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Una mamma dona il proprio fegato e salva la figlia di 3 anni

All’ospedale Molinette di Torino

Una storia a lieto fine fatta di generosità e di amore materno. Un trapianto di fegato da donatore vivente. Una mamma dona il proprio fegato e salva la figlia di 3 anni e mezzo. Nei giorni scorsi una bambina sarda é stata sottoposta a trapianto di fegato utilizzando la parte sinistra dell’organo stesso della madre medico, donatrice vivente, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino.

Affetta da una rara malattia congenita del fegato che determina ittero irreversibile (l’atresia delle vie biliari), la bambina era già stata sottoposta ad un’operazione con intento riparativo (intervento di Kasai) a 6 settimane di vita. Tale intervento, pur ristabilendo il flusso biliare verso l’intestino e risolvendo l’ittero, non era tuttavia riuscito a scongiurare l’evoluzione del fegato verso la cirrosi epatica. Ai primi segni di scompenso funzionale della malattia cirrotica, la bambina era stata presa in carico dalla Gastroenterologia pediatrica (diretta dal dottor Pierluigi Calvo) dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Dopo un’approfondita valutazione multidisciplinare, la bambina era stata inserita nella lista d’attesa nazionale per trapianto di fegato pediatrico già nel maggio dell’anno scorso. Tuttavia, complice anche il periodo pandemico, non si sono presentate per la bimba offerte d’organo da donatore deceduto con le dimensioni e le caratteristiche più idonee per lei. Anzi, le condizioni della bambina sono progressivamente peggiorate a causa di fenomeni infettivi che ne hanno condizionato uno stato di malnutrizione e scarsa crescita (a più di tre anni e mezzo pesava appena 11 kg). Da gennaio di quest’anno, la bambina si trovava ininterrottamente ricoverata a Torino senza prospettive di dimissione.

Di fronte a questa non più sostenibile situazione di attesa, la madre della bambina (43 anni, di professione medico specialista) si è fermamente proposta quale potenziale donatrice di fegato per far “rinascere” da lei sua figlia per la seconda volta. Dopo un’attenta valutazione da parte di tutta l’équipe trapianti ed il giudizio favorevole della Commissione ‘terza parte’ attivata dalla Direzione sanitaria, la donna è stata considerata pienamente idonea per la donazione.

Il duplice delicato intervento di prelievo della parte sinistra del fegato della mamma e di trapianto dell’organo al posto del fegato malato nella bambina è durato circa 12 ore ed è tecnicamente riuscito ed è stato eseguito dal professor Renato Romagnoli (direttore del Centro Trapianto di fegato delle Molinette) e dalla sua équipe, in collaborazione con il dottor Fabrizio Gennari (direttore della Chirurgia pediatrica del Regina Margherita) e con l’équipe dell’Anestesia e rianimazione 2 delle Molinette, diretta dal dottor Roberto Balagna. Ora la piccola porzione di fegato trapiantata crescerà rapidamente all’interno del corpo della bimba.

La mamma donatrice, dopo un decorso postoperatorio privo di complicanze, ha già pienamente recuperato e sta seguendo in prima persona i progressi della sua bambina (estubata e sveglia dal giorno dopo il trapianto) presso l’Area Intensiva del Centro Trapianto di fegato delle Molinette.

Dopo più di 10 anni dall’esecuzione dell’ultimo trapianto di fegato da donatore vivente nel Centro di Torino, questo caso segna la ripresa di questo tipo di programma nel capoluogo subalpino, ampliando così le possibilità di trapianto per i pazienti in lista d’attesa.

“Ancora una volta, in una situazione di grande emergenza quale quella legata al Covid-19 – commenta il dottor Giovanni La Valle, Direttore generale della Città della Salute – il Sistema sanitario regionale e la Città della Salute di Torino hanno dato una prova di capacità davvero straordinarie, ovvero di saper non solo arginare l’infezione da coronavirus, ma anche di saper affrontare tutte le altre quotidiane malattie non-Covid, a cominciare da quelle più complesse che richiedono trapianti d’organo salvavita”.

