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Verso la primavera. Dopo il vento da martedì sole e clima mite nei “giorni della merla”

Fino a martedì vento e qualche nevicata sulle vette  più alte e dopo arriverà l’alta pressione  con temperature miti, in particolare in alta collina e bassa montagna. Le previsioni meteo di Smi -Società Meteorologica Italiana, indicano che i cosiddetti  ‘giorni della merla’, secondo la tradizione popolare i più freddi dell’anno, dovrebbero presentare  temperature al di sopra della media del periodo. Intanto, in queste ore, il fronte delle nevicate scende  verso valle e non sono previste piogge in pianura. Venti ancora forti un po’ ovunque fino ai 100 km orari e oltre.

Al via la missione salvataggio Gtt, in arrivo 178 nuovi bus Euro 6 a gasolio e metano

L’annunciato  piano industriale per salvare Gtt (e i suoi lavoratori) ha inizio. Il consiglio di amministrazione dell’azienda del trasporto pubblico torinese ha dato il via libera  all’acquisto di 178 nuovi bus Euro 6 a gasolio e  metano. L’azienda parla di “operazione epocale” per rilanciare la crescita dall’attività e la  qualità del servizio per gli utenti. Il bando per i primi 114 mezzi, e l’opzione per gli altri 64 entro marzo 2019, sarà pubblicato a breve. Il  cda  ha dato l’ok anche a una nuova modalità di gestione della manutenzione dei mezzi: per i nuovi veicoli è previsto il  regime di full service. Per acquistare i nuovi mezzi verranno investiti  51,5 milioni di euro,  80 compresa la manutenzione. A gara tra qualche mese anche l’acquisto di 40 nuovi tram.

 

 

(foto: il Torinese)

Treni in Piemonte: dopo l’emorragia di pendolari ecco i primi (timidi) segnali di ripresa

L’emorragia di pendolari in Piemonte si è fermata e l’anno appena concluso, per la prima volta dopo sei anni, ha visto per i treni regionali un timido segno più. Nel 2017 sono state in media 167.556 le persone che ogni giorno hanno preso un treno nella nostra regione, in lieve crescita rispetto al 2016 quando si fermavano a quota 165.000 mila. Numeri ancora molto lontani dai 205.400 viaggiatori del 2011, anno in cui sono state cancellate 14 linee cosiddette “minori”, con un taglio complessivo del servizio dal 2010 al 2017 del 4,9% e un contemporaneo aumento delle tariffe del 47,3%. Si attestano invece ad un misero 0,05% del bilancio regionale gli stanziamenti per il servizio ferroviario, appena 5,09 euro per abitante all’anno, contro una media nazionale dello 0,35%. A fotografare la situazione del trasporto ferroviario è Pendolaria, il Rapporto annuale di Legambiente presentato oggi a Roma che analizza nel dettaglio numeri e storie di un’Italia a due velocità e le varie disuguaglianze che ci sono nel Paese. Ai grandi successi dell’Alta Velocità maturati in questi anni -ampia offerta di treni tra Salerno, Roma, Firenze, Bologna, Milano, Torino e Venezia e un aumento dell’offerta in meno di 11 anni pari al 435%-, si affianca una situazione del trasporto regionale che rimane difficile, anche per via della riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza (-15,5 dal 2010 al 2016) con un calo del 40% dei passeggeri e la diminuzione dei collegamenti regionali (-6,5% dal 2010 al 2016). “I dati di quest’anno, pur confermando l’emorragia di pendolari che il Piemonte ha vissuto a partire dal 2011 per la scellerata scelta di chiudere ben 14 linee ferroviarie, fanno finalmente intravedere qualche primo timido segnale di ripresa, ma la strada da fare per recuperare i circa 40 mila pendolari persi negli anni scorsi è ancora molto lunga –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Per questo chiediamo all’assessore Balocco un ulteriore impegno per rilanciare le ferrovie regionali anche come strumento utile al miglioramento della qualità dell’aria in una regione che soffre endemicamente di smog. In tal senso è positivo il recente impegno della Regione a stanziare maggiori risorse per il trasporto ferroviario e a riattivare a fine 2018 la linea Casale Monferrato-Mortara e a metà 2019 la Casale Monferrato-Vercelli. Ora servono tempi certi anche per la riattivazione delle altre linee sospese, partita su cui facciamo appello anche a chi si candida a rappresentare il territorio nel prossimo Parlamento. Bisogna con forza dire basta risorse alle autostrade e alle grandi opere inutili come la Torino-Lione e il Terzo Valico e dare invece priorità al trasporto ferroviario locale e al potenziamento di tram e metropolitane nelle città”.

