurine Panini e tra le foto una di sua figlia da piccola. Con questa immagine di Carlotta inizia un dialogo/monologo immaginario fatto di confidenze, di ricordi e della sua passione granata. Il titolo “Ma cos’era mai questo Toro?” è la considerazione della figlia Carlotta al parlare con grande enfasi e slancio del Toro del suo papà. Nel libro racconto anche della tragedia di Superga, dello scudetto del 1975/76, mi fermo calcisticamente agli anni ’90.

L’ho dedicato a tutti i papà, ma soprattutto al mio che mi ha insegnato l’amore per il Grande Torino.

Maria La Barbera

Due cuori, una città: la storia di Juventus e Torino, orgoglio e passione sabauda

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SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO

Torino è una città dal passo lento e dallo sguardo profondo, una città che porta addosso il peso della storia e la grazia della sobrietà. Tra le sue strade eleganti, le piazze porticate e le fabbriche che un tempo ne scandivano il ritmo, si muove un sentimento che unisce e divide allo stesso tempo: quello per il calcio. Qui, dove la nebbia avvolge i palazzi e le domeniche profumano ancora di caffè e giornali sportivi, convivono due anime, due colori, due storie che raccontano in modo diverso la stessa passione. Da un lato la Juventus, simbolo di vittoria e rigore, di tradizione borghese e visione internazionale. Dall’altro il Torino, figlio del popolo, della fatica e del coraggio, della speranza che rinasce anche quando tutto sembra perduto. Due squadre nate a pochi anni di distanza, cresciute nello stesso terreno eppure così diverse per stile, carattere e destino. In una città spesso riservata e discreta, il calcio è diventato un linguaggio d’identità collettiva, una forma di appartenenza che supera generazioni e differenze sociali. Il derby della Mole non è solo una partita: è un racconto che si rinnova da più di un secolo, fatto di rivalità, rispetto e memoria. Torino vive di questi due cuori che battono all’unisono, anche quando sembrano scontrarsi. È una città che si riconosce tanto nella compostezza vincente della Signora quanto nell’orgoglio ferito ma indomabile del Toro.
La Juventus, l’eleganza della vittoria
La storia della Juventus inizia nel 1897, quando un gruppo di giovani studenti del liceo D’Azeglio, in una Torino ancora aristocratica ma già proiettata verso la modernità industriale, decise di fondare una società sportiva per divertirsi con quel gioco inglese che stava conquistando l’Europa. La chiamarono “Juventus”, parola latina che significa giovinezza, forse senza sapere che quel nome sarebbe diventato sinonimo di vittoria, disciplina e prestigio. I primi anni furono quelli dell’entusiasmo e dell’improvvisazione, con divise rosa e partite giocate su campi sterrati. Poi arrivò il bianco e nero, ispirato al Notts County, e con esso l’inizio di un’identità destinata a durare nel tempo. La Juventus cominciò presto a imporsi nel panorama nazionale, conquistando scudetti e costruendo una mentalità vincente che non l’avrebbe più abbandonata. Negli anni Venti e Trenta, con l’arrivo della famiglia Agnelli, la società trovò stabilità economica e visione. La Juventus divenne non solo una squadra di calcio, ma un simbolo dell’Italia che cresceva, lavorava, innovava. Nacque così la leggenda della Signora, elegante ma spietata, capace di risollevarsi dopo ogni caduta.
Nel corso dei decenni, la Juventus ha cambiato volti e stadi, ma non anima. Dal vecchio Comunale, teatro di mille imprese, al futuristico Delle Alpi e infine all’Allianz Stadium, un impianto moderno e funzionale che rappresenta la nuova dimensione globale del club. In campo, la storia è passata attraverso nomi che hanno scritto pagine indimenticabili: Giampiero Boniperti, simbolo di classe e leadership; Michel Platini, il genio francese che trasformava ogni punizione in un’opera d’arte; Alessandro Del Piero, capitano gentile e cuore bianconero per eccellenza; e Gianluigi Buffon, volto di un’epoca fatta di sacrificio e carisma.
