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Chiamparino: "Centralità della cultura, ma il rinnovamento non si fa per decreto"

chiampa scrivaniaSecondo il Presidente della Regione Piemonte occorre che l’amministrazione regionale passi da un ruolo prevalente e quasi esclusivo di gestione diretta delle istituzioni culturali a un ruolo di indirizzo, progettazione politica e ovviamente di verifica dei risultati, finalizzando le risorse sulla base della capacità di progettazione dei diversi soggetti che appartengono al mondo culturale. Bisogna abbandonare la distribuzione a pioggia delle risorse, concentrandosi su pochi grandi progetti strategici. Il discorso, del resto, non vale solamente per la cultura…

 

VanelliIntervista di Alberto Vanelli

 

Abbiamo incontrato Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte ormai da più di un anno. Con lui abbiamo riflettuto sullo stato della cultura e del turismo nella nostra regione.

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1) Presidente, gli investimenti nelle infrastrutture e nell’innovazione tecnologica sono fondamentali per attirare in Piemonte dei nuovi investitori. Non crede che anche l’immagine di un territorio vivibile, ospitale, interessante, ricco di opportunità culturali, possa affascinare gli investitori, contribuendo ad attrarre risorse ed energie produttive non necessariamente alberghiere?

Più che da presidente di Regione, le rispondo sulla base della mie esperienza di sindaco di Torino, un ruolo che ho svolto molto più a lungo, dal 2001 al 2011. E la mia risposta è sì. Uno degli esperimenti più riusciti di attrazione degli investimenti, purtroppo non molti, almeno finora, è quello che ha portato a Torino il centro di ricerca di General Motors sui motori diesel. E non c’è dubbio che, oltre alla presenza del Politecnico, dove esistono importanti corsi di ingegneria meccanica e dell’automobile, abbiano contribuito al risultato alcuni importanti elementi di contesto, come il fatto di offrire una città vivibile, accogliente, dotata di una grande vivacità culturale. Detto questo, si potrebbe fare di più. Da quando è stato chiuso il vecchio ITP – Investimenti Torino Piemonte, nessuno si è più dedicato davvero all’attuazione di politiche sistematiche di attrazione degli investimenti.

mole angela2) Torino, anche grazie all’importante contributo della Regione, ha consolidato nel tempo delle istituzioni culturali di rilevanza nazionale e internazionale, che nonostante la necessità di un forte rinnovamento, soprattutto nella capacità di rendersi maggiormente autonome dai finanziamenti pubblici, appaiono in grado di garantire un’offerta culturale di qualità. Nel resto del Piemonte, salvo rarissimi casi, il panorama culturale è molto meno strutturato. Come valuta la possibilità che sia proprio la Regione a promuovere la costruzione di Fondazioni e Consorzi analoghi a quelli attivi nella cerchia torinese, quanto meno nelle aree a più alta vocazione turistica e culturale?

Non sono sicuro che la soluzione principale sia questa. Se focalizziamo l’attenzione sull’attrattività turistica, possiamo dire che gli istituti già presenti sul territorio, le Agenzie per il Turismo Locale (ATL), funzionano, e in diversi casi funzionano benissimo. La zona delle Langhe, per esempio, ha conosciuto dinamiche di crescita turistica superiori a quelle dell’area metropolitana torinese. Ma è chiaro che in quelle aree i fattori di attrazione non sono le mostre e i musei, ma l’ambiente naturale, il vino, la gastronomia. In ogni caso la valorizzazione e la promozione delle risorse culturali diffuse sul territorio piemontese non passano necessariamente per la costituzione di altre strutture gestionali.

3) Non trova, però, che le aree rurali abbiano le potenzialità per allargare la loro offerta,lago pesce
unendo al paesaggio e all’enogastronomia anche una proposta culturale di livello?

Certamente si può fare di più, anche se alcune cose già si fanno, penso allo Stresa Festival, il cui direttore artistico è Gianandrea Noseda, per citare un solo esempio. Io punterei anche sulla creazione di meccanismi di rete che spostino le persone (per esempio, offrendo itinerari turistici che uniscano il paesaggio delle Langhe con le piazze e i musei torinesi), oppure le stesse attività culturali, come avviene quando il Teatro Regio porta la sua orchestra in giro per il Piemonte. Del resto, per guardarla da un altro punto di vista, è assolutamente normale che esistano delle gerarchie e delle differenze di scala. La città metropolitana è tale proprio perché riesce ad attrarre risorse e a combinarle, cosa che difficilmente potremmo replicare altrove con un provvedimento dall’alto. La storia è storia.

