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Scuola, trasporti in sicurezza: “necessari ingressi scaglionati”

“Per assicurare un trasporto in sicurezza, è necessario scaglionare gli orari di entrata nelle scuole tra le 8 e le10 e di uscita tra le 14 e le 16.

 

In questo modo i mezzi possono fare due giri e garantire il trasporto di tutti gli studenti secondo i distanziamenti previsti dalle linee guida ministeriali”. Lo ha spiegato l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi, in una comunicazione al Consiglio regionale.

“Diversamente, senza scaglionamento delle corse – ha aggiunto – per mantenere i carichi di trasporto corretti servirebbero, in circolazione, 100 mezzi in più a Torino e 60-70 negli altri capoluoghi. Mezzi che non ci sono e con i quali si rischierebbe di bloccare completamente il traffico nei centri cittadini”.

Secondo Gabusi “bisogna mantenere fissi i gruppi di studenti trasportati per favorire il tracciamento e riempire in modo corretto tutti i mezzi. Importante è anche ampliare i luoghi di discesa e salita, dove potrebbero aversi degli assembramenti.

Sulla comunicazione sono intervenuti alcuni consiglieri. Alberto Avetta (Pd), ha lamentato la mancanza di coordinamento con i dirigenti scolastici che, stando a quanto uscito sugli organi di stampa, avrebbero bocciato la proposta della Regione. Secondo Silvio Magliano (Moderati) e Mario Giaccone(Monviso) anche l’utenza è oggettivamente non soddisfatta. Francesca Frediani (M5s) ha rilevato che il delicato argomento dovrebbe trovare uno spazio di confronto in Commissione.

Bollettino Covid Piemonte, i dati delle ultime 24 ore

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.106 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari al 6 % degli 18.330 tamponi eseguiti.

Dei 1.106 nuovi casi, gli asintomatici sono 489, pari al 44,2%.

I casi sono così ripartiti: 371 screening, 487 contatti di caso, 248 con indagine in corso; per ambito: 201RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 54 scolastico, 851 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 187.172, così suddivisi su base provinciale: 16.486 Alessandria, 9.074 Asti, 6.479 Biella, 25.875 Cuneo, 14.562 Novara, 98.807 Torino, 7.044 Vercelli, 6.252 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 992 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.601 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 266(-12 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.761 (- 95 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 46.943

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.784.446 (+ 18.330 rispetto a ieri), di cui 859.397 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 7.213

Sono 77 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 6 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 7.213 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1100 Alessandria, 439 Asti, 311 Biella, 786 Cuneo, 609 Novara, 3.327 Torino, 342 Vercelli, 229 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

128.989 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 128.989 (+3.395 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 10.691 Alessandria, 6.763 Asti, 4.118 Biella, 16.407 Cuneo, 9.798 Novara, 70765 Torino, 4.759 Vercelli, 4.434 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 609 extraregione e 645 in fase di definizione.

Il Pil piemontese in calo del 10 per cento. Edilizia e manifatturiero i comparti più colpiti

In Piemonte in seguito alla pandemia si stima che il Pil possa subire una caduta nel 2020 attorno al 10%. E’ uno dei dati che emerge dalla nota di aggiornamento del Defr, presentata dall’assessore regionale al bilancio Andrea Tronzano in prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti.

I comparti più colpiti sono il manifatturiero e l’edilizio, per il blocco produttivo e la contrazione della domanda soprattutto estera (stima del 20%), e quello dei servizi, per via della caduta dei consumi delle famiglie di circa il 12%.

Le stime sul gettito dell’addizionale Irpef prevedono un calo nel 2020 di poco inferiore al 6%, il tasso di disoccupazione risalirebbe all’8,3%. Le previsioni indicano non meno di un triennio per poter recuperare il terreno perduto.

