Rubriche- Pagina 66

2 giugno, 17 marzo o 4 novembre?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

I 75 anni della Repubblica hanno portato a dare particolare enfasi alla festa del 2 giugno che l’anno scorso di fatto non si poté svolgere

Dei giornali sono usciti in edizione speciale, pubblicando articoli mitizzanti e poco storici, come la distanza dal 1946 avrebbe imposto. I discorsi grondanti di retorica hanno preso il sopravvento.  Ho trovato sobrietà di linguaggio e rigore storico negli ambienti mazziniani, i più titolati a festeggiare la nascita della Repubblica che il grande genovese aveva propugnato con inimitabile slancio morale.
Ho sentito dire da un’alta carica dello Stato che personalmente stimo molto, che il 2 giugno è  il compleanno della nostra Patria,  parola in disuso riscoperta per l’occasione. Ciampi a cui si deve il ripristino del 2 giugno, mai si sarebbe abbandonato ad una affermazione così azzardata. Ciampi aveva il senso della storia e sapeva bene che la Patria italiana e’ nata con il Risorgimento il 17 marzo 1861. Postdatarla al 1946 e’ storicamente aberrante perché la storia di un popolo non conosce cesure e anche le parti considerate negative fanno parte della sua vita e non possono essere cancellate. Ma c’è anche chi considera che la nascita dell’Italia unita risalga al 4 novembre 1918, quando dopo il Veneto (1866) e Roma Capitale (1870) l’Italia porto’ a termine il disegno risorgimentale con Trento, Trieste e i territori dell’Adriatico orientale. Ci sono diverse scuole di pensiero, tutte condizionate a considerazioni politiche differenti. Ci fu anche chi ritenne che la storia d’Italia sia iniziata il 25 aprile 1945 con la Liberazione e la fine della guerra e del fascismo.  Ciascuno tira acqua al suo mulino, ma far coincidere l’inizio della storia d’Italia con la nascita della Repubblica e’ una minchionata che non avevo ancora sentito.  Bisognerebbe esortare, citando il Foscolo, allo studio della storia, ma con la scuola che ci ritroviamo,  appare un desiderio impossibile. Nell’ignoranza storica generalizzata tutto diventa credibile e non suscita reazioni.  Chi straccia le pagine della propria storia e crea delle ere (anche il fascismo ne creo’ una) tende a barare al gioco o dimostra di non capire cosa sia la storia.

Imbarazzo a Roma per la targa sbagliata intitolata a Ciampi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni 

Quanto e’ capitato ieri a Roma non può passare sotto silenzio.

Il Presidente della Repubblica insieme ai presidenti di Senato e di Camera ha dovuto rinunciare all’ultima ora a scoprire la targa dedicata a Carlo Azeglio Ciampi per l’inaugurazione di una piazza in onore di uno dei nostri migliori presidenti. Avevano scritto Azeglio senza la g. Non è certo colpa diretta della Raggi a cui pure risale una responsabilità oggettiva. E’ colpa di un cerimoniale del Campidoglio inadeguato che deve controllare ogni particolare delle cerimonie in programma. Se poi c’è il Presidente della Repubblica i controlli devono essere potenziati. Anche il cerimoniale del Quirinale doveva controllare preventivamente. Ai tempi di Ciampi col Segretario Generale Gifuni non sfuggiva una virgola. Lo posso testimoniare personalmente per il lungo rapporto con Ciampi che ho avuto per sette anni. Anche con l’imprevedibile Cossiga c’era l’ambasciatore Berlinguer segretario generale che vigilava su tutto. Persino il segretario generale Maccanico “conteneva” Pertini, davvero allergico ai rituali, che finì per cacciare Maccanico che fece da capro espiatorio di un errore del Presidente. Roma è la capitale d’Italia, non una città di provincia. L’errore non va fatto pagare all’impiegato e allo scalpellino che hanno sbagliato. Vanno chieste le dimissioni del capo del Cerimoniale del Comune che ha dimostrato disinteresse ad una manifestazione che riguardava due presidenti. Il pressappochismo e’ arrivato a toccare anche cerimonie importanti riprese dalle Tv. L’episodio rivela un atteggiamento imperdonabile. A Torino con i sindaci prima della Appendino sarebbe stato un fatto impossibile. Cigliuti e Morelli a capo del Gabinetto del Sindaco controllavano tutto con scrupolo e persino con pignoleria. Come diceva il grande giurista Mario Allara, la forma è anche sostanza. Sarebbe interessante sapere quante sono le persone impiegate nei cerimoniali del Campidoglio ed anche del Quirinale. Anche nei piccoli episodi si possono cogliere particolari che rivelano disfunzioni non giustificabili.  Esporre il presidente ad una brutta figura non è cosa facilmente giustificabile. Un grave precedente.

