Maxi sequestro della Dia a un pregiudicato

Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Torino – sezione misure di prevenzione, su iniziativa della Dia e del questore di Alessandria. Si tratta del sequestro preventivo di beni per un valore  di circa 3 milioni di euro eseguito dalla Direzione investigativa antimafia di Torino insieme alla Questura di Alessandria nei confronti dei familiari di un noto pregiudicato alessandrino. L’operazione è  tra le più importanti mai effettuate in provincia di Alessandria in relazione a misure di prevenzione patrimoniale.

 

Regina Margherita, l’ospedale dei bimbi del mondo

Sabato alle 11, la “dedica” con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e alcuni dei bambini in cura insieme alle loro famiglie
L’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino ha accolto e curato bambini provenienti da ogni angolo del mondo, in particolare dalle zone di guerra, come l’Ucraina e la Striscia di Gaza da cui provengono decine di piccoli pazienti oggi in cura nei reparti dell’ospedale torinese. Saranno loro, insieme a tanti altri bambini provenienti da tutto il mondo, i protagonisti della cerimonia di dedica dell’ospedale ai bambini del mondo – Regina Margherita, ospedale dei bambini del mondo –  in programma sabato 20 dicembre alle 11 nell’Aula magna al piano terra di piazza Polonia, alla presenza del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, degli assessori alla Sanità, Federico Riboldi, e alla cooperazione internazionale, Maurizio Marrone, del Commissario, Franco Ripa, e della Direttrice del Dipartimento Patologia e Cura del Bambino, Franca Fagioli.

Decluttering: fare spazio in casa (e nella testa) prima delle feste

ABITARE CON STILE

Rubrica settimanale a cura di Magda Jasmine Pettinà 
Uno spazio dedicato al mondo della casa in tutte le sue forme: dal mercato immobiliare al design d’interni, dall’arte di valorizzare gli spazi alle nuove tendenze dell’abitare contemporaneo. Consigli pratici, spunti estetici e riflessioni su come rendere ogni casa un luogo che rispecchi chi siamo — con uno sguardo che unisce competenza, bellezza e sensibilità.
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Con l’arrivo delle feste natalizie succede sempre la stessa cosa: ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto che la casa è piena. Piena di oggetti, di accumuli silenziosi, di cose che non usiamo più ma che continuiamo a spostare da un mobile all’altro. Fare ordine diventa quasi una necessità pratica – per accogliere ospiti, decorazioni, nuovi acquisti – ma anche un gesto simbolico: lasciare andare ciò che non serve più per fare spazio all’anno che verrà.

È proprio in questo contesto che torna spesso a galla una parola diventata ormai familiare: decluttering. Un termine che abbiamo imparato a conoscere grazie a Marie Kondo, la celebre consulente giapponese del riordino diventata popolare con la sua serie Netflix. Ma il decluttering non è solo una moda né una sequenza di piegature perfette: è un cambio di prospettiva sul nostro modo di abitare gli spazi.

Decluttering significa, letteralmente, liberarsi dal superfluo. Non organizzare meglio ciò che abbiamo, ma chiederci se tutto quello che possediamo abbia ancora un senso nella nostra vita. Le case in cui viviamo da anni – o quelle ereditate, cariche di memoria – tendono a trasformarsi in archivi emotivi: oggetti dimenticati, scatole mai aperte, stanze che diventano depositi più che luoghi da vivere. E spesso il disordine materiale è solo il riflesso di un sovraccarico più profondo.

Il metodo KonMari parte proprio da qui. Non propone semplicemente di “riordinare”, ma di scartare. Secondo Marie Kondo, meno oggetti possediamo, più è facile mantenere ordine nel tempo. Ed è una questione prima di tutto mentale: il decluttering efficace non è quello che facciamo una volta ogni tanto, ma quello che cambia il nostro rapporto con le cose.

Uno degli aspetti più interessanti – e anche più discussi – del metodo è l’idea che il riordino debba essere un evento unico, quasi straordinario, e non una routine quotidiana. Fare tutto in una volta, sostiene Kondo, serve a spezzare definitivamente il legame con le vecchie abitudini. È un approccio radicale, che non tutti sentono proprio. Per qualcuno può funzionare meglio un decluttering graduale, settimanale, più morbido e sostenibile.

Altro punto chiave: non si riordina per stanze, ma per categorie. Vestiti, libri, documenti, oggetti vari e infine i ricordi. Questo perché spesso lo stesso tipo di oggetto è sparso in più punti della casa e riordinarlo “a pezzi” non fa che spostare il problema altrove. Il cuore del metodo, però, sta in una domanda tanto semplice quanto spiazzante: “Questo oggetto mi suscita gioia?”