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Come emerge dal Rapporto, dove si investe nella cura del ferro il numero dei pendolari cresce e aumenta la voglia di spostarsi in treno. Risultati positivi li troviamo nelle 38 esperienze di successo e buone pratiche del trasporto su ferro segnalate da Pendolaria, tra cui alcune piemontesi: l’elettrificazione della Alba-Bra, che permette di avere collegamenti con Torino ogni ora con treni Taf e Jazz, e la prevista riqualificazione di tutte le stazioni della linea; l’attivazione dal 1° dicembre 2014 del Biglietto Integrato PiemonteBIP, l’innovativo sistema di bigliettazione elettronica che permette di caricare su un’unica tessera i titoli di viaggio e le iscrizioni a diverse tipologie di servizio di trasporto pubblico e mobilità e che ha già visto un notevole successo con oltre 600.000 attivazioni; il sistema ferroviario metropolitano a Torinocomposto da 8 linee ferroviarie, 93 stazioni servite con 358 collegamenti giornalieri, che prevede di svilupparsi con un’ulteriore linea, la Sfm 5, entro la fine del 2018.

“Cambiare e migliorare la situazione che vivono ogni giorno milioni di pendolari –dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente è una sfida possibile e deve diventare una priorità, non solo per ridurre differenze e recuperare ritardi, ma perché è un grande investimento per il futuro del Paese. Occorre porsi l’obiettivo al 2030 di raddoppiare il numero di persone che ogni giorno in Italia prende treni regionali e metropolitane, per farle passare da 5,5 a 10 milioni. Si tratta di una sfida alla portata di un Paese come l’Italia che produce oltre che vantaggi in termini ambientali anche positive ricadute occupazionali, legate sia alla costruzione e manutenzione del parco rotabile che alla gestione della mobilità. Se vogliamo cambiare la situazione nelle città italiane –aggiunge Zanchini– dobbiamo rendere competitivo il trasporto pubblico su ferro e la mobilità sostenibile. Le tante storie positive che abbiamo raccolto dimostrano la voglia di cambiamento da parte dei cittadini. La prossima legislatura dovrà affrontare la questione delle risorse per garantire un aumento del servizio, con più treni per dare risposta alla domanda dei pendolari e offrire un’alternativa all’auto, e la realizzazione di nuove linee di metro, tram e ferrovie metropolitane. Perché dal 2002 ad oggi la priorità degli investimenti è andata verso strade e autostrade solo per il 13% alle città, mentre è proprio nelle aree urbane che si concentra la domanda di mobilità delle persone”.

Politiche dei trasporti – Dal punto di vista delle politiche intraprese negli ultimi anni, c’è da sottolineare che i cambiamenti portati dal Ministro Delrio stanno dando i loro frutti, con risorse per il rinnovo del materiale rotabile ferroviario e su gomma nelle città, in un piano metropolitane che permetterà di aprire cantieri in diverse aree urbane, con il ripristino delle detrazioni fiscali per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale e ferroviario, e altri interventi per le ferrovie merci e la sicurezza sulla rete. Da segnalare positivamente c’è anche che finalmente stanno entrano in esercizio nuovi treni, grazie agli investimenti del Governo, di alcune Regioni e di Trenitalia che ha messo in campo l’acquisto di 500 treni regionali.