Questa storia dimostra come, di fronte a situazioni cliniche estreme, l’amore dei genitori verso i figli sia capace di andare oltre ogni ostacolo, consentendo di raggiungere traguardi che possono sembrare a prima vista inarrivabili.

 

 

Rinascere dopo il Covid: Torino e Piemonte si candidano a diventare “Capitale mondiale del cibo”

Il Piemonte pronto a diventare la Capitale Mondiale del Cibo: il comitato promotore di Torino-Piemonte World Food Capital lancia la sfida per la rinascita della regione

 

L’iniziativa del Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital per trasformare la regione in una vera e propria Food Valley, valorizzando le eccellenze del territorio e creando nuove opportunità per giovani, ricercatori, aziende, produttori, ristoratori e commercianti. Ambasciatrice del progetto è la campionessa di sci cuneese Marta Bassino

 

Creare una cabina di regia che metta a sistema tutti gli attori della filiera del cibo – dall’industria all’agricoltura, dalla formazione alla ricerca, dalla cultura al commercio, dall’artigianato alla ristorazione, dal commercio all’ospitalità – e che promuova il Piemonte come Capitale Mondiale del Food: è questo il progetto presentato oggi dal Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital, nato con l’obiettivo di valorizzare le potenzialità del territorio piemontese e trasformare il Piemonte in una Food Valley.

Un movimento che parte dal basso: la nascita di Torino-Piemonte World Food Capital
Guardando agli esempi virtuosi del passato e prendendo spunto da tutti quei movimenti nati dal basso che sono stati in grado di coinvolgere migliaia di persone e generare cambiamento, il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital intende coinvolgere gli abitanti delle otto province piemontesi per dare voce ai singoli territori, creando un dialogo che tocchi tutti gli ambiti in cui opera il food – dal design alla nutraceutica, dall’innovazione nel packaging alla creazione di percorsi museali dedicati, dallo studio di un’agricoltura più sostenibile ai più importanti congressi mondiali sull’enogastronomia, dalla ricerca scientifica alla ristorazione.

Nato da un percorso durato oltre sette anni il Comitato Promotore si è strutturato nel 2021 sotto forma di associazione senza fini di lucro ad opera di quattro soci fondatori, tra cui il Presidente Federico Francesco Ferrero e il Vicepresidente Mauro Sironi, che rappresentano le oltre cento persone che in questi anni si sono confrontate periodicamente sul tema. Ambasciatrice del progetto è la sciatrice cuneese Marta Bassino, Campionessa Mondiale nello slalom parallelo e vincitrice della Coppa del Mondo di slalom gigante 2021.

Nuove opportunità per il territorio
In questa prima fase di lavoro sarà importante per il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital raccogliere le risorse e i consensi attorno a questa grande sfida, allo scopo di costituire una Fondazione che possa mettere il food al servizio dello sviluppo economico e sociale del territorio piemontese. Questo consentirà, infatti, di porsi obiettivi specifici, come creare nuove opportunità di investimento per le aziende, sostenere l’imprenditoria giovanile in campo agricolo e alimentare, attraendo talenti da altre parti di Italia e dall’estero, garantire la salvaguardia della biodiversità agricola e delle eccellenze artigianali alimentari. Ma saranno tenute in considerazione anche la ricerca, l’applicazione di conoscenza alle imprese del cibo e la protezione dell’ambiente, con l’intento di ridurre il consumo di risorse e promuovere pratiche di produzione e consumo più consapevoli secondo gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

A questo proposito, è stata lanciata una petizione su change.org, attiva fino al 30 aprile, con la quale il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital intende chiedere alle istituzioni locali e nazionali che almeno il 10% dei fondi europei assegnati alla Regione Piemonte – Recovery Fund, PSR-programma settennale di sviluppo rurale, PNRR-piano nazionale ripresa e resilienza, programmi europei React e Next Generation Eu – sia destinato a finanziare questo progetto. Il progetto potrà inoltre essere sostenuto dalle donazioni effettuate da tutti i soggetti interessati, in particolare aziende e attori del mondo food coinvolti direttamente nell’iniziativa, e da ogni singolo cittadino che voglia contribuire al cambiamento del territorio in cui vive.

