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Sosta al G Ristorante Italiano, appendice gastronomica (e stellata) del Golden Palace

Golden Hour @ Time Bar: aperitivo al Golden Palace

ALBERO GOLDEN3golden cortileFarsi prendere per il naso non sempre ha una connotazione negativa, se a solleticarlo sono piacevoli profumi: apprezzabile dunque la scelta di utilizzare spezie e aromi che ravvivano ad esempio il sapore del pesce, regalandogli anche una gradevole consistenza

 

Piovono stelle in quel di Torino, nei meandri del centro che turisti e autoctoni conoscono assai bene. Alle rinomate cinque stelle del Golden Palace, lussuosa struttura in Via Arcivescovado, si amalgama con maestria quella acquisita dal giovane Diego Rigotti, executive chef del ristorante situato al suo interno. La città sabauda pertanto mette a segno un autentico colpaccio, accaparrandosi uno dei più promettenti chef italiani. Vincitore nel 2012 del titolo “Miglior chef emergente d’Italia”, ha meritato l’anno successivo l’ambita stella Michelin e ora dirige con successo la cucina del G Ristorante Italiano.

 

Di primo acchito l’hotel colpisce l’avventore per la sontuosità degli spazi comuni, dai toni scuri e ricercati. Varcata la soglia d’ingresso però una piacevole luce proviene proprio dall’area ristoro, che nei mesi caldi accoglie la clientela in una vasta terrazza esterna. Le proposte culinarie del ristorante sono molteplici, con l’offerta di colazioni, pranzi, cene e il brunch della domenica. Curioso e degno di nota il Servizio Press Reader gratuito: è possibile richiedere un ipad su cui sono disponibili più di 2.000 giornali in lingua da ogni parte del mondo.

 

Nel complesso si riscontra un’accurata commistione di elementi, che coinvolge tutti i sensi. La vista è sollecitata da un arredo minimal e moderno, con qualche elemento sopra le righe e piccoli dettagli autoreferenziali (all’occhio distratto non sfuggiranno le statue dorate che adornano la fontana, mentre lo sguardo più attento noterà la G incisa sulle posate o la presenza di un buon bianco Golden Palace nella carta dei vini). L’udito, accarezzato dallo scroscio dell’acqua, è protetto dal caos cittadino nonostante ci si trovi in pieno centro, e regala a buon diritto qualche ora di relax. Il menù, vario e dettagliato, appaga un po’ tutti i gusti con piatti della tradizione, come il vitello tonnato, e alternative meno familiari. Farsi prendere per il naso non sempre ha una connotazione negativa, se a solleticarlo sono piacevoli profumi: apprezzabile dunque la scelta di utilizzare spezie e aromi che ravvivano ad esempio il sapore del pesce, regalandogli anche una gradevole consistenza. L’insalata di frutta con mantecato alla vaniglia poi è una valida proposta di fine pasto, bella da vedere e buona da gustare.

 

Piace il fatto che in un contesto internazionale, quale si presta ad essere un albergo, l’italianità emerga con orgoglio, soprattutto nella scelta di ingredienti debitamente selezionati in virtù di un forte legame con il territorio. I prezzi sono medio – alti (inutile negarlo e forse non sorprende), ma non sono aggravati da porzioni striminzite e pietanze che si perdono nei piatti, come spesso accade. Detto ciò, a onor del vero il mese di agosto inficia un po’ l’esperienza enogastronomica proponendo un menù ridotto rispetto al consueto e la sospensione di alcuni eventi previsti durante l’anno. Per un giudizio più esaustivo ed onesto quindi, servendoci di un gergo scolastico, rimandiamo a settembre. Chapeau alla cortesia del personale, che non va in ferie.

