PRIMA PAGINA- Pagina 540

Nuova Ztl: è guerra tra Comune e commercianti

Le associazioni dei commercianti e l’amministrazione comunale sono in lite  sulla nuova Ztl

La presidente di Ascom Torino Maria Luisa Coppa al termine di un incontro con la sindaca Chiara Appendino sul progetto ‘Centro Aperto’ ha detto apertamente che il clima ormai è di rottura. “E’ rottura totale con questa amministrazione, che non si muove di una virgola e a nome delle nostre imprese siamo indignati. A un centro già deserto aggiungono il ticket d’ingresso ciò significa una città compromessa”. Aggiunge il presidente di Confesercenti Torino Giancarlo Banchieri “il motivo è  fare cassa sulle spalle dei torinesi, non è ambientale. Chiediamo alle forze di opposizione di incontrarci e aiutarci a fermare il progetto. Siamo contro quella che è solo una tassa”

Al Cto mano ferita da petardo ricostruita con protesi bionica

La delicata ricostruzione parziale della mano destra e la successiva applicazione di una protesi di ultima generazione su un paziente di 20 anni. Un caso che ha visto la collaborazione tra due strutture all’avanguardia di Torino, ospedale CTO della Città della Salute ed Officina Ortopedica Maria Adelaide

 

 Si è tenuta questa mattina, presso l’ospedale CTO della Città della Salute di Torino, la conferenza stampa sul caso Lorenzo Di Modica, ventenne di Druento, che il primo gennaio 2019 ha perso la mano destra in seguito allo scoppio di un petardo durante i festeggiamenti di Capodanno. Subito dopo l’incidente il giovane è stato trasferito in elisoccorso all’ospedale CTO dove, dopo un’operazione di tre ore, l’équipe del dottor Bruno Battiston (Ortopedia e Traumatologia 2 ad indirizzo Chirurgia della Mano ospedale CTO) è riuscita a ricostruire parti dell’anulare e del mignolo, amputando la parte di mano compromessa, in modo tale da permettere interventi microchirurgici ricostruttivi o il posizionamento più adatto di una protesi.

 

Officina Ortopedica Maria Adelaide ha applicato al ragazzo la i-Digits, una protesi multiarticolata per amputazione parziale di mano, che si muove grazie ad un sensore mioelettrico ed a due batterie, consentendo a Lorenzo di compiere sia movimenti elaborati, come prendere piccoli oggetti, allacciarsi le scarpe, che altri semplici come indicare un oggetto o stringere la mano.

 

Le due strutture sono eccellenze riconosciute in tutto il Piemonte ed hanno lavorato in perfetta sinergia per permettere a Lorenzo di recuperare la mobilità del suo arto destro. Grazie all’intervento cui il giovane si è sottoposto, è stato possibile conservare buona parte della muscolatura e nervi al fine di garantire le connessioni per la protesi mioelettrica applicata successivamente: “Sono molto contento. È stato un periodo durissimo, gli ultimi mesi non sono stati semplici, ma adesso è arrivato il momento di guardare avanti” – racconta Lorenzo Di Modica – “Una nuova fase della mia vita è appena iniziata! Voglio ringraziare i medici dell’ospedale CTO ed i tecnici di Officina Ortopedica Maria Adelaide per il grande lavoro fatto e per l’aiuto che sono riusciti a darmi”.

 

(foto archivio – Graziano88)

 

Saldi al via: spenderemo 97 euro a testa

Iniziano sabato 6 luglio, a Torino e in Piemonte, i saldi estivi, con particolare riguardo a moda, arredamento, calzature, intimo, profumeria

Gli sconti saranno compresi  fra il 30 e il 50%, partiti del resto in largo anticipo. Ascom prevede una spesa media per  famiglia, a Torino, tra 200 e 230 euro, e 97 a persona. L’associazione commercianti denuncia “la concorrenza sleale di grandi marchi e catene commerciali e dell’online che effettuano vendite sottocosto in ogni periodo dell’anno”. Confesercenti stima invece una spesa media tra 210 e 240 euro a famiglia, e 8 torinesi su 10 intenzionati ad acquistare.