4)Quale può essere, allora, il compito della Regione in campo culturale?

chiamp consiglioCredo che la Regione dovrebbe smettere di “fare l’imprenditore”, liberandosi del ruolo gestionale che ha assunto nel tempo nelle più disparate attività, culturali e non. Dovrebbe invece rilanciare il suo ruolo politico, nella cultura ma non solo, programmando e finanziando progetti di ampio respiro, tanto nell’area metropolitana che altrove. E chiedendo ovviamente dei risultati, a cui dovrà essere condizionata l’erogazione di nuovi fondi. Il “controllo” pubblico, più che nella partecipazione di incaricati della Regione ai consigli di amministrazione, dovrebbe risiedere nella valutazione degli obiettivi raggiunti. Per fare tutto questo, però, occorre partire da un’attenta rivisitazione della legislazione di spesa, a cui stiamo già lavorando con Antonella Parigi, che segue le politiche sulla cultura e sul turismo. La logica che governa le nostre leggi di spesa attuali, nate in un periodo in cui c’erano molte risorse, è quella di dare qualcosa a tutti. Ora, però, in un momento in cui i fondi pubblici sono limitati, quel tipo di logica non è più perseguibile. Quando il denaro pubblico era tanto, anche la distribuzione a pioggia poteva avere una sua capacità di incidere: per la crescita culturale delle persone, per il miglioramento della loro qualità della vita, eccetera. Adesso, però, se distribuite in quel modo, le poche risorse disponibili diventano briciole, del tutto irrilevanti ai fini di una reale promozione di cultura, di innovazione, di crescita. L’unica strada è programmare interventi specifici che abbiano una funzione strategica, in grado di attivare dei processi virtuosi all’interno delle comunità, dell’economia, del mondo della cultura, concentrando i denari pubblici in quelle poche iniziative mirate. Non senza avere consultato, ovviamente, i soggetti politici, economici e culturali attivi nei territori interessati dagli interventi regionali.

 

5) Lei quindi mi autorizza a scrivere che entro qualche mese la sua amministrazione metterà mano a una revisione radicale della legislazione vigente, vecchia ormai di oltre trent’anni, per poi avviare una grande stagione di interventi strategici…

Quanto alle leggi, mi concentrerei in particolare sulla legislazione di spesa. Altra cosa sono le leggi che stabiliscono indirizzi e regolamenti. Pur senza fornire una data precisa, in ogni caso, posso dire che tutta la legislazione di spesa, non solo culturale, dovrà essere rivista. In ogni campo, dovremo avere la possibilità di investire su progetti che abbiano un carattere strategico.

europa torino castello6) Parliamo delle forze in campo nel mondo della cultura. L’impressione è che esista una sorta di aristocrazia che controlla da decenni le grandi istituzioni, cui fa da contraltare, dall’altra parte, una periferia della cultura, non sociale e nemmeno territoriale, ma politica: un mondo di soggetti giovani e non, che hanno idee e proposte, ma che sono quasi del tutto esclusi dai processi di decisione…

Ci sono situazioni in cui la Regione è obbligata per legge a partecipare alla gestione, ed altre (come per tutti i più importanti enti culturali pubblici, in particolare nell’area metropolitana torinese) che   senza una presenza economicamente forte del pubblico non sarebbero in grado di sostenersi. Una riduzione della presenza gestionale diretta della Regione potrebbe dar vita ad un meccanismo in cui le risorse vengono assegnate sulla base di progetti che tutti – anche quanti oggi si sentono esclusi – potranno presentare e vedere finanziati, purché si tratti di iniziative importanti e di valore strategico. Ciò non significa, ovviamente, che i grandi enti verranno penalizzati. Ma non escludo che alcuni di essi possano avere in futuro un sostegno ancora maggiore. Ma quel sostegno discenderà dal perseguimento di progetti di assoluto rilievo strategico. A ogni modo di questi temi discuteremo a fondo durante nel corso degli degli Stati Generali della Cultura, un ciclo di cinque appuntamenti studiati per mettere a confronto gliREGIONE PALAZZO operatori piemontesi della cultura, dall’associazionismo alle istituzioni, dalle sovrintendenze agli amministratori locali, sui grandi temi e progetti di questo settore. Il primo appuntamento è previsto a fine giugno 2016.

7) L’offerta culturale di Torino e della sua area metropolitana è ormai ricchissima, quasi sovrabbondante. Non crede, però, che manchi ancora qualcosa? Torino consuma moltissima cultura, ma da un certo punto di vista ne produce e ne esporta poca.