 

Lara Garibaldi

 

http://www.gristoranteitaliano.com/

Impresa-Cultura in città: Museo Egizio al top verso il milione e 200 mila visitatori

Il “Torinese”, dopo la nostra recente intervista ad Alberto Vanelli, – uno dei principali artefici del successo della Venaria Reale, di cui è stato direttore fino a poco tempo fa – intende favorire un dibattito sullo sviluppo della città attraverso la cultura

 

egizio 22La cultura sta producendo risultati significativi per il sistema economico della città.”I visitatori del nuovo Museo Egizio sono 100.000 in più ogni mese. E’ una crescita costante e, se continuerà, chiuderemo l’anno con 1.200.000 presenze. Sarà il quarto sito museale italiano più frequentato”.Sono le parole, riportate dall’agenzia Ansa, del sindaco, Piero Fassino, alla conferenza stampa dell’inaugurazione con l’Aida della stagione d’opera del Teatro Regio.

 

Atri dati positivi: sono già 3.061 i visitatori della mostra ‘Raffaello. Il Sole delle Arti’ nei soli primi 3 giorni di apertura alla Reggia di Venaria. E c’è da giurare che oggi, con l’arrivo inegizio nn esposizione del capolavoro del Maestro ‘L’estasi di santa Cecilia’, direttamente dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, il successo di pubblico sarà ancora superiore. L’opera va ad aggiungersi alle altre 8 tele di Raffaello esposte. Un prestito in via del tutto eccezionale, data l’importanza dell’iniziativa alla Venaria.  E’ infatti il livello delle proposte culturali torinesi a richiamare turisti e appassionati delle arti. Tra gli eventi più importanti bisogna infine segnalare l’imminente mostra di Monet alla Galleria d’Arte Moderna. 

 

Il “Torinese”, dopo la nostra recente intervista ad Alberto Vanelli, – uno dei principali artefici del successo del nuovo modello culturale e turistico rappresentato dalla Reggia di Venaria, di cui è stato direttore fino a poco tempo fa – intende favorire un dibattito sullo sviluppo della città attraverso la cultura. Il nostro giornale intervisterà altri “addetti ai lavori” delle istituzioni subalpine e sarà ben lieto di ospitare le opinioni dei lettori.

 

(Foto: il Torinese)

Come Fca "umanizza" manager e quadri: l'ex Grande Fabbrica cambia filosofia di vita aziendale

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500x fiatfiat fcaQuando il giornalista Giampaolo Pansa racconta di  suo padre che chiamava la Fiat “la Feroce”, ci si può fare un’idea di come allora  fosse davvero il tempo di un universo diviso in due: padroni e operai, orari di lavoro pesanti e Valletta che metteva in riga i sindacati. Oggi viene invece accolto il messaggio solidale di papa Francesco

 

La Grande Fabbrica di una volta, con il cuore e la mente a Torino, aveva un approccio differente verso se stessa e il mondo circostante. Quando il giornalista Giampaolo Pansa racconta di suo padre che chiamava la Fiat “la Feroce”, ci si può fare un’idea di come allora  fosse davvero il tempo di un universo diviso in due: padroni e operai, orari di lavoro pesanti e Valletta che metteva in riga i sindacati.Oggi la crisi (che ha spalmato il gruppo automobilistico in tutto il globo) è certamente economica ma pure di valori. Il nuovo corso di Sergio Marchionne ha portato, va detto, eccellenti risultati: le vendite di auto sono al top nel mercato europeo. E, se da un lato, lo stile dell’ad è aziendalistico-manageriale, dall’altro le politiche di formazione dei quadri e dei manager del mondo Fca/Fiat, con la nuova gestione marchionniana hanno subito una svolta improntata all'”umanizzazione” .

 

In questa nuova ottica va inserito il social  team building “per aiutare gli altri.” Fca quest’anno ha  infatti puntato sulle  attività socialmente utili. E’ nata così la prima sperimentazione che si è conclusa in questi giorni. Nell’arco di 4 mesi sono stati coinvolti trecento dipendent tra quadri, manager e impiegati di Fca Group Purchasing, il settore acquisti: niente più gare di rafting o altri sport di pura competizione, come in passato: i dipendenti si sono dedicati a piantumare aiuole e pitturare pareti di scuole e centri accoglienza. Il progetto ha coinvolto la Fondazione Mirafiori e l’Associazione ‘Casa Nostra’, un  centro che accoglie a Torino madri con bambini in situazioni di difficoltà familiare e minori soli dove, grazie al progetto di social team building sono stati ritinteggiati diversi locali della struttura, dalla sala di rappresentanza ai salottini per gli incontri protetti. “Abbiamo fatto qualcosa di utile – dicono i responsabili dell’ social team building Fiat – lavorando insieme, imparando a fare gruppo. Tutti porteranno qualcosa di questa esperienza sia sul lavoro che nella vita”. Anche la Grande Fabbrica non è rimasta immune al messaggio di solidarietà di papa Francesco. in un mix di efficientismo e umanizzazione.