Il turismo montano? Più lento, dolce, profondo…

/

Di Marco Travaglini

Scriveva tempo fa, Enrico Camanni: “Le Alpi sono il luogo della biodiversità: con circa cinquemila specie spontanee di piante vascolari ospitano da sole i tre settimi della flora europea; nell’Europa centrale sono la sola regione che abbia conservato dei biotopi originali”

Importanti studi botanici hanno dimostrato che buona parte di queste 5 mila specie, alcune delle quali uniche, si trovano nella valle dell’Alleigne, il “vallone della legna”. Quest’ampio vallone si trova sulla destra orografica del torrente Ayasse, nell’aostana valle di Champorcher. Una zona molto interessante anche dal punto di vista etnografico e storico, non dissimile da altre comunità di montagna, la cui sopravvivenza era legata a un territorio aspro, difficile, all’agricoltura di sussistenza, alla monticazione del bestiame.Una storia vissuta in salita. Millenni di lotta per coltivare, per muoversi, per strappare faticosamente alla montagna le risorse: pietra, legno, terra da coltivare, pascoli. L’elemento importante era la stessa verticalità: l’intera economia era basata sugli spostamenti altitudinali stagionali, in base ai ritmi della natura. Le tracce si vedono nei terrazzamenti, nella ragnatela di stradine e sentieri che segnavano i versanti vallivi collegando il fondovalle ai maggenghi e agli alpeggi. Una storia come molte altre, non dissimile da quella valgrandina. Dal 1992 parco nazionale, la Val Grande è l’area selvaggia più ampia del nostro paese e dell’arco alpino. Anche per quelle comunità le risorse erano misere e le difficoltà molto alte. Si legge sul sito web del parco come “raggiungere gli alpeggi poteva significare accompagnare un bovino alla volta lungo stretti e scoscesi sentieri, oppure raccogliere la poca acqua piovana in cisterne di pietra, strappando la sopravvivenza alla montagna, in una quotidiana vita in salita”. Immagini da un “mondo dei vinti” che ha lasciato un’eredità fatta di resti di teleferiche, piazzole delle carbonaie, polloni di faggio ricresciuti dopo il taglio del tronco principale, a testimonianza dei grandi disboscamenti. Con il tempo la natura si è ripresa i boschi e i pascoli abbandonati, cambiando fisionomia al paesaggio. Quasi un messaggio per gli uomini che, con la scelta del parco, hanno compreso la necessità di difendere e preservare questa preziosa riserva di biodiversità. Avere cura del vallone dell’Alleigne o dell’area valgrandina del parco, preservandoli anche per le generazioni future, equivale a porre attenzione alle scelte che si compiono oggi, affinché non ne venga compromessa l’eccezionale qualità ambientale. Regola aurea soprattutto quando si parla del turismo. Negli ultimi tempi, la montagna come destinazione di vacanza non impegnativa – weekend, long-weekend, settimane bianche – ha riconquistato fascino e interesse presso un pubblico vasto dopo aver patito molto la concorrenza delle mete esotiche, più o meno vicine e a buon prezzo.

 

La rassicurante e tradizionale vacanza in montagna è tornata in auge nelle preferenze dei turisti italiani, grazie ad alcune stagioni di buon innevamento, al desiderio di viaggi verso mete tranquille e poco distanti da casa, al bisogno di concedersi un’evasione “ecologica”, a contatto con un ambiente e un territorio tutelati e rispettati. Il turismo montano si è preso una rivincita? In parte è così ma i problemi sono tanti e persistenti. E’ vero che la montagna offre un’immagine rassicurante e la qualità delle nostre stazioni sciistiche è migliorata un po’ ovunque. Ma pensando al futuro le prospettive si fanno più complicate perché il turismo, più di altri, è un settore dove l’offerta deve saper incontrare una domanda molto esigente. L’impresa turistica montana, più sensibilmente delle altre, richiede un insieme di condizioni territoriali e ambientali particolari. Gli accessi, la valorizzazione della qualità del paesaggio e delle stazioni montane attraverso interventi di riqualificazione urbanistica e di manutenzione del paesaggio, la cura dei sentieri e dei boschi, nuovi sforzi in termini di comunicazione e promozione rivolti al pubblico, sono solo alcuni degli aspetti.

