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Il bollettino Covid di lunedì 8 novembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 290 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 106dopo test antigenico), pari allo 0,7% di 43.260tamponi eseguiti, di cui40.876antigenici. Dei 290 nuovi casi gli asintomatici sono208 (71,7%).

I casi sono così ripartiti: 210 screening, 71 contatti di caso, 9 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 391.181,così suddivisi su base provinciale: 32.239 Alessandria, 18.768 Asti, 12.325 Biella, 56.316 Cuneo, 30.235 Novara, 208.386 Torino, 14.555 Vercelli, 13.868 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.616 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.873 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 25(+ 4 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 224 (+ 20rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 4.620

I tamponi diagnostici finora processati sono 8.714.321(+ 43.260rispetto a ieri), di cui 2.400.508risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.828

Due decessi di persone positive al test del Covid-19 (nessuno di oggi) sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi di 11.828deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.587 Alessandria, 725Asti, 436 Biella, 1.468 Cuneo, 950 Novara,5.648 Torino, 533 Vercelli, 377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 104 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

374.484GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 374.484(+241rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.279 Alessandria, 17.801 Asti, 11.772 Biella, 54.126 Cuneo, 29.107 Novara, 200.122 Torino, 13.834 Vercelli, 13.382 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.513 extraregione e 2.548 in fase di definizione.

Una giornata per ringraziare i volontari della protezione civile

La consegna di attestati di riconoscimento della Regione Piemonte al volontariato di Protezione civile coinvolto nell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha concluso nell’Auditorium Rai di Torino la Giornata in ricordo dell’alluvione del novembre 1994.

A premiare i volontari l’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi: “Quella che qui rappresento è la delega a cui sono più affezionato: l’ho chiesta esplicitamente, perché ho fatto il sindaco e conosco l’importanza del lavoro che viene fatto dalla Protezione civile. Dopo la tragica esperienza dell’alluvione del 1994 il Coordinamento piemontese si è strutturato ed è cresciuto fino a diventare la migliore Protezione civile del Paese. Questo ci ha permesso di affrontare le alluvioni del 2019 e del 2020 con una formidabile macchina di soccorso che ha consentito di mettere in sicurezza e salvare tante vite. Dal 2020 l’esperienza di tutta la struttura, unita all’incredibile impegno dei volontari, si è rivelata determinante anche nella lotta contro la pandemia”.

Portando il suo saluto in collegamento telefonico. Il presidente Alberto Cirio ha dichiarato che “oggi siamo una delle Regioni in cui la pandemia è sotto controllo più che altrove, sia in Italia che in Europa. Questo lo dobbiamo al buon andamento della campagna vaccinale: ora bisogna affrontare insieme l’ultimo sforzo, quello della terza dose. Se siamo in questa situazione che fa del Piemonte l’area più ‘green’ d’Europa sotto il profilo del Covid – ha aggiunto – è perché il Piemonte è riuscito a fare squadra, e in questa squadra ha fatto la sua parte la Protezione civile piemontese, che io ritengo la migliore in Italia, che tutti ci invidiano, verso la quale saremo sempre debitori e alla quale saremo sempre riconoscenti”.

Del sistema della Protezione civile piemontese fanno parte sette associazioni di volontariato convenzionate con la Regione: il Coordinamento regionale del Volontariato di Protezione civile, l’Associazione Nazionale Alpini Piemonte, la Croce Rossa Piemonte, il Soccorso Alpino Piemontese, l’Associazione Nazionale Carabinieri del Piemonte, l’Anpas Piemonte, il Corpo Antincendi Boschivi del Piemonte. Ognuna è stata premiata con un attestato di riconoscimento. Ad animare la serata il mago e presentatore televisivo Marco Berry, fra aneddoti e racconti, a partire da quello di un volontario che ha all’attivo quasi 50 anni di attività, nel 1976 con il terremoto del Friuli.

A precedere la premiazione è stata per tutta la giornata la presenza, nella piazza davanti l’Auditorium, dei mezzi e delle strutture da soccorso: spazio al coinvolgimento con semplici esercitazioni dei volontari presenti, all’informazione sull’organizzazione del sistema, alle domande e alle curiosità di chi vuole avvicinarsi al mondo del soccorso e conoscere meglio quale possa essere il proprio contributo nella prevenzione e nella gestione di rischi e pericoli naturali.