La nota parla anche di un rischio di povertà in Piemonte accresciuto in media di 7 punti percentuali, ancora più alto ma per chi lavora nei settori maggiormente colpiti. “Un quadro di grandissima difficoltà”, ha spiegato Andrea Tronzano, “stiamo facendo il possibile, a partire dal bonus Piemonte, per alleviare la crisi e aiutare l’economia a risollevarsi”.
Il dibattito è stato rinviato, in attesa del parere del Cal. Successivamente si sono riuniti i due gruppi di lavoro previsti, uno sulla Pdl 123 sull’aumento dell’Irap per i colossi delle vendite online, primo firmatario Marco Grimaldi (Luv), l’altro sul Ddl 122 proposto dalla Giunta regionale sulla Web Tax, presente l’assessore Maurizio Marrone.

Classifica del Sole 24 Ore: il Covid incide poco sulla qualità della vita in Piemonte

Pare che l’effetto Covid non pesi troppo sulla qualità della vita in Piemonte, rispetto alle altre regioni del Nord Italia

E’ quanto emerge dalla classifica del Sole 24 Ore sul benessere nei territori. A perdere  posizioni solo Novara, che è 42esima (-4), Biella, 57esima (-2) e Asti, 70esima (-4).

 Torino migliora e si posiziona, 21esima (-12) dopo Cuneo, che migliora di una posizione e si conferma il capoluogo di provincia dove si vive meglio nella nostra regione.

Verbania registra il miglioramento più significativo, con 18 posizioni guadagnate, collocandosi al 50esimo posto della classifica. Migliora di nove posizioni  Vercelli, che è 53esima, Alessandria sale di 8 posizioni:  è 75esima.

 

I DATI NAZIONALI: QUALITÀ DELLA VITA 2020: NELL’ANNO PIÙ DIFFICILE VINCE BOLOGNA. EFFETTO COVID SUL NORD MA IL SUD NON RECUPERA


Bolzano e Trento in seconda e terza posizione

Colpite duramente le grandi aeree metropolitane come Milano (12ª, -11 posizioni), Roma (32ª, -14), Firenze (27ª, -12) e Venezia (33ª, – 24).

Crescono Verona, Udine, Cagliari, Siena e Genova.

L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori, di cui

60 aggiornati al 2020. 25 nuovi indicatori documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale

 

Tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? La 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori, presentata sul Sole Ore di lunedì 14 dicembre, parte proprio da questo interrogativo.

L’obiettivo dell’edizione 2020 – che analizza 90 indicatoriper la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – è raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sui territori. L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane: 1. Ricchezza e consumi; 2. Demografia e salute; 3. Affari e lavoro; 4. Ambiente e servizi; 5. Giustizia e sicurezza; 6. Cultura e tempo libero. Con una scelta di campo importante: all’interno di queste aree sono stati inseriti 25 indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale. Tra questi nuovi parametri, ad esempio, ci sono i casi Covid in rapporto alla popolazione, l’unico indice il cui punteggio è stato pesato maggiormente nella determinazione della classifica finale proprio per testimoniare l’eccezionalità di questi mesi sulla vita quotidiana di tutti gli italiani.

La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che guadagna ben 13 posizioni e traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna. Ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre al capoluogo, Parma (8ª), Forlì Cesena (14ª), Modena (15ª) e Reggio Emilia (17ª). In particolare, Bologna è prima in livello di Ricchezza e Consumi, quarta in Affari e Lavoro, seconda in Ambiente e Servizi, terza in Cultura e Tempo Libero. Di contro non brilla per Sicurezza e gestione della giustizia (106ª): è nella parte bassa della graduatoria nazionale per denunce di furti, estorsioni, frodi, violenze sessuali, comune denominatore di molte città universitarie con un’alta presenza di fuorisede.

