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Le Ex Officine Grandi Motori ripartono

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Ieri su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, è stata approvata la delibera relativa al Programma Integrato (PR.IN) in variante al PRG, sulla  Zona Urbana di Trasformazione denominata ambito ”9.33 DAMIANO”, meglio conosciuta come area “Ex Officine Grandi Motori”.

 

Il PR.IN è uno strumento urbanistico in variante al PRG attuale, e definisce le destinazioni d’uso che si potranno insediare, ridisegnando l’intera area, estesa per circa 70.000 mq e dismessa da molto tempo, che verrà trasformata con nuovi servizi e funzioni per la città.

 “L’area Ex OGM – sottolinea l’Assessore Mazzoleni – è uno dei  grandi tasselli della dismissione industriale, particolarmente importante data la sua vicinanza con il centro e il suo rapporto col tessuto urbano circostante. Questa riqualificazione segna una svolta nella trasformazione della zona nord di Torino: un’area complessa che da tempo aveva perso la sua originaria funzione produttiva, trova nuove vocazioni con spazi e servizi a disposizione dei cittadini”.

L’area verrà suddivisa in quattro quadranti, così delineati: il primo è a nord, lungo via Damiano e corso Vigevano, e comprende l’edificio noto come “la Basilica”, che verrà recuperata con l’insediamento di attività commerciali non alimentari, dotata di uno spazio adibito a parcheggio pubblico. Il secondo quadrante, che affaccia sui corsi Vigevano e Vercelli, sarà dedicato in gran parte alla residenzialità universitaria e temporanea con la ristrutturazione dell’edificio noto come “Lingottino”, e la realizzazione di una nuova manica lungo corso Vigevano. Sempre in quest’area, verrà realizzata una piattaforma per la logistica e l’e-commerce. Il terzo quadrante, compreso tra le via Damiano e Carmagnola, prevede la possibilità di insediamento di strutture dedicate a servizi e spazi per la residenzialità.

Nel quarto quadrante, a sud e in corrispondenza di via Cuneo e Corso Vercelli, si estende l’area di proprietà della Città di Torino, che si riserva la possibilità di realizzare un mix funzionale di servizi e residenza.

Questa trasformazione doterà, inoltre, la Città di una grande area, di oltre 15 mila metri quadrati , dedicata a giardino pubblico con spazi attrezzati, ridisegnando una porzione importante del territorio cittadino.

La delibera verrà presa in esame dal Consiglio Comunale nelle prossime sedute.

Pronto soccorso: ecco tutte le novità del Piano regionale

LE AZIONI DELLA REGIONE: NELL’IMMEDIATO, POTENZIAMENTO DEL PERSONALE, INCREMENTO DEI POSTI LETTO, TRASFERIMENTO DEI PAZIENTI VERSO CAVS, RSA E STRUTTURE PRIVATE ACCREDITATE


CABINA DI REGIA E MONITORAGGIO COSTANTE. A LUNGO TERMINE, POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE SANITARIE E DELLA MEDICINA DI TERRITORIO

Il sovraffollamento dei pronto soccorso è un fenomeno che riguarda tutte le Regioni e che puntualmente si ripresenta, soprattutto nella stagione invernale.
In Piemonte, dove i posti letto sono stati portati nel 2014 a 3,5 ogni mille abitanti (contro un parametro nazionale di 3,7,) mancano 284 urgentisti su 663 previsti e i pazienti che accedono al pronto soccorso sono per il 61% codici di bassa gravità, 23,5% media e 16% in acuzie.

A fronte di dati che descrivono una situazione complicata, la Regione, che intende aumentare il compenso orario delle prestazioni aggiuntive degli urgentisti da 60 a 100 euro e incentivare anche il personale del comparto, ha elaborato un Piano per i pronto soccorso che ha come punto di coordinamento e monitoraggio l’Azienda Zero, e che prevede tre livelli di intervento: immediato, medio e a lungo termine.
I contenuti del Piano sono stati illustrati dal presidente Alberto Cirio, dagli assessori a Sanità e Politiche Sociali, Luigi Icardi e Maurizio Marrone, dal commissario di Azienda Zero, Carlo Picco, con il direttore sanitario, Gianluca Ghiselli.
Presente il dottor Fabio De Iaco, nel duplice ruolo di medico dell’Asl Città di Torino e di presidente nazionale del Simeu che collabora al Piano straordinario di intervento insieme alle presidente del Simeu Piemonte Marina Civita.

