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Operazione “Città sicure” Sotto la Mole sette arresti e centinaia di controlli

A Torino l’operazione “Città Sicure” coordinata a livello nazionale dalla polizia tra il 7 e il 9 agosto ha portato a sette arresti, undici denunce, controlli su centinaia di persone e 2.700 autoveicoli. in città, uno dei tredici centri interessati, sono stati impegnati centinaia di agenti degli  uffici investigativi della Squadra Mobile e dei Commissariati, oltre a equipaggi preposti all’attività di prevenzione generale come le squadre volanti e il Reparto prevenzione crimine. Tra le sette persone arrestate, di cui cinque per reati contro il patrimonio,  tre sono georgiani di età compresa fra i 25 e i 34 anni specializzati nei furti negli appartamenti. Avevano con sé una pistola rubata in un alloggio, arnesi da scasso e una modesta quantità di hashish e marijuana. Migliaia di agenti sono stati impegnati in tutta Italia  con controlli e posti di blocco: 50 arresti e 128 persone denunciate per vari reati.

 

(foto: il Torinese)

Si è risvegliato dal coma il fidanzato di Elisa, morta in moto nello scontro con il furgone

Dopo un mese di coma si è risvegliato ed è cosciente, Matteo Penna, il motociclista di 29 anni che rimase  ferito dal conducente di un furgone che, dopo una lite, lo travolse insieme con la fidanzata, Elisa Ferrero, la 27enne morta nell’assurdo  e tragico scontro.   L’incidente avvenne lo scorso 9 luglio sulla strada di Condove,  in Valle di Susa. Alla guida del van, Maurizio De Giulio, 51 anni, attualmente  in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Il giudice ha stabilito che l’uomo ha volutamente urtato la moto dopo averla inseguita a velocità sostenuta. La Rianimazione del Cto, diretta dal dottor Maurizio Berardino, ha sciolto la prognosi, di quattro mesi salvo complicazioni. Trascorso Ferragosto, il giovane verrà trasferito all’Unità spinale del Cto per gli esercizi di riabilitazione.

Grande caldo addio? Aria fredda dalla Francia: grandine e temporali a Torino e in Piemonte

Grandinate e temporali anche nelle prossime ore sul Piemonte, dove permane l’allerta gialla. Intensa grandinata a Torino, mentre l’Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale, annuncia che una circolazione depressionaria si sta  spostando dalla Francia verso Est, portando aria fredda e instabile. In calo lo zero termico: dai 4.000 metri attuali venerdì mattina si fermerà sui 2.800 metri.

Giovane commessa rifiutata: “Esci con un africano, non ti affido la cassa del mio negozio”

Chiara è la 18enne alla quale è stato rifiutato un posto da commessa in un negozio torinese di musica, poiché fidanzata con Olivier, un ragazzo 19enne nigeriano. “È una cosa vergognosa. Sono senza parole. Una cosa del genere non mi era mai capitata e non è degna di un paese civile”, dice. “Siamo insieme da un anno e un mese e io voglio stare solo con lui. È un ragazzo splendido”. “Per me puoi uscire anche con il mostro di Firenze, ma permettimi di non affidare la cassa di un negozio a chi divide la sua vita con un africano”, aveva scritto a Chiara la negoziante che l’ha rifiutata. C’è anche chi – non politically correct – sostiene: “Ognuno del proprio negozio fa ciò che gli pare”

Addio alla mamma di Bea, la “bimba di pietra”. Tanti torinesi ai funerali di Stefania