Covid-19, il duro colpo al Nord “affonda” Milano

Sul podio ci sono Bolzano (2ª) e Trento (3ª), habitué della top 5 della Qualità della vita, che hanno saputo tenere le posizioni anche nell’anno della pandemia, benché siano ora attese alla prova di un inverno difficile per l’economia della montagna. A parte queste due province, dall’indagine risulta come soprattutto il Nord della Penisola esca penalizzato dagli effetti su larga scala del virus: qui, infatti, si registra la diffusione più elevata del Sars-Cov-2 in rapporto alla popolazione residente. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova. Colpita anche Milano – vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019 – che perde 11 posizioni, dove pesa il crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche il nuovo indicatore sullo spazio abitativo medio a disposizione (con una media di 51 mq per famiglia).

Penalizzate grandi città e località turistiche

La crisi penalizza le aree metropolitane più turistiche, come Venezia (33ª, in calo di 24 posizioni), Roma (32ª, -14), Firenze (27ª, -12) oppure Napoli (92ª, -11). E della mancanza di turisti risentono anche le località di marepeggiorano le province di Puglia e Sardegna (fatta eccezione per Cagliari e Foggia), Rimini (36ª, perde 19 posizioni rispetto allo scorso anno), Salerno, Siracusa e RagusaIn controtendenza solo la Liguria, tutta in miglioramento, dove addirittura Genova (19ª) celebra con una buona performance la riapertura del viadotto sul Polcevera dopo il crollo del ponte Morandi recuperando 26 posizioni. A registrare “scatti di crescita”, piazzandosi nella top ten, sono anche altre province di medie dimensioni come Verona (, +3 posizioni), Udine (, +10 che ottiene la sua migliore performance in Giustizia e sicurezza) e Cagliari (, +11, regina della categoria Demografia e salute).

Il Nord scende, ma il Sud non scala la classifica

I bilanci post pandemia sono ancora prematuri. Ma per il momento, pur colpendo soprattutto i territori che tradizionalmente occupano la parte più alta della graduatoria, non è riuscito a trascinarli sul fondo. Il Sud, infatti, resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre. Le aree metropolitane del Mezzogiorno guadagnano posizioni al capitolo Demografia e salute, proprio perché il virus ha picchiato più duro altrove, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato. Questo anno chiude la classifica Crotone, preceduta da Caltanissetta, ultima lo scorso anno.

L’effetto Covid in 25 indicatori

Per comprendere meglio l’impatto della pandemia che ha sconvolto il 2020 – e inevitabilmente ha influito sulla la qualità della vita nelle province – l’indagine del Sole 24 Ore propone anche un focus su 25 indicatori, aggiornati tra il 30 giugno e ottobre di quest’anno. Tra questi: il Pil pro capite; le ore di cassa integrazione autorizzate; il Reddito di cittadinanza; i decessi e le nascite; le iscrizioni e le cancellazioni all’anagrafe e al registro imprese; il numero di bar e ristoranti; la litigiosità in tribunale.

Dall’analisi dei 25 parametri emerge la profondità della crisi economica e sociale, per ora tenuta a bada da ammortizzatori, contributi e ristori statali. Il Reddito di cittadinanza, per esempio, aumenta nelle grandi metropoli e al Sud: a Milano, dove gli assegni sono poco meno di 13 ogni 1.000 abitanti, tra dicembre 2019 e agosto 2020 ne sono stati emessi il 40,3% in più. A Napoli e Palermo si tocca quota 49 e 51,5 contributi ogni 1,000 abitanti, in salita del 36% e del 33,2 per cento. Tra gennaio e settembre 2020, invece, le ore medie di cassa integrazione autorizzate sul territorio nazionale per ciascuna impresa sono salite del 5.975,21 per cento, con la situazione aspra in tutte le province d’Italia.

Alcune aree hanno incrementato la spesa sociale per rispondere a bisogni come l’assistenza domiciliare e il trasporto di anziani e disabili. Lo rilevano i primi dati comunicati alla banca dati Siope (anche se bisognerà aspettare i bilanci consuntivi): Bologna registra un aumento pro capite del 53,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ci sono, tuttavia, territori in cui, tra gennaio e giugno, la spesa sociale sembrerebbe calata molto rispetto allo stesso periodo 2019.