“Il problema del sovraffollamento dei pronto soccorso si trascina da più di 10 anni, non solo in Piemonte ma in tutta Italia – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Questo non deve essere un alibi, ma solo la consapevolezza delle conseguenze di un progressivo impoverimento della sanità pubblica, che ha portato a questa situazione. Perché se riduci costantemente i posti letto dentro gli ospedali è evidente che non potrai occuparli con chi va al pronto soccorso, che di conseguenza dovrà attendere di più dentro le strutture d’emergenza. Questo è un calcolo matematico semplice che il Covid ha ulteriormente evidenziato e per la prima volta negli ultimi 15 anni si presenta un piano straordinario per intervenire su questa criticità”.

“Il Piano straordinario è configurato sulla base del modello che abbiamo sperimentato prima nell’emergenza Covid, poi con le vaccinazioni e la riduzione dei tempi delle liste d’attesa.- ha sottolineato l’assessore alal Sanità, Luigi Icardi. Ma siamo consapevoli che molti dei problemi che riguardano i pronto soccorso hanno una soluzione nazionale, a partire dalla carenza di personale, dalla mancata programmazione delle borse di studio a livello nazionale e dalla permanenza del numero chiuso per l’accesso a medicina e alle professioni sanitarie.
Siamo impegnati soprattutto sul fronte dell’edilizia sanitaria, con la costruzione di 8 nuovi ospedali, la riqualificazione strutturale, assolutamente indispensabile, di numerosi presidi, oltre che con il potenziamento della medicina di territorio, tassello fondamentale per decongestionare i pronto soccorso, attraverso la realizzazione di 29 ospedali di comunità e 91 case di comunità, con investimenti rilevanti, attesi da anni”.

“Non si può pensare di intervenire sul carico che devono sostenere gli ospedali senza realizzare una vera integrazione sociosantiaria, che metta al centro la persona, accompagnandola con un progetto di salute individualizzato e non rimbalzandola come una pallina da flipper” – dichiara l’assessore alle Politiche sociali e all’integrazione socio-sanitaria Maurizio Marrone – Serve risolvere il problema dei cronici che si rivolgono al Pronto soccorso, quando potrebbero invece essere assistiti in ambito ambulatoriale o sociale. In questo campo la Regione Piemonte realizzerà un sistema virtuoso che metta in rete Politiche Sociali, Sanità, Enti gestori dei servizi socio assistenziali e realtà del Terzo Settore con un modello tipo di accordo da sottoscrivere nei distretti sanitari, che garantirà uniformità organizzativa e procedurale a tutto il territorio regionale, fissando le stesse asticelle qualitative di servizio”.

“La pandemia ci ha insegnato qualche cosa: il modello Dirmei, che ci ha fatto transitare da una situazione piuttosto critica, in cui ci trovavamo nei primi giorni della pandemia, ad una situazione molto più organizzata, di approvvigionamenti, di gestione RSA, di gestione posti letto di terapia intensiva e di campagna vaccinale, fino ad arrivare ad essere la Regione migliore italiana nella gestione dell’emergenza Covid- ha detto Carlo Picco, commissario Azienda zero.La Regione ha voluto concretizzare questo modello, come il modello dell’Azienda Zero, cioè di una Azienda di coordinamento e monitoraggio. Al Dirmei abbiamo una Centrale Operativa che si occupa di Covid; vorremmo dedicarla anche alla gestione delle sindromi influenzali; questo significa che potremmo prendere in carico il monitoraggio dei pazienti con diagnosi di influenza, stabilendo un contatto continuativo con loro o direttamente o tramite una app che, in caso di necessità, generi un allert in modo da consentire alla Centrale di mettere in campo tutte le risorse possibili, dialogando con i MMG, con i Pronto Soccorso o con i Distretti. Questo è il progetto che andremo a sperimentare su un quartiere dell’area nord di Torino; in questo modo gli accessi in Pronto Soccorso potrebbero diminuire.”

