POLITICA- Pagina 96

Fissolo (Moderati): “Anche il crocifisso fa parte della storia e della tradizione di Torino”

 

Il Capogruppo dei Moderati Simone Fissolo è intervenuto in Sala Rossa durante il dibattito sulla rimozione o meno del crocifisso: “Il crocifisso non rappresenta solo un simbolo religioso. La Sala Rossa porta con sé la storia di Torino e quella storia comprende il rapporto tra la Città, il Consiglio comunale e la Fede”.

Conclude Fissolo: “Sono convinto che se oggi dovessimo scegliere come arredare una sala istituzionale, questa sarebbe completamente spoglia e laica. Ma svuotare di simboli le attuali sale auliche è irrispettoso nei confronti del capitale storico culturale della nostra Città”.

 

Merlo: Elezioni Regione Piemonte, si vince al Centro

“Anche alle prossime elezioni per il rinnovo dei vertici della Regione Piemonte, come del resto
avviene in quasi tutte le consultazioni, si vince al Centro. Ovvero, chi riesce a farsi carico delle
istanze e delle domande del vasto elettorato che è riconducibile al cosiddetto ‘campo centrista’
parte avvantaggiato. E una realtà come il Piemonte per ragioni storiche, culturali, sociali e
politiche rientra a pieno titolo in questa tipologia.
Al riguardo, e contro ogni radicalizzazione della lotta politica e respingendo la logica della feroce
contrapposizione ideologica e di pregiudiziale personale, la potenziale lista del Presidente Cirio
può rispondere a questo requisito. E cioè, una presenza centrista, radicata nei territori, civica,
espressione degli amministratori locali e legata alla cultura di governo.
Insomma, il Centro, checchè se ne dica, continua ad essere un luogo politico decisivo per
affrontare e vincere le elezioni. Un luogo dove la cultura cattolico popolare e sociale può, ancora
una volta, giocare un ruolo politico e programmatico decisivo e determinante”.

Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi-Popolari nuovi.

Il colorante verde nel Po: gesto che distrae dai veri problemi ambientali

 In risposta all’ultima iniziativa di Extinction Rebellion, che ha visto il colorante verde  versato nelle acque del fiume Po a Torino e in altri corsi d’acqua in città italiane come Roma, Venezia, Milano e Bologna, Andrea Cerutti, Consigliere Regionale del Gruppo Lega Salvini Piemonte, ha espresso preoccupazione per l’efficacia e l’impatto di tali azioni simboliche.
Il consigliere leghista sottolinea che tali gesti potrebbero avere l’effetto indesiderato di distogliere l’attenzione dai problemi ambientali più urgenti. “È importante che le manifestazioni per il clima non si trasformino in atti puramente simbolici. Noi stiamo già dirigendo la nostra energia verso soluzioni pratiche e azioni politiche concrete che affrontino problemi come l’inquinamento e la crisi dei rifiuti. Questi sono i veri nemici della sostenibilità ambientale”, ha dichiarato.

 Direttiva Casa Green: Panza (Lega) sconfitta la linea estremista green dell’UE

Abbiamo vinto una battaglia di buonsenso

Bruxelles – Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea alla fine hanno dovuto concordare e apportare significative modifiche alla direttiva Case Green, una revisione sostanziale alla direttiva proposta due anni fa dalla Commissione europea che voleva imporre nuovi standard di efficienza energetica per gli edifici, in tempi e modi irrealizzabili.

Abbiamo vinto una battaglia di buonsenso in cui mi sono esposto personalmente – dichiara l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza –  organizzando una petizione da sottoporre al Parlamento Europeo che è stata un successo, con la raccolta di migliaia di firme contro quello che era visibilmente un madornale errore. Bene quella che è una evidente retromarcia unanime dell’UE.

Il testo della direttiva, che tanto il centrodestra e la Lega si sono impegnati per far modificare, è il frutto di un compromesso che fornisce ora linee guida più generali e con modifiche  significative – spiega Panza -: di fatto si è stabilito di lasciare il compito di decidere quali edifici ristrutturare e con quali tempi agli Stati membri,  è stato eliminato l’obbligo di installare pannelli solari sugli edifici residenziali, requisito che ora si applicherà solo agli edifici pubblici e non residenziali di grandi dimensioni, con ampie eccezioni.  Inoltre, l’obbligo di abbandonare i combustibili fossili nelle caldaie è stato posticipato dal 2035 al 2040.