Ma la Juventus non è solo un elenco di vittorie o di campioni: è un modo di intendere il calcio e la vita. È la capacità di ricominciare dopo le difficoltà, come accadde dopo la tragedia dell’Heysel o gli anni di Calciopoli. È una squadra che ha saputo vincere in silenzio e perdere con dignità, che ha costruito la propria grandezza sul lavoro e sull’equilibrio, proprio come la città che la ospita. A Torino, la Juventus rappresenta l’eleganza della vittoria, la misura di chi non ha bisogno di clamori per sentirsi grande.
Il Torino, la leggenda che non muore mai
Il Torino, invece, nasce dal dissenso, da un atto di ribellione e passione. Era il 1906 quando un gruppo di ex dirigenti e giocatori della Juventus decise di fondare una nuova squadra, libera da gerarchie e animata da spirito popolare. Nacque così il Foot-Ball Club Torino, e da quel giorno la città trovò la sua seconda anima. Il granata, colore scelto in onore di una squadra svizzera, divenne il simbolo di un popolo fiero, pronto a sostenere la propria squadra anche nei momenti più difficili. Fin dai primi anni, il Toro si distinse per il suo carattere combattivo, per la capacità di emozionare e trascinare. Il suo cuore pulsava al Filadelfia, lo stadio che per decenni è stato la culla del calcio romantico, il luogo dove i sogni diventavano realtà e dove ogni allenamento era una lezione di vita.
Negli anni Trenta e Quaranta, il Torino raggiunse l’apice della sua gloria con la nascita del Grande Torino, una squadra che superò i confini dello sport per diventare un simbolo nazionale. Guidati da Valentino Mazzola, un capitano carismatico e generoso, i granata dominavano i campionati, giocando un calcio moderno, veloce, fatto di armonia e coraggio. Erano anni difficili, con l’Italia che cercava di rialzarsi dalle ferite della guerra, ma quella squadra rappresentava la speranza, la voglia di rinascere. Il Grande Torino non era solo una formazione di fuoriclasse: era un esempio di unità e amicizia, un gruppo di uomini che in campo e fuori incarnavano il senso più autentico dello sport.
Poi arrivò il 4 maggio 1949, il giorno che cambiò tutto. L’aereo che riportava la squadra da Lisbona si schiantò contro la collina di Superga, alle porte di Torino. Nessuno sopravvisse. In un attimo, il calcio italiano e la città intera persero i loro eroi. La tragedia di Superga non cancellò però la leggenda, la rese eterna. Da allora il Torino è diventato molto più di una squadra: è un sentimento collettivo, una memoria viva che si tramanda di padre in figlio. Ogni anno, i tifosi si ritrovano ai piedi della basilica per ricordare quei campioni, e il loro nome risuona ancora tra le mura del nuovo stadio Olimpico Grande Torino, dove ogni partita è una preghiera laica, un modo per dire che la leggenda non morirà mai.
Dopo Superga, il Toro ha conosciuto anni di luci e ombre, ha vinto e sofferto, è caduto e si è rialzato mille volte, ma ha sempre conservato la propria identità. Giocatori come Paolo Pulici, Francesco Graziani, Claudio Sala e più tardi Gianluigi Lentini e Andrea Belotti hanno portato avanti quello spirito di appartenenza che fa del Torino una squadra unica. Il Toro non vive per vincere a ogni costo: vive per emozionare, per rappresentare la parte più sincera e appassionata della città. Se la Juventus è la perfezione del gesto, il Torino è il battito del cuore.
Torino, nel profondo, è questo: una città che ama attraverso le sue squadre, che si riconosce in due colori opposti ma complementari, che da oltre un secolo scrive la propria storia attraverso le vittorie, le sconfitte e le lacrime di un pallone. Nelle vie di San Salvario o lungo corso Vittorio, nei bar del centro o nei quartieri popolari, non passa giorno senza che qualcuno parli di Juve o di Toro. Perché qui il calcio non è un passatempo, è una forma di identità. Due squadre, due destini, un solo spirito. Torino vive così, sospesa tra eleganza e passione, tra gloria e dolore, tra due cuori che battono per la stessa città.
NOEMI GARIANO