Le azioni previste

Fra le azioni immediate, è previsto potenziamento del personale, incremento straordinario di posti letto, anche nei reparti (massimo del 10% in area medica e del 5% in area chirurgica), e aumentando la possibilità di trasferimento verso Cavs e Rsa e strutture private accreditate. Ma anche incremento di dimissioni e inserimenti, con la creazione di una task force medica dedicata sul fine settimana, aumento della fascia oraria dei ricoveri dal pronto e monitoraggi per ottimizzare la gestione, con la creazione di cruscotti, ad esempio su posti disponibili e attività del 118.
Sul medio periodo il piano prevede la creazione di una cabina di regia per il monitoraggio in tempo reale di tutti gli aspetti collegati alla gestione e ottimizzazione del flusso nei pronto soccorso, la visualizzazione online delle liste d’attesa nei Dea e l’aumento dei posti letto per gli acuti. Infine, le azioni a lungo termine, come il potenziamento delle strutture di edilizia sanitaria, della medicina di territorio e del personale, con la “necessità a livello nazionale di potenziare le borse di specializzazione, il superamento del numero chiuso di medicina e l’incremento dei tetti di spesa per il personale sanitario.

Gestione influenza a domicilio

Gestione dei casi di influenza a domicilio sul modello di quella utilizzata per il Covid. È la sperimentazione che la Regione intende attuare, a partire da un quartiere della zona nord di Torino, per il monitoraggio a casa dei pazienti con sindrome influenzale. Obiettivo, incrementare la collaborazione tra Asl Città di Torino e medici di famiglia nella gestione dei loro assistiti, diminuire l’accesso improprio ai pronto soccorso e garantire una continuità di cura ai soggetti più deboli e fragili favorendo la presa in carico. La sperimentazione ha come centro di riferimento il Dirmei e prevede automonitoraggio con griglia dei sintomi, presa incarico dei pazienti fragili, valutazione dell’aderenza terapeutica e possibilità di consulto medico. Il contatto sarà con i medici di base per la presa in carico o con pazienti o caregiver per consulto in assenza del medico di medicina generale.

Piero Mora

Automotoretrò lascia Torino e si trasferisce alle Fiere di Parma

Dal 3 al 5 marzo 2023

Torino, 20 dicembre 2022

 

La 40esima edizione di Automotoretrò sancisce un nuovo inizio: la storica fiera che riunisce ogni anno collezionisti, professionisti, espositori e appassionati di vetture d’epoca si trasferisce alle Fiere di Parma dal 3 al 5 marzo 2023, in concomitanza con Mercanteinfiera.

 

“Abbiamo provato in tutti i modi a far rimanere la manifestazione a Torino, dove è nata nel 1983, ma non ci sono più le condizioni – spiega l’organizzatore Beppe Gianoglio -. Siamo quindi lieti di annunciare il trasferimento nell’innovativo polo fieristico parmense che, insieme alle istituzioni del territorio ci aiuterà a far crescere ancora di più Automotoretrò. La scelta è ricaduta su Parma anche per il suo valore strategico come snodo tra Centro Italia e Nord-Est: l’obiettivo è di entrare nei cuori di tutti gli appassionati che ancora non ci conoscono”.

La fiera costituisce per migliaia di persone un appuntamento fisso dedicato ai gioielli del passato di ogni tipologia, ai grandi nomi dell’automobilismo e del motociclismo, offrendo uno spazio comune per vendere e acquistare modelli inediti, ammirare le vetture che hanno fatto la storia e trovare ricambi rari.