Il dinamismo imprenditoriale, poi, caratterizza alcuni territori più inclini a cogliere le opportunità anche nella pandemia. In particolare, a Lecco (+30,77%), Prato (+29,69%), Brindisi (+26,61%), e Matera (+26,23%) sono aumentate le imprese che fanno e-commerce, mentre il boom di start up si registra a Imperia (+200%), Viterbo (+66,67%), Arezzo (+54,55%) e Siena (+50%).

Focus sul digitale con 10 parametri: chi eccelle nella svolta digitale

L’analisi dei dati territoriali 2020 presenti nella Qualità della vita permette di rilevare – attraverso un’ulteriore selezione di dieci dei 90 indicatori – i divari esistenti nel Paese sul fronte dell’evoluzione digitale, che ha registrato una spinta senza precedenti e rappresentato un’àncora di salvezza per tanti settori, diventando un asset sempre più importante per il futuro. La geografia dell’Italia digitale, però, non è per niente scontata. E l’arrivo del virus non ha trovato tutti pronti allo stesso modo. Tra i primati si rileva Firenze, premiata dall’indice di trasformazione digitale elaborato dal Forum Pa, mentre Viterbo è in testa per il numero di Spid erogate ogni mille abitantiMonza e Brianza per la quota di enti pubblici che si affidano alla piattaforma unica Pago Pa e, infine, Milano per l’incidenza di imprese che fanno ecommerce sul totale.

Dati consultabili e scaricabili online

Per la prima volta in trentuno edizioni della Qualità della vita verranno pubblicati i dati raccolti quest’anno per elaborare le classifiche: un contributo di valore che Il Sole 24 Ore vuole dare a chiunque legge nei numeri tendenze e correlazioni per “misurare” la crisi economica e sociale in corso, allo scopo di orientare al meglio i processi decisionali.

Tutti i 90 indicatori, in particolare i dati alla base dei punteggi attribuiti dalla redazione, e i trend relativi ai 25 parametri utilizzati per raccontare l’effetto del Covid sui territori saranno per la prima volta accessibili e scaricabili online su qualitadellavita.ilsole24ore.com con mappe interattive e pagelle per ogni cittàI dati saranno disponibili in formato machine readable per consentirne il riuso e la rielaborazione (eccetto l’uso commerciale), in una pagina GitHub del Sole 24 Ore – https://github.com/IlSole24Ore – e riutilizzabili dalla comunità di cittadini, ricercatori, media e decisori. Si tratta di dati raccolti da fonti istituzionali o forniti alla redazione da realtà certificate.

Bollettino Covid: circa 500 i nuovi contagi, oltre tremila i guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 528 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari al 6,1 % degli 8.647 tamponi eseguiti.
Dei 528 nuovi casi, gli asintomatici sono 226, pari al 42,8%.
I casi sono così ripartiti: 196 screening, 229 contatti di caso, 103 con indagine in corso; per ambito: 93 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 25 scolastico, 410 popolazione generale.
Il totale dei casi positivi diventa quindi 186.066, così suddivisi su base provinciale: 16.383 Alessandria, 8.922 Asti, 6.422 Biella, 25.665 Cuneo, 14.485 Novara, 98.376 Torino, 7.020 Vercelli, 6.214 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 988 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.591 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 278 (-13 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.856 (+21 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 49.202
I tamponi diagnostici finora processati sono 1.766.116 (+ 8.647 rispetto a ieri), di cui 853.530 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 7.136

Sono 48 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 6 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora di 7.136 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1088 Alessandria, 430 Asti, 309 Biella, 774 Cuneo, 601 Novara, 3.299 Torino, 336 Vercelli, 229 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

125.594 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 125.594 (+3.118 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 10.323 Alessandria, 6.587 Asti, 4.020 Biella, 15.855 Cuneo, 9.473 Novara, 69.152 Torino, 4.689 Vercelli, 4.264 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 605 extraregione e 626 in fase di definizione.