L’eccellenza è una scelta: Sinner e Lavazza insieme fino al 2030

Lavazza è orgogliosa di annunciare il rinnovo della partnership con il tennista Jannik Sinner, Brand Ambassador dell’azienda dal 2019. Il nuovo accordo di lungo termine estende la collaborazione fino al 2030, consolidando un legame che va oltre il campo da gioco. Lavazza è stata tra i primi brand al mondo a credere nel suo talento, quando, ancora diciottenne, era al 140⁰ posto della classifica ATP. Da allora il cammino insieme è stato straordinario: dalla partecipazione e vittoria alle ATP Next Gen Finals di Milano, nel 2019, fino agli storici trionfi nei tornei del Grande Slam e alle Nitto ATP Finals, di cui Lavazza è Platinum Partner. Il culmine è arrivato con il raggiungimento del primo posto nelle classifiche nel ranking mondiale ATP, traguardo che evidenzia il talento di un atleta che ha saputo conquistare il cuore di moltissimi fan in tutto il mondo. Questa partnership rappresenta un esempio virtuoso di come il sostegno continuativo e autentico possa contribuire alla crescita reciproca.

Lavazza e Sinner condividono valori comuni: passione, eccellenza e dedizione.

“Siamo entusiasti di rinnovare la nostra partnership con Jannik fino al 2030 – dichiara Giuseppe Lavazza, Presidente del Gruppo Lavazza – abbiamo creduto in lui fin dall’inizio, quando il suo talento era solo una promessa. Vederlo oggi al vertice del tennis mondiale ci riempie di orgoglio e conferma la forza di una visione lungimirante. È molto più di un Brand Ambassador, ma parte della nostra famiglia “.

“Ha generato un valore aggiunto significativo non solo in termini di visibilità, ma anche di legame affettivo – dichiara Marco Lavazza, Vicepresidente del Gruppo Lavazza – il rapporto con Jannik è cresciuto e si è evoluto nel tempo, diventando un simbolo della nostra presenza all’interno del mondo del tennis e nei principali tornei internazionali. La dimostrazione di come una partnership autentica possa rafforzare l’identità di un brand e la sua connessione con il pubblico”.

“Lavazza per me non è solo un partner straordinario –  dichiara Jannik Sinner – ma una famiglia. Mi hanno sostenuto fin dall’inizio del mio percorso, e questo per me ha un valore speciale. Nel tempo il nostro legame si è rafforzato in modo naturale, fondato su fiducia, rispetto e valori condivisi. Sono orgoglioso di rappresentare un’eccellenza come Lavazza nel mondo, ma soprattutto riconoscente per il rapporto umano autentico che ci unisce”.

Gian Giacomo Della Porta

“Premio di Letteratura Sportiva Gianni Mura”: ecco i vincitori

Rivelati i nomi. Cerimonia di premiazione, aperta al pubblico, in occasione delle “Nitto ATP Finals”

Sabato 8 novembre

E voilà i primi due. Paolo Piras, giornalista e scrittore mantovano (oggi direttore della redazione “Esteri” a “Rai News 24”) con il libro “Vertical. Il romanzo di Gigi Riva” (66thand2nd) – vita romanzesca di uno dei più grandi miti del calcio italiano – e lo scrittore (nonché docente del corso di “Editing” al “Master in Editoria” a Milano) Francesco Gungui, autore di “Meta” ( Editrice il Castoro), storia di un’avventura di crescita adolescenziale ambientata nel mondo del “rugby”: sono loro i vincitori della 4^ edizione del “Premio di Letteratura Sportiva Gianni Mura”. Il primo, per il “Miglior Libro di Letteratura Sportiva” e il secondo per la sezione “Fuoriclasse” che premia il miglior libro di “Letteratura Sportiva” per ragazze e ragazzi.

La “menzione speciale” per il “miglior libro sul tennis” va a Monica Giorgi, sei volte campionessa d’Italia nel doppio, e a Serena Marchi, giornalista, per il libro, scritto a quattro mani, “Domani si va al mare” (Fandango), in cui la stessa Giorgi si racconta come talento del tennis italiano, attivista politica e donna libera che ha attraversato lo sport e la militanza, restando sempre fedele ai propri ideali.