Le politiche culturali degli ultimi anni hanno consentito di recuperare il gap che ci separava da altre importanti città europee. Negli ultimi cinque anni, anzi, la città si è straordinariamente animata, grazie a importanti partnership con grandi istituzioni museali europee. Quella degli enti pubblici, tuttavia, non può essere che un’opera di gestione e divulgazione di un patrimonio culturale consolidato. L’innovazione culturale è difficilmente programmabile da parte di un ente. tosca regio teatroInnanzitutto, bisogna dire che i grandi fenomeni di innovazione culturale sono stati riconosciuti tali dopo che sono avvenuti. Inoltre si sono sviluppati in modo autonomo, spontaneo, attraverso il combinarsi di una serie di fattori; e magari sono esplosi in diretta contrapposizione alla cultura “ufficiale”: quella, cioè, che era sostenuta dalle grandi istituzioni culturali e che era finanziata dagli enti pubblici. L’innovazione non è mai nata per legge o per decreto. Può nascere dalle imprese, dalla rivolta, da tante cose in cui il problema dell’istituzione è, semmai, quello di capire, favorire e accompagnare i processi. Un museo può essere innovativo, forse? Probabilmente nel modo in cui divulga. Ma l’innovazione dei contenuti culturali si produce nella società. Quanto poi alle aristocrazie, culturali e non, è fin troppo facile constatare che al potere ci siamo noi vecchi. Quella di mandarci a casa, però, è una responsabilità che appartiene forse più ai giovani che non a noi…

8) Da anni, le istituzioni culturali sono costrette a inseguire i potenti al fine di ottenere le risorse necessarie ad attuare i loro fini artistici o istituzionali, talvolta a buon diritto, talaltra meno. Non ritiene che sarebbe il caso di porre fine a questa tradizione, che so essere foriera di imbarazzi e trattative estenuanti e spesso inutili, mediante la definizione di un quadro legislativo e finanziario certo, e mediante l’individuazione di criteri di assegnazione non derivanti dalla continuità storica ma fondati su standard e criteri equi, che valutino attentamente i risultati raggiunti e gli obiettivi da perseguire?

 

torino teatroFin dal 2001, quando sono diventato sindaco, ho assistito a una periodica pantomima. I giornali lanciavano l’allarme: la cultura in pericolo! Poi si discuteva e alla fine si trovava sempre la soluzione. Tutto questo, in realtà, dipende dal fatto che, a differenza di altri settori, la cultura ha un potere evidente nell’ambito della comunicazione: nel senso che gli operatori della cultura, anche i minori, hanno un rapporto coi media assai più forte di quello che può avere chi si occupa di artigianato. Ciò che conta è che, alla fine, di significative riduzioni delle attività culturali non se ne sono viste. Semmai c’è stata una crescita, resa possibile, in questi ultimi cinque anni, dai gemellaggi internazionali e dall’aumento delle sponsorizzazioni private.

9) Ma non crede ci sia comunque il bisogno di mettere ordine? Perché un museo prende ogni anni una cifra X, mentre un altro museo, con caratteristiche simili, prende molto meno?

Anche in questo caso, mi rifaccio alla risposta che le ho dato poco fa. Per mettere ordine, partiamo dalla revisione delle leggi di spesa e dall’abbandono, da parte della Regione, del suo ruolo di gestore degli enti culturali. Tutto il resto verrà da sé.

10) A quanto ammonteranno, quest’anno, i fondi destinati alla cultura?

toro regio teatroPer rispondere devo fare una premessa. La Regione deve ripianare il suo deficit tramite due programmi di rimborso, uno decennale e uno trentennale. Ciò significa che, solo a questo fine, per i primi dieci anni, saranno necessari 200 milioni l’anno. È un’impresa difficile, ma grazie a un nuovo assetto legislativo della contabilità regionale, abbiamo la possibilità di coprire una gran parte di quelle spese mediante l’avanzo derivante dalla ricontabilizzazione delle quote Irpef che in precedenza non avevamo segnato, e che ora possiamo invece calcolare. Sulla base di questo, anzi, riusciremo di qui alla fine della legislatura a garantire che il livello delle spese della Regione sia lo stesso del 2016, e a ritagliarci addirittura un piccolo fondo di riserva, per far fronte a emergenze e se necessario, per sostenere ancora più fortemente alcuni progetti importanti. Anche la cultura, quindi, avrà assicurati i livelli di spesa di quest’anno, e grazie alla gestione di cassa pluriennale potrà stanziare fondi anche superiori a quelli relativi all’anno in corso. Gli importi definitivi, in ogni caso, saranno disponibili con l’approvazione del bilancio di assestamento del giugno prossimo.