Se la risposta è sì, resta. Se è no, va lasciato andare.

Qui il decluttering si fa più personale, quasi intimo. Perché non si tratta di decidere cosa buttare, ma cosa scegliere di tenere. E questo richiede una visione: immaginare la vita che vogliamo vivere nella nostra casa, oggi. Non quella di dieci anni fa, non quella che “potrebbe servire”, ma quella reale, presente.

Il metodo KonMari ha anche lati estremi e non sempre condivisibili – come l’invito a ridurre drasticamente libri, fotografie e documenti – e una componente spirituale molto marcata, fatta di rituali di commiato e dialoghi simbolici con la casa. Elementi che possono affascinare o lasciare perplessi. Personalmente, confesso che su certi punti faccio volentieri un passo indietro: alcune cose non devono per forza “scatenare gioia”, ma raccontano chi siamo stati e fanno parte della nostra storia.

Ed è forse questo il punto più importante: non esiste un decluttering giusto in assoluto. Esiste quello giusto per noi, per il nostro modo di abitare, per il momento della vita che stiamo attraversando. L’obiettivo non è avere una casa perfetta, ma una casa più leggera, più funzionale, più allineata a chi siamo oggi.

Le feste possono essere l’occasione ideale per iniziare. Non per stravolgere tutto, ma per fare spazio. Spazio per accogliere, per respirare, per iniziare il nuovo anno con meno peso addosso.

Perché, in fondo, come recita una frase diventata ormai un mantra:

“All you need is less.”

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Dop, Igp e vini piemontesi: 6,7 milioni per conquistare i mercati Ue

«6,7 milioni per la promozione Ue dei prodotti piemontesi Dop, Igp, Doc e Docg. Apre il nuovo bando con una dotazione record da 700mila euro in più del 2024»

Ammonta a 6,7 milioni di euro, con un incremento di quasi 700mila euro rispetto al 2024, la dotazione stanziata dalla Regione Piemonte per la promozione dei prodotti agroalimentari di qualità. Le risorse sono state messe a disposizione dall’assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi, Paolo Bongioanni, e saranno destinate alle attività promozionali in Italia e nell’Unione Europea.

I fondi, assegnati tramite bando, serviranno a sostenere i consorzi di tutela e le associazioni di produttori impegnati nella valorizzazione delle eccellenze piemontesi: 13 Dop, 9 Igp, 41 vini Doc, 19 Docg e 4 bevande spiritose, oltre ai prodotti del biologico, del Sistema Qualità Nazionale Zootecnica e dell’agricoltura integrata.

Spiega l’assessore Bongioanni: «Dall’ultima edizione del bando, lo scorso anno, sono intervenuti cambiamenti epocali nella promozione del nostro agroalimentare d’eccellenza e per la crescita della sua redditività. Abbiamo lanciato il brand “Piemonte Is – Eccellenza Piemonte” di cui potranno fregiarsi i prodotti agroalimentari di qualità certificata, e che accompagna tutte le azioni di promozione nazionale e internazionale dove è presente la Regione. La cucina italiana ha appena ottenuto il riconoscimento Unesco di Patrimonio mondiale dell’Umanità, e quella piemontese, con i suoi prodotti certificati a livello internazionale che da soli costituiscono un quarto del totale italiano, deve conquistare il posto che le spetta. Dazi e mutamenti economici, d’altra parte, ci incoraggiano a esplorare e approcciare con fiducia mercati sempre nuovi. Per la prima volta abbiamo lanciato una grande campagna nazionale di spot televisivi che racconta i nostri straordinari cibi e il loro grande potenziale turistico».

«Per questo – prosegue Bongioanni – ho voluto aumentare di quasi 700mila euro la dotazione del bando 2025 portandola a 6,7 milioni di euro. Grazie ad essa il Piemonte potrà essere presente in modo ancora più incisivo ai grandi eventi promozionali in Italia e nell’Unione Europea come Vinitaly, Fruit Logistica a Berlino e molti altri. Il Piemonte, come non mi stanco di ripetere, deve recuperare un gap di riconoscibilità che lo renda immediatamente percepibile e gli dia finalmente il posto che merita sui mercati e presso i pubblici italiani e internazionali».