Istituito in memoria di Gianni Mura (Milano, 1945 – Ancona, 2020), uno dei più apprezzati giornalisti sportivi italiani, il “Premio” è dedicato ai libri di “Narrativa Contemporanea” che meglio hanno saputo raccontare lo sport, i suoi valori, le sue storie e i suoi protagonisti. Promosso e organizzato dal “Salone del Libro” e dalla “Città di Torino”, con il sostegno di “Fondazione CRT” e “Camera di commercio di Torino”, vedrà la “cerimonia di premiazione” (aperta al pubblico) sabato 8 novembre, alle 16,30, “Casa Tennis” in Piazza Castello, a Torino, in occasione del palinsesto di eventi organizzati in occasione delle “Nitto ATP Finals” e nell’ambito del ciclo di incontri “Fuoriclasse Live”, ideati, fino a domenica 16 novembre (con l’intervento di un nutrito numero di ospiti da Deborah Compagnoni a Adriano Panatta e a Paolo Bertolucci, solo per citarne alcuni), dal “Salone Internazionale del Libro di Torino”. A condurre l’appuntamento sarà il giornalista Paolo Maggioni, volto amato de “La domenica Sportiva” e presidente della nascente “Biblioteca Gianni Mura” a Milano.

Per questa 4^ edizione del “Premio”, i titoli sono stati selezionati valutando le opere pubblicate fra il 1° giugno 2024 ed il 31 maggio 2025.

Grazie al metodo misto di votazione, che prevede i voti sia del pubblico sia della Giuria selezionatrice, alla proclamazione del vincitore della sezione “Miglior libro di Letteratura Sportiva” hanno partecipato lettrici e lettori, esprimendo il proprio voto a partire dal 25 settembre sul sito del “Salone del Libro” (salonelibro.it). La votazione del pubblico, aperta fino al 26 ottobre, si è sommata a quella della Giuria selezionatrice.

Il “Miglior libro di letteratura sportiva per ragazze e ragazzi” è stato scelto da alunne e alunni di 51 classi (su 70 candidate), provenienti da 41 scuole, di 12 regioni (Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto). In totale ben 900 bambine e bambini, da Viù a Catanzaro, da Marano di Napoli a Venezia hanno votato il libro che maggiormente hanno amato tra i cinque selezionati dalla Giuria.

Da segnalare:

In occasione di “Fuoriclasse Live” e del “Premio Gianni Mura”, torna la “Libreria internazionale Salone del Libro”, realizzata in collaborazione con “Libreria Luxemburg” all’interno del “Fan Village” di piazza D’Armi. Il Salone proporrà al pubblico uno spazio speciale dedicato a romanzi, saggi, fumetti sullo sport e sul tennis in particolare, sulla città di Torino e sulla cucina italiana, con titoli di respiro nazionale e internazionale e una selezione di libri in lingua inglese, francese, tedesca e spagnola, oltre ai libri del “Premio”. La “Libreria” sarà aperta da sabato 9 fino a domenica 17 novembre, ultimo giorno del torneo “Nitto ATP Finals”, dalle 9,30 alle 23,30.

Il “Salone del Libro”, inoltre, continuerà a mantenere aperta la “Sala Olimpica”, creata nel 2021, per presentare, insieme con autrici, autori, giornaliste e giornalisti, libri, romanzi e saggi sullo “Sport”, per adulti e per giovani, e a proseguire con il podcast “Fuoriclasse” per raccontare, durante tutto l’anno, lo sport di ieri e di oggi, la sua epica, le sue storie uniche ed esemplari, i suoi personaggi e i valori condivisi.

Per maggiori infowww.salonelibro.it

g.m.