Turin Confidential

/

Cosa succede a Torino: informazioni per chi arriva in città 

What’s on in Turin: events and attractions for tourists, occasional visitors and expats

Covid-19 cases are constantly decreasing and the number of vaccinated people is increasing. We are slowly reopening restaurants, bars and tourist attractions, which means gathering with friends and visiting other cities. It is finally time and our city is blossoming as a garden that has been covered with frost for too long.

Dear visitor, if you do not speak Italian but you are in Turin for business or leisure, this column is for you. Here you will find ideas on what to do in town. Follow the links as, due to Covid-19 restrictions, many locations might require you to book in advance.

Markets

Every Saturday, you can visit the flea market Balon, and, the second Sunday of each month, you will also find the Gran Balon. From 8am to 6pm more than 300 exhibitors will wait for you with an incredible selection of clothes, accessories, furniture, jewelry and books. It is a true paradise for vintage lovers and collectors. The next Gran Balon will take place on Sunday, June 13.

Every first Sunday of the month, in Piazza Carlo Felice, from 8 am to 6pm, you will find a market dedicated to ancient or out-of-print books. And finally, Piazza Palazzo di Città, every second Sunday of the month, hosts farmers with their produce.

Art

Palazzo Madama, in Piazza Castello, hosts the World Press Photo, the renowned  press photography contest, while  on the other side of the same square, you can find “Capa in Color”, an exhibition dedicated to Robert Capa in Palazzo Chiablese.

With a 5-minute walk, you can reach Camera, Italian center for photography. Here, two amazing exhibitions will enchant you: one dedicated to Lisette Model and the other to Horst P.Horst.

From Camera, walking like an Egyptian, you can reach the most important Egyptian Museum of Europe, second in the world only to that of Cairo. You won’t find temporary exhibitions at the moment, but it is definitely worth a visit. Plus, the district is pinpointed with cafès and wineries open for the happy hour.

From May 13,  ARTiglieria, will host a great exhibition of Peter Lindberg. Nearby, you will also find Mole Antonelliana, with the Cinema Museum and many ice-cream parlors where to you can try the Gianduja flavor.

Music

In the lovely park named La Tesoriera, with the Evergreen Fest, you can find concerts. A nice occasion to take a night walk at the park or eat something at the street food corner.

And for a moment of pure pleasure…

At 6pm of any day, take a seat at La Farmacia, order a St Germain Spritz and wait for the appetizers. Loosen up watching the Piazza Carignano slowly switching from day to night. Things to forget: rainy and cold days, lockdown, Things to remember: friends to meet, gossip, books to read, movies to watch. Life is beautiful and so is travelling.

Lori Barozzino

 

Lori is an interpreter and translator who lives in Turin. You can also find her on www.theitalianblog.net.

La Festa della Repubblica e il Milite Ignoto

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Oggi verrà’ celebrata la festa della Repubblica con un giorno in anticipo e il Milite Ignoto che venne inumato all’Altare della Patria, il Vittoriano, il 4 novembre 1921, cent’anni fa tra qualche mese.

Sarà il giornalista Paolo Mieli a parlare di due eventi che non hanno nulla che li leghi insieme. Il 2 giugno tra dubbi e polemiche anche aspre venne svolto il referendum tra Monarchia e Repubblica che a 75 anni di distanza dovrebbe indurre a una seria riflessione storica in cui venisse dato spazio anche alle ragioni di quei milioni di Italiani che votarono per la Monarchia.Il 4 novembre 1921 – in piena guerra civile che apri ‘ le porte al fascismo – l’Italia rese unanime omaggio al Milite Ignoto della Grande Guerra trasferito da Aquileia a Roma tra ali di popolo che si inginocchio’ al passaggio del treno con la bara del Milite Ignoto, simbolo dei Caduti in guerra. Un episodio miracoloso nel clima divisivo e violento del 1921. Non si sa invece nulla della ignobile targa che vorrebbero apporre sull’Altare della Patria in ricordo dei disertori. Sarebbe un gravissimo affronto che tante famiglie che ebbero combattenti e caduti nella guerra 1915 / 1918 non tollererebbero mentre gli eroi e i decorati al V. M. si rivolterebbero nella tomba. Sarebbe un’offesa evidente anche al Milite Ignoto. Vorremmo chiarezza. La confusione tra 2 giugno e 4 novembre non infonde certo un motivo di serenità e di fiducia. Chi si ritiene patriota, deve svegliarsi e dissentire apertamente da un modo di fare non limpido. La storia d’Italia lo impone.  Credo che il Presidente Draghi capirebbe.