Smog, scatta il livello arancio

Da martedì 20 dicembre, e fino a mercoledì 21 dicembre 2022 compreso (prossimo giorno di controllo), le misure di limitazione del traffico passeranno al livello 1 (arancio).
I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Si ricorda che con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”. Si ricorda inoltre che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Riapre lo storico Caffè San Carlo

MARTEDÌ 20 Dicembre

Torna alla città il locale storico in piazza San Carlo a completamento dell’offerta delle Gallerie d’Italia della Banca

Si parte con bistrot e caffetteria, a fine gennaio apre il ristorante.

 

Torino, 19 dicembre 2022 – Dal 20 dicembre apre la caffetteria e bistrot ‘Caffè San Carlo’, il nuovo spazio ristorativo delle Gallerie d’Italia – Torino guidato dall’estro creativo degli chef Costardi Bros, fratelli piemontesi che daranno alla tradizione torinese un twist contemporaneo.

A duecento anni dalla sua prima apertura, il Caffè San Carlo, punto di riferimento cittadino, si svilupperà negli storici spazi tra dehors interni ed esterni, con affaccio diretto in Piazza San Carlo e nel cortile interno del museo. Il nuovo ristorante fine dining, il cui nome sarà “SCATTO”, che riconduce al tema della fotografia che caratterizza il museo di Intesa Sanpaolo, aprirà a fine gennaio.

In linea con lo spirito del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo e con l’identità del nuovo museo di Piazza San Carlo, il locale, aperto sette giorni su sette dalle 8.00 alle 22.00, 120 coperti grazie all’apertura del dehor nella stagione primaverile, richiamerà le forti radici territoriali con una costante ricerca di originalità, sperimentazione ed esplorazione di nuovi linguaggi ispirandosi ai contenuti del museo reinterpretati dai due chef.

Il restyling dello storico Caffè San Carlo e il progetto del ristorante SCATTO sono stati curati dallo studio Lamatilde, che per la caffetteria / bistrot ha preservato l’identità di uno dei luoghi più ferventi della Torino del 1800, mentre per il ristorante ha elaborato un progetto in linea con la modernità del nuovo spazio espositivo delle Gallerie d’Italia.

La città ritrova così un elegante spazio di incontro e condivisione.

Nonno Gelo a Torino

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

L’influenza sta galoppando oltre il Covid, molta gente ne è stata colpita. È nevicato e la temperatura è molto rigida. Il sindaco di Torino Lo Russo si ostina a limitare a 13 ore il riscaldamento, ignorando anche anziani, bambini e malati. In urss invece del Natale si festeggiava Nonno Gelo. Temo voglia farci passare il Natale in casa al freddo o a spendere cifre astronomiche in stufe elettriche, con un dispendio energetico notevole. Strano che un bravo perito industriale come Lo Russo non capisca queste cose. Sarebbe meglio che si occupasse di meno del Pd e del suo nuovo leader e di più dei cittadini al freddo. Tredici ore sono poche e che comportano interruzioni del Servizio che penalizzano fasce di inquilini. Intanto c’è chi usa il riscaldamento autonomo, ignorando i divieti del sindaco Lo Russo che forse rimpiange il gelo sovietico o ritiene che Torino abbia lo
stesso clima di Palermo.  Vorrei poter controllare se le tredici ore vengono rispettate anche nel suo studio di sindaco. Ci sta facendo tornare ai tempi del sindaco comunista Coggiola all’indomani della seconda guerra mondiale.

Ricerca, innovazione e tecnologia: alleanza tra Piemonte e Valle d’Aosta

È stato rinnovato l’accordo di collaborazione con la Regione Valle d’Aosta per favorire le imprese del territorio

L’assessore Marnati: «L’unione fa la forza. Stiamo lavorando per rafforzare un’area omogenea come quella del Nord ovest dell’Italia»

Piemonte e Valle d’Aosta insieme per favorire la crescita e la competitività delle rispettive imprese attraverso la ricerca, l’innovazione e la tecnologia.

