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Confindustria e Unioncamere Piemonte: ritardi nelle infrastrutture per i rincari delle materie prime

PROSEGUE LA TRANSIZIONE PER LE INFRASTRUTTURE PIEMONTESI

ENTRO IL 2032 SARANNO ULTIMATE 33 GRANDI OPERE

GAY: “ACCELERARE SU REPERIMENTO FONDI ANCORA MANCANTI”

Il Rapporto 2022 dell’Osservatorio Oti sottolinea come rincari e approvvigionamenti difficoltosi hanno rallentato i cantieri. La progressiva stabilizzazione dei progetti di opere pubbliche rappresenta un’opportunità concreta di crescita per l’economia regionale e di riequilibrio per il settore edile

 

Il 2022 è stato un anno di transizione per le infrastrutture piemontesi. Hanno pesato i rincari delle materie prime e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento. È quanto emerge dal Rapporto 2022 dell’Osservatorio Oti di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, realizzato in collaborazione con la Regione Piemonte, che è stato presentato presso la sede di Confindustria Novara Vercelli Valsesia.

“Le opere più importanti sono ripartite. Parliamo della Pedemontana Biellese, dell’avanzamento della Tav e della Asti-Cuneo, ma anche di opere di rango inferiore. Dal Governo stiamo avendo un ottimo supporto e il dialogo è continuo e costante.  Da un punto di vista delle infrastrutture siamo in momento favorevole per la nostra regione, con una ricaduta positiva soprattutto per il lavoro e la viabilità” spiega Marco Gabusi, assessore ai Traporti e Infrastrutture della Regione Piemonte.

Il rapporto 2022 è stato esteso da 50 a 72 infrastrutture monitorate, aggiungendo 22 opere ritenute fondamentali dalle imprese piemontesi. Tra queste 6 sono finanziate dal Pnrr per 321,84 milioni, che si aggiungono alle altre 15 opere finanziate dal Pnrr già oggetto dei rapporti Oti degli anni passati. Tra le opere aggiunte, anche il Traforo del Monte Bianco perché da settembre sarà oggetto di piano di riqualificazione che determinerà la chiusura per quattro mesi l’anno fino al 2040. Pur riguardando in senso stretto la Valle d’Aosta, questo intervento viene monitorato poiché avrà inevitabilmente un impatto anche sulle infrastrutture piemontesi di collegamento tra Italia e Francia.

Il valore complessivo delle opere che dovrebbero essere concluse entro il 2032 ammonta a oltre 23 miliardi, pari a quasi due punti di Pil regionale per i prossimi dieci anni. Insieme alle proposte contenute nel piano industriale che abbiamo condiviso con la Regione nel 2021. Competenze e innovazione, accompagnate da infrastrutture materiali e immateriali finalmente al passo con i tempi, sono le condizioni indispensabili per rafforzare il percorso di crescita che questo territorio ha avviato subito dopo il lockdown. Diventa quindi necessario accelerare le procedure per reperire i 10 miliardi che al momento non sono ancora stati erogati su queste opere essenziali per il Piemonte” commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte.

“Dobbiamo ripartire da una nuova idea di territorio: un luogo di flussi e connessioni fatto di turisti, studenti, investitori, imprese e famiglie. In quest’ottica, puntando su digitalizzazione, nascita e rigenerazione d’impresa, sostenibilità ecologica, logistica e infrastrutture si potrà davvero contribuire allo sviluppo del territorio piemontese. Oti, in quest’ottica, ci permette di rafforzare il coordinamento degli interventi, aumentando l’efficienza del sistema. Dobbiamo realizzare ancora molte opere per dare impulso alle economie delle singole province: rilanciare gli investimenti vuol dire dare nuove chance di benessere alle nostre imprese e alle nostre famiglie” commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