Ieri centinaia di torinesi hanno detto addio a Stefania Fiorentino, la mamma di Bea, la “bambina di pietra” affetta da una rara malattia che le sta irrigidendo il corpo. Stefania e’ morta a soli 35 anni per un tumore al seno. I funerali sono stati celebrati alla chiesa del Santo Volto da don Mauro Giorda. Erano presenti anche tanti membri dell’associazione “il mondo di Bea” creata proprio da lei e dalla sorella Sara, che ai funerali si è sentita male ed è stata accompagnata all’esterno della chiesa. Riportiamo qui di seguito, integralmente, il saluto pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione da “zia Sara” (così si firma sul social network la sorella di Stefania, zia di Bea), dopo la morte della giovane donna.
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IL SALUTO DI ZIA SARA
Sono cinque anni che scrivo su questa pagina nel modo più naturale del mondo, rendendovi partecipi di una vita che a molti può apparire come “diversa”, ma per noi è fonte di normalità. 
Ma oggi, è veramente difficile trovare le parole giuste. Lo è stato anche sabato notte quando vi ho informato, ma in quel caso ho scritto di getto, senza rileggere. Poi ho visto le mie parole rimbalzare dappertutto, sui giornali e sulle bacheche di ognuno di voi in maniera del tutto inaspettata, e ho capito quanto è grande la responsabilità di rivolgersi a così tante persone, ed è fondamentale che arrivi il messaggio giusto. Quindi oggi, più consapevole di quanto accaduto, proverò a fare del mio meglio. 
Questo è uno di quei momenti in cui ovviamente vacilliamo. Essere forti in certe situazioni è tanto complicato, quanto necessario. Ma se “la gioia di vivere consiste nell’avere sempre qualcuno da amare e qualcosa da aspettare”, allora so per certo che noi che siamo rimasti qui abbiamo ancora molto da fare, soprattutto per Stefania.
Voglio per prima cosa ringraziare uno ad uno tutti voi per i vostri messaggi. 
“Non siamo soli. Lì fuori c’è un’infinità di persone pronta ad esserti vicino”: leggevo questa frase qualche giorno fa, ora so che è vero.  E anche se ora abbiamo bisogno di essere vulnerabili e di soffrire senza filtri, sappiamo che questo ci aiuterà a ritrovare la carica per concentrarci su Beatrice.
Credo che un problema sia sempre una buona occasione per imparare qualcosa, e sono convinta oggi più che mai che mia sorella abbia insegnato molto, ad ognuno di noi. 
Ed è proprio per questo che voglio dirvi che noi non molliamo. Porteremo avanti ogni suo progetto, e non getteremo al vento quello che ha costruito finora. Abbiamo bisogno solo del tempo necessario per ricaricare le pile. 
In uno dei miei libri preferiti, Io uccido di Giorgio Faletti, l’autore scrisse che la morte è purtroppo l’unico vero modo che il destino ha scelto per ricordarci continuamente che esiste la vita. E noi non lo dimentichiamo, e saremo qui, più forti che mai. 
Vi abbraccio uno ad uno. 
Zia Sara

I sindacati dei vigili del fuoco: esposto in procura su presunte inefficienze del numero unico 112

“Il call center, che si trova nella palazzina del centralino 118 a Grugliasco  non permette una gestione unitaria dell’intervento”

I sindacati dei vigili del fuoco hanno annunciato un loro  esposto in Procura per denunciare quelle che definiscono, come riporta l’Ansa, ” le inadempienze, le mancate attivazioni e i ritardi nei servizi di soccorso causati dal nuovo Numero Unico di Emergenza” (Nue). Non siamo contro il numero unico  ma critichiamo l’organizzazione del soccorso, che non è ‘laica’ e non permette interventi tempestivi”.
In conferenza stampa i rappresentanti dei vigli del fuoco hanno chiesto “la creazione di una sala interforze, il rispetto dei protocolli già stipulati e la giusta attribuzione delle chiamate di soccorso”. “Il call center, che si trova nella palazzina del centralino 118 a Grugliasco  non permette una gestione unitaria dell’intervento”. Secondo i sindacati i problemi sono diversi, come l’ingerenza del soccorso alpino nella gestione, talvolta esclusiva, del soccorso tecnico urgente anche in ambienti che non hanno nulla a che fare con territori montani.

Metro linea 2, la sindaca apre un tavolo politico trasversale per ottenere i 10 milioni di fondi

Il senatore  Pd Stefano Esposito e il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Civico Osvaldo Napoli avevano sollecitato un intervento e la sindaca Chiara Appendino ora annuncia la convocazione di un  “tavolo trasversale entro la fine del mese di agosto per unire tutte le esperienze e le forze politiche che vorranno partecipare, affinché Torino possa ottenere i 10 milioni per la progettazione della linea metropolitana 2, un primo step necessario”. La prima cittadina accoglie l’invito della politica e invita i  parlamentari di tutti gli schieramenti politici con lo scopo  di non perdere i fondi per il progetto dell’opera. “Da mesi ormai  insieme all’assessore Lapietra – commenta la sindaca –  lavoriamo per la progettazione preliminare della metro 2 ed è in corso un’ interlocuzione con il ministro Delrio, affinché i 10 milioni destinati a Torino possano essere utilizzati”.

Caldo tropicale addio (per ora). Sulla città arriva l’onda fredda di origine atlantica

L’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, prevede temporali sparsi, che dal nord del Piemonte si sposteranno verso le pianure e i rilievi meridionali dalle ore centrali di domenica, con picchi anche molto intensi. Il bollettino meteo ha emesso una allerta gialla per le zone centro orientali della regione.I l caldo tropicale che da alcuni giorni interessa anche il Piemonte, con picchi attorno ai 40 gradi,  ha le ore contate. Un’ onda depressionaria di origine atlantica passerà sull’arco alpino favorendo  l’instabilità atmosferica. L’arrivo di aria fredda in quota determinerà un calo dello zero termico dai 4.900 metri di sabato ai 4.000-4.100 metri di domenica pomeriggio. Le temperature massime sono previste in calo di 4 gradi. La prossima settimana pioggia martedì e poi  dovrebbe esserci ancora bel tempo.