Sulla scorta dei risultati ottenuti dal precedente e alla luce delle nuove strategie approvate da Regione Piemonte – dalla Strategia di specializzazione intelligente 21-27 a quella regionale per l’idrogeno approvata nel luglio scorso al nuovo programma operativo regionale dei fondi europei per lo sviluppo regionale 21-27 – l’accordo di collaborazione tra le due Regioni è stato rinnovato con durata quinquennale. La finalità è quella di accrescere la conoscenza dei rispettivi tessuti produttivi, non solo alla luce della possibilità di mettere in campo azioni congiunte che possano essere più efficaci ma anche favorire la partecipazione delle rispettive imprese a progetti di ricerca, sviluppo e di trasferimento tecnologico in ambito nazionale, europeo ed internazionale e la possibilità di partecipare a progetti di finanziamento su fondi nazionali e comunitari. Un altro aspetto dell’accordo è quello di favorire la competitività delle imprese facilitando lo scambio di conoscenze e innovazioni tecnologiche con altre imprese e organismi di ricerca che fanno parte dei poli di innovazione. Nei termini dell’accordo anche la possibilità di fornire alle imprese di entrambi i territori, servizi di tutoraggio e assistenza scientifico-tecnologica e personale qualificato.

«Abbiamo una realtà industriale importante – commenta l’assessore regionale all’Innovazione e Ricerca, Matteo Marnati – Dobbiamo fare squadra, lavorare in sinergia, puntare sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico, sull’innovazione e sulla sostenibilità delle imprese che sono il motore della ripresa economica legata in modo imprescindibile alla sostenibilità ambientale e sociale». «Dal confronto e dalla collaborazione possono nascere nuove ed importanti idee».

«L’unione – conclude Marnati – fa la forza. Stiamo lavorando per rafforzare un’area omogenea come quella del nord ovest dell’Italia».

È morto il cardinale Poletto Fu arcivescovo di Torino

E’ deceduto a Testona di Moncalieri nel Torinese, dove risiedeva da tempo il cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino. Era originario di Salgareda (Treviso), e aveva 89 anni. Fu parroco a Casale Monferrato e vescovo a Fossano. Per dieci anni Mons. Poletto è stato segretario della Conferenza episcopale piemontese.
Resse l’Arcidiocesi di Torino dal 1999 al 2010, quando lo sostituì Mons. Cesare Nosiglia.

Spacciatore arrestato Nascondeva 24mila euro in casa

La Polizia di Stato ha tratto in arresto un cittadino senegalese di 48 anni gravemente indiziato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il personale del Commissariato di P.S. Barriera Milano, impegnato in un servizio per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti ha sottoposto a controllo, in via Cimarosa, un uomo che si rifiutava fornire informazioni dettagliate sulla propria posizione sul territorio nazionale simulando di essere un turista di passaggio a Torino.

A seguito di più approfonditi accertamenti emergeva che l’uomo, un cittadino senegalese di 48 anni, era con ogni probabilità domiciliato in questa via Cherubini. Gli agenti, insospettiti dal comportamento tenuto dal senegalese nel corso del controllo, decidevano di recarsi presso lo stabile individuato e, tramite le chiavi di cui l’uomo era in possesso, riuscivano a fare accesso in un appartamento.

All’interno dell’abitazione, gli operatori rinvenivano un sacchetto di nylon termosaldato con una decina di grammi di cocaina all’interno, un bilancino di precisione e sostanze da taglio. Nascosta nel ripostiglio, la somma di 8000 euro e in una valigia nella camera da letto 15600 euro, verosimilmente provento dell’illecita attività di spaccio.

Alla luce dei fatti, l’uomo veniva tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il Piemonte raggiunge con 9 anni di ritardo il 65% di raccolta differenziata Ma crescono i Comuni “rifiuti free”

Ecoforum 2022

“Preoccupati dal nuovo Piano Regionale”

Il Piemonte raggiunge con 9 anni di ritardo l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata.
A fondo classifica le Province di Alessandria e Torino, che si confermano nel ruolo di zavorre restando lontane dagli obiettivi di legge, rispettivamente al 62% e al 61%, con i rispettivi capoluoghi al 46% e al 53%Scarti tessili e scarti alimentari, settori particolarmente significativi per novità l’uno e dimensione l’altro, al centro di due focus tematici.Aumentano i Comuni Rifiuti Free che raggiungono quota 125.
Premiati per due Consorzi Rifiuti Free.