I maestri di sci: “La mancata stagione e’ un disastro” Cirio: “fondi in arrivo”

I maestri di sci in Piemonte sono circa tremila, anche loro penalizzati dalla situazione economica causata dal Covid

Questa mattina una folta delegazione di circa 300 rappresentanti della categoria si è presentata in tuta e sci sotto il palazzo della Regione in piazza Castello a Torino.

Lamentano il mancato o parziale arrivo dei ristori sui conti correnti.

“Perdere le vacanze natalizie – affermano – per noi è un disastro, significa perdere la maggior parte degli introiti dell’anno”.

Il presidente Cirio a stretto giro di posta annuncia un contributo di 2000 euro per ogni maestro di sci “È una delle misure del Bonus Montagna che presenteremo la prossima settimana a sostegno di tutto il comparto invernale e del suo indotto”

 

«La Regione Piemonte erogherà un contributo ai maestri di sci, come bonus per compensare i mancati incassi dei 15 giorni delle vacanze natalizie, che per molti di loro vogliono dire anche il 50% del fatturato annuale»: lo ha annunciato il presidente Alberto Cirio ai rappresentanti delle scuole di sci che questa mattina hanno manifestato davanti al Palazzo della Regione per testimoniare le difficoltà che la mancata partenza della stagione invernale, a causa delle misure di contenimento del Covid, sta provocando a un settore che rappresenta in Piemonte il primo prodotto turistico e una industria che dà lavoro a migliaia di persone.

Sono 3000 in Piemonte in maestri di sci iscritti all’albo. La misura della Regione prevede un bonus fino a 2000 euro per i circa 1500 impegnati nella professione *a tempo pieno, ma anche un ristoro per chi la esercita in modo saltuario. Nei prossimi giorni verrà definita con la categoria il meccanismo tecnico di attribuzione, in modo da garantire la massima equità al provvedimento.

Il bonus per i maestri di sci è una delle misure del Bonus Montagna predisposto dalla Regione Piemonte a sostegno di tutto il comparto invernale e del suo indotto, che verrà presentato la prossima settimana.

«Lo sci non è solo sport, hobby e divertimento, è anche un mestiere dietro il quale ci sono tante famiglie, tanti posti di lavoro, attività di ristorazione e turistiche che non possono essere dimenticate – sottolineano il presidente Cirio e il vicepresidente Fabio Carosso con delega alla Montagna –. Se da una parte incalziamo il Governo perché i ristori devono essere certi e immediati, dall’altra abbiamo voluto fare la nostra parte. Abbiamo pronta una misura a sostegno di tutto il comparto che coinvolge i nostri maestri di sci e gli impianti, ma anche migliaia di attività economiche che sono la vita delle nostre montagne. Inoltre, c’è l’impegno di continuare a lavorare sulla possibilità di trovare una modalità in sicurezza per avere da gennaio piste e impianti operativi, perché stiamo parlando del primo prodotto turistico del Piemonte».

L’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio aggiunge che «i maestri di sci hanno giustamente richiamato l’attenzione di tutti su un problema vero e reale. La loro attività, con le chiusure imposte, sono fortemente compromesse. In questo periodo dell’anno si basa la metà del fatturato del loro anno. Per questo come Regione abbiamo deciso di sostenerle fortemente con un contributo».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca: «Le montagne sono le spiagge del Piemonte. Il comparto invernale, con i suoi sport e il suo turismo, sono uno snodo strategico indispensabile per l’economia del nostro territorio. Per questo chiediamo che il Governo si impegni attivamente per garantire le migliaia di posti di lavoro che gli ruotano intorno».

«La montagna da sempre è una parte importante dell’economia piemontese – aggiunge l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano –, pensiamo anche a tutte le botteghe artigiane e ai mille e più saperi e tradizioni che albergano nelle nostre vallate e che sono un patrimonio che va tutelato e tramandato».