VentiVentuno, racconti per superare il Covid e non solo

LIBRI “Questa pandemia verrà presto dimenticata”. Inizia con le parole di Piero Angela e la sua insuperabile capacità di sintesi e analisi VentiVentuno.

Un racconto corale, con molte sorprese. Una riflessione che accomuna milioni di persone a un dramma e al modo di affrontarlo. C’era un virus già presente tra noi, e non era quello del Covid 19. Si annidava nella società civile, nella politica come nello sport, producendo danni permanenti e forse irreversibili. Questo libro li racconta e si interroga su questo annus horribilis. Storici, scienziati, economisti, giornalisti, attori, sportivi, sindacaliste, insegnanti, amministratrici locali, manager e professioniste, raccontano la loro personale esperienza in un mondo diventato improvvisamente silenzioso e pieno di domande. Con Piero Angela, il comico Paolo Rossi, l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, la sindaca di Torino Chiara Appendino, il regista Mimmo Calopresti e ancora Mario Ajello, Giulia Anania, Marina Boscaino, Antonella Bundu, Antonella Licciardi, Massimo Mauro, Gian Giacomo Migone, Pietro Modiano, Sergio Nisticò, Roberto Pagani, Alessandra Polo, Francesca Re David, Amedeo Ricucci, David Riondino, Catia Tomasetti, Carlo Verdelli. Le loro risposte sono lo specchio attraverso il quale ciascun lettore potrà riflettersi.

Di Fabrizio Berruti; Marilena Carrisi; Roberto Tricarico
Editore: Round Robin Editrice
Collana: Fuori rotta

 

“Ho visto Dio sotto le mie lenzuola Una mattina di inizio febbraio”

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

Ho visto Dio sotto le mie lenzuola

Una mattina di inizio febbraio

E come un cane gli ho fatto le feste

Al quinto piano fra Trento e Trieste

E ho visto Dio sotto mentite spoglie

Ma come sai potrebbe andare ovunque

Hai scelto in lei la tua futura ex moglie

Così perfetta se ne andrà comunque

Se ne andrà comunque

Il brano racconta la storia d’amore fra Willie, un truffatore in bianco e nero, e una bellissima ragazza, con un sorriso affascinante ed un culo bellissimo. Tutto quello che basta per far accendere nel cuore di Willie la luce dell’amore. “Portami via da qua con te”, chiede lui alla ragazza. Perchè sa già quale sarà la sua fine.

Sa che probabilmente quella ragazza diventerà semplicemente la sua futura ex moglie, così perfetta se ne andrà comunque … ma vale la pena provarci.

“Ok proviamo ma usciamone indenni”, spera lui, ma già sa che non andrà così. E ne è testimonianza l’ultima immagine del videoclip. Una sigaretta, un ultimo tiro … ma nulla in mano.

Willie Peyote è tornato. All’anagrafe Guglielmo Bruno, il suo nome d’arte unisce Wile e Coyote con il peyote, pianta allucinogena, e Willie, riferimento al suo vero nome, Guglielmo.

Un altro brano in cui viene espressa tutta la vena poetica dell’artista. Un brano fuori dagli schemi, ironico distante anni luce dalle mode del momento. Un’altra nuova pelle per il cantante trentaquattrenne, che non smentisce la sua capacità di reinventarsi con chiavi comunicative sempre nuove e sorprendenti.

La tua futura ex moglie “è forse il mio primo vero pezzo d’amore, almeno il primo in cui non faccio il preso male. Cioè si, c’è la fine già nel titolo, ma a sto giro c’è effettivamente la paura di perdere qualcosa più che la rassegnazione. È l’inizio di tutto un nuovo percorso in cui, come ogni disco, sono cambiato prima io e poi la musica. Il resto lascio che lo cogliate dopo un paio di ascolti, che certe cose si nascondono sempre tra le righe”, spiega Willie Peyote.