11) E gli investimenti?

Gli investimenti rientrano in questo discorso e sicuramente ci saranno. Quando parlo di politiche, mi riferisco, tra le altre cose, al cofinanziamento dei fondi europei, a partire dalla cultura, senza naturalmente trascurare il sociale e altri importanti capitoli di azione regionale.

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Boom turistico a Torino, sesta tra le città d’arte. La competizione è con Milano:
http://www.iltorinese.it/boom-turistico-torino-sesta-citta-darte-in-concorrenza-milano-lombardia/
 
Vanelli: “Turismo realtà dell’economia torinese, ma per battere Milano servono più governance e promozione”
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Tempo di crisi, mobilità in deroga: la Regione da' l'accesso per tre mesi agli over 50

lavoro2La Regione Piemonte ha deciso, come già avvenuto nel 2015, di privilegiare la mobilità in deroga, per cercare di dare un aiuto concreto, anche se limitato nel tempo, ai lavoratori in età avanzata

Tempi di crisi e di soluzioni per attenuarle, se possibile. Da oggi anche le persone provenienti dalla mobilità ordinaria e dalla disoccupazione speciale edile saranno tra coloro che beneficeranno della mobilità in deroga nel  2016. La Regione Piemonte, d’intesa con le parti sociali, ha infatti deciso di ampliare le categorie di chi vi potrà accedere. Questo strumento continuerà a comprendere i disoccupati con più di 50 anni che abbiano esaurito l’ASpI o la NASpI.

Spiegano in regione: “La mobilità in deroga, è della durata di tre mesi, e i soggetti interessati devono avere un’età non inferiore ai 50 anni compiuti, aver terminato il precedente ammortizzatore sociale nel periodo compreso tra il 31 dicembre 2015 e il 30 dicembre 2016, possedere 12 mesi di anzianità, di cui sei di lavoro effettivo, nell’azienda di provenienza, che deve aver sede sul territorio piemontese al momento della cessazione del rapporto di lavoro”.

La mobilità in deroga è finanziata dal Ministero del Lavoro con 750.000 euro:  il 5% delle risorse che il Governo ha assegnato al Piemonte per gli ammortizzatori in deroga (complessivamente circa 15 milioni). Una clausola contenuta in un decreto del Jobs Act dello scorso settembre scorso, infatti, consente alle Regioni di utilizzare liberamente, fino a fine 2016, il 5% dei fondi stanziati per gli ammortizzatori in deroga, diversamente vincolati a rigide restrizioni di utilizzo.

La Regione Piemonte ha deciso, come già avvenuto nel 2015, di privilegiare la mobilità in deroga, per cercare di dare un aiuto concreto, anche se limitato nel tempo, ai lavoratori in età avanzata che, dopo aver esaurito il sostegno al reddito, si trovano ancora senza lavoro e lontani dalla pensione.

Le domande vanno presentate all’Inps esclusivamente per via telematica entro 60 giorni dalla data di conclusione del precedente ammortizzatore. Una clausola prevede inoltre che, per chi abbia terminato l’ammortizzatore tra i mesi di gennaio e aprile, i 60 giorni decorrano dal 27 aprile 2016.P Per informazioni, è possibile rivolgersi al call center regionale 800.333.444 (da lunedì a venerdì, 8.30-17,30).

(foto: il Torinese)

Nascono 3000 imprese artigiane nei primi tre mesi dell'anno ma ne muoiono di più

OPERAIO LAVOROTorino – dove opera la metà delle imprese artigiane piemontesi – registra un tasso di crescita negativo dello 0,79%

In Piemonte 2.902 imprese artigiane sono nate nei primi tre mesi del 2016. Quelle che hanno chiuso sono state invece 4.020. Il tasso di crescita risulta quindi negativo, -0,90%, del resto in linea con la media nazionale (0,92%).  Dice Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte: “Il tessuto artigiano della nostra regione non ha ancora superato le difficoltà degli ultimi anni”. Il comparto con il maggior numero di imprese artigiane è l’edilizia che registra un tasso negativo dell’1.35%. Il migliori dato è relativo all’agricoltura (-0,13%). A livello provinciale le criticità maggiori si riscontrano nelle provincie di Cuneo (-1,24%) e Asti (-1,22%), mentre Torino – dove opera la metà delle imprese artigiane piemontesi – registra un tasso di crescita negativo dello 0,79%.