I numeri del distretto piemontese del food
In Piemonte – regione che ha visto nascere alcune tra i più importanti brand alimentari del Paese e reti collaborative di rilevanza internazionale come Slow Food, che ospita il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato nominato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e che, a partire dalla filiera automotive, ha saputo creare innovazione in ogni settore – l’economia del cibo genera ogni anno 8 miliardi di euro. Nella regione sono attive 50.600 aziende agricole che coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico. Quasi 4.390 imprese, pari al 7% del totale nazionale, operano su questo territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e ristoranti. Complessivamente il comparto food piemontese impiega 242.000 addetti. Professionisti dell’ambito che si sono formati in larga misura nei 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia o grazie ai 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5 master dedicati a questo mondo, capaci di produrre più di 5.500 pubblicazioni scientifiche internazionali. Qui, dove sono state fondate la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo e il Salone del Gusto, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, e 6 musei tematici.

Dalla mappatura alla promozione: la roadmap della Fondazione
La roadmap prevede in una prima fase la mappatura dell’esistente attraverso un’indagine qualitativa e quantitativa sul Piemonte focalizzata su 8 ambiti (formazione e ricerca, cultura, industria, agricoltura, artigianato, ristorazione, commercio e ospitalità). Successivamente si procederà con l’aggregazione dei rappresentanti di tutte le varie spinte che riguardano il cibo piemontese e la progettazione partecipata attraverso tavoli di lavoro che traccino una visione a lungo termine coinvolgendo più attori della filiera, trasversalmente o a gruppi. Un passaggio fondamentale sarà poi la certificazione delle realtà e dei prodotti che seguono le linee guida del progetto World Food Capital e che sono quindi meritevoli di essere inserite tra le eccellenze della Capitale Mondiale del Cibo. Infine si procederà con la promozione dell’iniziativa, favorendo il contatto tra domanda e offerta, interna ed esterna, e la pubblicizzazione dell’auto-candidatura del Piemonte come Capitale Mondiale del Cibo e delle opportunità al grande pubblico nazionale e internazionale. La frammentazione delle esperienze territoriali è, infatti, il primo nodo che si intende superare mettendo in campo una campagna di comunicazione rivolta in prima battuta soprattutto al territorio piemontese, consapevole solo in parte del reale valore delle proprie eccellenze. Il Comitato Promotore si propone quindi con un ruolo di facilitatore di questo processo, che punta a portare un riconoscimento globale all’intera regione del Piemonte come World Food Capital.

«Trasformeremo il Piemonte nella Capitale Mondiale del Food, per garantire alla regione un nuovo sviluppo e assicurare alle generazioni future nuovi stimoli, benessere e prospettive – spiega Federico Francesco Ferrero (nella foto), Presidente Torino-Piemonte World Food Capital -. Vogliamo creare una Food Valley capace di raccogliere investimenti, trattenere i giovani, attrarre viaggiatori, richiamare lavoratori e nuovi cittadini verso un territorio già ricco di esperienze ed eccellenze, che vanno integrate tra loro e comunicate con coerenza. Uniti, noi piemontesi, sapremo vincere la sfida di specializzare tutta la nostra regione sul food in tutte le sue sfaccettature e renderla un punto di riferimento internazionale».