Una sconfitta evidente per la linea estremista green dell’UE, bene la correzione con obiettivi più pragmatici e l’approccio realistico: è questa l’Europa che vogliamo – conclude Panza.

Così in una nota l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza.

Conte propone Appendino come vice presidente di M5S

Il leader del Movimento 5Stelle, l’ex premier Giuseppe Conte, ha proposto l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino come vice presidente nazionale del partito. Commenta l’interessata  su Facebook: “Il Movimento 5 Stelle è la mia casa.
Mi ha fatto avvicinare alla politica sognando un’Italia più giusta e sostenibile e mi ha accolta quando ero poco più di una ragazza, interessata semplicemente al bene della mia città.

In questi 15 anni abbiamo condiviso vittorie e sconfitte.
Nei momenti difficili con tutta la comunità di attivisti e rappresentanti ci siamo fatti forza. E li abbiamo superati.

Hanno profetizzato tante volte che eravamo destinati a sparire, invece siamo ancora qui, orgogliosi della nostra comunità politica.

Ed oggi sono davvero felice ed onorata di essere stata proposta da @giuseppeconte come vicepresidente del @movimento5stelle”

Ma l’Ulivo si farebbe con i 5 stelle?

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

C’è poco da fare. Quando la politica langue e il populismo rischia ancora di avere il sopravvento, malgrado il leggero cambiamento rispetto alla stagione che abbiamo vissuto dopo l’esplosione del grillismo anti politico e demagogico, il ritorno del passato, seppur rivisto ed ammodernato, è sempre una tentazione molto forte ed insidiosa. Ed è sempre dietro l’angolo. Sotto questo versante, è tornato d’attualità – anche se lo era già da tempo – l’Ulivo. Che, è bene non dimenticarlo, è stata una grande intuizione politica, culturale, sociale e programmatica. Un progetto che è stato possibile anche perchè si sono unite in una riconosciuta e spiccata cultura di governo alcune storiche culture politiche attraverso le rispettive soggettività politiche. Ovvero, il cattolicesimo popolare e sociale, la sinistra democratica ex e post comunista, il filone laico, socialista e ambientalista e la tradizione liberal democratica. Un impasto, appunto, culturale e politico che ha reso possibile il decollo di un progetto di governo altrettanto credibile e serio. Dopodichè, per svariate e ben note motivazioni, quella stagione si è spenta progressivamente e gli stessi obiettivi politici dei vari partiti sono cambiati anche in modo radicale. Ora, per restare all’oggi, forse è opportuno avanzare due sole ri flessioni. Soprattutto quando si parla di riproporre l’Ulivo o qualcosa di simile per cercare di battere la coalizione di centro destra. La prima attiene al perimetro politico di quella alleanza. E questo perchè l’Ulivo non era l’Unione. Cioè non era un pallottoliere. Non era una coalizione che sommava il diavolo e l’acqua santa, come si suol dire. Perchè si trattava di un’alleanza di governo che partiva da una vera, convinta e coerente convergenza programmatica tra le varie forze politiche. Elemento, questo, che giusti fi cava la natura di governo dell’Ulivo. In secondo luogo, e di conseguenza, non si può oggi pensare di riproporre una esperienza come l’Ulivo sommando partiti un po’ meno riformisti di ieri, come l’attuale Pd a guida Schlein con un movimento schiettamente populista, anti politico e demagogico come quello dei 5 stelle. Cioè il partito di Grillo e di Conte. Con una deriva, oltretutto, profondamente trasformistica ed opportunistica. Semmai, e se così fosse, somiglierebbe più ad una sorta di pallottoliere – o ad una ‘santa alleanza’, appunto – costruita unicamente per battere il nemico di turno ed irriducibile ma con una scarsa, se non nulla, cultura di governo. Ecco perchè, quando si parla di “ritorno dell’Ulivo” non basta individuare burocraticamente un “federatore” – l’ennesima fi gura che scorrazza nella politica italiana e nel potere da svariati decenni – ma è necessario elaborare un progetto politico autenticamente di governo che faccia della cifra riformista la sua bussola di riferimento. Ed è proprio su questo versante che si gioca la scommessa della costruzione di una vera e credibile alleanza di governo. Ma adesso, però, serve un “di più” di politica e di cultura politica che, è bene sottolinearlo con forza, è l’esatto contrario del populismo anti politico e demagogico del grillismo. Di ieri e di oggi.