"Contratto subito": sciopero del pubblico impiego, in piazza 10 mila lavoratori

sciopero2scioperoErano migliaia i lavoratori pubblici giunti a Torino, in piazza Arbarello,

da tutto il Piemonte. Lo slogan “Contratto subito” era scritto sullo striscione in apertura di corteo. I sindacati – Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl e Uil Pa dicono che in piazza c’erano 10 mila persone e che l’adesione allo sciopero regionale è tra il 60 e l’80%.  Alla manifestazione hanno aderito lavoratori  degli enti pubblici, della sanità, dei ministeri, del comparto dei vigili del fuoco. L’intervento finale  è stato affidato a Rossana Dettori, segretario generale Fp Cgil.

Piovono i fondi per la cultura, in arrivo 15 milioni per La Cavallerizza

cavallerizzacavallerizza interniIl sindaco: “Con il  finanziamento i lavori potranno iniziare  presto, dando il via al progetto che prevede la sistemazione alla Cavallerizza di attività culturali, museali e teatrali”

Se Torino aspira a diventare sempre più una capitale del turismo culturale sono indispensabili nuovi finanziamenti per il recupero del patrimoni storico-architettonico. Una risposta giunge, nell’ambito dei fondi destinati alla cultura dal Cipe, pari ad un miliardo di euro, con i  15 milioni destinati al recupero del complesso della Cavallerizza Reale e al completamento dei giardini reali.  “Siamo lieti- dice il sindaco, Piero Fassino, nel comunicare la notizia – che il ministro Franceschini e il Governo abbiano dato cavallerizza porticiil benestare al nostro progetto sulla Cavallerizza, che consente di completare e valorizzare l’intero complesso dei Musei Reali . Con il  finanziamento i lavori potranno iniziare  presto, dando il via al progetto che prevede la sistemazione alla Cavallerizza di attività culturali, museali e teatrali che accresceranno ulteriormente l’offerta culturale della città”. Tra i finanziamenti destinati al Piemonte anche i fondi necessari per il completamento degli interventi della storica Cittadella di Alessandria.

 

(Foto: il Torinese)

Corteo del Primo Maggio turbato dagli antagonisti che cercano di colpire il senatore Esposito

primo maggio 12Le parole d’ordine di questa edizione sono: contrattazione, partecipazione e integrazione. Verrà celebrato anche il 70mo anniversario del voto femminile

AGGIORNAMENTO Un gruppo di anarco-insurrezionalisti ha cercato di raggiungere il corteo dei lavoratori, ma è stato bloccato dalla polizia. Uno dei contestatori ha cercato di colpire con una spranga il senatore Pd Stefano Esposito.

Tradizionale corteo del Primo Maggio da piazza Vittorio fino a piazza San Carlo, per il comizio del segretario generale della Uil Gianni Cortese, che parlerà a nome dei tre sindacati Cgil, CIsl e Uil Interverranno prima rappresentanti della Città, della Gioc e i lavoratori di alcune categorie. Concerto della Banda musicale dellaPRIMO MAGGIO 4 Polizia municipale della Città di Torino, della Banda Filarmonica Mirafiori e della Banda Giuseppe Verdi. Le parole d’ordine di questa edizione sono: contrattazione, partecipazione e integrazione . Verrà celebrato anche il 70mo anniversario del voto alle donne con la presenza di una matita colorata commemorativa. Ci sarà anche una colonna sonora con la canzone ‘Today say No to child labour’: l’autrice Maria Olivero da anni sostiene la causa della lotta al lavoro minorile. Verranno distribuite le Red Card della campagna ‘Cartellino rosso al lavoro minorile’ e il manifesto dell’Ilo ‘Music against child labour’.  Presenti Fassino e Chiamparino, rappresentanti di Sel, Rifondazione e i gruppi che sostengono la candidatura di Giorgio Airaudo,  Chiara Appendino, candidata sindaco per il Movimento Cinque Stelle, e il candidato del Partito comunista Marco Rizzo

(Foto: il Torinese)

Davide-Gariglio1 MAGGIO. MORRI E GARIGLIO (PD): “I SOLITI TEPPISTI HANNO CERCATO DI ROVINARE LA FESTA DEI LAVORATORI. IL PD NON SI FA INTIMORIRE DALLE PROVOCAZIONI”.

Come da copione i soliti professionisti dell’antagonismo hanno voluto approfittare del 1 maggio, che è la Festa di tutti,  per provocare il Partito Democratico e tenerci fuori dal corteo.

Non abbiamo mai rifiutato il confronto, ma chi arriva al corteo con metodi squadristi pretendendo di rappresentare le rivendicazioni sul lavoro ed escludendo tutti gli altri non può certo essere un interlocutore.