Finanziamenti statali per le infrastrutture: Restano la nota dolente. Da quanto emerge da Pendolaria, dal 2002 ad oggi i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade e solo per il 13% le reti metropolitane. Se facciamo un bilancio di quanto realizzato in questa legislatura -che nel caso delle infrastrutture è ovviamente frutto di scelte che risalgono alle legislature precedenti- si evidenzia come a prevalere siano ancora le infrastrutture stradali: 217 km di autostrade, a cui si aggiungono altri 1.825 km di strade nazionali e 2.080 km di rete stradale provinciale e regionale, a fronte di 58,6 chilometri di metropolitane e 34,5 km di tram.

 

Le proposte di Legambiente: Per rilanciare il servizio ferroviario regionale, Legambiente lancia le sue cinque proposte: 1) occorre continuare la cura Delrio con un ruolo più incisivo del Ministero delle infrastrutture e trasporti che deve diventare il regista di una nuova politica dei trasporti in Italia che coinvolga Regioni, Comuni, concessionari e imprese. Il Ministero inoltre deve anche un ruolo di indirizzo e controllo. 2) Più treni sulle linee ferroviarie facendo diventare il servizio ferroviario sempre più competitivo. Per far ciò occorre potenziare nelle città l’offerta lungo le direttrici nazionali e urbane più importanti, dove è più forte la domanda pendolare e nelle aree del Paese, come al Sud, dove è del tutto inadeguata. 3) Dare priorità agli investimenti infrastrutturali nelle città perché è nei grandi centri urbani che si gioca la sfida fondamentale della mobilità italiana, cercando di superare il gap che le separa dalle sorelle europee. 4) Una politica per riportare i treni al Sud, attraverso interventi che permettano di ridurre i tempi di percorrenza e nuovi treni 5) Indirizzare le risorse che ci sono per rilanciare gli investimenti infrastrutturali. Nel bilancio dello Stato esistono infatti le ricorse per un salto di qualità nel servizio ferroviario, perché ogni anno diversi miliardi di Euro vengono destinati ai sussidi all’autotrasporto, dalle tariffe autostradali che continuano a crescere senza controlli per la gestione di opere pubbliche, e da recuperare da investimenti sbagliati in grandi opere e cantieri autostradali e dal bilancio delle Regioni che devono scegliere di rilanciare il trasporto su ferro.

(foto: il Torinese)

Tragedia sfiorata al Regio: crolla pezzo di scenografia della Turandot, due feriti

Sfiorata la tragedia, ieri sera al Teatro Regio, dove due coristi impegnati nella recita dell’opera Turandot (nella foto), sono rimasti feriti per il crollo di un elemento di scena, al termine del secondo atto. Il pubblico è stato invitato a lasciare la sala, dopo l’immediata interruzione dello spettacolo. I feriti – una donne e un uomo – sono stati traferiti in codice giallo in ospedale, e le loro condizioni non sarebbero gravi. Sono stati colpiti da un elemento collocato in alto, una sfera in polistirolo,  appartenente alla scenografia. Il direttore d’orchestra, maestro Gianandrea Noseda, ha chiesto rassicurazioni sulle condizioni dei due feriti. “Siamo davvero dispiaciuti per questo incidente e l’unica notizia buona è che i feriti non paiono gravi”, ha dichiarato all’ANSA Walter Vergnano, sovrintendente del Teatro .

 

(Foto mm – il Torinese)

Risolto il blocco informatico nei pronto soccorso. Intanto cala il picco influenzale

E’ tornata alla normalità la situazione nei pronto soccorso del Martini, del Maria Vittoria e del San Giovanni Bosco, dopo i disagi delle scorse ore causati da un guasto al sistema informatico che regola gli accessi ai codici. Sono state rallentate le registrazioni amministrative degli utenti ma le  attività sanitarie non ne  hanno risentito. Intanto scende a  15,8 casi su mille assistiti in Piemonte l’incidenza delle sindromi influenzali. Il dato riguarda la seconda settimana dell’anno, dall’8 al 15 gennaio. La stima è di circa 70 mila persone colpite sui  370 mila casi da inizio stagione.Il numero cala nella fascia pediatrica (19 casi ogni 1.000 assistiti), è stabile tra i 15 e i 64 anni, con 18 casi per 1.000 assistiti,  e scende tra gli over 65 con 9 casi su mille.