Il bando resterà aperto fino al 12 marzo 2026. I contributi previsti vanno da 50mila a 500mila euro e coprono fino al 70% delle spese ammissibili. L’intervento è rivolto ai consorzi di tutela e alle associazioni di produttori piemontesi per la realizzazione, in Italia e nei Paesi dell’Unione Europea, di iniziative di informazione e promozione dei prodotti vitivinicoli e agroalimentari di qualità.

Tra le attività finanziabili rientrano la partecipazione a fiere e manifestazioni di rilievo — come Fruit Logistica di Berlino e Fruit Attraction di Madrid per la frutta di qualità, Wine Paris, Vinitaly di Verona e Prowein di Düsseldorf per il settore vitivinicolo, il Salone del Gusto di Torino, oltre a fiere nazionali come quelle del Tartufo di Alba e del Bue grasso di Carrù — nonché l’organizzazione di presentazioni e degustazioni, campagne pubblicitarie, spot radiofonici, televisivi e web, la realizzazione di siti internet, iniziative promozionali mirate ed educational rivolti alla stampa specializzata.

Fratò, i sapori della Sicilia nel cuore di Torino

C’è un angolo di Sicilia sotto la Mole, nel cuore del capoluogo sabaudo. Siamo da Fratò in via Andrea Doria 21/B, pieno centro di Torino, un’oasi di sapori e profumi mediterranei, un ristorante raffinato e moderno in cui la cucina siciliana incontra la creatività e l’eleganza per un’esperienza di gusto di ottimo livello.

Materie prime di altissima qualità, trasformate con tecnica e creatività in piatti che uniscono stagionalità ed innovazione. Ambienti raffinati ed essenziali che riflettono la ricerca estetica che si ritrova nei piatti. Ogni portata è una sorpresa, tanto per la presentazione quanto per l’armonia dei sapori. Da Fratò – guidato da una squadra giovane e talentuosa, composta dallo chef Federico Allegri e dal maître Stefano Bartolomei, entrambi esperti nel settore ed appassionati della cucina siciliana – ogni dettaglio è pensato per coinvolgere i sensi e sorprendere il palato.

Il menù di Fratò è un’autentica celebrazione dei piatti della cucina siciliana, con proposte che spaziano dalle specialità di pesce alle ricette di carne, tutte preparate con ingredienti freschi e di alta qualità. Tra i piatti provati, ed apprezzati, segnaliamo: il Ncancarancà, una delicata e suggestiva combinazione di mare ed agrumi; la Caponata alla siciliana, un perfetto contrasto agrodolce; la Parmigiana di melanzane, un omaggio alla semplicità ma anche un’esperienza di consistenze delicate; il Pacchero con pesto di pistacchi e gamberi di Mazara del Vallo, una vera e propria dichiarazione d’amore per la Sicilia ed il Polpo con zucca gialla e chips al nero di seppia, un connubio di sapori che esalta la delicatezza del mare e la dolcezza della terra. Il tutto accompagnato da una superba selezione di vini siciliani, italiani ed internazionali di altissimo livello. Squisita anche la carta dei dolci: dalla rivisitazione di due classici quali la Bavarese al pistacchio e la Cassata fino all’immancabile Cannolo, un’inevitabile conclusione di questo straordinario percorso gastronomico.

Fratò dispone di tre sale, due perfette per compagnie più o meno numerose, un privè per coppie ed occasioni speciali, oltre ad uno spazioso e confortevole dehor esterno. L’atmosfera è resa elegante e raffinata da luci soffuse ed arredamento moderno che creano un ambiente accogliente ed intimo.

Per gli amanti della cucina di qualità e per chi voglia gustare i sapori autentici che profumano di Sicilia, l’indirizzo giusto per un’esperienza che si distingue anche per la gentilezza e la professionalità del personale di sala.