Legambiente esprime preoccupazione per il nuovo PRUBAI:
“Cancella 
de facto la riduzione dei rifiuti dalle attività previste, fissando un obiettivo di produzione al 2035 significativamente peggiorativo rispetto quello oggi in vigore. Il fabbisogno residuo di smaltimento previsto non giustifica la costruzione di un nuovo impianto di termovalorizzazione e l’ipotesi di ‘condividerlo’ con la Regione Liguria, in assenza di una pianificazione su area vasta congiunta, non ci pare ad oggi percorribile. Si seguano le indicazioni che vengono dall’Europa: riduzione, riuso e riciclo”. 

Il Piemonte raggiunge nel 2021, con 9 anni di ritardo, l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata a livello regionale, zavorrato dalle Province di Alessandria e Torino, rispettivamente al 62% e al 61%, con i rispettivi capoluoghi al 46% e al 53%.
Tuttavia continua la crescita dei Comuni Rifiuti Free (ovvero con una raccolta differenziata superiore al 65% ed una produzione di rifiuto secco indifferenziato inferiore ai 75 kg/abitante anno), che raggiungono quota 125 (erano meno di cinquanta solo tre anni fa). Si confermano due i Consorzi rifiuti free, ovvero i consorzi con una raccolta differenziata superiore al 70% ed una produzione di secco residuo inferiore ai 100 kg/ab. anno.Sono i dati che emergono dal Dossier Comuni Ricicloni 2022 presentato  a Torino da Legambiente nel corso della giornata conclusiva della sesta edizione dell’EcoForum per l’Economia Circolare del Piemonte, appuntamento dedicato all’approfondimento e al confronto sui temi della corretta gestione dei rifiuti e delle buone pratiche di economia circolare a cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, università, mondo imprenditoriale e singoli cittadini.“Sono due i binari paralleli che vanno percorsi per puntare ad un’economia realmente circolare – dichiara Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Il primo è quello della riduzione del rifiuto prodotto e dell’intercettazione il più efficiente possibile delle frazioni valorizzabili del rifiuto. Proprio per tale ragione a partire dall’edizione 2016 la nostra Associazione ha voluto alzare l’asticella per andare oltre quello che è un obbligo di legge (RD al 65%) e premiare non più solo in base alla percentuale di raccolta differenziata, ma chi produce meno rifiuto indifferenziato, passando dal concetto di “Riciclone” a quello di “Rifiuti Free”. Il secondo binario è quello del riciclo e della valorizzazione del materiale raccolto differenziatamente”.

Molti i temi affrontati durante i tre giorni (dal 14 al 16 dicembre) di Forum.

Nella giornata del 14 dicembre, nella prima parte della mattinata si sono alternate, a raccontare se stesse ed i propri progetti, eccellenze regionali e nazionali dell’economia circolare, a cominciare da Barricalla – il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, un impianto-modello preso a esempio dagli addetti ai lavori del settore – per arrivare a Coripet – consorzio volontario senza fini di lucro, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente tra produttori, converter e riciclatori di bottiglie in PET; raccoglie con eco-compattatori solo bottiglie di pet attivando un close loop che porta al bottle to bottle – a Saint Gobain– azienda leader nella vetreria e nei materiali da costruzione che utilizza materie prime seconde nelle proprie applicazioni.
Nella seconda parte della mattinata si è affrontato un focus sul tema del cibo, delle eccedenze e degli scarti alimentari. Biorepack – il primo sistema europeo di responsabilità estesa del produttore (EPR) dedicato agli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile – ha sottolineato il ruolo delle bioplastiche nella gestione degli scarti organici; Politecnico di Torino e Università del Gusto di Pollenzo hanno presentato studi sull’impronta carbonica della catena del food e sull’integrazione fra agroecologia e economia circolare; Slowfood e TooGoodToGo hanno presentato le loro attività nel campo di una gestione sostenibile degli scarti.