«Sostengo questo progetto perché sono certa che potrà garantire ai giovani della mia regione un futuro di soddisfazioni e successi internazionali – racconta Marta Bassino, campionessa mondiale nello slalom parallelo e nello slalom gigante 2021 e Ambasciatrice di Torino-Piemonte World Food Capital -. Come Ambasciatrice di Torino-Piemonte World Food Capital spero di infondere in tutti i piemontesi la fiducia che, con la determinazione, nessun traguardo è troppo ambizioso, neppure quello di diventare la Capitale Mondiale del Cibo».

 

Torino-Piemonte World Food Capital è sostenuta da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.

Al via le vaccinazioni all’hotspot dell’Allianz Stadium

Da mercoledì 24 marzo, sarà operativo a Torino un nuovo punto vaccinale presso l’hotspot dell’Allianz Stadium, la struttura voluta dalla Regione Piemonte e realizzata in collaborazione con il Comune di Torino e Juventus Football Club.

La struttura, che era stata inaugurata lo scorso novembre per l’effettuazione dei tamponi naso-faringei in modalità drive through, è stata convertita in punto vaccinale in sole 48 ore con il prezioso aiuto delle Truppe Alpine dell’Esercito Italiano, che avevano già supportato l’allestimento in autunno. In particolare, gli alpini della Brigata “Taurinense” in collaborazione con la Regione Piemonte, Asl Città di Torino e Arpa Piemonte hanno trasformato l’hotspot, rendendo così disponibili tre linee di vaccinazione nelle quali opererà personale sanitario dell’Esercito.

Il punto vaccinale si trova all’interno del Parcheggio 10 dello stadio (entrata da via Druento) e sarà operativo con orario 8-14 dal lunedì al sabato.

Si partirà mercoledì  con le prime 100 somministrazioni per il personale scolastico, per arrivare a pieno regime a 200 inoculazioni al giorno.

L’accesso al punto vaccinale è riservato esclusivamente alle persone che hanno ricevuto specifica convocazione da parte dell’Asl. Dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio, i volontari della Protezione civile e gli operatori della Croce Rossa accompagneranno i cittadini fino alla postazione dove verrà somministrato il vaccino.

Covid: il bollettino di martedì 23 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.080nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 386dopo test antigenico), pari al 9,1% dei 22.924tamponi eseguiti, di cui 15.950 antigenici. Dei 2.080 nuovi casi, gli asintomatici sono 774(37,2%).

I casi sono così ripartiti: 360 screening, 1.130 contatti di caso, 590 con indagine in corso; per ambito: 41 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 165 scolastico, 1.874 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 296.544così suddivisi su base provinciale: 24.410 Alessandria, 14.385 Asti, 9.424 Biella, 41.322 Cuneo, 22.974 Novara, 158.263 Torino, 11.221 Vercelli, 10.954 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.328 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.263 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 347(2rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.572(+36 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.964

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.537.736(+22.924rispetto a ieri), di cui 1.306.885risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.023

Sono 75 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3 verificatisioggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.023deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.457 Alessandria, 622 Asti, 392 Biella, 1.197 Cuneo, 823 Novara, 4.661 Torino, 449 Vercelli, 335 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 87 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

251.638 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 251.638(+ 2.005rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 21.361 Alessandria, 12.611 Asti,8.383Biella, 34.208 Cuneo, 19.555 Novara, 133.346 Torino, 9.375 Vercelli, 9.710 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.188 extraregione e 1.901 in fase di definizione.

Scoperta discarica abusiva di amianto e altri materiali

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Lastre polverulenti e frantumate di amianto, rottami ferrosi, olii esausti, materiale plastico: oltre 8.000 tonnellate di rifiuti sequestrati nella discarica a “cielo aperto” estesa su un’area di oltre 10.000 metri quadri.

È questo il bilancio di un intervento della Guardia di Finanza di Torino che ha individuato nei giorni scorsi  nel comune di Chivasso, grazie anche alla collaborazione della Sezione Aerea delle Fiamme Gialle di Varese che ha effettuato rilevamenti dall’alto mediante specifici sorvoli, una vasta area degradata, in evidente stato di abbandono, ove erano ammassati disomogenei cumuli di rifiuti.