 

(Foto: il Torinese)

Raffaello, artista e "imprenditore", sorprende nella mostra alla Venaria Reale

Il finale è grandioso , nel salone del teatro della Venaria, una forte emozione per il visitatore, cinque arazzi di fatture e d’epoche diverse, ma tutti ricavati dal cartone di Raffaello sulla “Pesca Miracolosa” realizzata per la corte di San Pietro

Gabriele Barucca, studioso di Raffaello e dell’arte marchigiana , insieme con Sylvia Ferino direttrice del Kunsthistorisches Museum di Vienna, la più celebre raffaellista del nostro tempo, ha curato una splendida mostra internazionale, per l’eccezionalità delle opere esposte e per il forte impianto scientifico . L’esposizione, ideata dall’ex Direttore della Reggia di Venaria Alberto Vanelli e fortemente voluta e realizzata dall’attuale, Mario Turetta, con la oramai sperimentata equipe di tecnici della Venaria Reale , esplora il profilo e l’attività di Raffaello in una angolazione nuova rispetto ai precedenti studi, evidenziando l’influenza che il padre Giovanni Santi e gli artisti attivi nella Corte Ducale di Urbino hanno avuto nella formazione del grande artista.

Soprattutto l’originalità dell’esposizione è centrata su come Raffaello abbia con le sue opere cambiato la cultura figurativa non solo del suo tempo , ma anche dei secoli successivi fino all’800 e ciò’ non solo nella pittura , ma in tutte le attività artistiche: dalle ceramiche ai vetri, dalle incisioni agli arazzi. Una mostra che consente di ammirare insieme ,evento questo assolutamente eccezionale , dieci capolavori tra le opere più importanti del Maestro e più di un centinaio di oggetti di arte che una volta sarebbe stata definita “minore”. Il finale è grandioso , nel grande salone del teatro della Venaria, una forte emozione per il visitatore, cinque arazzi di fatture e d’epoche diverse, ma tutti ricavati dal cartone di Raffaello sulla “Pesca Miracolosa” realizzata per la corte di San Pietro .

Alla preview di questa mattina presenti le autorità delle grandi occasioni, dal sindaco Piero Fassino al suo collega di Venaria Roberto Falcone, l’assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi che ha espresso parole più che lusinghiere per la mostra ,il presidente Gianmaria Gros-Pietro di IntesaSanpaolo, Michele Coppola, nuovo direttore dei Musei dell’istituto bancario , Rosaria Cigliano, presidente della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di Sanpaolo . Banca IntesaSanpaolo e la sua fondazione sono i soggetti che hanno reso possibile, con la loro generosità , la realizzazione di questa mostra. La presidente della Reggia di Venaria Paola Zini ha sottolineato che “il concetto della mostra guarda a Raffaello in modo originale, non solo come artista ,ma come divulgatore , imprenditore e comunicatore. Nel suo periodo è’ stato promulgatore della sua immagine grazie anche al rapporto di interazione con gli altri artisti, incisori tessitori e orefici e proprio grazie a questo dialogo, questa mostra ha potuto raccontare cose diverse .Una mostra così grande e potente e’ stata interamente creata dalla Reggia di Venaria che deve continuare ad essere un produttore di contenuti culturali”.