Complessivamente delle 72 opere monitorate nel 2022: 23 risultano in linea con il programma, 20 hanno subito un ritardo nell’ultimo anno, 9 sono in grave ritardo, 17 sono ancora allo stadio di proposta e 3 sono infine concluse. Entro quest’anno l’Osservatorio Oti stima che saranno ultimati quattro cantieri: il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus; la seconda canna del tunnel del colle di Tenda; il potenziamento dell’interporto Domo 2 di Beura-Cardezza nel Verbano-Cusio-Ossola; la riapertura del collegamento tra il passante ferroviario del capoluogo e la linea Torino-Ceres. Sempre relativamente al 2023 a queste si aggiunge l’avvio dei lavori di adeguamento della linea ferroviaria tra Bussoleno ed Avigliana, che fanno parte dei lavori della parte italiana della Torino-Lione, per cui sarà lanciato un bando di avvio lavori sempre quest’anno. Entro il 2026, quando dovranno essere spesi tutti i 4,05 miliardi di euro destinati alle 16 infrastrutture piemontesi dal Pnrr. Nel 2030 se ne aggiungeranno altre otto, mentre nel 2032 verrà tagliato il nastro per quattro opere, portando il totale in dieci anni a 33 infrastrutture ultimate.

Quasi un terzo degli interventi che saranno ultimati entro dieci anni, riguardano il corridoio Mediterraneo che comprende: completamento della Torino-Lione ferroviaria; ripavimentazione della A4 Torino-Milano; il potenziamento del nodo ferroviario di Novara e della linea Acqui Terme-Ovada-Genova; il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus. Tre interventi ricadono sul corridoio Reno-Alpi con la conclusione nel 2025 del Terzo Valico, le bretelle ferroviarie merci sul nodo di Novara e il quadruplicamento della Tortona-Voghera. Ben sei opere insisteranno sui valichi alpini, due riguarderanno il sistema aeroportuale, dieci insisteranno sui nodi urbani, e infine nel 2026 si stima il completamento del piano per la Banda Ultralarga, che riguarda il sistema delle connessioni immateriali.

“Dopo i divieti introdotti dal dl 11/2023 sugli interventi legati ai bonus edilizi che potrebbero trasformarsi in un notevole rischio economico per migliaia di imprese, lo sblocco di opere infrastrutturali strategiche per il territorio, che nei prossimi dieci anni saranno numerose, rappresenta una boccata di ossigeno per il comparto edile e non solo. Le infrastrutture, oltre all’importante ruolo anticiclico per il settore delle costruzioni, rivestono un ruolo sociale con ricadute significative sull’economia regionale in termini occupazionali. Proprio in questa fase, è determinante dare attuazione agli investimenti del PNRR, senza che quest’ultimo venga rimesso in discussione, mettendo i Comuni – soprattutto quelli piccoli – e gli Enti appaltanti in condizione di acquisire liquidità per attuarne gli interventi che prevedono anticipazioni di cassa. Occorre inoltre intervenire sul caro materiali e sul caro energia con l’anticipazione alle stazioni appaltanti di una parte dei fondi richiesti nel 2022 e non ancora erogati” commenta la presidente di Ance Piemonte, Paola Malabaila.

Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, che ha voluto ospitare la presentazione del Rapporto di Oti Piemonte per dibattere e portare all’attenzione dell’opinione pubblica che il Piemonte, è al centro dei traffici europei, e in particolare i territori nel novarese vercellese e biellese che in pochi anni grazie alla realizzazione di alcune nuove infrastrutture vedranno un’accelerazione della loro competitività anche internazionale.

Oltre 40 mila poveri a Torino secondo i dati della Caritas

I poveri serviti dalla Caritas in un anno in totale tra quelli censiti  e quelli non registrati  sono oltre 40.000 nella sola città di Torino e 70.000 nell’intera diocesi. Questa la fotografia del report  “Poveri in mezzo a noi”,  presentato al convegno diocesano di Torino, in occasione della XXXIV Giornata Caritas. Il rapporto, scrive l’agenzia Sir,  è stato “costruito a partire dalle rilevazioni della rete di centri di ascolto dell’intera arcidiocesi di Torino per offrire elementi utili a costruire una fotografia aggiornata della povertà sui nostri territori”.
Lo scorso anno sono state 92 le realtà di Centro di ascolto  della Caritas che hanno caricato i dati nel territorio della diocesi. Le Caritas Parrocchiali sono 130, mentre sono 120 le Conferenze di San Vincenzo, 90 i Gruppi di Volontariato Vincenziano: si tratta di più di  350 centri parrocchiali di servizio di carità. Hanno preso parte alla raccolta dati nel sistema informativo 350 volontari. E sono più di 1.100 i volontari attivi nei Centri censiti. Se si calcolano quelli dei centri che non raccolgono dati e quelli della San Vincenzo e dei GVV sono più di  3.000.