Dopo aver sviluppato gli approfondimenti necessari ad individuare i proprietari del sito, i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego, che hanno condotto gli accertamenti coordinati dalla Procura della Repubblica di Ivrea, hanno controllato l’intera area appurando la grave pericolosità dei materiali depositati, riconducibili, in parte, all’attività di edilizia e di bonifica svolta da un’impresa del Chivassese.

Per anni l’azienda coinvolta si è occupata della bonifica di amianto stoccando, nel tempo, migliaia di tonnellate di rifiuti industriali, anche pericolosi, all’interno della vasta superficie, adiacente alle rive del Po, rientrante, tra l’altro, in una riserva protetta, ad oggi meta di gite “fuori porta”.

Le riprese eseguite dall’elicottero hanno consentito di acclarare il descritto contesto ambientale, fornendo un quadro d’insieme allarmante dal punto di vista della tutela dell’ambiente.

Al termine delle indagini, i Finanzieri hanno sequestrato rifiuti industriali, speciali e anche pericolosi, considerata la presenza di amianto, per circa 8.000 tonnellate, non avviati alle operazioni di smaltimento.

Nel corso delle operazioni è stato anche sequestrato un immobile, non a norma in relazione alla sicurezza dei luoghi di lavoro, dove al suo interno sono stati accatastati macchinari in disuso e attrezzature da lavoro, nonché materiale isolante e bidoni di catalizzatore o primer non più utilizzabili.

I due amministratori della società coinvolta sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria eporediese per deposito incontrollato di rifiuti e gestione di discarica non autorizzata.

Sono in corso ulteriori approfondimenti finalizzati alla messa in sicurezza del sito e alla verifica dell’eventuale contaminazione ambientale causata dallo sversamento dei prodotti, in collaborazione con gli Enti competenti.

L’operazione effettuata dalla Guardia di Finanza di Torino nello specifico comparto testimonia e conferma il costante impegno delle Fiamme Gialle a tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei cittadini.

Un piano per il verde di Torino

Il Consiglio Comunale ha approvato il Piano strategico dell’infrastruttura verde, illustrato dall’assessore all’Ambiente, Alberto Unia.

Si tratta di un documento di dieci capitoli (Caratterizzazione del verde urbano, Il verde ricreativo, l’orticoltura urbana, Il verde ecosistemico, Il verde coltivato, Verde bene turistico, Il verde pubblico nelle gestioni delle emergenze, La gestione del verde pubblico, Partenariati e partecipazione, Sommario delle strategie del Piano degli indicatori di monitoraggio), nato in continuità con il progetto “Green Print”, sull’analisi dell’accessibilità al verde creativo della città e con il “Piano di Resilienza climatica della Città.

Il piano fa riferimento alle molteplici funzioni che assolvono gli spazi verdi, di natura ambientale, sociale, ecologica, culturale ed economica, elementi fondamentali della sostenibilità urbana, utili al miglioramento della salute pubblica, consentendo uno stile di vita sano, alle relazioni sociali e alla coesione fra i cittadini, tutelano l’ecosistema urbano, migliorano il microclima della città, mitigano i rischi dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento, attutiscono gli effetti negativi che l’abitato urbano genera sulla popolazione tramite le isole di calore, accrescono la biodiversità e il valore ecologico dell’ambiente urbano.

La delibera trova le premesse dalla legge 13/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” che ha dato vita al Comitato per lo Sviluppo del verde pubblico, incaricato di verificare l’attuazione della legge e di supportare gli enti locali in un lavoro di confronto con l’Anci. Questo percorso ha portato alla redazione, nel 2017, delle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile”, documento con indicazioni omogenee nell’ambito della gestione e della pianificazione del verde pubblico, valevoli su tutto il territorio nazionale.