(fotoservizio IL TORINESE)

 

Torino e Piemonte, Confesercenti: “spese di Natale ridotte del 20 per cento Tanti acquisti online”

La riduzione delle spese nel periodo di Natale in termini assoluti  dei piemontesi stimata da Confesercenti è di circa 400 milioni (-20,6% rispetto al 2019).

Scende nello specifico anche il budget di spesa per i regali, meno 115 milioni (-17,9% sul 2019), secondo le elaborazioni delll’Ufficio Economico di Confesercenti sulla base di un sondaggio condotto da Swg .

Il 34% delle famiglie dichiara di aver ridotto i consumi durante l’anno, mentre  il 56% teme il protrarsi  della pandemia nel 2021, e il 46% ha timori per la situazione economica dell’Italia. Invece   il 72% teme per la stabilità complessiva del Paese. Il 60% dei piemontesi prevede di spendere meno  per i regali e per gli acquisti di Natale, e  solo il 2% pensa di aumentare il budget.

Enogastronomia al primo posto negli acquisti con il 43%, libri 39%, abbigliamento  37%, giocattoli  26% , idem i prodotti di tecnologia. Il 63% di chi ha già comprato regali di Natale lo ha fatto on line.

La Regione aumenta i posti letto delle terapie intensive

IL QUADRO SUDDIVISO PER AZIENDA SANITARIA E PER PROVINCIA.

L’ASSESSORE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: “GRANDE SFORZO PER AFFRONTARE L’EMERGENZA ED ESSER PRONTI PER UN’EVENTUALE TERZA ONDATA”

La Regione ha predisposto un piano, trasmesso a tutte le Aziende sanitarie, per aumentare i posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva negli ospedali piemontesi.
Sono 774 i posti letto in terapia intensiva che il sistema sanitario regionale potrà mettere in campo nell’ipotesi che alla seconda segua una terza ondata epidemica da coronavirus Covid-19.
La scorsa settimana si è conclusa la procedura d’urgenza bandita da Scr, su mandato del Dirmei, per l’acquisto delle attrezzature necessarie ad attivare ulteriori 160 letti di rianimazione nei principali ospedali piemontesi, che andranno ad aggiungersi alla dotazione di 327 posti strutturali disponibili all’inizio dell’epidemia e agli ulteriori 287 provvisori che gli ospedali sono stati in grado di allestire in fase emergenziale.

Tutto ciò, prima ancora che vengano realizzati i 299 posti del piano Arcuri, per i quali la Regione è stata autorizzata a procedere soltanto nel mese di ottobre.

«Sull’incremento dei posti letto di terapia intensiva – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – la Sanità regionale ha compiuto uno sforzo gigantesco. Nella prima fase della pandemia ha triplicato le disponibilità, passando da 327 a 614 posti immediatamente attivabili. Ora aggiunge 160 nuovi posti, già in fase di realizzazione, con un investimento di 22 milioni di euro deciso a settembre, prima che diventasse operativo il piano Arcuri, che prevede ulteriori 299 posti. Complessivamente, il Piemonte potrà contare su un totale di 1.073 posti letto di terapia intensiva, tra strutturali e funzionali. Parallelamente, sempre la Regione ha provveduto ad acquistare le apparecchiature per allestirne ulteriori 120 posti di terapia subintensiva, che si aggiungeranno ai 135 esistenti e ai 305 del piano Arcuri, per un totale di 560 posti letto».