Alessandro Sartore

Sprechi natalizi: oltre 1 miliardo di tonnellate di cibo invenduto

Cinque trend di innovazione per le eccedenze
Panettoni, cioccolatini e snack vengono prodotti in grande quantità durante il periodo festivo, ma una parte di questi prodotti resta invenduta.
Dietro l’apparente successo delle vendite natalizie, si nasconde un tema strutturale: l’invenduto alimentare rappresenta un costo concreto per la filiera, con ricadute economiche e ambientali che coinvolgono produttori, distributori e retailer. La dimensione è globale secondo uno studio di ECR Retail Loss, organismo internazionale nella distribuzione del retail. Ogni anno oltre 1 miliardo di tonnellate di cibo viene sprecato, generando costi fino a 90 miliardi di euro lungo la catena del valore. Si tratta di un impatto che incide sulla redditività. Se i retail riuscissero a nascondere questi costi, la maggior parte potrebbe incrementare i profitti del 20%. Nel settore dolciario, la concentrazione produttiva di dicembre amplifica la pressione: prodotti idonei al consumo vengono invenduti, generando costi aggiuntivi per sconti, redistribuzione, smaltimento e logistica, che possono arrivare fino all’1,8% del fatturato. A questo si aggiungono le immobilizzazioni del capitale e inefficienze operative che pesano sulla redditività complessiva, oltre all’impatto ambientale legato al consumo di risorse, alle emissioni e alla gestione dei rifiuti. In questo scenario appare chiaro come le gestioni delle eccedenze non sia un tema marginale, ma una leva strategica per la competitività delle aziende della filiera alimentare.
Sempre più operatori stanno adottando modelli industriali strutturati per affrontare il problema in modo continuativo e non emergenziale. Tra queste realtà si inserisce Regardia, specializzata nell’economia circolare, che opera nel campo degli ex prodotti alimentari, trasformando le risorse utili attraverso processi industriali dedicati. Grazie a questo modello, più di 165 mila tonnellate all’anno di surplus alimentare e concentrato solubile di frumento vengono preservate nella filiera dei mangimi, evitando lo spreco di risorse valorizzabili. Le eccedenze, anziché essere destinate allo smaltimento, vengono così selezionate e trattate, reintrodotte nel ciclo produttivo come materie prime per la mangimistica e come matrici per bioenergie, riducendo il ricorso a risorse vergini e alleggerendo i costi logistici dell’invenduto. L’approccio consente alle aziende di diminuire le perdite legate allo stock fermo, limitare i costi di gestione e trasformare un problema operativo in una risorsa gestibile e misurabile.
“Oggi il vero tema non è più se gestire l’invenduto, ma come farlo in modo strategico – spiega Paolo Fabbricatore, Group CEO di Regardia – ogni prodotto fermo in magazzino rappresenta un costo finanziario e una perdita di valore. Approcci strutturati permettono di ribaltare questa logica. Trasformare le eccedenze in opportunità concreta genera benefici lungo tutta la filiera. Ridurre gli sprechi significa intervenire sui margini, sull’efficienza operativa e sulla solidità del business”.
La portata del tema diventa più evidente se confrontiamo l’incidenza dell’invenduto con le dimensioni complessive del mercato dolciario globale. Secondo il report Confetionery Worlwide 2025 di Statista, il comparto genera 531 miliardi di euro di fatturato annuo con prodotti da forno e pasticceria come prima categoria, seguiti da cioccolato, dolciumi e gelati. L’Europa occidentale rappresenta circa un terzo del mercato mondiale, davanti al Nord America (22%) e all’Asia Pacifica (14%). In un settore di questa scala, anche piccole percentuali di eccedenze hanno un impatto significativo, moltiplicandosi lungo tutta la filiera. Il divario tra il valore complessivo e i costi nascosti dell’invenduto rende evidente come la gestione delle eccedenze non sia una questione marginale, ma un elemento strutturale dell’equilibrio del settore. In questo scenario, adottare modelli efficienti e sostenibili significa non solo ridurre gli sprechi, ma rafforzare la competitività e la resilienza di tutta la filiera. In risposta a questa sfida, le aziende stanno adottando strategie per recuperare il valore dell’invenduto, trasformando eccedenze che rappresenterebbero un costo per l’intera filiera. La gestione dell’invenduto non riguarda solo la riduzione dello spreco, ma si sta evolvendo in approcci integrati che combinano efficienza operativa, sostenibilità e innovazione, e tra i principali trend individuiamo la mangimistica animale, le donazioni agli enti benefici, la reimmissione sul mercato, la trasformazione in nuovi prodotti o ingredienti secondari, la conversione in compost o bioenergie.
Mara Martellotta

Al via la quarta edizione di MADE IN di Artissima

Artissima annuncia la quarta edizione di MADE IN, progetto ideato e realizzato dal 2022 con il sostegno della Camera di Commercio di Torino e lancia l’open call per la selezione dei quattro artisti che avranno la possibilità di collaborare con le aziende del territorio partner di quest’anno che sono la Blue Engineering, Ferrino, Galup e Oscalito 1936.
Il progetto nasce per valorizzare le nuove forme di espressione artistica e promuovere idee capaci di ispirare l’ecosistema economico e produttivo del territorio che accoglie Artissima.
MADE IN nasce dalla convinzione che il know-how aziendale e i processi produttivi specializzati possano diventare preziose risorse per la creazione di un’opera d’arte.