Iniziative a Torino il 21 marzo, Giornata per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale

La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale si celebra ogni anno a partire dal 21 marzo 1960, quando, durante una manifestazione pacifica contro le leggi dell’apartheid, la polizia sudafricana aprì il fuoco uccidendo 69 persone.

Proclamando questa giornata internazionale nel 1966, con la Risoluzione 2142 (XXI), l’Assemblea Generale dell’ONU ha sottolineato la necessità di un maggiore impegno per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.

Per l’occasione sono numerose le iniziative organizzate in Città: è disponibile il programma in formato (.Pdf )

Nozze d’oro per 185 coppie di torinesi

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Il Sindaco festeggia gli sposi 

 

Sono 185 le coppie di torinesi che hanno festeggiato le nozze d’oro nel 2021. Il Sindaco Stefano Lo Russo le ha incontrate e festeggiate questa mattina al Conservatorio Giuseppe Verdi. Ad accoglierle, in sala, un video che ripercorre i ricordi di quel 1971 che li vedeva diventare marito e moglie.

Riprende così la tradizione di celebrare chi ha percorso 50 anni di vita insieme nella nostra città, interrotte per le limitazioni della pandemia. Dal mese di aprile si passerà alle celebrazioni per i matrimoni celebrati nel 1972 arrivando, man mano, a circa mille coppie che hanno raggiunto questo importante traguardo. (cq)

Metro Torino linea 2, a fine giugno il bando di gara

Gli  adempimenti necessari per la gara della linea 2 della metropolitana torinese sarebbero a buon punto e verso la fine di aprile dovrebbe essere approvata una variante urbanistica in Consiglio comunale. Parola del sindaco di Torino Stefano Lo Russo che commenta: “Ci faremo trovare pronti per fare il bando di gara indicativamente per fine giugno”. Il sindaco aveva evidenziato al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini l’esigenza “di consentire la nomina di un commissario di governo che consentirebbe di risparmiare circa due anni di lavori”.  Per quanto concerne invece i fondi supplementari  necessari a fronte dei rincari, il sindaco sostiene  che la differenza che manca fra il primo e il secondo lotto “si è ridotta da 300 a 200 milioni, anche se non è ancora in pari”.

Agenti di commercio in campo per la transizione ecologica. Da Torino l’appello: “Non penalizzateci”

Le istanze di F.N.A.A.R.C. Ascom: eliminazione del tetto per l’acquisto di auto ecologiche, modulazione della transizione ecologica, creazione di Comunità Energetiche

18 marzo 2023Parte da Torino la mobilitazione degli agenti di commercio preoccupati per le notizie di interventi a livello locale, nazionale ed europeo sulla transizione ecologica. In occasione dell’incontro di oggi ‘La transizione ecologica e l’impatto sugli agenti di commercio organizzato dall’Unione Regionale F.N.A.A.R.C. Piemonte e Valle D’Aosta, aderente ad Ascom, per condividere criticità e istanze con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Oltre al Ministro sono intervenuti il presidente della Regione Alberto Cirio, il segretario generale della Camera di commercio di Torino Guido Bolatto, la presidente di Ascom Confcommercio Torino Maria Luisa Coppa, il presidente di F.N.A.A.R.C. Torino Gino Mattiolo e il presidente nazionale F.N.A.A.R.C.Alberto Petranzan. Nutrita la presenza di parlamentari, assessori regionali e comunali e di numerose autorità.