L’assessore Unia ha ricordato come il Piano sia volto a definire il futuro assetto del verde della città e relativi investimenti, in linea anche con quanto previsto dal protocollo di intesa tra Città, Comitato per lo Sviluppo del verde pubblico, Città Metropolitana e Regione Piemonte che definisce una strategia di sviluppo e valorizzazione dell’infrastruttura verde e della foresta urbana da attuarsi anche attraverso l’individuazione di un metodo di gestione dei contributi ambientali.

 

I commercianti ambulanti: “Non siamo l’ultima ruota del carro”

Stufi di essere considerati l’ultima ruota del carro

In duecento gli ambulanti torinesi hanno manifestato davanti alla Prefettura, in piazza Castello a Torino, per protestare contro il divieto di lavorare in zona rossa.

La categoria si lamenta per ristori  insufficienti. “I magazzini sono vuoti o con la roba di un anno fa- dicono all’agenzia Ansa i rappresentanti degli ambulanti – Molti sono andati a rateizzare, ma se non lavori come le paghi le rate? Non ci arrendiamo e siamo pronti a incominciare a lavorare anche utilizzando i furgoni”.

Una delegazione di mercatali è stata ricevuta dal prefetto Claudio Palomba.

(nella foto de “il Torinese” una precedente manifestazione di protesta degli ambulanti torinesi)

Il bollettino Covid di lunedì 22 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.521 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 145 dopo test antigenico), pari al 10,0% dei 15.285 tamponi eseguiti, di cui 7.223 antigenici. Dei 1.521 nuovi casi, gli asintomatici sono 591(38,8%).

I casi sono così ripartiti: 275 screening, 857 contatti di caso, 389 con indagine in corso; per ambito: 16 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 124 scolastico, 1.381 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 294.464 così suddivisi su base provinciale: 24.254 Alessandria, 14.258 Asti, 9.370 Biella, 40.806 Cuneo, 22.785 Novara, 157.375 Torino, 11.098 Vercelli, 10.942 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.323 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.253 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 349 (+3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.536 (+81 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 30.998

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.514.812 (+15.285 rispetto a ieri), di cui 1.299.636 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.948

Sono 40 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 verificatisi  oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.948 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.454 Alessandria, 620 Asti, 392 Biella, 1.188 Cuneo, 820 Novara, 4.608 Torino, 446 Vercelli, 333 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 87 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

249.633 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 249.633 (+ 1.129 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 21.256 Alessandria, 12.555 Asti, 8.296 Biella, 33.907 Cuneo, 19.430 Novara, 132.284 Torino, 9.208 Vercelli, 9.630 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.182 extraregione e 1.885 in fase di definizione.

Organizzano festa in casa, 16 studenti universitari sanzionati per aver violato le norme anti Covid

Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per verificare il rispetto delle norme anti Covid, i carabinieri hanno sanzionato amministrativamente 16 ragazzi.

Nel quartiere Barriera Milano, i militari del Nucleo Radiomobile, chiamati in piena notte da alcuni cittadini che lamentavano musica ad alto volume provenire da un appartamento di via Tollegno, hanno interrotto una festa privata identificando i 16 studenti universitari che ne stavano prendendo parte. I giovani sono stati tutti sanzionati con una multa di 400 euro per aver violato le disposizioni emanate per il contenimento della pandemia in atto.

Organizzano festa in casa, 16 studenti universitari sanzionati per aver violato le norme anti Covid

Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per verificare il rispetto delle norme anti Covid, i carabinieri hanno sanzionato amministrativamente 16 ragazzi.

Nel quartiere Barriera Milano, i militari del Nucleo Radiomobile, chiamati in piena notte da alcuni cittadini che lamentavano musica ad alto volume provenire da un appartamento di via Tollegno, hanno interrotto una festa privata identificando i 16 studenti universitari che ne stavano prendendo parte. I giovani sono stati tutti sanzionati con una multa di 400 euro per aver violato le disposizioni emanate per il contenimento della pandemia in atto.