C’è voglia di ripresa tra le imprese artigiane e crescono i nuovi ordini per le esportazioni: +3,54%, così come gli investimenti per ampliamenti (4,38%) e sostituzioni (30,50%) e le previsioni dell’occupazione (7,6%). Così l’Ansa riporta i dati comunicati da Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, che riguardano la quarta indagine trimestrale congiunturale di quest’anno. Crescono le aziende che intendono assumere apprendisti, che passano dallo 0% all’1,46%. Le stime di regolarità degli incassi aumentano passando dall’81,20% all’83,78%. L’impressione degli operatori del settore è che la “peggiore crisi dal dopoguerra” stia rientrando. Le imprese artigiane puntano anche su ”Impresa 4.0”. E’ il programma che prevede gli investimenti in innovazione e avanzamento tecnologico finalizzati al rilancio economico.
La “rivoluzione” del trasporto pubblico era stata annunciata da tempo, sotto la Mole. L’idea è quella di abolire lo storico biglietto cartaceo di tram e bus per caricare tutto sulla carta elettronica Bip. Un’evoluzione che eviterebbe il fenomeno dei “portoghesi”. Il problema è che Gtt e Comune, realtà in grosse difficoltà finanziarie, starebbero pensando di aumentare le tariffe. Ad oggi esistono tre prezzi: 1,50 per il tragitto urbano, 1,30 solo extraurbano e 1,70 urbano più suburbano. Ma presto, con il nuovo anno, la corsa semplice potrebbe salire da 1,50 a 1,70, e verrebbe eliminata quella da 1,30, così da poter disporre di un biglietto valido a Torino e in tutti i Comuni della cintura. Ma a Palazzo Civico, ad incominciare dalla sindaca Appendino, sono molto prudenti per evitare il malcontento degli utenti. Si sta inoltre pensando di valorizzare gli abbonamenti settimanali e di adottare un nuovo biglietto giornaliero: quello attuale costa 5 euro. Quello nuovo dovrebbe avere un costo pari all’ andata e ritorno di una corsa semplice, 3,40 euro nel caso del biglietto unico a 1,70 e sarebbe valido tutto il giorno con corse illimitate sulla metropolitana.
(foto: il Torinese)
Ieri in procura sono andati avanti gli interrogatori relativi all’inchiesta sulla morte di Erika Pioletti, la giovane donna rimasta vittima della drammatica sera del 3 giugno in piazza San Carlo, dove rimasero ferite altre 1500 persone per la calca. Emerge che il progetto iniziale della proiezione della partita di Champions League prevedeva l’accoglienza di 47.500 persone e venne ridotta a 40 mila su iniziativa della Commissione provinciale di vigilanza, l’organismo istituito della prefettura che svolse delle verifiche e diede agli organizzatori una serie di prescrizioni. La procura sta cercando di valutare se una presenza minore di persone avrebbe potuto evitare la tragedia favorendo un deflusso più fluido dalla piazza. Ascoltati funzionari comunali e di polizia. Nei prossimi giorni sarà sentita la sindaca Chiara Appendino.
(foto: il Torinese)
Se non un flagello, quasi. E’ una vera e propria invasione quella delle cimici asiatiche, che non sono pericolose per l’uomo ma molto dannose per l’agricoltura. E la situazione è sempre più grave in Piemonte, tanto che la a Regione chiede a tutti i cittadini di eliminare insetti e uova da ogni possibile riparo. L’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, il dirigente del settore fitosanitario Mauro Giachino e il presidente di Agrion, la Fondazione per la ricerca l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, hanno inviato una lettera a tutti i Comuni chiedendo di affiggere nei punti informativi la scheda con le informazioni sulla cimice e con i consigli per eliminarne la proliferazione. “In autunno gli insetti – si legge nella lettera di Regione e Agrion – si ammassano a volte a migliaia in particolare in ambienti riparati come verande e sottotetti. A scopo preventivo si devono utilizzare zanzariere o sigillare eventuali fessure. Cimici e altri ‘intrusi’ possono essere eliminati con aspirapolvere. In attesa che nuove tecniche di lotta siano messe a punto, ogni azione può contribuire al contenimento di questo insetto”.
Poiché “Manca di capacità di autocontrollo, che invece si deve ragionevolmente pretendere da un organo di polizia” il Tar del Piemonte – come riporta l’agenzia Ansa – ha rigettato la domanda di reintegro dell’agente di polizia sospeso dallo scorso luglio per avere diffuso, nel corso di un intervento, un video (poi diventato virale) che conteneva l’audio di espressioni a possibile sfondo razzista e frasi ingiuriose nei confronti della presidente della Camera, Laura Boldrini. “Le risorse della Boldrini, ecco come finirà l’Italia”. Così aveva detto l’agente che era in servizio alla Polizia Stradale di Susa, e che filmò un immigrato scortato dalla pattuglia fuori dall’autostrada che l’uomo aveva imboccato in sella a una bici. Si tenga conto che il poliziotto salvò la vita dell’immigrato, il quale lo ringraziò per averlo scortato.