Il professor Sergio Livigni, coordinatore per l’Unità di Crisi dell’area sanitaria ospedaliera: “Per aumentare i posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva abbiamo seguito alcuni criteri: abbiamo individuato i centri hub, gli ospedali con maggiore possibilità di trattare i pazienti ed in grado di trasformare i posti letto disponibili in posti letto strutturali. Abbiamo voluto aumentare i posti letto in terapia intensiva ma anche quelli in sub-intensiva che sono altrettanto importanti per il trattamento dei pazienti. ”

I 774 posti letto sono cosi suddivisi per provincia:

Torino città (262): AOU Città della Salute e della Scienza (132), Asl Città di Torino (98), 32 AO Mauriziano (32);
Torino area metropolitana (133): AOU San Luigi (24), Asl To3 (33), Asl To4 (48), Asl To5 (28);
Cuneo (115): Asl Cn1 (41), Asl Cn2 (26), AO Santa Croce e Carle di Cuneo (48);
Alessandria (84) : Asl Al (48), AO Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo (36);
Novara (72): AOU Maggiore della Carità di Novara (48), Asl Novara (24);
Vercelli (32): Asl Vc (32);
VCO (28): Asl Vco (28);
Asti ( 24): Asl Asti (24);
Biella (24): Asl Biella (24).

 

“Troppa folla nelle vie dello shopping” Il Codacons annuncia azioni legali

Riceviamo e pubblichiamo CODACONS SI RIVOLGE AL PREFETTO ED E’ PRONTO A DENUNCIARE IL COMUNE PER CONCORSO IN EPIDEMIA E REATI CONTRO LA SALUTE PUBBLICA

ISTITUIRE NUMERO CHIUSO NELLE VIE DELLO SHOPPING E INTENSIFICARE MULTE A TRASGRESSORI 

Istituire il numero chiuso nelle vie dello shopping di Torino, o il comune dovrà rispondere di concorso in epidemia colposa e reati contro la salute pubblica. A chiederlo il Codacons che, dopo le immagini di ieri che hanno mostrato resse di cittadini nelle strade della città, nessun distanziamento e violazioni sull’uso delle mascherine, si rivolge al Prefetto di Torino.

“Ieri migliaia di cittadini si sono riversati nelle strade dello shopping per le compere di Natale, dando vita a code davanti ai negozi e pericolosi assembramenti – spiega il presidente Carlo Rienzi – le immagini circolate in queste ore mostrano la generalizzata violazione degli obblighi sul distanziamento e la presenza di molte persone che circolavano senza mascherina o con le mascherine abbassate”.

“Una situazione di evidente pericolo sul fronte della salute pubblica che il Comune avrebbe dovuto prevenire ed evitare: per tale motivo chiediamo oggi al Prefetto di intervenire per istituire nei weekend il numero chiuso nelle principali strade dello shopping, limitando l’accesso al pubblico in base alla capienza e alle dimensioni delle vie, e intensificando controlli e multe nei confronti dei trasgressori – prosegue Rienzi – E se nei prossimi giorni si assisteranno ad altri assembramenti legati allo shopping di Natale, il comune sarà denunciato per concorso in epidemia colposa e reati contro la salute pubblica”.

 

Coronavirus: nuovi contagi di poco oltre i mille, calano i ricoveri ospedalieri

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.011 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari al 12,1% degli 8.330 tamponi eseguiti.

Dei 1.011 nuovi casi, gli asintomatici sono 398, pari al 39,4%.

I casi sono così ripartiti: 217 screening, 481 contatti di caso, 313 con indagine in corso; per ambito: 141 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 53 scolastico, 817 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 185.538, così suddivisi su base provinciale: 16.306 Alessandria, 8895 Asti, 6407 Biella, 25.600 Cuneo, 14.475 Novara, 98.039 Torino, 6998 Vercelli, 6202 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 988 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1628 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono291(13 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.835 (22 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 51.848

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.757.469 (+ 8.330 rispetto a ieri), di cui 851.002 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 7088

Sono 36i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 7088 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1075 Alessandria, 424 Asti, 306 Biella, 766 Cuneo, 600 Novara, 3283 Torino, 336 Vercelli, 228 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 70 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

122.476 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 122.476 (+ 2862 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 9834 Alessandria, 6492 Asti, 3865 Biella, 15.363 Cuneo, 9003 Novara, 68.098 Torino, 4638 Vercelli, 3964 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 598 extraregione e 621 in fase di definizione.