Clelia Ventimiglia

Gelato, un festival di gusti in piazza Solferino

Arancia e cannella, Bonet, Crema Golosia, sono solo alcuni dei gusti presenti 

 

GELATO SOLFERINOGELATOEdizione autunnale della rassegna ‘Gelato Festival’, fino a domenica  27 settembre in piazza Solferino. Sono presenti alcuni dei migliori maestri gelatieri che partecipano all’ultima tappa della manifestazione che ha toccato 12 città italiane, oltre a  Valencia, Londra e Amsterdam. La manifestazione è promossa da Confesercenti e dall’associazione ‘Via Santa Teresa per voi’, in collaborazione con il Comune e il patrocinio della Città Metropolitana. Chinotto di Savona, Busa d’or, ArachidiMoou. Arancia e cannella, Bonet, Crema Golosia, sono solo alcuni dei gusti presenti in piazza.

 

(Foto: il Torinese)

I tarocchi Volkswagen coinvolgono anche l'Italia, al via inchiesta della procura torinese

volkswagenIpotizzati alcuni reati, come la frode in commercio

 

Il pasticciaccio Volkswagen lascerà il segno anche in Italia e in Europa. La procura della repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta sul caso dei taroccamenti sulle emissioni atmosferiche. Gli accertamenti riguarderanno le vetture in circolazione sul territorio nazionale. Alcuni giorni fa, infatti, il pm Raffaele Guariniello, con la collaborazione dei carabinieri del Nas ha aperto un fascicolo in cui, al momento, non figurano iscritti nel registro degli indagati. Ipotizzati alcuni reati, come la frode in commercio. Gli accertamenti saranno in seguito estesi anche ad altre case automobilistiche.

Troppi esami medici (inutili) fanno sballare gli amari conti della Sanità regionale

Fare radiografie su radiografie per la lombalgia, una delle patologie più diffuse dopo il raffreddore non produce benefici alla salute

 

molinette2L’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, commenta le notizie sui provvedimenti del Ministero della Salute, con riferimento alle “condizioni di erogabilità” in base alle quali il medico di medicina generale potrà prescrivere visite ed esami: “il tema dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie è centrale per la Regione Piemonte. Ci abbiamo lavorato fin dai primi giorni del nostro insediamento, con la collaborazione di esperti, organizzando seminari ed incontri che hanno visto la partecipazione di molti operatori sanitari. Lo abbiamo fatto con convinzione e non solo perché siamo, da anni, una Regione in piano di rientro”. nei mesi scorsi l’assessore aveva lanciato un appello ai medici di base per coinvolgerli in una campagna di sensibilizzazione dei pazienti, affinchè non abusassero degli esami.

 

Ecco i dati forniti dalla Regione: l’Italia è ai primi posti dei Paesi Ocse per numeri di Tac e risonanze magnetiche, superata solo dalla Grecia e da Cipro; il 22% di esami e prestazioni sono relativamente inappropriati e un altro 22% assolutamente inappropriati; un esame su tre non dovrebbe essere prescritto. In Piemonte si registrano 15. 94 prestazioni sanitarie ambulatoriali per abitante mentre lo standard nazionale è 12: nell’area metropolitana di Torino si assiste ad abusi impressionanti, in particolare la Risonanza magnetica lombare, ma fare radiografie su radiografie per la lombalgia, una delle patologie più diffuse dopo il raffreddore non produce benefici alla salute.

 

“Questo eccesso di diagnostica – sottolinea  l’assessore – non comporta solo costi vistosi per la sanità, ma rischi per i pazienti. Assistiamo al paradosso che da un lato c’è un eccesso di consumo e di assistenza sanitaria in ospedale, mentre i soggetti più fragili hanno difficoltà ad accedere ai servizi essenziali. Chi, ancora in questi giorni, protesta a difesa delle strutture complesse che abbiamo deciso di ridurre, credo farebbe bene a riflettere e confrontarsi con queste argomentazioni che hanno una solida argomentazione scientifica. Ribadisco quanto dissi a marzo in occasione del focus organizzato in Sanità con i medici Fornero, Davini e Bobbio. C’è un grande lavoro culturale da portare avanti: bisogna incidere sulla mentalità dei politici, dei prescrittori/operatori sanitari, dei cittadini. Noi abbiamo il dovere di prenderci cura dei malati, di mettere al centro il paziente e di offrire cure sobrie, rispettose e giuste”.