Ancora una volta dobbiamo ringraziare le forze dell’ordine che hanno impedito aggressioni e violenze ad opera di quelle frange di anarco-insurrezionalisti e No Tav, che oramai da anni si sono specializzati in azioni di teppismo e di sabotaggio contro le sedi del nostro partito (come accaduto anche oggi alla sede di via Colautti) e di minacce e intimidazioni verso i nostri dirigenti e militanti.

In particolare ci lascia sgomenti il grave episodio della tentata aggressione nei confronti del Sen. Stefano Esposito, e ci auguriamo che il responsabile possa essere identificato e punito. Evidentemente gli autori di tali atti non hanno ancora compreso che il PD non si fa in alcun modo intimorire e non rinuncia ad essere presente nelle piazze e tra la gente con le proprie bandiere, le proprie idee e la passione politica che da sempre ci anima. Spiace dover constatare che la Festa dei lavoratori sia stata ancora una volta sporcata dalle deliranti gesta di uno sparuto gruppo di pseudo-rivoluzionari.

 

Fabrizio MORRI

Segretario PD Torino

 

Davide GARIGLIO

Segretario PD Piemonte

Turismo culturale, continua la scalata di Torino tra le "bellissime città d'arte"

papa vittorio 1111SKYSCANNER INSERISCE IL CAPOLUOGO PIEMONTESE TRA LE 20 METE ITALIANE DA NON PERDERE
 
 

Torino  è stata inserita tra le ‘20 bellissime città d’arte in Italia’ da Skyscanner, conquistando l’apprezzamento di milioni di viaggiatori. La notizia viene rimbalzata ai giornali torinesi dal Comune che cita il comunicato lanciato dal sito http://www.skyscanner.it/notizie/le-20-piu-belle-citta-darte-italiane: “Ogni città italiana, da nord a sud, da ovest a est, accoglie con stile, dialetto, storia, usi e costumi differenti i viaggiatori provenienti da tutto il mondo! Siamo fieri di appartenere alla nazione con maggior numero di siti UNESCO, ricca di paesi, chiese, musei, castelli, edifici, dimore e teatri. Terra di cantastorie, ballerini, artisti, poeti e musicisti. L’Italia ha un patrimonio storico, artistico e architettonico dal valore inestimabile che racconta secoli di storia. Una nazione che non ha bisogno di presentazioni e noi di Skyscanner vogliamo solo darvi qualche idea su alcune città d’arte italiane da vedere in un meraviglioso week end culturale, anche più volte nella vita!”

castello armeria reale

Le città comprese nell’elenco : Torino, Trento, Genova, Lucca, Firenze, Verona, Ravenna, Ferrara, Perugia, Urbino, Assisi, Orvieto, Roma, Cagliari, Teramo, Napoli, Matera, Lecce, Reggio Calabria e Siracusa.

I NUMERI DELLA TORINO CULTURALE E TURISTICA

 

  • Nel ponte del 25 aprile 2016 Torino è stata invasa da una moltitudine di turisti: i dati della Confesercenti parlano di un’occupazione degli hotel pari al 95% (il 70% è arrivato in città per il Jazz Festival).
  • Ricordiamo inoltre che, secondo il New York Times (http://www.nytimes.com/interactive/2016/01/07/travel/places-to-visit.html?_r=0), Torino – unica città italiana – è al 31° posto fra le 52 destinazioni al mondo da non perdere nel 2016.
  • Trivago.it, il noto portale di prenotazione di alberghi, ha selezionato le più quotate in termini di numero di ricerche sul web, di rapporto qualità-prezzo degli hotel e di qualità degli eventi proposti e ha premiato Torino come città più scelta d’Italia per Capodanno.turisti 1
  • Il capoluogo piemontese è stata la meta più visitata d’Italia nel periodo delle festività natalizie (analisi di RES Hospitality Business Developers, fonte indipendente sui dati alberghieri in Italia, basata su tre indicatori precisi: prenotazione delle camere, tariffa media giornaliera e ricavo medio per camera disponibile) e durante il primo fine settimana dell’anno ha registrato un’occupazione alberghiera paro 90% (fonte Assohotel).
  • E ancora l’anno scorso The Guardian ha inserito Torino tra le 10 città d’Europa per un weekend alternativo: http://www.theguardian.com/travel/2015/mar/02/top-10-alternative-city-breaks-europe-lyon-ghent-leipzig?CMP=fb_gu

(Foto: www.iltorinese.it)

Gara tra Poli e Università: chi garantisce più opportunità di lavoro a un anno dalla laurea?