I quattro giovani artisti selezionati lavoreranno all’interno delle quattro realtà aziendali piemontesi, entrando in contatto diretto con competenze tecnologiche e operative che potranno integrare nella propria ricerca.
La residenza culminerà nella produzione di quattro opere inedite, che verranno presentate ad Artissima 2026. La curatela del progetto è affidata per il quarto anno consecutivo a Sonia Belfiore, founder di Ultravioletto, arte+impresa.
Gli artisti saranno affiancati inoltre da quattro prestigiose gallerie torinesi del circuito di Artissima, che accompagneranno lo sviluppo dei progetti in qualità di madrine progettuali.
Sono la Luce Gallery, Mazzoleni, Franco Noero e Simóndi Gallery.
La permanenza in azienda avrà una durata variabile a seconda delle esigenze del progetto e ogni artista potrà così calendarizzare il proprio lavoro in momenti diversi e con flessibilità.
Con la guida del team di Artissima e di Sonia Belfiore, ogni artista potrà usufruire in azienda delle lavorazioni, del materiale, della manodopera e di quanto concordato a monte del progetto.

Artissima, grazie al sostegno della Camera di Commercio di Torino, metterà a disposizione di ciascun artista un budget di tremila euro destinato all’hospitability, tra cui viaggi, pernottamento e vitto in partnership con COMBO, ostello di nuova generazione.
Per la produzione viene messo a disposizione un budget  di 2500 euro per ogni artista.
Nelle tre precedenti edizioni avevano partecipato le aziende Carioca, Pattern Group, Prima Industrie e  Mattioli nel 2023. Nel 2024 Kristina Ti, Guido Gobino, dottor Gallina e Pininfarina Architecture.
Lo scorso anno le aziende che hanno preso parte a questo progetto sono state Azimut Yachts, Sabelt, Manifattura Tessile Dinole e Xerjoff.

Mara Martellotta

“Morte nella neve”: il giallo natalizio di Joseph Jefferson Farjeon

Un regalo perfetto da acquistare in edicola.

Cosa c’e’ di piu’ affascinante di un giallo in bianco, di una trama che tiene inchiodati alle pagine, avvolti da silenzio, da scenari da sogno ed enigmi al cardiopalmo? Morte nella neve mantiene la promessa che ci si aspetta da un libro in cui gioco intellettuale e senso di appagamento si mescolano, in cui la risoluzione del mistero avviene all’interno di uno scenario elegante e di calma rassicurante.

Pubblicato originariamente negli anni Trenta, Morte nella neve rappresenta uno degli esempi più raffinati del cosiddetto “Golden Age” del giallo inglese, il periodo tra le due guerre mondiali in Gran Bretagna, quando autori come Agatha Christie, Dorothy L. Sayers e Jefferson Farjeon definirono i canoni del mistero classico, con delitti intelligenti, indagini logiche e finali sorprendenti.

Joseph Jefferson Farjeon, scrittore britannico prolifico del XX secolo, noto per i suoi gialli classici caratterizzati da trame intricate, suspense calibrata e grande attenzione all’atmosfera, costruisce una trama che mantiene alta la suspense fino all’ultima pagina, dimostrando come anche ambientazioni apparentemente serene possano nascondere inquietudini e delitti.

Il Natale 2025 dei lettori piemontesi e italiani si tinge nuovamente di mistero grazie a Morte nella neve, proposto in edizione speciale da Lindau e che si’ trovera’ in edicola. Il romanzo unisce atmosfera invernale, tensione narrativa e fascino classico del giallo britannico, ideale per chi ama immergersi in un’indagine serrata tra neve e segreti.

La neve come elemento narrativo rende questo giallo particolarmente adatto al periodo natalizio. I paesaggi innevati amplificano la tensione, creano isolamento e intensificano il senso di mistero: il silenzio dei boschi, le strade deserte e le case illuminate solo dalle luci natalizie trasformano l’ambientazione in un personaggio aggiuntivo, che accompagna ogni colpo di scena. Un giallo sulla neve diventa così perfetto come “mood di Natale”: unisce l’atmosfera tipica delle feste con l’adrenalina della suspense, offrendo una lettura avvolgente, suggestiva e al tempo stesso elegante.