Non è sufficiente affidarsi alle dinamiche del mercato, ai flussi potenziali. Occorre un rinnovamento d’immagine e di sostanza. Nuove infrastrutture di svago e sportive, sentieri censiti e resi praticabili, ben segnalati con indicazioni precise sui tempi per raggiungere le varie mete; rifugi, posti tappa, percorsi-vita nei quali s’illustrino le caratteristiche della vegetazione, della fauna, della cultura e della storia del luogo; una ricettività che consenta di trovare idonee sistemazioni e consumare pasti con prodotti genuini a prezzi ragionevoli; invogliare all’escursionismo, al trekking e ad ogni forma di turismo attivo. La concentrazione del turismo in pochi periodi dell’anno, ha causato fenomeni di saturazione del territorio. I segni di un certo raggiungimento del “punto di rottura”, si vedono da tempo. La crisi delle piccole e medie stazioni sciistiche non investe soltanto le Alpi italiane ma anche quelle svizzere, austriache e bavaresi,con fallimenti e chiusure, a testimonianza di un modello di sfruttamento turistico modellato “a fotocopia” che ha portato ad una omogeneizzazione del territorio alpino. L’industria turistica montana rischia così di perdere la sua specifica identità, il fattore principale di reddito, diventando economicamente più debole. Da qui la scelta di operare per destagionalizzare il turismo, evitando di puntare tutto su troppo marcate concentrazioni nel tempo e nello spazio.Troppe volte l’offerta turistica montana si è standardizzata. Sono state proposte stazioni che sembrano linee di produzione, dove tutto è a pagamento, senza scampo. La dimensione ludica della socialità, dell’incontro,è lasciata all’intraprendenza del singolo, poiché il sistema “lavora” e non si diverte più. Il professor Luigi Gaido, già docente universitario a Grenoble e Aosta, grande esperto del settore, sosteneva che, se è vero che “ il turismo è la “messa in forma” di un sogno coltivato per mesi, a volte per anni, e che prima o poi si realizzerà, questo sogno è sempre una sorta di fuga dal quotidiano, di rottura dal solito, di ricerca di sé attraverso il viaggio e ciò che porta. Come sfuggire al quotidiano se tutto ricorda il luogo da cui si è partiti e dove il divertimento non è sempre adeguato alle esigenze, salvo per chi scia?”. In molti sostengono che non è più eludibile, parlando di sostenibilità, la stipula di un “patto” tra l’attività turistica e l’ambiente. Allargando e modificando l’offerta dei territori. Andrebbero, ad esempio, valorizzate le realtà collocate tra i 700 e i 1300 metri, la cosiddetta “mezza montagna” che può offrire soluzioni al processo di destagionalizzazione, sperimentando le “stagioni di mezzo” dove l’ambiente montano può offrire molto.

 

La stessa cara, vecchia “settimana bianca” si dovrà rifare il look, diventando una proposta di vacanza più dinamica e flessibile. In montagna non ci si va più solo per sciare: ci sono infinite attività, giochi e sport facili e divertenti per godersi la neve e la natura invernale, senza essere necessariamente degli esperti d’attacchi, tavole e scarponi. Anche perché i problemi legati all’innalzamento della temperatura d’inverno cambieranno le prospettive. Le previsioni del Centre d’Etudes de la Neige, stimavano per il 2030 un incremento medio della temperatura di 1,8°C e una diminuzione del 25% delle giornate con neve al suolo per le località situate a 1500 metri d’altitudine.

 

E non si trattava delle stime più pessimistiche. Le condizioni climatiche determineranno anche un maggior ricorso all’innevamento artificiale con tutti i costi, economici e ambientali, che ne derivano.Nelle Alpi il turismo sostenibile è l’unica alternativa a lungo termine al turismo di massa convenzionale che sia in grado di garantire uno spazio vitale per la natura e l’uomo. Ma non basta la buona volontà. Si impongono scelte per la programmazione, la promozione e l’attuazione di un turismo sostenibile, determinando chi è coinvolto, chi promuove, chi decide. Lo sviluppo sostenibile non è una scelta ideologica ma una ragione di competitività tra sistemi economici e sociali, un nuovo modo di pensare a forme di benessere, di crescita economica durevole e d’equità, redistribuendo nel tempo e nello spazio le persone che oggi frequentano le “terre alte”.Il turismo c’è già. I turisti pure. Quella che è in gran parte ancora da costruire è una moderna cultura dell’accoglienza, una formazione professionale adeguata ai tempi, politiche pubbliche in grado di sostenere progetti innovativi. In fondo gran parte dei turisti desiderano trovare la valle dell’Alleigne, la Val Grande o le altre valli alpine in condizioni ambientali più che accettabili. Per questo dovremo far sì che il turismo del domani sia davvero “più lento, più profondo, più dolce”, evitando quei fenomeni di consumo rapace ai quali ci si è abituati per troppo tempo. Nell’interesse di tutti, a partire dalla montagna e da chi ci vive e lavora.