Piazza San Carlo, botta e risposta tra capo della Polizia e procuratore generale

Quando “avvengono fatti gravi, il magistrato cerca una posizione di garanzia, e molto spesso il questore è il soggetto a cui riferire le responsabilità. Torino docet. Noi abbiamo detto basta siamo stanchi di fare le foglie di fico rispetto a responsabilità che non sono le nostre”. Queste le parole del capo della Polizia Franco Gabrielli che a Torino è intervenuto sulla circolare relativa alla gestione delle manifestazioni pubbliche che definisce  le responsabilità sulla sicurezza. Se qualcuno oggi non organizza  gli eventi “perché non ha i soldi, – ha aggiunto Gabrielli – mi fa sorgere il fondato sospetto che prima si facevano le cose così, perché si è sempre fatto”. Replica a stretto giro di posta  il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, affermando che sui fatti di piazza San Carlo, la Procura di Torino, così l’Ansa riporta le sue parole “non ha individuato posizioni che possano avere rappresentato la cosiddetta ‘foglia di fico’” e “non si sono voluti sbrigativamente coinvolgere esponenti apicali delle forze di polizia”.  La Procura, quindi “non ha cercato a caso né la posizione del Questore, come sembra trasparire dalla irritata precisazione del Capo della Polizia, né la posizione di altri”, ma l’indagine “ha portato a individuare una serie di soggetti ai quali potrebbero essere attribuite specifiche responsabili. Non per la loro posizione di garanzia, ma per le rispettive competenze”. In serata una nota del Dipartimento di Pubblica Sicurezza precisa che il capo della polizia non intendeva polemizzare con la magistratura di cui ha il massimo rispetto. Gabrielli ha parlato poi con Saluzzo da cui ha detto di aver riscontrato parole di comprensione.

IL PIANO REGOLATORE SI RINNOVA, AL VIA UN’INDAGINE CONOSCITIVA SU 350 AREE DELLA CITTÀ

La città cambia attraverso una revisione del Piano Regolatore. Sono  350 le aree urbanistiche (Zone Urbane di trasformazione, Aree da trasformare per servizi e Aree del centro storico) interessate a un’indagine del gruppo di lavoro che sta operando sul progetto Speciale Piano Regolatore al fine di elaborare una trasformazione di luoghi della Città da molti anni non oggetto di interventi.

Durante i lavori della Commissione Urbanistica è stato comunicato dalla Giunta e dai tecnici comunali, che  sette neo laureati sono stati assunti per uno stage semestrale con l’intento di affiancare i tecnici dell’Amministrazione comunale impegnati nei sopralluoghi conoscitivi delle zone.

A Palazzo Civico la Commissione Urbanistica tornerà periodicamente a riunirsi per verificare lo stato di avanzamento dei lavori e conoscere i primi risultati sulle aree urbanistiche coinvolte dal sondaggio.

Il sito web www.torinosiprogetta.it inaugurato nelle scorse settimane e dedicato alle informazioni su temi, tempi e procedure della revisione generale del Piano Regolatore della Città è in costante aggiornamento.