 

Numerosi i temi sul piatto legati dal fil rouge della lotta all’inquinamento, che genera ripercussioni importanti sulla categoria degli agenti di commercio. «Grande allarme hanno suscitato nella categoria degli agenti di commercio le notizie circa il blocco della circolazione delle automobilifino a Euro 5 in tutta la Pianura Padana a partire dal prossimo settembre e per sette mesi» denuncia Gino Mattiolo presidente F.N.A.A.R.C. Piemonte e Valle d‘Aosta e vicepresidente Ascom Torino e provincia.

«Gli agenti di commercio – prosegue Mattiolo – sono sulla strada ogni giorno e sono consapevoli del tasso di inquinamento, ma non possono interrompere le loro attività con inevitabile danno a tutta la filiera produttiva, commerciale e alle proprie imprese».

 

Grande apprensione ha suscitato, inoltre, la notizia secondo la quale la Commissione Europea vorrebbe vietare la vendita delle automobili con motore termico a partire dal 2035 e passare solamente alle automobili elettriche. Al momento la discussione sul punto è stata rinviata, ma il dossier rimane sul tavolo. «Per la categoria sarebbe un aggravio di costi insostenibile – spiega Mattiolole automobili elettriche sono molto costose e agli agenti di commercio non è consentito di portare in detrazione l’intero costo del bene strumentale primario per la categoria, cioè l’automobile. Fino all’anno 2002 gli agenti di commercio potevano portare in detrazione l’80% del costo dell’automobile del valore di 50milioni di lire. Con l’avvento dell’euro questo tetto si è attestato a 25mila euro». È evidente che il tipo di automobile che si poteva acquistare 21 anni fa con 50milioni di lire, non si può acquistare oggi con 25mila euro.

 

«Da oltre 21 anni – sottolinea ancora Gino Mattiolo –  F.N.A.A.R.C. ha reiterato la richiesta, a tutti i Governi che si sono succeduti, di eliminare tale tetto al pari dei taxisti e gli Ncc che possono portare in ammortamento l’intero costo senza alcun vincolo. Purtroppo, tale nostra legittima richiesta è rimasta sempre inascoltata e questo non è più accettabile».

 

Altro tema importante, al quale gli Agenti di commercio sono interessati, è quello della creazione delle “Comunità Energetiche“. Ascom Confcommercio è già pronta a giocare

il proprio ruolo coinvolgendo i negozi e gli stakeholder del territorio per avviare la realizzazione della comunità energetica nei centri cittadini.

 

Tre, in sintesi, le istanze avanzate da F.N.A.A.R.C. e Ascom Confcommercio Torino al Governo: l’eliminazione del tetto per l’acquisto dell’automobile non inquinante; la modulazione nel tempo della transizione ecologica, in modo ordinato evitando danni economici alla categoria e all’intero Paese; la creazione delle “Comunità Energetiche”.

 

In Piemonte e Valle D’Aosta sono oltre 16.000 gli agenti di commercio che percorrono in media 50.000 km all’anno, e pertanto l’autoveicolo viene cambiato ogni 2/3 anni. Tuttavia, a causa della crisi economica e delle imposte e tasse che falcidiano i ricavi, tali tempi si sono via via allungati. Si stima che ogni anno in Piemonte si comprino autoveicoli per un importo di oltre 60 milioni di euro e che gli agenti di commercio acquistino oltre 40  milioni di euro di carburante. Oltre 70% delle vendite di beni e servizi sono promosse dagli agenti di commercio, che risultano quindi essere un pilastro importante dell’economia nazionale e territoriale.

Ogni giorno in Piemonte gli agenti di commerciocontattano mediamente 45.000 imprese. Hanno un’età media è di 45 anni e sono per l’85% uomini e 15% donne,ma la presenza femminile è in crescita.

Il Piemonte si confronta con la Commissaria europea su transizione energetica e industriale

 Elisa Ferreira incontra il presidente Alberto Cirio. 