Nelle foto: Paolo Piras (Ph. Dietrich Steinmetz); Francesco Gungui (Ph. Claudio Sforza); Monica Giorgi e Serena Marchi

TDN in partenza per il Nico Sapio. 22 atleti al meeting di Genova

Nel fine settimana, il Team Dimensione Nuoto affronterà un interessante test di inizio stagione in occasione del Trofeo Nico Sapio di Genova. La manifestazione internazionale giunta alla 51a edizione si preannuncia di altissimo livello, vista anche la presenza massiccia di atleti di spicco del nuoto mondiale: alla piscina Sciorba di Genova saliranno sui blocchi il campione olimpico Thomas Ceccon, il campione del mondo Simone Cerasuolo, il finalista olimpico Alberto Razzetti, il medagliato olimpico Lorenzo Zazzeri e il plurimedagliato ai mondiali in corta Lorenzo Mora.

Nelle giornate di venerdì 7 e sabato 8 novembre (riservata a Assoluti e Juniores), saranno 19 gli atleti del TDN a scendere in vasca. Oltre a Lucia Tassinario e Alessio Hincu, protagonisti a livello internazionale con la cuffia della Nazionale italiana nella scorsa stagione, vedremo in gara Maddalena Bertelli, Sara De Stefano, Elisa Ferrari, Francesca Gallione, Giulia Grieco, Silvia Meloni, Egle Pintimalli, Stefano Cannella, Tommaso Dadone, Alessandro Giuffrè, Filippo Ponassi, Davide Principato, Luca Senestro, Laerte Sfolcini, Alessandro Soldano, Raphael Streghetto e Leonardo Toso.

Nella giornata di domenica 9 novembre, quella dedicata a Ragazzi e Esordienti, saranno in gara Arianna Rosso, Elia Mamino e Leonardo Surico.

Crivelli presenta all’osteria Rabezzana il suo libro su Jannik Sinner

In occasione delle Nitto ATP Finals Riccardo Crivelli presenta giovedì 6 novembre alle 18.30, presso l’Osteria Rabezzana, il libro dal titolo “Jannik Sinner” edito da Diarkos, la storia del campione che ha scritto la sua leggenda con silenziosa determinazione. Modera Alessandro Sartore.
Nato in val Pusteria, ai confini con l’Austria, Sinner ha intrapreso un viaggio straordinario che lo ha condotto dalle montagne alpine alle vette del tennis mondiale.
Questo volume racconta la sua storia, che è una storia di passione, ma anche di determinazione e crescita. Fin da giovane Sinner ha dovuto scegliere tra la sua passione per gli sci e quella per il tennis. A tredici anni, scegliendo la racchetta, intraprende un cammino che lo porterà lontano da casa per trasferirsi a Bordighera  dove inizia a frequentare una delle accademie tennistiche più prestigiose del mondo. Un passo che segnerà l’inizio della sua ascesa verso la grandezza. In questo libro viene raccontata la forza di un  ragazzo che ha imparato a credere in sé, abbracciando una filosofia di vita rigorosa, fatta di educazione,  umiltà  e un’etica del lavoro che gli sono stati insegnati dalla sua stessa famiglia, sempre pronta a supportarlo senza mai ostacolarne le scelte. A soli diciotto anni, la vittoria al torneo di Milano segna il suo primo grande trionfo, un risultato che in passato era riuscito solo ad Edberg e Federer. Il cammino di Sinner è  caratterizzato da alti e bassi, ma la sua continua crescita lo ha condotto a dominare  il tennis mondiale.
Le vittorie agli US Open e agli Australian Open del 2024 hanno riportato uno Slam in Italia dopo 48 anni, consacrando definitivamente il suo nome nella storia dello sport. Il libro non solo celebra i trionfi di un campione, ma invita a scoprire la sua essenza, un ragazzo che con un talento silenzioso e una dedizione incrollabile  ha forgiato la sua leggenda.
Sinner è destinato a rimanere sul palcoscenico del tennis mondiale per anni e a diventare un’icona indimenticabile,  un esempio di come lavoro e perseveranza possano trasformare il sogno in realtà.

L’autore, Riccardo Crivelli, originario di Voghera, giornalista professionista, è responsabile della rubrica Tennis della Gazzetta dello Sport.
Per Diarkos ha pubblicato i volumi intitolati “Rafael Nadal. Una questione di talento” nel 2022 e “Novak Djokovic. The Dioker” nel 2023.