Il videoclip è stato girato per le strade di Torino. Willie Peyote è un truffatore, alle prese con una relazione con una giovane e bellissima ragazza. Nonostante l’amore, la ragazza lo consegnerà nelle mani della giustizia … con un’inutile rincorsa finale della ragazza verso Willie, ormai ferito a morte…

L’amore è sempre comunque ingiusto e crudele, in un modo o nell’altro, in qualunque modo lo raccontiamo o lo tacciamo.

Questo credo io.

Buon ascolto, di un brano particolare quanto la sua penna

CHIARA DE CARLO

Chi è Maria Carola Gullino, AD di Gullino Srl

Rubrica a cura di Progesia Management Lab

Brillante, competente e molto occupata: in sintesi, Maria Carola Gullino. Originaria di Saluzzo, in provincia di Cuneo, si è laureata in Economia Aziendale a Torino e successivamente ha frequentato due corsi con attestato presso la SDA Bocconi. Dopo alcune esperienze professionali, nel 2009 è approdata nell’azienda di famiglia dove lavora anche il fratello Giovanni. Fondato dal padre Attilio nel 1969, il Gruppo Gullino si occupa della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli e ad oggi comprende la società commerciale Gullino Import Export srl e la società cooperativa Union Kiwi, che a sua volta associa sette aziende agricole e si conferma una delle prime in Italia nel settore dell’esportazione. In Piemonte e più precisamente a Cuneo, Saluzzo, Revello e Savigliano, le aziende certificate secondo lo standard GLOBAL-GAP coltivano le prestigiose varietà di pesche e nettarine, le famose mele rosse di Cuneo, le prugne e sempre qui crescono le actinidia dalle quali nascono i kiwi. Nel Lazio, nella zona di Latina, sorgono invece le aziende della Gullino Union Kiwi. Anche in questo caso le aziende sono tutte certificate secondo lo standard GLOBAL-CAP e NATURE CHOISE e il 50% sono certificate biologiche. Attenta sin dagli Anni ’90 alle tematiche ambientali ed ecosostenibili, nel 2017 l’azienda saluzzese ha aumentato la specializzazione nel biologico convertendo la sua azienda melicola di Cuneo completamente al biologico.

Maria Carola Gullino srl
Maria Carola Gullino, AD Gullino srl

Il suo obiettivo è quello di diventare nel giro di qualche anno un’azienda bio al 100%. Nello stesso anno Maria Carola Gullino si è fatta promotrice di un progetto che punta ad insegnare ai bambini l’importanza della corretta alimentazione e l’azienda ha realizzato il libro di favole Le avventure di Kiwito e Galita che è stato distribuito nelle scuole e il cui ricavato delle vendite è stato donato alla Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori. Amministratore Delegato della Gullino srl, questa donna curiosa, attenta ai cambiamenti e dall’energia inesauribile fa anche parte dell’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta fondata da un gruppo di imprenditrici ed esperte di tutta la filiera produttiva. Protagoniste di Valore l’ha incontrata per conoscere meglio questa realtà virtuosa e di successo.

Da anni il Gruppo Gullino si è convertito al biologico. Una scelta vincente?

“Dagli Anni ‘90 ci occupiamo di biologico e biodinamico: prima ci siamo specializzati con i kiwi e poi con le mele e ad oggi il 50% della nostra produzione è bio, ma l’obiettivo è aumentare ulteriormente questa percentuale. La frutta viene trattata esclusivamente con sostanze di origine naturale e minerale e le nostre aziende agricole sono certificate e garantiscono la totale tracciabilità delle materie prime; inoltre effettuiamo un monitoraggio costante affinché lo standard del biologico sia assicurato sempre e ovunque. Il nostro metodo di lavoro è garantito da numerose certificazioni tra le quali lo standard globale Leaf Marque, un sistema di garanzia che qualifica le produzioni agricole sostenibili. La nostra è una filosofia di vita perché pensiamo che il terreno sia stato troppo sfruttato negli anni e che numerose malattie siano causate proprio dalla scarsa attenzione all’ambiente. Ritornare ad un’agricoltura più naturale è una forma di rispetto verso le piante e le persone. Inoltre i consumatori vogliono conoscere il prodotto e mangiare sano ed è giusto fornire loro tutte le informazioni. Da questa consapevolezza è nata la campagna dedicata ai temi del futuro e della sostenibilità Future Lovers for Generations che presenta un modo di produrre nuovo e a basso impatto ambientale. Stiamo per lanciare una nuova campagna Gullino Loves People allo scopo di continuare a diffondere conoscenze sul legame fra uomo e natura. Non ci tiriamo mai indietro quando si tratta di comunicare e i social rappresentano il modo più diretto che abbiamo per far conoscere il nostro marchio e la salubrità dei nostri prodotti.”