La seconda giornata, svoltasi per la prima volta a Novara con la collaborazione di ASSA S.p.A., la società pubblica che gestisce la raccolta sulla città, ha visto la partecipazione dell’assessora all’Ambiente Teresa Armienti , che ha portato i saluti della Città, del presidente di ASSA Yari Negri e del direttore generale del Consorzio di Bacino Basso Novarese – CBBN Francesco Ardizio. Si sono susseguite le narrazioni di buone pratiche locali, da AD Compound, che dà nuova vita alle plastiche dure, al circolo Legambiente il Pioppo con un eccellente progetto sul coinvolgimento dei Comuni locali nell’utilizzo dei Criteri Minimi Ambientali.
A seguire, un focus sul tema dei rifiuti tessili, che per obbligo di legge devono essere raccolti separatamente dall’inizio del 2022. A dibatterne Humana (recupero abiti dismessi), Unirau (Unione imprese raccolta riuso e riciclo abbigliamento usato), Università di Torino, Associazione Tessile e Salute, Rifò srl (Riciclo tessuti di lana) e Orange Fiber (produzione di filo tessile dal recupero delle bucce di arancia).
Al termine della giornata sono stati premiati i Comuni rifiuti Free delle province di Biella, Vercelli, Verbania, Novara ed il Consorzio Medio Novarese, unico consorzio Rifiuti Free del quadrante.

La terza ed ultima giornata, nuovamente a Torino, ha visto i saluti istituzionali dell’assessora torinese all’ambiente Chiara Foglietta, del consigliere con delega all’ambiente della Città Metropolitana di Torino Gianfranco Guerrini.
L’intervento di Alessia Bertolotto, General Manager di MarcoPolo Environmental Group ha puntato l’attenzione sulle difficoltà burocratiche per gli impianti di recupero materia.
A seguire una tavola rotonda sul Prubai 2022, attualmente in fase di approvazione in Regione. Il Piano Rifiuti Urbani e Bonifica Aree Inquinate ha il compito di fissare gli obiettivi e governare la gestione dei rifiuti solidi urbani regionali.

È un piano che non ci piace – dichiara alla fine della giornata Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – si pone obiettivi timidi, assumendo per quanto riguarda il riciclo, le indicazioni minime che giungono dalla normativa europea come target assoluti; cancella de facto la riduzione dei rifiuti modificando in peggio gli obiettivi attualmente in vigore; sottovaluta l’apporto del riuso; si pone obiettivi alti di Raccolta differenziata senza individuare azioni specifiche per raggiungerli. Però arriva alla conclusione di dover costruire un nuovo impianto di smaltimento, con probabile localizzazione nell’alessandrino. Scelta che assolutamente non condividiamo e che ci prepariamo a contrastare”.

La giornata si è conclusa con la premiazione dei Comuni Rifiuti Free delle province di Torino, Asti, Cuneo ed Alessandria e dell’unico Consorzio rifiuti Free del quadrante, il Consorzio Chierese per i Servizi.

La continua crescita del numero dei Comuni Rifiuti Free è una nota positiva – dichiara Alice De Marco, Direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – in un quadro che completamente positivo non è e che ancora deve fare un lungo percorso lungo la strada che porta verso l’economia Circolare. C’è da considerare che sono molti i Comuni che superano il 65% di raccolta differenziata. Il vero scoglio è quello della riduzione del secco residuo. La produzione pro-capite diventa un problema ancora maggiore per i Comuni che hanno grossi flussi turistici (pensiamo ai comuni montani e a quelli lacustri che in certe stagioni dell’anno vedono triplicare il numero di presenze) o grossi centri di aggregazione. Sarebbe opportuno fare valutazioni più approfondite su queste realtà”.

L’EcoForum per l’Economia Circolare in Piemonte si è svolto in collaborazione con Conai, Progetto LIFE Derris e Progetto LIFE Climaction. L’iniziativa è patrocinata da UnionCamere Piemonte, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Provincia di Novara, Città di Novara e Città di Torino.

Il nome di tutti 125 i Comuni premiati sono consultabili nel Dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2022, scaricabile liberamente all’indirizzo https://bit.ly/3BGdJER