Osteria Rabezzana Via San Francesco d’Assisi 23/c, giovedì 6 novembre  ore 18.30.

Mara Martellotta

Champions League, Juventus–Sporting Lisbona 1-1: Spalletti parte con un pari europeo

Debutto europeo agrodolce per la Juventus di Luciano Spalletti. All’Allianz Stadium i bianconeri non vanno oltre l’1-1 contro lo Sporting Lisbona nella prima giornata di Champions League.
La squadra parte bene con Vlahovic subito pericoloso, ma a sorpresa sono i portoghesi a trovare il vantaggio con Araujo, bravo a sfruttare una disattenzione difensiva. Rui Silva tiene a galla lo Sporting con due interventi su Vlahovic, ma il serbo trova comunque il pareggio poco dopo la mezz’ora con un sinistro preciso.
Nella ripresa il ritmo cala: la Juve gestisce, lo Sporting controlla. Solo nel recupero arriva l’ultima emozione, con David che spreca il possibile gol vittoria. Finisce così 1-1, un punto che lascia Spalletti con buone sensazioni ma anche la consapevolezza che servirà di più per comandare il girone.

Enzo Grassano

FIAT Torino City Marathon, la corsa entra in libreria

 

Alla Luxemburg, venerdì 7 novembre, con la presentazione del libro di Roberto Riccio “Corsa e coscienza. Un incontro nel cuore”

Venerdì 7 novembre, alle ore 18, presso la libreria Luxemburg di Torino, in Galleria Subalpina, Roberto Riccio presenta “Corsa e coscienza. Un incontro nel cuore”, in dialogo con Massimiliano Nerozzi, giornalista del Corriere della Sera. L’iniziativa è promossa da FIAT Torino City Marathon, che continua a promuovere un dialogo tra sport, cultura e città, invitando a scoprire la corsa da un’altra prospettiva.

“Corsa e coscienza. Un incontro nel cuore” racconta la corsa come esperienza di ascolto e crescita interiore. Attraverso aneddoti e riflessioni, Riccio esplora il legame tra corpo, mente e territorio, mostrando come il movimento possa diventare uno strumento di equilibrio, consapevolezza e scoperta di sé. Avvocato e runner, Roberto Riccio narra in prima persona il proprio percorso, la decisione, giunto nella terra di mezzo dei quarant’anni, di iniziare a correre quasi per curiosità, una scelta che si trasforma in un cammino fatto di cadute, ripartenze e ricerca del limite, fino alla consapevolezza che la corsa è prima di tutto un viaggio dentro la propria coscienza. Il libro è edito da Edizioni Io e Te.
L’incontro, aperto a tutti, si inserisce nelle iniziative culturali legate alla maratona, offrendo al pubblico una riflessione sul significato della corsa al di là della competizione e delle distanze. Manca sempre meno alla FIAT City Marathon, in programma domenica 23 novembre prossimo. La mezza maratona ha fatto registrare il sold out con 4 mila partecipanti, mentre la maratona continua a crescere, con oltre 3 mila e 700 iscritti e attirando runner da tutta Italia e dall’estero, con una percentuale di stranieri pari al 40% in entrambe le gare.

Sale l’attesa per la FIAT Torino City Run, la corsa di 5 km aperta a tutti, simbolo di partecipazione e spirito cittadino, e da questa settimana tutti hanno un motivo in più per unirsi alla festa. Basterà recarsi al Karhu Store di via Monferrato 15, a Torino, e nei weekend dell’8 e 9, 15 e 16 novembre a I Viali Shopping Park di Nichelino, ritirare la card per ottenere uno sconto di tre euro sulla quota d’iscrizione. Santander conferma anche quest’anno la sua presenza come partner della manifestazione. Nel 2024 ha devoluto 20 mila euro alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, contribuendo concretamente alle attività dell’Istituto di Candiolo IRCCS, e anche in questa edizione rinnoverà il proprio impegno a sostegno della cura e della ricerca oncologica.