Tav, si entra nella fase operativa. E dalla Regione pioggia di milioni per ciclopiste e trasporti

Passo in avanti per la Torino-Lione. Telt, la società incaricata di realizzare e gestire la linea Tav ha affidato i contratti per le attività tecniche, per un  valore  di 800mila euro, per il tunnel di base del Moncenisio. Si tratta della maxigalleria di 57 km tra Italia e Francia. Il gruppo torinese di imprese Industrial Engineering Consultants/Gae engineering si è aggiudicato la sicurezza sul lavoro. Si entra così nella fase operativa del tunnel di base anche in Italia. Intanto la Regione ha stanziato circa 578 milioni di euro, di cui circa 530 per spese correnti e 48 per spese d’investimento, per finanziare principalmente interventi per infrastrutture stradali e ferroviarie. Tra i più significativi sono previsti: 7 milioni in materia di sicurezza stradale per le piste ciclabili attuati dai Comuni e dalle Province che possono partecipare ad un apposito bando; 6 milioni  per il collegamento della linea ferroviaria Torino-Ceres con il passante ferroviario; 5 milioni per l’attuazione dell’Accordo di programma che prevede la realizzazione della linea 5 Sfm (Sistema Ferroviario Metropolitano) per il collegamento con l’ospedale San Luigi di Orbassano; 2,5 milioni  di euro per opere di manutenzione e ammodernamento sulle linee ferroviarie Canavesana e Torino-Ceres;15 milioni di anticipazione a Scr per la realizzazione del  collegamento della linea Torino-Ceres con il passante ferroviario, 3 milioni per l’acquisto di nuovi autobus a basso impatto ambientale, 2 milioni per l’Accordo di programma per realizzazione della conca di navigazione di Porto della Torre; 1,7milioni per investimenti in materia di infomobiità, 500mila euro per attrezzare i mezzi del trasporto pubblico al sistema BIP; 500mila euro per contributi all’acquisto di scuolabus.

Marchionne: “Dov’è finito il Renzi che conoscevo?” Piano Fca nel mese di giugno

Sergio Marchionne a tutto campo, dalla politica all’economia. “Matteo Renzi mi è sempre piaciuto come persona, ma quello che gli  è successo  non lo capisco. Quel Renzi che appoggiavo non l’ho visto da un po’ di tempo”. Così l’Ansa riporta le parole dell’amministratore delegato di Fca, intervenuto anche sulle prospettive economiche del gruppo, affermando che per la piena occupazione in Italia si dovrà “completare lo sviluppo di Alfa Romeo e di Maserati, un atto dovuto che fa parte del piano che Fca presenterà a giugno . Un obiettivo, dice,  che “non so  se sarà raggiunto entro l’anno. Stiamo aumentando l’organico a 60 mila negli Stati Uniti e adesso ne aggiungiamo 2.500. Se lo gestiamo bene, lo stesso accadrà anche in Italia. Dateci il tempo per farlo”. Intanto a Torino i sindacati hanno chiesto a Chiamparino e Appendino l’impegno di Regione e Comune per verificare cosa riserverà il futuro di Fiat sotto la Mole.

Embraco, né papa Francesco né Gentiloni salvano i lavoratori

Sembrava ci fosse qualche speranza dopo l’incontro dei lavoratori dell’azienda con il premier Gentiloni, nei giorni scorsi a Torino e dopo che l’arcivescovo Nosiglia aveva detto di voler interessare direttamente papa Francesco. Invece l’Embraco, del gruppo  Whirlpool, ha in realtà confermato di volere cancellare la produzione in Italia quest’anno con la chiusura dello stabilimento a  Riva di Chieri  e i 497 licenziamenti annunciati da tempo. La brutta notizia giunge da Fiom e Uilm di Torino che hanno incontrato l’azienda all’Unione Industriale. Embraco ha sottolineato che, spiegano i sindacati “nonostante le proposte formulate dal Ministero e i volumi dichiarati a fine 2017, al momento non c’è l’intenzione di mantenere in attività lo stabilimento di Riva di Chieri, 537 lavoratori, 497 dei quali sono stati dichiarati in esubero”. Si spera nell’incontro di giovedì quando l’azienda incontrerà il ministero del Lavoro per verificare la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali con la  presentazione di un piano di risanamento. Azienda e sindacati si troveranno nuovamente il 24 gennaio all’Unione industriale di Torino.