Come aveva anticipato la sindaca Chiara Appendino, il Consiglio comunale di Torino ha approvato (con 26 voti favorevoli e 6 contrari) la mozione che fa uscire Torino dall’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione.Polemiche da parte dell’opposizione e applausi in aula dalla maggioranza pentastellata. Intanto a Palazzo civico un presidio di No Tav, alcuni dei quali provenienti dalla Francia, urlava “sarà dura”, lo slogan del movimento che si oppone all’Alta Velocità (vedi video sulla pagina Facebook de IL TORINESE). Nel corso della discussione la consigliera di M5S Carlotta Tevere ha espresso solidarietà ai 38 No Tav condannati nel maxi processo per gli scontri del 2011. Dai banchhi della minoranza le urla “Vergogna”. Per il caos in Sala Rossa il presidente Fabio Versaci ha dovuto sospendere la seduta e richiamare i consiglieri al rispetto del regolamento . La sindaca Appendino ha detto che la decisione di uscire dall’organismo tecnico la rende orgogliosa. Anche se si tratta di una scelta puramente simbolica.
(Foto: archivio il Torinese)
Le dimissioni di Matteo Renzi dalla carica di premier dopo l’esito del referendum preoccupa per i progetti avviati in Piemonte
Il referendum sulla riforma costituzionale ha registrato anche in Piemonte la vittoria del No
cittadini le risposte che si attendono, mettendo al centro i valori della partecipazione e della condivisione. Ci affidiamo al Presidente della Repubblica per un percorso che consenta alle Istituzioni di tornare a comprendere gli italiani”. E’ il commento che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, affida all’Ansa ringraziando i torinesi per una così alta partecipazione al voto.
Amareggiato il presidente della Regione, Sergio Chiamparino: “Ora, come sottolineato da più parti, – dichiara al quotidiano La Stampa – occorre ricostruire nel Paese e nel partito un terreno di confronto che non faccia arretrare l’Italia dai passi in avanti compiuti in questi ultimi anni sul piano delle riforme. Un errore personalizzare il referendum? Ne sentiremo di tutti i colori ma difficilmente il referendum poteva essere percepito diversamente da una consultazione pro o contro questo Governo».
Anche a Torino, seppure con un distacco inferiore rispetto al dato nazionale, il No vince sul Sì
Il premier Matteo Renzi ha commentato, attraverso i microfoni di Rtl, la decisione del Comune di Torino di uscire dall’Osservatorio Tav.
torinese: “Da ieri, 1 dicembre, sono comparsi dei manifesti affissi sugli alberi di corso Ferrucci, e in altre zone della città, con insulti indirizzati a Matteo Renzi. “A poche ore dal voto – commenta il segretario provinciale del PD, Fabrizio Morri – c’è chi punta a invelenire il clima; l’affissione – rimarca – è totalmente illegale perché fatta in spazi abusivi e senza alcun riferimento agli autori, oltre a incitare l’odio politico. “Una situazione – prosegue Davide Gariglio, segretario regionale del PD – che l’amministrazione comunale e il Comando della polizia municipale non può ignorare. Diversi cittadini hanno già segnalato le affissioni abusive, senza ricevere alcuna risposta. “Chiediamo alla Sindaca Chiara Appendino – concludono Morri e Gariglio – considerato che detiene la delega alla sicurezza urbana, non solo di condannare il vile gesto ma che dia immediatamente indicazioni per la rimozione dei manifesti”.
300 milioni di euro: a tanto ammonta la stima dei danni alle opere pubbliche causati in Piemonte dal maltempo dei giorni scorsi
Il Comune di Torino, a trazione grillina, intende uscire dall’Osservatorio sulla Torino-Lione.
La manovra vale 58 milioni di euro, con uno stanziamento di 30 milioni in spesa corrente che prospetta un’entrata in conto capitale di19,6 milioni dall’area ex Westinghouse
A questo punto Stephan Schmidheiny può davvero brindare sia che si trovi in Svizzera o nella sua casa in Costa Rica. La decisione del gup del Tribunale di Torino, Federica Bompieri, di fatto, sconfessa l’impianto accusatorio della procura di Torino e i procedimenti che erano stati generati a partire dal maxi esposto all’allora procuratore Raffaele Guariniello
reato di omicidio colposo, nonostante ciò gli sia stato richiesto espressamente da questa difesa – dichiara Ezio Bonanni, avvocato di parte civile di alcuni familiari di vittime e presidente dell’Osservatorio nazionale amianto – è un’altra incredibile decisione, dopo il rinvio alla Corte Costituzionale che ha allungato i tempi del processo di oltre un anno. La derubricazione del capo di imputazione e la prescrizione di questi casi sono una sconfitta per la giustizia”. E mentre Ona annuncia la richiesta alla procura di Torino di impugnare la determinazione del gup, con una nota a firma del presidente Giuliana Busto Afeva, in accordo con Cgil, Cisl e Uil, sottolinea che “dopo due anni di attesa per questo risultato dire che la montagna ha partorito il topolino è riduttivo”, evidenziando che è stata derubricata a colposa una condotta di sconcertante gravità. Afeva e sindacati sono poi decisamente insoddisfatti per il “colpo di spugna” di molti casi dovuto all’attuale disciplina della prescrizione. E da Roma, nell’immediatezza della pronuncia, avvenuta nel pomeriggio del 29 novembre, ha fatto sentire la sua voce il sindaco di Casale, Titti Palazzetti che pur “sconcertata per la soluzione prospettata dal giudice” puntualizza che si continuerà a lottare per avere giustizia “in particolare al Tribunale di Vercelli, dove ci saranno i casi del territorio”. Nella Capitale intanto è stato presentato il Testo unico sull’amianto che prevede l’obbligo di denuncia e di bonifica esteso a tutti a tutti gli edifici, compresi quelli privati, per poter garantire una mappatura affidabile da parte di Regioni e Asl e l’obbligo di trasmissione da parte del medico e dell’Asl ai Centri operativi regionali (Cor) delle informazioni relative ai pazienti, in caso di
accertamento della malattia, ai fini dell’inserimento nel registro tumori presso l’Inail. In tutto questo la lotta condotta per anni da Afeva e da tutta la cittadinanza casalese ha avuto un ruolo fondamentale. A questo punto, però, visto che i tempi per arrivare ad una sentenza si allontanano, anche per poter ricostruire una memoria storica che supporti il grande lavoro fatto nel primo processo Eternit, e dia il giusto peso al dramma dell’Eternit, ci si domanda se non sia il caso di costituire una Commissione parlamentare di inchiesta che vada a cercare di ricostruire il clima nel quale l’Eternit ha operato, a Casale in particolare ed in Italia in generale, e se vi siano state delle connivenze o delle reticenze nel corso degli anni e quali legami abbia avuto l’impresa con il mondo politico, sindacale, economico. Perché se è vero che Schmidheiny, come pure il barone belga Louis De Cartier De Marchienne erano a capo dell’Eternit, e che hanno agito come hanno agito, non lo hanno fatto sicuramente da soli. Questa ricostruzione, sicuramente non avrà effetti pratici, ma almeno potrà scrivere alcune verità rimaste magari sinora in secondo piano, grazie all’autorevolezza ed ai poteri di una commissione d’indagine del Parlamento, nel tormentato capitolo della giustizia dell’infinita vicenda Eternit.
A Torino e provincia raddoppiano le richieste di asilo, Nel 2015, infatti, erano circa 3mila, oggi si aggirano sulle 6mila