Mara Martellotta

Numia Vero Volley Milano e Igor Gorgonzola Novara, si scrive la storia

Sabato 15 novembre Numia Vero Volley Milano e Igor Gorgonzola Novara condivideranno spazi, biglietti, sponsor e merchandising in un modello innovativo di collaborazione tra club. In occasione di questo appuntamento con la storia, presentato all’evento 2GETHER, si cercherà anche a battere il record di pubblico femminile per club, attualmente fissato a 12.626 spettatori. “Il nostro obiettivo è valorizzare la pallavolo con un progetto di collaborazione e visione comune tra club”, ha dichiarato Alessandra Marzari, presidente di Numia Vero Volley Milano

L’appuntamento con la storia è stato fissato: sabato 15 novembre alle ore 20.30, presso l’Unipol Forum di Assago andrà in scena un evento che segna una prima volta assoluta nella pallavolo femminile italiana. In campo si affronteranno Numia Vero Volley Milano e Igor Gorgonzola Novara, ma a vincere, prima ancora del fischio d’inizio, sarà la collaborazione tra le due società, che per l’occasione giocheranno entrambe in casa. Non era mai accaduto nella storia dello sport del Belpaese: una scelta innovativa, che supera i confini della tradizionale logica di “casa” e “trasferta” per trasformare una gara di campionato in un grande progetto condiviso. Le due società divideranno in modo paritetico spazi, opportunità e visibilità: dalla biglietteria alle attività di sponsor e hospitality, dalle aree pubblicitarie fino al merchandising ufficiale. Ma non solo, l’occasione prevederà la presenza di entrambe le mascotte, la conduzione da parte dello speaker di Milano insieme a quello di Novara, merchandising co-prodotto dai due partner tecnici, bambini che parteciperanno allo start game con la squadra avversaria e la presentazione dei due team fatta allo stesso modo. Tutto sarà organizzato insieme, con l’obiettivo di offrire al pubblico un’esperienza di alto livello e di dare un segnale concreto di unità, innovazione e collaborazione nel panorama sportivo italiano. “Questa partita rappresenta qualcosa di più di un evento sportivo – ha dichiarato Alessandra MarzariPresidente di Numia Vero Volley Milano – È la dimostrazione concreta che, anche in un contesto competitivo, si può lavorare insieme per valorizzare il nostro sport. Condividere ogni aspetto organizzativo con una società come Novara significa aprire una strada nuova, fatta di collaborazione e visione comune. E se insieme riusciremo anche a riscrivere una pagina di storia, sarà ancora più bello”.

In questa cornice straordinaria, le due società punteranno infatti anche a un obiettivo ambizioso: battere il record di pubblico per una partita di pallavolo femminile italiana per club, attualmente fissato a 12.626 spettatori. Un traguardo che rappresenterebbe non solo un successo sportivo, ma anche la conferma del crescente entusiasmo che circonda la pallavolo femminile e la forza di un progetto capace di unire. “Per Vero Volley questa partita è un vero laboratorio di innovazione – ha dichiarato Gianpaolo MartireHead of Marketing di Vero Volley – Condividere spazi, merchandising, sponsor e attività con Novara ci permette di creare un modello completamente nuovo di evento sportivo, dove ogni tifoso vive un’esperienza integrata e coinvolgente. È una sfida ambiziosa, ma anche un’opportunità unica per mostrare come la pallavolo femminile possa crescere in termini di pubblico, visibilità e valore per tutti i partner”.

Non saranno solo il big match o la storica collaborazione o il tentativo di fare un nuovo record ad animare i fan: nel pre-gara ci sarà uno show musicale che scalderà l’atmosfera con energia e ritmo, trasformando l’attesa in una vera festa. L’iniziativa è stata presentata in occasione dell’evento 2GETHER, ospitato nello Showroom di Freddy in via Tortona a Milano, dove dirigenti e rappresentanti delle due società hanno raccontato la genesi di un progetto che punta a rinnovare il modo di vivere e organizzare lo sport professionistico. Al centro, l’idea che competizione e cooperazione possono convivere, generando valore per tutti: per i club, per gli sponsor, ma soprattutto per i tifosi, che vivranno una serata unica all’insegna dello spettacolo e della condivisione.