Si è svolto ieri al Grattacielo Piemonte l’incontro bilaterale tra il presidente della Regione Alberto Cirio e la commissaria europea alle Riforme e Coesione Elisa Ferreira.
«Ringrazio la commissaria per il prezioso confronto. Il Piemonte è stata la prima Regione d’Italia ad avere ottenuto l’approvazione del Fesr e del Fse, ed è un grande motivo di orgoglio perché dimostra il nostro impegno nella programmazione dei fondi europei» dichiara il presidente della Regione Alberto Cirio.

Durante l’incontro sono stati affrontati numerosi dossier a partire dall’energia, con i passi avanti che il Piemonte sta facendo ad esempio sull’idrogeno per cui ha vinto un progetto bandiera sul Pnrr grazie alle competenze nella ricerca, garantite da Università e Politecnico, e alle aziende chiamate ad affrontare la sfida dell’energia pulita. Si è poi discusso dell’esigenza di affrontare il problema della carenza di acqua: per il Piemonte questo rappresenta una criticità sia per quanto riguarda il comparto agricolo, sia per la produzione di energia con l’idroelettrico. «Con la commissaria – prosegue Cirio – abbiamo affrontato il tema della transizione ecologica, che il Piemonte sostiene con convinzione, senza però poter perdere di vista i rischi di disoccupazione per una classe di lavoratori che, per età, è formata per la produzione del motore termico e che dovrà essere riqualificata verso le nuove tecnologie». Tra gli argomenti trattati, anche il piano di avanzamento della banda ultra-larga che il Piemonte considera strategico per superare il digital divide, provocato anche dalla conformazione orografica del territorio.

La commissaria Ferreira ha ricordato la buona cooperazione tra Piemonte e istituzioni europee. «L’Italia ha attualmente due strumenti molto importanti per il suo sviluppo: uno è il Recovery fund e l’altro sono i fondi strutturali. Sono due binari di sviluppo che hanno logiche diverse e tempistiche diverse. I fondi strutturali hanno un periodo di sviluppo più lungo rispetto al Recovery fund, che è stato previsto per contrastare e riprendere l’economia europea e italiana in particolare, subito dopo la pandemia da Covid. Sono strumenti diversi che però devono lavorare insieme. E devono farlo su direttrici comuni come la transizione energetica, la transizione industriale, tenendo conto del fatto che il cambiamento climatico è un’emergenza. Sono temi centrali per il Piemonte che ha una tradizione industriale forte, può contare, grazie alle università, su solide competenze tecniche e vanta una posizione geografica favorevole perché è al centro dell’Europa».

Lavoro e formazione, dalla Regione in arrivo i fondi per favorire la nascita di nuove imprese

BILANCIO/CHIORINO: 480 MILIONI 
“Crediamo nel potenziale del nostro territorio e lo stiamo dimostrando concretamente, incrementando gli investimenti a favore di politiche attive mirate, con risultati più che tangibili”
Presentato alla III Commissione Consiliare di Palazzo Lascaris il Bilancio di Previsione 23/25 dell’Assessorato Regionale Lavoro e Formazione guidato dall’Assessore Elena Chiorino. Ammonta a circa 480 milioni di euro lo stanziamento complessivo per Lavoro e Formazione per l’annualità 2023. “Il nostro obiettivo è garantire dignità lavorativa a tutti, maggiori opportunità altamente professionalizzanti e favorire la nascita di nuove imprese che rendano sempre più competitivo il Piemonte nel mercato globale. Crediamo nel potenziale del nostro territorio e lo stiamo dimostrando concretamente, incrementando gli investimenti a favore di politiche attive mirate. Con risultati più che tangibili”, così l’Assessore Elena Chiorino a margine della seduta.
Tra le misure di maggiore rilievo, si registra il segno più che positivo per le azioni destinate a finanziare i cantieri di lavoro per disoccupati e over58 che ottengono un’integrazione delle risorse di € 200.000,00 per annualità, al fine di soddisfare interamente la domanda. Con  questo intervento si arriva ad incrementare il fondo di circa 3 milioni di euro, garantendo dignità lavorativa ai non occupati e favorendo l’invecchiamento attivo per chi ha un’età avanzata per poter trovare un inserimento lavorativo  ed offre, al contempo, l’opportunità di conseguire i requisiti previdenziali ai fini pensionistici.  La misura, tra l’altro, è di grande sostegno per i Sindaci perché è pressoché a costo zero per le amministrazioni e colma la necessità di ulteriore forza lavoro in quei territori impossibilitati ad avviare direttamente nuove assunzioni.
Anche il Fondo Regionale a sostegno dei Disabili registra un incremento di circa 2,9 milioni di euro per ciascuna annualità, portando lo stanziamento totale a oltre 18 milioni di euro. Per le misure a sostegno dell’occupazione, dell’imprenditoria, del lavoro autonomo, start up innovative, agenzie formative e realizzazione di servizi sono state stanziate risorse aggiuntive complessive pari a circa 1 milione di euro per il biennio 2023/2024.