Sempre nell’ambito della Giornata regionale della Protezione civile venerdì 5 novembre è stato presentato il “Documento strategico di comunicazione dei rischi”, realizzato nell’ambito del progetto transfrontaliero RISK-COM, parte di PITEM RISK, di cui la Regione Piemonte è capofila e che coinvolge le Regioni transfrontaliere tra Francia e Italia nella gestione dei rischi naturali e delle emergenze. Il documento si propone come un vademecum per i soggetti preposti alla comunicazione in situazioni di emergenza, tra cui anche i sindaci, indicando tempi, modalità e strumenti da utilizzare per prevenire le potenziali criticità e i possibili danni causati dagli eventi naturali.

Incendio in Lungo Dora Firenze Quaranta persone evacuate da un condominio

Un incendio si è sviluppato al secondo piano di un condominio di otto  piani in Lungo Dora Firenze a Torino. Sono intervenuti Polizia e vigili del fuoco: quaranta le persone che sono state fatte evacuare. Ora, donate le fiamme, le famiglie sono rientrate nelle proprie case. Una persona è rimasta  intossicata in modo lieve, è in ospedale per controlli. Il rogo sembrerebbe di natura accidentale.

Il bollettino Covid di domenica 7 novembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 234 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 110 dopo test antigenico), pari allo 0,6% di 39.872 tamponi eseguiti, di cui 33.834 antigenici. Dei 234 nuovi casi gli asintomatici sono148 (63,2%).

I casi sono così ripartiti: 109 screening, 93 contatti di caso, 32 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 390.891,così suddivisi su base provinciale: 32.230 Alessandria, 18.742 Asti, 12.320 Biella, 56.300 Cuneo, 30.212 Novara, 208.202 Torino, 14.550 Vercelli, 13.865 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.616 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.854 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 21 (nessuna variazione rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono204(+6 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 4.597

I tamponi diagnostici finora processati sono 8.671061(+39.872 rispetto a ieri), di cui 2.397.702 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.826

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale rimane quindi di 11.826 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.587 Alessandria, 724 Asti, 436 Biella, 1.468 Cuneo, 950 Novara,5.647 Torino, 533 Vercelli, 377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 103 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte e 42 in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

374.243 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 374.243(+132 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.265 Alessandria, 17.791 Asti, 11.770 Biella, 54.105 Cuneo, 29.092 Novara, 199.954 Torino, 13.833 Vercelli, 13.380 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.513 extraregione e 2.540 in fase di definizione.

L’ultimo saluto a Massimo Melis, l’operatore della Croce Verde assassinato

LA FOTO / Nell’immagine postata sulla pagina Facebook della Croce Verde di Torino l’ultimo saluto dei volontari a Massimo Melis. L’uomo, 52 anni, ucciso con un colpo di pistola alla testa pochi giorni fa, era uno di loro. Il sospetto omicida è in stato di arresto. Il movente potrebbe essere stato la gelosia nei confronti di un’amica di Melis. 

Omicidio in Barriera: fermato il presunto assassino, avrebbe ucciso per gelosia

In relazione all’omicidio dell’operatore della Croce Verde Massimo Melis avvenuto in via Gottardo, nella tarda serata di ieri la Squadra Mobile ha eseguito il fermo di un uomo, 62 anni, gravemente indiziato, in base ad un decreto emesso dalla Procura di Torino. Il presunto omicida sarebbe stato tradito dall’immagine di una telecamera di sicurezza. All’origine del delitto forse la gelosia.

Notizia in aggiornamento 

Parte dal Piemonte la stretta sui “furbetti” del reddito di cittadinanza

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20.000 percettori del reddito di cittadinanza firmatari del patto per il lavoro, sugli 80.000 complessivamente assegnatari in Piemonte di questa misura, saranno chiamati dalla Regione a frequentare percorsi di formazione della durata massima di 200 ore basati su due elementi: competenze digitali e trasversali funzionali ad un’attivazione più incisiva nella ricerca di un’occupazione; sviluppo di competenze di base tarate sul fabbisogno effettivo della persona e renderla così più spendibile sul mercato del lavoro.