Soltanto il 14,5% dei piemontesi, poco più di uno su 10, nel 2016 non ha partecipato ad almeno una attività culturale. Sono incoraggianti i dati dell’Osservatorio Culturale che indicano in questa relativamente bassa percentuale chi non ha mai visitato musei o mostre, siti archeologici e monumenti, oppure non è mai andato a vedere un film, a teatro, a un concerto, o non ha mai aperto un libro. Invece piemontese su due ha visto almeno un film al cinema nel 2016, e sono stabili i dati sulla partecipazione a mostre, musei e monumenti (rispettivamente al37,9% e 27,2%).Cresce anche la presenza a spettacoli teatrali, 19,5%, e diminuisce quella ai concerti di musica classica, appena sopra al 9 per cento. Meno di un piemontese su due legge libri o quotidiani: solo il 48,1% afferma di avere letto almeno un libro nell’arco dell’anno. E, dato negativo, scendono le risorse pubbliche e private destinate alla cultura: nel 2015 erano poco meno di 245 milioni di euro (-2%). Le imprese del mondo culturale nel 2016 nella nostra regione sono sono 21.156 con circa 81 mila occupati.
(foto: il Torinese)
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Il far quadrato attorno al loro sindaco dei consiglieri 5 stelle e’ doveroso e conveniente. In caso di dimissioni del Sindaco, essi decadrebbero da consiglieri e, per gente in larga misura senza occupazione, sarebbe una tragedia. Ma, per difendere Appendino, bisogna avere, oltre che fegato, soprattutto buoni argomenti. Con i gravissimi reati a lei contestati dalla Magistratura, non basta dire che Appendino è capace e preparata. Nei cinquecento giorni di governo (dalle alghe del Po che volevano estirpare a mano, al disastro di “Valentina “e “Valentino”, dalla cacciata di Patrizia Asproni alle multe degli amici fatte cancellare da un onnipotente e quanto meno eccentrico capo di Gabinetto , dalla strage di piazza San Carlo agli errori grossolani per il G7, dai provvedimenti per lo smog ai parcheggi, per finire con le luci d’artista poste in periferie abbandonate dove Appendino non ha fatto nulla di nulla, se non tante parole) risalta il non operato di una Giunta di principianti e apprendisti svogliati che non imparano. Ha aperto dialoghi con alcuni poteri forti di Torino, ma la città che vive, lavora, pensa, studia e’ stata ignorata con supponenza da Appendino che spesso si è rivelata anche arrogante.Il suo ideale ispiratore è l’ex presidente del “San Paolo “Salza che ha sempre preteso di metter becco nella scelta dei sindaci di Torino. Persino la cittadinanza onoraria a Piero Angela l’hanno copiata da chi la propose per iscritto e venne ignorato forse proprio per poterlo copiare. Per difendere qualcuno /a (il sesso non c’entra ) bisogna avere buoni argomenti,ma soprattutto fatti inoppugnabili.Trenta righe su Facebook non bastano. Oggi balza all’occhio che Appendino non è meglio della Raggi. In politica occorre conoscenza delle materie giuridico – economiche ed esperienza amministrativa. Nulla si improvvisa, se non a spese e discapito dei cittadini considerati delle cavie. Nessuno si farebbe operare da un neo laureato . Così vale anche per l’amministrazione di una città grande come Torino. Per non parlare del vice sindaco che flirta con i no global che contestarono con violenza il G7 e che vorrebbe la “decrescita felice” della Città come la voleva Novelli nel 1975. Forse è ora di pensare di restituire la parola agli elettori, nominando un commissario prefettizio che riporti entro le rotaie della normalità Torino in tempi brevi.