Giorgio Merlo

Ruffino (Azione): “Da Meloni parole, per i cittadini curarsi è un lusso”

“Alla presidente Meloni i collaboratori descrivono un quadro della sanità lontano dalla realtà. Il governo non ha dato le risorse minime necessarie alle Regioni per salvaguardare il livello minimo di assistenza. L’incremento del fondo per 4 miliardi non copre minimamente il surplus di spesa dei due due anni di pandemia. Quanto alle liste di attesa, Meloni ha idee molto vaghe. Non sa che da circa 15 anni le aziende ospedaliere non fanno assunzioni al punto che oggi c’è una carenza di almeno 15 mila medici e quasi 30 mila infermieri. Le liste di attesa non le smaltisci con i premi di produzione ai medici già in servizio, per la semplice ragione che quei medici lavorano anche 10 ore al giorno, tutti i giorni, senza neppure vedersi retribuito lo straordinario. Meloni pensa di allungare ulteriormente le ore di servizio per smaltire le liste di attesa? Sa che l’Italia viola in moltissimi casi la direttiva europea che prevede per i medici turni di riposo di almeno 11 ore fra un turno di servizio e l’altro?
Ha rifiutato il Mes sanitario, per migliorare le infrastrutture sanitarie e l’acquisto di tecnologie moderne. Ha rifiutato di destinare ogni euro disponibile alla sanità a favore di altre spese più redditizie sul piano elettorale. Con le chiacchiere non si fanno le diagnosi, né si prescrivono le terapie. La sanità è l’ultima delle preoccupazioni del governo, purtroppo. Azione aveva chiesto, inascoltata, di rovesciare l’agenda delle priorità e mettere al primo posto la sanità. Il governo ha preferito altre scelte e gli italiani ne pagano ogni giorno le conseguenze”.
Così l’on. Daniela Ruffino (Azione).

Tavolo Automotive, Grimaldi e Accossato: “Basta annunci”

 “Mentre tutti i fatti reali parlano di una fuga di Stellantis dall’Italia, Urso e Cirio vaneggiano di un milione di veicoli prodotti in Italia in futuro. Basta annunci, gli investimenti siano vincolati ad impegni concreti su produzione, occupazione e transizione”.

 

“Mentre Urso e Cirio vaneggiano di un milione di veicoli prodotti in Italia in un futuro immaginario e Stellantis a parole ribadisce la centralità di Torino all’interno del gruppo, nella realtà Stellantis scommetterà sull’idrogeno ma in Francia, la Panda elettrica sarà prodotta in Serbia e stabilimenti oggi produttivi vengono messi in vendita su piattaforme online. Sembra il teatro dell’assurdo” dichiarano Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, e Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale.

 

“Ieri alla prima riunione del Tavolo sviluppo automotive al MIMIT, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministro Adolfo Urso ha parlato di portare la produzione di veicoli in Italia a 1,5 milioni, ricordiamo che nel 2022 in Italia sono state prodotte 450 mila autovetture.

Intanto sappiamo che la Panda elettrica sarà prodotta nello stabilimento di Kragujevac in Serbia, sicuramente non in Italia e non a Torino. Così come abbiamo appreso dell’investimento di Stellantis nello sviluppo dei motori a idrogeno, benissimo, ma anche qui non in Italia, bensì a Saint-Font, nell’est della Francia.

Solo un mese fa il gruppo Ipi ha pubblicato online su Immobiliare.it l’annuncio di vendita del complesso produttivo ex Bertone di Grugliasco, oggi Maserati, ma ancora ieri al tavolo ministeriale il rappresentante di Stellantis ha ribadito a parole la centralità di Torino all’interno del gruppo” affermano Grimaldi e Accossato.