 

(Foto: il Torinese)

Tutte le auto di Elkann: l'anno prossimo Fca supererà il milione di vetture prodotte

In tutto il 2015 il gruppo automobilistico produrrà oltre 900 mila vetture

 

fiat fcaNonostante la batosta per i taroccamenti di Volkswagen, che potrebbe toccare anche l’indotto in Italia, il settore auto vede comunque rosa. In particolare Fca, che presenta dati positivi nelle vendite, superiori ai già buoni riscontri delle altre realtà sui mercati internazionali.

 

In tutto il 2015 il gruppo automobilistico produrrà oltre 900 mila veicoli e nel prossimo anno “supereremo ampiamente il milione di unità”, dice il presidente di Fca John Elkann in occasione della cerimonia in memoria del bisnonno Filippo Caracciolo di Castagneto, svoltasi  all’Aci.lingoto fiat

 

“Tutto quello che è stato detto da Sergio Marchionne sui benefici del consolidamento – spiega all’Ansa – continua a valere a prescindere da quello che è accaduto a Volkswagen: siamo tra le società più rispettose dell’ambiente nel mondo”.

 

(Foto: il Torinese)

Stagione di terremoti ai vertici della cultura: dopo Librolandia dimissioni da MiTo

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fassino 33Dopo la coppia scoppiata Milella-Cogoli, separata dopo le dimissioni di quest’ultima da direttore di Librolandia, ora e’ la volta di Settembre Musica

 

Di questi tempi i terremoti ai vertici delle istituzioni culturali sono all’ordine del giorno. Dopo la coppia scoppiata Milella-Cogoli, separata dopo le dimissioni di quest’ultima da direttore di Librolandia, ora e’ la volta di MiTo – Settembre Musica. Si sono infatti dimessi  i vertici della prestigiosa rassegna musicale. Hanno dato forfait il direttore artistico Enzo Restagno e il presidente del Comitato di coordinamento Francesco Micheli. Dice all’Ansa il sindaco Piero Fassino: “Non ci sono scossoni al vertice di MiTo: questo ricambio era annunciato.  Restagno aveva preannunciato che con questa edizione di MiTo considerava conclusa la sua esperienza alla direzione del festival, così come Micheli aveva fatto sapere che altri impegni lo avrebbero portato a lasciare la presidenza”. In attesa di aggiornamenti, i dietrologi si possono sbizzarrire sulle ipotesi più disparate.

Vanelli: "Una generazione di imprenditori e di creativi per aumentare il Pil della cultura"

Vanelli“Dopo una stagione di grandi investimenti c’è il rischio di dormire sugli allori. Occorrono meno enti e più capacità sul mercato internazionale, serve il cambio generazionale ma non funzionano artifici burocratici e cooptazione”

 

A partire dalla metà degli anni ’90 Torino ha iniziato un percorso di riconversione della sua immagine: da città grigia legata esclusivamente all’industria  ad una metropoli dal volto più accogliente , consapevole della sua storia e della sua bellezza .  La città doveva trovare delle opportunità alternative a fronte della ormai prevista crisi dell’industria dell’auto e ciò fu possibile grazie alla straordinaria stagione di concordia istituzionale tra i governi nazionale, regionale e municipale che,  se pur di colore politico differente , hanno collaborato per raggiungere obbiettivi comuni. Nel recupero del patrimonio storico e culturale si sono avviate e realizzate importanti trasformazioni nel territorio , come ad esempio il superlativo recupero della Reggia di Venaria, ed inoltre sono stati promossi con grande successo la Fiera del Libro, il Salone del Gusto, i Giochi Olimpici Invernali 2006, Torino World Design Capital, le celebrazioni dell’Unita’ d’Italia e i grandi rinnovamenti urbanistici come la metropolitana e il passante ferroviario. Con questi mutamenti la percezione della città agli occhi dei torinesi, dell’Italia e del mondo e’ completamente cambiata: non solo una realtà industriale e produttiva, ma anche una metropoli apprezzata per il proprio patrimonio architettonico, artistico, paesaggistico ed