Siete anche promotori di azioni mirate a limitare le immissioni di CO2, SO2 e NOX. Un atto d’amore per le vostre terre?

“Negli anni abbiamo attuato una serie di iniziative nel rispetto del territorio e dell’ambiente. Ad esempio, abbiamo installato degli impianti fotovoltaici sopra i capannoni grazie ai quali produciamo un megawatt di energia e il 60% di ciò che realizziamo lo consumiamo. Anche in campagna utilizziamo il fotovoltaico per produrre l’energia impiegata per attivare le pompe di irrigazione. Inoltre abbiamo eliminato l’amianto dai capannoni, abbiamo sostituito le lampade per sprecare meno energia elettrica, l’acqua per raffreddare le celle refrigeranti è in ricircolo e viene riutilizzata e abbiamo delle vasche per raccogliere l’acqua piovana”.

È membro dell’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta: quanto è importante dare voce alle donne in un settore prettamente maschile?

“È basilare. L’associazione è stata fondata nel dicembre del 2017 da 30 imprenditrici ed esperte di tutta la filiera produttiva e Alessandra Ravaioli ne è la Presidentessa. Sono una delle socie fondatrici e a breve ci saranno le nuove nomine e sono stata candidata a far parte del CdA. L’idea di creare un network di professioniste è nata per presentare progetti, organizzare eventi ed essere parte attiva nella comunicazione del settore con una visione al femminile. La nostra mission è diffondere la voce e le idee delle donne nell’ambito dell’ortofrutta, appannaggio prevalentemente del mondo maschile”.

Durante l’emergenza sanitaria dello scorso anno siete stati promotori di alcune azioni. Quali?

“Per insegnare ai bimbi a consumare la frutta, nel 2017 abbiamo realizzato il libro di favole Le avventure di Kiwito e Galita e durante il lockdown abbiamo lanciato un’iniziativa: chiunque avesse fatto una donazione per la Croce Verde di Saluzzo o per il presidio ospedaliero locale avrebbe ricevuto il nostro libro in dono. Inoltre ci siamo confrontati con l’ospedale cittadino per capire di cosa avesse bisogno e abbiamo acquistato dei monitor portatili. Ci sembrava importante aiutare il territorio in un momento difficile e di grande sofferenza”.

Donna per lei significa?

“Essere donna è sicuramente una grande responsabilità. Come madre di tre maschi ho il dovere di insegnare loro l’uguaglianza e il rispetto nei confronti dell’universo femminile. Inoltre ritengo che nel mondo del lavoro noi donne abbiamo una sensibilità diversa che ci permette di vedere certe sfaccettature che forse gli uomini non notano”.

IL FOCUS DI PROGESIA

I Valori dell’azienda Gullino sono:

  • Sviluppo sostenibile;
  • Educare e comunicare il rispetto dell’ambiente e del territorio.

 

Appassionata di tematiche ambientali, Maria Carola Gullino, AD della Gullino srl, ha avviato da diversi anni interventi di ristrutturazione ambientale sugli stabilimenti di proprietà, valorizzando l’impiego delle energie rinnovabili come fonte primaria di alimentazione delle aziende agricole.

La nostra missione, spiega Maria Carola, è quella di tornare a coltivare seguendo i ritmi della natura. Per fare questo abbiamo realizzato una comunicazione ad hoc che possa “raccontare” questo messaggio direttamente al consumatore. Attraverso le favole del nostro libro puntiamo al target genitore-bambino per avvicinare i più giovani ad un’alimentazione sana e rispettosa dell’ambiente. Così i due protagonisti, i supereroi Kiwito e Galita, impersonificano i prodotti principali della filiera aziendale e aiutano i più piccoli a guarire dai malanni di stagione”.