 

“I lavoratori e le loro famiglie sono stufi dei tanti annunci che si sono susseguiti negli anni e che purtroppo troppo spesso si sono rivelati fuffa. Il Governo assuma finalmente un ruolo centrale e decisivo nel rilancio dell’industria dell’automotive e della produzione di auto in Italia, vincolando gli investimenti ad un chiaro impegno di Stellantis sulla produzione, sull’occupazione e sulla transizione” ha concluso Grimaldi (AVS).

 

‹‹A Cirio dico “meno selfie sorridenti con Tavares ed Elkan e qualche impegno concreto in più per il futuro industriale del Piemonte”. Bisogna assolutamente invertire quella rotta che oggi nei fatti non vede nessuna novità per Mirafiori su nuove produzioni ma solo la continuazione della cassa integrazione per i lavoratori. Pensiamo che sia da perseguire l’idea lanciata dalla FIOM di portare a Torino altre aziende costruttrici di auto›› ha concluso Accossato (LUV).

 

Marco Grimaldi

Alleanza Verdi Sinistra

Camera dei deputati

 

Silvana Accossato

Capogruppo Liberi Uguali Verdi

Consiglio regionale del Piemonte

Giachino: “pochi passi avanti per la Tav”

Oggi non fa notizia la solita manifestazione dei Notav, ridotta nei numeri, quanto il fatto che la TAV dalla nostra grande Manifestazione del 10.11.2018 che riempi Piazza Castello e dopo il voto del Senato del 7.8.2019 che bocciò a grande maggioranza la mozione Notav dei cinque stelle, abbia fatto pochissimi passi in avanti in particolare dalla parte italiana e non tanto per la opposizione dei Notav violenti.  E’ grave che ci siano ancora amministratori PD  Notav. Occorre un forte cambio di passo dopo le importanti affermazioni dell ‘Ambasciatore francese al Secolo XIX . I lavori della TAV darebbe una bella spinta alla crescita della economia della bassa Valle e di Torino che da anni crescono meno della media nazionale.
 
Mino GIACHINO 
Responsabile piemontese trasporti e logistica FDI

Merlo: Piemonte, da Meloni e Cirio risorse per la crescita e lo sviluppo

Merlo: Piemonte, giornata importante e decisiva per i nostri territori. Da Meloni e Cirio risorse per

la crescita e lo sviluppo. Ottime notizie per Pragelato.

“Sono molto grato al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Presidente della Regione

Piemonte Alberto Cirio per il massiccio e qualificato stanziamento indirizzato allo sviluppo dei

nostri territori presentato ad Asti. Un miliardo e 265 milioni finalizzati a settori, in particolare il

capitolo della sanità, che rappresentano un volano straordinario per la crescita della intera

Regione. Basti pensare, per fermarsi alla sanità, che si stratta di interventi che toccano tutti gli

ospedali del torinese e del Piemonte, con lavori di ristrutturazione e ammodernamento tecnologico. Oltre ai

settore altrettanto importanti e decisivi delle infrastrutture, dell’ambiente, della qualità dell’aria e,

soprattutto, dell’assetto ideologico.

E, per quanto riguarda gli eventi internazionali, non possiamo non evidenziare il massiccio

intervento per le opere connesse legate alle Universiadi del 2025. Un finanziamento, questo, che

vede proprio Pragelato al centro dell’attenzione come ha evidenziato lo stesso Presidente del

Consiglio nel suo lucido ed apprezzato intervento ad Asti. 7,5 milioni di euro, insieme a

Bardonecchia, che rappresentano uno stanziamento decisivo per lo sviluppo futuro della ‘capitale

del fondo’. E, sotto questo versante, l’impegno e la coerenza del Presidente Cirio sono stati

determinanti.

Ecco perchè, a fronte di questi massicci stanziamenti per l’intero Piemonte, e anche e soprattutto

per i nostri territori, si tratta di una giornata positiva per la Regione. E l’unica riflessione che non si

doveva fare è quella di scambiare l’annuncio di questo massiccio investimento come una

semplice ‘passerella’ politica come hanno detto alcune sigle sindacali. Ma quando il pregiudizio

politico supera qualsiasi altra considerazione si corre il serio rischio di non riuscire più a

distinguere la legittima propaganda politica dall’azione concreta e positiva delle istituzioni. E

quella di Asti, con Meloni e Cirio, è stata una giornata che è destinata a restare nella storia di

questa legislatura regionale”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.