La storia si apre con un omicidio durante le festività invernali e procede tra sospetti, indizi nascosti e rivelazioni sorprendenti. Farjeon gioca abilmente con i codici classici del giallo: personaggi ambigui, tensione crescente e finale a sorpresa che ribalta le aspettative. L’ambientazione natalizia, con neve e gelo, accentua il contrasto tra la tranquillità apparente e l’oscuro segreto da svelare, rendendo la lettura un’esperienza unica, adatta a chi ama i misteri senza eccessiva violenza o crudezza.

L’edizione Lindau offre ai lettori la possibilità di scoprire o riscoprire Farjeon in un formato curato, con traduzione fedele e apparati che facilitano la comprensione del contesto storico. Il libro, pur appartenendo al filone classico britannico di altri tempi, risulta accessibile anche ai lettori moderni, combinando suspense e atmosfera natalizia con eleganza narrativa.

Oltre al piacere della lettura, Morte nella neve diventa anche un oggetto da collezione, perfetto da regalare o da conservare. È una lettura capace di intrattenere tutta la famiglia o di accompagnare momenti di riflessione e pausa nelle giornate invernali.

Infine, il libro conferma il fascino intramontabile dei classici del giallo d’epoca: storie costruite con precisione, tensione calibrata e ambientazioni suggestive, capaci di trasportare il lettore in un mondo lontano nel tempo ma vicino nella suspense. Morte nella neve è quindi un regalo perfetto per chi ama il mistero, la neve, il Natale e il gusto di scoprire colpi di scena tra le pagine di un romanzo elegante e senza tempo.

Di Maria La Barbera

Efficientamento energetico sugli immobili comunali

 

La Città di Torino consolida la propria strategia per l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale del patrimonio pubblico. Questa mattina, con l’approvazione di altre due delibere da parte della Giunta Comunale su proposta dell’assessora alla Transizione Ecologica e Digitale Chiara Foglietta, il Piano EfficienTO compie un ulteriore passo avanti con un investimento complessivo di oltre 4,3 milioni di euro. Gli interventi, realizzati da Iren Smart Solutions, rafforzano l’impegno della Città nella riduzione dei consumi energetici, delle emissioni di CO₂ e dell’impatto ambientale degli edifici comunali, contribuendo al miglioramento del comfort e della qualità degli spazi.

La quota più consistente dell’investimento, pari a oltre 3 milioni e 500 mila euro, è destinata alla riqualificazione energetica di quattro complessi scolastici. I lavori interesseranno il complesso di corso Matteotti 6, che ospita scuola dell’infanzia, primaria Carducci e secondaria di primo grado Meucci, la scuola primaria Vittorino da Feltre di via Finalmarina, l’Istituto Comprensivo Costantino Nigra di via Bianzè e il complesso scolastico comunale di via Giulio 22-30.

Gli interventi previsti comprendono la coibentazione delle strutture e delle coperture, la sostituzione parziale dei serramenti e l’ammodernamento degli impianti tecnologici. Particolare attenzione è dedicata all’installazione e all’aggiornamento dei sistemi di Building Management System per il monitoraggio e la gestione da remoto dei consumi, al relamping a LED degli spazi interni ed esterni e all’efficientamento delle centrali termiche con l’introduzione di pompe ad alta efficienza e valvole termostatiche intelligenti. Azioni che consentiranno una significativa riduzione dei fabbisogni energetici e delle emissioni climalteranti, migliorando al contempo le condizioni di benessere per studenti e personale scolastico.

Un ulteriore stanziamento di 340 mila euro è destinato alla sostituzione di serramenti nel complesso scolastico di via Torrazza e via Monastir, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente l’isolamento termico degli edifici e contenere le dispersioni energetiche.

Tutti questi interventi rientrano nel Piano EfficienTO, il programma pluriennale avviato dalla Città di Torino che punta a migliorare le prestazioni energetiche di circa 850 immobili comunali entro il 2030, attraverso un investimento complessivo di 110 milioni di euro a carico del partner privato Iren Smart Solutions, contribuendo in modo concreto agli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità climatica.

Con una terza delibera sono stati inoltre approvati lavori di manutenzione straordinaria degli impianti elettrici e speciali per una spesa complessiva di 431 mila euro. Le opere riguarderanno, l’adeguamento dell’illuminazione del campo da hockey su prato di corso Tazzoli, la revisione di ascensori negli edifici comunali di via Meucci e in piazza San Giovanni, migliorando sicurezza, funzionalità ed efficienza degli impianti a servizio della città.

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