polo reale cavallo enogastronomico di qualità . Tutto ciò ha concorso in qualche modo a rendere meno severi gli effetti della crisi economica e sociale di Torino e del Piemonte nell’ultimo decennio. Su questi temi,  il Torinese intende  avviare un’inchiesta , anche con l’opinione dei nostri lettori, sulla situazione attuale e sulle prospettive di rilancio dell’azione pubblica e privata per la valorizzazione culturale e turistica della nostra città e del nostro territorio . Su questo, abbiamo incontrato  Alberto Vanelli (nella foto in alto), uno dei protagonisti di questa trasformazione della città , già dirigente dei Beni Culturali della Regione Piemonte e direttore della Reggia di Venaria, che alla luce degli importanti e ambiziosi risultati raggiunti ci ha illustrato il suo punto di vista.

 

Dottor Vanelli, non è’ che stiamo riposando sugli allori? Dopo tanti risultati brillanti raggiunti, ora che si fa?

 

VENARIA1Sono personalmente soddisfatto del lavoro di questi anni. Eppure, il rischio che la sua domanda paventa effettivamente c’è , la soddisfazione cioè può facilmente trasformarsi in  compiacimento e in appagamento ,logorando la forza, l’entusiasmo e la capacità di iniziativa e consumando il ruolo acquisito da Torino. In questi anni memorabili, l’enorme patrimonio storico derivante dallo status di Torino di città capitale del Ducato di Savoia prima, e del Regno di Sardegna poi, è’ stato recuperato e riproposto al pubblico, dopo un lungo tempo di abbandono , a seguito di un eccezionale lavoro di restauro, che ha visto un investimento di oltre un miliardo di euro.  E un analogo percorso ha investito le architetture realizzate  dopo l’Unita’ d’Italia fino alla fase dello sviluppo industriale della città e al suo declino. E se si fa l’elenco dei beni è’ imponente il numero dei casi che sono stati salvati e ristrutturati . ( ndr:  monumenti come Palazzo Reale, l’ Armeria Reale, Palazzo Madama, il Castello di Rivoli, il Museo d’Antichita, Villa della Regina , Palazzina di Stupinigi, la Basilica di Superga, il Castello del Valentino, la Reggia di Venaria, il Museo del Risorgimento, Palazzo Carignano , e ancora nelle architetture più recenti la Mole Antonelliana , il Lingotto, le OGR , la Chiesa del Sacro Volto, fino al recente completamento della nuova galleria Sabauda e delcc madama Museo Egizio)- Ciò ha consentito a Torino di riproporre la sua autentica e originaria immagine di capitale regale,  riconciliando così ,i torinesi con la loro storia e facendo della città una meta ambita e attrattiva per il turismo , non solo nazionale , ma anche internazionale ; tutte le ricerche confermano questo scenario. C’e’ da rimarcare che nella nostra città l’architettura barocca raggiunge vertici di qualità assoluta, superando sovente per bellezza , magnificenza ed eleganza l’analogo patrimonio di grandi capitali europee. E la Regione e la Città non sono intervenute in questi anni solo per recuperare il patrimonio, ma hanno elaborato e realizzato soluzioni istituzionali e organizzative fortemente originali per la conduzione dei beni culturali italiani. Oggi Torino e’ universalmente considerata una città bellissima,ricca di storia, arte e saper vivere e  i torinesi ne sono orgogliosi  . I torinesi oggi sono soddisfatti di questo cambiamento, però a mio avviso il ciclo avviato negli anni 90 , rischia nei prossimi anni di veder lentamente esaurire la spinta propulsiva e innovativa che la accompagnava.

 

Quindi la cultura è’ un cantiere ancora aperto?

 

Si certo,le pubbliche amministrazioni, Comune e Regione, stanno affrontando  alcuni lavori da portare a compimento e avviando il recupero di alcune strutture che sono rimaste indietro. Basti pensare al Museo Regionale di Scienze  Naturali,a tutto il quartiere  della Cavallerizza Reale , al Borgo Castello del parco della Mandria e ancora al Castello di Moncalieri e al Museo di Artiglieria.