Più di 100 milioni per istruzione e diritto allo studio universitario per il 2023

È di oltre 100 milioni di euro lo stanziamento previsto per istruzione e diritto allo studio universitario per il 2023; 68 di questi andranno sui capitoli dedicati a istruzione ed edilizia scolastica.
In Sesta commissione regionale l’assessore Elena Chiorino ha illustrato le principali novità del Ddl “Bilancio di previsione finanziario 2023-2025″ nelle materie di competenza: raddoppiano da 5 a 10 milioni le risorse che saranno trasferite alle Province per l’assistenza agli alunni con disabilità; è incrementato di 770 mila euro, a copertura dei maggiori costi energetici, lo stanziamento per le scuole paritarie dell’infanzia, portando le risorse a circa 8,5 milioni complessivi.
Quanto dell’edilizia scolastica, saranno messi a disposizione ulteriori 500 mila euro per l’affitto di container o altre strutture di appoggio temporanee dove poter collocare gli studenti e far proseguire l’attività didattica in situazioni di chiusura straordinaria degli edifici.
Su richiesta dei consiglieri Silvio Magliano (Moderati) e Silvana Accossato (Luv) l’assessore ha precisato che restano invariate rispetto allo scorso anno le risorse per gli assegni di studio. Federico Perugini è intervenuto per ridabire che il gruppo della Lega farà la propria parte per la copertura totale delle graduatorie.

Rai Torino marginalizzata? Cirio e Lo Russo chiedono incontro

«Abbiamo raccolto le preoccupazioni delle RSU e dei lavoratori sulla possibile marginalizzazione della sede di Produzione Rai di Torino rispetto ad altre sedi del nostro paese e delle criticità che riguardano gli uffici in locazione in via Cavalli nonché l’incertezza sui locali di corso Giambone». Inizia così la lettera che il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, hanno inviato oggi all’amministratore delegato della RAI Carlo Fuortes insieme alla richiesta di un incontro da svolgere a Torino al più presto.

«La programmazione della Città di Torino e della Regione Piemonte – proseguono nella lettera – contengono grandi progetti nazionali e internazionali e in questo contesto vediamo gli investimenti nei settori del Cinema e della Televisione, come strumenti integrati della strategia connessa al resto del paese in una dimensione europea volti ad attrarre, turismo, eventi culturali, ma soprattutto investimenti di imprese che possano rinvigorire il tessuto sociale ed economico come elementi fondamentali di crescita della nostra Città e della nostra Regione».

“Il rischio – rimarcano Lo Russo e Cirio – di un ridimensionamento della RAI sul nostro territorio suscita una profonda preoccupazione anche ai livelli istituzionali, oltre che tra i lavoratori. Siamo convinti – sottolineano – che la RAI debba e possa avere un ruolo di primo piano nello sviluppo del territorio torinese e piemontese valorizzando le consolidate esperienze e professionalità che vanno dalla Produzione Radio e Tv, al dipartimento di Ricerca, Sviluppo ed Innovazione, dall’Orchestra Sinfonica alle Direzioni amministrative e tecnologiche fino al consistente patrimonio immobiliare rappresentato dalle stesse vostre sedi».