Nelle immagini il Parco nazionale della Val Grande e il Parco regionale dell’alpe Veglia delle Aree protette Ossola

Blitz della polizia ad Askatasuna per gli incidenti del G7

E’ in corso un blitz della polizia negli ambienti torinesi dell’autonomia e dei centri sociali, con  misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sugli  incidenti del settembre del 2017 in occasione del vertice del G7 alla Reggia di Venaria. L’operazione è coordinata dall’ autorità giudiziaria  in collaborazione con la Digos delle questure di Roma, Firenze, Modena, Bari e Venezia. Sarebbero 17 in tutta Italia le misure cautelari:  nove a Torino, le altre  a Firenze, Roma, Venezia, Bari e Modena. I provvedimenti riguardano i vertici del centro sociale torinese Askatasuna.

 

IL COMUNICATO DELLA POLIZIA

Nella mattina del 4 luglio, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, agenti della Digos della Questura di Torino in collaborazione con quell di Roma, Firenze, Modena, Bari e Venezia, ha dato esecuzione a 7 misure cautelari degli arresti domiciliari e a 10 misure cautelari dell’ obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Le misure hanno riguardato 17 militanti del centro sociale “Askatasuna”, della compagine antagonista fiorentina dell’“Autonomia Diffusa Ovunque”, del centro sociale modenese “Spazio Guernica”, del collettivo universitario “Sapienza Clandestina”, dell’“Ex Caserma Liberata” di Bari e dei “Centri Sociali – Nord Est” di Venezia. Gli arrestati sono ritenuti responsabili dei gravi episodi di intemperanza verificatisi in occasione del Vertice G7 di Venaria del settembre 2017, per i quali sono stati denunciati, a diverso titolo, per i reati di violenza aggravata a pubblico ufficiale ed esplosione di ordigni e materiale esplodenti.

Diciassette è il numero complessivo delle misure cautelari eseguite:

 

ARRESTI DOMICILIARI

 

-R. G., di anni 57, leader di Askatasuna;

-B.A., di anni 43, leader di Askatasuna;

-M.M., di anni 36, leader di Askatasuna;

-R.U., di anni 29, leader di Askatasuna;

-L.D., di anni 31, leader di Askatasuna;

-G.S., di anni 38, militante di Askatasuna;

-T.D., di anni 22, leader di “Autonomia Diffusa” di Firenze.

 

 

OBBLIGHI DI PRESENTAZIONE ALLA Polizia Giudiziaria.

 

-P.M., di anni 25, militante di Askatasuna

-M. N., di anni 24, militante di Askatasuna;

-P. J., di anni 27, leader dei “Centri Sociali – Nord Est” di Venezia;

-R.S. di anni 21, militante di Askatasuna;

-V.N., di anni 21, leader dello “Spazio Guernica” di Modena;

-B. D., di anni 23, leader dello “Spazio Guernica” di Modena;

-M.G., di anni 22, leader dello “Spazio Guernica” di Modena;

-R. A., di anni 24, leader dell’“Autonomia Diffusa Ovunque” di Firenze;

-D. L. G., di anni 23, leader dell’“Ex Caserma Liberata” di Bari;

-L.V., di anni 22, tra i leader della “Sapienza Clandestinadi Roma.

 

 

Dai magistrati contabili ok al bilancio regionale

La Corte dei Conti dà un giudizio sostanzialmente positivo al bilancio regionale

“Parifica in tutte le sue componenti il Rendiconto dell’esercizio 2018 della Regione Piemonte, con la sola eccezione dei capitoli nei quali vi siano spese finanziate con l’applicazione di accantonamenti e vincoli del risultato di amministrazione dell’anno precedente”. Così  la presidente della Sezione regionale di controllo per il Piemonte Maria Teresa Polito, ha illustrato il giudizio di parifica del bilancio 2018 della Regione. Commenta il governatore Alberto Cirio: “La volontà del nuovo governo regionale  è quella di garantire il rigore della spesa pubblica e proseguire l’attività di risanamento messa in campo dal mio predecessore Chiamparino. Faremo tesoro delle segnalazioni pervenute dalla Corte dei Conti e siamo disponibili a confrontarci anche nel corso dell’anno per arrivare al giudizio di parifica che auspichiamo di poter ottenere anche in futuro, magari con meno criticità di oggi”.