L’iniziativa è dell’Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, che la finanzia con 4 milioni di euro, e sarà attuata tramite i Centri per l’Impiego coordinati dall’Agenzia Piemonte Lavoro.

“Se il reddito di cittadinanza serve per sostenere e dare dignità a chi non può, ben venga. Se diventa uno strumento per abusare dei soldi pubblici, non va bene. Ma dire che il reddito di cittadinanza così com’è non ci piace, possiamo farlo in sede politica. In sede istituzionale abbiamo il dovere di renderlo utile – chiarisce il presidente della Regione Alberto Cirio – In Piemonte crediamo di avere trovato il modo per fare questo, garantendo al contempo formazione e giustizia. Apprezzo il fatto che il Governo nella nuova ridefinizione della misura abbia deciso di stringere le maglie. Noi, da buoni sabaudi, abbiamo preso una norma dello Stato ma l’abbiamo modulata per piegarla alle esigenze che riteniamo reali del mondo del lavoro, prima fra tutte quella di riqualificarsi. Ma questo risponde anche a un criterio di giustizia: stiamo parlando di soldi pubblici, pagati a fatica dai contribuenti”.

“Aiutare i cittadini a trovare lavoro grazie alla riqualificazione è un nostro dovere, ma lo è anche fare le cose giuste”, puntualizza Cirio, precisando che “ecco perché il percettore di reddito di cittadinanza che rifiuterà di partecipare alle attività formative, mirate a renderlo più forte e qualificato, verrà segnalato. Perché con il suo diniego, quello che dovrebbe essere un aiuto in attesa della ricollocazione diventerebbe una misura meramente assistenziale, il che è profondamente sbagliato e deve essere evitato a ogni costo”.

L’assessore al Lavoro e Formazione professionale Elena Chiorino rileva che “il reddito di cittadinanza è una misura che purtroppo non aiuta a trovare lavoro, era facilmente prevedibile già quando era stato ideato e i dati oggi lo confermano. La nostra è una misura indipendente da quelle del Governo, interamente regionale. La novità si traduce nell’obbligatorietà della formazione con un doppio obiettivo: a chi è seriamente in cerca di lavoro si forniscono degli strumenti “personalizzati” per facilitare la ricollocazione e l’incrocio fra domanda e offerta, ma nel contempo si traduce in una stretta nei confronti dei ‘furbetti’ che nel frattempo lavorano in nero. Chi non parteciperà, perderà il diritto al sussidio. Ci sembra un’azione rispettosa del denaro pubblico e di tutti i cittadini che non percepiscono il reddito di cittadinanza, ma pagano regolarmente le tasse”.

Il bollettino Covid di sabato 6 novembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 391 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 147dopo test antigenico), pari allo 0,6% di 60.642 tamponi eseguiti, di cui 51.725 antigenici. Dei 391 nuovi casi gli asintomatici sono 206 (52,7%).

I casi sono così ripartiti: 155 screening, 167 contatti di caso, 69 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 390.657,così suddivisi su base provinciale: 32.214 Alessandria, 18.717 Asti, 12.308 Biella, 56.278 Cuneo, 30.204 Novara, 208.082 Torino, 14.535 Vercelli, 13.857 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.615 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.847 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 21 (nessuna variazione rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono198 (-8 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 4.501

I tamponi diagnostici finora processati sono 8.631.189 (+60.642 rispetto a ieri), di cui 2.394.251 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.826

Due decessi di persone positive al test del Covid-19 (nessuno di oggi) sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi di 11.82deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.587 Alessandria, 724Asti, 436 Biella, 1.468 Cuneo, 950 Novara,5.647 Torino, 533 Vercelli, 377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 103 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte e 42 in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

374.111 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 374.111 (+225 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.241 Alessandria, 17.782 Asti, 11.760 Biella, 54.087 Cuneo, 29.089 Novara, 199.901 Torino, 13.830 Vercelli, 13.370 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.513 extraregione e 2.538 in fase di definizione.