 

(foto: il Torinese)

Finisce nel Torinese l’incubo della modella inglese rapita per essere venduta all’asta nel web

Una modella inglese di 20 anni, che aveva partecipato alle selezioni di Miss Universo,  è stata drogata e poi sequestrata nei pressi della Stazione centrale di Milano lo scorso 11 luglio e rilasciata solo  sei giorni più tardi. Il rapimento  avrebbe avuto lo scopo di mettere all’asta la ragazza su siti pornografici del dark web, la rete oscura di internet, per offrire prestazioni sessuali agli acquirenti che avessero offerto più soldi online. La base d’asta sarebbe stata di  circa 300mila dollari da saldare  in bitcoin. La ragazza pare sia stata rilasciata il 17 luglio. Un uomo di nazionalità polacca residente in Gran Bretagna è stato fermato dalla polizia poiché considerato responsabile del sequestro di persona a scopo estorsivo. Si tratta di Herba Lukasz Pawel, di 30 anni, sedicente appartenente al gruppo Black Death ( la Morte Nera), forse  attivo sul deep web.  Il sequestratore organizzava anche altre aste su internet per la vendita di ragazze rapite, servendosi di  annunci in cui indicava razza, nome d’arte e luogo asta.  L’uomo si presentava inoltre come killer professionista e si interessava a materiale chimico e veleni per la costruzione di ordigni. Gli inquirenti lo definiscono come ” soggetto pericoloso che presenta aspetti di mitomania”. La modella era giunta  a Milano il 10 luglio per realizzare nella giornata successiva un servizio fotografico che le era stato commissionato attraverso il suo agente, da un sedicente fotografo. Martedì 11 luglio la giovane,  nei pressi della Stazione centrale, in via Bianconi , indirizzo dello studio fotografico appositamente preso in affitto, è stata aggredita da due persone. Poi sarebbe stata drogata con la ketamina e spogliata,  ammanettata mani e piedi, rinchiusa in un borsone e messa nel bagagliaio di un’auto, dapprima nella  periferia di Milano e successivamente in un casolare di montagna, nel comune di Lemie,  in una baita di frazione Borgial, in provincia di Torino, vicino al confine con la Francia, con un viaggio lungo strade secondarie. “Due ore e mezza  in cui la ragazza è rimasta chiusa nel borsone, legata e con la bocca coperta dallo scotch”, spiegano gli investigatori. Nel cascinale  la modella è restata  ammanettata a un mobile in legno di una camera da letto sino alla mattina del 17 luglio. E’ stato lo stesso Herba, che ha seguito da solo il periodo di prigionia, a liberare  la ragazza e a portarla al Consolato britannico di Milano: la donna ha un figlio, aspetto che andrebbe contro l’ “etica” dell’organizzazione criminale. Nei giorni del  sequestro l’uomo ha scritto su account criptati che erano richiesti  300mila dollari di riscatto all’agente della modella.

 

(foto: Fotogramma)

Ragazza violentata? No, si era inventata tutto. Ma ormai il mostro era in prima pagina

Molti giornali (non il nostro, che ha sempre usato il condizionale trattando la vicenda) avevano dato per certo che il “mostro” da sbattere  in prima pagina fosse lui. Ma la realtà era diversa. Troppo spesso si danno per scontate le apparenze che, poi,  non corrispondono ai fatti. “La persona offesa non è stata ritenuta credibile e non presentava alcun segno di violenza fisica”. Così il gip di Torino Elena Rocci ha disposto l’immediata liberazione del nigeriano di 42anni, richiedente asilo, arrestato dopo essere stato  accusato da una 17enne  rom di violenza sessuale.Nel corso delle indagini è emerso che la giovane  già in passato – come riferito dalla madre – aveva finto di essere stata vittima di stupro.  Il magistrato non ha convalidato l’arresto e non ha applicato nessuna misura cautelare. L’uomo, incensurato, ha sempre detto di essere innocente, spiegando che il rapporto era stato consenziente. “Ci trovavamo entrambi al mercato di Rivalta a chiedere l’elemosina – si era difeso  il nigeriano –  Lei fumava, mi ha detto di avere due figli e un marito e mi ha fatto credere di essere molto più grande,  22 o 23 anni. Mi ha detto che le servivano soldi per far mangiare i suoi bambini, così abbiamo concordato una prestazione sessuale discutendo sul prezzo. Lei voleva venti euro, ma io ne avevo solo cinque. Abbiamo trovato un accordo e ci siamo spostati in una zona più appartata. E dopo lei si è inventata lo stupro”.Per il legale dell’accusato, così riporta le sue parole  l’Ansa:  “il giudice Elena Rocci e il pm Chiara Maina, due donne, hanno trattato la vicenda con scrupolo e, grazie alle indagini, è emersa la verità”.