Una calda estate di cantieri

I mesi di luglio e agosto saranno come di consueto caratterizzati da una fitta rete di cantieri nelle strade della città. Nonostante il traffico sia in diminuzione in questo periodo nel quale molti vanno in ferie, i disagi saranno inevitabili. Conviene verificare le interruzioni della viabilità nei vari quartieri. Ecco la mappa elaborata dal Comune di Torino

 

http://www.comune.torino.it/trasporti/cantieri/

 

 

Amazon annuncia mille posti di lavoro entro la fine dell’anno

Mille nuovi posti di lavoro in Italia entro la fine del 2019. La notizia giunge dal  Gruppo Amazon all’indomani dell’apertura del nuovo centro di Torrazza Piemonte, nel Torinese, e la previsione è di incrementare i dipendenti a tempo indeterminato che passeranno da 5.500 a 6.500 nelle oltre 20 sedi presenti nel Paese. Il Centro di Sviluppo Amazon di Torino ha  raddoppiato il numero dei dipendenti in meno di un anno.

Inoltre la crescita della rete di Centri di Distribuzione, Centri di Smistamento e Depositi di Smistamento in tutto il Paese sta ampliando i territori interessati dalle nuove opportunità lavorative  sia per  ruoli manageriali, sia  per posizioni di ingresso. Le nuove opportunità di lavoro, spiagano in Amazon, sono destinate a persone “con ogni tipo di esperienza, istruzione e livelli di competenza”: dagli ingegneri e dagli sviluppatori di software, dagli operatori di magazzino agli esperti di marketing, fino a chi cerca il primo impiego.

Altri temporali e temperature massime in calo

Altri temporali sul Piemonte, è allerta gialla nelle zone a nord del Po, per le  prossime 36 ore dopo una giornata di alta pressione africana, con temperature sopra la media di  luglio

Le piogge più intense sono previste  nei settori montani e pedemontani settentrionali e occidentali e sulle pianure adiacenti. Mercoledì si prevedono temporali meno forti e temperature massime in calo di 3-4 gradi riportandosi su valori prossimi alla norma del periodo.

Ieri  le piogge più significative sono state registrate a Oropa, 65 mm in totale con un massimo di 42 mm in un’ora, Valdieri (Cuneo), 44 mm, Beaulard (Torino), 43,  e Torino, 37. Nel Torinese  raffiche di ventoa 60 kmh.

La Sala Rossa chiede lo stato di emergenza climatica

Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato all’unanimità una mozione (primo firmatario Stefano Lo Russo – PD)

Il documento impegna la sindaca e la Giunta a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale, seguendo quanto già avvenuto da parte di stati come Regno Unito e Irlanda e da oltre 500 consigli comunali in tutto il mondo. Il documento è stato approvato anche con alcuni emendamenti proposti dai consiglieri Federico Mensio e Roberto Malanca (M5S).

Si chiede di predisporre, entro 6 mesi, iniziative volte alla riduzione delle emissioni e la promozione delle energie rinnovabili, per incentivare il risparmio energetico nei settori di Pianificazione Urbana, nella Mobilità, negli edifici, nel riscaldamento e raffreddamento, nella riforestazione urbana.

La mozione, ricordando le iniziative di Sciopero mondiale per il Futuro promosso dal movimento Fridays for Future, chiede infine che la Giunta intensifichi il coinvolgimento di cittadini e associazioni nel processo di individuazione delle criticità ambientali e nella loro soluzione e si faccia parte attiva presso Governo e Regione perché vengano adottati analoghi provvedimenti.

L’assessore all’Ambiente, Alberto Unia, ha sottolineato come sia importante prendere atto del ritardo nella tutela dell’ambiente globale. L’Amministrazione comunale ha fatto molto in termini di bilancio arboreo, di raccolta rifiuti porta a porta, di valutazioni delle compensazioni ambientali dal punto di vista dei servizi ecosistemici ed ha concluso affermando come sia fondamentale affrontare le battaglie politiche sui temi ambientali al di fuori delle battaglie di partito.