POLITECNICODati di tutto rispetto per entrambe le istituzioni: Poli e Università fanno a gara sulla situazione lavorativa dei propri laureati. Il 76% dei laureati magistrali dell’Università  lavora a un anno dal conseguimento del titolo, mentre  l’86% a tre anni e l’87% a cinque anni. Lo rende noto il XVIII Rapporto di AlmaLaurea. Nella nostra città l’indagine ha riguardato  11.598 laureati, di cui 6.621 di primo livello, 3.616 magistrali biennali e 1.152 a ciclo unico. Tra gli occupati a un anno dalla laurea triennale, il 42% può contare su un lavoro stabile. Dei laureati magistrali biennali, dopo 5 anni dalla laurea, ècampus universita 1  occupato il 72%. Il 78% invece  è inserito nel settore privato. L’84% si ritiene soddisfatto del rapporto con i docenti, il 66% giudica le aule adeguate, il 38% trova inadeguate le postazioni informatiche. L’81% valuta positivamente i servizi di biblioteca e il 68% si iscriverebbe di nuovo all’università.  L’ 85% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino trova lavoro entro un anno, il 94% a tre anni, stessa percentuale dopo 5 anni. . A 5 anni dal titolo gli occupati stabili sono invece  l’86%, il 93% nel settore privato. Il tasso occupazionale dei laureati triennali che non proseguono gli studi (circa il 20%) è, invece, del 74% e tra questi il 43% ha un contratto a tempo indeterminato. La cifra dei  laureati di cittadinanza estera è complessivamente dell’ 11,5%: 9,1% tra i triennali e il 14,1% tra i magistrali biennali. Il 37% giunge da fuori Piemonte e l’età media è di 25 anni. L’85% è soddisfatto del rapporto con i docenti, percentuale che aumenta all’87% sulle aule e scende al 63% sulle postazioni informatiche.

 

(Foto: il Torinese)

La Regione approva la legge e il Piano triennale contro le ludopatie e il gioco d'azzardo

con reg lascarisTra le novità più rilevanti del provvedimento, la previsione del Piano triennale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico che il Consiglio regionale dovrà approvare, su proposta della Giunta, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il Piano dovrà – tra l’altro – promuovere interventi per aumentare la consapevolezza sulla dipendenza correlata al gioco per i giocatori e le loro famiglie

slot mIl Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il  disegno di legge proposto dalla Giunta regionale e il testo del disegno di legge presentato dal gruppo Forza Italia sulla prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico in Piemonte. Era stato istituito un gruppo di lavoro formato da componenti delle Commissioni Commercio e Sanità e la discussione in aula aveva preso il via nei giorni scorsi con l’illustrazione dei relatori di maggioranza, dei gruppi Pd e Sel, e di minoranza, appartenenti ai gruppi di FI e del M5S. Nella seduta di martedì  gli esponenti del  Movimento 5 Stelle  hanno evidenziato l’importanza di provvedimenti contro il gioco d’azzardo, che impoveriscono la popolazione anche e soprattutto nei momenti di crisi, e la necessità d’incentivare iniziative “no slot”.

consiglio X 1Tra le novità più rilevanti del provvedimento, la previsione del Piano triennale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico che il Consiglio regionale dovrà approvare, su proposta della Giunta, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il Piano dovrà – tra l’altro – promuovere interventi per aumentare la consapevolezza sulla dipendenza correlata al gioco per i giocatori e le loro famiglie; favorire un approccio consapevole, critico e misurato al gioco; informare sull’esistenza di servizi di assistenza e cura svolti da soggetti pubblici e del terzo settore sul territorio regionale e sulle modalità d’accesso; informare i genitori e le famiglie sui programmi di filtraggio e blocco dei giochi on line; prevedere interventi di formazione e di aggiornamento, obbligatori ai fini della prosecuzione dell’attività, per i gestori e il personale delle sale da gioco e delle sale scommesse e pianificare campagne annuali d’informazione sui rischi e sui danni derivanti dalla dipendenza dal gioco.

Per tutelare determinate categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e per prevenire il disturbo da gioco – poi – è vietata la collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovino ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a trecento metri per i Comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i Comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti da istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o consiglio lascarissemiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie. Per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica – poi – entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge i Comuni dovranno disporre limitazioni temporali all’esercizio del gioco tramite slot machine per una durata non inferiore a tre ore nell’arco dell’orario di apertura previsto, all’interno delle sale da gioco, delle sale scommesse, degli esercizi pubblici e commerciali, dei circoli privati e di tutti i locali pubblici o aperti al pubblico.