Liste d’attesa, la Regione vuole recuperare gli arretrati delle prestazioni sanitarie

L’allungamento delle liste di attesa per le prestazioni sanitarie è un problema straordinario, che va affrontato con misure straordinarie e risorse straordinarie.

Così il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi hanno accolto  i direttori generali delle Aziende sanitarie regionali, prospettando l’ipotesi di una nuova norma regionale che faciliti loro il ricorso alle strutture sanitarie accreditate e l’eventuale messa a gara delle strutture sottoutilizzate degli ospedali per recuperare gli arretrati delle prestazioni.

La riunione è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione e analizzarne luci e ombre.

Da una parte, infatti, lo sforzo messo in campo ha già consentito di raggiungere buoni risultati sul fronte delle prestazioni d’urgenza su cui i tempi di attesa in Piemonte sono in linea con i parametri richiesti dal monitoraggio ministeriale. Per una Tac Addome s c mdc in Classe B, ad esempio, si può trovare disponibilità da 24 ore a una decina di giorni e per una Eco Addome entro 10/15 giorni in diverse Aziende sanitarie.

Inoltre, da quando (fine settembre) è stato attivato il prolungamento dell’orario di servizio delle strutture pubbliche, sono già state finanziate dal Progetto 22.254 ore totali aggiuntive extra orario di lavoro.

Dall’altra, resta alta la criticità sul fronte delle prestazioni ambulatoriali e per la diagnostica su cui lo stravolgimento dovuto al Covid ha impresso un forte rallentamento.

Durante l’incontro è stato fatto il punto sulle risorse straordinarie (35 milioni di euro) a disposizione delle Aziende sanitarie, oltre che sulle agende rese disponibili dalle stesse Aziende e sui contratti attivati con i privati.

Allo studio c’è anche l’accreditamento temporaneo delle strutture autorizzate, nel caso in cui l’offerta di quelle accreditate non risulti sufficiente a rispondere ai bisogni.

«Ringraziamo i direttori delle Aziende sanitarie – osservano il presidente Cirio e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi – per l’impegno che stanno proferendo sul fronte delle liste di attesa, diventate un’emergenza nell’emergenza della pandemia. Abbiamo visto un cambio di passo sostanziale, le Aziende stanno confrontandosi proficuamente tra loro e con la Commissione regionale per il recupero delle liste d’attesa, con cui è stato fatto un grande lavoro, soprattutto di metodo. I risultati sui tempi di attesa stanno cominciando a vedersi, ma vanno affinati i percorsi per arrivare al pieno raggiungimento dei risultati stabiliti».

«L’aggravamento delle liste di attesa è una diretta conseguenza della pandemia – continuano Cirio e Icardi -, non possiamo pensare di affrontare la situazione con gli strumenti, anche normativi, ordinari. Sulle visite e sulla diagnostica, c’è bisogno di poter accedere alla piena offerta sanitaria, anche privata, utilizzando immediatamente tutte le risorse disponibili. Le sale operatorie degli ospedali che non vengono utilizzate, devono poter essere messe a disposizione di equipé esterne. Le visite che non si possono fare nei tempi previsti, devono poter essere eseguibili all’esterno in modo agevole, se necessario anche tramite adeguamenti normativi straordinari».

Quanto al recupero delle prestazioni, nei primi nove mesi del 2021 le Aziende sanitarie regionali hanno effettuato circa il 71% delle visite dello stesso periodo del 2019, con un incremento di 130 mila visite nel 2021 rispetto al 2020.

Sempre nei primi nove mesi del 2021, gli interventi nelle Asl sono stati circa il 73% rispetto allo stesso periodo del 2019, con un incremento di 1.570 interventi nel 2021 rispetto al 2020.

Il ricorso ai privati, nei primi nove mesi del 2021 ha raggiunto l’85% delle visite e prestazioni dello stesso periodo del 2019, con un incremento di 85.000 visite nel 2021 rispetto al 2020, mentre gli interventi, sempre nel privato, sono stati il 102% di quelli effettuati nel 2019, con un incremento di 2.270 interventi nel 2021 rispetto al 2020.