“Il risultato che abbiamo riscontrato coinvolgendo i più giovani, spiega Maria Carola Gullino, è stata una maggiore richiesta di frutta, sostenuta da un cambiamento del regime alimentare a favore di una scelta più etica e sostenibile delle abitudini quotidiane”.

La formazione ludica, che passa sia attraverso il web che sulle pagine di Facebook, accompagna alla scoperta di un’alimentazione sana e allo stesso tempo divertente, raggiungendo una platea di pubblico sempre più ampia.

L’impegno in termini di chiarezza e trasparenza dei processi da parte del produttore e del distributore, che coinvolge il consumatore in tutte le fasi della filiera, rende la piena consapevolezza della naturalità del prodotto. Innovare e promuovere prodotti salutari risulta quindi una strategia molto attuale e vincente per le aziende del settore.

 

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto
Focus: Daniela Argentina

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Brigitte Riebe “Una vita da ricostruire” -Fazi- euro 17,50

Questo è il primo romanzo -a sfondo storico- della scrittrice tedesca pubblicato in Italia, è anche il primo della trilogia “Le sorelle del Ku’damm” ed inizia nel maggio del 1945 in una Berlino quasi rasa al suolo dalla guerra.

Protagoniste sono le giovani sorelle Thälheim; rampolle di una famiglia di ricchi commercianti, proprietari dei grandi magazzini di lusso nella via centrale della città – il viale Kurfürstendamm- che ora si trovano di fronte a un cumulo di macerie. La loro fortuna è stata disintegrata dalle bombe e loro devono ricominciare a costruire la loro vita e il loro futuro.

Sono la 26enne Rike, energica, determinata e abile negli affari; la solare, spensierata e bellissima Silvie che attira gli uomini come mosche; e la piccola Flori che sogna di diventare una pittrice.

Devono affrontare un mare di difficoltà in una Berlino che fa i conti con la sconfitta e si arrabatta come può tra penuria di cibo, fame e freddo, mercato nero. Poi ci sono anche le violenze da parte dei Russi entrati in città, che fanno man bassa di tutto, compresa la magnifica villa della famiglia Thälheim.
A requisirla per le sue truppe è il durissimo ufficiale Natalia Petrowa con al seguito una ciurma di soldati che devasta letteralmente la casa.

Le sorelle trovano rifugio nell’alloggio della nonna in un altro quartiere, angosciate dall’eventualità che i soldati russi scovino il tesoretto che la famiglia ha sotterrato in giardino, e incerte su come sopravvivere senza mezzi.
Ad aggiungere patos c’è anche l’attesa di riabbracciare il padre Friedrich e il fratello Oskar dei quali non hanno più avuto notizie.

Di altro vi anticipo solo che sarà Rike ad avere l’idea vincente di recuperare due macchine da cucire e scampoli di stoffe messi in salvo, per dare vita a una sfilata di moda tra le macerie.
Una sorta di riscossa per alleggerire gli animi piegati dal conflitto, che prelude a futuri successi, anche grazie all’accortezza della fanciulla.

Godetevi il racconto tra colpi di scena, eredità, e paternità incerte. Tutto condito dalla piacevolissima scrittura dell’autrice che, nata nel 1953, ha al suo attivo molti romanzi ambientati in epoche storiche molto diverse tra loro e una serie di thriller collocati sullo sfondo degli anni 90…..e già vorremmo il seguito di “Una vita da ricostruire”.

 