 

Ma c’è una bella addormentata: Stupinigi. Come risvegliarla?

 

TUTTADRITTA STUPINIGIIo credo che Stupinigi dovrà e potrà’ essere davvero l’evento culturale dei prossimi anni. Il grande lavoro di restauro, sia degli edifici che della componente artistica, ormai in dirittura d’arrivo , è’ stato uno dei più ambiziosi , anche se forse troppo lungo, programma di riqualificazione di un bene culturale ambientale . Con la Fondazione Mauriziana  hanno collaborato il meglio delle aziende private torinesi e dei nostri enti pubblici. Sono convinto che il completamento degli attuali lavori con il recupero del borgo circostante e la realizzazione di moderne strutture di accessibilità e accoglienza, accompagnato da un percorso di visita affascinante e ricco di suggestioni, possa elevare quel sito a una delle grandi mete di turismo internazionale . Preliminare è’ però  il consolidamento istituzionale e finanziario della Fondazione Mauriziana.

 

C’è una balcanizzazione nel mondo degli istituti culturali torinesi , in particolare nel settore quello dell’arte contemporanea .  Non è’ il caso di razionalizzare e accorpare i tanti soggetti che se ne occupano?

 

Torino è’ stata in questi anni all’avanguardia nella creazione del modello istituzionale organizzativo per la gestione dei beni culturali, e questoARTE1 modello che garantisce autonomia e operatività ci è molto invidiato sopratutto in Italia. Pero’ sono state costituite strutture di gestione in un numero che, con il senno di poi, appare oggi decisamente eccessivo, oltretutto con squilibri incomprensibili sia sulla quantità dei dipendenti, sia sul finanziamento e sia sulla capacità di reperire risorse autonome dalla propria attività .  Comune e Regione hanno consapevolezza dell’impossibilità,  alla luce delle SALONE 215disponibilità economiche attuali, di mantenere questo sistema, ma le soluzioni non sono semplici. Se è’ vero che ogni struttura si è dotata di propri uffici per la comunicazione, il marketing , per la gestione amministrativa e così via, moltiplicando in questo modo gli uffici e i dipendenti e conseguentemente le spese, per altro verso, oggi questi enti sono naturalmente gelosi dell’identità acquisita e della propria indipendenza, anche per la sotterranea , forte competitività e concorrenza che esiste tra di loro e che oltretutto rende complicatissimo il governo del sistema. Il processo di accorpamento avviato, in particolare dalla Città e dalla Regione, incontra conseguentemente molte resistenze e non poche complicazioni giuridiche. La cosa poi , raggiunge vertici grotteschi nel caso dell’arte contemporanea , dove sono proliferate cinque strutture che operano in questo campo e la stessa CRT vorrebbe fare delle OGR un ulteriore centro per la cultura e l’arte contemporanea. Qualcosa  di non dissimile, anche se qui il problema patrimoniale e istituzionale è’ ancora più complicato riguarda anche il circuito delle residenze sabaude, vera araba fenice della politica culturale piemontese e , se pur in misura molto più limitata, il settore della promozione del libro.

 

Che obbiettivi a suo avviso, andrebbero perseguiti per raggiungere nuovi traguardi ?

 