quaglieni@gmail.com
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(Leggi anche il post di M5S su Facebook pubblicato integralmente dal nostro giornale: http://www.iltorinese.it/500-giorni-pentastellati-sotto-la-mole/ – ndr )
Giornata torinese per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato ha presenziato alla Cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2017/2018 del Politecnico di Torino. Per l’occasione il Rettore Marco Gilli ha lanciato alla comunità accademica, alle autorità e ai rappresentanti del Territorio la sfida per un nuovo modello di Università 4.0, capace di comprendere le potenzialità e l’impatto della rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo e di contribuire significativamente a orientarne e governarne lo sviluppo. Il Rettore ha ricordato gli aspetti salienti di questo nuovo modello di Università: in primo luogo, la grande quantità di dati a disposizione che, insieme alle metodologie avanzate di machine learning, all’intelligenza artificiale e alla robotica, avranno un impatto significativo sulle metodologie stesse della formazione e della ricerca scientifica; poi, la natura essenzialmente trasversale delle nuove tecnologie, che richiederà di rivisitare l’organizzazione delle strutture di ricerca, privilegiando centri interdipartimentali e multidisciplinari; terzo punto, la crescente domanda di alta formazione e la crescente mobilità degli studenti, che richiederà alle Università di differenziare l’offerta formativa e soprattutto di rivolgersi ad un bacino di studenti molto più ampio di quello tradizionale; infine, la maggiore complessità dei sistemi territoriali della Ricerca Scientifica e del Trasferimento della Conoscenza, all’interno dei quali gli Atenei o le reti di Atenei che sapranno meglio integrarsi, potranno assumere un ruolo di leadership, come già avviene nelle aree del mondo più competitive. “Le sfide che nei prossimi anni dovranno affrontare le Università italiane, il concreto rischio che alcune criticità strutturali (bassa percentuale di Laureati ed esiguo numero di ricercatori) non consentano al Paese di cogliere le opportunità della Transizione Tecnologica, richiedono una coraggiosa inversione di tendenza” ha affermato il Rettore.
Il presidente Mattarella ha inoltre visitato in forma privata la mostra “Come una falena alla fiamma” allestita alle nuove OGR di Torino, le Officine Grandi Riparazioni interamente riqualificate dalla Fondazione CRT e tornate a nuova vita, dopo mille giorni di lavori, come hub dell’arte, della ricerca e dell’innovazione.Giovanni Quaglia (Presidente della Fondazione CRT e delle OGR) e Massimo Lapucci (Segretario Generale della Fondazione CRT e Direttore Generale delle OGR), assieme ai relativi Consiglieri di Amministrazione e alla struttura delle OGR, hanno accolto il Capo dello Stato, accompagnato dal Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, dalla Sindaca della città di Torino Chiara Appendino e dal Prefetto Renato Saccone. “È stato un grandissimo onore poter accogliere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle nuove OGR, già sede delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, oggi rinate come ‘officina’ di eccellenze creative aperte al mondo – dichiara il Presidente della Fondazione CRT e delle OGR Giovanni Quaglia -. Questo luogo straordinario, che è parte della storia industriale di Torino, è ora proiettato sul futuro, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento della cultura e della ricerca per l’intero Paese, anche attraverso la costruzione di partnership internazionali”. Nel pomeriggio spazio alla solidarietà con la partecipazione del presidente al nuovo Arsenale della Pace del Sermig di Ernesto Olivero e la visita privata al Cottolengo.
I precedenti storici non mancano, anche se quelli erano tempi ben più cruenti. Come nel caso del ministro dell’Interno sovietico, Ezov, epurato da Stalin nel 1938 e di conseguenza cancellato dalle foto ufficiali, oggi anche l’ex consigliera pentastellata Stefania Batzella, (nella foto piccola) passata al Gruppo misto dopo avere abbandonato per divergenze M5S, è stata tolta dalla foto di gruppo che la raffigurava i suoi ex colleghi e Beppe Grillo. Ogni riferimento a fatti e personaggi dell’Urss è puramente casuale, ma la tecnica fotografica è la stessa. “Il passato e il lavoro fatto non si cancellano con Photoshop”. Batzella, oggi rappresentante del suo del Movimento Libero Indipendente, “E’ un piccolo esempio – precisa Batzella – del clima che si viveva in quel gruppo: i fatti parlano da soli”. La sua ex collega consigliera M5S Francesca Frediani replica al cronista di Repubblica: “E’ solo una polemica assurda.Quella foto era la mia immagine di copertina della pagina Facebook ed è naturale che non potessi più usarla essendoci una persona che ha lasciato il movimento”.
La procura della repubblica di Torino ha aperto tre fascicoli di indagine in relazione agli incendi che nei giorni scorsi hanno bruciato interi boschi in Valle di Susa e altre località dell’area metropolitana torinese, tenendo impegnati centinaia di soccorritori e mezzi, compresi i canadair. Le inchieste sono al momento a carico di ignoti ma l’ipotesi investigativa è quella del dolo. Diversi rapporti di carabinieri e vigili del fuoco hanno spinto gli inquirenti a indagare sul reato di l’incendio boschivo. In caso di dolo questo prevede condanne dai 4 ai 10 anni che possono aumentare della metà se dal rogo deriva anche un danno grave, esteso e persistente all’ambiente.