Hervé Le Tellier “L’anomalia” -La Nave di Teseo- euro 20,00

Avveniristico, visionario, geniale e inquietante. E’ il romanzo dello scrittore, poeta e linguista francese Hervé Le Tellier che ha fatto man bassa di successo di critica e pubblico, ha vinto il prestigioso Premio Goncourt 2020 e ispirerà anche una serie tv .
“L’anomalia” è’ un romanzo costruito intorno a un’ipotesi tecnologico-filosofica: affronta il tema del doppio e viaggia ad alta quota, tra realtà e fantasia, scienza e mistero quasi diabolico, ed è di quelli che inchiodano il lettore e lo avviluppano fino all’ultima pagina.
Tutto ha inizio il 10 marzo 2021 quando un Boeing della Air France partito da Parigi, destinazione New York, sfiora la tragedia durante 5 minuti di puro terrore per i 243 passeggeri. Viene come risucchiato dai turbini, e ne esce grazie alla bravura del comandante David Markle, che riesce a farlo atterrare apparentemente senza grandi danni.
Ma lo stesso aereo, con lo stesso equipaggio, e identici passeggeri – eccetto due che nel frattempo sono morti- atterrerà una seconda volta il 21 giugno. Due aerei identici nel giro di pochi mesi; decisamente un’incredibile anomalia sulla quale si scervelleranno presidenti di mezzo mondo, i migliori scienziati e i principali capi religiosi.
All’atterraggio del clone i servizi segreti riuniscono in un hangar tutte le persone a bordo e si spaccheranno la testa per capire come sia stato possibile e che cosa voglia dire un evento così eccezionale.
E qui il romanzo diventa corale grazie alle vicende di alcuni passeggeri che l’autore ricostruisce.
Inspiegabile ma affascinante è il fatto che nel frattempo, tra marzo e giugno, le loro vite sono andate avanti; alcuni si sono amati, altri lasciati, altri ancora sono morti. Come David che non è riuscito a sconfiggere un cancro fulminante e lo scrittore senza successo Victor Miesel che si è suicidato lasciando al suo editore il manoscritto “L’anomalia”, che pubblicato postumo diventerà un caso letterario.
A dare corpo al rebus, contribuisce la maestria di Le Tellier che ricompone le vite di 11 passeggeri in particolare, che si sono sdoppiati; tanto che la bambina Sophia March (atterrata a marzo) si trova a giocare con il suo clone Sophia June (atterrata a giugno).
Tra gli altri, il sicario Blake –spietato, abile e calcolatore- che per non essere scoperto si è costruito una vita borghese con moglie e figlia.
La montatrice per il cinema, Lucie, amore perduto dell’archistar André Vannier; un rapper diventato famoso grazie a Youtube; un’avvocatessa di colore in attesa del figlio dall’uomo che ama. E altri ancora, in un avvicendarsi vertiginoso che costringe ogni personaggio a confrontarsi con il suo doppio.

 

Enrico Pandiani “Lontano da casa” -Salani- euro 16,80

Lontani da casa sono i principali protagonisti di questo ultimo romanzo dello scrittore torinese Enrico Pandiani, che ha esordito nel 2009 con la fortunata serie noir “Les italiens”, ed è anche l’autore di altri 3 romanzi con al centro l’investigatrice privata Zara Bodzaves.

Questa storia ruota intorno al senso di lontananza: quella geografica di chi è un immigrato di colore, quella spaesata di chi vive nella periferia più povera di una grande città come Torino, o ancora la lontananza affettiva e sentimentale.

Pandiani entra subito a gamba tesa nel giallo, con il ritrovamento in un giardino pubblico del cadavere, completamente nudo e massacrato di botte, di un giovane di colore che molti definiranno in senso spregiativo “negro”.

E’ Taiwo e per un breve lasso di tempo aveva avuto una relazione con Jasmina. Giovane donna di origine iraniana, che ha messo la sua vita al servizio del prossimo: insegna italiano agli immigrati, tiene compagnia ad un’anziana signora sola e abbandonata dai figli, lavora in un centro che aiuta barboni e disperati in genere a sopravvivere e li soccorre con cibo e attenzioni.
E’ tra le prime ad arrivare sul luogo del ritrovamento e nel volto martoriato della vittima riconosce subito il giovane suo ex allievo col quale aveva avuto una storia ormai finita. Di lui aveva perso le tracce, sapeva solo che si era infilato in un brutto giro. Ma nulla giustifica la furia omicida che ha fatto a pezzi Taiwo.
Per nulla convinta della prima versione ufficiale della polizia -che ritiene si sia trattato di un regolamento di conti tra bande di spacciatori- la giovane vuole capire chi ha infierito tanto brutalmente sul giovane e perché.

Nella sua ricerca dei colpevoli, Jasmina trova un’alleata inaspettata: è l’ispettrice Pandora Magrelli, donna scontrosa e ispida, tendente al razzismo, ma decisa a voler far luce sull’omicidio. Le due donne non potrebbero essere più diverse e per molti versi diametralmente opposte, ma entrambe sono determinate a risolvere il caso. Questo tratto comune sarà alla base della loro collaborazione, che non è ufficiale ma si rivelerà strategica.
Un romanzo in cui Pandiani racconta la difficile vita in periferia e il degrado che affossa la vita di chi vive ai margini e fa di tutto per campare, anche al di là della legge.