Ai fini della tutela della salute e della prevenzione della dipendenza da gioco è inoltre vietata qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio delle sale da gioco, delle sale scommesse o all’installazione degli apparecchi per il gioco presso gli esercizi pubblici e commerciali, i circoli privati e i locali pubblici e la Regione promuoverà accordi con gli enti di esercizio del trasporto pubblico locale e regionale per favorire l’adozione di un codice di autoregolamentazione che vieti la concessione di spazi pubblicitari relativi al gioco a rischio di sviluppare dipendenza sui propri mezzi di trasporto.

Dopo l’approvazione del provvedimento l’Assemblea ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno per il non passaggio al voto della proposta di legge – in gran parte recepita dal Testo unificato – presentata dai Comuni di Chivasso, Caluso, Ciriè, Ivrea e Settimo Torinese.

 
www.cr.piemonte.it

Migliaia di torinesi e turisti alla scoperta di mostre e musei nel ponte della cultura

cc madamaMolto affollati anche i Giardini Reali, solo parzialmente accessibili per via del restauro in corso alla fontana dei Tritoni, il cui termine è previsto per l’estate. I Musei Reali saranno aperti anche domenica 1° maggio, gratuitamente e con il consueto orario

Il ponte del 25 aprile conferma ancora una volta la vocazione turistica e culturale di Torino, con il pienone di visitatori nei musei e alle mostre d’arte. Si sono registrati 7.414  ingressi nei Musei Reali: un flusso costante di pubblico che turistipiazaha affollato il complesso già sabato 23 aprile (2.312 biglietti staccati), per raggiungere l’apice domenica 24 aprile (3.102 visitatori) e terminare lunedì 25 aprile (2.000 ingressi). Secondo le stime i turisti sono stati oltre il 70% con una netta prevalenza degli italiani. Molte le attività offerte al pubblico in questa tre-giorni festiva, a partire delle visite alle Cucine Reali e a quelle al Museo Archeologico, fino ai percorsi guidati alla scoperta delle singole opere con Ogni opera è un mondo. Molto affollati anche i Giardini Reali, solo parzialmente accessibili per via del restauro in corso alla fontana dei Tritoni, il cui termine è previsto per l’estate. I Musei Reali saranno aperti anche domenica 1° maggio, gratuitamente e con il consueto orario. Alla luce dell’apertura straordinaria di lunedì 25 aprile, i lavori di manutenzione normalmente effettuati il lunedì, giorno di chiusura abituale, saranno realizzatituristi 1 martedì 26 aprile pertanto i Musei Reali quel giorno saranno chiusi.

Straordinario il pubblico che ha visitato la Venaria Reale: da venerdì a lunedì  compreso sono stati 54mila e 234. Prosegue anche il favoloso andamento del nuovo Museo Egizio che nei 4 giorni ha staccato 24mila 654 biglietti.

Il Museo Nazionale del Cinema ha registrato 17mila 500 visitatori. Ottima l’affluenza al Museo dell’Automobile nei giorni di sabato 23, domenica 24 e lunedì 25 aprile gli ingressi sono stati 4mil 360. 2mila persone sono andate al nuovissimo Polo del 900. A questi sempre migliori dati di affluenza del sistema museale si aggiungono quelli straordinari delle prime tre giornate del Torino Jazz Festival 2016.

Il programma del TJF FRINGE da venerdì 22 a domenica 24 aprile raggiunto  67 mila e 400 presenze. Numeri che saranno implementati dal pubblico presente nelle giornate di oggi è del prossimo week end. Gli appuntamenti del TJF 2016 in piazza Castello nelle prime due serate, sabato 23 e domenica 24 aprile hanno coinvolto circa 35mila persone. Anche in questo caso i dati saranno aggiornati con l’affluenza odierna che si preannuncia particolarmente massiccia e con i successivi appuntamenti in programma e  fino al 1° maggio. Particolarmente importanti sono i dati relativi all’affluenza dei concerti a pagamento: tutto esaurito con oltre 1500 spettatori paganti come esauriti sono andati gli appuntamenti programmati al Jazz Club, nei locali dei Quartieri in jazz, al Polo del 900, al Circolo dei Lettori e alcinema Massimo.

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Con i 650  ingressi registrati il 25 aprile, salgono invece  a 2.650  i visitatori che durante questo ponte del 25 aprile si sono recati al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino. Un risultato molto soddisfacente. Grande apprezzamento da parte del pubblico pure per la  mostra “Torino e la Grande guerra 1915-1918”,  allestita nel corridoio monumentale della Camera dei deputati italiana. Attraverso fotografie, tempere, manifesti, giornali e cartelloni pubblicitari si racconta la prima guerra mondiale vista da Torino.

(Foto: il Torinese)