regio orchestraSicuramente il lavoro già avviato dalle pubbliche amministrazioni di completamento dei cantieri e di ricomposizione organizzativa del sistema con la razionalizzazione dei suoi costi è’ un compito ineludibile, ma io credo che il solo lavoro di riordino non basti. Ho l’impressione che questo settore stia cambiando radicalmente e che i vecchi strumenti della pubblicamadama reale amministrazione stiano diventando sempre meno efficaci, anche perché in fin dei conti, la grande leva per sostenere la cultura era investirvi denaro pubblico e quei soldi non ci sono più . Mi pare che due siano i processi in corso che vanno accompagnati e favoriti. Prima di tutto va avviato e sperimentato un processo di liberalizzazione della gestione del patrimonio culturale e dei suoi servizi favorendo e incentivando l’emergere di una autonoma e non assistita capacità imprenditoriale ,sia pubblica che privata. È’ necessario che si rafforzino e nascano soggetti capaci di progettare e organizzare in economia, con moderato o nullo finanziamento pubblico la gestione di un bene o di un avvenimento culturale,  dalle visite alle mostre, spettacoli , eventi, e servizi nonché la loro promozione e comunicazione. Per altro verso va incentivata e sostenuta la capacità creativa nelle tante diverse espressioni della cultura contemporanea. Sono convinto che siano presenti nel nostro territorio , una molteplicità di soggetti con straordinarie capacità creative lontane dalla frequentazione dei luoghi del potere, un po’ smarriti, disorientati, abituati a fare da se, senza tutele e supporti dalle amministrazioni : una sorta di cultura sommersa spesso conosciuta e apprezzataegizio 22 chissà per quali vie in altri luoghi, non di rado anche internazionali. Ricucire un contatto , virtuoso e non malato , tra le strutture del governo e le strutture della produzione creativa è’ un compito oggi non rinviabile. Va individuato uno strumento di crescita e di inserimento di questi soggetti  nel mercato della cultura ,e ciò non solo nell’arte contemporanea , ma anche nei campi della fotografia e della tecnologia digitale ,  nella produzione musicale e audiovisiva , nel design ,nella moda, nell’artigianato metropolitano, nell’ architettura e  così via . L’altro ponte mole vittorioobbiettivo è’ far diventare sempre di più la nostra città un polo di una rete internazionale ,non solo europea , in cui i nostri operatori sia imprenditoriali ,sia creativi , si misurino con un mercato più ampio , accettando alleanze , sfide e confronti  con gli altri soggetti che ormai in questo campo sono presenti e attivi. Faccio solo degli esempi, si pensi al potenziale che ha il Museo Egizio in un’ iniziativa di scambio e solidarietà per la tutela e la valorizzazione delle collezioni e delle aree archeologiche tra quelle europee e quelle del Medioriente , queste ultime oggi violentate dall’iconoclastia islamica. Si pensi al potenziale di produzione e valorizzazione culturale  che può emergere dal lavoro già imbastito dalla Venaria Reale, tramite il suo Centro Studi, con le altre residenze reali europee per un programma comune di ricerca e di mostre ,per far conoscere la storia e i rapporti tra le città e le corti d’Europa anche in una prospettiva di rafforzamento dell’integrazione europea . Si pensi infine alle opportunità di reinserimento di Torino nel mercato internazionale della produzione culturale contemporanea.  Insomma , l’attrattivita’ turistica e la produzione di cultura devono diventare nei prossimi anni, a partire dal patrimonio culturale recuperato, un pezzo, sicuramente non maggioritario , ma non irrilevante del PIL della nostra città e della nostra regione.

 

Ma chi saranno i protagonisti di questa nuova stagione ?

 

giovani banca

La mia generazione, su questo punto non ha lavorato bene: e’ rimasta abbarbicata al comando non occupandosi di favorire la formazione di un ricambio generazionale. Così , adesso che siamo invecchiati non è facile trovare nella generazione dei cinquantenni la naturale sostituzione . Per accelerare questo passaggio di testimone si è avviato un  processo di “rottamazione ” un po’ brusco e ciò’ e’ avvenuto in modo burocratico, fissando tetti di età e attuando una selezione un po’ improvvisata  con l’effetto di disperdere competenze e esperienze consolidate, anche se ovviamente invecchiate, mandando un po’ allo sbaraglio persone , sia pur capaci e ambiziose , talora non sufficientemente sicure e strutturate. Credo  che sarebbe necessario ammorbidire in qualche modo il processo di rinnovamento in corso;  una campagna di formazione di quadri e dirigenti potrebbe essere molto utile, programmando un affiancamento per il trasferimento di know how tra una generazione e l’altra. La formazione di una classe dirigente non si fa  con un percorso  burocratico e con un semplice processo di cooptazione, ma attraverso la proposta di nuovi orizzonti e di nuovi obbiettivi, facendo partecipare a questo processo, non solo pochi capaci e qualche abile cortigiano,   ma una generazione disposta a studiare, lottare e sgomitare in un’esperienza collettiva.