 

Alessia Gazzola “Un tè a Chaverton House” -Garzanti- euro 16,40

Alessia Gazzola è davvero abilissima nell’inventare eroine a getto continuo, diverse tra loro, tutte accattivanti e testimonial della fantasia e creatività dell’ex medico legale diventata scrittrice di enorme successo.
Così dopo l’allieva Alice Allevi (trasportata anche su piccolo schermo e incarnata dall’attrice Alessandra Mastronardi), l’illustratrice Lena e la paleopatologa Costanza, ora a prendere vita è la 27enne Angelica Bentivegna.

Il romanzo inizia come una fiaba in cui 3 fate dispensano doni ai nascituri; ad Angelica hanno regalato buonumore, docilità di temperamento e un talento infallibile con i lievitati.
E lei ci è simpatica fin da subito.
E’ una giovane ironica, laureata in lingue e letterature straniere, con una specie di ossessione per i classici inglesi. E’ reduce da una supplenza finita male, e sbarca il lunario lavorando in una modesta panetteria senza futuro.

Quando si trova di nuovo senza un lavoro, più precaria che mai, scansa con abilità i rimbrotti materni che la vorrebbero immersa in una carriera al top -come quelle di suoi due perfetti e vincenti fratelli- e si scervella sulla direzione da dare alla sua vita.
La strada le viene praticamente indicata dall’anziana zia che le chiede di risolvere un mistero di famiglia: scoprire che fine ha fatto il bisnonno che tutti credono sia morto in guerra. Indagine che cade a puntino in un momento di stallo nella vita di Angelica.
Parte in quarta con le ricerche, contatta persone che hanno conosciuto il suo antenato, scopre che era stato fatto prigioniero dagli inglesi e chiuso in un campo, però poi aveva deciso di restare in Inghilterra, lasciandosi dietro moglie e figlie.

Angelica vola nella campagna del Dorset, approda nella magnifica residenza blasonata di Chaverton House, dove il bisnonno aveva lavorato, e si tuffa in registri e testimonianze varie che le permettono di ricostruire i fatti e far luce sul mistero della sua scomparsa dai radar dei familiari.

In parallelo alle indagini, Angelica, vive anche una fase importante della sua vita. Decide di fermarsi in Inghilterra più a lungo del previsto e temporaneamente farà da guida turistica a Chaverton House, in attesa di incontrare le persone che il bisnonno l’avevano conosciuto.
E la sua vita prenderà una piega inaspettata.
Di più non va raccontato, però sappiate che in questo piacevole romanzo Alessia Gazzola occhieggia a atmosfere affascinanti che ricordano Dowton Abbey, sciorina umorismo british, imbastisce con leggerezza e incanto anche storie d’amore e romanticismo.

Il Venerdì dello scrittore Incontro con Giuliana Rana

LIBRI / Venerdì 28 maggio  Ore 18 – Moncalieri, pagina facebook della Biblioteca Arduino – @bibliomonc


Un incontro su una spiaggia deserta, che per due ragazze diventa l’amicizia di una vita. E in sottofondo, fin dalle prime righe: Albachiara, la canzone di Vasco Rossi il cui titolo unisce entrambe in un’unica parola. E che da il titolo anche al romanzo di Giuliana Rana. Giorno dopo giorno, Alba e Chiara crescono e si scoprono donne con un futuro costellato di sogni, passioni, idee, unite da un legame profondo che alterna assenza e presenza, pieni e vuoti, luci e ombre. L’una è ciò che l’altra non è; quel che una possiede, manca all’altra. Bella, affascinante, naturalmente elegante l’una; dimessa, insicura, perplessa e sognatrice l’altra. Le due amiche si frequentano per più di venti anni, compensandosi e compenetrandosi in una relazione speciale, forte, destinata a lasciare il segno su entrambe. Giuliana Rana segue con partecipazione la loro amicizia fino al ribaltamento di prospettiva finale, quando i più dell’una e i meno dell’altra finiranno per pareggiare, azzerando le distanze e annullando le differenze. E dando corpo a un’amicizia forte e resistente all’urto dei colpi del destino.

Giuliana Rana è nata a Torino e vive a Moncalieri. Dopo gli studi classici, ha conseguito la laurea in Filosofia con una tesi in Estetica. Lavora in ambito pedagogico, occupandosi di servizi all’infanzia. Ha scritto favole per bambini, articoli per riviste, racconti brevi.